sabato 1 dicembre 2018

La fiamma d'amore che scaccia le tenebre dal nostro cuore

Coroncina 

alla Fiamma d’Amore del Cuore 

Immacolato di Maria
+
 
Sui grani grossi:

Doloroso e Immacolato Cuore di Maria

prega per noi che ricorriamo a te!”


Sui grani piccoli:

Madre, salvaci !

Attraverso la Fiamma d’Amore del Tuo Cuore Immacolato”


Alla fine:

Tre Gloria al Padre.

Irradia, o Maria, su tutta l'umanità l'effetto di grazia della Tua Fiamma d'Amore, adesso e nell'ora della nostra morte.  Amen



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ROSARIO ALLA FIAMMA D'AMORE DEL CUORE 

IMMACOLATO DI MARIA

All’inizio, fare il segno della Croce cinque volte in onore delle Sante piaghe di Gesù

Sui grani grossi
Cuore Addolorato e Immacolato di Maria, prega per noi che a te ricorriamo!

Sui grani piccoli
Madre, salvaci - per la Fiamma d’Amore del Tuo Cuore Immacolato

Alla fine: Tre Gloria al Padre.

- "Irradia, o Maria, su tutta l'umanità le grazie efficaci della Tua Fiamma d'Amore, adesso e nell'ora della nostra morte. Amen".

Per onorare le Mie cinque Sante Piaghe fate il segno della Croce cinque volte, una dopo l'altra e offritevi, unitamente alle Mie Sante Piaghe, alla misericordia del Padre Celeste (13 aprile 1962)".

Ecco il modo con il quale fare il segno della Croce cinque volte.
Durante il segno: "In nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen".
baciare sul crocifisso, almeno in spirito, una per una le Sante Piaghe mentre si pronunzia l'invocazione
"Gesù mio, per i meriti delle Tue Sante Piaghe, perdonaci e abbi misericordia di noi!"
Oppure: "Eterno Padre, Ti offro le Sante Piaghe del nostro Signore Gesù Cristo affinché guariscano le piaghe delle nostre anime!"

Per accecare Satana il Signore invita a diffondere questa preghiera che Lui stesso ha insegnato:
I nostri passi devono procedere insieme;
le nostre mani devono raccogliere insieme;
i nostri cuori devono palpitare all’unisono;
le nostre anime devono avere i medesimi sentimenti;
i pensieri del nostro spirito devono formare unità;
le nostre orecchie devono ascoltare insieme il silenzio;
i nostri occhi devono guardarsi e fondersi in uno sguardo solo;
le nostre labbra devono pregare unite, per invocare insieme la Misericordia del Padre.

Breve storia

Questo Rosario è stato insegnato nelle apparizioni di Eisemberg, a Elisabeth Kindelmann, vedova, madre di 6 figli, morta in Ungheria nel 1985. Ella, dal 1956, ebbe molte apparizioni della Madre di Dio e di Nostro Signore Gesù Cristo, che promisero che tutti quelli che avrebbero diffuso la Fiamma d'Amore del Cuore Immacolato di Maria SS. nel mondo avrebbero ricevuto un sigillo nel cuore. Coloro che portano impresso questo sigillo saranno salvi ed entreranno nei Nuovi cieli e Nuova Terra.

"Io vi do un mezzo: metto una torcia di fuoco nelle vostre mani; questa è la Mia Fiamma d'Amore... Con la Fiamma piena di grazia che vi trasmetto dal Mio Cuore, passando da cuore a cuore, li incendiate tutti... e lo splendore di questa Fiamma acceca Satana. Ho ottenuto questa accensione del Fuoco d'Amore dal Padre Celeste per merito delle piaghe del Mio Figlio Santo" (13 aprile 1962).

 "Il fuoco sarà spento con il fuoco. Il fuoco dell'odio con il fuoco dell'Amore..." (6 dicembre 1964).

 "La Fiamma d'Amore, che desidero spandere su di voi, con tutta la sua forza diffonde non soltanto il suo splendore, ma anche il suo calore. La Mia Fiamma d'Amore è così grande che non trova posto dentro di Me e con forza impetuosa irrompe verso di voi. Il mio amore straripante fa distruggere l'infettivo odio infernale del mondo affinché si salvi dalla dannazione eterna il numero più grande possibile di anime..."


 "Desidero che tutto il mondo, come conosce il mio nome, così conosca anche la Fiamma d'Amore del Mio Cuore che farà miracoli nella profondità dei cuori..." (19 ottobre 1962).
AMDG et DVM

Per la NOVENA DELL'IMMACOLATA *3

< Maria... Nostra Signora di Guadalupe
schiaccia la testa a satana e salva il tuo Popolo.
Maria... Nostra Signora di Guadalupe
raduna i tuoi figli sotto il tuo Manto di stelle >


(B)

Legem pone mihi, Domina, voluntatis tuae sanctarum sanctissima: et exquiram eam semper.

Deduc me in semitam miserationum tuarum, mulierum pulcherrima: quia ipsam volui.

Inclina animam meam ad supernorum amorem, Domina:
et non ad impudicitiam.

Ecce concupivi castimoniam tuam a juventute mea:
in misericordia tua confirma me.

Et observabo viam testimoniorum tuorum in saeculum:
et scrutabor mandata Filii tui, quae dilexi.
Gloria Patri, etc.

Antifona  della beata Vergine Maria 
Salve Regina, Madre di misericordia: 
Vita, dolcezza e speranza nostra, salve. 
A te ricorriamo, esuli figli di Eva, 
A te sospiriamo gementi e piangenti in questa valle di lacrime. 

Orsú, dunque, avvocata nostra, 
Rivolgi a noi quegli occhi tuoi misericordiosi. 
E mostraci, dopo questo esilio, 
il frutto benedetto del ventre tuo, Gesù. 
O clemente, o pia, o dolce Vergine Maria.


V. Prega per noi, o Santa Madre di Dio. 
R. Affinché siam fatti degni delle promesse di Cristo.
Preghiamo.
Onnipotente sempiterno Iddio, che hai preparato con la cooperazione dello Spirito Santo, il corpo e l'anima della gloriosa Vergine Madre Maria, affinché meritasse di essere degna abitazione di tuo Figlio, fa sì che, mentre ci rallegriamo al ricordo di lei; per la sua pietosa intercessione, siamo liberati dai mali che ci sovrastano, e dalla morte eterna. Per lo stesso Cristo Signor nostro. Amen.
V. Il divin aiuto  sia sempre con noi.
R. Amen.

RICORDATI

Ricordati, o piissima Vergine Maria, 
che non si è mai inteso al mondo 
che qualcuno sia ricorso alla tua protezione,
 abbia implorato il tuo aiuto, 
chiesto il tuo patrocinio
 e sia stato da te abbandonato. 
Animato da tale confidenza, 
a te ricorro, o Madre, 
Vergine delle vergini, 
a te vengo, e, peccatore come sono,
 mi prostro ai tuoi piedi a domandare pietà. 
Non volere, o Madre del divin Verbo, 
disprezzare le mie preghiere,
 ma benigna ascoltale ed esaudiscile. Amen.

(San Bernardo di Chiaravalle)

AVE MARIA PURISSIMA!

Mensaje de Nuestro Señor Jesucristo a J. V. ==============================


Nov 13_18 PedidMe Mi Santo Espíritu para que os guíe en estos momentos y, no temáis.
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Rosario vespertino-MENSAJE ÚNICO


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Mensaje de Nuestro Señor Jesucristo a J. V.
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Primer Misterio. Habla Nuestro Señor Jesucristo.
Sobre: Seréis cuidados, seréis guiados, seréis protegidos, pero tenéis, también, una misión muy importante, que es la de proteger almas con vuestra intercesión. Esto os lo he pedido muchísimo, Mis pequeños, porque es vuestra intercesión la que va a salvar a infinidad de almas.

(Lenguas…) Hijitos Míos, ciertamente Soy Yo la Luz del Mundo y enviaré a Mi Santo Espíritu, para que alumbre a todas las mentes de todos vosotros, y para que, a través de ese resplandor interno que tendréis, comprendáis en qué estado estáis de pecado o de Gracia ante Mis Ojos.

Mucha maldad os rodea, Mis pequeños y así está anunciado, profetizado, visualizado desde antiguo para estos tiempos.

Soy la Vida y ahora estáis rodeados de la muerte, de satanás, que quiere destruir todo lo que Yo os he traído. He estado entre vosotros, Soy vuestro Dios y Yo os doy lo que escucho de Mi Padre y Yo os mando a Mi Santo Espíritu, para que os anuncie y recuerde, todavía, para éstos tiempos, lo que ya está próximo para la humanidad y el Universo entero.

Mucha maldad os rodea y muchos no quieren ver, están cegados por el poder de satanás, están cegados porque les conviene vivir en un mundo de ciegos, para aprovecharse de sus hermanos. Los gobiernos han cegado a sus pueblos, porque los gobiernos se han satanizado. Se reúnen para hacer planes, para sojuzgaros, para hacer planes para destruiros, para aprovecharse de vosotros, de cada uno de vosotros, Mis pequeños.

Son pocos, los que, al mantenerse en Mí, en Mi Gracia, en la búsqueda de Mi Palabra, pero, sobre todo, en la actuación de Mi Palabra, son los que se les ha dado el Discernimiento Santo, para que entendáis la situación real que el Mundo está padeciendo.

Vosotros, los que estáis Conmigo, os dais cuenta de lo que sucede en realidad, porque Mi Santo Espíritu está en vosotros y os explica lo que está sucediendo, cómo os está atacando satanás, cómo quiere vuestra destrucción; cómo quieren, éstos guías de los pueblos, destruir a su propio pueblo.

Ciertamente, estáis muy atacados, no solamente en cuerpo, sino en alma y espíritu, se os ha atacado a tal grado, de que no queréis nada de Mí. Soy vuestro Dios y satanás os ha convencido de estar, solamente, buscando lo del mundo y el mundo os aleja de Mí, el mundo os lleva a la obscuridad, el mundo os quita la Paz, el mundo os lleva a apartaros de toda la Verdad que Yo os he enseñado.

La maldad está corroyendo corazones. La maldad os está separando, aun a vosotros, que sois hermanos de una sola familia. La maldad os está llevando a un desierto de desesperación. Por eso, ahora os sentís así, que no encontráis a dónde ir, qué hacer, quién os escuche, quién os explique, estáis confundidos. Satanás está causando esta confusión mundial. Muchas almas lo están sintiendo, muchas almas están desorientadas, muchas almas no viven en Paz y es que la Paz, Soy Yo, vuestro Dios.

Si no estáis Conmigo, no podéis tener esa Paz, esa Sabiduría, ese Amor que deben tener todos aquellos que Me siguen, todos aquellos que son Mis discípulos, todos aquellos que se pueden decir “hijos de Dios”.

Las pruebas vendrán cada vez más fuertes, Mis pequeños. Aquellos que no están Conmigo, que no Me buscan, que no están preparados, no sabrán ni cuándo ni cómo les vendrá su fin, y muchos perecerán eternamente.

Los que estáis Conmigo sabréis lo que estará pasando y algunos seréis perseguidos. Yo os protegeré, porque sois Mi resto fiel, con el que empezaré un Nuevo Mundo.

Habéis ganado la carrera, os habéis mantenido en Fe, habéis buscado la Verdad y os ha gustado estar en ella. Respetáis Mis Leyes, buscáis el Amor entre hermanos, mantenéis Mis Palabras vivas en vuestro corazón y las habéis transmitido a vuestros hermanos; por eso, os podéis llamar “hijos de Dios”.

Seréis cuidados, seréis guiados, seréis protegidos, pero tenéis, también, una misión muy importante, que es la de proteger almas con vuestra intercesión. Esto os lo he pedido muchísimo, Mis pequeños, porque es vuestra intercesión la que va a salvar a infinidad de almas. Satanás os quiere destruir a todos y, por eso, os dije que algunos seréis perseguidos porque, en este momento, Mi resto fiel, tiene un poder muy grande sobre Mí, que ya os he dicho, y es Mi Mismo Amor en vuestro corazón, vosotros sentís en vuestro corazón el Amor sobre vuestros hermanos desamparados. Ese es el Verdadero Amor que os hace orar por ellos, para que no sean condenados.

Cuando oráis de corazón y Me lo pedís con Mi Amor, que habita en vuestro corazón, os escucho, atiendo vuestras súplicas y os doy lo que Me pedís, porque sé que ya no Me estaréis pidiendo cosas vanas, cosas del mundo, cosas que no os aprovechan para vuestra vida espiritual y, en cambio, Me estaréis pidiendo, primeramente, por el Bien que Me dais, por el Amor que Me propiciáis, por el Amor que vosotros tenéis hacia vuestros hermanos desamparados.

Ciertamente, se salvarán por vosotros y con ello, vosotros mismos estaréis asegurando vuestra salvación eterna, cuando ésta llegue.

Los momentos van a ser dramáticos, estaréis viendo todo lo profetizado y, os vuelvo a repetir, no temáis, pero sí, sed conscientes de que será tremendo este momento y os deberéis mantener en mucha oración, penitencia, ayuno. Almas fuertes, poderosas, contra el ataque de satanás.

Todo se dará rápido, perseverad, orad, y vivid en santa alegría, porque después del parto, que es éste, el que se acerca apresuradamente, viene el gozo, el gozo de verMe entre vosotros. Que esa alegría se mantenga en vosotros, que no haya en vosotros, dudas, resentimientos, dolores, sino que sea todo alegría, porque pronto regresaré para todos vosotros que Me habéis esperado con una gran Fe y un deseo inmenso de servirMe y de estar con vosotros.

PedidMe Mi Santo Espíritu para que os guíe en estos momentos, que Su Sabiduría os lleve por los caminos seguros, caminos de Bien, caminos de salvación y, no temáis, a pesar de que flaqueéis, por vuestra humanidad, que es débil, Mi Santo Espíritu os fortalecerá, para que no flaqueéis y estéis siempre seguros, de que vuestros pasos, serán siempre hacia adelante, buscando el Bien y, al cual, encontraréis pronto.

Os Bendigo, Mis pequeños, Mi Bendición y Mi Santísima Trinidad quede con vosotros. Amén.

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Nov 06_ 18 Os pido que vengáis a Mí, arrepentidos y deseosos de tener esa Purificación.ImprimirE-Mail
Rosario vespertino - MENSAJE ÚNICO


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Mensaje de Nuestro Señor Jesucristo a J. V.
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Primer Misterio. Habla Nuestro Señor Jesucristo.
Sobre: Meditad esto y veréis que es cierto. Preparaos, pues, Mis pequeños, porque ésta Purificación, ha de venir.

Hijitos Míos, os he dicho antes, que muchos de ésta humanidad, han hecho ya, su propio dios cada quien; y pocos son los que siguen lo que Yo os he enseñado.

La maldad aprovecha estas situaciones, satanás os ha convencido de hacerMe a un lado de vuestra vida. ¿Y esto para qué, Mis pequeños?, también os lo he dicho muchas veces: que vosotros, sin Mí, sin Mi Protección, sin Mi Guía, sin Mi Sabiduría, no sois nada y os podéis perder fácilmente en esta selva, porque así se ha vuelto la humanidad, una selva, en donde, el más fuerte, o el más malo, el más mentiroso, el que tiene más poder, es el que vence. En eso habéis convertido Mi Creación.

Os he dado una Creación, en la cual, vosotros pudierais vivir a gusto si estuvierais Conmigo, en donde no os faltaría nada, en donde tendríais todo, empezando con vuestro propio ser. Salud, tanto espiritual como física; Sabiduría, que solamente la podéis obtener de Mí; vuestros dones se potencializarían y muchas, muchas otras capacidades que el Espíritu Santo está esperando derramar en cada uno de vosotros, cuando vosotros regreséis a Mí.

La humanidad ha destruido, prácticamente, todo lo que Yo os he dado, principalmente los principios religiosos con los que vosotros debéis vivir para manteneros en Mí, y así, podáis tener derecho, como hermanos e hijos Míos, de que os comparta de lo que Yo, vuestro Dios, en Mi Santísima Trinidad, os quiero dar. ¡Es tanto lo que tengo reservado para vosotros! ¡Una lluvia de Bendiciones caerá del Cielo cuando vosotros accedáis a estar en Mí! Es tanto lo que os quiero dar, porque Yo, siendo vuestro Padre y vuestro Hermano, no Somos egoístas, os compartimos de todo, Nuestro Santo Espíritu os lo va a infundir en vuestro cuerpo y en vuestra alma.

Satanás os ha venido engañando inmensamente y él sabe lo que Yo tengo reservado para cada uno de vosotros pero él, en su envidia, porque perdió mucho, por ponerse en contra Mía, no quiere que vosotros gocéis a lo que tenéis derecho, por ser Mis creaturas.

Os he dicho, también, que Yo no puedo derramar Mis Bendiciones y los dones que os quiero dar porque, si vosotros no estáis unidos a Mí, perfectamente, viviendo en el Amor, viviendo en estado de Gracia, viviendo para servirMe, pero no como esclavos, sino como hijos Míos o como hermanos Míos, si Nosotros no veMos eso, en donde, en total Humildad, en total Amor, vosotros podáis servir a vuestros hermanos con lo que se os dará, si se os diera en estos momentos, vuestra soberbia os haría caer en peor maldad y pecado de como ahora estáis.

Por eso, es necesario, Mis pequeños, que recibáis con Humildad y con un deseo grande, la Purificación que os quiero mandarpara eliminar de vosotros, todo aquello que os pueda traicionar y Me deis peor la espalda de como hasta ahora Me la habéis dado.

Suena feo todo esto, Mis pequeños, porque os quiero consentir, pero, vuestra falta de espiritualidad, os llevaría a peores estados de pecado y soberbia, que os apartarían más de Mí, porque no estáis preparados ahora, para recibir Mis Bendiciones y Mis Dones. Por eso, os pido que vengáis a Mí, arrepentidos y deseosos de tener esa Purificación, la cual, ciertamente, al principio, os dolerá mucho, porque os quitaré todo aquello que os traiciona a vosotros mismos, pero, sobre todo, aquello que Me hace daño a Mí, con vuestras obras, con vuestras palabras, con todo aquello que dejáis de hacer de bueno, hacia Mí y hacia vuestros hermanos.

Os he dicho que Yo consiento a aquellos hijos que Me son fieles, que son sencillos, humildes, que Me obedecen en todo y que se dan por sus hermanos para levantarlos del estado en el que están y los hacen llegar a Mí, más rápidamente, con vuestras enseñanzas, con vuestro ejemplo, con lo que Yo os he enseñado, para que lo deis a vuestros hermanos.

Tenéis Mi Amor, utilizadlo, Mis pequeños, para ayudar a vuestros hermanos, amad con Mi Corazón, como Yo, vuestro Hermano Jesucristo, os he enseñado. Respetad a vuestros hermanos y ayudadles a crecer espiritualmente; hacedles entender a aquellos que van por mal camino, el error en el que están incurriendo y ayudadles a retomar el buen camino.

Quiero Vivir, plenamente, en cada uno de vosotros, y os conviene, Mis pequeños, porque así es como voy a asegurar, el conoceros perfectamente bien; que os llenaré de esos regalos espirituales, físicos, materiales que tengo reservados para cada uno de vosotros. Ciertamente, os conozco perfectamente bien, pero Yo necesito que Me deis libertad total para poder guiaros y digo, “en total libertad”, porque estando en vosotros, aun estando en vosotros, respeto vuestro libre albedrío.

Os tenéis que dar cuenta, Mis pequeños, que Soy vuestro Dios y que Soy la Bondad Infinita; que os deis cuenta que Yo os creé, para que tuvierais un gozo inmenso, indescriptible. Ahora, en estos momentos, ciertamente, habéis, se podría decir, evolucionado, ya que después de la caída de vuestros Primeros Padres, que siendo los reyes de la Creación, por su Pecado, perdieron todo, y fueron, prácticamente, esos hombres de las cavernas, que se quedaron sin nada.

El Conocimiento que Yo les había dado, ese Conocimiento Infuso de toda la Creación, era un regalo inmenso, pero se pusieron en contra Mía, Me negaron, quisieron seguir a satanás, lo prefirieron a él y perdieron todo. Y ahora estáis también, vosotros así, por eso, vuestra humanidad, está al borde del colapso, porque Me habéis hecho a un lado y habéis preferido, la mayoría de vosotros, a satanás, a todas sus obras, a todo aquello en que os distrae de estar Conmigo.

Meditad, Mis pequeños y veréis que es real esto. Hacéis  muchísimas cosas, os enfrascáis en diversiones, en negocios, en vuestra vida personal, en tantas y tantas cosas, de lo que vivís a diario y de los intereses a donde os ha llevado satanás, pero Yo, ya no estoy en vuestras vidas, Yo ya no Soy una meta a alcanzar, Me habéis arrojado de vuestra mente y de vuestro corazón. ¿Cómo queréis, pues, que os vaya?, cuando ya no Me llamáis, cuando ya no Me buscáis, cuando no Me pedís, ya, una ayuda o un Consejo.

Ciertamente, que satanás no os va a dar la Verdad que Yo sí os puedo dar; él, todo lo contrario a Mí, goza en veros caer, en destruiros espiritualmente y, vosotros, ni os queréis dar cuenta de esta realidad que estáis viviendo y todavía Me reclamáis del por qué no os ayudo en tal o cual situación, del por qué no os doy lo que necesitáis día a día. Ciertamente, os protejo, pero no os puedo consentir, porque, en cierta forma, algunos de vosotros Me tenéis como enemigo, o Me tenéis como un Ser olvidado y no necesario para vuestra vida.

Queréis mucho, pero no dais nada, Me reclamáis demasiado, pero sois malos Conmigo y eso, os va a costar mucho, Mis pequeños. Os habéis apartado de la Fuente de Vida, que Soy Yo, de Mi Providencia Divina, que Soy Yo. Os habéis apartado de Mi Amor y habéis creado vuestros propios amoríos, que os desvían de una realidad verdadera, en la cual fuisteis creados.

Os habéis vuelto como aquellos hombres de la Edad de Piedra: ahora, también, adoráis a las cosas, a las plantas, a los árboles, a los animales. Preferís tener a vuestro cuidado una creatura, antes que tener un hijo y poderle enseñar lo que hubierais aprendido de Mí. Ya, vuestra vida, no es lo que Yo os enseñé y para lo que fuisteis creados. Ya no sois hijos Míos, sois hijos de satanás.

Por eso, ésta humanidad, ésta generación, en buena parte, tiene que ser eliminada, porque no estáis Conmigo, porque ya no Me seguís, porque habéis negado Mi Presencia en vuestra vida, siendo que Yo os di la vida y os he dado todo. Habéis preferido seguir a aquél que os traiciona, al que provoca la maldad en el mundo, en vosotros mismos, en vuestra familia, en vuestra sociedad, en los pueblos, el que causa todo mal a vuestro alrededor.

Meditad esto y veréis que es cierto. Preparaos pues, Mis pequeños, porque ésta Purificación, ha de venir. Preparaos a estar lo mejor posible Conmigo, para que tenga Compasión de vosotros y poder regresar a Mí; pero ¡ay! de aquellos que han hecho pacto con satanás, vuestro enemigo, con ello, han escogido, ya, su futuro eterno. Yo no os estoy castigando, vosotros mismos habéis escogido el rumbo de vuestra vida, tanto de la Tierra, como para vuestra eternidad. Escogisteis vivir para satanás y moriréis para él. No estáis Conmigo, lo preferisteis a él.

Los que estáis Conmigo, Yo velaré por vuestra vida y por vuestra muerte, para que tengáis Vida eterna.
Gracias, Mis pequeños.
 
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venerdì 30 novembre 2018

Gli uomini sono crudeli. Il precetto d'amore fraterno è il più calpestato da essi.


Prima domenica d'Avvento


1 dicembre 1946

   Introito: Salmo 25 (24), 1-4.
   Orazione: Risveglia, te ne preghiamo o Signore, la tua potenza e vieni, per farci meritare di essere sottratti con la tua protezione e salvati col tuo aiuto dai pericoli che ci sovrastano a causa dei nostri peccati.
   Epistola: Romani 13, 11-14.
   Graduale: Salmo 25 (24), 3-4; 85 (84), 8.
   Vangelo: Luca 21, 25-33.
   Offertorio: Salmo 25 (24), 1-3.
   Segreta: Queste cose sacre, o Signore, dopo averci purificati con la loro potente virtù, ci facciano giungere più puri al loro principio.
   Comunione: Salmo 85 (84), 13.
   Dopocomunione:
Facci ricevere, o Signore, la tua misericordia in mezzo al tuo tempio, affinché prepariamo con i dovuti onori le vicine solennità della nostra redenzione.
  

   Dice Azaria:

   «È faticoso, quando gli uomini appesantiscono o feriscono le ali, alzarsi con lo spirito a Dio. Gli uomini sono crudeli.
   Il precetto d'amore fraterno è il più calpestato da essi. Con l'accanimento di un folle sanguinario, o di un bambino su un giocattolo, a seconda del caso e dell'individuo, essi si accaniscono sui fratelli, e specie, potrei dire: unicamente, su quelli fra i fratelli che, per la loro formazione spirituale, li fanno sicuri che non reagiranno rendendo male per male.
   Ma, anima mia, anche se è faticoso, occorre farlo, anzi più è faticoso occorre farlo, perché nessuno può sanare le ferite date dagli uomini allo spirito se non il Medico, il Confortatore degli spiriti: Dio, il Padre buono che non delude chi in Lui confida.

   Sei così ferita che non puoi volare? Come una colomba che il cacciatore ha piagata mentre andava sicura verso il suo buon padrone e che, non potendo più volare alta e rapida, va con brevi voli, con rapidi passi, soffocando, con la volontà di andare al suo padrone che l'ama, la voce della carne che soffre e implora di non sottoporla ad altri sforzi e dolori, così tu, povera ferita, va', va' almeno sotto al raggio del tuo Sole, e poniti là, guardandolo, amandolo, stendendo le tue ali ferite perché Egli veda lo strazio che ti hanno dato gli uomini, e ti medichi coi balsami del suo amore.

   Anima mia, non rivolgerti più agli uomini. I loro consigli sono: quali malvagi, quali derisori, quali stentati; i migliori simili a quelli che un guercio può dare nel crepuscolo a coloro che gli chiedono quale è la via da seguire. Solo Dio vede, solo Dio sa, solo Dio ama con perfezione.

   Anima mia, non sei tu la piccola voce? Non ti è Egli Maestro? Puoi dubitare che Egli non sia Colui che ti parla e che ti conduce come sua agnella più cara? Segui le sue voci e i suoi sentieri. Mai ti ha lasciato errare. Ti ha presa dal seno della madre, ti ha vegliata nella infanzia, nella puerizia, nella fanciullezza, giovinezza ed età matura. Ti ha istruita, ti ha protetta, ha scansato da te quelli che potevano in un modo o nell'altro nuocerti realmente, ti ha avvicinata a persone o a cose che potevano giovarti. Come un Padre e come un Amante. Ciò che è per te. Non ha atteso la tua preghiera per risvegliare la sua potenza e venire. Prima ancora che tu sapessi cosa è amare, ti ha teso le braccia. Solo io, tuo angelo custode, so quanto ti ha amata il Signore, e quanto ti ama.

   Ed ora io ti dico ciò che Paolo diceva ai Romani. Ma te lo dico in un altro senso di quello che Paolo ha dato al suo dire. Ti dico: la tua salvezza è più vicina ora di quanto tu puoi immaginare. La notte è inoltrata. Il più del periodo triste e buio è passato e il giorno si avvicina. Mi intendi? Il giorno si avvicina. Quando si avvicina il giorno, e giorno di Dio, i convitati si apprestano alla festa. Si levano le vesti di lutto e di dolore, e si vestono di vesti bianche e luminose e si osservano attentamente se neppur un piccolo "che" di impuro resta indosso. Anima mia, l'ora che precede l'alba è la più nera della notte, ma poi sorge il sole. Anima mia, l'amante che attende lo sposo anticipa l'ora mattutina per esser pronta al suo venire.

   Io non ti parlo mai del Vangelo perché è il Signore Ss. il tuo Maestro nel Vangelo. Ma oggi ti dico: Quando vedrai che tutto, in una particolare piccola apocalisse, ti si volterà contro per darti dolore e sconvolgerti, quando ti sentirai tramortire dallo sbigottimento per tanto accanirsi di forze contrarie a te, quando ti sembrerà che persino il Cielo sia sordo al tuo soffrire, allora alza il capo perché il tuo gaudio sarà vicino.
   Non sto, ché troppo è chiara l'epistola, a spiegarti le parole di Paolo. Ma termino con le parole della Comunione: "Il Signore si mostrerà benigno".
   Gloria al Padre, al Figlio, allo Spirito Santo».

AMDG et DVM

"Chi crede non è mai solo": Sì, aprite, spalancate le porte a Cristo – e troverete la vera vita. Amen.- L'omelia di inizio Pontificato di Benedetto XVI


SANTA MESSA
IMPOSIZIONE DEL PALLIO
E CONSEGNA DELL’ANELLO DEL PESCATORE
PER L’INIZIO DEL MINISTERO PETRINO
DEL VESCOVO DI ROMA

OMELIA DI 
SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI
Piazza San Pietro
Domenica, 24 aprile 2005

Signori Cardinali,
venerati Fratelli nell’episcopato e nel sacerdozio,
distinte Autorità e Membri del Corpo diplomatico,
carissimi Fratelli e Sorelle
!

Per ben tre volte, in questi giorni così intensi, il canto delle litanie dei santi ci ha accompagnato: durante i funerali del nostro Santo Padre Giovanni Paolo II; in occasione dell'ingresso dei Cardinali in Conclave, ed anche oggi, quando le abbiamo nuovamente cantate con l'invocazione: Tu illum adiuva - sostieni il nuovo successore di San Pietro. Ogni volta in un modo del tutto particolare ho sentito questo canto orante come una grande consolazione. 
Quanto ci siamo sentiti abbandonati dopo la dipartita di Giovanni Paolo II! Il Papa che per ben 26 anni è stato nostro pastore e guida nel cammino attraverso questo tempo. Egli varcava la soglia verso l'altra vita - entrando nel mistero di Dio. Ma non compiva questo passo da solo. Chi crede, non è mai solo - non lo è nella vita e neanche nella morte. In quel momento noi abbiamo potuto invocare i santi di tutti i secoli - i suoi amici, i suoi fratelli nella fede, sapendo che sarebbero stati il corteo vivente che lo avrebbe accompagnato nell'aldilà, fino alla gloria di Dio. Noi sapevamo che il suo arrivo era atteso. 

Ora sappiamo che egli è fra i suoi ed è veramente a casa sua. Di nuovo, siamo stati consolati compiendo il solenne ingresso in conclave, per eleggere colui che il Signore aveva scelto. Come potevamo riconoscere il suo nome? Come potevano 115 Vescovi, provenienti da tutte le culture ed i paesi, trovare colui al quale il Signore desiderava conferire la missione di legare e sciogliere? 
Ancora una volta, noi lo sapevamo: sapevamo che non siamo soli, che siamo circondati, condotti e guidati dagli amici di Dio. Ed ora, in questo momento, io debole servitore di Dio devo assumere questo compito inaudito, che realmente supera ogni capacità umana. Come posso fare questo? Come sarò in grado di farlo? Voi tutti, cari amici, avete appena invocato l'intera schiera dei santi, rappresentata da alcuni dei grandi nomi della storia di Dio con gli uomini. In tal modo, anche in me si ravviva questa consapevolezza: non sono solo. Non devo portare da solo ciò che in realtà non potrei mai portare da solo. La schiera dei santi di Dio mi protegge, mi sostiene e mi porta. E la Vostra preghiera, cari amici, la Vostra indulgenza, il Vostro amore, la Vostra fede e la Vostra speranza mi accompagnano. Infatti alla comunità dei santi non appartengono solo le grandi figure che ci hanno preceduto e di cui conosciamo i nomi. Noi tutti siamo la comunità dei santi, noi battezzati nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, noi che viviamo del dono della carne e del sangue di Cristo, per mezzo del quale egli ci vuole trasformare e renderci simili a se medesimo. Sì, la Chiesa è viva - questa è la meravigliosa esperienza di questi giorni. Proprio nei tristi giorni della malattia e della morte del Papa questo si è manifestato in modo meraviglioso ai nostri occhi: che la Chiesa è viva. E la Chiesa è giovane. Essa porta in sé il futuro del mondo e perciò mostra anche a ciascuno di noi la via verso il futuro. La Chiesa è viva e noi lo vediamo: noi sperimentiamo la gioia che il Risorto ha promesso ai suoi. La Chiesa è viva - essa è viva, perché Cristo è vivo, perché egli è veramente risorto. Nel dolore, presente sul volto del Santo Padre nei giorni di Pasqua, abbiamo contemplato il mistero della passione di Cristo ed insieme toccato le sue ferite. Ma in tutti questi giorni abbiamo anche potuto, in un senso profondo, toccare il Risorto. Ci è stato dato di sperimentare la gioia che egli ha promesso, dopo un breve tempo di oscurità, come frutto della sua resurrezione. 

La Chiesa è viva – così saluto con grande gioia e gratitudine voi tutti, che siete qui radunati, venerati Confratelli Cardinali e Vescovi, carissimi sacerdoti, diaconi, operatori pastorali, catechisti. Saluto voi, religiosi e religiose, testimoni della trasfigurante presenza di Dio. Saluto voi, fedeli laici, immersi nel grande spazio della costruzione del Regno di Dio che si espande nel mondo, in ogni espressione della vita. Il discorso si fa pieno di affetto anche nel saluto che rivolgo a tutti coloro che, rinati nel sacramento del Battesimo, non sono ancora in piena comunione con noi; ed a voi fratelli del popolo ebraico, cui siamo legati da un grande patrimonio spirituale comune, che affonda le sue radici nelle irrevocabili promesse di Dio. Il mio pensiero, infine – quasi come un’onda che si espande – va a tutti gli uomini del nostro tempo, credenti e non credenti. 

Cari amici! In questo momento non ho bisogno di presentare un programma di governo. Qualche tratto di ciò che io considero mio compito, ho già potuto esporlo nel mio messaggio di mercoledì 20 aprile; non mancheranno altre occasioni per farlo. Il mio vero programma di governo è quello di non fare la mia volontà, di non perseguire mie idee, ma di mettermi in ascolto, con tutta quanta la Chiesa, della parola e della volontà del Signore e lasciarmi guidare da Lui, cosicché sia Egli stesso a guidare la Chiesa in questa ora della nostra storia. Invece di esporre un programma io vorrei semplicemente cercare di commentare i due segni con cui viene rappresentata liturgicamente l’assunzione del Ministero Petrino; entrambi questi segni, del resto, rispecchiano anche esattamente ciò che viene proclamato nelle letture di oggi. 

Il primo segno è il Pallio, tessuto in pura lana, che mi viene posto sulle spalle. Questo antichissimo segno, che i Vescovi di Roma portano fin dal IV secolo, può essere considerato come un’immagine del giogo di Cristo, che il Vescovo di questa città, il Servo dei Servi di Dio, prende sulle sue spalle. Il giogo di Dio è la volontà di Dio, che noi accogliamo. E questa volontà non è per noi un peso esteriore, che ci opprime e ci toglie la libertà. Conoscere ciò che Dio vuole, conoscere qual è la via della vita – questa era la gioia di Israele, era il suo grande privilegio. Questa è anche la nostra gioia: la volontà di Dio non ci aliena, ci purifica – magari in modo anche doloroso – e così ci conduce a noi stessi. In tal modo, non serviamo soltanto Lui ma la salvezza di tutto il mondo, di tutta la storia. In realtà il simbolismo del Pallio è ancora più concreto: la lana d’agnello intende rappresentare la pecorella perduta o anche quella malata e quella debole, che il pastore mette sulle sue spalle e conduce alle acque della vita. La parabola della pecorella smarrita, che il pastore cerca nel deserto, era per i Padri della Chiesa un’immagine del mistero di Cristo e della Chiesa. L’umanità – noi tutti - è la pecora smarrita che, nel deserto, non trova più la strada. Il Figlio di Dio non tollera questo; Egli non può abbandonare l’umanità in una simile miserevole condizione. Balza in piedi, abbandona la gloria del cielo, per ritrovare la pecorella e inseguirla, fin sulla croce. La carica sulle sue spalle, porta la nostra umanità, porta noi stessi – Egli è il buon pastore, che offre la sua vita per le pecore. Il Pallio dice innanzitutto che tutti noi siamo portati da Cristo. Ma allo stesso tempo ci invita a portarci l’un l’altro. Così il Pallio diventa il simbolo della missione del pastore, di cui parlano la seconda lettura ed il Vangelo. La santa inquietudine di Cristo deve animare il pastore: per lui non è indifferente che tante persone vivano nel deserto. E vi sono tante forme di deserto. Vi è il deserto della povertà, il deserto della fame e della sete, vi è il deserto dell’abbandono, della solitudine, dell’amore distrutto. Vi è il deserto dell’oscurità di Dio, dello svuotamento delle anime senza più coscienza della dignità e del cammino dell’uomo. I deserti esteriori si moltiplicano nel mondo, perché i deserti interiori sono diventati così ampi. Perciò i tesori della terra non sono più al servizio dell’edificazione del giardino di Dio, nel quale tutti possano vivere, ma sono asserviti alle potenze dello sfruttamento e della distruzione. La Chiesa nel suo insieme, ed i Pastori in essa, come Cristo devono mettersi in cammino, per condurre gli uomini fuori dal deserto, verso il luogo della vita, verso l’amicizia con il Figlio di Dio, verso Colui che ci dona la vita, la vita in pienezza. Il simbolo dell’agnello ha ancora un altro aspetto. 

Nell’Antico Oriente era usanza che i re designassero se stessi come pastori del loro popolo. Questa era un’immagine del loro potere, un’immagine cinica: i popoli erano per loro come pecore, delle quali il pastore poteva disporre a suo piacimento. Mentre il pastore di tutti gli uomini, il Dio vivente, è divenuto lui stesso agnello, si è messo dalla parte degli agnelli, di coloro che sono calpestati e uccisi. Proprio così Egli si rivela come il vero pastore: “Io sono il buon pastore… Io offro la mia vita per le pecore”, dice Gesù di se stesso (Gv 10, 14s). 

Non è il potere che redime, ma l’amore! Questo è il segno di Dio: Egli stesso è amore. Quante volte noi desidereremmo che Dio si mostrasse più forte. Che Egli colpisse duramente, sconfiggesse il male e creasse un mondo migliore. Tutte le ideologie del potere si giustificano così, giustificano la distruzione di ciò che si opporrebbe al progresso e alla liberazione dell’umanità. Noi soffriamo per la pazienza di Dio. E nondimeno abbiamo tutti bisogno della sua pazienza. Il Dio, che è divenuto agnello, ci dice che il mondo viene salvato dal Crocifisso e non dai crocifissori. Il mondo è redento dalla pazienza di Dio e distrutto dall’impazienza degli uomini.
Una delle caratteristiche fondamentali del pastore deve essere quella di amare gli uomini che gli sono stati affidati, così come ama Cristo, al cui servizio si trova. “Pasci le mie pecore”, dice Cristo a Pietro, ed a me, in questo momento. Pascere vuol dire amare, e amare vuol dire anche essere pronti a soffrire. 
Amare significa: dare alle pecore il vero bene, il nutrimento della verità di Dio, della parola di Dio, il nutrimento della sua presenza, che egli ci dona nel Santissimo Sacramento. Cari amici – in questo momento io posso dire soltanto: pregate per me, perché io impari sempre più ad amare il Signore. Pregate per me, perché io impari ad amare sempre più il suo gregge – voi, la Santa Chiesa, ciascuno di voi singolarmente e voi tutti insieme. Pregate per me, perché io non fugga, per paura, davanti ai lupi. Preghiamo gli uni per gli altri, perché il Signore ci porti e noi impariamo a portarci gli uni gli altri. 

Il secondo segno, con cui viene rappresentato nella liturgia odierna l’insediamento nel Ministero Petrino, è la consegna dell’anello del pescatore. La chiamata di Pietro ad essere pastore, che abbiamo udito nel Vangelo, fa seguito alla narrazione di una pesca abbondante: dopo una notte, nella quale avevano gettato le reti senza successo, i discepoli vedono sulla riva il Signore Risorto. Egli comanda loro di tornare a pescare ancora una volta ed ecco che la rete diviene così piena che essi non riescono a tirarla su; 153 grossi pesci: “E sebbene fossero così tanti, la rete non si strappò” (Gv 21, 11). Questo racconto, al termine del cammino terreno di Gesù con i suoi discepoli, corrisponde ad un racconto dell’inizio: anche allora i discepoli non avevano pescato nulla durante tutta la notte; anche allora Gesù aveva invitato Simone ad andare al largo ancora una volta. E Simone, che ancora non era chiamato Pietro, diede la mirabile risposta: Maestro, sulla tua parola getterò le reti! Ed ecco il conferimento della missione: “Non temere! D’ora in poi sarai pescatore di uomini” (Lc 5, 1–11). Anche oggi viene detto alla Chiesa e ai successori degli apostoli di prendere il largo nel mare della storia e di gettare le reti, per conquistare gli uomini al Vangelo – a Dio, a Cristo, alla vera vita. 

I Padri hanno dedicato un commento molto particolare anche a questo singolare compito. Essi dicono così: per il pesce, creato per l’acqua, è mortale essere tirato fuori dal mare. Esso viene sottratto al suo elemento vitale per servire di nutrimento all’uomo. Ma nella missione del pescatore di uomini avviene il contrario. Noi uomini viviamo alienati, nelle acque salate della sofferenza e della morte; in un mare di oscurità senza luce. La rete del Vangelo ci tira fuori dalle acque della morte e ci porta nello splendore della luce di Dio, nella vera vita. 
E’ proprio così – nella missione di pescatore di uomini, al seguito di Cristo, occorre portare gli uomini fuori dal mare salato di tutte le alienazioni verso la terra della vita, verso la luce di Dio. 
E’ proprio così: noi esistiamo per mostrare Dio agli uomini. E solo laddove si vede Dio, comincia veramente la vita. Solo quando incontriamo in Cristo il Dio vivente, noi conosciamo che cosa è la vita. Non siamo il prodotto casuale e senza senso dell’evoluzione. Ciascuno di noi è il frutto di un pensiero di Dio. Ciascuno di noi è voluto, ciascuno è amato, ciascuno è necessario. Non vi è niente di più bello che essere raggiunti, sorpresi dal Vangelo, da Cristo. Non vi è niente di più bello che conoscere Lui e comunicare agli altri l’amicizia con lui. Il compito del pastore, del pescatore di uomini può spesso apparire faticoso. Ma è bello e grande, perché in definitiva è un servizio alla gioia, alla gioia di Dio che vuol fare il suo ingresso nel mondo. 

Vorrei qui rilevare ancora una cosa: sia nell’immagine del pastore che in quella del pescatore emerge in modo molto esplicito la chiamata all’unità. “Ho ancora altre pecore, che non sono di questo ovile; anch’esse io devo condurre ed ascolteranno la mia voce e diverranno un solo gregge e un solo pastore” (Gv 10, 16), dice Gesù al termine del discorso del buon pastore. E il racconto dei 153 grossi pesci termina con la gioiosa constatazione: “sebbene fossero così tanti, la rete non si strappò” (Gv 21, 11). Ahimè, amato Signore, essa ora si è strappata! vorremmo dire addolorati. Ma no – non dobbiamo essere tristi! Rallegriamoci per la tua promessa, che non delude, e facciamo tutto il possibile per percorrere la via verso l’unità, che tu hai promesso. Facciamo memoria di essa nella preghiera al Signore, come mendicanti: sì, Signore, ricordati di quanto hai promesso. Fa’ che siamo un solo pastore ed un solo gregge! Non permettere che la tua rete si strappi ed aiutaci ad essere servitori dell’unità!

In questo momento il mio ricordo ritorna al 22 ottobre 1978, quando Papa Giovanni Paolo II iniziò il suo ministero qui sulla Piazza di San Pietro. Ancora, e continuamente, mi risuonano nelle orecchie le sue parole di allora: “Non abbiate paura, aprite anzi spalancate le porte a Cristo!” Il Papa parlava ai forti, ai potenti del mondo, i quali avevano paura che Cristo potesse portar via qualcosa del loro potere, se lo avessero lasciato entrare e concesso la libertà alla fede. Sì, egli avrebbe certamente portato via loro qualcosa: il dominio della corruzione, dello stravolgimento del diritto, dell’arbitrio. Ma non avrebbe portato via nulla di ciò che appartiene alla libertà dell’uomo, alla sua dignità, all’edificazione di una società giusta. 
Il Papa parlava inoltre a tutti gli uomini, soprattutto ai giovani. Non abbiamo forse tutti in qualche modo paura - se lasciamo entrare Cristo totalmente dentro di noi, se ci apriamo totalmente a lui – paura che Egli possa portar via qualcosa della nostra vita? Non abbiamo forse paura di rinunciare a qualcosa di grande, di unico, che rende la vita così bella? Non rischiamo di trovarci poi nell’angustia e privati della libertà? Ed ancora una volta il Papa voleva dire: no! chi fa entrare Cristo, non perde nulla, nulla – assolutamente nulla di ciò che rende la vita libera, bella e grande. No! solo in quest’amicizia si spalancano le porte della vita. Solo in quest’amicizia si dischiudono realmente le grandi potenzialità della condizione umana. Solo in quest’amicizia noi sperimentiamo ciò che è bello e ciò che libera. 

Così, oggi, io vorrei, con grande forza e grande convinzione, a partire dall’esperienza di una lunga vita personale, dire a voi, cari giovani: non abbiate paura di Cristo! Egli non toglie nulla, e dona tutto. Chi si dona a lui, riceve il centuplo. Sì, aprite, spalancate le porte a Cristo – e troverete la vera vita. Amen.

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