"Dignare me laudare Te Virgo sacrata. Da mihi virtutem contra hostes tuos". "Corda Iésu et Marìae Sacratìssima: Nos benedìcant et custòdiant".
domenica 5 febbraio 2023
IL PROFETA
J. Ratzinger spiega cosa sono le profezie cattoliche e i veri profeti
Intervista concessa dal cardinale Joseph Ratzinger a Niels Christian Hvidt nel marzo 1998, nella quale il Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede affronta e spiega le questioni sollevate dalla profezia cristiana spiegando che “il profeta non è uno che predice l'avvenire (…) il profeta è colui che dice la verità perché è in … Leggi tutto
Verranno giorni, e anzi sono già venuti…
Verranno giorni, e anzi sono già venuti…
di Giacomo Biffi
L’Anticristo era – dice Solovev – “un convinto spiritualista”. Credeva nel bene e perfino in Dio. Era un asceta, uno studioso, un filantropo. Dava “altissime dimostrazioni di moderazione, di disinteresse e di attiva beneficenza”.
Nella sua prima giovinezza si era segnalato come dotto e acuto esegeta: una sua voluminosa opera di critica biblica gli aveva propiziato una laurea ad honorem da parte dell’università di Tubinga.
Ma il libro che gli aveva procurato fama e consenso universali porta il titolo: “La via aperta verso la pace e la prosperità universale”, dove “si uniscono il nobile rispetto per le tradizioni e i simboli antichi con un vasto e audace radicalismo di esigenze e direttive sociali e politiche, una sconfinata libertà di pensiero con la più profonda comprensione di tutto ciò che è mistico, l’assoluto individualismo con un’ardente dedizione al bene comune, il più elevato idealismo in fatto di principi direttivi con la precisione completa e la vitalità delle soluzioni pratiche”.
È vero che alcuni uomini di fede si domandavano perché non vi fosse nominato nemmeno una volta il nome di Cristo; ma altri ribattevano: “Dal momento che il contenuto del libro è permeato dal vero spirito cristiano, dall’amore attivo e dalla benevolenza universale, che volete di più?”. D’altronde egli “non aveva per Cristo un’ostilità di principio”. Anzi ne apprezzava la retta intenzione e l’altissimo insegnamento.
Tre cose di Gesù, però, gli riuscivano inaccettabili.
Prima di tutto le sue preoccupazioni morali. “Il Cristo – affermava – col suo moralismo ha diviso gli uomini secondo il bene e il male, mentre io li unirò coi benefici che sono ugualmente necessari ai buoni e ai cattivi”.
Poi non gli andava “la sua assoluta unicità”. Egli è uno dei tanti; o meglio – diceva – è stato il mio precursore, perché il salvatore perfetto e definitivo sono io, che ho purificato il suo messaggio da ciò che è inaccettabile all’uomo d’oggi.
Infine, e soprattutto, non poteva sopportare il fatto che Cristo sia vivo, tanto che istericamente ripeteva: “Lui non è tra i vivi e non lo sarà mai. Non è risorto, non è risorto, non è risorto. È marcito, è marcito nel sepolcro…”.
Ma dove l’esposizione di Solovev si dimostra particolarmente originale e sorprendente – e merita la più approfondita riflessione – è nell’attribuzione all’Anticristo delle qualifiche di pacifista, di ecologista, di ecumenista. […]
In questa descrizione dell’Anticristo Solovev ha avuto presente qualche bersaglio concreto? È innegabile che alluda soprattutto al “nuovo cristianesimo” di cui in quegli anni si faceva efficace banditore Lev Tolstoj. […]
Nel suo “Vangelo” Tolstoj riduce tutto il cristianesimo alle cinque regole di comportamento che egli desume dal Discorso della Montagna:
- Non solo non devi uccidere, ma non devi neanche adirarti contro il tuo fratello.
- Non devi cedere alla sensualità, al punto che non devi desiderare neanche la tua propria moglie.
- Non devi mai vincolarti con giuramento.
- Non devi resistere al male, ma devi applicare fino in fondo e in ogni caso il principio della non-violenza.
- Ama, aiuta, servi il tuo nemico.
Questi precetti, secondo Tolstoj, vengono bensì da Cristo, ma per essere validi non hanno affatto bisogno dell’esistenza attuale del Figlio del Dio vivente. […]
Certo Solovev non identifica materialmente il grande romanziere con la figura dell’Anticristo. Ma ha intuito con straordinaria chiaroveggenza che proprio il tolstojsmo sarebbe diventato lungo il secolo XX il veicolo dello svuotamento sostanziale del messaggio evangelico, sotto la formale esaltazione di un’etica e di un amore per l’umanità che si presentano come “valori” cristiani. […]
Verranno giorni, ci dice Solovev – e anzi sono già venuti, diciamo noi – quando nella cristianità si tenderà a dissolvere il fatto salvifico, che non può essere accolto se non nell’atto difficile, coraggioso, concreto e razionale della fede, in una serie di “valori” facilmente smerciabili sui mercati mondani.
Da questo pericolo – ci avvisa il più grande dei filosofi russi – noi dobbiamo guardarci. Anche se un cristianesimo tolstojano ci rendesse infinitamente più accettabili nei salotti, nelle aggregazioni sociali e politiche, nelle trasmissioni televisive, non possiamo e non dobbiamo rinunciare al cristianesimo di Gesù Cristo, il cristianesimo che ha al suo centro lo scandalo della croce e la realtà sconvolgente della risurrezione del Signore.
Gesù Cristo, il Figlio di Dio crocifisso e risorto, unico salvatore dell’uomo, non è traducibile in una serie di buoni progetti e di buone ispirazioni, omologabili con la mentalità mondana dominante. Gesù Cristo è una “pietra”, come egli ha detto di sé. Su questa “pietra” o si costruisce (affidandosi) o ci si va a inzuccare (contrapponendosi): “Chi cadrà su questa pietra sarà sfracellato; e qualora essa cada su qualcuno, lo stritolerà” (Mt 21, 44). […]
È stato dunque, quello di Solovev, un magistero profetico e al tempo stesso un magistero largamente inascoltato. Noi però vogliamo riproporlo, nella speranza che la cristianità finalmente si senta interpellata e vi presti un po’ di attenzione.
[…]
Il nuovo libro del cardinale Giacomo Biffi da cui è tratto il passo sull’Anticristo: Giacomo Biffi, “Pinocchio, Peppone, l’Anticristo e altre divagazioni”, > Cantagalli, Siena, 2005, pp. 256, euro 14,90.
sabato 4 febbraio 2023
SENZA PAROLE: Sangue e Lacrime!!!
QUADERNETTI CAPITOLO 795
9 ottobre 1953
«Sì, è vero. La mia immagine si è inumidita del mio pianto, qui, in camera tua, ieri sera. E avrei voluto poter piangere di gioia, per te, per l'opera, per le anime. Invece! Ho pianto di dolore! Dolore, perché proprio mentre sta per iniziare l'Anno Mariano, anno in cui più necessaria che mai sarebbe stata la pubblicazione dell'Opera che mi avrebbe fatta conoscere come nessun'opera scritta su Me neppure dai più valenti mariologhi, vivi o defunti, fece mai, e col farmi conoscere, così esattamente e conformemente alla verità storica della mia vita, alla verità evangelica e teologica, avrebbe portato a Dio, a mezzo mio, infinite anime, vedo più che mai che l'Opera, per molti motivi: d'interesse, di invidia, di superbia, d'ingiustizia, non uscirà in tempo.
Soffro per te, per tutte le anime che, non avendo l'opera, non avranno salvezza in quest'Anno Mariano, e anche per Me e per il Figlio mio che, dall'alto dei Cieli, e nella luce di Dio, vediamo tutta l'enormità di questa mala azione universale, privando il mondo di luce, salvezza spirituale, privando noi di veder compiuta la Volontà nostra, per il bene delle anime. Privando infine te di quanto sarebbe tuo pieno, santo diritto di avere: il mezzo potente di salvare, in questo tempo tragico, pieno di eresie, persecuzioni, delitti, tante anime. Il tuo unico santo desiderio sin dai tuoi più teneri anni, il tuo perfetto amore per esse, per cui ti offristi "vittima" perché essi avessero conversione, redenzione, e infine gloria eterna.
Questo impedire che Io e il Figlio da me nato si sia conosciuti in tutta la nostra perfezione, è per Me e per Gesù un dolore che fa piangere a Me pianto amarissimo e a Lui lacrime di Sangue. L'ora della Passione e del Calvario, per l'odio ingiusto della folla, per l'avidità del traditore, per l'uccisione dell'Agnello di vera Redenzione, si ripete in pieno, e questo mi affligge quanto, e più ancora, mi afflisse il tradimento di Giuda, la fuga degli Apostoli, il Processo, le torture, la morte del Figlio mio».
AVE MARIA!
SIMBOLO NICENO-COSTANTINOPOLITANO
Credo in unum Deum, |
Credo in un solo Dio, |
|
Et in unum Dóminum Iesum
Christum, |
Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, |
|
Deum de Deo, |
Dio da Dio, |
|
lumen de lumine, |
Luce da Luce, |
|
Qui propter nos homines |
Per noi uomini |
|
Crucifixus etiam pro nobis
sub Pontio Pilato; |
Fu crocifisso per noi sotto
Ponzio Pilato, |
|
Et resurrexit tértia die, |
Il terzo giorno è
risuscitato, |
|
et ascendit in caelum, |
è salito al cielo, |
|
Et iterum venturus est cum gloria, |
E di nuovo verrà, nella gloria, |
|
Et in Spíritum Sanctum, |
Credo nello Spirito Santo, |
|
Et unam, sanctam, catholicam
et apostolicam Ecclesiam. |
Credo la Chiesa una, santa, cattolica e apostolica. |
|
Confiteor unum baptisma in remissionem peccatorum. |
Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. |
|
Et exspecto resurrectionem
mortuorum, |
Aspetto la risurrezione dei morti |
|
et vitam venturi saeculi.
Amen. |
e la vita del mondo che
verrà. Amen. |
|
Credo in un solo
Dio, |
||
Credo in un solo
Signore, Gesù Cristo, |
||
Dio da Dio, |
||
Luce da Luce, |
||
Per noi uomini |
||
Fu crocifisso per noi sotto Ponzio
Pilato, |
||
Il terzo giorno è risuscitato, |
||
è salito al cielo, |
||
E di nuovo verrà, nella
gloria, |
||
Credo nello Spirito
Santo, |
||
Credo la Chiesa una,
santa, cattolica e apostolica. |
||
Professo un solo
battesimo per il perdono dei peccati. |
||
Aspetto la
risurrezione dei morti |
||
e la vita del mondo che verrà. Amen. |
325/381