giovedì 16 aprile 2015

So, però, che la luce di Dio c’è, che Egli è risorto, che la sua luce è più forte di ogni oscurità; che la bontà di Dio è più forte di ogni male di questo mondo. E questo mi aiuta a procedere con sicurezza. Questo aiuta noi ad andare avanti, e in questa ora ringrazio di cuore tutti coloro che continuamente mi fanno percepire il «sì» di Dio attraverso la loro fede.



SANTA MESSA IN OCCASIONE DELL’85° GENETLIACO DEL SANTO PADRE
OMELIA DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI
Cappella Paolina
Lunedì, 16 aprile 2012

Signori Cardinali,
Cari Fratelli nell’Episcopato e nel Sacerdozio,
Cari Fratelli e Sorelle!

Nel giorno del mio compleanno e del mio Battesimo, il 16 aprile, la liturgia della Chiesa ha posto tre segnavia che mi indicano dove porta la strada e che mi aiutano a trovarla. 
In primo luogo, c’è la memoria di santa Bernadette Soubirous, la veggente di Lourdes; 
poi, c’è uno dei Santi più particolari della storia della Chiesa, Benedetto Giuseppe Labre
e poi, soprattutto, c’è il fatto che questo giorno è sempre immerso nel Mistero Pasquale, nel Mistero della Croce e della Risurrezione, e nell’anno della mia nascita è stato espresso in modo particolare: era il Sabato Santo, il giorno del silenzio di Dio, dell’apparente assenza, della morte di Dio, ma anche il giorno nel quale si annunciava la Risurrezione.

Bernadette Soubirous, la ragazza semplice del Sud, dei Pirenei – tutti la conosciamo e la amiamo. Bernadette è cresciuta nella Francia illuminista del XIX secolo, in una povertà difficilmente immaginabile. La prigione, che era stata abbandonata perché troppo insalubre, diventò, alla fine – dopo qualche esitazione –, la dimora della famiglia, nella quale ella trascorse l’infanzia. Non c’era la possibilità di avere formazione scolastica, solo un po’ di catechismo per la preparazione alla Prima Comunione. Ma proprio questa fanciulla semplice, che nel suo cuore era rimasta pura e schietta, aveva il cuore che vede, era capace di vedere la Madre del Signore e in Lei il riflesso della bellezza e della bontà di Dio. A questa fanciulla Maria poteva mostrarsi e attraverso lei parlare al secolo e oltre il secolo stesso. 
Bernadette sapeva vedere, con il cuore puro e genuino. E Maria le indica la sorgente: lei può scoprire la sorgente, acqua viva, pura e incontaminata; acqua che è vita, acqua che dona purezza e salute. E attraverso i secoli, ormai, quest’acqua viva è un segno da parte di Maria, un segno che indica dove si trovano le sorgenti della vita, dove possiamo purificarci, dove troviamo ciò che è incontaminato. In questo nostro tempo, in cui vediamo il mondo in tanto affanno, e in cui prorompe la necessità dell’acqua, dell’acqua pura, questo segno è tanto più grande. Da Maria, dalla Madre del Signore, dal cuore puro viene anche l’acqua pura, genuina che dà la vita, l’acqua che in questo secolo – e nei secoli che possono venire – ci purifica e ci guarisce.

Penso che possiamo considerare quest’acqua come un’immagine della verità che ci viene incontro nella fede: la verità non simulata, ma incontaminata. Infatti, per poter vivere, per poter diventare puri, abbiamo bisogno che ci sia in noi la nostalgia della vita pura, della verità non travisata, di ciò che non è contaminato dalla corruzione, dell’essere uomini senza macchia. Ecco che questo giorno, questa piccola Santa è sempre stata per me un segno che mi ha indicato da dove proviene l’acqua viva di cui abbiamo bisogno – l’acqua che ci purifica e che dà la vita –, e un segno di come dovremmo essere: con tutto il sapere e tutte le capacità, che pure sono necessari, non dobbiamo perdere il cuore semplice, lo sguardo semplice del cuore, capace di vedere l’essenziale, e dobbiamo sempre pregare il Signore affinché conserviamo in noi l’umiltà che consente al cuore di rimanere chiaroveggente – di vedere ciò che è semplice ed essenziale, la bellezza e la bontà di Dio – e di trovare così la sorgente dalla quale viene l’acqua che dona la vita e purifica.

Poi c’è Benedetto Giuseppe Labre, il pio pellegrino mendicante del XVIII secolo che, dopo diversi tentativi inutili, trova finalmente la sua vocazione di pellegrinare come mendicante – senza niente, senza alcun appoggio e non tenendo per sé nulla di quel che riceveva se non ciò di cui aveva assolutamente bisogno – pellegrinare attraverso tutta l’Europa, a tutti i santuari dell’Europa, dalla Spagna fino alla Polonia e dalla Germania fino alla Sicilia: un Santo veramente europeo! Possiamo anche dire: un Santo un po’ particolare che, mendicando, vagabonda da un santuario all’altro e non vuole fare altro che pregare e con ciò rendere testimonianza a quello che conta in questa vita: Dio. 

Certo, non rappresenta un esempio da emulare, ma è un segnavia, un dito teso verso l’essenziale. Egli ci mostra che Dio da solo basta; che al di là di tutto ciò che può esserci in questo mondo, al di là delle nostre necessità e capacità, quello che conta, l’essenziale è conoscere Dio. Egli da solo basta. E questo «solo Dio», egli lo indica a noi in modo drammatico. E al tempo stesso, questa vita realmente europea che, da santuario a santuario, abbraccia l’intero Continente europeo rende evidente che colui che si apre a Dio non si estranea dal mondo e dagli uomini, bensì trova fratelli, perché da parte di Dio cadono le frontiere, solo Dio può eliminare le frontiere perché grazie a Lui siamo tutti solo fratelli, facciamo parte gli uni degli altri; rende presente che l’unicità di Dio significa, al contempo, la fratellanza e la riconciliazione degli uomini, l’abbattimento delle frontiere che ci unisce e ci guarisce. Così egli è un Santo della pace proprio in quanto è un Santo senza alcuna esigenza, che muore povero di tutto eppure benedetto con ogni cosa.

E poi, infine, c’è il Mistero Pasquale. Nello stesso giorno in cui sono nato, grazie alla premura dei miei genitori, sono anche rinato dall’acqua e dallo Spirito, come abbiamo appena ascoltato nel Vangelo. 
In primo luogo, c’è il dono della vita che i miei genitori mi hanno fatto in tempi molto difficili, e per il quale li devo ringraziare. 

Ma non è scontato che la vita dell’uomo in sé sia un dono. 
Può veramente essere un bel dono? Sappiamo che cosa incombe sull’uomo nei tempi bui che si troverà davanti – anche in quelli più luminosi che potranno venire? Possiamo prevedere a quali affanni, a quali terribili eventi potrà essere esposto? È giusto dare la vita così, semplicemente? È responsabile o è troppo incerto? È un dono problematico, se rimane a se stante. 
La vita biologica di per sé è un dono, eppure è circondata da una grande domanda. Diventa un vero dono solo se, insieme ad essa, si può dare una promessa che è più forte di qualunque sventura che ci possa minacciare, se essa viene immersa in una forza che garantisce che è un bene essere uomo, che per questa persona è un bene qualsiasi cosa possa portare il futuro. Così, alla nascita va associata la rinascita, la certezza che, in verità, è un bene esserci, perché la promessa è più forte delle minacce. Questo è il senso della rinascita dall’acqua e dallo Spirito: essere immersi nella promessa che solo Dio può fare: è bene che tu ci sia, e ne puoi essere certo, qualsiasi cosa accada. Da questa certezza ho potuto vivere, rinato dall’acqua e dallo Spirito. 
Nicodemo chiede al Signore: «Un vecchio può forse rinascere?». Ora, la rinascita ci è donata nel Battesimo, ma noi dobbiamo continuamente crescere in essa, dobbiamo sempre di nuovo lasciarci immergere da Dio nella sua promessa, per essere veramente rinati nella grande, nuova famiglia di Dio che è più forte di tutte le debolezze e di tutte le potenze negative che ci minacciano. Perciò questo è un giorno di grande ringraziamento.

Il giorno in cui sono stato battezzato, come ho detto, era Sabato Santo. Allora si usava ancora anticipare la Veglia Pasquale nella mattinata, alla quale sarebbe seguito ancora il buio del Sabato Santo, senza l’Alleluia. Mi sembra che questo singolare paradosso, questa singolare anticipazione della luce in un giorno oscuro, possa essere quasi un’immagine della storia dei nostri giorni. Da un lato, c’è ancora il silenzio di Dio e la sua assenza, ma nella Risurrezione di Cristo già c’è l’anticipazione del «sì» di Dio, e in base a questa anticipazione noi viviamo e, attraverso il silenzio di Dio, sentiamo il suo parlare, e attraverso il buio della sua assenza intravvediamo la sua luce. L’anticipazione della Risurrezione nel mezzo di una storia che si evolve è la forza che ci indica la strada e che ci aiuta ad andare avanti.

Ringraziamo il buon Dio perché ci ha donato questa luce e lo preghiamo affinché essa possa rimanere sempre. E in questo giorno ho motivo di ringraziare Lui e tutti coloro che sempre di nuovo mi hanno fatto percepire la presenza del Signore, che mi hanno accompagnato affinché io non perdessi la luce.

Mi trovo di fronte all’ultimo tratto del percorso della mia vita e non so cosa mi aspetta. So, però, che la luce di Dio c’è, che Egli è risorto, che la sua luce è più forte di ogni oscurità; che la bontà di Dio è più forte di ogni male di questo mondo. E questo mi aiuta a procedere con sicurezza. Questo aiuta noi ad andare avanti, e in questa ora ringrazio di cuore tutti coloro che continuamente mi fanno percepire il «sì» di Dio attraverso la loro fede.
Alla fine - Cardinale Decano - un cordiale ringraziamento per le Sue parole di fraterna amicizia, per tutta la collaborazione in tutti questi anni. E un grande grazie a tutti i collaboratori dei 30 anni in cui sono a Roma, che mi hanno aiutato a portare il peso della mia responsabilità. Grazie. Amen.


E Papa Benedetto XVI aggiunse 
la Conchiglia nel suo nuovo stemma.

SANTITA', AUGURI 
per gli 88!
Dalla messa all'alba tutti i giorni al tg delle 20. Georg Gänswein, storico segretario di Benedetto XVI, racconta la vita del Papa emerito che oggi compie 88 anni e di cui domenica ricorrono i dieci anni dall'elezione. "Impossibile dissuaderlo, ma fu una decisione serena".  --"Quando rinunciò al pontificato era di una serenità sconvolgente. La sua anima ne è ancora oggi pervasa, mentre trascorre le sue giornate fra gli amati libri, collocati in un ordine che soltanto lui, da oltre mezzo secolo, sa riconoscere. Legge, studia, suona e anche canta". Canta? "Solo nella santa messa!".

 Perfetta Vergine Santa Maria di Guadalupe 
Adorata Divina Madre della Salvezza
nutri le nostre anime con i Tuoi divini influssi


© Copyright 2012 - Libreria Editrice Vaticana

Chi prega si salva


CHI PREGA SI SALVA

CHI PREGA SI SALVA

Il libro di preghiere con l'introduzione di Joseph Ratzinger
di 30Giorni

€ 1,00

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    Presentazione
    Da che l’uomo è uomo, prega. Sempre e ovunque l’uomo si è reso conto che non è solo al mondo, che c’è qualcuno che lo ascolta. Sempre si è reso conto che ha bisogno di un Altro più grande e che deve tendere a Lui perché la sua vita sia ciò che deve essere. Ma il volto di Dio è sempre stato velato e solo Gesù ci ha mostrato il Suo vero volto. Chi vede Lui vede il Padre (cfr. Gv 14, 9). Così, se da una parte all’uomo risulta naturale pregare (chiedere nel momento del bisogno e ringraziare nel momento della gioia), d’altra parte c’è sempre anche la nostra incapacità di pregare e di parlare a un Dio nascosto.  Non sappiamo cosa conviene domandare, dice san Paolo (cfr. Rm8, 26). Perciò dobbiamo sempre dire al Signore, come i discepoli: «Signore, insegnaci tu a pregare» (Lc 11, 1). Il Signore ci ha insegnato il Padre nostro come modello dell’autentica preghiera e ci ha donato una Madre, la Chiesa, che ci aiuta a pregare. La Chiesa ha ricevuto dalla Sacra Scrittura un grande tesoro di preghiere. Nel corso dei secoli sono salite, dai cuori dei fedeli, numerose preghiere con cui essi sempre di nuovo si indirizzano a Dio. Nel pregare con la Madre Chiesa noi stessi impariamo a pregare. Sono molto contento perciò che 30Giorni faccia una nuova edizione di questo piccolo libro contenente le preghiere fondamentali dei cristiani maturatesi nel corso dei secoli. Ci accompagnano lungo tutte le vicende della nostra vita e ci aiutano a celebrare la liturgia della Chiesa pregando. A questo piccolo libro auguro che possa diventare un compagno di viaggio per molti cristiani.       

    Cardinal Joseph Ratzinger, Roma 18 febbraio 2005

     In liquidazione, Piazza Bologna 1 - 00162 Roma - Italia - tel +39 335 879 4068. Tutti i diritti sono riservati.

    E Bernadette diceva...

    I centocinquant’anni di Lourdes

    E Bernadette diceva...



    un’antologia di frasi di Bernadette e di testimonianze di persone che l’hanno conosciuta

    Bernadette non ha lasciato quasi nulla di scritto, ma gli archivi del convento di Saint-Gildard a Nevers – in cui visse da suora col nome di religione di Marie-Bernard – conservano gli atti del processo canonico e le testimonianze raccolte in quell’occasione tra le consorelle e tra quanti ebbero contatti con lei, soprattutto negli anni trascorsi al convento, tra il 1866 e il 1879. Sono ricordi, aneddoti, episodi, risposte impressi nella memoria degli interlocutori. Da questo eterogeneo materiale il convento di Saint-Gildard, grazie anche al lavoro di ricerca del teologo René Laurentin, ha ricavato un libretto, edito in Francia nel 1978 col titolo Bernadette disait… e tradotto di recente in italiano. Ne abbiamo tratto una piccola antologia, da cui emerge la personalità di Bernadette e il suo modo semplice e umanissimo di vivere la fede cristiana. Riportiamo le testimonianze nell’ordine cronologico in cui il libro le propone, accennando in alcuni casi al contesto dell’episodio descritto, per meglio facilitarne la comprensione. 


    Lourdes 1858-1866 

    1858 

    Gennaio 
    Bernadette è pastorella a Bartrès. 
    «Dite ai miei genitori che qui m’intristisco. Desidero ritornare a Lourdes, per andare a scuola e prepararmi alla prima comunione». 


    Il periodo delle apparizioni 

    21 Febbraio 
    Dopo la seconda apparizione, uscendo dallo studio del commissario Jacomet: 
    «Che cosa ti fa ridere?» le chiedono. 
    «Il commissario tremava. Aveva sul berretto un fiocco che faceva tin-tin». 

    23 Febbraio 
    «Fai correre un fiume di gente!». 
    «E perché vengono ? Non sono certo io che vado a prenderli!». 

    24 Febbraio 
    «Come ti ha parlato? In francese o in dialetto?». 
    «Oh! Questa è bella, volete che mi parli in francese? Credete che lo sappia io?». 

    25 febbraio 
    Nel corso della nona apparizione la si sente ripetere: 
    «Penitenza… Penitenza… Penitenza…». 

    Alla fine si registra questo dialogo: 
    «Ma che cosa ti ha detto?». 
    «Va’ a bere alla fontana e a lavarti». 
    «E l’erba che hai mangiato?». 
    «Anche questo mi ha domandato...». 
    «Che cosa ti ha detto?». 
    «Mangerai quell’erba che è là». 
    «Ma sono gli animali che mangiano l’erba!». 
    «E perché tutta questa agitazione oggi? Ieri Aquerò mi aveva detto di baciare la terra come penitenza per i peccatori». 
    «Ma lo sai che ti credono pazza a fare di queste cose?». 
    «Per i peccatori». 

    25 Marzo 
    Bernadette si sveglia prestissimo e si veste: 
    «Devo andare alla grotta. Sbrigatevi se volete accompagnarmi». 
    «Ma ragiona, ti farebbe male…». 
    «Ormai sono guarita». 
    «Aspetta almeno che venga il sole!». 
    «No, devo andarci, e subito». 

    Alla grotta, davanti all’apparizione: 
    «Signorina, vorreste aver la bontà di dirmi chi siete, per favore?». 

    Allontanandosi dalla grotta, Bernadette ride: 
    «Sai qualche cosa?». 
    «Non dirlo a nessuno, ma mi ha detto: “Sono l’Immacolata Concezione”». 

    27 Marzo 
    Esame medico da parte di tre dottori: 
    «Avete mal di testa alle volte?». 
    «No». 
    «Avete mai avuto crisi nervose?». 
    «Mai». 
    «La vostra salute sembra però precaria». 
    «Mangio, bevo e dormo benissimo». 

    Durante l’esame medico, a proposito della Vergine: 
    «Ma sì, la vedo come vedo voi. Si muove, mi parla, tende le braccia». 
    «Non hai paura quando vedi tanta gente attorno a te?». 
    «Non vedo niente attorno a me». 

    MAGGIO 
    Nuovo rischio di prigione per Bernadette: 
    «Non ho paura di nulla, perché ho sempre detto la verità». 

    4 giugno 
    L’indomani della prima comunione di Bernadette, Emmanuélite Estrade le chiede: 
    «Che cosa ti ha reso più felice: la prima comunione o le apparizioni?». 
    «Sono due cose che vanno assieme, ma che non possono essere paragonate. Sono stata molto felice di tutte e due». 

    16 luglio 
    Ultima apparizione. Al cadere della sera, Bernadette si sente spinta verso la grotta: 
    «Che cosa ti ha detto?». 
    «Niente». 

    DOPO IL 16 LUGLIO, LE PROVE: 
    L’ASSALTO DEI VISITATORI 

    28 Agosto 
    All’abate Fonteneau: 
    «Non vi obbligo a credermi, ma non posso che rispondervi dicendo quello che ho visto e udito». 
    «Allora, Bernadette, poiché la Vergine Santa ti ha promesso il cielo, tu non ti devi più occupare dell’anima tua?». 
    «Oh, padre, non andrò in cielo che comportandomi come si deve». 

    17 novembre 
    Alla grotta, dopo l’interrogatorio della commissione ecclesiastica: 
    «Sono molto stanca!». 
    1859 

    Maggio 
    Marie de Cornuijer-Lucinière la interroga riguardo ai segreti: 
    «Li diresti al Papa?». 
    «Non ha bisogno di saperli». 

    1860 

    L’abate Junqua fa visita a Bernadette. Dopo due ore di colloquio le dice: 
    «Tornerò… Ricordatevi di me! Promettetemi di ricordarvi di me!». 
    «Oh, questo non ve lo prometto! Ne vedo tanti, e di tutte le specie». 

    7 dicembre 
    Interrogatorio davanti a monsignor Laurence, vescovo di Tarbes: 
    «Non sembra un’idea degna della Madonna averti fatto mangiare l’erba». 
    «Mangiamo pure l’insalata!». 

    1861-1862 

    L’abate Bernadou vuol fotografare Bernadette per fissare sulla placca l’espressione che il suo volto 
    poteva avere durante le apparizioni: 
    «No, non va. Non facevi quella faccia quando c’era la Madonna». 
    «Ma adesso non c’è!». 
    1864 

    Hanno fotografato Bernadette e si vendono le fotografie a un franco l’una… 
    «Trovi che ti vendono a un prezzo sufficiente, Bernadette?». 
    «Più di quanto valgo». 

    1866 

    Alla vigilia della partenza per Nevers, Justine, la figlia della sua balia, 
    Marie Lagües, viene a trovare Bernadette: 
    «Non ti dispiace partire?». 
    «Quel poco tempo che siamo al mondo, bisogna impiegarlo bene». 


    Nevers 1866-1879 

    Testimonianze delle consorelle e di persone che hanno incontrato Bernadette durante la sua permanenza nella casa madre della congregazione delle Suore della carità di Nevers, dal 1866 fino alla morte, avvenuta il 16 aprile 1879. 

    1866 

    LUGLIO 
    Suor Emilienne Duboé: 
    Bernadette mi fu affidata fin dal suo arrivo in noviziato, per abituarla… Ciò che la addolorava era di non vedere più la grotta di Lourdes. «Se tu sapessi» mi disse «quello che ho visto di bello là». Avevo la tentazione di chiederlo, ma mi rispose che non poteva dire niente, che la madre maestra l’aveva proibito. Mi diceva: «Se tu sapessi quant’è buona la Madonna!». 
    Un giorno Bernadette mi fece notare che facevo male il segno della croce. Le risposi che certamente non lo facevo tanto bene quanto lei che lo aveva imparato dalla Madonna. «Bisogna farci attenzione» mi disse «perché vuol dire molto farsi bene il segno della croce». 

    Suor Charles Ramillon: 
    Il modo in cui si faceva il segno della croce mi colpiva profondamente; abbiamo cercato più volte di riprodurlo, ma senza risultato. Allora dicevamo: «Si vede bene che glielo ha insegnato la Madonna stessa». 

    Suor Emilie Marcillac: 
    Suor Marie-Bernard aveva una pietà dolce, semplice, senza niente di singolare. Era molto esatta, non mancava al silenzio, ma a ricreazione attirava per il suo brio. Non le piaceva la pietà caricata. Un giorno mi diceva ridendo, indicandomi una novizia che chiudeva sempre gli occhi: «Vedete suor X? Se non avesse una compagna che la conduce, le capiterebbe un incidente. Perché chiudere gli occhi, quando bisogna tenerli aperti?». 
    Durante le sue crisi d’asma, aveva degli assalti di tosse che le dilaniavano il petto; benché vomitasse sangue e soffocasse, non si lasciava mai sfuggire un lamento, un mormorio. La udivo soltanto pronunciare il nome di Gesù. Dopo aver detto: «Gesù mio!», guardava il crocifisso, e nei suoi occhi c’era qualche cosa di inesprimibile, ma che diceva tanto… 

    ottobre 
    Suor Emilie Marcillac: 
    In ottobre, il 25, stette assai male… Si pensava che non avrebbe passato la notte… Grande fu la mia sorpresa l’indomani mattina, quando alle quattro e mezzo mi avvicinai al letto per avere notizie; la credevo in agonia. Invece mi rispose con voce chiara: «Sto meglio, il Signore non mi ha voluta, sono andata fino alla porta e Lui mi ha detto: torna indietro, è troppo presto». 

    1867 

    maggio 
    Suor Bernard Dalias: 
    Mi trovavo a Nevers da tre giorni, e mi dissi stupita di non conoscere Bernadette. La superiora che mi aveva accompagnata mi indicò una novizia, piccola, sorridente, che le stava vicino, e aggiunse: «Bernadette? Ma eccola qui!». Un’espressione impertinente mi sfuggì ed esclamai: «Tutto qua?». Mi rispose: «Proprio vero, signorina, tutto qua!». Posso dire che da allora mi dimostrò una grande simpatia. 

    Suor Brigitte Hostin: 
    Sono stata compagna di noviziato di suor Marie-Bernard; ho avuto questo privilegio per sette-otto mesi. Ho avuto modo di ammirare in lei una grande pietà, un umore sempre uguale – cosa rara –, una semplicità di bambina, e soprattutto una grande umiltà; questo – nel caso in cui fosse obbligata a rispondere alle lettere che le scrivevano alcuni grandi personaggi riguardo ai favori che la Madonna le aveva accordati – le faceva dire: «Se non fosse per obbedienza, non risponderei». 

    settembre 
    Suor Joseph Caldairou ricorda alcune espressioni di Bernadette: 
    «Dio solo sa quanto mi costa dovermi presentare davanti ai vescovi, ai preti, alla gente del mondo». 
    «Non posso trovare bella nessuna madonna, dopo aver visto l’originale». 

    1868 

    Suor Charles Ramillon: 
    Un giorno, in mia presenza, una di noi le disse: «Avete fatto conoscere i segreti della Madonna alla madre generale?». «No». «E neppure alla madre maestra?». «Neppure». Allora io soggiunsi: «Ma se il Santo Padre ve li chiedesse?». Lei rispose: «Ci penserei». 

    novembre 
    Comte Lafond: 
    Monsignor Chigi [nunzio apostolico in Francia, ndr] fece chiamare in parlatorio suor Marie-Bernard. «Figliola», le chiede, «non hai avuto paura quando hai visto la Madonna?». «Oh, sì, monsignore, molta; ma solo la prima volta; poi, era così bella!». 

    1869 

    agosto 
    Suor Bernard Dalias: 
    Una sola sua parola faceva del bene. A chi era nel dolore diceva: «Pregherò per voi». 
    Più volte l’ho sorpresa con il volto inondato di lacrime. La interrogavo con lo sguardo: «Oh», mi sussurrava, «rivedere la grotta, una sola volta, di notte, quando nessuno lo verrebbe a sapere…». 
    Ero incaricata di intonare il canto per l’offerta della ricreazione. Suor Marie-Bernard mi si avvicina un giorno, dopo la preghiera. «Qualche volta intonate», mi disse, «“La vedrò un giorno questa Madre che amo”». E a questo punto i suoi occhi assunsero un’espressione di desiderio, di tristezza indefinibile, e vidi scendere due lacrime… 
    Bastava sentirle dire con piena convinzione: «Pregate per me, povera peccatrice, soprattutto all’ora della morte», per capire che si rendeva perfettamente conto di dover invocare l’effetto promessole dalla Vergine per la sua fedeltà. 

    Suor Emilienne Robert: 
    Parlava di correggerci dei nostri difetti, e le dissi che è difficile. Lei allora spalancò gli occhi e mi rispose vivacemente: «Ma come! Ricevere così spesso il pane dei forti e non essere più coraggiosa!». 

    ottobre 
    Comte Lafond: 
    L’abate di M. le disse in mia presenza che arrivava da Lourdes e che aveva incontrato il padre Hermann e il signor Lasserre, tutti e due graziati del dono della vista. Suor Marie-Bernard aprì i suoi grandi occhi, fino allora abbassati. «Ho visto», soggiunse l’abate, «la statua che hanno posto alla grotta. Ha le mani giunte così. È proprio così che la Madonna vi è apparsa?». «Sì, padre, ma quando mi ha detto: “Sono l’Immacolata Concezione” ha fatto così». E fece un gesto di una bellezza tale che ne fummo commossi fino alle lacrime. Ci sembrava di vedere una copia viva della Regina del Cielo, quando apparve sulla roccia di Massabielle. 
    Una signora di Nevers le chiese un giorno: «Non avete mai più rivisto la Vergine dopo le diciotto apparizioni?». Due lacrimoni le imperlarono le palpebre: fu la sola risposta. 

    Suor Cécile Pagès: 
    Dicevo a suor Marie-Bernard che molte persone erano guarite con l’acqua di Lourdes, dopo una novena. «Oh», disse, «la Vergine talvolta vuole che si preghi a lungo, e una persona è stata guarita soltanto dopo nove novene». 

    1870 

    aprile 
    Suor Angèle (allora postulante): 
    Suor Marie-Bernard mi chiese: «Signorina, che cosa avete?». Le risposi: «Ho ricevuto adesso una brutta notizia: mamma è in fin di vita; forse a quest’ora è già morta». Suor Marie-Bernard mi disse con un sorriso che non dimenticherò mai e con il suo sguardo penetrante: «Non piangete, la Madonna la guarirà; pregherò per lei». 

    agosto 
    Suor Madeleine Bounaix: 
    Il 15 agosto 1870, mi trovavo con lei all’infermeria San Giuseppe; mi aveva dato un frutto per la merenda; intanto parlavamo della festa del giorno e le dissi: «Sorella, pregherete per me oggi?». «Sì, ma a una condizione: che anche voi lo farete per me. Abbiamo tutti bisogno di preghiere». Allora aggiunsi: «Quanto deve essere bella la festa in cielo, e quanto bella deve essere anche la Madonna». «Oh sì», disse, «quando la si è vista non si può più essere attaccati alla terra!». 
    Qualche tempo dopo, suor Marie-Bernard ricevette una lettera di don Peyramale, parroco di Lourdes, nella quale c’era una fotografia della Basilica. Guardandola, mi chiese: «Conoscete Lourdes?». Alla mia risposta negativa, mi disse: «Tenete, ecco la foto della Basilica», e con il dito mi mostrava la grotta. Le chiesi: «Dove eravate quando vi apparve la Madonna?». Mi indicò semplicemente il posto. Soggiunsi: «È un ricordo assai dolce per voi, sorella». Prendendo un’aria grave, quasi triste, rispose: «Oh, sì! Ma non avevo nessun diritto a tale grazia». 

    Dicembre 
    Comte Lafond: 
    Suor Marie-Bernard… questa suora non è buona a nulla, eppure viene considerata come il tesoro di Saint-Gildard; la guardano come il palladio della città vescovile e si attribuisce a lei la salvezza durante l’invasione del 1870; i prussiani erano in tutti i dipartimenti vicini e quasi alle porte di Nevers. Il cavaliere Gougenot des Mousseaux che vide Bernadette a quell’epoca, le pose alcune domande: «Alla grotta di Lourdes, o in seguito, avete avuto qualche rivelazione relativa all’avvenire e ai destini della Francia? La Vergine non vi ha per caso incaricata di trasmettere avvertimenti o minacce per la Francia?». «No». «I prussiani sono alle porte: non vi mettono paura?». «No». «Dunque non c’è nulla da temere?». «Io non temo che i cattivi cattolici». «Non temete nient’altro?». «No, nulla». 

    1871 

    Madre Marie-Thér èse Bordenave: 
    Verso la fine del 1870 o all’inizio del 1871, c’erano ancora delle ambulanze in casa madre; un giorno si incendiò la farmacia; la novizia di turno ne fu talmente impressionata che per ventiquattr’ore soffrì di terribili dolori. Suor Marie-Bernard, impietosita, disse a una suora, dopo aver esaurito tutte le medicine: «Provo a darle dell’acqua di Lourdes; pregate con me e fatelo con fervore». Lo fecero: qualche minuto dopo i dolori erano cessati. 

    Prima di agosto 
    Suor Madeleine Bounaix: 
    Ero colpita dalla sua rettitudine e dalla sua sincerità. Non credo che abbia mai mentito e, a questo proposito, mi ricordo un episodio che ha confermato la mia opinione. Un giorno parlavamo di Lourdes e di Bartrès, e mi disse: «Non potete immaginare quanto fossi ignorante. Figuratevi che mio padre, venuto a trovarmi, mi vide alla guardia del gregge, assai triste. Poiché mi chiese la causa di questo, gli risposi: “Guarda un po’ le mie pecore, parecchie hanno la schiena verde”. E lui, ridendo: “È l’erba che hanno mangiato che risale sul dorso: forse morranno”. Io allora piansi a calde lacrime, e mio padre, vedendomi così addolorata, mi consolò e mi spiegò che era il marchio del commerciante cui le avevano vendute». Udendo questa storia, mi misi a ridere e le dissi: «Ma come? Eravate tanto ingenua da credere una cosa simile?». Mi rispose: «Cara mia, poiché non sapevo mentire, credevo a tutto quello che mi dicevano». 
    Un giorno parlavamo delle pratiche di pietà verso la Madonna. Le dissi che ce n’era una alla quale tenevo molto: recitare dodici Ave Maria in onore dei dodici privilegi della Madre di Dio. Mi rispose con un’aria felice e soddisfatta: «Continuate questa pratica, è assai gradita alla Madonna». 

    agosto 
    Suor Vincent Garros, al secolo Julie Garros, amica d’infanzia di Bernadette: 
    A Lourdes c’era una congregata, conosciuta con il nome di signorina Claire, molto pia e da tempo sofferente. Al mio arrivo in casa madre, Bernadette mi chiese sue notizie, e io le dissi: «Non soltanto soffre con pazienza, ma dice anche queste parole, che mi sorprendono veramente: “Soffro molto, ma se non basta, che il Signore ne aggiunga ancora!”». Suor Marie-Bernard fece una riflessione: «È ben generosa; io non farei altrettanto. Mi accontento di quello che mi manda». 
    Le piaceva anche raccontarmi che del gregge che le era affidato, le piaceva in modo particolare un agnellino bianco. Quando era riuscita a farsi la sua cappellina nei campi, lui veniva a demolirla con una cornata; e quando guidava il gregge, l’agnellino prendeva la rincorsa e, con una cornata sotto le ginocchia, la faceva cadere, cosa che la divertiva tanto. Per punirlo, Bernadette gli dava del pane con il sale, di cui era ghiotto. 
    Al noviziato, dicevo a Bernadette ammalata in infermeria: «Soffrite molto, vero?». Mi rispose: «Che vuoi? La Madonna me l’ha detto che non sarei stata felice in questo mondo, ma nell’altro». 
    Spesso consigliava di perdonare, di non dimenticare l’invocazione del Padre nostro: «Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo…». 
    Mi disse anche: «Quando passi davanti alla cappella, se non hai il tempo di fermarti, incarica il tuo angelo custode di portare il tuo messaggio al Signore nel tabernacolo. Lo porterà e poi ti raggiungerà di nuovo». 
    Credo che Bernadette meditasse sui misteri, perché un giorno in cui le dissi che non riuscivo a pregare, a meditare, mi suggerì questo mezzo: «Trasportati al Monte degli Olivi o ai piedi della croce, e rimani là: il Signore ti parlerà e tu lo ascolterai». Talvolta le dicevo: «Ci sono stata, ma il Signore non mi ha detto niente». Tuttavia, continuavo a pregare. 
    Le dissi un giorno: «Come potete rimanere così a lungo in azione di grazia?». Mi rispose: «Penso che è la Madonna che mi dà Gesù Bambino. Lo prendo. Gli parlo e lui mi parla». 
    So che, tra i santi, Bernadette aveva una devozione particolare per san Giuseppe. Ripeteva queste invocazioni: «Fatemi la grazia di amare Gesù e Maria come vogliono essere amati. San Giuseppe, pregate per me. Insegnatemi a pregare». E a me diceva: «Quando non si riesce a pregare, ci si rivolge a san Giuseppe». 
    Mi diceva anche: «Quando sei davanti al Santissimo, da una parte hai vicino la Madonna che ti ispira quello che devi dire al Signore, e dall’altra il tuo angelo custode che prende nota delle tue distrazioni». 
    Diceva: «Dobbiamo ricevere bene il Signore, abbiamo tutto l’interesse di fargli buona accoglienza, un’accoglienza amabile, perché allora deve pagarci l’affitto». 
    Mi diceva che prima di compiere qualsiasi azione, bisogna purificare l’intenzione. Le osservavo che era difficile. Mi rispose: «Bisogna farlo, perché si agisce meglio e costa meno». 
    Diceva: «Se lavori per le creature, non avrai ricompensa e ti stancherai molto di più». 
    Un’altra volta all’infermeria mi disse: «Ti darò una buona merenda». C’era della frutta sciroppata. Me la porge e mi dice: «Oggi è sabato, non ne mangeremo; faremo questa piccola mortificazione per la Madonna». 
    Bernadette, ne sono certa, ha sempre controllato i suoi moti interiori. A questo proposito mi diceva: «Il primo moto non ci appartiene, ma il secondo sì». 
    Quando aveva le crisi d’asma – piuttosto frequenti – faceva pena. Non si è mai lamentata, passata la crisi, diceva: «Grazie, Signore!». 
    La Vergine le aveva chiesto di pregare per i peccatori; doveva farlo certamente. A più riprese mi ha detto: «Preghiamo per la tale famiglia, perché la Vergine la converta». 
    Spesso, dopo le preghiere, Bernadette aggiungeva: «Signore, liberate le anime del purgatorio». Di tanto in tanto, recitavamo insieme la corona dei defunti e la finivamo: «Dolce Cuore di Gesù, siate il mio amore, dolce Cuore di Maria, siate la mia salvezza. Gesù mio, misericordia! Concedete il riposo eterno alle anime dei fedeli defunti». 

    novembre 
    Suor Eléonore Bonnet: 
    Il giorno di Ognissanti, appresi che Bernadette era malata. Conoscendo il suo amore per i fiori, colsi delle violette, fiorite, malgrado la stagione, lungo il muro della cucina, e gliele mandai per mezzo di una novizia che lavorava all’infermeria. 

    Madre Marie-Thérèse Bordenave: 
    Una superiora le chiedeva un giorno se non avesse mai provato un sentimento di compiacenza per i favori che la Vergine le aveva fatto. «Che cosa pensate di me? Volete che non sappia che se la Madonna mi ha scelta è perché ero la più ignorante? Se ne avesse trovata una più ignorante, avrebbe preso lei». 

    Suor Joseph Ducout: 
    L’ho vista soffrire moralmente e fisicamente. Nella sofferenza, mai una parola che esprimesse il suo dolore. Prendeva il crocifisso, lo guardava, e basta. 

    Suor Madeleine Bounaix: 
    «Che cosa fate qui?» mi disse. «Sono in partenza, e aspetto la madre maestra». Riprese: «Dove andate?». «A Beaumont». «Ebbene, sorella, non dimenticate ciò che vi dico: dovunque siate, ricordatevi sempre di lavorare solo per il Signore. Capite, vero? Per il Signore». 

    Dicembre 
    Suor Victoire Cassou: 
    Bernadette mi disse: «Per la messa di mezzanotte, mettetevi vicino a me. C’è posto». Ne fui felice. Potei così constatare quanto fosse pia e raccolta. Nascosta dietro il suo velo, nulla poteva distrarla. Dopo la comunione, entrò in un raccoglimento così profondo, che uscirono tutti, senza che lei sembrasse neppure accorgersene. Le rimasi a fianco, perché non avevo nessuna voglia di andare in refettorio con le mie compagne. La contemplai a lungo, senza che se ne accorgesse. Il suo volto era radioso e celestiale, come durante l’estasi delle apparizioni. 
    Quando la suora incaricata di chiudere le porte della chiesa venne a compiere il suo dovere, agitò con forza i catenacci. Solo allora Bernadette uscì dal suo stato simile a un’estasi. 
    Uscì dalla cappella e io la seguii. E nel chiostro, si chinò su di me e mi sussurrò: «Non avete preso niente (in refettorio)?». Le risposi: «Neppure voi». Si ritirò in silenzio e ci separammo così. 

    1872 

    agosto 
    Suor Eudoxie Chatelain: 
    Aveva una devozione speciale per san Giuseppe, cosa che mi stupiva un po’, dato che era la figlia privilegiata della Madonna. Un giorno le udii dire: «Vado a fare una visitina a mio padre». Era san Giuseppe: andava spesso a pregarlo in cappella. 
    Diceva: «Amate tanto il Signore, figlie mie. È tutto qui». 

    Agosto-Ottobre 
    Durante una ricreazione una novizia prende un pipistrello caduto. Grandi esclamazioni. Bernadette è presente. Suor Julienne Capmartin: 
    «Oh, come potete tenere in mano una bestia così orribile!» dissi: «È l’immagine del diavolo!». 
    Suor Marie-Bernard divenne seria e si volse verso di me: «Sappiate, sorella, che nessun animale è l’immagine del diavolo; non c’è che l’offesa a Dio che possa esserlo». 
    Disse: «Quando noi teniamo troppo a qualche cosa, questo non piace a Dio». 
    Una volta mi sorprese che leggevo nel mio libro di figlia di Maria, mentre lei mi aveva raccomandato di rimanere bene avvolta sotto le coperte… Allora mi prese bruscamente il libro dicendo: «Ecco un fervore imbastito di disubbidienza, ve lo dico io!». Ho avuto un bel richiedere il mio libro, non l’ho più visto… 

    1873 

    maggio 
    Elisa (orfanella di Varennes): 
    Era nel 1873 (il 12 maggio). Bernadette in visita a Varennes (orfanotrofio retto dalle suore) era andata fino alla Madonnina del boschetto con una ventina di orfanelle. 
    Era convalescente e stava appena in piedi… 
    Arrivata al termine del breve pellegrinaggio, Bernadette sedette e là, davanti a questo grazioso oratorio, rivolse alle bambine un’esortazione, nello stile conciso che le fu sempre solito: «Bambine, amate tanto la Madonna, e pregatela molto. Vi proteggerà…». Poi invitò il suo giovane uditorio a cantare qualche cosa. Cantarono: «Andrò a vederla un dì…». 

    giugno 
    Jeanne Jardet (cuciniera): 
    Mi ricordo che un anno ebbe una lunga malattia, durante la quale fummo private delle sue visite. Quando ritornò, suor Cécile (Fauron, economa incaricata delle domestiche) si felicitò per la sua guarigione. Bernadette rispose: «Non ne hanno voluto sapere di me lassù…». E lo disse con una tale grazia, che ne avevo le lacrime agli occhi. 

    Suor Eudoxie Chatelain: 
    Una domenica la madre maestra, madre Thérèse Vauzou, ci permise di andare a trovarla, a gruppi di dodici o quindici. Ci ricevette con molta amabilità, come sorelle minori… Ci siamo messe a cerchio attorno al suo letto, e ognuna ha detto qualche cosa. 
    Una di noi, grande e grossa, le chiese se aveva avuto paura nel ricevere l’estrema unzione. «Paura di che cosa?», disse Bernadette. «Di morire io avrei una paura, se vedessi avvicinarsi l’ultimo momento!». «Oh, quel momento non lo conosciamo mai. E quando arriva, il Signore ci dà la forza di affrontarlo». 

    Suor Gonzague Cointe: 
    Ero in infermeria. Una suora le mise sul letto la fotografia di un pellegrinaggio o della Basilica di Lourdes: «Sareste ben contenta, vero, di andare alla grotta di Massabielle?». Tutta sorridente, lei alzò gli occhi al cielo e, malgrado la crisi d’asma che la faceva tanto soffrire, rispose: «No, non ne sento il desiderio. Faccio generosamente il sacrificio di non rivedere più Lourdes. Non ho che un’aspirazione, quella di vedere la Vergine Santa glorificata e amata». 

    Madre Henri Fabre: 
    Poiché il vescovo di Nevers, in partenza per Lourdes, chiedeva a suor Marie-Bernard se desiderasse andarci, rispose: «Ho fatto il sacrificio di Lourdes, vedrò la Vergine in cielo, e sarà molto più bello». 

    1874 

    Luglio 
    Suor Vincent Garros: 
    Un giorno, in sacrestia, volli toccare un purificatoio. Mi fermò dicendomi: «Non puoi ancora farlo». E la vidi prendere il purificatoio con immenso rispetto e rimetterlo nella borsa. Si sarebbe detto che, toccandolo, pregava, tanto lo faceva con rispetto. 

    1875 

    Suor Julie Ramplou: 
    Suor Marie Mespoulhé recitava talvolta il rosario, con le consorelle, durante il lavoro. Suor Marie-Bernard sottolineava l’espressione “poveri peccatori”. Un giorno glielo fecero notare. Rispose: «Oh sì! Dobbiamo pregare molto per i peccatori. Lo ha raccomandato la Madonna». 

    1876 

    prima di giugno 
    Suor Marcelline Durand: 
    Le era penoso rimanere inattiva. Così un giorno disse a una consorella ammalata: «Ve la caverete con tre ventose. Ma io… niente mi farà uscire da qui». E subito alzò gli occhi al cielo e disse: «Dio mio, siate benedetto in ogni cosa. Noi abbiamo ciascuno il nostro mezzo, la nostra strada per venire a voi». 

    giugno 
    Suor Ambroise Fenasse: 
    Al momento dell’incoronazione della statua di Nostra Signora a Lourdes, suor Ursule parlò della grotta a Bernadette: «Sareste contenta di rivederla?». «La mia missione a Lourdes è finita. Che cosa andrei a fare?». «Si sta preparando a Lourdes una festa solenne, ci saranno parecchi vescovi. Non vi farebbe piacere assistervi?». «Oh no! Preferisco mille volte il mio cantuccio in infermeria piuttosto che trovarmi in quella festa, che tuttavia mi è di grande gioia». Parve riflettere un istante, poi soggiunse: «Se potessi trasportarmi in pallone alla grotta e rimanervi qualche minuto a pregare quando non c’è nessuno, ci andrei volentieri; ma dovendo viaggiare come tutti e trovarmi in mezzo alla folla, preferisco rimanere qui». 

    Abate Perreau: 
    Un giorno qualcuno le diceva: «Dovete rimpiangere molto il fatto di non aver visto tutti quegli splendori». «Non sono da compatire, ho visto qualcosa di molto più bello». 

    luglio 
    Abate Perreau: 
    Bernadette mi ha detto personalmente, parlando dei membri della sua famiglia, che stavano raggiungendo una certa agiatezza: «Purché non arricchiscano. Dite loro di non arricchirsi». 

    Suor Claire Salvy: 
    Andavo un giorno in infermeria a portar da bere alle ammalate. Ero triste, con le lacrime agli occhi… Il suo sguardo, che penetrava – credo – fino nel profondo dell’animo, si accorse subito della tristezza impressa sul mio volto. Me ne chiese la causa. Le dissi che, in seguito a una distrazione commessa nel mio lavoro, una buona suora anziana mi aveva ammonito che non sarei mai stata capace di essere religiosa. Sorrise e sembrò chiudere gli occhi, come se non volesse rispondermi o come se volesse raccogliersi, poi, guardandomi: «Dal momento che volete fare la volontà di Dio, sarete suora di Nevers, non datevi pena. Bisognerà però saper sopportare le piccole croci». 


    ***
    Testamento spirituale di Santa Bernadette
    Per l’indigenza di mamma e papà
    per la rovina del mulino, per il vino della stanchezza,
    per le pecore rognose : graziemio Dio!

    Bocca di troppo da sfamare che ero;
    per i bambini accuditi, per le pecore custodite, grazie!

    Grazie o mio Dio, per il Procuratore,
    per il Commissario, per i Gendarmi,
    per le dure parole di Peyremale.

    Per i giorni in cui siete venuta, Vergine Maria,
    per quelli in cui non siete venuta,
    non vi saprò rendere grazie altro che in Paradiso.

    Ma per lo schiaffo ricevuto, per le beffe, per gli oltraggi,
    per coloro che mi hanno presa per pazza,
    per coloro che mi hanno presa per bugiarda,
    per coloro che mi hanno presa per interessata.
    GRAZIE, MADONNA!Per l’ortografia che non ho mai saputa,
    per la memoria che non ho mai avuta,
    per la mia ignoranza e per la mia stupidità, grazie!

    Graziegrazie, perché se ci fosse stata sulla terra
    una bambina più stupida di me, avreste scelto quella!

    Per la mia madre morta lontano,
    per la pena che ebbi quando mio padre,
    invece di tendere le braccia alla sua piccola Bernadette,
    mi chiamò Suor Maria Bernarde:grazie, Gesù!
    Grazie per aver abbeverato di amarezza
    Questo cuore troppo tenero che mi avete dato.

    Per Madre Giuseppina che mi ha proclamata:
    "Buona a nulla".
    GRAZIE!

    Per i sarcasmi della madre Maestra, la sua voce dura,
    le sue ingiustizie, le sue ironie,
    e per il pane della umiliazione,grazie!
    Grazie per essere stata quella cui la Madre Teresa
    Poteva dire :"Non me ne combinate mai abbastanza".

    Grazie per essere stata quella privilegiata
    dai rimproveri, di cui le mie sorelle dicevano:
    "Che fortuna non essere come Bernadette".

    Grazie di essere stata Bernadette,
    minacciata di prigione perché vi avevo vista,
    Vergine Santa!
    Guardata dalla gente come bestia rara;
    quella Bernadette così meschina che a vederla si diceva:
    "Non è che questa?!".

    Per questo corpo miserando che mi avete dato,
    per questa malattia di fuoco e di fumo,
    per le mie carni in putrefazione,
    per le mie ossa cariate, per i miei sudori,
    per la mia febbre, per i miei dolori sordi e acuti,
    GRAZIE MIO DIO!

    Per quest’anima che mi avete data, per il deserto della aridità interiore,
    per la vostra notte e per i vostri baleni,
    per i vostri silenzi e i vostri fulmini;
    per tutto,
    per Voi assente e presente, grazie!Grazie o Gesù!




    "Vorrei che si dicessero anche i difetti dei santi e ciò che hanno fatto per correggersi. Questo servirebbe molto di più che non i loro miracoli e le loro estasi."
    (Così diceva Bernadette riconoscendo la sua testardaggine.)

    Una preghiera che rivela il suo cuore
    O Gesù, datemi, ve ne prego,
    il pane dell'umiltà,
    il pane dell'obbedienza,
    il pane della carità,
    il pane della forza per spezzare la mia volontà e fonderla con la vostra,
    il pane della mortificazione interiore,
    il pane del distacco dalle creature,
    il pane della pazienza per sopportare le pene che il mio cuore soffre,
    il pane della forza per soffrire bene,
    il pane per non vedere che voi solo in tutto e sempre,
    Gesù, Maria, la Croce, io non voglio altri amici che questi.
    O Gesù, voi mi volete crocifissa: fiat