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"Dignare me laudare Te Virgo sacrata. Da mihi virtutem contra hostes tuos". "Corda Iésu et Marìae Sacratìssima: Nos benedìcant et custòdiant".
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“Soberano Señor del Universo y Redentor del mundo, clementísimo Jesús, que por un prodigio inenarrable de tu caridad te has quedado con nosotros en este sacramento hasta el fin de los siglos; aquí venimos a tus pies a proclamarte solemnemente y a la faz del cielo y de la tierra, nuestro único rey y dominador santísimo. A quien consagramos todos nuestros afectos y servicios y a quien ponemos todas nuestras esperanzas.
Tú eres nuestro Dios, y no tendremos otro alguno delante de ti, en tus manos ponemos nuestra suerte y con ella los destinos de nuestra patria. Muchos te hemos ofendido, y como el hijo pródigo hemos disipado en los desórdenes tu herencia, perdónanos que ya volvemos con espíritu contrito a tu casa y a tus brazos. Recíbenos, salvador nuestro, y concédenos que venga a nosotros tu reino eucarístico.
Levanta bien alto tu trono en nuestra República, a fin de que en ella te veas glorificado por singular manera y sea honra nuestra, de distinción inapreciable, el llamarnos la República del Santísimo Sacramento.
Te entregamos cuanto somos y cuanto tenemos cubre nuestra ofrenda con tú mirada paternal y hazla aceptable y valiosa en tú divina presencia.
Otra vez te pedimos nos recibas, que no nos deseches, y que este acto de nuestro amor y de nuestra gratitud sea repetido, cada vez con mayor fervor, de generación en generación, mientras Venezuela exista, para que jamás la apartes de tú Sagrado Corazón. Que así sea para nuestra vida del tiempo y después. Por los siglos de los siglos. Amén”.
BENEDETTO XVI
UDIENZA GENERALE
Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo
Mercoledì, 5 agosto 2009
San Giovanni Maria Vianney, il Santo Curato d’Ars
Cari fratelli e sorelle,
nell’odierna catechesi vorrei ripercorrere brevemente l’esistenza del Santo Curato d’Ars
Giovanni Maria Vianney nacque nel piccolo borgo di Dardilly l’8 maggio del 1786, da una famiglia contadina, povera di beni materiali, ma ricca di umanità e di fede. Battezzato, com’era buon uso all’epoca, lo stesso giorno della nascita, consacrò gli anni della fanciullezza e dell’adolescenza ai lavori nei campi e al pascolo degli animali, tanto che, all’età di diciassette anni, era ancora analfabeta. Conosceva però a memoria le preghiere insegnategli dalla pia madre e si nutriva del senso religioso che si respirava in casa. I biografi narrano che, fin dalla prima giovinezza, egli cercò di conformarsi alla divina volontà anche nelle mansioni più umili. Nutriva in animo il desiderio di divenire sacerdote, ma non gli fu facile assecondarlo. Giunse infatti all’Ordinazione presbiterale dopo non poche traversìe ed incomprensioni, grazie all’aiuto di sapienti sacerdoti, che non si fermarono a considerare i suoi limiti umani, ma seppero guardare oltre, intuendo l’orizzonte di santità che si profilava in quel giovane veramente singolare. Così, il 23 giugno 1815, fu ordinato diacono e, il 13 agosto seguente, sacerdote. Finalmente all’età di 29 anni, dopo molte incertezze, non pochi insuccessi e tante lacrime, poté salire l’altare del Signore e realizzare il sogno della sua vita.
Il Santo Curato d’Ars manifestò sempre un’altissima considerazione del dono ricevuto. Affermava: “Oh! Che cosa grande è il Sacerdozio! Non lo si capirà bene che in Cielo… se lo si comprendesse sulla terra, si morirebbe, non di spavento ma di amore!” (Abbé Monnin, Esprit du Curé d’Ars, p. 113). Inoltre, da fanciullo aveva confidato alla madre: “Se fossi prete, vorrei conquistare molte anime” (Abbé Monnin, Procès de l’ordinaire, p. 1064). E così fu. Nel servizio pastorale, tanto semplice quanto straordinariamente fecondo, questo anonimo parroco di uno sperduto villaggio del sud della Francia riuscì talmente ad immedesimarsi col proprio ministero, da divenire, anche in maniera visibilmente ed universalmente riconoscibile, alter Christus, immagine del Buon Pastore, che, a differenza del mercenario, dà la vita per le proprie pecore (cfr Gv 10,11). Sull’esempio del Buon Pastore, egli ha dato la vita nei decenni del suo servizio sacerdotale. La sua esistenza fu una catechesi vivente, che acquistava un’efficacia particolarissima quando la gente lo vedeva celebrare la Messa, sostare in adorazione davanti al tabernacolo o trascorrere molte ore nel confessionale.
Centro di tutta la sua vita era dunque l’Eucaristia, che celebrava ed adorava con devozione e rispetto. Altra caratteristica fondamentale di questa straordinaria figura sacerdotale era l’assiduo ministero delle confessioni. Riconosceva nella pratica del sacramento della penitenza il logico e naturale compimento dell’apostolato sacerdotale, in obbedienza al mandato di Cristo: “A chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete resteranno non rimessi” (cfr Gv 20,23). San Giovanni Maria Vianney si distinse pertanto come ottimo e instancabile confessore e maestro spirituale.
// Passando “con un solo movimento interiore, dall’altare al confessionale”, dove trascorreva gran parte della giornata, cercava in ogni modo, con la predicazione e con il consiglio persuasivo, di far riscoprire ai parrocchiani il significato e la bellezza della penitenza sacramentale, mostrandola come un’esigenza intima della Presenza eucaristica (cfr Lettera ai sacerdoti per l’Anno Sacerdotale). //
I metodi pastorali di san Giovanni Maria Vianney potrebbero apparire poco adatti alle attuali condizioni sociali e culturali. Come potrebbe infatti imitarlo un sacerdote oggi, in un mondo tanto cambiato? Se è vero che mutano i tempi e molti carismi sono tipici della persona, quindi irripetibili, c’è però uno stile di vita e un anelito di fondo che tutti siamo chiamati a coltivare. A ben vedere, ciò che ha reso santo il Curato d’Ars è stata la sua umile fedeltà alla missione a cui Iddio lo aveva chiamato; è stato il suo costante abbandono, colmo di fiducia, nelle mani della Provvidenza divina. Egli riuscì a toccare il cuore della gente non in forza delle proprie doti umane, né facendo leva esclusivamente su un pur lodevole impegno della volontà; conquistò le anime, anche le più refrattarie, comunicando loro ciò che intimamente viveva, e cioè la sua amicizia con Cristo. Fu “innamorato” di Cristo, e il vero segreto del suo successo pastorale è stato l’amore che nutriva per il Mistero eucaristico annunciato, celebrato e vissuto, che è divenuto amore per il gregge di Cristo, i cristiani e per tutte le persone che cercano Dio. La sua testimonianza ci ricorda, cari fratelli e sorelle, che per ciascun battezzato, e ancor più per il sacerdote, l’Eucaristia “non è semplicemente un evento con due protagonisti, un dialogo tra Dio e me. La Comunione eucaristica tende ad una trasformazione totale della propria vita. Con forza spalanca l’intero io dell’uomo e crea un nuovo noi” (Joseph Ratzinger, La Comunione nella Chiesa, p. 80).
Lungi allora dal ridurre la figura di san Giovanni Maria Vianney a un esempio, sia pure ammirevole, della spiritualità devozionale ottocentesca, è necessario al contrario cogliere la forza profetica che contrassegna la sua personalità umana e sacerdotale di altissima attualità. Nella Francia post-rivoluzionaria che sperimentava una sorta di “dittatura del razionalismo” volta a cancellare la presenza stessa dei sacerdoti e della Chiesa nella società, egli visse, prima - negli anni della giovinezza - un’eroica clandestinità percorrendo chilometri nella notte per partecipare alla Santa Messa. Poi - da sacerdote – si contraddistinse per una singolare e feconda creatività pastorale, atta a mostrare che il razionalismo, allora imperante, era in realtà distante dal soddisfare gli autentici bisogni dell’uomo e quindi, in definitiva, non vivibile.
Cari fratelli e sorelle, a 150 anni dalla morte del Santo Curato d’Ars, le sfide della società odierna non sono meno impegnative, anzi forse, si sono fatte più complesse. Se allora c’era la “dittatura del razionalismo”, all’epoca attuale si registra in molti ambienti una sorta di “dittatura del relativismo”. Entrambe appaiono risposte inadeguate alla giusta domanda dell’uomo di usare a pieno della propria ragione come elemento distintivo e costitutivo della propria identità. Il razionalismo fu inadeguato perché non tenne conto dei limiti umani e pretese di elevare la sola ragione a misura di tutte le cose, trasformandola in una dea; il relativismo contemporaneo mortifica la ragione, perché di fatto arriva ad affermare che l’essere umano non può conoscere nulla con certezza al di là del campo scientifico positivo. Oggi però, come allora, l’uomo “mendicante di significato e compimento” va alla continua ricerca di risposte esaustive alle domande di fondo che non cessa di porsi.
Avevano ben presente questa “sete di verità”, che arde nel cuore di ogni uomo, i Padri del Concilio Ecumenico Vaticano II quando affermarono che spetta ai sacerdoti, “quali educatori della fede”, formare “un’autentica comunità cristiana” capace di aprire “a tutti gli uomini la strada che conduce a Cristo” e di esercitare “una vera azione materna” nei loro confronti, indicando o agevolando a che non crede “il cammino che porta a Cristo e alla sua Chiesa”, e costituendo per chi già crede “stimolo, alimento e sostegno per la lotta spirituale” (cfr Presbyterorum ordinis, 6). L’insegnamento che a questo proposito continua a trasmetterci il Santo Curato d’Ars é che, alla base di tale impegno pastorale, il sacerdote deve porre un’intima unione personale con Cristo, da coltivare e accrescere giorno dopo giorno. Solo se innamorato di Cristo, il sacerdote potrà insegnare a tutti questa unione, questa amicizia intima con il divino Maestro, potrà toccare i cuori della gente ed aprirli all’amore misericordioso del Signore. Solo così, di conseguenza, potrà infondere entusiasmo e vitalità spirituale alle comunità che il Signore gli affida. Preghiamo perché, per intercessione di san Giovanni Maria Vianney, Iddio faccia dono alla sua Chiesa di santi sacerdoti, e perché cresca nei fedeli il desiderio di sostenere e coadiuvare il loro ministero. Affidiamo questa intenzione a Maria, che proprio oggi invochiamo come Madonna della Neve.
Saluti:
Je suis heureux d’accueillir les pèlerins de langue française présents ce matin. Je salue particulièrement les jeunes de la paroisse Sainte-Rose de Lima, du Robert, à La Martinique. Alors que nous célébrons en ces jours le cent-cinquantième anniversaire de la mort de Saint Jean-Marie Vianney, je vous invite à prier pour que son témoignage soit pour les prêtres d’aujourd’hui un enseignement qui les encourage à vivre leur ministère avec foi et générosité. Que par l’intercession du Curé d’Ars le Seigneur donne à son Église de saints prêtres qui trouveront chez les fidèles soutien et collaboration dans leur mission d’annoncer l’Évangile. Que Dieu vous bénisse!
I offer a warm welcome to the English-speaking visitors present at today’s Audience, especially the pilgrimage groups from England, China, Korea and the United States of America. Yesterday the Church celebrated the one hundred and fiftieth anniversary of the death of Saint John Vianney, the Curé of Ars, who is the patron saint of parish priests. In this Year for Priests, let us pray that through his intercession all priests will be renewed in love of the Lord, in the joyful pursuit of holiness and in generous commitment to the spread of the Gospel. Upon you and your families I invoke God’s blessings of joy and peace!
Ganz herzlich begrüße ich die vielen deutschsprachigen Besucher hier in Castel Gandolfo. Besonders heiße ich die Behindertengruppe aus Augsburg und die St.-Georgs-Pfadfinder willkommen. Gestern haben wir des 150. Todestags des heiligen Pfarrers von Ars gedacht. Jean-Marie Vianney hat die Liebe Christi wirklich verkörpert, die er in der Predigt verkündete und in den Sakramenten feierte. Dadurch, daß er wirklich von innen durchdrungen war, vom Licht des Herrn, konnte er viele Menschen zur Umkehr und zur Heiligkeit führen. So beten wir in diesem Jahr für alle Priester, lassen sie unsere Wertschätzung und unsere Unterstützung erfahren und beten darum, daß der Herr auch unseren Zeiten und unseren Landen wieder heilige Priester schenke. Euch allen schenke der Herr die Gnade einer innigen Freundschaft mit Christus, er segne euch und eure Familien.
Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española. En particular, a los grupos de la pastoral juvenil de Toledo, Valencia y Sigüenza-Guadalajara. En este Año Sacerdotal, invito a todos a acompañar a los ministros del Señor con la oración, la solidaridad espiritual y la colaboración, para que sean fieles a su vocación y vivan gozosamente su misión en la Iglesia, siguiendo en todo a Cristo, Buen Pastor, a ejemplo de San Juan María Vianney. Que la Virgen María interceda para que el Pueblo de Dios se enriquezca con santos y abnegados sacerdotes. Muchas gracias.
Amados peregrinos de língua portuguesa, sede bem-vindos! A todos saúdo com grande afeto e alegria, nomeadamente aos grupos que vieram de Palhaça e do Brasil com o desejo de encontrar o Sucessor de Pedro. Com votos de que vossas existências sejam uma catequese vivente como foi a vida do santo Cura d'Ars, desça sobre vós, vossas famílias e comunidades a minha Bênção.
Saluto in lingua ceca:
Srdečně zdravím poutníky z farnosti Jalubí! Drazí, přeji vám všem, aby letní dovolené a prázdniny přispěly nejen ke zdraví těla, ale i duše. K tomu vám rád žehnám! Chvála Kristu!
Traduzione italiana:
Un cordiale benvenuto ai pellegrini della Parrocchia di Jalubí. Carissimi, auguro a voi tutti che le ferie estive giovino non solo alla salute del corpo, ma anche a quella dell'anima. Con questi voti volentieri vi benedico. Sia lodato Gesù Cristo!
Saluto in lingua polacca:
Serdecznie witam uczestniczących w tej audiencji Polaków. Wczoraj obchodziliśmy wspomnienie świętego Jana Marii Vianneya, patrona kapłanów. Za jego wstawiennictwem, prośmy Boga, w Roku Kapłańskim, o dar świętości ich życia i posługi. Niech będą dla wszystkich posłańcami nadziei, pojednania i pokoju. Niech będzie pochwalony Jezus Chrystus.
Traduzione italiana:
Saluto cordialmente i Polacchi presenti a quest’Udienza. Ieri, abbiamo celebrato la memoria di san Giovanni Maria Vianney, patrono dei sacerdoti. Per sua intercessione, chiediamo a Dio, in quest’anno sacerdotale, il dono della santità della loro vita e del loro ministero. Siano per tutti messaggeri di speranza, di riconciliazione e di pace. Sia lodato Gesù Cristo.
Saluto in lingua ungherese:
Isten hozta a magyar zarándokokat! Szeretettel köszöntelek Benneteket! Apostoli áldásom kísérjen minden utatokon. Dicsértessék a Jézus Krisztus!
Traduzione italiana:
Rivolgo ora il mio cordiale saluto ai pellegrini di lingua ungherese. La Benedizione Apostolica vi accompagni sulle vostre vie. Sia lodato Gesù Cristo!
* * *
Saluto i pellegrini di lingua italiana, in particolare i Figli e le Ancelle dell’Amore Misericordioso, le Suore di Santa Marta e le Suore della Misericordia. Per tutti assicuro la mia preghiera, perché, sostenuti dalla Grazia divina ciascuno possa impegnarsi con rinnovato slancio apostolico nell'opera della nuova evangelizzazione.
Il mio pensiero si dirige, inoltre, ai malati, agli sposi novelli e ai giovani, in particolare ai partecipanti al “5° Meeting Internazionale dei Giovani verso Assisi”. Oggi, memoria liturgica della Dedicazione della Basilica di Santa Maria Maggiore, la liturgia ci invita a volgere lo sguardo a Maria, Madre di Cristo. Guardate sempre a Lei, cari giovani, imitandola nel seguire fedelmente la volontà divina; ricorrete a Lei con fiducia, cari ammalati, per sperimentare nel momento della prova l'efficacia della sua protezione; affidate a Lei, cari sposi novelli, la vostra famiglia, perché sia sempre sorretta dalla sua materna intercessione.
AMDG et DVM
TESTAMENTO SPIRITUALE DI SAN GERARDO
Liberamente tratto dagli scritti spirituali del santo
Io, Gerardo Maiella del SS.mo Redentore, mi obbligo in vita e dopo la morte a pregare efficacemente il Signore perché tutti possiamo vederci in Paradiso a godere Dio per tutta l’eternità.
Io vi consiglio di eleggere lo Spirito Santo come unico consolatore e protettore della vostra vita cristiana.
L’Immacolata Vergine Maria sia l’unica vostra gioia e la vostra avvocata presso Dio. Ed ora accogliete nel vostro cuore quanto vi scrivo: Non abbiate paura di farvi santi. Dio vi offre ogni giorno un’occasione favorevole.
Per farvi santi è necessario avere Dio presente in tutto ciò che dite e fate, ed essere sempre uniti con Lui. Molti si preoccupano di fare molte cose. Seguite il mio esempio: io ho cercato di fare solo la volontà di Dio. Ho camminato sotto l’acqua e sotto vento!
Grande cosa è la volontà di Dio!
Tesoro nascosto e senza prezzo; essa vale quanto vale Dio. Amate assai Dio. Fate tutto per Dio. Amate tutto e tutti in Dio. Soffrite per amore e per Dio. L’unico vostro padrone sia Gesù Cristo: servitelo per amore ed obbedite a Lui sempre. Egli vi premierà abbondantemente. Fede ci vuole per amare Dio. Chi manca di fede, manca a Dio.
Risolvetevi a vivere ed a morire impastati di fede. Solo Dio può darvi la pace. Quando mai il mondo ha saziato il cuore umano? Vi posso assicurare che Dio vuol bene a tutti voi perché egli sa quanto io vi stimo. Con tutte le forze io vi invito a correre nell’immensità del nostro caro Dio.
Vi benedico. Arrivederci in Paradiso.
Fonte: http://www.sangerardo.eu/
Santo Stefano Protomartire
I corpi dei santi Stefano Protomartire, Gamaliele, Nicodemo e Abibone rimasti nascosti per molto tempo in luogo oscuro e sordido, furono ritrovati presso Gerusalemme dal prete Luciano dietro divina rivelazione sotto l'imperatore Onorio. Gamaliele apparsogli in sogno sotto figura d'un vecchio grave e maestoso, gli mostrò il luogo ove giacevano i corpi, e gli ordinò di andare da Giovanni, vescovo di Gerusalemme, a trattare con lui perché quelle spoglie avessero una sepoltura onorevole.
℣. E tu, o Signore, abbi pietà di noi.