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venerdì 30 novembre 2018

Gli uomini sono crudeli. Il precetto d'amore fraterno è il più calpestato da essi.


Prima domenica d'Avvento


1 dicembre 1946

   Introito: Salmo 25 (24), 1-4.
   Orazione: Risveglia, te ne preghiamo o Signore, la tua potenza e vieni, per farci meritare di essere sottratti con la tua protezione e salvati col tuo aiuto dai pericoli che ci sovrastano a causa dei nostri peccati.
   Epistola: Romani 13, 11-14.
   Graduale: Salmo 25 (24), 3-4; 85 (84), 8.
   Vangelo: Luca 21, 25-33.
   Offertorio: Salmo 25 (24), 1-3.
   Segreta: Queste cose sacre, o Signore, dopo averci purificati con la loro potente virtù, ci facciano giungere più puri al loro principio.
   Comunione: Salmo 85 (84), 13.
   Dopocomunione:
Facci ricevere, o Signore, la tua misericordia in mezzo al tuo tempio, affinché prepariamo con i dovuti onori le vicine solennità della nostra redenzione.
  

   Dice Azaria:

   «È faticoso, quando gli uomini appesantiscono o feriscono le ali, alzarsi con lo spirito a Dio. Gli uomini sono crudeli.
   Il precetto d'amore fraterno è il più calpestato da essi. Con l'accanimento di un folle sanguinario, o di un bambino su un giocattolo, a seconda del caso e dell'individuo, essi si accaniscono sui fratelli, e specie, potrei dire: unicamente, su quelli fra i fratelli che, per la loro formazione spirituale, li fanno sicuri che non reagiranno rendendo male per male.
   Ma, anima mia, anche se è faticoso, occorre farlo, anzi più è faticoso occorre farlo, perché nessuno può sanare le ferite date dagli uomini allo spirito se non il Medico, il Confortatore degli spiriti: Dio, il Padre buono che non delude chi in Lui confida.

   Sei così ferita che non puoi volare? Come una colomba che il cacciatore ha piagata mentre andava sicura verso il suo buon padrone e che, non potendo più volare alta e rapida, va con brevi voli, con rapidi passi, soffocando, con la volontà di andare al suo padrone che l'ama, la voce della carne che soffre e implora di non sottoporla ad altri sforzi e dolori, così tu, povera ferita, va', va' almeno sotto al raggio del tuo Sole, e poniti là, guardandolo, amandolo, stendendo le tue ali ferite perché Egli veda lo strazio che ti hanno dato gli uomini, e ti medichi coi balsami del suo amore.

   Anima mia, non rivolgerti più agli uomini. I loro consigli sono: quali malvagi, quali derisori, quali stentati; i migliori simili a quelli che un guercio può dare nel crepuscolo a coloro che gli chiedono quale è la via da seguire. Solo Dio vede, solo Dio sa, solo Dio ama con perfezione.

   Anima mia, non sei tu la piccola voce? Non ti è Egli Maestro? Puoi dubitare che Egli non sia Colui che ti parla e che ti conduce come sua agnella più cara? Segui le sue voci e i suoi sentieri. Mai ti ha lasciato errare. Ti ha presa dal seno della madre, ti ha vegliata nella infanzia, nella puerizia, nella fanciullezza, giovinezza ed età matura. Ti ha istruita, ti ha protetta, ha scansato da te quelli che potevano in un modo o nell'altro nuocerti realmente, ti ha avvicinata a persone o a cose che potevano giovarti. Come un Padre e come un Amante. Ciò che è per te. Non ha atteso la tua preghiera per risvegliare la sua potenza e venire. Prima ancora che tu sapessi cosa è amare, ti ha teso le braccia. Solo io, tuo angelo custode, so quanto ti ha amata il Signore, e quanto ti ama.

   Ed ora io ti dico ciò che Paolo diceva ai Romani. Ma te lo dico in un altro senso di quello che Paolo ha dato al suo dire. Ti dico: la tua salvezza è più vicina ora di quanto tu puoi immaginare. La notte è inoltrata. Il più del periodo triste e buio è passato e il giorno si avvicina. Mi intendi? Il giorno si avvicina. Quando si avvicina il giorno, e giorno di Dio, i convitati si apprestano alla festa. Si levano le vesti di lutto e di dolore, e si vestono di vesti bianche e luminose e si osservano attentamente se neppur un piccolo "che" di impuro resta indosso. Anima mia, l'ora che precede l'alba è la più nera della notte, ma poi sorge il sole. Anima mia, l'amante che attende lo sposo anticipa l'ora mattutina per esser pronta al suo venire.

   Io non ti parlo mai del Vangelo perché è il Signore Ss. il tuo Maestro nel Vangelo. Ma oggi ti dico: Quando vedrai che tutto, in una particolare piccola apocalisse, ti si volterà contro per darti dolore e sconvolgerti, quando ti sentirai tramortire dallo sbigottimento per tanto accanirsi di forze contrarie a te, quando ti sembrerà che persino il Cielo sia sordo al tuo soffrire, allora alza il capo perché il tuo gaudio sarà vicino.
   Non sto, ché troppo è chiara l'epistola, a spiegarti le parole di Paolo. Ma termino con le parole della Comunione: "Il Signore si mostrerà benigno".
   Gloria al Padre, al Figlio, allo Spirito Santo».

AMDG et DVM