venerdì 26 ottobre 2018

L'accesso all'acqua è un diritto naturale, un bene comune di valore universale.

La Commissione Ambiente del parlamento europeo ha respinto la richiesta di riconoscere l’acqua come bene comune e universale nel silenzio dei mezzi di comunicazione. La petizione era stata avanzata dal movimento Right2Water, supportata da ben un milione e seicentomila firme di cittadini europei. In compenso a Strasburgo hanno votato una raccomandazione che impegna a disincentivare l’uso delle bottiglie di plastica come recipiente idrico. Guardano il dito e ignorano la luna, gli inutili deputati tanto vicini agli interessi delle lobby.
Al di là dell’orientamento politico di chi ha lanciato la proposta, va gridato alto e forte che l’acqua è per tutti i viventi un bene comune e universale. Non esitiamo a definirlo un diritto naturale. Il mercato misura di tutte le cose non è d’accordo; la ricerca, captazione, conservazione e distribuzione idrica è un grande affare, specie in epoca di cambi climatici e rischio di desertificazione per tratti di territorio che lambiscono la stessa Unione Europea. Non si faranno sottrarre facilmente lo sfruttamento di una risorsa tanto importante, ma occorre ribadire e dichiarare obiettivo politico che l’acqua va sottratta all’arbitrio del profitto e posta sotto il controllo dell’autorità pubblica, cioè dello Stato.
È urgente restituire significato concreto al concetto di beni comuni. Vale la pena riportare la definizione tratta dall’enciclopedia Treccani: l’insieme delle risorse, materiali e immateriali, utilizzate da più individui e che possono essere considerate patrimonio collettivo dell’umanità. Si tratta generalmente di risorse che non presentano restrizioni nell’accesso e sono indispensabili alla sopravvivenza umana e/o oggetto di accrescimento con l’uso. Secondo l’economista Giovanna Ricoveri, “in quanto risorse collettive, tutte le specie esercitano un uguale diritto su di esse e rappresentano uno dei fondamenti del benessere e della ricchezza reale.” I beni comuni, necessari per la vita o preordinati a realizzare interessi di particolare rilevanza per le persone, di cui investono diritti fondamentali, si caratterizzano per l’uso generale, con conseguente non assoggettabilità ad un prezzo quale corrispettivo del loro utilizzo. Ciò li sottrae alle logiche del mercato, soprattutto nelle forme della privatizzazione.
Non sappiamo immaginare un altro bene più universale dell’acqua, elemento senza il quale non vi è vita. Il beniamino della superstizione apocrifa del mercato, Adam Smith, scrisse, a proposito dell’avidità, “tutto per noi e niente per gli altri sembra essere stata la vile massima di tutti i padroni del genere umano”. Chi è proprietario dell’acqua, ne controlla prezzo e distribuzione, si converte in padrone del genere umano, dunque non possiamo permettere che sia una società anonima per azioni, magari una multinazionale che irrompe sul mercato di quei beni che vengono chiamati, nella lingua di legno del mondo economico finanziario, utilities, ciò che occorre alla vita.
Un pensatore che mosse dal marxismo per approdare a un intransigente antitotalitarismo, Karl August Wittfogel dedicò il suo capolavoro, Il dispotismo orientale, a spiegare la sua originale “teoria idraulica”, in base alla quale le grandi civiltà africane ed asiatiche si formarono lungo le vie d’acque (Nilo, Tigri, Eufrate, Indo, Fiume Azzurro), con la necessità di controllare la risorsa fondamentale attraverso una forte centralizzazione del potere. Secondo lo studioso tedesco, ciò spiegherebbe la natura autoritaria delle forme di potere orientali, ereditate dal marxismo novecentesco. Oggi l’erede di quel dispotismo è il liberismo economico che concentra in pochissime mani ricchezza e beni, dichiarando naturale la logica sovrastante, ovvero quella di un mercato rovesciato in monopolio o cartello.
Il potere sottilmente dispotico delle oligarchie economico finanziarie sottrae risorse, cancella la libertà e persino la proprietà. Non vi è poi molto da stupirsi, se rileggiamo un passo della mitizzata dichiarazione giacobina dei diritti dell’uomo e del cittadino, che proclama la proprietà diritto “inviolabile e sacro”. Sorprende tutt’al più l’utilizzo di un termine, sacro, tipico del lessico religioso e spirituale, per definire un elemento tanto materiale.
Immuni da pulsioni collettiviste, siamo convinti che alcuni beni non possano essere definiti che in termini di diritto pubblico. L’acqua è il primo e più importante di tutti, per le ragioni dette, tanto evidenti da non richiedere dimostrazione.  L’accesso all’acqua è un diritto naturale, un bene comune di valore universale. Usi, consuetudini, scelte politiche, valutazioni di opportunità possono certamente affidarne la gestione pratica a soggetti privati, ma sempre nella supremazia del pubblico interesse.
Una volta ancora, l’Europea reale si schiera contro la logica e contro i popoli che ne hanno forgiato la civiltà. Più in profondità, oltre le scelte improvvide di membri di un simil-parlamento prigioniero di gruppi di interesse, si impone una riflessione amara sulla fase discendente della nostra civilizzazione. Ogni gesto, ogni scelta dell’uomo occidentale, ribattezzato dal grande psichiatra Vittorino Andreoli homo stupidus stupidus, si rivela come una lotta contro l’ordine della natura. Si nega il carattere di bene comune dell’acqua, l’elemento senza il quale la vita cessa, negando la sua evidente qualità di diritto universale, ma si definisce diritto ogni capriccio o desiderio.
Un brano del rapper J-Ax diffonde l’idea che avere figli è un diritto da realizzare con qualunque mezzo; Obama considerò “diritto umano fondamentale” le nozze omosessuali; potenti settori del femminismo radicale negano l’evidenza biologica della maternità femminile, attribuendola al potere patriarcale. Avanza da ogni lato, nell’Occidente terminale, una visione anti naturale dell’esistenza umana, dietro la quale c’è la mano, tutt’altro che invisibile, del dominus Denaro. Tutto deve essere oggetto di scambio economico, compravendita, nulla è sottratto alla logica meccanica del profitto che si fa ideologia di dominio, schiavitù, abolendo qualunque limite, a partire dell’oggettività della Natura.
Privato della “coscienza infelice”, l’uomo nuovo si allontana dalla consapevolezza della propria caducità e dal desiderio di immutabile, si sottrae al giudizio morale, si disfa di ogni retaggio etico e si consegna a un destino di bestia intelligente, ma non più ragionevole.  Nulla di tutto questo, ovviamente, ha sfiorato la mente degli europarlamentari sulla questione dell’acqua, ma il dispotismo oligarchico da cui siamo pervasi sottrae quotidianamente spazi di libertà che attribuisce a se stesso, l’Iperpadrone Globale in grado di derubarci dell’acqua, al limite di determinare la vita e la morte chiudendo rubinetti e paratie.
Viene in mente il tema della morte per acqua nella Terra desolata di T.S. Eliot. La figura è quella di Fleba il fenicio, “che un tempo è stato bello e ben fatto”, l’uomo che trascorse la vita intera secondo la logica del “guadagno e della perdita”. Una futile vita cui pose fine l’annegamento durante un viaggio commerciale.
Tale sarà il destino dei padroni dell’acqua; annegheranno in ciò che ci sottraggono, se prenderemo atto che la tirannia progressiva in nome del finto mercato, divinità inesistente, non è inevitabile ma vincente solo in quanto da noi accettata. L’Homo Stupidus Stupidus, sembra posseduto, insieme con una febbrile ebbrezza di libertà, da un oscuro desiderio di schiavitù, la servitù volontaria che ci consegna ai detentori di un composto chimico molecolare vitale, l’unione miracolosa di due atomi di idrogeno legati a uno di ossigeno.

mercoledì 24 ottobre 2018

San Raffaele Arcangelo - Sant'Antonio Maria Claret

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Dal libro di Tobia
Tob 12:1-4
1 Tobia chiamò a sé suo figlio, e gli disse: Che possiamo dare a quest'uomo santo, che è venuto con te?
2 E Tobiolo rispose e disse a suo padre: Padre, qual ricompensa gli daremo? qual cosa può essere proporzionata ai suoi benefizi?
3 Egli m'ha condotto e rimenato sano, egli stesso ha riscosso il denaro da Gabelo, egli m'ha fatto aver moglie, e ha tenuto lungi da lei il demonio, ha consolato i suoi genitori, ha salvato me stesso dall'esser divorato dal pesce, a te pure ha dato di rivedere la luce del cielo, e per lui siamo stati ricolmi d'ogni bene. Che potremo dargli che sia proporzionato a tutto questo?
4 Ma ti prego, padre mio, di supplicarlo, se mai si degnasse di prendersi la metà di tutto ciò ch'è stato portato.
V. E tu, o Signore, abbi pietà di noi.
R. Grazie a Dio.



Lettura 2
Tob 12:5-13
5 E il padre e il figlio chiamatolo e tiratolo in disparte, cominciarono a pregarlo che si degnasse di accettare la metà di tutto quello che avevano portato. 
6 Allora egli disse loro in segreto: Benedite il Dio del cielo, e glorificatelo dinanzi a tutti i viventi, perché ha usato con voi la sua misericordia. 
7 Perché è bene di tener nascosto il segreto del re: ma è cosa lodevole rivelare e manifestare le opere di Dio. 
8 Buona cosa è l'orazione unita al digiuno, e l'elemosina è meglio che metter da parte tesori d'oro: 
9 Perché l'elemosina libera dalla morte, ed è essa che cancella i peccati, e fa trovare la misericordia e la vita eterna. 
10 Quelli invece che commettono il peccato e l'iniquità, sono nemici dell'anima propria. 
11 Pertanto vi manifesto la verità, e non vi terrò più nascosto questo mistero. 
12 Quando tu pregavi con lacrime e seppellivi i morti, e, lasciando il tuo pranzo, nascondevi di giorno i morti in casa tua, e di notte li seppellivi, io presentai al Signore la tua orazione. 
13 E siccome tu eri accetto a Dio, fu necessario che la tentazione ti provasse.
V. E tu, o Signore, abbi pietà di noi.
R. Grazie a Dio.




Lettura 3
Tob 12:14-22
14 E adesso il Signore m'ha mandato a guarirti, e a liberare dal demonio Sara moglie del tuo figlio. 
15 Perché io sono l'Angelo Raffaele, uno dei sette, che stiamo dinanzi al Signore. 
16 Udite tali cose, si conturbarono, e caddero tremanti colla faccia per terra. 
17 E l'Angelo disse loro: La pace sia con voi, non temete. 
18 Se infatti sono stato con voi, è stato per volere di Dio: beneditelo e lodatelo. 
19 A voi sembrava veramente ch'io mangiassi e bevessi, ma io mi servo di un cibo invisibile, e d'una bevanda, che non può esser vista dagli uomini. 
20 Ora è tempo che ritorni a colui, che mi ha mandato: or voi benedite Dio, e raccontate tutte le sue meraviglie. 
21 E detto ciò, disparve dagli occhi loro, ed essi non poterono più vederlo. 
22 Allora prostrati per tre ore colla faccia per terra, benedissero Dio, quindi, rialzatisi, raccontarono tutte le sue meraviglie.

V. E tu, o Signore, abbi pietà di noi.
R. Grazie a Dio.
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Antonio Maria Claret nacque a Sallent, in Spagna, da pii e agiati genitori. 
Da giovane esercitò il mestiere di tessitore; poi, divenuto sacerdote, dapprima esercitò il ministero parrocchiale e in seguito si recò a Roma per essere inviato dalla Congregazione della Propagazione della fede in terra di missione. 
Ma Dio dispose che ritornasse invece in Spagna e percorresse come missionario apostolico la Catalogna e le Isole Fortunate. 

Fu fecondo scrittore di buoni libri e fondò la congregazione dei Figli del Cuore immacolato di Maria. 
Quando fu elevato alla sede arcivescovile di Santiago, a Cuba, rifulsero mirabilmente le sue virtù di zelante pastore: ripristinò il seminario, promosse la formazione culturale e disciplinare del clero, fondò opere sociali, istituì la congregazione delle suore insegnanti di Maria immacolata per l'educazione cristiana delle fanciulle. 
Infine andò a Madrid come confessore e consigliere della regina di Spagna per gravissimi affari ecclesiastici, dando chiarissimo esempio di austerità e di ogni virtù. 

Al concilio Vaticano difese indefessamente l'infallibilità del romano Pontefice. 
Propagò splendidamente la devozione al santissimo Sacramento, al Cuore immacolato di Maria e al rosario. 

Morì esule a Fontefreddo, in Francia, nel 1870. Famoso per i suoi miracoli, fu proclamato beato da papa Pio XI e santo da Pio XII.

V. E tu, o Signore, abbi pietà di noi.
R. Grazie a Dio.

AVE MARIA PURISSIMA!

martedì 23 ottobre 2018

NESSUNO NESSUNO NESSUNO può servire a due padroni!

Il Signore vi chiede di essere forti
di fronte allo spirito del denaro 
CHE È L’ANTICRISTO
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Mercoledì, 29 ottobre 2008

GESÙ:   Presto verrà l’ora del Trionfo di DIO. Sarà il Tempo del raduno per il Mondo Nuovo.

Il Mondo entrerà sempre più profondamente in una crisi senza uscita, con dei giorni di calma che faranno credere che il denaro delle Banche sia ancora in piedi, ben vivo e valido.

È come quando il Popolo Ebreo, uscito dall’Egitto,  attese per 40 giorni Mosé con le Tavole della Legge; non vedendolo scendere dal Monte Sinai, gli Israeliti cominciarono a dubitare, e organizzarono un festino in onore del Nuovo DIO, quel Vitello d’ORO che si costruirono e che adorarono al posto dell’Eterno.

Alla vista di quell’orgia, Mosé si adirò. Ma DIO, di fronte a quella scena di paganesimo, propose a Mosé di annientare quel popolo. Mosé lo supplicò di risparmiarlo, e il Signore rinunciò al proposito di nuocere al Suo popolo, promettendogli di farne una grande Nazione.

In San Matteo (6,24) sta scritto: “Nessuno può servire a due padroni: o odierà l’uno e amerà l’altro, o preferirà l’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire DIO e il Denaro.”

La ricchezza chiude l’uomo in se stesso, e soffoca il suo bisogno di DIO. È necessaria tutta la Potenza di DIO per cambiare il cuore dell’uomo.

Il denaro è considerato come l’Anticristo. Da sempre, ha regnato da padrone assoluto. Popolazioni intere, per conquistarlo o possederlo, si uccisero tra di loro. E tutti quelli che non poterono averlo, ebbero solo diritto alla più umiliante delle situazioni.

Attualmente, ci sono ancora gli schiavi dei ricchi, quei poveri rifiutati che vivono di elemosina, che dormono sulle strade. Sono gli esiliati, i rifiutati dappertutto, ignorati dallo Stato, ignorati dalle Chiese. Non avendo né un riparo per l’inverno, né acqua per bere o per lavarsi, muoiono ai bordi delle strade e non hanno tombe per essere ricordati. E chi andrebbe a piangere per questi esseri “insignificanti”, che non hanno nemmeno un nome? Sconosciuti dallo Stato Civile, essi sono vissuti soltanto per dire a tutti noi, che anche loro, come noi, avevano «DIO in loro» e che hanno il diritto e il dovere di dirci:  «Se sapeste come DIO odia il denaro ! Avreste paura di possedere questo mostro che uccide DIO tutti i giorni, davanti ai vostri occhi.» Esso fa dei miracoli così strabilianti, che davanti a un simile Anticristo, il « più vicino a Satana », voi siete talmente in ammirazione, che DIO ne piange con lacrime di sangue. Ha preso tutto il posto del DIVINO. Il suo trono è il Mondo.

Costruisce città e palazzi, innalza Torri più alte della Santa CROCE che Io chiedevo a Dozulé per annunciare il Mio Ritorno nella Gloria. Tutto questo insieme costruito sull’acqua ricoperta di terra, è a gloria del DIO DENARO.

È dappertutto. L’onore che  riceve perfino nella Mia Casa è l’accoglienza di tutta questa Società che ha un nome, da erede a erede, da Re a Re, da Presidente di un Paese ad un altro che ne prende il posto. La Mia Chiesa ha paura dei poveri e, come un tempo, continua ad accogliere i mercanti famosi, quelli che hanno come carta d’identità un nome nel Potere, e una famiglia onorevole nel denaro.
E voi state ancora lì, a chiedervi chi è che prende il Mio Posto in tutti i luoghi? È il Mio Nemico giurato, fin da quando il Mondo si è incoronato tutto da solo al Mio Posto. Egli è il DIO di questo Mondo, è «il denaro» che Io vengo a distruggere, insieme a questo Mondo che l’ha adorato e l’ha scelto all’unanimità, grazie al suo Potere.

Ora, Io vengo a cercare i Miei eletti, Quelli che Mi hanno scelto e che Mi seguiranno, lì dove Io sono e dove sarò con loro, eternamente.

Che il vostro appello sia unanime e pieno d’AMORE !  Ed ecco che Io vengo. Amen!

VIENI, SIGNORE GESÙ, amen.
Se voi Mi chiamate con Tutto il vostro cuore,
Io sarò presto con voi, amen.

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AVE MARIA PURISSIMA!

lunedì 22 ottobre 2018

Festa di Sant’Antonio Maria Claret

23/24 ottobreSANT'ANTONIO MARIA CLARET Y CLARA'vescovo
 

Nacque a Sallent, nella diocesi catalano/spagnola di Vic, nel 1807. In giovane età si sentiva attratto dalla vita contemplativa e avrebbe voluto farsi certosino, ma ne fu sconsigliato da un sacerdote che intuì le sue grandi doti missionarie. Ordinato sacerdote, per diversi anni percorse la Catalogna predicando al popolo. 
Fondò la Congregazione dei Missionari Figli del Cuore Immacolato di Maria (Claretiani) nel 1849 e, fatto vescovo nell’isola di Cuba, si adoperò con grande impegno per la salvezza delle anime.     Guardò con particolare simpatia al mondo degli artisti, per i quali fondò addirittura un’accademia intitolata a S. Michele. Nel 1870 presso Fontfroide (Francia), terminò i suoi giorni nel bacio del Signore. Pio XII lo incluse nell’albo dei santi durante l’anno santo 1950.

Dalle "Opere" di Sant’Antonio Maria Claret, vescovo:

"Mossi dal fuoco dello Spirito Santo, gli apostoli percorsero tutta la terra.
Accesi dallo stesso fuoco i missionari apostolici raggiunsero, raggiungono e raggiungeranno i confini del mondo da un polo all'altro della terra per annunziare la parola di Dio, così da poter giustamente applicare a sé quelle parole dell’apostolo Paolo: "L’amore di Cristo ci spinge" (2 Cor 5, 14). La carità di Cristo ci sprona, ci spinge a correre e a volare, portati sulle ali di un santo zelo. Chi ama davvero, ama Dio e il prossimo. Chi è davvero zelante è anche amante, ma in un grado più alto, secondo il grado dell’amore; di modo che quanto più arde d’amore, tanto più è spinto dallo zelo. Se qualcuno non ha zelo, questo sta a testimoniare che nel suo cuore l’amore e la carità sono spenti. 
    Questo santo amore, infatti, non ha fine. La stessa cosa fa con il prossimo. Desidera e procura sollecitamente che tutti siano contenti su questa terra e felici e beati nella patria celeste; che tutti si salvino, che nessuno si perda per l’eternità. Né offenda Dio e resti, sia pure un istante, nel peccato. Così fecero i santi apostoli e tutti quelli che furono mossi da spirito apostolico. Io dico a me stesso
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   Il figlio del Cuore immacolato di Maria è una persona che arde di carità e dovunque passa brucia. Desidera effettivamente e si dà da fare con tutte le forze per infiammare gli uomini con il fuoco dell’amore divino. Non si lascia distogliere da nulla, gode delle privazioni, affronta le fatiche, abbraccia i travagli, si rallegra delle calunnie, è felice nei tormenti. A null’altro pensa se non come seguire Gesù Cristo e imitarlo nella preghiera, nella fatica, nella sopportazione e nel cercare sempre e solo la gloria di Dio e la salvezza delle anime."

Papa Benedetto XVI :
...Infine mi rivolgo ai giovani, ai malati e agli sposi novelli. Oggi la liturgia ci ricorda il Vescovo sant'Antonio Maria Claret, che si adoperò con costante generosità per la salvezza delle anime. La sua gloriosa testimonianza evangelica sostenga voi, cari giovani, nel cercare di essere ogni giorno fedeli a Cristo; incoraggi voi, cari ammalati, a seguire il Signore con fiducia nel tempo della sofferenza; aiuti voi, cari sposi novelli, a fare della vostra famiglia il luogo dove cresce l'amore verso Dio e verso i fratelli. (BENEDETTO XVI UDIENZA GENERALE Piazza San Pietro Mercoledì, 24 ottobre 2007)

[ Testo tratto dal sitoa cura dei Monaci Benedettini Silvestrini del Monastero San Vincenzo M. ]
http://www.autorescatolicos.org/misc06/jesusmartiballester120.pdf