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sabato 20 aprile 2019

La fine di Giuda non fu solo morte della carne, ma morte dello spirito.

Giuda Iscariota

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*Giuda: capostipite di tutti gli apostoli mancati. E sono tanti!
Osserva i diversi modi di ragionare. Giuda investiga, cavilla, s’impunta e anche se mostra di cedere in realtà conserva la sua forma mentale. 70.8

*Oh, Giuda ma che speri da una mia sovranità di carne? Che speri? Ti ho dato tempo di pensare e decidere. Ti ho parlato ben chiaro sin dalla prima volta. Ti ho anche respinto perché sapevo …  perché so, sì, perché so, leggo, vedo ciò che è in te. Perché mi vuoi seguire, se non vuoi essere quale io voglio? Vattene, Giuda. Non nuocerti e non nuocermi … Non sei operaio atto a quest’opera … E’ troppo al di sopra di te. In te c’è superbia, c’è cupidigia di tutti i tre i rami, c’è prepotenza … anche tua madre ti deve temere … c’è tendenza alla menzogna … No. Non così deve essere il mio seguace. Giuda: Io non ti odio. Io non ti maledico, ti dico solo e col dolore di chi vede che non può mutare un che ama, ti dico solo: va per la tua strada, fatti largo nel mondo, posto che questo vuoi, ma non stare con Me. 78.3

*Anche per voi i buoni sono nella proporzione che vi era fra i buoni e Giuda e uno più è buono e più ne soffre. Ma anche per voi, e questo dico specialmente per quelli che sono preposti alla cura dei cuori, è necessario imparare studiando Giuda. Tutti siete dei “Pietri” voi sacerdoti e dovete legare e slegare; ma quanto, quanto spirito di osservazione, quanta fusione in Dio, quanto studio vivo, quante comparazioni col metodo del vostro Maestro, dovete fare per esserlo come dovete esserlo!
Oh! Che invero ero Uomo fra gli uomini, ero l’Uomo e perciò soffrivo di vedere il traditore e gli ingrati, perciò gioivo di chi mi amava o a Me si convertiva. Perciò fremevo e piangevo davanti al cadavere spirituale di Giuda.  83.7

*Perché illustro la figura di Giuda? Molti se lo chiederanno. 
Rispondo. La figura di Giuda è stata troppo svisata nei secoli e ultimamente snaturata del tutto. Ne hanno, in certe scuole, fatto quasi l’apoteosi come dell’artefice secondo e indispensabile della Redenzione. Molti, poi, pensano che egli piegò ad un improvviso, feroce assalto del Tentatore. No. Ogni caduta ha premesse nel tempo. Più la caduta è grave e più ha una preparazione. Gli antefatti spiegano il fatto. Non si precipita e non si sale all’improvviso, né nel Bene, né nel Male. Vi sono coefficienti lunghi e insidiosi alle discese e pazienti e santi alle ascese.
Lo sventurato dramma di Giuda può darvi tanti insegnamenti per salvarvi e conoscere il metodo di Dio e le sue misericordie per salvare e perdonare coloro che scendono verso l’Abisso. Non si arriva al delirio satanico in cui hai visto dibattersi Giuda dopo il Delitto, se non si è tutti corrotti da abiti d’Inferno, aspirati per anni con voluttà. Quando uno compie anche un delitto, ma tratto ad esso da un improvviso evento che ne sconvolge ragione, soffre ma sa espiare perché delle parti del cuore sono ancora sane da veleno infernale. Al mondo che nega Satana perché l’ha tanto in sé da non accorgersi più di esso, l’ha aspirato ed è divenuto parte dell’io, Io mostro che Satana è, Eterno e immutabile nel metodo usato per fare di voi le sue vittime. 468.7 

*Io vi dico: lasciate di analizzare quest’uomo e preoccupatevi del suo spirito. L’animale che è in lui, il suo mostro, non deve attirare i vostri sguardi e giudizi; ma abbiate amore, un amore doloroso e attivo per il suo spirito. Liberatelo dal mostro che lo tiene. Non sapete. …
Non sapete che voi imparate più attraverso Giuda che attraverso ogni altra persona? Molti Giuda troverete e pochissimi Gesù nel vostro ministero apostolico. I Gesù saranno dolci, buoni, puri, fedeli, ubbidienti, prudenti, senza avidità. Saranno ben pochi … Ma quanti, quanti Giuda di Keriot troverete voi e i vostri seguaci e successori per le vie del mondo! Per essere maestri e sapere, dovete fare questa scuola  … Egli, con i suoi difetti, vi mostra l’uomo quale è; Io vi mostro l’uomo quale dovrebbe essere. Due esempi necessari ugualmente. Voi, conoscendo bene l’uno e l’altro, dovete cercare di mutare il primo nel secondo … E la mia pazienza sia la vostra norma. 520.4

*Vorrei non aver preso inutilmente una Carne per te. Ma ormai tu sei di un altro padre, di un altro paese, parli un’altra lingua … Oh! Ma che fare, Padre mio, per mondare il tempio profanato di questo tuo figlio e mio fratello? Gesù lacrima, pallidissimo parlando al Padre suo. 533.2

*Tu hai devastato e disperso la tua anima e i doni dati ad essa da Dio. Che ne hai fatto della tua libertà d’arbitrio? Che del tuo intelletto? Hai conservato al tuo spirito la libertà che era sua? Hai usato l’intelligenza della tua mente con intelligenza? No. Tu, tu che non vuoi ubbidire a Me, non dico a Me-Uomo ma neppure a Me-Dio, tu hai ubbidito a Satana. Tu hai usato l’intelligenza della tua mente e la libertà del tuo spirito per comprendere le Tenebre. Volontariamente. Ti è stato posto davanti il Bene e il Male. Hai scelto il Male. Anzi, ti è stato posto davanti soltanto il Bene: Io. L’Eterno tuo Creatore, che ha seguito l’evolversi della tua anima, che anzi conosceva questo evolversi perché nulla ignora l’Eterno Pensiero di ciò che si agita da quando il tempo è, ti ha posto davanti il Bene, solo il Bene, perché sa che tu sei debole più di un’alga di fossato. Tu mi hai gridato che Io ti odio. Ora, essendo Io Uno col Padre e con l’Amore, Uno qui come Uno in Cielo, ( … ) l’accusa a Me fatta, tu a Dio Uno e Trino l’hai fatta. A quel Dio Padre che ti ha creato per amore, a quel Dio Figlio che s’è incarnato per salvarti per amore, a quel Dio Spirito che ti ha parlato tante volte per darti desideri buoni, per amore. A questo Dio Uno e Trino che ti ha tanto amato, che ti ha portato sulla mia via, facendoti cieco al mondo per darti tempo di vedere Me, sordo al mondo per darti modo di sentire Me. E tu! … Dopo avermi visto e udito, dopo essere liberamente venuto al Bene, sentendo col tuo intelletto che quella era l’unica via della vera gloria, hai respinto il Bene e ti sei liberamente dato al Male. Ma se tu col tuo libero arbitrio hai voluto questo, se hai sempre più rudemente respinto la mia mano che ti si offriva per trarti fuor dal gorgo, se tu sempre più ti sei allontanato dal porto per sprofondarti nell’infuriato mare delle passioni, del Male, puoi dire a Me, a Colui dal quale procedo, a Colui che mi ha formato Uomo per tentare la tua salute, puoi dire che ti abbiamo odiato? Mi hai rimproverato di volere il tuo male …
Tanto ti ha fatto cieco e pazzo Satana che tu non capisca più la vera natura dei provvedimenti che ho preso per te e che tu possa giungere a dire: malanimo, desiderio di rovinarti, ciò che è previdente cura del tuo Maestro, del tuo Salvatore, del tuo Amico per guarirti? Ti ho tenuto vicino … Ti ho levato dalle mani il denaro. Ti ho impedito di toccare quel maledetto metallo che ti fa folle … Ma non sai, ma non senti che esso è come uno di quei beveraggi magici che destano una sete inestinguibile, che mettono dentro al sangue un ardore, un furore che porta alla morte? Tu, leggo il tuo pensiero, mi rimproveri: “Allora perché per tanto tempo mi hai lasciato essere quello che amministrava il denaro?” Perché? Perché se te lo avessi impedito prima, di toccare moneta, ti saresti venduto prima e avresti rubato prima. Ti sei venduto lo stesso perché poco potevi rubare  … Ma Io dovevo cercare d’impedirlo senza violentare la tua libertà. L’oro è la tua rovina. Per l’oro sei divenuto lussurioso e traditore …    ( … ) 567.16 Tu dici che non capisci più le mie parabole. Non capisci più le mie parole. Povero infelice! Non capisci più neanche te stesso. Non capisci più neppure il bene e il male. Satana al quale ti sei dato in molti modi, Satana che hai seguito in tutte le tentazioni che ti presentava, ti ha fatto stolto. Pure un tempo mi capivi! Lo credevi che Io son Chi sono! E questo ricordo non è spento in te!  ( ...)567.18
*Tu! Il mio più grande dolore! Ma già tu pensi e dici, o eretico capostipite di molti che verranno, che Io sono superiore al dolore. No, solo al peccato Io sono superiore. Solo all’ignoranza Io sono superiore. 567.19
*Io ti dico che anche dopo il Delitto dei delitti. se il colpevole di esso corresse ai piedi di Dio con vero pentimento e piangendo lo supplicasse di perdonarlo offrendosi all’espiazione con fiducia, senza disperare, Dio lo perdonerebbe e attraverso l’espiazione il colpevole salverebbe ancora il suo spirito. Giuda! Ma se tu non mi temi Io ti amo ancora. Al mio amore infinito non hai nulla da chiedere in quest’ora? 567.25

*Giuda, infelice amico mio, per Me Io non ti prego. Per te, per te ti prego. Guarda, siamo soli. Tu sai chi Io sono, Io so chi tu sei. E’ l’ultimo momento di grazia che ancora c’è concesso per impedire la tua rovina … Oh! Non ghignare così satanicamente, amico mio. Non deridermi come fossi pazzo perché Io dico: “la tua rovina” e non la mia. La mia non è rovina. La tua sì …  Siamo soli: Io e te e sopra è Dio … Dio che non ti odia ancora, Dio che assiste a questa lotta suprema fra il Bene e il Male che si contendono la tua anima. Sopra di noi è l’Empireo che ci osserva. Quell’Empireo che presto si empirà di santi. Già essi trasalgono là, nel loro luogo d’attesa, perché sentono venire la gioia  … Giuda, fra essi è tuo padre …..
Giuda, Io piango. Le estreme lacrime dell’Uomo le vuoi dunque fare gemere tu?   … Giuda, Io te ne prego. Pensa amico: al mio pregare annuisce il Cielo e tu, e tu … mi lascerai pregare invano? Pensa chi ti è davanti, pregante: il Messia d’Israele, il Figlio del Padre … Giuda, ascoltami! … fermati, sinché lo puoi! ….  “No”
Gesù si copre il volto con le mani e si lascia cadere ai limiti del prato. Piange senza clamore ma piange molto. Le sue spalle sussultano nei singhiozzi profondi … 582.11.

*Gesù, altezza bianca nella veste di lino al limitare del prato verde-rosso, alza le braccia al cielo sereno e alza il volto afflittissimo e alza l’anima al Padre suo gemendo: Oh! Padre mio! E mi potrai forse accusare di aver lasciato cosa atta a salvarlo? Tu sai che per la sua anima, non per la mia vita, Io lotto per impedire il suo delitto … Padre! Padre mio! Io te ne supplico! Affretta l’ora delle tenebre, l’ora del Sacrificio, perché troppo mi è atroce vivere presso l’amico che non vuole essere redento … Il più grande dolore! 582.13

*Un uomo insieme ad altri uomini sta contrattando il prezzo dell’Agnello. Sai che nome ha quell’Agnello? Ha nome Gesù di Nazareth.
(Lazzaro) Nooh! I nemici ci sono, è vero, ma non può uno venderti! Chi è?
E’ uno dei miei. Non poteva che essere uno di quelli che Io ho più fortemente deluso e che, stanco di attendere, vuole liberarsi di Colui che ormai è solo un pericolo personale. Crede di rifarsi una stima, secondo il pensiero suo, presso i grandi del mondo. Sarà invece disprezzato dal mondo dei buoni e da quello dei delinquenti. E’ arrivato a questa stanchezza di Me, dell’attesa di ciò che con ogni mezzo ha cercato di raggiungere: la grandezza umana, perseguita prima nel Tempio, creduta di raggiungere col Re d’Israele e ora cercata nuovamente, nel Tempio e presso i romani … Spera.  … Ma Roma, se sa premiare i suoi servi fedeli, sa calpestare sotto il suo sprezzo i vili delatori. Egli è stanco di Me, dell’attesa, della soma che è l’essere buono. Per chi è malvagio, l’essere, il dovere fingere di essere buono, è una soma di un peso schiacciante. Può essere sostenuta per qualche tempo … e poi … non si può più … e ci si libera di essa per tornare liberi. Liberi? Così credono i malvagi. Così lui crede. Ma libertà non è. L’essere di Dio è libertà. L’essere contro Dio è una prigionia di ceppi e catene, di pesi e sferzate, quale nessun galeotto al remo, quale nessuno schiavo alle costruzioni, la sopporta sotto la sferza dell’aguzzino.  ( ….. )
Chi è? Dimmelo, chi è? - Non serve. – Sì, che serve … Ah!  Non può essere che lui: l’uomo che è sempre stato una macchia nella tua schiera, l’uomo che anche poco fa ha offeso mia sorella. E’ Giuda di Keriot!
No. E’ Satana. Dio ha preso carne in Me, Gesù; Satana ha preso carne in lui, Giuda di Keriot.
Una sola è l’Incarnazione divina; così ugualmente in uno solo sarà Satana, Lucifero, così com’è nel suo regno, perché solo nell’uccisore del Figlio di Dio, è Satana incarnato. Egli, mentre qui Io ti parlo, è davanti al Sinedrio e tratta e s’impegna per la mia uccisione. Ma non è lui, è Satana. 587.3

*Trenta denari per uccidere un uomo, e quell’Uomo? Il prezzo di un comune agnello in questi giorni di festa? …. E’ troppo poco per pagare il mio dolore di tradire Colui che mi ha sempre amato.  588.9

*Chi è il cuore di iena che con un colpo della zampa unghiata svelle il cuore del cuore materno: Me suo Figlio? Un uomo? No. Ogni uomo nasce da una donna e per istintivo e per morale riflesso non può infierire su una madre perché pensa alla “sua”. Un uomo dunque non è. Chi allora? Un demonio. Può un demonio offendere la Vincitrice? Per offenderla deve toccarla, e Satana non sopporta la luce verginale della Rosa di Dio. E allora? Chi dite che sia? Non parlate? Io allora lo dico.
Il demone più astuto si è fuso all’uomo più corrotto e, come il veleno chiuso nei denti dell’aspide, sta chiuso in lui che può avvicinare la Donna e così, proditoriamente morderla. Maledetto sia l’ibrido mostro che è Satana e che è uomo. Lo maledico? No. Non è da Redentore questa parola e allora dico all’anima di questo ibrido mostro ciò che dissi a Gerusalemme mostruosa città di Dio e di Satana: “Oh, se in quest’ora che ancora ti è data tu sapessi venire al Salvatore! ”. Non vi è amore più grande del mio e non vi è più grande potere. Anche il Padre acconsente se Io dico: ”Voglio”, né Io so dire che parole di pietà per quelli che sono  caduti e che mi tendono dal loro abisso le braccia. Anima del più grande peccatore, il tuo Salvatore alle soglie della morte si curva sul tuo abisso e t’invita a prendere la sua mano. Non sarà impedita la mia morte … ma tu  … saresti salvo, tu che Io amo ancora e l’anima del tuo Amico non fremerebbe di orrore pensando che per opera dell’amico conosce l’orrore del morire e di questo morire …. 589.9 

*Ebbene? Che ha mutato l’averti lasciato libertà e denaro? – Che vuoi dire? – Questo: ti chiedo se ti sei santificato da quando ti ho reso libertà e denaro. E tu mi capisci … Ah, Giuda! Ricordalo sempre: tu sei stato quello che ho amato più di ogni altro, avendone meno amore di quanto tutti gli altri mi hanno dato, avendone anzi un odio maggiore, perché odio di uno che trattai da amico, del  più feroce odio, del più feroce fariseo. Ricorda ancora questo: che Io neppure ora ti odio ma per quanto sta al Figlio dell’Uomo, ti perdono. Va ora, non c’è più nulla da dirsi fra Me e te. Tutto è già fatto … 592.14

*Troppi credono che Giuda abbia commesso cosa da poco. Alcuni giungono anzi a dire che egli è un benemerito perché senza di lui la Redenzione non sarebbe venuta e che perciò egli è giustificato al cospetto di Dio. 
In verità vi dico che se l’inferno non fosse già esistito ed esistito perfetto nei suoi tormenti, sarebbe stato creato per Giuda ancora più orrendo ed eterno, perché di tutti i peccatori e i dannati egli è il più dannato e peccatore, né per lui in eterno vi sarà ammollimento di condanna.
Il rimorso l’avrebbe anche potuto salvare, se egli avesse fatto del rimorso un pentimento. Ma egli non volle pentirsi e al primo delitto di tradimento, ancora compatibile per la grande misericordia che è la mia amorosa debolezza, ha unito bestemmie, resistenze alla voce della Grazia che ancora gli volevano parlare attraverso i ricordi, attraverso i terrori, attraverso il mio Sangue e il mio mantello, attraverso il mio sguardo, attraverso le tracce dell’istituita Eucarestia, attraverso le parole di mia Madre. Ha resistito a tutto. Ha voluto resistere. Come aveva voluto tradire. Come volle maledire. Come si volle suicidare. E’ la volontà quella che conta nelle cose, sia nel bene sia nel male.
Mia Madre, ed era la Grazia che parlava e la mia Tesoriera che largiva perdono in mio nome, glielo disse: “Pentiti, Giuda. Egli perdona …” Oh! se lo avrei perdonato! Se si fosse gettato ai piedi della Madre dicendo: “Pietà!“ Ella, la Pietosa, lo avrebbe raccolto come un ferito e sulle sue ferite sataniche, per le quali il Nemico gli aveva inoculato il Delitto, avrebbe sparso il suo pianto che salva e me lo avrebbe portato, ai piedi della Croce, tenendolo per mano perché Satana non lo potesse ghermire e i discepoli colpirlo, portato perché il mio Sangue cadesse per primo su lui, il più grande dei peccatori. Sarebbe stata, Ella, Sacerdotessa mirabile sul suo altare, fra la Purezza e la Colpa, perché è Madre dei vergini e dei santi ma anche Madre dei peccatori.
Ma egli non volle. Meditate il potere della volontà di cui siete arbitri assoluti. Per essa potete avere il Cielo o l’Inferno. Meditate cosa vuol dire persistere nella colpa. 605.14 – 605.17 

*Chi come Giuda fu amato da Me? Ma non ebbe Dio nel suo cuore. Ed è il dannato deicida. L’infinitamente colpevole come israelita e come discepolo, come suicida e come deicida, oltre che per i suoi sette vizi capitali e ogni altra sua colpa. 630.22

…. sol che Giuda mi avesse gettato uno sguardo di pentimento Io gli avrei ottenuto il perdono di Dio ….
Da mesi peccava e nessuna mia parola, nessun mio atto, valse a fermarlo, tanto era forte la sua volontà di peccare. 
Giuda giunse ad odiare Dio non avendo mai amato di vero amore padre e madre né alcun altro suo prossimo. 632.7 

*Giuda è stato ed è il dolore più grande nel mare dei miei dolori. E’ il dolore che resta. Gli altri dolori sono finiti col finire del Sacrificio, ma questo resta. L’ho amato, ho consumato Me stesso nello sforzo di salvarlo … Ho potuto aprire le porte del Limbo e trarne i giusti, ho potuto aprire le porte del Purgatorio e trarne i purganti, ma il luogo d’orrore era chiuso su lui. Per lui inutile il mio morire. 634.7 

*Avrei perdonato anche a Giuda se in luogo di fuggire fosse venuto sotto la Croce dove morivo e mi avesse detto : ”Perdono!”. Sarebbe stato il mio primo redento perché era il più grande colpevole e su lui avrei fatto piovere il sangue del mio Cuore, trafitto non tanto dalla lancia, quanto dal suo e dai vostri tradimenti. 8.6.43 

*Solo i posseduti completamente dal demonio, completamente dico, furono tetragoni al mio lavacro d’amore spirituale. Gli altri, posseduti da una passione sola, furono salvati avanti o dopo la mia morte. Giuda, Anna, Caifa e qualche altro, no, poiché i sette principi dei demoni li tenevano avvinghiati con sette corde e coorti di demoni erano in loro a compiere il lavoro che fece di loro le gemme dell’Inferno. 10.7.43 

*Quando Giuda non ha più creduto in Me, non nella soddisfazione del denaro, non nella protezione della legge umana, si è ucciso. Rimorso del delitto? No. Fosse stato quello, si sarebbe ucciso subito dopo aver capito che Io sapevo. Ma non allora, ma non dopo il bacio infame e il mio saluto amoroso, non allora, non quando mi vide sputacchiato, legato,  trascinato via fra mille insulti. Solo dopo aver capito che la legge non lo proteggeva – la povera legge umana che spesso crea o istiga al delitto, ma poi si disinteressa dei suoi esecutori e complici e all’occorrenza ci si rivolta contro e dopo averli usati li ammutolisce per sempre sopprimendoli – e solo dopo aver capito che potere e denaro non venivano o erano troppo meschini per far felici, solo allora si è ucciso. Era nel buio del nulla. Si gettò nel buio dell’inferno. 1.8.43 

*Giovanni era il più giovane del gruppo apostolico, dopo di lui, in età, veniva l’Iscariota e per età avrebbe potuto essere anche lui come Giovanni, ma non lo era. E se vergine non era, casto non divenne neppure dopo avermi conosciuto. Era un impuro e l’impurità impedisce l’opera di Dio nei cuori e favorisce quella di Satana come nessun’altra passione. ( … )
Giuda aveva nel cuore la concupiscenza del denaro, della carne, del potere e per queste tre Nemesi che lo perseguitavano e che egli non volle vincere, divenne deicida. Quando Satana vuole prendere, offre la donna, per la quale è necessario avere censo e onori e dà unicamente disperazione e morte.
Giuda era le tenebre, era figlio della Menzogna. La mia Luce e Verità non poterono penetrare in lui. Se nonostante le sue prevenzioni potei fare di Natanaele un convinto, e di Levi un convertito, perché non era nel primo la frode e nel secondo resistenza alla grazia, nulla potei in Giuda poiché il suo animo era posseduto né Io potevo penetrarvi perché egli me ne interdiva l’entrata. Mi seguì per speranza umana. Vendette il Cristo ai suoi crocifissori e la sua anima a Satana che da anni era il suo istigatore, perché Satana non è Dio che dà, anche se non date, per conquistarvi a Sé. Satana vuole il cento per uno. Vuole voi, in eterno, in cambio di un’ora di trionfo bugiardo. Ricordatevelo.
Ho sopportato questa serpe nel gruppo per insegnare agli uomini a sopportare e insistere per salvare. Non un pensiero di Giuda mi era ignoto ed è stata un’anticipata passione l’averlo vicino. Un tormento che voi non contemplate ma che non fu meno amaro degli altri. 2.1.44 

*…. Spinge questa sua opinione sino a credere sacrilegamente che il più grande di tutti i peccatori dell’umanità, il figlio diletto di Satana, quello che era ladro com’è detto nel Vangelo, che era concupiscente e ansioso di gloria umana, come dico Io, l’Iscariota, che per fame della triplice concupiscenza si è fatto mercante del Figlio di Dio e per trenta monete e col segno del bacio – un valore monetario irrisorio e un valore affettivo infinito – mi ha messo nelle mani dei carnefici, possa redimersi e giungere a Me passando per fasi successive.
No. Se egli fu il sacrilego per eccellenza, Io non lo sono. Se egli fu l’ingiusto per eccellenza, Io non lo sono. Se egli fu quello che sparse con sprezzo il mio Sangue, Io non lo sono. E perdonare a Giuda sarebbe sacrilegio alla mia Divinità da lui tradita, sarebbe ingiustizia verso tutti gli altri uomini, sempre meno colpevoli di lui e che pure sono puniti per i loro peccati, sarebbe sprezzo al mio Sangue, sarebbe infine venire meno alle mie leggi.  15.1.44

*Il mio sguardo aveva letto nel cuore di Giuda Iscariota. Nessuno deve pensare che la Sapienza di Dio non sia stata capace di comprendere quel cuore, ma, come ho detto a mia Madre, egli ci voleva. Guai a lui per essere stato il traditore!
Ma un traditore ci voleva: Doppio, astuto, avido, lussurioso, ladro e intelligente e colto più della massa, egli aveva saputo imporsi a tutti. Audace, mi spianava la via, anche se era difficile. Gli piaceva, oltre a tutto, emergere e far risaltare il suo posto di fiducia presso di Me. Non era servizievole per spirito di carità, ma unicamente perché era uno di quelli che voi chiamereste “faccendoni”. Ciò gli permetteva di tenere la borsa e di avvicinare la donna. Due cose che insieme alla terza: la carica umana, amava sfrenatamente. 13.2.44

*Avevo dovuto spezzare il mio pane col  mio Caino. Avevo dovuto parlargli da amico per non accusarlo agli altri della cui violenza non ero sicuro e per impedire un delitto, inutile d’altronde, poiché tutto era segnato nel gran libro della vita; la mia morte santa e il suicidio di Giuda. Inutili altre morti riprovate da Dio. Nessun sangue che non fosse il mio doveva essere sparso e sparso non fu. Il capestro strozzò quella vita chiudendo nel sacco immondo il corpo del traditore e il suo sangue impuro venduto a Satana, sangue che non doveva mescolarsi, cadendo sulla terra, al sangue purissimo dell’Innocente. 
Torme e torme di demoni erano quella notte sulla terra per portare a termine la seduzione nei cuori a farli pronti a volere il domani l’uccisione del Cristo.
Giuda aveva Lucifero ed Io avevo Lucifero. Egli nel cuore Io al fianco. Eravamo i due principali personaggi della tragedia e Satana si occupava personalmente di noi. Dopo aver condotto Giuda al punto di non poter più retrocedere, si volse a Me. 15.2.44 

*Contro quell’uscio ho visto Giuda … Giuda ho visto! … E non l’ho maledetto, ma gli ho parlato da madre straziata, straziata per il Figlio buono e per il figlio malvagio … Ho visto Giuda! … Il demonio ho visto in lui! Io, che ho sempre tenuto Lucifero sotto il mio calcagno e guardando solo Dio non ho mai abbassato l’occhio su Satana, ho conosciuto il suo volto guardando il Traditore … Ho parlatso al Demonio … ed esso è fuggito perché il demonio non sopporta la mia voce …3.6.44. 

*Qual è l’apostolo che ho più amato? E’ Giuda di Keriot.  ( … )
Io ho detto: “A chi molto ama, molto è perdonato”. E’ vero ed è giusto. Più uno ama e più merita perdono da parte dell’offeso. Ma anche: chi più perdona dimostra di amare molto e chi perdona sempre tutto, tutto sempre, sinché non viene l’ora del giudizio, quello ama non molto ma totalmente. Così ho amato Giuda di Keriot. Totalmente. 16.5.47

*La terza grande, misteriosa, inspiegabile defezione è quella di Giuda di Keriot che spontaneamente volle essere di Cristo, che per tre anni godè del suo amore, si nutrì della sua Parola e che, perché deluso dei suoi sogni concupiscenti, lo vendette per trenta denari, divenendo da apostolo, ossia eletto alla più alta dignità spirituale, il Traditore dell’amico, il deicida e il suicida. 558.50 Ap. 

*La fine di Giuda non fu solo morte della carne, ma morte dello spirito. Egli era già un “morto”, una “spoglia” di Satana, mentre ancora mangiava l’agnello con l’Agnello e mentre il Pane di Vita scendeva in lui. Anzi fu giusto allora, per la sua ipocrisia, che Satana entrò in lui da supremo, eterno padrone. Perché Dio è Verità e non può esservi Dio dove è menzogna, ipocrisia, falsa testimonianza contro un innocente. Tutto ciò era Giuda. Il Pane di Vita non ebbe potere di vincere il sapore del frutto carnale e Giuda, sacrilegamente, mescolando l’appetito concupiscibile della carne col frutto soavissimo e santissimo del Sacramento d’amore, segnò il suo destino di morte eterna.
Perché amore e odio non possono vivere uniti. Perché Dio e Satana non possono insieme servirsi. Perché non v’è perdono al peccato contro l’Amore, peccato deicida e fratricida. Perché non può venire al Regno di Verità, l’ipocrita, il menzognero, il calunniatore. Rm. 195 – 8.1.50

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Giuda di Simone di Keriotl'apostolo traditore Iscariota. Intelligente e colto, era del Tempio. Pratico delle cose del mondo, ma non in quelle dello spirito, ambizioso, voleva emergere e sapeva fare, ma non sapeva domare se stesso e le sue passioni. Colpito dall'imponenza di Gesù nella prima manifestazione al Tempio con la cacciata dei mercanti, vede in Lui il Messia promesso, ma nel senso delle aspettative di quasi tutti gli ebrei del suo tempo, cioè come trionfatore, vendicatore del suo popolo che schiaccerà tutti gli altri 1.054. Gesù cerca di correggere quest'idea sbagliata quando Giuda, unico fra gli apostoli, vuole imporsi al suo servizio sperando di "diventare il principe di un re potente 5.355 e Gesù lo rimanda a riflettere 1.054. Giuda ritorna ed insiste di essere accettato fra i discepoli di Gesù 1.066. Gesù cerca di istruire Giuda 1.069, che mostra di capire, di cedere, ma essendo troppo pieno di sé, in realtà conserva la sua forma mentale. Investiga, cavilla e s'impunta. Giuda capostipite di tutti gli apostoli mancati 1.070 - 1.078. Ripreso, facilmente diventa permaloso, risentito, mettendo una nota di discordia dove altrimenti regnerebbe tanta pace. "Essere buoni con chi è un Giuda, e saper capire gli spiriti come quelli di Giuda, ed essere medico e sacerdote per essi è difficile. Giuda è il vostro insegnamento vivente" 2.083 - 7.468 - 8.520. Interrogata da Gesù, Maria Santissima Gli esprime la sua prima impressione su Giuda 2.101. Giuda non entra nell'ordine delle idee intorno al Regno dei Cieli, ma persiste e cerca di spingere per conto suo l'idea del regno terrestre con le sue grandezze e, sottinteso, un posto preminente per se stesso 2.101 - 2.106 - 6.400. Vistosi scoperto, comprendendo di non spuntarla, perdendo sempre di più i doni gratuitamente ricevuti per mancanza di corrispondenza e buona volontà, diventa sempre più invidioso dei compagni, cerca di sostituire l'azione della grazia con l'azione vistosa anche per mezzo di pratiche magiche 3.188 - 5.300 - 5.301 - 5.317 - 5.334 - 5.357 - 7.495 - 8.529. Giuda non ha cuore per i poveri, anche se distribuisce per Gesù l'elemosina; in fondo li disprezza come ignoranti 4.260. Non conduce una vita morale limpida ed è anche ladro 8.530 9.567

Sempre più deluso nelle sue aspirazioni di futura grandezza, assorbe e coltiva tutto il veleno delle sue antiche amicizie al Tempio, che non ha mai voluto abbandonare-malgrado il loro malanimo contro Gesù, e s'inoltra nel suo doppio gioco di delatore, accusatore e infine traditore di Gesù e dei suoi compagni 4.264 - 4.282 - 5.317 - 8.535 - 9.580 - 9.587 - 9.588 - 9.592 - 9.598. Crede di poter all'occorrenza sostituirsi al Messia 2.106, lo tradisce con un bacio e lo consegna ai nemici 10.602, e infine si suicida 10.605 - 10.639 - 10.643



AMDG et DVM

martedì 23 gennaio 2018

Quanto più l'inferno è negato, tanto più si riempie!


GLORIA O DANNAZIONE 

Parole dall’inferno che guidano al Cielo

 PRESENTAZIONE 

Luce e tenebre si fanno concorrenza, ma non su un piano di parità, perché la luce è più forte delle tenebre: la luce può scacciare le tenebre, ma le tenebre non possono spegnere la luce. Anche Gesù e il diavolo si fanno concorrenza e anche in questo caso i due rivali non sono su un piano di parità: Gesù, Figlio eterno dell' eterno Padre, è più forte del suo nemico; Gesù può sconfiggere il diavolo, ma il diavolo non può nulla contro di Lui. 

Il vangelo ci testimonia che Gesù in molte occasioni ha scacciato il diavolo e che ha trasmesso questo potere alla sua Chiesa: "Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demoni (Mt 10, 8). La Chiesa, dunque, non solo può, ma deve continuare la battaglia iniziata dal suo Signore contro il potere del demonio. Lo fa con la predicazione del vangelo, lo fa con l'amministrazione dei sacramenti, lo fa con la sua azione pastorale e lo deve fare, quando occorre, anche con gli esorcismi. Nulla di nuovo fin qui. Ma ciò che può sorprendere in queste pagine è che il diavolo, su comando di un esorcista, si sia messo a dire la verità. Ma il diavolo non è definito da Gesù il "padre della menzogna" (Gv 8,44)? Certo, tale era e tale resta! Ma Gesù e "la Verità" (Gv 14, 6) e Gesù-Verità può costringere il diavolo-menzogna a collaborare alla riscoperta di un vangelo da tanti oggi purtroppo dimenticato o rifiutato. In questa nostra epoca il diavolo sta cantando vittoria a squarciagola: le sue strade sono molto più battute di quelle del Signore; trova le porte spalancate in tutti i campi, mentre per Gesù troppi cuori sono chiusi; ha quasi tutte le leve del potere in mano, mentre il vangelo sta sempre più perdendo terreno; la menzogna e il vizio dilagano, mentre la verità e la virtù sembrano morte e sepolte. Mai l'umanità è scesa tanto in basso. 

Già nel '52 il Papa Pio XII affermava: "Il mondo di oggi corre verso la propria rovina è tutto un mondo che bisogna rifare dalle fondamenta". E sei anni prima, con lucida analisi, si era così espresso: "L'oggetto contro il quale l'avversario dirige oggi i suoi assalti, aperti o dissimulati, non è più, come ordinariamente nel passato, l'uno o l'altro punto particolare della dottrina o della disciplina, ma piuttosto l'insieme della dottrina e della morale cristiana fino alle estreme conseguenze. In altri termini, si tratta di un assalto totale". Ma con profondo dolore bisogna aggiungere che se in passato gli assalti alla Chiesa provenivano prevalentemente dall' esterno, oggi sempre più spesso vengono anche dal suo interno. Il diavolo che ieri ha fatto crocifiggere il Cristo, cerca oggi di crocifiggere la Chiesa e lo fa in buona parte per mezzo di nuovi Giuda: figli e ministri della stessa Chiesa. 

Durante un esorcismo il diavolo ha svelato la sua terrificante strategia: "Ci saranno molti apostati e io mi servirò di molti preti per costruire la mia chiesa". Parola di diavolo? Sì, certo, ma anche parola di Papa. Paolo VI, in un primo tempo così ben disposto verso il dialogo col mondo e verso la riforma della Chiesa, nel '68 ha dovuto amaramente riconoscere: "La Chiesa si trova in un'ora inquieta di autocritica, si direbbe meglio di autodemolizione. E' come un rivolgimento acuto e complesso che nessuno si sarebbe atteso dopo il Concilio. La Chiesa quasi quasi viene a colpire se stessa". E quattro anni dopo ha confessato di avere la sensazione "che da qualche parte sia entrato il fumo di Satana nel tempio di Dio" 

Nel 1981 Giovanni Paolo Il con altrettanto coraggio ha riconosciuto il baratro in cui la Chiesa è stata precipitata da alcuni suoi figli e ministri: "Bisogna ammettere realisticamente e con profonda e sofferta sensibilità che i cristiani, oggi, in gran parte, si sentono smarriti, confusi, perplessi e perfino delusi; si sono sparse a piene mani idee contrastanti con la verità rivelata e da sempre insegnata; si sono propalate vere e proprie eresie, in campo dogmatico e morale, creando dubbi, confusioni, ribellioni; si è manomessa la liturgia; immersi nel relativismo intellettuale e morale, e perciò nel permissivismo, i cristiani sono tentati dall'ateismo, dall'agnosticismo, dall'illuminismo vagamente moralistico, da un cristianesimo sociologico, senza dogmi definiti e senza morale oggettiva". 

Certo, il diavolo non è l'unico responsabile di questo disastro, ma ne è il primo e principale istigatore, colui che disturba le menti degli uomini e le porta a confondere la verità con l'errore, il bene col male; colui che inaridisce i cuori e indebolisce le volontà. E così, per l'azione corrosiva e martellante di questo nemico invisibile, anche molti cristiani, da figli di Dio quali erano, si ritrovano ad essere povere larve di umanità, vermi striscianti, impantanati nel fango di una vita senza Dio e contro Dio. E la risposta di molti pastori di anime davanti a questo disastro è solo quella del silenzio sull' esistenza e sull' azione nefasta del diavolo. Alcuni altri poi, pastori rinnegati, 20 traditori del Signore e della loro missione, assassini di anime e nemici della verità, più ostinati nel demolire il regno di Dio che impegnati a edificano ... del diavolo negano perfino l'esistenza... con sua grande soddisfazione. Dunque, tace (o nega) chi dovrebbe parlare. Ma Gesù ci assicura: "Vi dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre" (Lc 19, 40). Parafrasando queste parole si sente affiorare una promessa ancora più sconcertante: "Vi dico che, se molti miei discepoli, se molti pastori che io vi ho dato taceranno, grideranno i demoni". E' la rivincita di Gesù che obbliga il diavolo a parlare di se stesso e contro se stesso, a svelare le sue perfide strategie, a metterci in guardia contro il pericolo che corriamo, a predicare il vangelo, soprattutto ciò che del vangelo è oggi taciuto o travisato. E' una strategia dell' amore di Gesù che si serve anche del diavolo per mantenere fede alla sua promessa: "Le porte dell'inferno non prevarranno contro la mia Chiesa" (cfr.: Mt 16, 18). 

In un esorcismo il diavolo ha dichiarato: "Sappiamo che non riusciremo mai a eliminare la Chiesa, ma non lasceremo nulla di intentato per procurarle tutto il male possibile". Sì, il diavolo sogna per la Chiesa tutto il male possibile, ma il Signore, che nella sua infinita e misteriosa sapienza sa trarre il bene anche dal male, lo obbliga a parlare e a gettare la maschera, lo costringe a svelare dove e quali trappole ha nascosto sul nostro cammino. Ci sono state e ci sono perfino anime sante a cui il Signore ha riservato una sorte, umanamente parlando, sventurata: tormentate per anni o per decenni dalla presenza diabolica, hanno sopportato per la gloria di Dio e per la redenzione dell' umanità sofferenze fisiche e spirituali inaudite. 

Vittime di una tormentosa ossessione diabolica furono ad esempio la beata Mjriam Baouardy von Abellin (suora carmelitana), Marie des Vallées (1590-1656), il beato Niklaus Wolf, Antoine Gay (1790-1871) e Suor Maria Maddalena della Passione (1845- 1921), fondatrice delle Suore Compassioniste e morta in concetto di santità. Furono anime ripiene di un Dio che spesso sembrava ostile, indifferente, o lontano da loro e contemporaneamente tormentate dalla presenza straziante del demonio. Dalla loro bocca il diavolo è stato costretto a parlare e a fare il gioco di Dio: dire quelle verità che mai avrebbe voluto ricordarci. In queste pagine abbiamo appunto una testimonianza di questo genere: Heinrich Kreuzer ha raccolto e ci ha riportato quanto il diavolo, con infinita rabbia, ha dovuto dire in diversi esorcismi per il nostro bene. Perché non approfittarne? Perché non meditare attentamente le parole di questo insolito predicatore? Mi auguro che questo scritto trovi ampia divulgazione per offrire al più largo numero possibile di persone delle riflessioni che... vengono dall'inferno, ma ... possono guidare al paradiso. 

Sac. Enzo Boninsegna Verona, 6 maggio 1994 

ESORCISMO DELL' 11/8/1983 

 L'INFERNO ESISTE ED E' ETERNO 

Esorcista - In nome di Dio Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, di' la verità, solo la verità, ciò che il Cielo ti comanda di dire per la gloria di Dio e per il bene delle anime; su tutto il resto taci! 

Demonio - Senti il tuono? (In questo momento rombi di tuono e lampi annunciano un temporale). E' l'Altissimo che si fa sentire; potrebbe farlo e a volte lo fa anche col terremoto. Io mi ribello; non vorrei dire ciò che giova alla vostra salvezza; non voglio dire questa tremenda verità. Lasciami! Lasciami! Non voglio parlare! 

Esorcista - Devi dire ciò che il Cielo ti comanda di dire. E' utilissimo che dalla tua bocca esca questa verità, soprattutto oggi che tante persone hanno perso la vera fede. Di' la verità in nome di... 

Demonio - Non vorrei dirlo, ma devo dirlo: l'inferno esiste ed è eterno. Pochi oggi ci credono a questa verità perché tutto congiura contro l'idea dell'inferno, ma è proprio per questo che l'inferno cresce e congiura con più forza contro di voi. Quanto più l'inferno è negato, tanto più si riempie! Si ride di questa verità come fosse frutto di fantasia, o come fosse una triste eredità di altri tempi. Soprattutto non credono all'inferno molti uomini di cultura. Si vorrebbe che l'inferno non ci fosse per poter peccare senza pagarne le conseguenze, per poter continuar a vivere nei propri vizi. Altri, che si ritengono credenti, sostengono che l'inferno non esiste e perciò garantiscono il paradiso per tutti, prima o poi, perché - dicono, ma si illudono - l'inferno sarebbe in contrasto con la misericordia dell'Altissimo. Questi si ingannano: non solo non conoscono la giustizia dell'Altissimo, giustizia che è terribile, ma non conoscono neanche la sua misericordia, che è vera solo se è in piena e perfetta armonia con la giustizia. Senti il tuono? Sottolinea la verità di quanto ho appena affermato. Ma ora non torturarmi più; basta farmi parlare! Basta! 

Esorcista - In nome di... 

Demonio - Il Cielo mi costringe a parlare e ora fa rimbombare il tuono per riaffermare questa spaventosa verità che io non vorrei manifestare. L'Altissimo vi ha fatto conoscere questa verità sull'inferno molte e molte volte, come testimonia la S. Scrittura. Quante volte vi ha parlato dell'inferno eterno, e del fuoco eterno che tortura, Colui che è la Verità e che è nato e ha voluto morire proprio per evitarvi di finire in quel luogo di perdizione in cui molti entrano e da cui nessuno esce! 

IL VANGELO VI GARANTISCE L'ESISTENZA DELL'INFERNO 

 Demonio - Come vi insegna la parabola del vangelo, il ricco epulone ha maledetto e dannato la sua vita con l'esagerato attaccamento ai piaceri di questo mondo. Dall'inferno ha poi invocato Abramo di mandare Lazzaro a intingere il dito nell'acqua per estinguere almeno un po' la sua sete disperata, perché bruciava nel fuoco. Ma la risposta di Abramo è stata negativa: "Tra noi e voi c'è un abisso incolmabile, così che nessuno di voi può venire tra noi e nessuno di noi può venire tra voi. Tu hai avuto le tue gioie nella vita e Lazzaro i suoi dolori; ora Lazzaro è nella gioia e tu nei tormenti". Il ricco epulone ha chiesto allora ad Abramo che Lazzaro, non potendo andare da lui, all'inferno, a lenire le sue pene, andasse almeno sulla terra ad avvertire i suoi cinque fratelli, per invitarli a cambiare vita, perché non finissero anch'essi nella condanna eterna. Ma la risposta di Abramo è stata chiara e ferma: "Chi è incredulo e ostinato nel peccato come lo fosti tu, che non hai voluto credere nei profeti, e come lo sono i tuoi fratelli, non crederebbe nemmeno se vedesse un morto risorgere 

GIOIE TERRENE E GIOIE ETERNE NON VANNO INSIEME 

 Demonio - Come allora il ricco epulone e i suoi fratelli non hanno creduto ai profeti, così è anche oggi, purtroppo. Purtroppo per voi e per il Cielo, ma a noi fa piacere! Vedere che in tutti 26 i tempi, e anche oggi, gli uomini sono affamati di gioie terrene, dà a noi una gran gioia infernale. Le gioie terrene portano alla dannazione eterna e coloro che cercano smodatamente queste gioie e credono di ottenere la beatitudine eterna si ingannano! Mi costa terribilmente ricordarvi questa verità, ma sono costretto a farlo. Ci sono sì, anche per chi vuole salvarsi, delle gioie terrene lecite, ma non sono mai in grande misura come tutto oggi vi porta a credere. Lui (Parla di Gesù) ve lo ha detto chiaramente: "Per entrare nel regno dei cieli bisogna farsi violenza, perché stretta è la porta e difficile la via che porta alla salvezza; mentre larga è la porta e comoda la strada che porta alla rovina Queste parole, come tutte le altre che vi ha detto Lui sono vere anche oggi e lo resteranno sempre. Sono vere, ma non vengono quasi più ricordate. Nei secoli passati invece queste parole venivano continuamente predicate e questo ha portato in Cielo folte schiere di uomini. Venivano loro ricordati abitualmente un salutare timore di Dio e un'altrettanto salutare paura dell'inferno. Senza questo timore e senza questa paura voi diventate incoscienti e ponete le premesse per la vostra rovina eterna. A noi fa piacere che molti preti non vi ricordino più queste cose: sono i nostri migliori apostoli, lavorano per noi: contro di Lui e contro di voi. 

IL SALUTARE PENSIERO DELLE REALTA' FINALI 

 Demonio - Quanto invece sarebbe salutare per voi meditare spesso sulle realtà della morte, del giudizio, dell'inferno e del paradiso. Per difendervi dal pensiero della morte, visto che non potete negare questa realtà, avete adottato la tattica della dimenticanza: non ci pensate quasi mai. E per difendervi dal pensiero del giudizio e dell'inferno avete usato la carta della misericordia dell'Altissimo. "E' un giudice buono - dite - per cui non può condannare i suoi figli; e se anche li condanna, sarà per un certo tempo, ma non per sempre". E così la vostra tendenza a fare il male non è più frenata dal pensiero della morte, che cercate di dimenticare, nè dal pensiero del giudizio e dell'inferno che cercate di ammorbidire. E la vostra fatica a fare il bene non viene vinta dal pensiero del paradiso: la speranza, il desiderio del premio che l'Altissimo vi ha promesso non vi affascina per niente, perché sono tutte qui sulla terra le cose che affascinano e incatenano il vostro cuore! 

NON ESISTE IL NULLA ETERNO 

Demonio - Non illudetevi che l'inferno eterno non esista: o perché l'Altissimo alla fine perdonerà anche i colpevoli, portandoli in paradiso, o perché i colpevoli verranno sprofondati nel nulla. Per i dannati sarebbe un premio ritornare nel nulla da cui sono venuti, ma questa grazia non sarà loro concessa, perché, lasciando impunite le colpe, verrebbe tradita la giustizia divina e l'Altissimo stesso farebbe un torto a coloro che in vita hanno subito gravi danni dai peccatori. Basta farmi parlare! Non ne posso più! 

Esorcista - Continua e parla in nome... 

Demonio - Colui che ha versato il suo Sangue per voi e vi ha garantito di essere "la Verità", vi ha detto chiaramente che per Giuda sarebbe stato meglio se non fosse mai nato. Non essere mai nati, o sprofondare nel nulla dopo la nascita sarebbe la stessa cosa. No, dopo la vita terrena c'è il giudizio e dopo il giudizio il premio o il castigo eterno, poiché l'Altissimo ha creato anime immortali, plasmate a sua immagine e somiglianza. Ora, come senti, sottolinea la verità delle parole che mi costringe a dirvi col tuono del temporale. Anche questa umiliazione a cui ci sottopone ci tormenta, ma siamo costretti a subire, come siamo costretti, sia pure contro voglia, a lodarlo e glorificarlo dicendo a voi quelle verità che odiamo con tutte le nostre forze. Noi che ci troviamo dentro in questa donna, e siamo in 20, siamo spiriti rinnegati, siamo dannati per sempre. E non solo noi venti: tantissimi altri, migliaia e migliaia sono dannati come noi e tutto facciamo per la vostra rovina. Basta, non voglio più parlare! 

LA CHIESA OGGI FA TROPPO POCO CONTRO L'INFERNO 

Esorcista - Di' ciò che il Cielo ti comanda di dire. 27

Demonio - Con le nuove idee che abbiamo inoculato nelle vostre menti in questi ultimi decenni, grazie a molti preti più assetati di novità che di verità, siamo riusciti a snervare la vostra Chiesa: molti vostri pastori e moltissimi fedeli non hanno più l'attenzione rivolta al vero fine della vita che è la salvezza eterna. Le vostre comunità cristiane o sono contagiate dagli stessi vizi del mondo, o sono paralizzate in uno stato di mediocrità e di indifferenza, o hanno organizzato le loro attività in modo da apparire ed essere di fatto più dei gruppi di volontariato per l'assistenza sociale, che non comunità che vivono e operano per la salvezza eterna dei propri membri e degli altri uomini. Con questo clima che si è creato tra di voi ... l'inferno ha praticamente via libera. Come certe cascate di sassi che rotolano dai fianchi di un monte, così moltissime anime piombano all'inferno nell'indifferenza generale. 

Pochi tra voi e pochi anche tra i vostri preti si danno pensiero di creare degli sbarramenti per fermare questa corsa di tante anime verso l'inferno: le lasciano precipitare nella rovina eterna senza nemmeno sospettare che è proprio questo ciò che avviene. Del resto, come possono fermarle in questa loro corsa verso il precipizio se essi stessi sono incamminati nella stessa direzione senza rendersene conto? Ingannati dal modernismo, questi preti diventano a loro volta ingannatori delle anime a loro affidate, o col silenzio, perché non parlano mai del rischio che corrono, o con la menzogna, perché negano la possibilità che si possa finire all'inferno. 

IL GIUDIZIO SARA' TERRIBILE 

 Demonio – Il giudizio dell'Altissimo sarà tremendo; non si compirà come, con faciloneria, tendete a raffigurarvelo voi uomini. L'Altissimo non sarà come un nonnino indulgente che, fatto qualche benevolo rimprovero ad alcuni, magari col sorriso sulle labbra, alla fine prende tutti sotto il suo manto dicendo: "Venite tutti, figli miei e miei sacerdoti, venite nel regno preparato per voi. Indipendentemente da come avete vissuto io vi voglio tutti salvi, perché sono un padre misericordioso. Qui avrete la gioia e sarà gioia per sempre". No! Non è così che andrà il giudizio, ma in modo spaventosamente diverso. Molti si sentiranno dire, come ricorda il vangelo: "Via da me, maledetti, nel fuoco eterno che è stato preparato ...". Basta, non voglio più parlare! 

Esorcista - Di' la verità fino in fondo. 

Demonio ... che l'Altissimo ha preparato per noi, angeli ribelli, e per voi, uomini peccatori". Basta torturarmi! Non farmi più parlare! 

IL TRIONFO DELL'INFERNO 

Esorcista - Nel nome di Dio e della SS.ma Vergine, prosegui. 

Demonio - E' un grande successo quello che siamo riusciti a ottenere: portare molti cristiani e molti preti a non credere più all'esistenza dell'inferno e convincere quelli che ci credono ancora a parlame il meno possibile. Tanto più l'inferno sarà vincitore quanto meno se ne parla. Un'altra nostra vittoria è l'avere convinto a non parlare quasi più neanche del purgatorio. Queste nostre vittorie tolgono importanza al peccato: com'è possibile per voi capire la gravità dei vostri peccati se non pensate più a quali conseguenze disastrose possono portarvi? Il peccato mortale non perdonato porta all'inferno; il peccato mortale perdonato e il peccato veniale portano in purgatorio. Ma non credendo più all'inferno e al purgatorio, o non pensandoci abbastanza, voi vi adagiate sempre piu nel peccato, senza rimorsi; il peccato è ormai diventato per voi regola di vita, un vero diluvio di male che sommerge la terra. E' ciò che sta avvenendo, con nostra grande soddisfazione e con vostro gravissimo danno. Una vittoria come questa non potevamo nemmeno sperarla! I vostri santi piangevano anche per piccole mancanze e si purificavano con aspre penitenze, voi invece peccate senza rimorsi e con l'approvazione di alcuni preti. E se qualcuno cerca di distogliervi dalle vostre colpe, voi vi difendete e giustificate il vostro peccato come fosse una cosa lecita o addirittura gradita all'Altissimo. Ci furono anche dei grandi santi che hanno commesso dei gravi peccati e hanno trovato nel pensiero dell'inferno il primo stimolo a cambiar vita e a iniziare un cammino che li ha portati alla santità eroica. (N.d.R. - S. Teresa d'Avila ebbe da Dio la grazia di vedere quale posto le sarebbe 28 toccato all' inferno, se avesse continuato nei suoi peccati. E' bastato questo a farle cambiare radicalmente la sua vita.). Il pensiero dell'inferno genera i santi, ma la dimenticanza dell'inferno ... riempie l'inferno. (Urla rabbiosamente). 

IL SANTO TIMORE DI DIO 

 Demonio - E' un grande successo per noi che la Chiesa oggi parli sempre meno del santo e salutare timore dell'Altissimo. Grazie alla nostra subdola opera, alcuni preti non ne parlano affatto; o perché non ci credono più nemmeno loro, o perché se ne vergognano, temendo di apparire ingenui e superati. Al contrario si coltiva il timore delle leggi, il timore dell'uomo, il timore delle umiliazioni, ma del timore dell'Altissimo va sparendo perfino l'ombra. Noi demòni siamo diventati i più grandi predicatori della misericordia del Cielo, ma la predichiamo disgiunta dalla giustizia e così vi portiamo fuori strada, vi facciamo credere che i vostri peccati non solo non vi porteranno all'inferno, ma resteranno del tutto impuniti. Sibilando nelle vostre anime che l'Altissimo è misericordioso e non ricordandovi che è anche giusto (come se la giustizia fosse la negazione della misericordia), vi portiamo non a ricambiare il suo amore, ma a calpestarlo, a offenderlo senza ritegno. Ed è quello che sempre più spesso fate, visto che, credendo a noi, voi vi illudete che si possa calpestarlo senza poi pagarne le conseguenze. Se volete bene a voi stessi, se volete trovare delle ragioni convincenti per non peccare, imparate a valutare le cose, soprattutto il tempo e l'eternità, alla luce del santo timore dell'Altissimo. Con lui non si scherza. Vi ama, ma vuole che anche voi lo amiate. Vi invita a credere fermamente nella sua misericordia, ma senza sottovalutare, anche solo minimamente, la sua giustizia. Conservate sempre il santo e salutare timore dell'Altissimo, che si traduce nella paura dell'eterna dannazione, del fuoco eterno, con cui saranno torturati per sempre corpi e anime all'inferno. Ora basta! Io non volevo dire queste cose! 

SIETE AVVERTITI CHE L'INFERNO ESISTE 

Esorcista - Ti ordino di continuare nel nome di Dio. 

Demonio - Nessuno di voi può finire all'inferno senza saperlo. Che esiste la possibilità e il serio rischio della condanna eterna vi è stato detto e vi viene ricordato in molte occasioni dall'Altissimo. Con particolare frequenza ne sono avvertiti i sacerdoti, che hanno un più stretto contatto con la Sacra Scrittura. Ma oltre che con la sua parola scritta, l'Altissimo vi ricorda la realtà dell'inferno, e la possibilità per tutti di finirci dentro, parlando nell'intimo della vostra coscienza, o nel sogno, o con la morte di persone buone o cattive. Quando assistete un moribondo o uno che è appena spirato e pregate per lui dicendo: "Signore, donagli il riposo eterno, splenda a lui la luce perpetua. riposi in pace. Amen", com'è possibile che non vi ricordiate dell'inferno? Forse in quell'attimo ci pensate, ma poi vi rituffate nella vita frenetica di tutti i giorni e il pensiero del giudizio dell'Altissimo e dell'inferno si dilegua, così come all'alba le deboli luci delle stelle spariscono quando il sole vi abbaglia con la sua luce. 

Quando qualcuno sta morendo dovreste pensare che si sta giocando per quell'anima l'ultima carta: li attorno ci sono anche, presenti come avvoltoi pronti alla rapina, molti spiriti cattivi che tutto fanno per trascinare quell'anima con loro all'inferno. (N.d.R. - Un tempo, quando veniva suonata la campana dell'agonia, la gente, ovunque si trovasse, si sentiva invitata alla preghiera e pensava: "Qualcuno in questo momento sta morendo, bisogna pregare per quell'anima"; e molte invocazioni salivano al Cielo per la salvezza eterna di quel moribondo. Ora invece, la campana suona quando uno è già morto, quando è già giudicato, quando non c'è più per lui alcuna possibilità di salvezza.) E vedendo un uomo che muore, dovreste pensare che un giorno toccherà a voi ... morire ... subire il giudizio ... e vedervi accolti o rifiutati dal Cielo. 

LA MISERICORDIA DI DIO CONTINUA A RICHIAMARE 

 Demonio - L'Altissimo non smette mai di richiamarvi, come farebbe ogni buona madre per distogliere i suoi figli da un pericolo. Nella sua misericordia è disposto a perdonarvi tutti i vostri peccati, perché vuole che nessuno di voi vada perduto. Che cosa non ha fatto durante la sua vita terrena e con la sua passione e la sua morte spaventosa? Nulla ha tralasciato allora e nulla 29 tralascia anche oggi per la vostra salvezza. Se l'Altissimo ha fatto e fa così tanto per salvarvi ciò è una conferma in più che anche per voi c'è il rischio di perdersi. E se l'Altissimo non sottovaluta questo rischio che correte, non dovete sottovalutarlo nemmeno voi, nel vostro interesse. Ma voi non avete ancora imparato a voler bene a voi stessi! Ricordatele voi per primi queste verità e non trascurate di ricordarle anche agli altri: non lo farete mai abbastanza. (Urla furiosamente). 

IL TIMORE DELLA MORTE 

 Demonio - Fino a che uno è ancora vivo ha la possibilità di salvarsi, purché dica: "Pietà, Signore, pietà di me". Ma quando l'anima si separa dal corpo non c'è più alcuna possibilità; in quello stesso istante avviene il giudizio: in un lampo vedrà tutta la sua vita e dovrà risponderne all'Altissimo. E guai a quell'anima se non si sarà purificata in tempo, con un sincero pentimento, di tutti i suoi peccati: sperimenterà da quel momento e per tutta l'eternità l'ira tremenda di un Giudice giusto, ma severo. L'unica pietà che il supremo Giudice potrà offrire a quell'anima è di farla finire all'inferno, lontana da Lui. Sarebbe infatti un castigo più tremendo per quell'anima se, in quelle condizioni di ostinato peccato, finisse in paradiso: la vista dell'Altissimo, dei suoi angeli e dei suoi santi, ricolmi di grazia, rivestiti di gloria e pieni di gioia, sarebbe una tortura più grave di tutte le pene che dovrà subire all'inferno. 

NESSUNO E' AL SICURO 

 Demonio - Per tutti dovete pregare molto, anche per chi è considerato un santo. Noi non lasciamo in pace nessuno, nè in vita, nè tanto meno nel momento della morte. Anche chi per tutta la vita ha camminato per la strada stretta può trovarsi nel momento della morte in grandi tentazioni: noi cerchiamo di creargli nell'anima una spaventosa oscurità e di portarlo alla disperazione. Dovete pregare molto e per tutti non solo perché sia evitato l'inferno, ma anche perché sia evitato o almeno ridotto il tempo della purificazione in purgatorio. E' cosa tremenda anche il purgatorio. E' tremendo quando l'anima si separa dal corpo, con la morte, non vedersi accolti dall'Altissimo perché non ancora del tutto purificati dalle colpe commesse nella vita. Certo, ci sono persone che eviteranno il fuoco purificatore del purgatorio perché la misericordia dell'Altissimo terrà conto delle molte sofferenze che hanno patito nella vita, ma anche per queste la morte sarà tremenda. Solo in pochi casi, per volontà del Cielo, la morte non si presenta con un volto orrendo. Parlate della morte nelle vostre prediche, perché ora ne parlate troppo poco e la vostra gente continua a vivere nell'incoscienza e nel peccato. Pregate e fate pregare per i moribondi e per le anime del purgatorio. Basta, basta farmi parlare! 

IL TIMORE DI DIO DEVE ESSERE ANNUNZIATO A TUTTI 

Esorcista - Prosegui e di' quanto il Cielo ti ordina di dire. 

Demonio - Io, Belzebub, sono stato costretto a dirvi queste cose e sono costretto a raccomandarvi ancora: curate questo santo e salutare timore dell'Altissimo. Dovete parlarne tutti: gli educatori ai giovani loro affidati, i maestri ai loro bambini e i genitori ai loro figli. Deve parlarne il Papa a tutta la Chiesa, i vescovi ai loro sacerdoti e i superiori religiosi alle anime consacrate. Soprattutto ne parlino i sacerdoti nelle loro omelie, molto più di quanto non facciano ora. Se non viene predicato il timore dell'Altissimo in questa vita, non resterà che il terrore nell'altra, il terrore di un Giudice che di là non perdona, il terrore dell'inferno, un terrore tremendo, eterno e senza rimedio. Meglio per voi il timore in questa vita che le angosce del purgatorio nell'altra o il terrore eterno che trovereste all'inferno. (Grida paurosamente). Io sono costretto a dirvi che questa è la verità. Non credete a chi vi inganna dicendo che l'Altissimo è misericordia infinita e tralascia di dirvi che è anche giustizia infinita. Il timore dell'Altissimo è cosa santa, è un mezzo di salvezza. E' lui che ve lo dona, ma voi custoditelo, accrescetelo, divulgatelo. Soprattutto educate i bambini fin da piccoli a vivere nel timore di lui. Solo così li difenderete dal peccato in questa vita e dall'inferno nell'altra. 

L'INFERNO E' SPAVENTOSO  

 Demonio - Non ci sono parole per descrivere l'inferno: neanche l'uomo con la più viva fantasia e con la più grande capacità di inventiva può riuscire a immaginarlo e tanto meno a descriverlo. L'inferno è infinitamente peggio di quanto possiate pensare: il peggior campo di concentramento di questo mondo paragonato all'inferno sembra un angolo di paradiso. Là tutto è dolore e un dolore così grande che i dolori della terra, al confronto, sembrano gioie. Là tutto è disperazione perché l'inferno non finirà mai. Là tutto è odio: da nessuno verrà una parola di conforto, ma, al contrario: il terrore di uno si assommerà al terrore di tutti gli altri. Là tutto è tenebre e disarmonia. Là è raccolto ogni male e regna solo la parola "castigo". L'inferno è la pattumiera in cui l'Altissimo getterà ogni immondizia umana e ogni uomo che, col suo rifiuto di obbedire alla sua legge, ha fatto di sé un rottame umano, un rifiuto di umanità, un mostro di bruttura, un concentrato di ogni male. Nemmeno l'Altissimo, pur con tutta la sua onnipotenza può farvi capire fino in fondo che cos'è l'inferno. Per capirlo bisogna solo provarlo. Io non volevo dirvi queste cose, ma (E lo dice urlando) sono stato costretto a ricordarvele dalla SS.ma Trinità e dalla Madre del buon Consiglio, che non vuole che andiate perduti per sempre. 

UN SOGNO IRREALIZZABILE 

 Demonio - E' spaventoso che gli uomini non credano più al suo vangelo nel quale tutto è verità. Verità che purtroppo non si possono cancellare. Che cosa non daremmo noi dannati se potessimo cancellare la verità sull'eternità dell'inferno! Se noi potessimo dire: "Signore, fa che questo tormento cessi almeno alla fine del mondo, nel giorno del giudizio. O, se non può finire l'inferno, che almeno finisca la nostra vita e noi possiamo piombare nel nulla!". Se l'Altissimo ci garantisse questo... tutti noi dannati, nonostante le tremende sofferenze che dobbiamo sopportare, esploderemmo in un cantico di gioia e di ringraziamento e il nostro inferno ci sembrerebbe già un'anticamera di paradiso. Ma ora lasciami, non voglio più parlare! 

GESU' HA PIANTO PENSANDO ALL'INFERNO 

Esorcista - Continua! Che cosa ancora ti ordinano di dire il Signore e la sua SS.ma Madre? 

Demonio - Il vangelo vi testimonia che Lui (Si riferisce a Gesu') vi ha parlato molte volte dell'inferno; ve ne ha parlato sempre in tono minaccioso per aprirvi gli occhi e il cuore, per distogliere i vostri passi dalle vie che portano alla perdizione eterna e ne ha parlato anche in tono accorato, con infinita tristezza, pensando a quanti non avrebbero accolto le sue parole, i suoi richiami e a quanti avrebbero reso inutile la sua tremenda passione e la sua morte. Ha pianto su Gerusalemme pensando alla sua rovina terrena: "Gerusalemme, Gerusalemme...". E quante altre volte ha pianto, nei suoi dialoghi segreti con il Padre, pensando non alla rovina terrena di una città, ma alla rovina eterna di miliardi di uomini! Ha pianto su tutti i peccati, perché ogni peccato è peggiore di qualsiasi disgrazia terrena, ma soprattutto ha pianto sui peccati di cui gli uommi non si sarebbero pentiti e che, per questo, avrebbero spalancato loro per sempre le porte dell'inferno. Basta, basta, bastaaaaa! 

ESORCISMO DEL 16/3/1982 

 AUTOACCUSA DI GIUDA ISCARIOTA 

Esorcista - Di' la verità e solo la verità in nome di Dio. 

Giuda 

(NOTA - Oggi si tende a riscattare Giuda e a minimizzare la sua colpa: ben pochi si dicono certi della sua condanna eterna; quasi tutti sostengono non si possa affermare con sicurezza che Giuda sia all'inferno. Come è possibile sostenere questo se si pensa a quanto Gesù ha detto di lui: "Sarebbe meglio per quell'uomo se non fosse mai nato" (Mc 14,21)? Starebbero ancora in piedi queste parole se, per vie diritte o storte, alla fine Giuda finisse in paradiso?) - 

Io ero superbo; il peccato della superbia mi guastava la mente e il cuore. Quando sono andato da Lui (Si riferisce a Gesù) per chiedergli di accettarmi tra i suoi, non è stato per umiltà e per spirito di servizio, ma per salire, per arrivare in alto. Era solo questo il mio intento. Io mi sono fatto consacrare apostolo con questa superbia nel cuore e, superbo 31 com'ero, non ho voluto pentirmi dei miei peccati. Poi è venuta la disperazione, perché io sapevo di aver tradito il Sangue innocente. Ma la disperazione non è stato il mio peccato più grave, perché Lui avrebbe avuto pietà di me anche vedendomi così disperato. Lui avrebbe voluto aiutarmi, ma per me era troppo tardi, troppo tardi, troppo tardi (Lo grida con infinita tristezza). Magari io non fossi mai nato ... mai nato! 

Chiunque trova il coraggio dell'umiltà e va da Lui con il cuore pentito e si getta nella polvere, viene perdonato. Ma io non ho voluto perché ero troppo superbo, perché i demòni e l'inferno ormai mi possedevano. Io non potevo più (Lo urla con voce disperata), non potevo più, non potevo ... non volevo più! Io accuso me stesso. E voi non dite, quasi a mia giustificazione, che ero disperato. E' stata la mia smisurata superbia a impedirmi di chiedergli perdono. E' la superbia il peccato più grande! Un uomo può cadere nella disperazione con molte attenuanti, perché qualcun'altro lo ha spinto in quel baratro, ma la superbia no, è solo opera dell'uomo che ne è vittima. L'uomo superbo che osa mettersi al di sopra dell'Altissimo e di ogni altra persona, che confida solo in se stesso, che non ha compassione di nessuno, che giudica con durezza gli altri e li condanna senza nemmeno ascoltare le loro ragioni, è in gravissimo pericolo, perché è già in preda a un sentimento che gli acceca lo spirito. Io l'ho sperimentato su me stesso. Io ero superbo, disprezzavo l'umiltà, non ho voluto essere umile (Lo dice con voce debole). Non ho voluto, non ho voluto, non ho voluto! E' questo che mi ha portato all'impiccagione. 

L'INFERNO E' IL PEGGIORE DEI MALI 

Esorcista - In nome di... 

Giuda - Io vorrei (Sospira affannosamente), io vorrei anche per mille e mille anni sopportare le sofferenze più lancinanti, i dolori più tremendi, le agonie della morte, le pene più strazianti ... pur di uscire dall'inferno, pur di avere anche solo l'ultimo posto in paradiso. Sopporterei con gioia migliaia, milioni di anni di sofferenze, le più dolorose, pur di uscire da qui. Ma per me non c'è più speranza: io sono immerso in una grande tenebra, negli spasimi più atroci. E il mio dolore è di molto accresciuto per il fatto che io ero apostolo. La consacrazione e la dignità sacerdotale di cui ero insignito sono ancora in me e lo saranno per sempre ed è per questa consacrazione che io brucio e soffro più degli altri che non sono consacrati. Sono costretto a dirvi: avvertite i vescovi e i sacerdoti, avvertiteli e dite loro che la consacrazione che hanno ricevuto, se in Cielo sarà per loro un titolo di maggior onore, qui all'inferno diventerà un motivo in più di dolore. Per noi consacrati i peccati pesano molto di più che per gli altri uomini. Questo vale oltre che per i vescovi e i sacerdoti anche per i religiosi e le religiose. Fatelo sapere nei monasteri (Lo dice con voce angosciata). Anche l'ultimo dei consacrati, quello che si trova nel posto di minor importanza, davanti all'Altissimo ha, per i suoi peccati, una responsabilità molto più grande degli altri uomini. 



ESORCISMO DELL' 1/11/1983 
 L'ASPETTO PIU' TRAGICO: LA CONDANNA NON FINIRA' 

Esorcista - In nome della SS.ma Trinità e dell'Immacolata, parla e di' la verità. 

Demonio - Mi ripugna parlare, ma non posso non farlo. Nessun orecchio ha mai udito e nessun occhio ha mai visto una cosa così terrificante e spaventosa come le tenebre dell'inferno in cui siamo immersi: qui tutto è odio, dolore, terrore e disperazione. Se voi vedeste per un attimo la nostra condanna, stareste in ginocchio giorno e notte e vi diventerebbe piacevole ogni penitenza e leggera ogni pena. E se vedeste anche solo le sofferenze di chi si trova in purgatorio, non cessereste di pregare per chiedere all'Altissimo: “Per i meriti infiniti del santissimo e preziosissimo Sangue, perdona i nostri peccati e libera le povere anime che soffrono per la loro purificazione”. E continuereste senza stancarvi in questa preghiera. Ma noi distogliamo la vostra mente e tutto facciamo perché pensiate il meno possibile al purgatorio e all'inferno e perché anche quando ci pensate non riusciate a immaginame la gravità. Basta, non voglio parlare, non voglio parlare! 32 

Esorcista - Continua nel nome di... 

Demonio - Molti sono finiti all'inferno, soprattutto in questi ultimi tempi, molti che si sarebbero salvati se fossero stati rettamente guidati dai loro pastori: vescovi e preti. Questa è una spaventosa tragedia che non può essere riparata. Molti nel clero sono ciechi, ma ora, accecati dalla loro superbia, non lo vedono; quando se ne accorgeranno sarà troppo tardi, perché molti di loro andranno perduti. (Nota: Questa testimonianza “diabolica” che ci parla della rovina di religiosi, sacerdoti, vescovi e cardinali è confermata da Lucia di Fatima che, vedendo non poche di queste persone all’inferno, ne rimase così scossa che per lungo tempo non riuscì più a mangiare. Anche altri mistici di questo secolo hanno avuto dal Cielo la stessa conferma.)Avverti i vescovi, avverti i sacerdoti, avverti la gente. Qui tutto è spaventoso: le tenebre, l'odio, il dolore, la disperazione; spaventoso è il fuoco che ci circonda e ci penetra: chi è finito qui non ne può più uscire. Ma spaventosa è anche la vostra superbia che vi impedisce di pensare a tutto questo! Uomini, sacerdoti, vescovi, religiosi, guardatevi dentro e tornate indietro. Noi vi invidiamo perché voi potete ancora ravvedervi, mentre a noi non è più possibile. Camminate sulla via della croce. Non guardate nè a destra, nè a sinistra, nè avanti, nè indietro, ma guardate solamente in alto. Obbedite ai comandi dell'Altissimo voi che potete. Noi che dovremo espiare per tutta l'eternità la nostra ribellione sappiamo quanto costa contrariare il suo volere (Urla disperatamente). 

ESORCISMO DEL 29/9/1984 
TROPPO TARDI, TROPPO TARDI! 

Esorcista - In nome della SS.ma Trinità parla e di' solo la verità. 

Demonio - E' penoso per voi che il Cielo, in questo tempo di demonismo e di grande malvagità, per aprirvi gli occhi sul serio pericolo che correte di cadere nella dannazione eterna, debba ricorrere a noi. Il Cielo costringe sempre più spesso noi, spiriti malvagi, a parlare, perché nessuno meglio di noi può sapere quanto è spaventoso l'inferno. Questa è un'altra tremenda tortura che si aggiunge alle sofferenze che già ci affliggono, un nuovo tormento a cui ci costringe la volontà dell'Altissimo. Con rabbia e umiliazione infinita siamo obbligati a collaborare alla vostra salvezza, ma ci conforta la constatazione che voi continuate a rifiutare questi avvertimenti, continuate a sottovalutare e a ridicolizzare questi richiami. E' per un puro atto di misericordia verso di voi che il Cielo ha costretto me, Belzebub, il secondo per dignità, a parlarvi della dannazione eterna. Ma io non volevo parlare. Basta (Urla), basta, non voglio più parlare! 

Esorcista - Continua, te lo ordino in nome di... 

Demonio - Anche dopo questi richiami voi continuate a non credere al pericolo che correte. Che al termine della vita non ci siano che due sbocchi: la gloria o la dannazione, il paradiso o l'inferno, un'eternità di gioia, di amore e di pace o un'eternità di tormenti, di odio e di disperazione, tutto questo per tanti di voi è l'ultimo pensiero: non cercate altro che le gioie della terra. Questa è una gravissima ingratitudine verso l'Altissimo e verso l'Alta (Si riferisce alla Madonna), che pur di salvarvi sono ricorsi ad ogni mezzo. Nella loro bontà si sono serviti perfino di noi, con nostra grande rabbia, e per mezzo nostro vi stanno dando, da qualche tempo, dei chiari avvertimenti che dovrebbero toccarvi il cuore. Ma quasi tutta l'umanità continua a vivere come se l'inferno non ci fosse. Un giorno tutti ci crederanno, ma per tanti sarà troppo tardi (Urla), troppo tardi! L'ingratitudine degli uomini attira sulla terra i castighi del Cielo. 




AMDG et DVM

mercoledì 20 gennaio 2016

IL PEGGIORE DEI MALI


ESORCISMO DEL 16/3/1982
 AUTOACCUSA DI GIUDA ISCARIOTA

Esorcista - Di' la verità e solo la verità in nome di Dio.
Giuda (NOTA - Oggi si tende a riscattare Giuda e a minimizzare la sua colpa: ben pochi si
dicono certi della sua condanna eterna; quasi tutti sostengono non si possa affermare con
sicurezza che Giuda sia all'inferno. Come è possibile sostenere questo se si pensa a quanto
Gesù ha detto di lui: "Sarebbe meglio per quell'uomo se non fosse mai nato" (Mc 14,21)?
Starebbero ancora in piedi queste parole se, per vie diritte o storte, alla fine Giuda finisse in
paradiso?) - Io ero superbo; il peccato della superbia mi guastava la mente e il cuore. Quando
sono andato da Lui (Si riferisce a Gesù) per chiedergli di accettarmi tra i suoi, non è stato per
umiltà e per spirito di servizio, ma per salire, per arrivare in alto. Era solo questo il mio intento. Io mi sono fatto consacrare apostolo con questa superbia nel cuore e, superbo  com'ero, non ho voluto pentirmi dei miei peccati. Poi è venuta la disperazione, perché io sapevo di aver tradito il Sangue innocente. Ma la disperazione non è stato il mio peccato più grave, perché Lui avrebbe avuto pietà di me anche vedendomi così disperato. 

Lui avrebbe voluto aiutarmi, ma per me era troppo tardi, troppo tardi, troppo tardi (Lo grida con infinita tristezza). Magari io non fossi mai nato ... mai nato! Chiunque trova il coraggio dell'umiltà e va da Lui con il cuore pentito e si getta nella polvere, viene perdonato. Ma io non ho voluto perché ero troppo superbo, perché i demòni e l'inferno ormai mi possedevano. Io non potevo più (Lo urla con voce disperata), non potevo più, non potevo ... non volevo più! Io accuso me stesso.
E voi non dite, quasi a mia giustificazione, che ero disperato. E' stata la mia smisurata superbia a impedirmi di chiedergli perdono. E' la superbia il peccato più grande! 
Un uomo può cadere nella disperazione con molte attenuanti, perché qualcun'altro lo ha spinto in quel baratro, ma la superbia no, è solo opera dell'uomo che ne è vittima. 


L'uomo superbo che osa mettersi al di sopra dell'Altissimo e di ogni altra persona, che confida solo in se stesso, che non ha compassione di nessuno, che giudica con durezza gli altri e li condanna senza nemmeno ascoltare le loro ragioni, è in gravissimo pericolo, perché è già in preda a un sentimento che gli acceca lo spirito. Io l'ho sperimentato su me stesso. Io ero superbo, disprezzavo l'umiltà, non ho voluto essere umile (Lo dice con voce debole). Non ho voluto, non ho voluto, non ho voluto!
E' questo che mi ha portato all'impiccagione.

L'INFERNO 
E' IL PEGGIORE DEI MALI


Esorcista - In nome di...
Giuda - Io vorrei (Sospira affannosamente), io vorrei anche per mille e mille anni sopportare
le sofferenze più lancinanti, i dolori più tremendi, le agonie della morte, le pene più strazianti... pur di uscire dall'inferno, pur di avere anche solo l'ultimo posto in paradiso. Sopporterei con gioia migliaia, milioni di anni di sofferenze, le più dolorose, pur di uscire da qui. Ma per me non c'è più speranza: io sono immerso in una grande tenebra, negli spasimi più atroci. E il mio dolore è di molto accresciuto per il fatto che io ero apostolo. 
La consacrazione e la dignità sacerdotale di cui ero insignito sono ancora in me e lo saranno per sempre ed è per questa consacrazione che io brucio e soffro più degli altri che non sono consacrati. Sono costretto a dirvi: avvertite i vescovi e i sacerdoti, avvertiteli e dite loro che la consacrazione che hanno ricevuto, se in Cielo sarà per loro un titolo di maggior onore, qui all'inferno diventerà un motivo in più di dolore. Per noi consacrati i peccati pesano molto di più che per gli altri uomini.
Questo vale oltre che per i vescovi e i sacerdoti anche per i religiosi e le religiose. Fatelo sapere nei monasteri (Lo dice con voce angosciata). Anche l'ultimo dei consacrati, quello che si trova nel posto di minor importanza, davanti all'Altissimo ha, per i suoi peccati, una responsabilità molto più grande degli altri uomini.

ESORCISMO DELL' 1/11/1983
 L'ASPETTO PIU' TRAGICO: 
LA CONDANNA NON FINIRA'

Esorcista - In nome della SS.ma Trinità e dell'Immacolata, parla e di' la verità.
Demonio - Mi ripugna parlare, ma non posso non farlo. Nessun orecchio ha mai udito e nessun occhio ha mai visto una cosa così terrificante e spaventosa come le tenebre dell'inferno in cui siamo immersi: qui tutto è odio, dolore, terrore e disperazione. Se voi vedeste per un attimo la nostra condanna, stareste in ginocchio giorno e notte e vi diventerebbe piacevole ogni penitenza e leggera ogni pena. E se vedeste anche solo le sofferenze di chi si trova in purgatorio, non cessereste di pregare per chiedere all'Altissimo: “Per i meriti infiniti del santissimo e preziosissimo Sangue, perdona i nostri peccati e libera le povere anime che soffrono per la loro purificazione”. E continuereste senza stancarvi in questa preghiera. 
Ma noi distogliamo la vostra mente e tutto facciamo perché pensiate il meno possibile al purgatorio e all'inferno e perché anche quando ci pensate non riusciate a immaginame la gravità. Basta, non voglio parlare, non voglio parlare! 

Esorcista - Continua nel nome di...

Demonio - Molti sono finiti all'inferno, soprattutto in questi ultimi tempi, molti che si sarebbero salvati se fossero stati rettamente guidati dai loro pastori: vescovi e preti. 
Questa è una spaventosa tragedia che non può essere riparata. 
Molti nel clero sono ciechi, ma ora, accecati dalla loro superbia, non lo vedono; quando se ne accorgeranno sarà troppo tardi, perché molti di loro andranno perduti. (Nota: Questa testimonianza “diabolica” che ci parla della rovina di religiosi, sacerdoti, vescovi e cardinali è confermata da Lucia di Fatima che, vedendo non poche di queste persone all’inferno, ne rimase così scossa che per lungo tempo non riuscì più a mangiare. Anche altri mistici di questo secolo hanno avuto dal Cielo la stessa conferma.)Avverti i vescovi, avverti i sacerdoti, avverti la gente. Qui tutto è spaventoso: le tenebre, l'odio, il dolore, la disperazione; spaventoso è il fuoco che ci circonda e ci penetra: chi è finito qui non ne può più uscire. Ma spaventosa è anche la vostra superbia che vi impedisce di pensare a tutto questo! Uomini, sacerdoti, vescovi, religiosi, guardatevi dentro e tornate indietro. Noi vi invidiamo perché voi potete ancora ravvedervi, mentre a noi non è più
possibile. Camminate sulla via della croce. Non guardate nè a destra, nè a sinistra, nè avanti,
nè indietro, ma guardate solamente in alto. Obbedite ai comandi dell'Altissimo voi che potete.
Noi che dovremo espiare per tutta l'eternità la nostra ribellione sappiamo quanto costa contrariare il suo volere (Urla disperatamente). 

"DAL FUOCO DELL'INFERNO, LIBERACI  O  SIGNORE!"