"Dignare me laudare Te Virgo sacrata. Da mihi virtutem contra hostes tuos". "Corda Iésu et Marìae Sacratìssima: Nos benedìcant et custòdiant".
martedì 6 ottobre 2020
Grazia grande riceverai da Dio, ed esalteratti e glorificheratti in eterno...
CAPITOLO IX
Come santo Francesco insegneva rispondere a frate Lione, e non potè mai dire se non contrario di quello Francesco volea.
n. 1837
Essendo santo Francesco una volta nel principio dell' Ordine con fra Lione in un
luogo dove non aveano libri da dire l'Ufficio divino, quando venne l' ora del mattutino sì
disse santo Francesco a frate Lione: « Carissimo, noi non abbiamo breviario, col quale noi
possiamo dire il mattutino; ma acciò che noi ispendiamo il tempo a laudare Iddio, io dirò e
tu mi risponderai com' io t' insegnerò; e guarda che tu non muti le parole altrimenti ch' io t'
insegnerò. Io dirò cosl: O frate Francesco, tu facesti tanti mali e tanti peccati nel secolo, che
tu se' degno dello 'nferno; e tu, frate Lione, risponderai: Vera cosa è che tu meriti lo 'nferno
profondissimo ». E frate Lione con semplicità colombina rispuose: « Volentieri, padre;
incomincia al nome di Dio ». Allora santo Francesco cominciò a dire: « O frate Francesco, tu
facesti tanti mali e tanti peccati nel secolo, che tu se' degno dello 'nferno ». E frate Lione
risponde: « Iddio farà per te tanti beni, che tu ne andrai in Paradiso ».
Disse santo Francesco:
« Non dire così, frate Lione, ma quando io dirò: Frate Francesco, tu che hai fatte tante cose
inique contro Dio, che tu se' degno d' esser maladetto da Dio; e tu rispondi così: Veramente
tu se' degno d' esser messo tra' maladetti ». E frate Lione risponde: « Volentieri, padre ».
Allora santo Francesco, con molte lagrime e sospiri e picchiare di petto, dice ad alta voce: «
O Signore mio del cielo e della terra, io ho commesso contro a te tante iniquità e tanti
peccati, che al tutto son degno d' esser da te maladetto ». E frate Lione risponde: « O frate
Francesco, Iddio ti farà tale, che tra li benedetti tu sarai singolarmente benedetto».
E santo
Francesco maravigliandosi che frate Lione rispondea per lo contrario di quello che 'mposto
gli avea, sì lo riprese dicendo: « Perchè non rispondi come io t' insegno? Io ti comando per
santa ubbidienza che tu rispondi come io t'insegnerò. Io dirò così: O frate Francesco
cattivello pensi tu che Dio arà misericordia di te? con ciò sia cosa che tu abbi commessi tanti
peccati contra 'l Padre della misericordia e Dio d' ogni consolazione, che tu non se' degno di
trovare misericordia. E tu, frate Lione pecorella, risponderai: Per nessun modo se'degno di
trovare misericordia ». Ma poi quando santo Francesco disse: « O frate Francesco cattivello »
etc.; frate Lione sì rispuose: « Iddio Padre, la cui misericordia c infinita più che il peccato
tuo, farà teco grande misericordia, e sopra essa t' aggiugnerà molte grazie ». A questa
risposta santo Francesco, dolcemente adirato e pazientemente turbato, disse a frate Lione: «
E perchè hai tu avuto presunzione di fare contr' all' ubbidienza, e già cotante volte hai
risposto il contrario di quello ch' io t'ho imposto? ». Risponde frate Lione molto umilemente
e riverentemente: « Iddio il sa, padre mio, ch' ogni volta io m' ho posto in cuore di
rispondere come tu m' hai comandato, ma Iddio mi fa parlare secondo che gli piace e non
secondo piace a me ». Di che santo Francesco si maravigliò, e disse a frate Lione: « Io ti
priego carissimamente che tu mi risponda questa volta com' io t' ho detto ». Risponde frate
Lione: « Di' al nome di Dio, che per certo io risponderò questa volta come tu vuogli ».
E
santo Francesco lagrimando disse: « O frate Francesco cattivello, pensi tu che Iddio abbia
misericordia di te? ». Risponde frate Lione: « Anzi grazia grande riceverai da Dio, ed
esalteratti e glorificheratti in eterno, imperò che chi sè umilia sarà esaltato. E io non posso
altro dire, imperò che Iddio parla per la bocca mia».
E così in questa umile contenzione, con
molte lagrime e con molta consolazione ispirituale, si vegghiarono infino a dì.
A laude di Gesù Cristo e del poverello Francesco. Amen.
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VIENI SIGNORE GESU'
Dongo (Como), 1 gennaio 1989.
Festa di Maria Santissima Madre di Dio.
Vieni Signore Gesù.
«Sono la vostra Mamma Immacolata, che vi conduce a Gesù e vi porta alla pace.
Oggi tutta la Chiesa gioisce, contemplando il mistero ineffabile della mia divina ed universale
maternità.
All'inizio di questo nuovo anno, che sarà segnato dal succedersi di avvenimenti gravi e
significativi, voi guardate particolarmente a Me come alla Madre della speranza ed alla Regina
della pace.
Nel tempo, che state vivendo, della grande tribolazione, la mia presenza materna si farà
sempre più forte e straordinaria.
Quanto più grande ed universale si farà il dominio del mio Avversario, il Dragone rosso, tanto
più grande ed universale si farà anche la presenza vittoriosa della Donna vestita di sole.
Per questo siete entrati ormai in un periodo di tempo segnato da una mia forte presenza fra
voi e sarà resa a tutti manifesta per mezzo di straordinari avvenimenti.
Sono la vostra tenera Madre che ha il compito di condurvi a Gesù vostro Signore e vostro
Salvatore.
In questi anni, che vi separano ancora dalla fine di questo secolo, Io agirò in tutti i modi
perché il Regno di Gesù possa essere instaurato fra voi ed il Signore Gesù possa essere da
tutti amato e glorificato.
- Vieni Signore Gesù nella vita dei singoli per mezzo della Grazia divina, dell'amore e della
santità.
Io opererò in maniera molto forte per portare tutti voi, che siete consacrati al mio Cuore
Immacolato, ad una grande santità, affinché Gesù possa sempre più vivere, operare e
risplendere nella vostra vita».
- Vieni Signore Gesù nelle famiglie, per aiutarle a ritrovare la via della comunione, dello
scambievole e reciproco amore, della perfetta unità e di una completa disponibilità al dono
della vita.
- Vieni Signore Gesù nelle Nazioni, che hanno bisogno di tornare ad essere comunità aperte al
bene spirituale e materiale di tutti, specialmente dei piccoli, dei bisognosi, degli ammalati, dei
poveri e degli emarginati.
Si prepara per voi l'avvento del Regno di Gesù, che vi introdurrà in una nuova era di grande
fraternità e di pace. Per questo oggi, all'inizio di un periodo di tempo molto importante,
perché in esso si realizzerà un disegno da Me stessa preparato ed attuato, vi invito tutti ad
unirvi alla preghiera che la vostra Mamma Celeste, unita allo Spirito Santo suo Sposo divino,
ogni giorno rivolge al Padre, "Vieni Signore Gesù".
Soltanto quando Gesù avrà portato il suo Regno fra voi, tutta l'umanità potrà finalmente
godere del grande dono della Pace».
AMDG et DVM
lunedì 5 ottobre 2020
Quelle cose che sono perfetta letizia
CAPITOLO VIII
Come andando per cammino santo Francesco e frate Leone, gli spuose quelle cose che sono perfetta letizia.
1836.
Venendo una volta santo Francesco da Perugia a santa Maria degli Angioli con frate
Lione a tempo di verno, e 'l freddo grandissimo fortemente il crucciava, chiamò frate Lione
il quale andava innanzi, e disse così: « Frate Lione, avvegnadiochè li frati Minori in ogni
terra dieno grande esempio di santità e di buona edificazione, nientedimeno scrivi e nota
diligentemente che non è quivi perfetta letizia ».
E andando più oltre santo Francesco, il
chiamò la seconda volta: « O frate Lione, benchè il frate Minore allumini li ciechi e distenda
gli attratti, iscacci le dimonia, renda l' udire alli sordi e l' andare alli zoppi, il parlare alli
mutoli e, ch'è maggiore cosa, risusciti li morti di quattro dì; iscrivi che non è in ciò perfetta
letizia ».
E andando un poco, santo Francesco grida forte: « O frate Lione, se 'l frate Minore
sapesse tutte le lingue e tutte le scienze e tutte le scritture, sì che sapesse profetare e rivelare,
non solamente le cose future, ma eziandio li segreti delle coscienze e delli uomini; iscrivi che non è in ciò perfetta letizia ».
Andando un poco più oltre, santo Francesco chiamava ancora forte: « O frate Lione, pecorella di Dio, benchè il frate Minore parli con lingua d'Agnolo e
sappia i corsi delle istelle e le virtù delle erbe, e fussongli rivelati tutti li tesori della terra, e
conoscesse le virtù degli uccelli e de' pesci e di tutti gli animali e delle pietre e delle acque;
iscrivi che non è in ciò perfetta letizia ».
E andando ancora un pezzo, santo Francesco
chiamò forte: « O frate Lione, benchè 'l frate Minore sapesse sì bene predicare, che
convertisse tutti gl' infedeli alla fede di Cristo; iscrivi che non è ivi perfetta letizia ».
E durando questo modo di parlare bene di due miglia, frate Lione con grande
ammirazione il domandò e disse: « Padre, io ti priego dalla parte di Dio che tu mi dica dove
è perfetta letizia ».
E santo Francesco si gli rispuose: « Quando noi saremo a santa Maria
degli Agnoli, così bagnati per la piova e agghiacciati per lo freddo e infangati di loto e afflitti
di fame, e picchieremo la porta dello luogo, e 'l portinaio verrà adirato e dirà: Chi siete voi?
e noi diremo: Noi siamo due de' vostri frati; e colui dirà: Voi non dite vero, anzi siete due
ribaldi ch' andate ingannando il mondo e rubando le limosine de' poveri; andate via; e non
ci aprirà, e faracci stare di fuori alla neve e all' acqua, col freddo e colla fame infino alla
notte; allora se noi tanta ingiuria e tanta crudeltà e tanti commiati sosterremo pazientemente
sanza turbarcene e sanza mormorare di lui, e penseremo umilemente che quello portinaio
veramente ci conosca, che Iddio il fa parlare contra a noi; o frate Lione, iscrivi che qui è
perfetta letizia.
E se anzi perseverassimo picchiando, ed egli uscirà fuori turbato, e come
gaglioffi importuni ci caccerà con villanie e con gotate dicendo: Partitevi quinci, ladroncelli
vilissimi, andate allo spedale, chè qui non mangerete voi, nè albergherete; se noi questo
sosterremo pazientemente e con allegrezza e con buono amore; o frate Lione, iscrivi che
quivi è perfetta letizia.
E se noi pur costretti dalla fame e dal freddo e dalla notte più
picchieremo e chiameremo e pregheremo per l' amore di Dio con grande pianto che ci apra
e mettaci pure dentro, e quelli più scandolezzato dirà: Costoro sono gaglioffi importuni, io li
pagherò bene come son degni; e uscirà fuori con uno bastone nocchieruto, e piglieracci per
lo cappuccio e gitteracci in terra e involgeracci nella neve e batteracci a nodo a nodo con
quello bastone: se noi tutte queste cose sosterremo pazientemente e con allegrezza,
pensando le pene di Cristo benedetto, le quali dobbiamo sostenere per suo amore; o frate
Lione, iscrivi che qui e in questo è perfetta letizia.
E però odi la conclusione, frate Lione. Sopra tutte le grazie e doni dello Spirito Santo, le quali Cristo concede agli amici suoi, si è di vincere se medesimo e volentieri per lo amore di Cristo sostenere pene, ingiurie e obbrobri e disagi; imperò che in tutti gli altri doni di Dio noi non ci possiamo gloriare, però che non sono nostri, ma di Dio, onde dice l'Apostolo: Che hai tu, che tu non abbi da Dio? e se tu l' hai avuto da lui, perchè te ne glorii, come se tu l' avessi da te? Ma nella croce della tribolazione e dell'afflizione ci possiamo gloriare, però che dice l'Apostolo: Io non mi voglio gloriare se non nella croce del nostro Signore Gesù Cristo >>.
A laude di Gesù Cristo e del poverello Francesco. Amen.
https://www.assisiofm.it/uploads/221-Fioretti%20di%20san%20Francesco.pdf
AMDG et DVM
domenica 4 ottobre 2020
Mater Dei, mundi Corredemptora, ora pro nobis
Ci ottenga la Vergine, teneramente amata da Francesco, questo dono: il segreto della vera felicità.
Ci affidiamo a Lei con le parole stesse del Poverello di Assisi:
“Santa Maria Vergine, non vi è alcuna simile a te nata nel mondo tra le donne,
figlia e ancella dell’altissimo Re e Padre celeste,
Madre del santissimo Signor nostro Gesù Cristo,
sposa dello Spirito Santo:
prega per noi... presso il tuo santissimo diletto Figlio, Signore e Maestro”
(Francesco di Assisi, Scritti, 163).