mercoledì 18 aprile 2018

Ultimo Messaggio Pasquale del Beato Giovanni Paolo II, letto dal Segretario di Stato al termine della Santa Messa celebrata in piazza San Pietro il 27 marzo 2005

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 MESSAGGIO URBI ET ORBI 
DI SUA SANTITÀ GIOVANNI PAOLO II
1. << Mane nobiscum, Domine!
Resta con noi, Signore! (cfr Lc 24, 29).
Con queste parole i discepoli di Emmaus
invitarono il misterioso Viandante
a restare con loro, mentre volgeva al tramonto
quel primo giorno dopo il sabato
in cui l’incredibile era accaduto.
Secondo la promessa, Cristo era risorto;
ma essi non lo sapevano ancora.
Tuttavia le parole del Viandante lungo la strada
avevano progressivamente riscaldato il loro cuore.
Per questo lo avevano invitato: “Resta con noi”.
Seduti poi intorno alla tavola della cena,
lo avevano riconosciuto allo “spezzare del pane”.
E subito Egli era sparito.
Dinanzi a loro era rimasto il pane spezzato,
e nel loro cuore la dolcezza di quelle sue parole.


2. Fratelli e Sorelle carissimi,
la Parola e il Pane dell’Eucaristia,
mistero e dono della Pasqua,
restano nei secoli come memoria perenne
della passione, morte e risurrezione di Cristo!
Anche noi oggi, Pasqua di Risurrezione,
con tutti i cristiani del mondo ripetiamo:
Gesù, crocifisso e risorto, rimani con noi!
Resta con noi, amico fedele e sicuro sostegno
dell’umanità in cammino sulle strade del tempo!
Tu, Parola vivente del Padre,
infondi fiducia e speranza in quanti cercano
il senso vero della loro esistenza.
Tu, Pane di vita eterna, nutri l’uomo
affamato di verità, di libertà, di giustizia e di pace.


3. Rimani con noi, Parola vivente del Padre, 
ed insegnaci parole e gesti di pace:
pace per la terra consacrata dal tuo sangue
e intrisa del sangue di tante vittime innocenti;
pace per i Paesi del Medio Oriente e dell'Africa,
dove pure tanto sangue continua ad essere versato;
pace per tutta l'umanità, su cui sempre incombe
il pericolo di guerre fratricide.
Rimani con noi, Pane di vita eterna,
spezzato e distribuito ai commensali:
dà anche a noi la forza di una solidarietà generosa
verso le moltitudini che, ancor oggi,
soffrono e muoiono di miseria e di fame,
decimate da epidemie letali
o prostrate da immani catastrofi naturali.
Per la forza della tua Risurrezione
siano anch'esse rese partecipi di una vita nuova. 


4. Anche noi, uomini e donne del terzo millennio,
abbiamo bisogno di Te, Signore risorto!
Rimani con noi ora e fino alla fine dei tempi.
Fa’ che il progresso materiale dei popoli
non offuschi mai i valori spirituali
che sono l’anima della loro civiltà.
Sostienici, Ti preghiamo, nel nostro cammino.
In Te noi crediamo, in Te speriamo,
perché Tu solo hai parole di vita eterna (cfr Gv 6, 68).
Mane nobiscum, Domine! 
Alleluia!
Buona Pasqua a tutti! >>

Dal Vaticano, 27 Marzo 2005, 
Pasqua di Risurrezione.
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Tilma di Nostra Signora di Guadalupe (Colei che schiaccia la testa a satana)

NON SI PUO' UCCIDERE UNA PERSONA PER SALVARNE UN'ALTRA



DIO GUARDA TUTTI UNO AD UNO E GIUDICHERÀ I PREDATORI DI ORGANI DI TUTTO IL MONDO E CHI COLLABORA CON LORO.
IO, CONCHIGLIA, IN NOME DI DIO ACCUSO:
GLI SCIENZIATI SENZA SCRUPOLI DI TUTTO IL MONDO, QUELLI CHE PER LA RICERCA VANNO CONTRO OGNI ETICA MORALE
I MEDICI DI TUTTO IL MONDO, QUELLI CHE IMPONGONO QUANDO VOGLIONO
LA MORTE AI MALATI PRELEVANDO I LORO ORGANI PER I TRAPIANTI
ARROGANDOSI UN DIRITTO CHE È SOLO DI DIO
I POTENTI DEI GOVERNI DI TUTTO IL MONDO, QUELLI CHE IMPONGONO IL CONCETTO E LA DICHIARAZIONE DI FALSA MORTE CEREBRALE
I GIORNALISTI DI TUTTO IL MONDO, QUELLI CHE SAPENDO TUTTO ACCETTANO LA CENSURA DEI LORO ARTICOLI 
I DIRIGENTI DELLE TELEVISIONI DI STATO E LE TELEVISIONI PRIVATE DI TUTTO IL MONDO,
QUELLI CHE IN CAMBIO DI DENARO PUBBLICIZZANO A FAVORE DEI TRAPIANTI DI ORGANI
IO, CONCHIGLIA, IN NOME DI DIO ACCUSO:
I SACERDOTI, VESCOVI E CARDINALI DELLA CHIESA CATTOLICA
QUELLI CHE PUR CONOSCENDO QUESTA ORRIBILE REALTÀ TACCIONO
E NON ALZANO LA VOCE A NOME DI DIO.
SATANA SI SERVE DEI SUOI SERVITORI MEDICI E DELLA COLLABORAZIONE DELLE ASSOCIAZIONI A LORO FEDELI, PER STRAPPARE IL CUORE DAL PETTO ED UCCIDERE VITE UMANE. SÌ, POICHÉ QUESTI MEDICI UCCIDONO DEGLI UOMINI INERTI CHE NON POSSONO DIFENDERSI E LI LASCIANO MORIRE SVENTRATI, ESPIANTATI COME ANIMALI D’ALLEVAMENTO, SENZA PIETÀ, SENZA L’AMORE E LE ATTENZIONI DEI PROPRI CARI, IN UNA FREDDA SALA OPERATORIA. OGGI I NUOVI MARTIRI SONO CRUDELMENTE TAGLIATI IN DUE DA UN BISTURI CHE PARTE DALLA GOLA FINO AL PUBE ESPIANTATI PER UN GIRO DI AFFARI DI MILIARDI DI DOLLARI… DENARO SPORCO CHE GRONDA DI SANGUE INNOCENTE.
Le persone semplici, per ignoranza, senza rendersene conto, diventano complici di tali atrocità nei riguardi dei loro cari. Non si può uccidere una persona per salvarne un’altra. L’Uomo non ha il diritto di decidere chi deve morire e chi deve vivere. Solo Dio è Padrone della Vita.
Non si può pensare di fare il bene facendo il male.

AMDG et DVM

martedì 17 aprile 2018

Martirologio Romano

SANTA CATERINA DI ALESSANDRIA CON LA PALMA DEL MARTIRIO

Martyrologium (anticip.)
April 18th anno Domini 2018 The 3rd Day of Moon

Solennità di san Giuseppe, Sposo della beata Vergine Maria, Confessore e Patrono della Chiesa universale.
18 Aprile

Presso il Monte Senàrio, in Toscana, il natale di sant'Amedéo Confessore, uno dei sette Fondatori dell'Ordine dei Servi della beata Vergine Maria, insigne per l'ardentissima carità verso Dio. La festa però di lui e dei Compagni si celebra il dodici Febbraio.

A Roma il beato Apollónio Senatore, il quale, sotto il Principe Cómmodo ed il Prefetto Perénnio, denunziato come Cristiano da un servo, e obbligato a render conto della sua fede, compose un insigne volume, che lesse in Senato, e nondimeno, per sentenza dei Senato, fu decapitato per Cristo.

A Messina, in Sicilia, il natale dei santi Martiri Eleutério, Vescovo Illirico, ed Anzia sua madre. Egli, essendo illustre per la santità della vita e per il dono dei miracoli, sotto il Principe Adriano, avendo superato il letto di ferro infuocato, la graticola e la caldaia bollente di olio, pece e resina, essendo stato gettato anche ai leoni, ma da quelli per nulla offeso, da ultimo fu trucidato insieme colla madre.

A Cordova, nella Spagna, san Perfètto, Prete e Martire, che fu ucciso colla spada dai Mori perchè predicava contro la setta di Maométto e professava con fermezza la fede di Cristo.

A Messina, in Sicilia, san Corébo Prefetto, che, convertito alla fede da sant'Eleutério, fu ucciso colla spada.
A Bréscia san Calogero Martire, il quale, convertito a Cristo dai santi Faustino e Giovita, sotto il Principe Adriàno finì la gloriosa battaglia della confessione.

A Milàno san Caldino, Cardinale e Vescovo della medesima città, il quale, finita una predica contro gii eretici, rese lo spirito a Dio.

V. Ed altrove molti altri santi Martiri e Confessori, e sante Vergini.
R. Grazie a Dio.


AMDG et DVM


LA SUPERBIA... è un tumore


Capitolo 17 
La superbia 

La superbia (1) È un tumore dell'anima pieno di sangue. Se matura scoppierà, emanando un orribile fetore. Il bagliore del lampo annuncia il fragore del tuono e la presenza della vanagloria annuncia (2) la superbia. 

L'anima del superbo raggiunge grandi altezze e da lì cade nell'abisso. Si ammala di superbia l'apostata di Dio ascrivendo alle proprie capacità le cose ben riuscite (3). 

Come colui che sale su una tela di ragno precipita, così cade colui che si appoggia alle proprie capacità. 

Un'abbondanza di frutti piega i rami dell'albero e un'abbondanza di virtù umilia la mente dell'uomo. 

Il frutto marcio È inutile al contadino e la virtù del superbo non È accetta a Dio. 

Il palo sostiene il ramo carico di frutti e il timore di Dio l'anima virtuosa. 

Come il peso dei frutti spezza il ramo così la superbia abbatte l'anima virtuosa. 

Non consegnare la tua anima alla superbia e non avrai terribili fantasie. 

L'anima del superbo È abbandonata da Dio e diviene oggetto di gioia maligna per i demoni. 
Di notte egli si immagina branchi di belve che l'assalgono e di giorno È sconvolto da pensieri di viltà. 

Quando dorme facilmente sussulta e quando veglia lo spaventa l'ombra di un uccello (4). 

Lo stormire delle fronde atterrisce il superbo e il suono dell'acqua spezza la sua anima. 

Colui che infatti poco prima si È opposto a Dio respingendo il suo soccorso, viene poi spaventato da volgari fantasmi. 

Capitolo 18 

La superbia precipitò l'arcangelo dal cielo (1) e come un fulmine lo fece piombare sulla terra.

 L'umiltà invece conduce l'uomo verso il cielo e lo prepara a far parte del coro degli angeli. Di che ti inorgoglisci, o uomo, quando per natura sei melma e putredine (2), e perché ti sollevi sopra le nuvole? Guarda alla tua natura poiché sei terra e cenere e fra un po' tornerai alla polvere (3), ora superbo e tra poco verme. 

A che pro sollevi il capo che tra non molto marcirà? Grande È l'uomo soccorso da Dio; una volta abbandonato egli riconobbe la debolezza della natura. 
Nulla possiedi che tu non abbia ricevuto da Dio. Perché dunque ti scoraggi per ciò che appartiene ad altri come se fosse tuo? 

Perché ti vanti di quel che viene dalla grazia di Dio come se fosse una tua personale proprietà? Riconosci colui che dona e non ti inorgoglire tanto: sei creatura di Dio, non disprezzare perciò il creatore. 
Dio ti soccorre, non respingere il beneficatore (4). 
Sei giunto alla sommità della tua condizione (5), ma lui ti ha guidato; hai agito rettamente secondo virtù ed egli ti ha condotto. 
Glorifica chi ti ha innalzato per rimanere al sicuro nelle altezze; riconosci colui che ha le tue stesse origini perché la sostanza È la medesima e non rifiutare per iattanza questa parentela. 

Capitolo 19 

Umile e moderato È colui che riconosce questa parentela; ma il demiurgo (1) plasmò sia lui sia il superbo. 
Non disprezzare l'umile: infatti egli È più al sicuro di te: cammina sulla terra e non precipita; ma colui che sale più in alto, se cade, si sfracellerà. 

Il monaco superbo È come un albero senza radici e non sopporta l'impeto del vento. 
Una mente senza boria (2) È come una cittadella ben munita e chi vi abita sarà imprendibile. 

Un soffio di vento solleva la festuca e l'insulto porta il superbo alla follia (3). 

Una bolla scoppiata svanisce e la memoria del superbo perisce. 

La parola dell'umile addolcisce l'anima, mentre quella del superbo È ripiena di millanteria. 

Dio si piega alla preghiera dell'umile, È invece esasperato dalla supplica del superbo. 

L'umiltà È la corona della casa e tiene al sicuro chi vi entra. 
Quando salirai al sommo delle virtù allora avrai molto bisogno di sicurezza. Colui infatti che cade sul pavimento rapidamente si rialza, ma chi precipita da grandi altezze, rischia la morte (4). 

La pietra preziosa si addice al bracciale d'oro e l'umiltà umana risplende di molte virtù.

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AMDG et DVM