martedì 13 giugno 2017

MATER DEI, MUNDI CORREDEMPTORA, ORA PRO NOBIS

 

"Madre di Dio Corredentrice del mondo prega per noi".  <<MATER DEI, MUNDI CORREDEMPTORA, ORA PRO NOBIS>>


  (Per liberare 50.000 anime dal Purgatorio)

Mio Figlio vuole che l’umanità, non solo MI riconosca come MADRE DI DIO che è il più grande onore, ma anche Corredentrice del mondo. Invocatemi quanto più potete nelle Vostre preghiere - CORREDENTRICE - e IO elargirò su di voi molte grazie che sono necessarie per la vostra e per l’altrui liberazione.

HO FATTO AL MONDO UNA PROMESSA GRANDIOSA C’è poco tempo e nel Purgatorio ci sono moltissime povere Anime… Bisogna salvarle. Se un uomo prega con pietà e con cuore aperto questa breve preghiera, questa giaculatoria insistente: “Madre di Dio, Corredentrice del mondo, Prega per noi” libera ogni volta che viene recitata, mille Anime dal Purgatorio. Potete recitare questa preghiera ovunque - a piedi o in macchina, in chiesa, a casa, per strada - ovunque.


- 1 Gloria al Padre
- 1 Padre Nostro
- 10 << Madre di Dio, "Corredentrice del mondo", prega per noi >>
<<MATER DEI, MUNDI CORREDEMPTORA, ORA PRO NOBIS>>
- 1 Salve regina

N.B. Usare una corona del Santo Rosario 

(A.D. 5 agosto 2001 - Compleanno della Madonna)

Estratto dal 41° messaggio della MADRE DI DIO, rivelato il 12 febbraio 1998 a Fulda (Germania) alla veggente Anna, che fa vita nascosta. …in tutte le Sante Messe, insieme con il mio amato Figlio, prego per voi, mi offro per voi. Per questo mio Figlio vuole che l’umanità non solo mi riconosca come MADRE DI DIO, che è il più grande onore, ma anche come CORREDENTRICE del mondo. E questo è il mio secondo nome molto venerabile. 


Un giorno il Papa proclamerà questo dogma in tutto il mondo, cioè che MARIA la Madre di DIO, è anche CORREDENTRICE del mondo. Invocatemi quanto più potete nelle vostre preghiere - CORREDENTRICE - e io elargirò su di voi molte grazie che sono necessarie per la vostra e per l’altrui liberazione.

…figli miei, alla mia festa, l’8 dicembre (1997 durante la festa dell’Immacolata Concezione della SS Vergine Maria, il giorno mondiale della grazia, fu trasportata in Ohlau la sua statua che ha pianto Lacrime di Sangue in processione al santuario. 
In quel giorno hanno sanguinato 3 Ostie) ho fatto al mondo una promessa grandiosa. 

C’è poco tempo e nel purgatorio ci sono moltissime povere anime, persino anime che soffrono dai tempi antichissimi - dal tempo del paganesimo. Bisogna salvarle. I cristiani possono salvarle attraverso la preghiera, il rosario, soprattutto la S. Messa e attraverso la Via CrucisMa ora Dio mi ha concesso grazia immensa, cioè che, se un uomo prega con pietà e cuore aperto questa breve preghiera:

"MADRE DI DIO, CORREDENTRICE DEL MONDO PREGA PER NOI"
Mio Figlio libera 1000 anime dal purgatorio. 


 Questa breve preghiera, questa giaculatoria insistente libera, ogni volta che viene recitata, dal purgatorio mille anime che raggiungono la gioia eterna, la luce eterna. 

     Utilizzate questa grande grazia di poter aiutare le anime che vi compenseranno con continue preghiere e vi sosterranno in questa vita terrena spesso difficile e travagliata. Vi solleciteranno tanto, vi saranno infinitamente riconoscenti, e voi sfruttate questa gratitudine, implorate il loro aiuto. Potete invocare le povere anime del purgatorio, le anime già beate e i vostri patroni per le vostre richieste. Le anime del purgatorio aiutano moltissimo. 

Figli miei, ringraziate Dio per questa grazia, perché nemmeno voi andrete direttamente in Paradiso, anche VOI DOVRETE UN GIORNO RIPAGARE Dio nel purgatorio per le vostre mancanze e così anche voi un giorno attenderete per le preghiere che salgono dalla terra. Perciò non perdete tempo. Potete recitare questa preghiera ovunque - andando a piedi o in macchina, in chiesa, a casa, per strada - ovunque. Questa preghiere viene sempre accolta per liberare le povere anime!...

Vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo - Amen

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"DIO É VIVO ED É CON NOI!"


Questa preghiera è stata dettata da un’anima del purgatorio alla veggente monfortana Maria Simma di Sontag dopo aver ricevuto il carisma a favore delle Anime del Purgatorio. Se recitata con fede ha il potere di sottrarre alle pene eterne molte anime che ogni giorno, per la loro condizione di peccato al momento del trapasso, sono in bilico tra inferno e purgatorio.
A CHI LA RECITA MATTINO E SERA E SI IMPEGNA A FARLA CONOSCERE, VENGONO RISERVATE GRAZIE SENZA NUMERO, ANCHE SENZA CHIEDERLE ("Voi avete un Padre che sa bene quello di cui avete bisogno" Lc. 12,30)


Un modo sicuro per farla conoscere è di inviare un link di questa pagina via email a familiari e persone di fede cristiana pregandole di farlo a loro volta. Anche a chi farà questo saranno riservate abbondanti grazie.

PREGHIERA IN FAVORE DEI MORENTI 


PER LA SALVEZZA DELLA LORO ANIMA

«O Misericordiosissimo Gesù, che bruci di un sì ardente amore per le anime, Ti scongiuro, per l'agonia del Tuo Santissimo Cuore e per i dolori di Tua Madre Immacolata, di purificare col Tuo Sangue tutti i peccatori della terra che sono in agonia e che devono morire oggi stesso. Cuore agonizzante di Gesù abbi pietà dei moribondi. »
(3 Ave Maria) 

AVE MARIA PURISSIMA!

SAN ILDEFONSO DA TOLEDO

SAN ILDEFONSO DA TOLEDO


Nato a Toledo verso il 607, dopo essere stato monaco ed Abate nel monastero dei SS. Cosma e Damiano di Agli, veniva eletto vescovo della sua città natale. All'indefessa attività pastorale unì un'intensa attività letteraria. Morì il 23 gennaio dell'a. 667. 

Si distinse, soprattutto, per un'ardente e appassionata devozione a Maria. Lope de Vega lo appellò: « El capellàn de la Virgen ». Ce lo dicono anche certe sue espressioni che si leggono nel Liber de Virginitate perpetua S. Mariae contra tres infideles (PL 96, 53-110), opera sicuramente autentica, quali, per es.: « praedicem Te donec praedicanda es ... laudem Te donec laudabilis es, serviam tibi donec serviendum est gloriae tuae ... diligare Te donec diligenda es » (63-11). 

Egli osa parlare di Lei perché « fide provocor, amore impellor, admiratione delector... » (col. 138, 3-139, 16): « refertur ad Dominum quod servitur ancillae; sic redundat ad Filium quod impenditur Matri » (167, 10); « ut comprober servire Deo, dominio Matris eius super me in testimonium quaero » (167, 12). « Quam prompte servus huius Dominae effici concupisco, quam fideliter servitutis huius iugo delector, quam piene familiare huius imperiis opto » (65, 13). 

Nel suddetto Trattato si possono logicamente distinguere un prologo, tre parti ed una conclusione. 

Nel Prologo, I. manifesta la sua intenzione e i motivi che lo spinsero a comporlo. 

Nella prima parte confuta tre eresie (quella di Gioviniano, quella di Elvidio e quella di un Giudeo il quale, oltre a negare la verginità di Maria, negava anche la sua maternità divina) ed espone, nel medesimo tempo, la vera dottrina sulla verginità di Maria (cap. I e III). 

Nella seconda parte si ha una specie di « Trattato di Cristologia » in cui prova, con testi scritturistici, la divinità e la messianità di Cristo (cap. IV-IX). 

Nella terza parte si ha una specie di « Trattato di Mariologia » diviso in due punti fondamentali: 1) lo studio della maternità verginale e delle grandezze che ne derivano; 2) il « culto » dovuto a Maria Regina dell'universo, concretizzato nella « servitù mariana » fondata sul dominio universale che ha Maria per due titoli: 
a) perché « Madre di Dio »: « Servire Filio tuo et Tibi... illi sicut Deo, tibi sicut Matri Dei » (163, 4); 
b) perché cooperatrice alla nostra Redenzione: « illi sicut Redemptori meo, tibi sicut operi Redemptionis meae » (163, 8). 

I. è veramente « il Dottore della Regalità di Maria e della Servitù Mariana ». 
Sotto questo aspetto supera tutti i Padri che l'hanno preceduto, sia Orientali che Occidentali. « La critica de todos los matices està de acuerdo en reconocer que el libro de Virginitate es el punto de arranque de la teologia mariana en Espana y aun en ciertos aspectos de la de otros paises » (Madoz J., S. J., S. I. de T., in « Est. Ecl. » 26 [1952] p. 498, nota 92). 
Questo giudizio non ci sembra esagerato. È lo scritto latino più esteso e più denso che si conosca dedicato esclusivamente a Maria. 
L'influsso di I. sugli scrittori che l'hanno susseguito, particolarmente sull'Agostiniana Bartolomeo de los Rios (Cfr. Gutiérrez S., O.E.S.A., La Escavidud Mariana en sus fundamentosteológicos, Madrid 1945, p. 347 e in S. Luigi M. Grignion de Montfort {Trattato della vera devozione a Maria SS.) è notevole. Nel 951, Gotescalco, vescovo di Puy, inviava il prete Gomes nella Spagna per prendere un esemplare dell'opera di I.; più tardi Ermanno di Tournai ed altri ne facevano ricercare il testo, ecc. (Cfr. Barre H., in «Marianum » 21 [1959] p. 407). Sembra autentico il De cognitione baptismi (PL 96, llla-172c: parla di Maria nei ca. 40-44, coli. 129c-131b): v. Laurentin-Table, p. 140. 
Occorre anche tener presenti i pezzi liturgici del Santo (nella Messa mozarabica dell'Assunzione e nelle preghiere mariane dell'Orazionale visigotico) trascurati dal Cascante (v. bibl.). È evidente la dipendenza di I. da T. da S. Isidoro di Siviglia (f 636). Non sono autentiche le 13 Omelie attribuitegli dal Migne (PL 96, 239a-284c). Secondo il P. Barre, sembra che esse, ad eccezione delle Omelie 7, 8 e 13, siano da situarsi tra il sec. IX e l'XI (« Bull. Soc. Frane. Et. Mar. » 7 [1949] pp. 74-75). L'Omelia 13, da alcuni ritenuta autentica, non sarebbe altro, secondo il P. Barre, che un «centone di centoni» (1. e, p. 406; v. anche « Rév. Bénéd. », 1957, pp. 10-29). È parimente inautentico il Libellus de Corona Virginis (PL 96, 285a-318c), appartenente ad un autore ignoto, probabilmente del sec. XII (v. Laurentin-Table, p. 142).
AMDG et BVM

Dono dell'Intelletto

La parola «intelletto» deriva dal latino «intus legere», che significa «leggere dentro», penetrare, comprendere a fondo.



REGINA COELI
Domenica, 16 Aprile 1989

Carissimi fratelli e sorelle,

1. In questa riflessione domenicale desidero oggi soffermarmi sul secondo dono dello Spirito Santo: l'intelletto. Sappiamo bene che la fede è adesione a Dio nel chiaroscuro del mistero; essa è però anche ricerca nel desiderio di conoscere più e meglio la verità rivelata. Ora, tale spinta interiore ci viene dallo Spirito, che con la fede concede appunto questo speciale dono di intelligenza e quasi di intuizione della verità divina.
La parola «intelletto» deriva dal latino «intus legere», che significa «leggere dentro», penetrare, comprendere a fondo. Mediante questo dono lo Spirito Santo, che «scruta la profondità di Dio» (1Cor2,10), comunica al credente  una scintilla di una tale capacità penetrativa, aprendogli il cuore alla gioiosa percezione del disegno amoroso di Dio. Si rinnova allora l'esperienza dei discepoli di Emmaus, i quali, dopo aver riconosciuto il Risorto nella frazione del pane, si dicevano l'un l'altro: «Non ci ardeva forse il cuore nel petto, mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?» (Lc 24,32).

2. Questa intelligenza soprannaturale è data non solo al singolo, ma anche alla comunità: ai Pastori che, come successori degli apostoli, sono eredi della specifica promessa loro fatta da Cristo (cfr. Gv14,26; 16,13), e ai  fedeli i quali, grazie all'«unzione» dello Spirito (cfr. 1Gv 2,20 e 27), posseggono uno speciale «senso della fede» («sensus fidei») che li guida nelle scelte concrete.
La luce dello Spirito, infatti, mentre acuisce l'intelligenza delle cose divine, rende anche più limpido e penetrante lo sguardo sulle cose umane. Grazie ad essa si vedono meglio i numerosi segni di Dio che sono inscritti nel creato. Si scopre così la dimensione non puramente terrena degli avvenimenti, di cui è intessuta la storia umana. E si può giungere perfino a decifrare profeticamente il tempo presente e quello avvenire: segni dei tempi, segni di Dio!

3. Carissimi fedeli, rivolgiamoci allo Spirito Santo con le parole della liturgia: «Vieni, Santo Spirito, manda a noi dal cielo un raggio della tua luce» («Sequentia Pentec.»).
Invochiamolo per intercessione di Maria santissima, la Vergine dell'ascolto, che nella luce dello Spirito seppe scrutare senza stancarsi il senso profondo dei misteri in lei operati dall'Onnipotente (cfr. Lc 2,19 et 51). La contemplazione delle meraviglie di Dio sarà anche in noi sorgente di inesauribile gioia: «L'anima mia magnifica il Signore, e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore» (Lc 1,46s).

B. Giovanni Paolo II
AMDG et BVM

lunedì 12 giugno 2017

Il Messaggio di Dozulé ci riguarda tutti


Trentatré anni dopo,
il Messaggio di Dozulé si ripete
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28 marzo 2005


GESÙBeati coloro che, chiamati, Mi hanno seguito.

Beati se credete che la Mia Croce Gloriosa o Segno del Figlio dell’Uomo, sia l’annuncio del Prossimo Ritorno nella Gloria di GESÙ Risuscitato.

Beati se credete che, dopo questi giorni di desolazione, apparirà nel Cielo, il Figlio dell’Uomo, Egli Stesso con grande Maestà e grande Potenza; verrà a radunare gli Eletti, dai quattro angoli della terra.

Rallegratevi perché è vicino il tempo in cui il Figlio dell’Uomo ritornerà nella Gloria.

Ed é per questa Croce drizzata sul Mondo,
che le Nazioni saranno salvate.

Tutti quelli che, pieni di fiducia, saranno venuti a pentirsi, saranno salvati in questa vita e per l’Eternità.

Per far conoscere questo Segno del Figlio dell’Uomo ed essere fedeli alla Mia richiesta, Io ho domandato migliaia di croci nel mondo, in misura ridotta al centesimo della Mia grande Croce Gloriosa. Esse hanno tutte la Mia Gloria.

Se ho detto a Dozulé che il Messaggio della Croce dato a Madeleine non era una rivelazione privata, ma un Avvertimento per il mondo intero, per le Nazioni, per i Capi delle Chiese, per la Chiesa, tutto questo non riguarda solo una diocesi, né la sola Chiesa di Francia, né la sola Chiesa Romana.

L’Avvenimento ha una triplice dimensione, eccezionale per la sua gravità, per la sua universalità, per l’urgenza che vi attribuisce il vostro Signore GESÙ Cristo Stesso.

In verità Io vi dico: il Cielo e la Terra passeranno, ma le Mie Parole non passeranno. Se l’uomo non eleva la Croce chiesta a Dozulé, Io la farò apparire, ma non ci sarà più Tempo.

In questo 28 Marzo 2005, il Messaggio di Dozulé vi annuncia che dalla prima apparizione della Croce nel Cielo di Dozulé, sono passati 33 anni. Quando sulla Mia Santa Croce la morte venne a colpirMi, Io avevo 33 anni. L’Apocalisse è annunciata da San Giovanni che dichiara, nelle sue parole profetiche “che nessuno scriva una parola sull’altra, perché Dio lo riterrà responsabile di tutti i flagelli descritti in questo Libro; e a chi oserà togliere qualcosa alle Parole di questo Libro, Dio toglierà la sua parte dall’Albero della Vita e dalla Città Santa, descritti nel Libro stesso.




 “Sì, il Mio Ritorno è vicino! Amen. Vieni, Signore GESÙ! La Grazia del Signore Gesù sia con tutti. Amen.


Questo Messaggio annunciatore, Io lo unisco alla Mia Santa Morte sulla Croce e all’annuncio fatto a Mia Madre dall’Angelo Gabriele. È l’Annunciazione.


Dal concepimento di un bambino fino alla sua morte sulla terra degli uomini, Dio vive in lui, e la sua resurrezione, è la continuità della sua vita con il suo Dio nella Mia Vita Eterna.

Il Messaggio di DOZULÈ vi riguarda tutti.
È il Vivente che vi parla.
“Ed ecco che Io vengo.”
Amen, vieni, Signore GESÙ!
           
Non toccate una sola Parola della Bibbia.

Il vostro Dio Salvatore,
GESÙ Cristo.

sabato 10 giugno 2017

Baciandovi i piedi...

Dagli scritti di San Francesco: 


“Pertanto, scongiuro tutti voi, fratelli, baciandovi i piedi e con tutto l’amore di cui sono capace, che prestiate, per quanto potete, tutta la riverenza e tutto l’onore al santissimo corpo e sangue del Signore nostro Gesù Cristo, nel quale tutte le cose che sono in cielo e in terra sono state pacificate e riconciliate a Dio onnipotente. 

Vi prego, più che lo facessi per me stesso, di supplicare umilmente ma con insistenza gli uomini di chiesa, perché onorino più di ogni altra cosa al mondo il santissimo corpo e sangue del Signore nostro Gesù Cristo, il suo nome e le parole con le quali viene consacrato il suo corpo. Con devozione e discrezione lo amministrino agli altri. 

E quando il sacerdote lo consacra sull’altare, tutta la gente, in ginocchio, renda lode, gloria, onore al Signore Dio vivo e vero”... 

«Facciamo attenzione, noi tutti chierici, al grande peccato e all'ignoranza che certuni hanno riguardo al santissimo corpo e sangue del Signore nostro Gesù Cristo e ai santissimi nomi e alle sue parole scritte, che santificano il corpo. 
Sappiamo che non ci può essere il corpo se prima non è santificato dalla parola. 
Niente infatti possediamo e vediamo corporalmente in questo mondo dello stesso Altissimo, se non il corpo e il sangue, i nomi e le parole mediante le quali siamo stati creati e redenti "da morte a vita". 

Tutti coloro, poi, che amministrano così santi ministeri, considerino tra sé, soprattutto quelli che li amministrano senza discrezione, quanto siano miserandi i calici, i corporali e le tovaglie sulle quali si compie il sacrificio del corpo e del sangue del Signore nostro.... 
E da molti viene lasciato in luoghi indecorosi, viene trasportato senza nessun onore e ricevuto senza le dovute disposizioni e amministrato agli altri senza discrezione..... 
Non dovremmo sentirci mossi a pietà per tutto questo, dal momento che lo stesso pio Signore si consegna nelle nostre mani e noi l'abbiamo a nostra disposizione e ce ne comunichiamo ogni giorno? 

Ignoriamo forse che dobbiamo venire nelle sue mani? Orsù, di tutte queste cose e delle altre, subito e con fermezza emendiamoci; e ovunque troveremo il santissimo corpo del Signore nostro Gesù Cristo collocato e lasciato in modo illecito, sia rimosso di là e posto e custodito in un luogo prezioso.


AMDG et BVM