martedì 23 gennaio 2018

SPOSALIZIO DELLA B.V.MARIA CON SAN GIUSEPPE

MISSAE PRO ALIQUIBUS LOCIS

FESTA JANUARII


Die 23 Januarii

IN DESPONSATIONE B. MARIAE V.

CUM S. JOSEPH




Introitus Sedulius




Oratio





FÁMULIS tuis, quaésumus, Dómine, caeléstis grátiae munus impertíre: ut, quibus beátae Vírginis partus éxstitit salútis exórdium ; desponsatiónis ejus votíva solémnitas, pacis tríbuat increméntum. Per Dóminum.

Et fit Commemoratio S. Joseph.


Oratio





SANCTÍSSIMAE Genitrícis tuae Sponsi, quaésumus, Dómine, méritis adjuvémur: ut, quod possibílitas nostra non óbtinet, ejus nobis intercessióne donétur: Qui vivis.



Léctio libri Sapiéntiae.

Prov. 8, 22-35





DÓMINUS possédit me in inítio viárum suárum, ántequam quidquam fáceret a princípio. Ab aetérno ordináta sum, et ex antíquis, ántequam terra fíeret. Nondum erant abýssi, et ego jam concépta eram: necdum fontes aquárum erúperant: necdum montes gravi mole constíterant: ante colles ego parturiébar: adhuc terram non fécerat, et flúmina, et cárdines orbis terrae. Quando praeparábat caelos, áderam: quando certa lege et gyro vallábat abýssos: quando aéthera firmábat sursum, et librábat fontes aquárum: quando circúmdabat mari términum suum, et legem ponébat aquis, ne transírent fines suos: quando appendébat fundaménta terrae. Cum eo eram cuncta compónens: et delectábar per síngulos dies, ludens coram eo omni témpore: ludens in orbe terrárum: et delíciae meae esse cum fíliis hóminum. Nunc ergo, fílii, audíte me: Beáti, qui custódiunt vias meas. Audíte disciplínam, et estóte sapiéntes, et nolíte abjícere eam. Beátus homo, qui audit me, et qui vígilat ad fores meas quotídie, et obsérvat ad postes óstii mei. Qui me invénerit, invéniet vitam, et háuriet salútem a Dómino.


Graduale Benedícta et venerábilis es, Virgo María: quae sine tactu pudóris invénta es mater Salvatóris. V/. Virgo Dei Génitrix, quem totus non capit orbis, in tua se clausit víscera factus homo.
Allelúja, allelúja. V/. Felix es, sacra Virgo María, et omni laude digníssima: quia ex te ortus est sol justítiae, Christus Deus noster. Allelúja.



Post Septuagesimam, omissis Allelúja et Versu sequenti, dicitur

Tractus Gaude, María Virgo, cunctas haéreses sola interemísti. V/. Quae Gabriélis Archángeli dictis credidísti. V/. Dum Virgo Deum et hóminem genuísti: et post partum, Virgo, invioláta permansísti. V/. Dei Génitrix, intercéde pro nobis.

Tempore autem Paschali omittitur Graduale, et ejus loco dicitur:


Allelúja, allelúja. V/. Virgo Dei Génitrix, quem totus non capit orbis, in tua se clausit víscera factus homo. A llelúja. V/. Felix es, sacra Virgo María, et omni laude digníssima: quia ex te ortus est sol justítiae, Christus Deus noster. Allelúja.




+ Sequéntia sancti Evangélii secúndum Matthaéum.

Matth. 1, 18-21





CUM esset desponsáta mater Jesu María Joseph, ántequam convenírent, invénta est in útero habens de Spíritu Sancto. Joseph autem vir ejus, cum esset justus, et nollet eam tradúcere, vóluit occúlte dimíttere eam. Haec autem eo cogitánte, ecce Angelus Dómini appáruit in somnis ei, dicens: Joseph, fili David, noli timére accípere Maríam cónjugem tuam: quod enim in ea natum est, de Spíritu Sancto est. Páriet autem fílium: et vocábis nomen ejus Jesum: ipse enim salvum fáciet pópulum suum a peccátis eórum.


Credo.


Offertorium Beáta es, Virgo María, quae ómnium portásti Creatórem: genuísti qui te fecit, et in aetérnum pérmanes Virgo.



Secreta





UNIGÉNITI tui, Dómine, nobis succúrrat humánitas: ut, qui natus de Vírgine, matris integritátem non mínuit, sed sacrávit ; in Desponsatiónis ejus solémniis, nostris nos piáculis éxuens, oblatiónem nostram tibi fáciat accéptam Jesus Christus Dóminus noster: Qui tecum.


Pro S. Joseph

Secreta





DÉBITUM tibi, Dómine, nostrae réddimus servitútis, supplíciter exorántes: ut, suffrágiis beáti Joseph, Sponsi Genitrícis Fílii tui Jesu Christi Dómini nostri, in nobis tua múnera tueáris, ob cujus venerándam commemoratiónem laudis tibi hóstias immolámus. Per eúmdem Dóminum.


Praefatio de beata Maria Virgine Et te in Desponsatióne.


Communio Beáta víscera Maríae Vírginis, quae portavérunt aetérni Patris Fílium.



Postcommunio





SÚMPSIMUS, Dómine, celebritátis ánnuae votíva sacraménta: praesta, quaésumus ; ut et temporális vitae nobis remédia praébeant, et aetérnae. Per Dóminum.



Pro S. Joseph

Postcommunio





ADÉSTO nobis, quaésumus, miséricors Deus: et, intercedénte pro nobis beáto Joseph Confessóre, tua circa nos propitiátus dona custódi. Per Dóminum.

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AMDG et DVM


Quanto più l'inferno è negato, tanto più si riempie!


GLORIA O DANNAZIONE 

Parole dall’inferno che guidano al Cielo

 PRESENTAZIONE 

Luce e tenebre si fanno concorrenza, ma non su un piano di parità, perché la luce è più forte delle tenebre: la luce può scacciare le tenebre, ma le tenebre non possono spegnere la luce. Anche Gesù e il diavolo si fanno concorrenza e anche in questo caso i due rivali non sono su un piano di parità: Gesù, Figlio eterno dell' eterno Padre, è più forte del suo nemico; Gesù può sconfiggere il diavolo, ma il diavolo non può nulla contro di Lui. 

Il vangelo ci testimonia che Gesù in molte occasioni ha scacciato il diavolo e che ha trasmesso questo potere alla sua Chiesa: "Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demoni (Mt 10, 8). La Chiesa, dunque, non solo può, ma deve continuare la battaglia iniziata dal suo Signore contro il potere del demonio. Lo fa con la predicazione del vangelo, lo fa con l'amministrazione dei sacramenti, lo fa con la sua azione pastorale e lo deve fare, quando occorre, anche con gli esorcismi. Nulla di nuovo fin qui. Ma ciò che può sorprendere in queste pagine è che il diavolo, su comando di un esorcista, si sia messo a dire la verità. Ma il diavolo non è definito da Gesù il "padre della menzogna" (Gv 8,44)? Certo, tale era e tale resta! Ma Gesù e "la Verità" (Gv 14, 6) e Gesù-Verità può costringere il diavolo-menzogna a collaborare alla riscoperta di un vangelo da tanti oggi purtroppo dimenticato o rifiutato. In questa nostra epoca il diavolo sta cantando vittoria a squarciagola: le sue strade sono molto più battute di quelle del Signore; trova le porte spalancate in tutti i campi, mentre per Gesù troppi cuori sono chiusi; ha quasi tutte le leve del potere in mano, mentre il vangelo sta sempre più perdendo terreno; la menzogna e il vizio dilagano, mentre la verità e la virtù sembrano morte e sepolte. Mai l'umanità è scesa tanto in basso. 

Già nel '52 il Papa Pio XII affermava: "Il mondo di oggi corre verso la propria rovina è tutto un mondo che bisogna rifare dalle fondamenta". E sei anni prima, con lucida analisi, si era così espresso: "L'oggetto contro il quale l'avversario dirige oggi i suoi assalti, aperti o dissimulati, non è più, come ordinariamente nel passato, l'uno o l'altro punto particolare della dottrina o della disciplina, ma piuttosto l'insieme della dottrina e della morale cristiana fino alle estreme conseguenze. In altri termini, si tratta di un assalto totale". Ma con profondo dolore bisogna aggiungere che se in passato gli assalti alla Chiesa provenivano prevalentemente dall' esterno, oggi sempre più spesso vengono anche dal suo interno. Il diavolo che ieri ha fatto crocifiggere il Cristo, cerca oggi di crocifiggere la Chiesa e lo fa in buona parte per mezzo di nuovi Giuda: figli e ministri della stessa Chiesa. 

Durante un esorcismo il diavolo ha svelato la sua terrificante strategia: "Ci saranno molti apostati e io mi servirò di molti preti per costruire la mia chiesa". Parola di diavolo? Sì, certo, ma anche parola di Papa. Paolo VI, in un primo tempo così ben disposto verso il dialogo col mondo e verso la riforma della Chiesa, nel '68 ha dovuto amaramente riconoscere: "La Chiesa si trova in un'ora inquieta di autocritica, si direbbe meglio di autodemolizione. E' come un rivolgimento acuto e complesso che nessuno si sarebbe atteso dopo il Concilio. La Chiesa quasi quasi viene a colpire se stessa". E quattro anni dopo ha confessato di avere la sensazione "che da qualche parte sia entrato il fumo di Satana nel tempio di Dio" 

Nel 1981 Giovanni Paolo Il con altrettanto coraggio ha riconosciuto il baratro in cui la Chiesa è stata precipitata da alcuni suoi figli e ministri: "Bisogna ammettere realisticamente e con profonda e sofferta sensibilità che i cristiani, oggi, in gran parte, si sentono smarriti, confusi, perplessi e perfino delusi; si sono sparse a piene mani idee contrastanti con la verità rivelata e da sempre insegnata; si sono propalate vere e proprie eresie, in campo dogmatico e morale, creando dubbi, confusioni, ribellioni; si è manomessa la liturgia; immersi nel relativismo intellettuale e morale, e perciò nel permissivismo, i cristiani sono tentati dall'ateismo, dall'agnosticismo, dall'illuminismo vagamente moralistico, da un cristianesimo sociologico, senza dogmi definiti e senza morale oggettiva". 

Certo, il diavolo non è l'unico responsabile di questo disastro, ma ne è il primo e principale istigatore, colui che disturba le menti degli uomini e le porta a confondere la verità con l'errore, il bene col male; colui che inaridisce i cuori e indebolisce le volontà. E così, per l'azione corrosiva e martellante di questo nemico invisibile, anche molti cristiani, da figli di Dio quali erano, si ritrovano ad essere povere larve di umanità, vermi striscianti, impantanati nel fango di una vita senza Dio e contro Dio. E la risposta di molti pastori di anime davanti a questo disastro è solo quella del silenzio sull' esistenza e sull' azione nefasta del diavolo. Alcuni altri poi, pastori rinnegati, 20 traditori del Signore e della loro missione, assassini di anime e nemici della verità, più ostinati nel demolire il regno di Dio che impegnati a edificano ... del diavolo negano perfino l'esistenza... con sua grande soddisfazione. Dunque, tace (o nega) chi dovrebbe parlare. Ma Gesù ci assicura: "Vi dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre" (Lc 19, 40). Parafrasando queste parole si sente affiorare una promessa ancora più sconcertante: "Vi dico che, se molti miei discepoli, se molti pastori che io vi ho dato taceranno, grideranno i demoni". E' la rivincita di Gesù che obbliga il diavolo a parlare di se stesso e contro se stesso, a svelare le sue perfide strategie, a metterci in guardia contro il pericolo che corriamo, a predicare il vangelo, soprattutto ciò che del vangelo è oggi taciuto o travisato. E' una strategia dell' amore di Gesù che si serve anche del diavolo per mantenere fede alla sua promessa: "Le porte dell'inferno non prevarranno contro la mia Chiesa" (cfr.: Mt 16, 18). 

In un esorcismo il diavolo ha dichiarato: "Sappiamo che non riusciremo mai a eliminare la Chiesa, ma non lasceremo nulla di intentato per procurarle tutto il male possibile". Sì, il diavolo sogna per la Chiesa tutto il male possibile, ma il Signore, che nella sua infinita e misteriosa sapienza sa trarre il bene anche dal male, lo obbliga a parlare e a gettare la maschera, lo costringe a svelare dove e quali trappole ha nascosto sul nostro cammino. Ci sono state e ci sono perfino anime sante a cui il Signore ha riservato una sorte, umanamente parlando, sventurata: tormentate per anni o per decenni dalla presenza diabolica, hanno sopportato per la gloria di Dio e per la redenzione dell' umanità sofferenze fisiche e spirituali inaudite. 

Vittime di una tormentosa ossessione diabolica furono ad esempio la beata Mjriam Baouardy von Abellin (suora carmelitana), Marie des Vallées (1590-1656), il beato Niklaus Wolf, Antoine Gay (1790-1871) e Suor Maria Maddalena della Passione (1845- 1921), fondatrice delle Suore Compassioniste e morta in concetto di santità. Furono anime ripiene di un Dio che spesso sembrava ostile, indifferente, o lontano da loro e contemporaneamente tormentate dalla presenza straziante del demonio. Dalla loro bocca il diavolo è stato costretto a parlare e a fare il gioco di Dio: dire quelle verità che mai avrebbe voluto ricordarci. In queste pagine abbiamo appunto una testimonianza di questo genere: Heinrich Kreuzer ha raccolto e ci ha riportato quanto il diavolo, con infinita rabbia, ha dovuto dire in diversi esorcismi per il nostro bene. Perché non approfittarne? Perché non meditare attentamente le parole di questo insolito predicatore? Mi auguro che questo scritto trovi ampia divulgazione per offrire al più largo numero possibile di persone delle riflessioni che... vengono dall'inferno, ma ... possono guidare al paradiso. 

Sac. Enzo Boninsegna Verona, 6 maggio 1994 

ESORCISMO DELL' 11/8/1983 

 L'INFERNO ESISTE ED E' ETERNO 

Esorcista - In nome di Dio Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, di' la verità, solo la verità, ciò che il Cielo ti comanda di dire per la gloria di Dio e per il bene delle anime; su tutto il resto taci! 

Demonio - Senti il tuono? (In questo momento rombi di tuono e lampi annunciano un temporale). E' l'Altissimo che si fa sentire; potrebbe farlo e a volte lo fa anche col terremoto. Io mi ribello; non vorrei dire ciò che giova alla vostra salvezza; non voglio dire questa tremenda verità. Lasciami! Lasciami! Non voglio parlare! 

Esorcista - Devi dire ciò che il Cielo ti comanda di dire. E' utilissimo che dalla tua bocca esca questa verità, soprattutto oggi che tante persone hanno perso la vera fede. Di' la verità in nome di... 

Demonio - Non vorrei dirlo, ma devo dirlo: l'inferno esiste ed è eterno. Pochi oggi ci credono a questa verità perché tutto congiura contro l'idea dell'inferno, ma è proprio per questo che l'inferno cresce e congiura con più forza contro di voi. Quanto più l'inferno è negato, tanto più si riempie! Si ride di questa verità come fosse frutto di fantasia, o come fosse una triste eredità di altri tempi. Soprattutto non credono all'inferno molti uomini di cultura. Si vorrebbe che l'inferno non ci fosse per poter peccare senza pagarne le conseguenze, per poter continuar a vivere nei propri vizi. Altri, che si ritengono credenti, sostengono che l'inferno non esiste e perciò garantiscono il paradiso per tutti, prima o poi, perché - dicono, ma si illudono - l'inferno sarebbe in contrasto con la misericordia dell'Altissimo. Questi si ingannano: non solo non conoscono la giustizia dell'Altissimo, giustizia che è terribile, ma non conoscono neanche la sua misericordia, che è vera solo se è in piena e perfetta armonia con la giustizia. Senti il tuono? Sottolinea la verità di quanto ho appena affermato. Ma ora non torturarmi più; basta farmi parlare! Basta! 

Esorcista - In nome di... 

Demonio - Il Cielo mi costringe a parlare e ora fa rimbombare il tuono per riaffermare questa spaventosa verità che io non vorrei manifestare. L'Altissimo vi ha fatto conoscere questa verità sull'inferno molte e molte volte, come testimonia la S. Scrittura. Quante volte vi ha parlato dell'inferno eterno, e del fuoco eterno che tortura, Colui che è la Verità e che è nato e ha voluto morire proprio per evitarvi di finire in quel luogo di perdizione in cui molti entrano e da cui nessuno esce! 

IL VANGELO VI GARANTISCE L'ESISTENZA DELL'INFERNO 

 Demonio - Come vi insegna la parabola del vangelo, il ricco epulone ha maledetto e dannato la sua vita con l'esagerato attaccamento ai piaceri di questo mondo. Dall'inferno ha poi invocato Abramo di mandare Lazzaro a intingere il dito nell'acqua per estinguere almeno un po' la sua sete disperata, perché bruciava nel fuoco. Ma la risposta di Abramo è stata negativa: "Tra noi e voi c'è un abisso incolmabile, così che nessuno di voi può venire tra noi e nessuno di noi può venire tra voi. Tu hai avuto le tue gioie nella vita e Lazzaro i suoi dolori; ora Lazzaro è nella gioia e tu nei tormenti". Il ricco epulone ha chiesto allora ad Abramo che Lazzaro, non potendo andare da lui, all'inferno, a lenire le sue pene, andasse almeno sulla terra ad avvertire i suoi cinque fratelli, per invitarli a cambiare vita, perché non finissero anch'essi nella condanna eterna. Ma la risposta di Abramo è stata chiara e ferma: "Chi è incredulo e ostinato nel peccato come lo fosti tu, che non hai voluto credere nei profeti, e come lo sono i tuoi fratelli, non crederebbe nemmeno se vedesse un morto risorgere 

GIOIE TERRENE E GIOIE ETERNE NON VANNO INSIEME 

 Demonio - Come allora il ricco epulone e i suoi fratelli non hanno creduto ai profeti, così è anche oggi, purtroppo. Purtroppo per voi e per il Cielo, ma a noi fa piacere! Vedere che in tutti 26 i tempi, e anche oggi, gli uomini sono affamati di gioie terrene, dà a noi una gran gioia infernale. Le gioie terrene portano alla dannazione eterna e coloro che cercano smodatamente queste gioie e credono di ottenere la beatitudine eterna si ingannano! Mi costa terribilmente ricordarvi questa verità, ma sono costretto a farlo. Ci sono sì, anche per chi vuole salvarsi, delle gioie terrene lecite, ma non sono mai in grande misura come tutto oggi vi porta a credere. Lui (Parla di Gesù) ve lo ha detto chiaramente: "Per entrare nel regno dei cieli bisogna farsi violenza, perché stretta è la porta e difficile la via che porta alla salvezza; mentre larga è la porta e comoda la strada che porta alla rovina Queste parole, come tutte le altre che vi ha detto Lui sono vere anche oggi e lo resteranno sempre. Sono vere, ma non vengono quasi più ricordate. Nei secoli passati invece queste parole venivano continuamente predicate e questo ha portato in Cielo folte schiere di uomini. Venivano loro ricordati abitualmente un salutare timore di Dio e un'altrettanto salutare paura dell'inferno. Senza questo timore e senza questa paura voi diventate incoscienti e ponete le premesse per la vostra rovina eterna. A noi fa piacere che molti preti non vi ricordino più queste cose: sono i nostri migliori apostoli, lavorano per noi: contro di Lui e contro di voi. 

IL SALUTARE PENSIERO DELLE REALTA' FINALI 

 Demonio - Quanto invece sarebbe salutare per voi meditare spesso sulle realtà della morte, del giudizio, dell'inferno e del paradiso. Per difendervi dal pensiero della morte, visto che non potete negare questa realtà, avete adottato la tattica della dimenticanza: non ci pensate quasi mai. E per difendervi dal pensiero del giudizio e dell'inferno avete usato la carta della misericordia dell'Altissimo. "E' un giudice buono - dite - per cui non può condannare i suoi figli; e se anche li condanna, sarà per un certo tempo, ma non per sempre". E così la vostra tendenza a fare il male non è più frenata dal pensiero della morte, che cercate di dimenticare, nè dal pensiero del giudizio e dell'inferno che cercate di ammorbidire. E la vostra fatica a fare il bene non viene vinta dal pensiero del paradiso: la speranza, il desiderio del premio che l'Altissimo vi ha promesso non vi affascina per niente, perché sono tutte qui sulla terra le cose che affascinano e incatenano il vostro cuore! 

NON ESISTE IL NULLA ETERNO 

Demonio - Non illudetevi che l'inferno eterno non esista: o perché l'Altissimo alla fine perdonerà anche i colpevoli, portandoli in paradiso, o perché i colpevoli verranno sprofondati nel nulla. Per i dannati sarebbe un premio ritornare nel nulla da cui sono venuti, ma questa grazia non sarà loro concessa, perché, lasciando impunite le colpe, verrebbe tradita la giustizia divina e l'Altissimo stesso farebbe un torto a coloro che in vita hanno subito gravi danni dai peccatori. Basta farmi parlare! Non ne posso più! 

Esorcista - Continua e parla in nome... 

Demonio - Colui che ha versato il suo Sangue per voi e vi ha garantito di essere "la Verità", vi ha detto chiaramente che per Giuda sarebbe stato meglio se non fosse mai nato. Non essere mai nati, o sprofondare nel nulla dopo la nascita sarebbe la stessa cosa. No, dopo la vita terrena c'è il giudizio e dopo il giudizio il premio o il castigo eterno, poiché l'Altissimo ha creato anime immortali, plasmate a sua immagine e somiglianza. Ora, come senti, sottolinea la verità delle parole che mi costringe a dirvi col tuono del temporale. Anche questa umiliazione a cui ci sottopone ci tormenta, ma siamo costretti a subire, come siamo costretti, sia pure contro voglia, a lodarlo e glorificarlo dicendo a voi quelle verità che odiamo con tutte le nostre forze. Noi che ci troviamo dentro in questa donna, e siamo in 20, siamo spiriti rinnegati, siamo dannati per sempre. E non solo noi venti: tantissimi altri, migliaia e migliaia sono dannati come noi e tutto facciamo per la vostra rovina. Basta, non voglio più parlare! 

LA CHIESA OGGI FA TROPPO POCO CONTRO L'INFERNO 

Esorcista - Di' ciò che il Cielo ti comanda di dire. 27

Demonio - Con le nuove idee che abbiamo inoculato nelle vostre menti in questi ultimi decenni, grazie a molti preti più assetati di novità che di verità, siamo riusciti a snervare la vostra Chiesa: molti vostri pastori e moltissimi fedeli non hanno più l'attenzione rivolta al vero fine della vita che è la salvezza eterna. Le vostre comunità cristiane o sono contagiate dagli stessi vizi del mondo, o sono paralizzate in uno stato di mediocrità e di indifferenza, o hanno organizzato le loro attività in modo da apparire ed essere di fatto più dei gruppi di volontariato per l'assistenza sociale, che non comunità che vivono e operano per la salvezza eterna dei propri membri e degli altri uomini. Con questo clima che si è creato tra di voi ... l'inferno ha praticamente via libera. Come certe cascate di sassi che rotolano dai fianchi di un monte, così moltissime anime piombano all'inferno nell'indifferenza generale. 

Pochi tra voi e pochi anche tra i vostri preti si danno pensiero di creare degli sbarramenti per fermare questa corsa di tante anime verso l'inferno: le lasciano precipitare nella rovina eterna senza nemmeno sospettare che è proprio questo ciò che avviene. Del resto, come possono fermarle in questa loro corsa verso il precipizio se essi stessi sono incamminati nella stessa direzione senza rendersene conto? Ingannati dal modernismo, questi preti diventano a loro volta ingannatori delle anime a loro affidate, o col silenzio, perché non parlano mai del rischio che corrono, o con la menzogna, perché negano la possibilità che si possa finire all'inferno. 

IL GIUDIZIO SARA' TERRIBILE 

 Demonio – Il giudizio dell'Altissimo sarà tremendo; non si compirà come, con faciloneria, tendete a raffigurarvelo voi uomini. L'Altissimo non sarà come un nonnino indulgente che, fatto qualche benevolo rimprovero ad alcuni, magari col sorriso sulle labbra, alla fine prende tutti sotto il suo manto dicendo: "Venite tutti, figli miei e miei sacerdoti, venite nel regno preparato per voi. Indipendentemente da come avete vissuto io vi voglio tutti salvi, perché sono un padre misericordioso. Qui avrete la gioia e sarà gioia per sempre". No! Non è così che andrà il giudizio, ma in modo spaventosamente diverso. Molti si sentiranno dire, come ricorda il vangelo: "Via da me, maledetti, nel fuoco eterno che è stato preparato ...". Basta, non voglio più parlare! 

Esorcista - Di' la verità fino in fondo. 

Demonio ... che l'Altissimo ha preparato per noi, angeli ribelli, e per voi, uomini peccatori". Basta torturarmi! Non farmi più parlare! 

IL TRIONFO DELL'INFERNO 

Esorcista - Nel nome di Dio e della SS.ma Vergine, prosegui. 

Demonio - E' un grande successo quello che siamo riusciti a ottenere: portare molti cristiani e molti preti a non credere più all'esistenza dell'inferno e convincere quelli che ci credono ancora a parlame il meno possibile. Tanto più l'inferno sarà vincitore quanto meno se ne parla. Un'altra nostra vittoria è l'avere convinto a non parlare quasi più neanche del purgatorio. Queste nostre vittorie tolgono importanza al peccato: com'è possibile per voi capire la gravità dei vostri peccati se non pensate più a quali conseguenze disastrose possono portarvi? Il peccato mortale non perdonato porta all'inferno; il peccato mortale perdonato e il peccato veniale portano in purgatorio. Ma non credendo più all'inferno e al purgatorio, o non pensandoci abbastanza, voi vi adagiate sempre piu nel peccato, senza rimorsi; il peccato è ormai diventato per voi regola di vita, un vero diluvio di male che sommerge la terra. E' ciò che sta avvenendo, con nostra grande soddisfazione e con vostro gravissimo danno. Una vittoria come questa non potevamo nemmeno sperarla! I vostri santi piangevano anche per piccole mancanze e si purificavano con aspre penitenze, voi invece peccate senza rimorsi e con l'approvazione di alcuni preti. E se qualcuno cerca di distogliervi dalle vostre colpe, voi vi difendete e giustificate il vostro peccato come fosse una cosa lecita o addirittura gradita all'Altissimo. Ci furono anche dei grandi santi che hanno commesso dei gravi peccati e hanno trovato nel pensiero dell'inferno il primo stimolo a cambiar vita e a iniziare un cammino che li ha portati alla santità eroica. (N.d.R. - S. Teresa d'Avila ebbe da Dio la grazia di vedere quale posto le sarebbe 28 toccato all' inferno, se avesse continuato nei suoi peccati. E' bastato questo a farle cambiare radicalmente la sua vita.). Il pensiero dell'inferno genera i santi, ma la dimenticanza dell'inferno ... riempie l'inferno. (Urla rabbiosamente). 

IL SANTO TIMORE DI DIO 

 Demonio - E' un grande successo per noi che la Chiesa oggi parli sempre meno del santo e salutare timore dell'Altissimo. Grazie alla nostra subdola opera, alcuni preti non ne parlano affatto; o perché non ci credono più nemmeno loro, o perché se ne vergognano, temendo di apparire ingenui e superati. Al contrario si coltiva il timore delle leggi, il timore dell'uomo, il timore delle umiliazioni, ma del timore dell'Altissimo va sparendo perfino l'ombra. Noi demòni siamo diventati i più grandi predicatori della misericordia del Cielo, ma la predichiamo disgiunta dalla giustizia e così vi portiamo fuori strada, vi facciamo credere che i vostri peccati non solo non vi porteranno all'inferno, ma resteranno del tutto impuniti. Sibilando nelle vostre anime che l'Altissimo è misericordioso e non ricordandovi che è anche giusto (come se la giustizia fosse la negazione della misericordia), vi portiamo non a ricambiare il suo amore, ma a calpestarlo, a offenderlo senza ritegno. Ed è quello che sempre più spesso fate, visto che, credendo a noi, voi vi illudete che si possa calpestarlo senza poi pagarne le conseguenze. Se volete bene a voi stessi, se volete trovare delle ragioni convincenti per non peccare, imparate a valutare le cose, soprattutto il tempo e l'eternità, alla luce del santo timore dell'Altissimo. Con lui non si scherza. Vi ama, ma vuole che anche voi lo amiate. Vi invita a credere fermamente nella sua misericordia, ma senza sottovalutare, anche solo minimamente, la sua giustizia. Conservate sempre il santo e salutare timore dell'Altissimo, che si traduce nella paura dell'eterna dannazione, del fuoco eterno, con cui saranno torturati per sempre corpi e anime all'inferno. Ora basta! Io non volevo dire queste cose! 

SIETE AVVERTITI CHE L'INFERNO ESISTE 

Esorcista - Ti ordino di continuare nel nome di Dio. 

Demonio - Nessuno di voi può finire all'inferno senza saperlo. Che esiste la possibilità e il serio rischio della condanna eterna vi è stato detto e vi viene ricordato in molte occasioni dall'Altissimo. Con particolare frequenza ne sono avvertiti i sacerdoti, che hanno un più stretto contatto con la Sacra Scrittura. Ma oltre che con la sua parola scritta, l'Altissimo vi ricorda la realtà dell'inferno, e la possibilità per tutti di finirci dentro, parlando nell'intimo della vostra coscienza, o nel sogno, o con la morte di persone buone o cattive. Quando assistete un moribondo o uno che è appena spirato e pregate per lui dicendo: "Signore, donagli il riposo eterno, splenda a lui la luce perpetua. riposi in pace. Amen", com'è possibile che non vi ricordiate dell'inferno? Forse in quell'attimo ci pensate, ma poi vi rituffate nella vita frenetica di tutti i giorni e il pensiero del giudizio dell'Altissimo e dell'inferno si dilegua, così come all'alba le deboli luci delle stelle spariscono quando il sole vi abbaglia con la sua luce. 

Quando qualcuno sta morendo dovreste pensare che si sta giocando per quell'anima l'ultima carta: li attorno ci sono anche, presenti come avvoltoi pronti alla rapina, molti spiriti cattivi che tutto fanno per trascinare quell'anima con loro all'inferno. (N.d.R. - Un tempo, quando veniva suonata la campana dell'agonia, la gente, ovunque si trovasse, si sentiva invitata alla preghiera e pensava: "Qualcuno in questo momento sta morendo, bisogna pregare per quell'anima"; e molte invocazioni salivano al Cielo per la salvezza eterna di quel moribondo. Ora invece, la campana suona quando uno è già morto, quando è già giudicato, quando non c'è più per lui alcuna possibilità di salvezza.) E vedendo un uomo che muore, dovreste pensare che un giorno toccherà a voi ... morire ... subire il giudizio ... e vedervi accolti o rifiutati dal Cielo. 

LA MISERICORDIA DI DIO CONTINUA A RICHIAMARE 

 Demonio - L'Altissimo non smette mai di richiamarvi, come farebbe ogni buona madre per distogliere i suoi figli da un pericolo. Nella sua misericordia è disposto a perdonarvi tutti i vostri peccati, perché vuole che nessuno di voi vada perduto. Che cosa non ha fatto durante la sua vita terrena e con la sua passione e la sua morte spaventosa? Nulla ha tralasciato allora e nulla 29 tralascia anche oggi per la vostra salvezza. Se l'Altissimo ha fatto e fa così tanto per salvarvi ciò è una conferma in più che anche per voi c'è il rischio di perdersi. E se l'Altissimo non sottovaluta questo rischio che correte, non dovete sottovalutarlo nemmeno voi, nel vostro interesse. Ma voi non avete ancora imparato a voler bene a voi stessi! Ricordatele voi per primi queste verità e non trascurate di ricordarle anche agli altri: non lo farete mai abbastanza. (Urla furiosamente). 

IL TIMORE DELLA MORTE 

 Demonio - Fino a che uno è ancora vivo ha la possibilità di salvarsi, purché dica: "Pietà, Signore, pietà di me". Ma quando l'anima si separa dal corpo non c'è più alcuna possibilità; in quello stesso istante avviene il giudizio: in un lampo vedrà tutta la sua vita e dovrà risponderne all'Altissimo. E guai a quell'anima se non si sarà purificata in tempo, con un sincero pentimento, di tutti i suoi peccati: sperimenterà da quel momento e per tutta l'eternità l'ira tremenda di un Giudice giusto, ma severo. L'unica pietà che il supremo Giudice potrà offrire a quell'anima è di farla finire all'inferno, lontana da Lui. Sarebbe infatti un castigo più tremendo per quell'anima se, in quelle condizioni di ostinato peccato, finisse in paradiso: la vista dell'Altissimo, dei suoi angeli e dei suoi santi, ricolmi di grazia, rivestiti di gloria e pieni di gioia, sarebbe una tortura più grave di tutte le pene che dovrà subire all'inferno. 

NESSUNO E' AL SICURO 

 Demonio - Per tutti dovete pregare molto, anche per chi è considerato un santo. Noi non lasciamo in pace nessuno, nè in vita, nè tanto meno nel momento della morte. Anche chi per tutta la vita ha camminato per la strada stretta può trovarsi nel momento della morte in grandi tentazioni: noi cerchiamo di creargli nell'anima una spaventosa oscurità e di portarlo alla disperazione. Dovete pregare molto e per tutti non solo perché sia evitato l'inferno, ma anche perché sia evitato o almeno ridotto il tempo della purificazione in purgatorio. E' cosa tremenda anche il purgatorio. E' tremendo quando l'anima si separa dal corpo, con la morte, non vedersi accolti dall'Altissimo perché non ancora del tutto purificati dalle colpe commesse nella vita. Certo, ci sono persone che eviteranno il fuoco purificatore del purgatorio perché la misericordia dell'Altissimo terrà conto delle molte sofferenze che hanno patito nella vita, ma anche per queste la morte sarà tremenda. Solo in pochi casi, per volontà del Cielo, la morte non si presenta con un volto orrendo. Parlate della morte nelle vostre prediche, perché ora ne parlate troppo poco e la vostra gente continua a vivere nell'incoscienza e nel peccato. Pregate e fate pregare per i moribondi e per le anime del purgatorio. Basta, basta farmi parlare! 

IL TIMORE DI DIO DEVE ESSERE ANNUNZIATO A TUTTI 

Esorcista - Prosegui e di' quanto il Cielo ti ordina di dire. 

Demonio - Io, Belzebub, sono stato costretto a dirvi queste cose e sono costretto a raccomandarvi ancora: curate questo santo e salutare timore dell'Altissimo. Dovete parlarne tutti: gli educatori ai giovani loro affidati, i maestri ai loro bambini e i genitori ai loro figli. Deve parlarne il Papa a tutta la Chiesa, i vescovi ai loro sacerdoti e i superiori religiosi alle anime consacrate. Soprattutto ne parlino i sacerdoti nelle loro omelie, molto più di quanto non facciano ora. Se non viene predicato il timore dell'Altissimo in questa vita, non resterà che il terrore nell'altra, il terrore di un Giudice che di là non perdona, il terrore dell'inferno, un terrore tremendo, eterno e senza rimedio. Meglio per voi il timore in questa vita che le angosce del purgatorio nell'altra o il terrore eterno che trovereste all'inferno. (Grida paurosamente). Io sono costretto a dirvi che questa è la verità. Non credete a chi vi inganna dicendo che l'Altissimo è misericordia infinita e tralascia di dirvi che è anche giustizia infinita. Il timore dell'Altissimo è cosa santa, è un mezzo di salvezza. E' lui che ve lo dona, ma voi custoditelo, accrescetelo, divulgatelo. Soprattutto educate i bambini fin da piccoli a vivere nel timore di lui. Solo così li difenderete dal peccato in questa vita e dall'inferno nell'altra. 

L'INFERNO E' SPAVENTOSO  

 Demonio - Non ci sono parole per descrivere l'inferno: neanche l'uomo con la più viva fantasia e con la più grande capacità di inventiva può riuscire a immaginarlo e tanto meno a descriverlo. L'inferno è infinitamente peggio di quanto possiate pensare: il peggior campo di concentramento di questo mondo paragonato all'inferno sembra un angolo di paradiso. Là tutto è dolore e un dolore così grande che i dolori della terra, al confronto, sembrano gioie. Là tutto è disperazione perché l'inferno non finirà mai. Là tutto è odio: da nessuno verrà una parola di conforto, ma, al contrario: il terrore di uno si assommerà al terrore di tutti gli altri. Là tutto è tenebre e disarmonia. Là è raccolto ogni male e regna solo la parola "castigo". L'inferno è la pattumiera in cui l'Altissimo getterà ogni immondizia umana e ogni uomo che, col suo rifiuto di obbedire alla sua legge, ha fatto di sé un rottame umano, un rifiuto di umanità, un mostro di bruttura, un concentrato di ogni male. Nemmeno l'Altissimo, pur con tutta la sua onnipotenza può farvi capire fino in fondo che cos'è l'inferno. Per capirlo bisogna solo provarlo. Io non volevo dirvi queste cose, ma (E lo dice urlando) sono stato costretto a ricordarvele dalla SS.ma Trinità e dalla Madre del buon Consiglio, che non vuole che andiate perduti per sempre. 

UN SOGNO IRREALIZZABILE 

 Demonio - E' spaventoso che gli uomini non credano più al suo vangelo nel quale tutto è verità. Verità che purtroppo non si possono cancellare. Che cosa non daremmo noi dannati se potessimo cancellare la verità sull'eternità dell'inferno! Se noi potessimo dire: "Signore, fa che questo tormento cessi almeno alla fine del mondo, nel giorno del giudizio. O, se non può finire l'inferno, che almeno finisca la nostra vita e noi possiamo piombare nel nulla!". Se l'Altissimo ci garantisse questo... tutti noi dannati, nonostante le tremende sofferenze che dobbiamo sopportare, esploderemmo in un cantico di gioia e di ringraziamento e il nostro inferno ci sembrerebbe già un'anticamera di paradiso. Ma ora lasciami, non voglio più parlare! 

GESU' HA PIANTO PENSANDO ALL'INFERNO 

Esorcista - Continua! Che cosa ancora ti ordinano di dire il Signore e la sua SS.ma Madre? 

Demonio - Il vangelo vi testimonia che Lui (Si riferisce a Gesu') vi ha parlato molte volte dell'inferno; ve ne ha parlato sempre in tono minaccioso per aprirvi gli occhi e il cuore, per distogliere i vostri passi dalle vie che portano alla perdizione eterna e ne ha parlato anche in tono accorato, con infinita tristezza, pensando a quanti non avrebbero accolto le sue parole, i suoi richiami e a quanti avrebbero reso inutile la sua tremenda passione e la sua morte. Ha pianto su Gerusalemme pensando alla sua rovina terrena: "Gerusalemme, Gerusalemme...". E quante altre volte ha pianto, nei suoi dialoghi segreti con il Padre, pensando non alla rovina terrena di una città, ma alla rovina eterna di miliardi di uomini! Ha pianto su tutti i peccati, perché ogni peccato è peggiore di qualsiasi disgrazia terrena, ma soprattutto ha pianto sui peccati di cui gli uommi non si sarebbero pentiti e che, per questo, avrebbero spalancato loro per sempre le porte dell'inferno. Basta, basta, bastaaaaa! 

ESORCISMO DEL 16/3/1982 

 AUTOACCUSA DI GIUDA ISCARIOTA 

Esorcista - Di' la verità e solo la verità in nome di Dio. 

Giuda 

(NOTA - Oggi si tende a riscattare Giuda e a minimizzare la sua colpa: ben pochi si dicono certi della sua condanna eterna; quasi tutti sostengono non si possa affermare con sicurezza che Giuda sia all'inferno. Come è possibile sostenere questo se si pensa a quanto Gesù ha detto di lui: "Sarebbe meglio per quell'uomo se non fosse mai nato" (Mc 14,21)? Starebbero ancora in piedi queste parole se, per vie diritte o storte, alla fine Giuda finisse in paradiso?) - 

Io ero superbo; il peccato della superbia mi guastava la mente e il cuore. Quando sono andato da Lui (Si riferisce a Gesù) per chiedergli di accettarmi tra i suoi, non è stato per umiltà e per spirito di servizio, ma per salire, per arrivare in alto. Era solo questo il mio intento. Io mi sono fatto consacrare apostolo con questa superbia nel cuore e, superbo 31 com'ero, non ho voluto pentirmi dei miei peccati. Poi è venuta la disperazione, perché io sapevo di aver tradito il Sangue innocente. Ma la disperazione non è stato il mio peccato più grave, perché Lui avrebbe avuto pietà di me anche vedendomi così disperato. Lui avrebbe voluto aiutarmi, ma per me era troppo tardi, troppo tardi, troppo tardi (Lo grida con infinita tristezza). Magari io non fossi mai nato ... mai nato! 

Chiunque trova il coraggio dell'umiltà e va da Lui con il cuore pentito e si getta nella polvere, viene perdonato. Ma io non ho voluto perché ero troppo superbo, perché i demòni e l'inferno ormai mi possedevano. Io non potevo più (Lo urla con voce disperata), non potevo più, non potevo ... non volevo più! Io accuso me stesso. E voi non dite, quasi a mia giustificazione, che ero disperato. E' stata la mia smisurata superbia a impedirmi di chiedergli perdono. E' la superbia il peccato più grande! Un uomo può cadere nella disperazione con molte attenuanti, perché qualcun'altro lo ha spinto in quel baratro, ma la superbia no, è solo opera dell'uomo che ne è vittima. L'uomo superbo che osa mettersi al di sopra dell'Altissimo e di ogni altra persona, che confida solo in se stesso, che non ha compassione di nessuno, che giudica con durezza gli altri e li condanna senza nemmeno ascoltare le loro ragioni, è in gravissimo pericolo, perché è già in preda a un sentimento che gli acceca lo spirito. Io l'ho sperimentato su me stesso. Io ero superbo, disprezzavo l'umiltà, non ho voluto essere umile (Lo dice con voce debole). Non ho voluto, non ho voluto, non ho voluto! E' questo che mi ha portato all'impiccagione. 

L'INFERNO E' IL PEGGIORE DEI MALI 

Esorcista - In nome di... 

Giuda - Io vorrei (Sospira affannosamente), io vorrei anche per mille e mille anni sopportare le sofferenze più lancinanti, i dolori più tremendi, le agonie della morte, le pene più strazianti ... pur di uscire dall'inferno, pur di avere anche solo l'ultimo posto in paradiso. Sopporterei con gioia migliaia, milioni di anni di sofferenze, le più dolorose, pur di uscire da qui. Ma per me non c'è più speranza: io sono immerso in una grande tenebra, negli spasimi più atroci. E il mio dolore è di molto accresciuto per il fatto che io ero apostolo. La consacrazione e la dignità sacerdotale di cui ero insignito sono ancora in me e lo saranno per sempre ed è per questa consacrazione che io brucio e soffro più degli altri che non sono consacrati. Sono costretto a dirvi: avvertite i vescovi e i sacerdoti, avvertiteli e dite loro che la consacrazione che hanno ricevuto, se in Cielo sarà per loro un titolo di maggior onore, qui all'inferno diventerà un motivo in più di dolore. Per noi consacrati i peccati pesano molto di più che per gli altri uomini. Questo vale oltre che per i vescovi e i sacerdoti anche per i religiosi e le religiose. Fatelo sapere nei monasteri (Lo dice con voce angosciata). Anche l'ultimo dei consacrati, quello che si trova nel posto di minor importanza, davanti all'Altissimo ha, per i suoi peccati, una responsabilità molto più grande degli altri uomini. 



ESORCISMO DELL' 1/11/1983 
 L'ASPETTO PIU' TRAGICO: LA CONDANNA NON FINIRA' 

Esorcista - In nome della SS.ma Trinità e dell'Immacolata, parla e di' la verità. 

Demonio - Mi ripugna parlare, ma non posso non farlo. Nessun orecchio ha mai udito e nessun occhio ha mai visto una cosa così terrificante e spaventosa come le tenebre dell'inferno in cui siamo immersi: qui tutto è odio, dolore, terrore e disperazione. Se voi vedeste per un attimo la nostra condanna, stareste in ginocchio giorno e notte e vi diventerebbe piacevole ogni penitenza e leggera ogni pena. E se vedeste anche solo le sofferenze di chi si trova in purgatorio, non cessereste di pregare per chiedere all'Altissimo: “Per i meriti infiniti del santissimo e preziosissimo Sangue, perdona i nostri peccati e libera le povere anime che soffrono per la loro purificazione”. E continuereste senza stancarvi in questa preghiera. Ma noi distogliamo la vostra mente e tutto facciamo perché pensiate il meno possibile al purgatorio e all'inferno e perché anche quando ci pensate non riusciate a immaginame la gravità. Basta, non voglio parlare, non voglio parlare! 32 

Esorcista - Continua nel nome di... 

Demonio - Molti sono finiti all'inferno, soprattutto in questi ultimi tempi, molti che si sarebbero salvati se fossero stati rettamente guidati dai loro pastori: vescovi e preti. Questa è una spaventosa tragedia che non può essere riparata. Molti nel clero sono ciechi, ma ora, accecati dalla loro superbia, non lo vedono; quando se ne accorgeranno sarà troppo tardi, perché molti di loro andranno perduti. (Nota: Questa testimonianza “diabolica” che ci parla della rovina di religiosi, sacerdoti, vescovi e cardinali è confermata da Lucia di Fatima che, vedendo non poche di queste persone all’inferno, ne rimase così scossa che per lungo tempo non riuscì più a mangiare. Anche altri mistici di questo secolo hanno avuto dal Cielo la stessa conferma.)Avverti i vescovi, avverti i sacerdoti, avverti la gente. Qui tutto è spaventoso: le tenebre, l'odio, il dolore, la disperazione; spaventoso è il fuoco che ci circonda e ci penetra: chi è finito qui non ne può più uscire. Ma spaventosa è anche la vostra superbia che vi impedisce di pensare a tutto questo! Uomini, sacerdoti, vescovi, religiosi, guardatevi dentro e tornate indietro. Noi vi invidiamo perché voi potete ancora ravvedervi, mentre a noi non è più possibile. Camminate sulla via della croce. Non guardate nè a destra, nè a sinistra, nè avanti, nè indietro, ma guardate solamente in alto. Obbedite ai comandi dell'Altissimo voi che potete. Noi che dovremo espiare per tutta l'eternità la nostra ribellione sappiamo quanto costa contrariare il suo volere (Urla disperatamente). 

ESORCISMO DEL 29/9/1984 
TROPPO TARDI, TROPPO TARDI! 

Esorcista - In nome della SS.ma Trinità parla e di' solo la verità. 

Demonio - E' penoso per voi che il Cielo, in questo tempo di demonismo e di grande malvagità, per aprirvi gli occhi sul serio pericolo che correte di cadere nella dannazione eterna, debba ricorrere a noi. Il Cielo costringe sempre più spesso noi, spiriti malvagi, a parlare, perché nessuno meglio di noi può sapere quanto è spaventoso l'inferno. Questa è un'altra tremenda tortura che si aggiunge alle sofferenze che già ci affliggono, un nuovo tormento a cui ci costringe la volontà dell'Altissimo. Con rabbia e umiliazione infinita siamo obbligati a collaborare alla vostra salvezza, ma ci conforta la constatazione che voi continuate a rifiutare questi avvertimenti, continuate a sottovalutare e a ridicolizzare questi richiami. E' per un puro atto di misericordia verso di voi che il Cielo ha costretto me, Belzebub, il secondo per dignità, a parlarvi della dannazione eterna. Ma io non volevo parlare. Basta (Urla), basta, non voglio più parlare! 

Esorcista - Continua, te lo ordino in nome di... 

Demonio - Anche dopo questi richiami voi continuate a non credere al pericolo che correte. Che al termine della vita non ci siano che due sbocchi: la gloria o la dannazione, il paradiso o l'inferno, un'eternità di gioia, di amore e di pace o un'eternità di tormenti, di odio e di disperazione, tutto questo per tanti di voi è l'ultimo pensiero: non cercate altro che le gioie della terra. Questa è una gravissima ingratitudine verso l'Altissimo e verso l'Alta (Si riferisce alla Madonna), che pur di salvarvi sono ricorsi ad ogni mezzo. Nella loro bontà si sono serviti perfino di noi, con nostra grande rabbia, e per mezzo nostro vi stanno dando, da qualche tempo, dei chiari avvertimenti che dovrebbero toccarvi il cuore. Ma quasi tutta l'umanità continua a vivere come se l'inferno non ci fosse. Un giorno tutti ci crederanno, ma per tanti sarà troppo tardi (Urla), troppo tardi! L'ingratitudine degli uomini attira sulla terra i castighi del Cielo. 




AMDG et DVM

SANTA FAUSTINA KOWALSKA



La Visione dell’Inferno






O Gesù perdonaci, preservaci dal fuoco dell'inferno...




AMDG et DVM

La Passione di Gesù


Secondo le rivelazioni di Maria Valtorta

 Sommario

  1. La persona
  2. Sorgente di vita
La persona.

Maria Valtorta nacque il 14 marzo 1897 a Caserta da genitori lombardi che si erano trasferiti temporaneamente in questa città. Aveva appena diciotto mesi quando i suoi genitori si trasferirono da Caserta a Faenza e dopo qualche anno traslocarono a Milano. Nel 1907 la sua famiglia si trasferì a Voghera, dove ebbe l'opportunità di imparare il francese.

Nella prima domenica di ottobre del 1908 a Casteggio ricevette la prima comunione. Nel Marzo 1909 all'età di dodici anni fu costretta dalla madre a frequentare il prestigioso Collegio "Bianconi" di Monza dove ricevette un'eccellente educazione classica. Dopo cinque anni di studi, la stessa madre la costrinse a uscire dal collegio per seguire la famiglia a Firenze. Qui lei conobbe dapprima Roberto e poi Mario entrambi bravi ragazzi degni di amicizia, ma la madre dispotica li allontanò.

Nel 1917 entro nel gruppo delle infermiere samaritane e per quasi due anni operò nell'ospedale militare di Firenze.
Nel 1920 subì un'aggressione da parte di un giovane delinquente il quale, sferrando un forte colpo sul fianco con una spranga di ferro, le lesionò la spina dorsale. Rimase a letto tre mesi, fu l'assaggio della sua futura completa infermità. Nello stesso anno si recò con i genitori a Reggio Calabria, qui sperimentò alcune percezioni psichiche e gli ricomparve l'entusiasmo per San Francesco.
Nel 1924 ritorna con la sua famiglia a Viareggio per condurre una vita appartata. La lettura del libro "Storia di un'anima" di Santa Teresa di Lisieux, fece maturare il lei la decisione di offrirsi come vittima. Dopo quest'atto cresce a dismisura il suo amore per Gesù.
Nel 1929 entra nell'Azione Cattolica come delegata e vi opera finché glielo permisero le sue forze.
Dal 1 aprile 1934 non si alza più dal letto, diventa lo strumento nelle mani di Dio ora che la sua missione è di soffrire, espiare ed amare.

Nel 1942 riceve la visita di Padre Romualdo Maria Migliorini dei servi di Maria, ex-Missionario destinato al convento di Viareggio; questi divenne per quattro anni il suo direttore spirituale. Nell'anno successivo aderisce ad una richiesta del confessore e, nonostante la resistenza di riconsiderare un passato doloroso, accetta di scrivere la propria autobiografia. E nel periodo di pochi mesi riempie di propria scrittura sette quaderni per narrare senza reticenze la propria vita.
Nell'Aprile dell'anno 1943, un venerdì Santo, Maria, per un impulso soprannaturale, inizia a scrivere, come sotto dettatura.È l'inizio di un'opera che la porterà a scrivere intensamente tra gli anni 1943 - 1947 e in misura ridotta fino al 1953, centoventidue quaderni.
Scrisse in condizioni disagiate, in tempo di guerra. Stava seduta a letto e poggiava i comuni quaderni di scuola su di un cartone piegato sulle ginocchia. E pur stremata dalla fatica e dalla sofferenza, scriveva in qualsiasi momento sotto ispirazione.
Dalle quindicimila pagine scritte su quaderno, la maggior parte riguarda l'opera sulla vita di Gesù "Il poema dell'uomo-Dio" o come è stato rititolato "L'Evangelo come mi è stato rivelato". Scrisse anche commenti su brani biblici e lezioni di dottrina.

Padre Migliorini, nonostante il divieto di Maria Valtorta di divulgare i suoi scritti prima della sua morte, perché così le era stato ispirato; fece circolare copie di alcuni scritti. E questa divulgazione frammentaria attirò l'attenzione del Sant'Uffizio, che ordinò il ritiro di tutti i dattiloscritti in circolazione.

Maria, dopo aver visto bloccarsi l'opera, si chiuse gradatamente in se stessa in una sorta d'isolamento psichico. Lei che non aveva mai oziato finì per restare inoperosa e a limitarsi a ripetere meccanicamente il saluto o le ultime parole di una frase. Non chiedeva mai nulla e si lasciava nutrire come una bambina.

Morì nella sua camera di Viareggio, il 12 ottobre 1961, e spirò non appena il sacerdote Padre Innocenti Rovetti, recitando la preghiera per i moribondi allora in uso, le rivolse l'invito: Parti, anima cristiana, da questo mondo. Un atto estremo di ubbidienza.
Fu sepolta a Viareggio. Dieci anni dopo i resti furono riesumati e messi nel loculo dei genitori. Ottenuti i permessi ecclesiastici il 2 luglio 1973, la salma fu riesumata e traslata a Firenze nella Cappella del Capitolo al Chiostro Grande della Basilica della Santissima Annunziata, dove tuttora si venera la sua tomba.
Gli scritti di Maria Valtorta ben presto raggiunsero le vie del mondo fin nei paesi più lontani, senza pubblicità, ma con la sola forza dell'amore.


Calvary

Sorgente di vita.

Dice Gesù: Tu hai visto le mie sofferenze. Esse sono state volte a riparare le vostre colpe. Niente nel mio corpo è stato escluso da esse, perché niente nell'uomo è esente da colpe e tutte le parti del vostro io fisico e morale sono strumenti di cui vi servite, per compiere il peccato.
Ma Io sono venuto per annullare gli effetti del peccato col mio Sangue e il mio dolore, lavando le vostre singole parti fisiche e morali in essi per mondarle e per renderle forti contro le tendenze colpevoli.

Le mie Mani sono state ferite e imprigionate, dopo essersi stancate a portare la Croce, per riparare a tutti i delitti fatti dalla mano dell'uomo...
I Piedi del vostro Salvatore, dopo essersi affaticati e contusi sulle pietre del mio cammino di Passione, sono stati trafitti, immobilizzati per riparare a tutto il male che voi fate coi piedi, facendo di essi il mezzo per andare ai vostri delitti, furti, fornicazioni... 

Le mie Carni si sono maculate, contuse, lacerate per punire in Me tutto il culto esagerato, l'idolatria che voi date alla carne vostra e di chi amate per capriccio di senso o anche per affetto che in sé non è riprovevole ma che rendete tale amando un genitore, un coniuge, un figlio, un fratello più di quanto non amiate Dio... Io ho fatto delle mie Carni una piaga per levare dalle vostre il veleno del senso, del non pudore, del non rispetto, dell'ambizione e ammirazione per la carne destinata a tornare polvere. Non è col culto alla carne che si porta la carne alla bellezza.È con il distacco da essa che si dà ad essa la Bellezza eterna nel Cielo di Dio.

La mia Testa fu torturata da mille torture: delle percosse, del sole, delle urla, delle spine, per riparare alle colpe della vostra mente. Superbia, impazienza, insopportabilità, insofferenza pullulano come un fungaio nel vostro cervello. Io ho fatto di esso un organo torturato, chiuso in uno scrigno decorato di sangue, per riparare a tutto ciò che sgorga dal vostro pensiero.

E nel Capo gli occhi ebbero la loro, e la sua ebbe la bocca, a la sua il naso, e la sua la lingua. Per riparare ai vostri sguardi così amanti di vedere ciò che è male e così dimentichi di cercare Dio, per riparare alle troppe e troppo bugiarde e sporche e lussuriose parole che dite invece di usare le labbra per pregare, per insegnare, per confortare; ebbe la sua tortura il naso e la lingua per riparare alle vostre golosità e alla vostra sensualità d'olfatto, per cui pure commettete delle imperfezioni che sono terreno a più gravi colpe, e delle colpe con l'avidità di cibi superflui, senza pietà, di chi ha fame, di cibi che vi potete permettere molte volte ricorrendo a mezzi illeciti di guadagno.

I miei organi non furono esenti dal soffrire. Non uno di essi. Soffocazioni e tosse per i polmoni contusi dalla barbara flagellazione e resi edematici dalla posizione sulla croce. Affanno e dolore al cuore spostato e reso infermo dalla crudele flagellazione, dal dolore morale che l'aveva preceduta, dalla fatica della salire sotto il grave peso del legno, dall'anemia consecutiva a tutto il sangue che già aveva sparso. Fegato congesto, milza congesta, reni contuse e congeste.


Tratto da "I quaderni del 1944" di Maria Valtorta - Centro Editoriale Valtortiano.

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