L'ANGELO DEL GIORNO
|
"Dignare me laudare Te Virgo sacrata. Da mihi virtutem contra hostes tuos". "Corda Iésu et Marìae Sacratìssima: Nos benedìcant et custòdiant".
L'ANGELO DEL GIORNO
|
Incomincia la vita
del beato Francesco
CAPITOLO I
Condotta di Francesco da secolare
1027 1. Vi fu, nella città di Assisi, un uomo di nome Francesco, la cui memoria è in benedizione,
perché Dio, nella Sua bontà, lo prevenne con benedizioni straordinarie e lo sottrasse, nella sua
clemenza, ai pericoli della vita presente e, nella sua generosità, lo colmò con i doni della
grazia celeste .
Nell'età giovanile, crebbe tra le vanità dei vani figli degli uomini.
Dopo un'istruzione sommaria, venne destinato alla lucrosa attività del commercio.
Assistito e protetto dall'alto, benché vivesse tra giovani lascivi e fosse incline ai piaceri,
non seguì gli istinti sfrenati dei sensi e, benché vivesse tra avari mercanti e fosse intento ai
guadagni, non ripose la sua speranza nel denaro e nei tesori.
1028 Dio, infatti, aveva infuso nell'animo del giovane Francesco un sentimento di generosa
compassione, che, crescendo con lui dall'infanzia, gli aveva riempito il cuore di bontà, tanto che
già allora, ascoltatore non sordo del Vangelo, si propose di dare a chiunque gli chiedesse,
soprattutto se chiedeva per amore di Dio.
Una volta, tutto indaffarato nel negozio, mandò via a mani vuote contro le sue
abitudini, un povero che gli chiedeva l'elemosina per amor di Dio. Ma subito, rientrato in se
stesso, gli corse dietro, gli diede una generosa elemosina e promise al Signore Iddio che,
d'allora in poi, quando ne aveva la possibilità, non avrebbe mai detto di no a chi gli avesse
chiesto per amor di Dio.
E osservò questo proposito fino alla morte, con pietà instancabile, meritandosi di
crescere abbondantemente nelI'amore di Dio e nella grazia.
Diceva, infatti, più tardi, quando si era ormai perfettamente rivestito dei sentimenti di
Cristo, che, già quando viveva da secolare, difficilmente riusciva a sentir nominare l'amore di
Dio, senza provare un intimo turbamento.
1029 La dolce mansuetudine unita alla raffinatezza dei costumi; la pazienza e l'affabilità più
che umane, la larghezza nel donare, superiore alle sue disponibilità che si vedevano fiorire in
quell'adolescente come indizi sicuri di un'indole buona, sembravano far presagire che la
benedizione divina si sarebbe riversata su di lui ancora più copiosamente nell'avvenire.
Un uomo di Assisi, molto semplice, certo per ispirazione divina, ogni volta che
incontrava Francesco per le strade della città, si toglieva il mantello e lo stendeva ai suoi piedi,
proclamando che Francesco era degno di ogni venerazione, perché di lì a poco avrebbe
compiuto grandi cose, per cui sarebbe stato onorato e glorificato da tutti i cristiani .
1030 2. Ma Francesco non conosceva ancora i piani di Dio sopra di lui: impegnato, per
volontà del padre nelle attività esteriori e trascinato verso il basso dalla nostra natura corrotta
fin dall'origine, non aveva ancora imparato a contemplare le realtà celesti né aveva fatto
l'abitudine a gustare le realtà divine.
E siccome lo spavento fa comprendere la lezione, venne sopra di lui la mano del Signore e
l'intervento della destra dell'Eccelso colpì il suo corpo con una lunga infermità, per rendere la
sua anima adatta a recepire l'illuminazione dello Spirito Santo.
Quand'ebbe riacquistate le forze fisiche, si procurò, com'era sua abitudine, vestiti
decorosi. Una volta incontrò un cavaliere, nobile ma povero e mal vestito e, commiserando
con affettuosa pietà la sua miseria, subito si spogliò e fece indossare i suoi vestiti all'altro.
Così, con un solo gesto, compì un duplice atto di pietà, poiché nascose la vergogna di un
nobile cavaliere e alleviò la miseria di un povero.
1031 3. La notte successiva mentre dormiva, la Bontà di Dio gli fece vedere un palazzo
grande e bello, pieno di armi contrassegnate con la croce di Cristo, per dimostrargli in forma
visiva come la misericordia da lui usata verso il cavaliere povero, per amore del sommo Re,
stava per essere ricambiata con una ricompensa impareggiabile.
Egli domandò a chi appartenessero quelle armi e una voce dal cielo gli assicurò che
erano tutte sue e dei suoi cavalieri.
Quando si destò, al mattino, credette di capire che quella insolita visione fosse per lui
un presagio di gloria. Difatti egli non sapeva ancora intuire la verità delle cose invisibili,
attraverso le apparenze visibili. Perciò, ignorando ancora i piani divini, decise di recarsi in
Puglia, al servizio di un nobile conte, con la speranza di acquistare in questo modo quel titolo
di cavaliere, che la visione gli aveva indicato.
1032 Di lì a poco si mise in viaggio; ma, appena giunto nella città più vicina, udì nella notte
il Signore, che in tono familiare gli diceva: “ Francesco, chi ti può giovare di più: il signore o il
servo, il ricco o il poverello? ”. “ Il signore e il ricco ”, rispose Francesco. E subito la voce
incalzò: “ E allora perché lasci il Signore per il servo; Dio così ricco, per l'uomo, così povero?
”.
Francesco, allora: “ Signore, che vuoi che io faccia? ”. “ Ritorna nella tua terra -rispose il
Signore - perché la visione, che tu hai avuto, raffigura una missione spirituale, che si deve
compiere in te, non per disposizione umana, ma per disposizione divina ”.
Venuto il mattino, egli ritorna in fretta alla volta di Assisi, lieto e sicuro. Divenuto ormai
modello di obbedienza, restava in attesa della volontà di Dio.
1033 4. Da allora, sottraendosi al chiasso del traffico e della gente, supplicava devotamente la
clemenza divina, che si degnasse mostrargli quanto doveva fare.
Intanto la pratica assidua della preghiera sviluppava sempre più forte in lui la fiamma
dei desideri celesti e l'amore della patria celeste gli faceva disprezzare come un nulla tutte le
cose terrene.
Sentiva di avere scoperto il tesoro nascosto e, da mercante saggio, si industriava di
comprare la perla preziosa, che aveva trovato, a prezzo di tutti i suoi beni.
Non sapeva ancora, però, in che modo realizzare ciò: un suggerimento interiore gli
faceva intendere soltanto che il commercio spirituale deve iniziare dal disprezzo del mondo e
che la milizia di Cristo deve iniziare dalla vittoria su se stessi.
1034 5. Un giorno, mentre andava a cavallo per la pianura che si stende ai piedi di Assisi, si
imbatté in un lebbroso. Quell'incontro inaspettato lo riempì di orrore. Ma, ripensando al
proposito di perfezione, già concepito nella sua mente, e riflettendo che, se voleva diventare
cavaliere di Cristo, doveva prima di tutto vincere se stesso, scese da cavallo e corse ad
abbracciare il lebbroso e, mentre questi stendeva la mano come per ricevere l'elemosina, gli
porse del denaro e lo baciò.
Subito risalì a cavallo; ma, per quanto si volgesse a guardare da ogni parte e sebbene
la campagna si stendesse libera tutt'intorno, non vide più in alcun modo quel lebbroso.
Perciò, colmo di meraviglia e di gioia, incominciò a cantare devotamente le lodi del
Signore, proponendosi, da allora in poi, di elevarsi a cose sempre maggiori.
Cercava luoghi solitari, amici al pianto; là, abbandonandosi a lunghe e insistenti preghiere,
fra gemiti inenarrabili, meritò di essere esaudito dal Signore.
1035 Mentre, un giorno, pregava, così isolato dal mondo, ed era tutto assorto in Dio,
nell'eccesso del suo fervore, gli apparve Cristo Gesù, come uno confitto in croce,
Al vederlo, si sentì sciogliere l'anima. Il ricordo della passione di Cristo si impresse
così vivamente nelle più intime viscere del suo cuore, che, da quel momento, quando gli
veniva alla mente la crocifissione di Cristo, a stento poteva trattenersi, anche esteriormente,
dalle lacrime e dai sospiri, come egli stesso riferì in confidenza più tardi, quando si stava
avvicinando alla morte. L'uomo di Dio comprese che, per mezzo di questa visione, Dio
rivolgeva a lui quella massima del Vangelo: Se vuoi venire dietro a me, rinnega te stesso, prendi la
tua croce e seguimi.
1036 6. Da allora si rivestì dello spirito di povertà, d'un intimo sentimento d'umiltà e di pietà
profonda. Mentre prima aborriva non solo la compagnia dei lebbrosi, ma perfino il vederli da
lontano, ora, a causa di Cristo crocifisso, che, secondo le parole del profeta, ha assunto
l'aspetto spregevole di un lebbroso, li serviva con umiltà e gentilezza, nell'intento di
raggiungere il pieno disprezzo di se stesso.
Visitava spesso le case dei lebbrosi; elargiva loro generosamente l'elemosina e con
grande compassione ed affetto baciava loro le mani e il volto.
Anche per i poveri mendicanti bramava spendere non solo i suoi beni, ma perfino se
stesso. Talvolta, per loro, si spogliava dei suoi vestiti, talvolta li faceva e pezzi, quando non
aveva altro da donare.
Soccorreva pure, con reverenza e pietà, i sacerdoti poveri, provvedendo specialmente
alla suppellettile dell'altare, per diventare, così, partecipe del culto divino, mentre sopperiva
al bisogno dei ministri del culto.
1037 Durante questo periodo, egli si recò a visitare, con religiosa devozione, la tomba
dell'apostolo Pietro. Fu in questa circostanza che, vedendo la grande moltitudine dei
mendicanti davanti alle porte di quella chiesa, spinto da una soave compassione, e, insieme,
allettato dall'amore per la povertà, donò le sue vesti al più bisognoso di loro e, ricoperto degli
stracci di costui, passò tutta la giornata in mezzo ai poveri, con insolita gioia di spirito.
Voleva, così, disprezzare la gloria del mondo e raggiungere gradualmente la vetta
della perfezione evangelica. Si applicava con maggior intensità alla mortificazione dei sensi,
in modo da portare attorno, anche esteriormente, nel proprio corpo, la croce di Cristo che
portava nel cuore.
Tutte queste cose faceva Francesco, uomo di l)io, quando, nell'abito e nella convivenza
quotidiana, non si era ancora segregato dal mondo.
*
* https://biflow.hypotheses.org/257
* https://ilpoverellodassisi.jimdofree.com/la-nascita-di-san-francesco-d-assisi/
*** https://ilpoverellodassisi.jimdofree.com/
SALVE SANCTE PATER
PATRIAE LUX
Ieri era una "fissazione" complottista, oggi è una "verità"? La "grande sostituzione" viene considerata "complottismo" da quelli che non vogliono sentire parlare d'immigrazione. Ma ora la copertura mediatica di un vasto studio di France Strategy sulla "segregazione residenziale in Francia" infrange questo tabù, mostrando la crescita galoppante della popolazione di origine extraeuropea sul territorio nazionale francese.
Niente di più ufficiale di France Strategy: istituzione legata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, che «ha l'obiettivo di contribuire alla determinazione dei principali orientamenti per il futuro della Nazione e degli obiettivi di medio e lungo termine del suo sviluppo economico, sociale, culturale e ambientale, nonché alla preparazione delle riforme», come si legge sul suo profilo Wikipedia. France Strategy fornisce dati, oltre al Primo Ministro, ad una moltitudine di Consigli statali di analisi e orientamento (Consiglio di analisi economica, Consiglio di orientamento per l'occupazione, pensioni, Consiglio superiore per il clima, ecc.).
Questo studio, pubblicato nel 2020, è una mappatura redatta su 55 "unità urbane" francesi con più di 100.000 abitanti. Questa cartografia è una dimostrazione lampante del vertiginoso spostamento demografico che si è verificato nell'ultimo mezzo secolo (1968-2017) in molte città e "aree urbane", e non solo in Senna- Saint-Denis, ma nel 18° distretto di Parigi... come a Rennes o Limoges. Le popolazioni di origine immigrata hanno massicciamente sostituito i "nativi francesi".
ESEMPI DELLA DRAMMATICA SITUAZIONE
Ecco alcuni esempi, identificati da Causeur. Nel 2017, i bambini immigrati o nati da genitori immigrati non europei erano la maggioranza nella fascia di età 0-18 in oltre della metà dei comuni di Seine-Saint-Denis. A causa dei trasferimenti dei francesi "autoctoni" e dell'alto tasso di natalità delle popolazioni immigrate, la percentuale di figli di immigrati non europei è esplosa. Nel comune di Courneuve, questa percentuale è aumentata del 60% tra il 1990 e il 2017. A Pierrefitte-sur-Seine, nello stesso periodo, la percentuale di figli di immigrati non europei è più che raddoppiata fino a raggiungere il 102%. Non si tratta di un fenomeno circoscritto a Seine Saint-Denis: in alcuni distretti di Parigi, questi figli di immigrati rappresentano fino alla metà della popolazione nella fascia 0-18 anni: «50% nel XIX° distretto, 43% nel XVIII° distretto, 42 % nel 20 ° distretto, 41% nel 13° distretto"... una percentuale elevata anche in alcuni quartieri: a Clignancourt / Porte de Saint-Ouen (nel 18° distretto): il 72% dei giovani 0-18 anni proviene da genitori immigrati non europei».
Come si può vedere sul sito di France Strategy , lo stesso fenomeno "dinamico" può essere osservato su tutto il territorio nazionale. A Rennes, «i figli di genitori immigrati extraeuropei rappresentano ormai quasi un quarto (22,8%) dei giovani tra 0-18 anni. Tra il 1990 e il 2017, la percentuale di figli di genitori non europei è triplicata, passando dal 7,7% al 22,8%, con picchi esasperanti in alcuni quartieri (+ 355% a Villejean-Beauregard). A Limoges, una tranquilla cittadina di provincia che si potrebbe credere lontana dai flussi migratori, la percentuale di figli di immigrati è aumentata del 170% in meno di trent'anni. Oggi, (ci si riferisce al 2017) i figli di genitori immigrati non europei rappresentano in media più di un quarto (27,5%) dei giovani tra 0-18 anni e la percentuale sale fino al 61% in alcuni quartieri».
PER RIFLETTERE
Tre osservazioni conclusive.
1) In primo luogo, queste statistiche riportate sopra non vanno oltre il 2017 e le percentuali che indicano sono aumentate negli ultimi 4 anni, a causa della continuazione dell'immigrazione (legale, 469.000 persone per il solo anno 2019, e illegale) e delle differenze di natalità tra "nativo" francese e background immigrato (2,73 figli in media per una donna immigrata, contro 1,9 per i nativi). Conseguenza: «Nel 2018, quasi un terzo dei bambini nati in Francia (31,4%) ha almeno un genitore nato all'estero».
2) In secondo luogo, Causeur richiama l'attenzione sul fatto che questi calcoli non includono la "terza generazione", quella dei bambini nati da nonni immigrati extraeuropei... di cui sappiamo che l'integrazione e a maggior ragione l'assimilazione costituiscono un grave problema per l'intera nazione. Inoltre non includono, o solo molto parzialmente, gli immigrati clandestini...
3) Infine, tutto ciò sostiene l'urgente legalizzazione di uno strumento indispensabile per la demografia, le statistiche etniche "reali" praticate senza creare alcuno scandalo nel Regno Unito o negli Stati Uniti.
Nota di BastaBugie: Lorenza Formicola nell'articolo seguente dal titolo "Polizia in piazza: Noi vittime di violenza e islamismo" parla delle forze dell'ordine francesi che a maggio scesero in piazza per denunciare di essere vittime di violenza e islamismo ormai impossibili da gestire.
Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 24-05-2021:
La polizia in piazza a Parigi. A Palais Bourbon, mercoledì, si sono riuniti in oltre 35 mila. Niente di simile è mai stato organizzato, una mobilitazione da record che ha visto schierati uomini e donne in divisa non per più fondi, ma per chiedere protezione da quello Stato che essi stessi rappresentano.
Minori non accompagnati che hanno innescato un'escalation di violenza; separatismo islamico; terrorismo; bande di immigrati dedite al narcotraffico; disordini e impunità per tutti. Le forze dell'ordine francesi sono ostaggio di un clima senza precedenti, e dinanzi al quale si sentono impotenti oltre che vittime. È il rischio guerra civile che lamentano.
Lungo il Quai d'Orsay, alla polizia si sono aggiunti anche i concittadini e una schiera di deputati con tanto di fascia tricolore. Mercoledì, alla manifestazione, c'era anche il ministro dell'Interno, Darmanin. Avalla la posizione delle forze dell'ordine contro il suo governo? È estraneo al potere del suo ufficio o ha solo tentato di sminuire la controversia? Non si sa, ma opposizione, polizia e opinione pubblica non l'hanno presa bene. La sua presenza è sembrata quasi un ammissione d'impotenza.
Ma la polizia non vuole arrendersi alla nuova Francia. La manifestazione è iniziata in silenzio. È un agente a spezzarlo annunciando che sul maxi schermo sarebbero stati proiettati i filmati di quel che la polizia è costretta a subire ogni giorno. E così le auto di servizio ribaltate e date in fiamme, il separatismo islamico e i territori della République ostaggio di immigrati e inaccessibili ai francesi, le bande di minori non accompagnati, il terrorismo islamico, tutto quello che vi abbiamo raccontato in questi mesi, viene riproposto in mondovisione, come un film. Ma è tutto vero.
La polizia è il bersaglio della nuova popolazione islamica di Francia. E gli organizzatori della manifestazione portano sul palco proprio il bersaglio e il loro simbolo insanguinato. Già nel giugno 2019 un rapporto parlamentare lanciava l'allarme sull'infiltrazione islamica in ogni ambito della società pubblica francese. Persino nella polizia. Il caso Mickaël Harpon - il poliziotto radicalizzato che accoltellò i colleghi in nome di Allah - fu il primo sintomo di metastasi.
La manifestazione è stata organizzata per puntare il dito soprattutto contro la magistratura e le sue condanne a singhiozzo, la psichiatria invece del carcere, i rilasci lampo, i limiti imposti negli interventi. Oltre alle continue condanne di cui toghe e media investono le divise blu anche dopo le bombe molotov di cui sono vittime quotidianamente ormai. E non più in alcuni quartieri, ma in tutto il Paese.
Simon Babre, a capo della DRCPN - Direzione delle risorse e delle competenze della polizia nazionale - ha denunciato che in un anno le sue squadre hanno contato 7 morti - l'ultimo è Eric Masson, ucciso in un'operazione antidroga - e 5500 feriti, di cui 4800 a causa di aggressioni. Per Babre c'è una palese banalizzazione della violenza contro l'istituzione e chi la rappresenta, e il limite è ormai stato superato.
Il premier Castex, in tutta risposta, per calmare gli animi ha promesso un finanziamento di 10 milioni per la messa in sicurezza dei commissariati. Ma non è questo che le divise blu chiedono. Il patto tra società e cittadini è stato stracciato dai nuovi inquilini di Francia. E ridurre questo sviluppo al solo traffico di droga è come la psichiatria per i terroristi islamici: una nuova forma di negazione della realtà. Come ha sottolineato anche Jean-Eric Schoetti, ex consigliere di Stato.
Jean-Luc Mélenchon, candidato all'Eliseo nel 2017 e fondatore del Partito di sinistra ha voluto condannare sia la polizia sia chi si è permesso di autorizzare una simile manifestazione. Evidentemente non s'è reso conto di quel che sta accadendo in Francia, né ha letto quel che hanno denunciato le due lettere aperte delle forze dell'ordine, all'indirizzo dell'Eliseo. In meno di due settimane i responsabili della sicurezza nazionale hanno chiesto, con toni gravi e accusatori, che il presidente Macron si preoccupi del rischio guerra civile etno-religiosa.
Inutile dire dell'irritazione di Macron: non solo perché le ha lette come una minaccia simil golpista, ma perché sarebbero un bel regalo a Le Pen in vista delle imminenti elezioni. La prima missiva, a fine aprile, è stata firmata dai militari in pensione che hanno chiesto di non sottovalutare i quartieri fuori controllo, la radicalizzazione e la demografia, nuovo cavallo di Troia per Parigi: «I pericoli crescono, la violenza aumenta di giorno in giorno. Chi avrebbe previsto dieci anni fa che un giorno un insegnante sarebbe stato decapitato fuori dalla sua scuola? ...chi guida il nostro Paese deve imperativamente trovare il coraggio necessario per sradicare questi pericoli è sufficiente applicare senza debolezze le leggi che già esistono. Non dimenticate che, come noi, la grande maggioranza dei nostri concittadini è stufa dei vostri vacillanti e colpevoli silenzi. Come disse il cardinale Mercier, primate del Belgio: "Quando la prudenza è ovunque, il coraggio non è da nessuna parte"... Domani la guerra civile metterà fine a questo caos crescente, e i morti, di cui sarete responsabili, si conteranno a migliaia».
L'immigrazione incontrollata ha reso Parigi una polveriera, si sa: le rivolte del 2005 e gli attentati del 2015 hanno fatto da introduzione a tutto quello che negli ultimi 6 anni è accaduto e che ha reso la Francia la capitale del terrorismo occidentale. Il campo rifugiati Millénarie, in centro a Parigi, smantellato quasi 40 volte e dei cui inquilini si è presa cura la comunità musulmana donando loro tende ad uso esclusivo di islamici, con tanto di tappeti, la dice lunghissima.
Il 9 maggio una nuova lettera aperta. Questa volta scritta da "militari attivi", ergo in servizio, che hanno voluto manifestare sostegno ai firmatari della missiva del 21 aprile. Oltre a ribadire il contenuto dei colleghi in pensione, questi soldati, si dicono testimoni «[del]le banlieue abbandonate e [de]gli accomodamenti con la delinquenza" e denunciano di aver subito "tentativi di strumentalizzazione da parte di innumerevoli comunità religiose, per le quali la Francia non significa niente, nient'altro che un oggetto di sarcasmo, disprezzo e odio». Macron e tutta la classe politica vengono accusati di gravi responsabilità: accondiscendenza con il crimine organizzato, concessioni all'islam radicale e indifferenza nei confronti del rischio di una guerra civile.
Chi ignora lo stato delle cose e sentenzia su fantapolitica ed esasperazione delle forze dell'ordine non sa che sono 300 gli imam stranieri considerati pericolosi per la sicurezza nazionale e per i quali è stato predisposto il rimpatrio; 456 i cittadini francesi che sono stati rimpatriati dalla Siria e 350 sono in attesa di recupero, di cui 200 minori; 236 i clandestini identificati come radicalizzati a gennaio 2021; 250 detenuti per reati legati al terrorismo islamico; 15mila i soggetti sorvegliati perché in odore di terrorismo; 23 i casi accertati di ex militari che negli ultimi nove anni hanno abbandonato la divisa per arruolarsi in organizzazioni terroristiche come lo Stato islamico.
VI Coro
Principati
|
ASCOLTA
Leggo per te
Stampa