mercoledì 3 maggio 2017

Santa Messa spiegata...

Dal Sermone sulla santa Messa 
di san Vincenzo Ferrer
14. – La 14ma opera fatta dal nostro Salvatore e Signore Gesù Cristo dopo aver tenuto quel gran sermone a cena con gli Apostoli fu l’incamminarsi verso l’orto degli ulivi per fare orazione e pregò tre volte Dio Padre dicendo: Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice! … Lo spirito è  pronto, ma la carne è debole (Mt. 26, 39.41). 
Gesù in quanto Dio non temeva la morte, però sì come uomo. E pertanto, consapevole delle sofferenze che avrebbe patito, diceva: Padre mio, se è possibile, che passi, ecc. Quest’amarezza della passione si basa nella sensualità che è inferma, però lo spirito sta pronto.  
Pregando per la terza volta, sperimentò un tremore e un sudore di sangue, fu allora che gli apparve l’angelo a confortarlo (Lc. 22, 43-44). Non come se Gesù avesse bisogno di coraggio, ma come lo scudiero che conforta il suo signore forse  dicendogli: “Signore sforzatevi, perché adesso otterrete vittoria sui vostri nemici” [nel manoscritto:Senyor sforçau-vos, que ara haurem victória de vostres enemichs]; così l’angelo diceva al nostro Salvatore: “Guardate mio Signore alle anime sante che v’aspettano nel Limbo dell’inferno e che già bramano la gloria, e così conforterete l’umanità vostra”. 
E il clementissimo Signore pregò per sé e per noi. Per sé medesimo pregando Dio Padre per la sua risurrezione; non perché stesse dubbioso della sua risurrezione, o impotente per risuscitare, ma perché così conveniva che fosse. E questo lo faceva come uomo. 
E pregò anche per noi: perché non mancasse a Lui la costanza e la volontarietà di morire per noi, e a noi il costante ardore e la fermezza nel sostenere anche la morte per Lui medesimo e così risuscitare gloriosi.
      Si ripresenta nella Messa quando il sacerdote traccia tre croci sul calice dicendo: “Benedetta (bene+dictam), gradita (adscrì+ptam) e approvata (ra+tam)”, significando quelle tre orazioni che il Salvatore elevò nell’orto. 
Fa poi altre due croci sull’ostia mostrando così che [Gesù] pregava per due, ossia, per sé medesimo [in quanto uomo] e per noi.

martedì 2 maggio 2017

Gesù torna



<<GESU’ STA PER TORNARE…
alziamoci… andiamoGli incontro…
Portiamo la Sua Parola e facciamoLa conoscere

poiché la Parola di Dio è Via… Verità e Vita>>
C. 9.X.2006

Storica Lettera di 33 pagine

NUTRIAMOCENE! Perché non di solo pane vive l'uomo!



 Nella Messa di sant'Atanasio ci sono le seguenti letture
Lectio 
Léctio Epístolæ beáti Pauli Apóstoli ad Corínthios.
2 Cor 4, 5-14.


Fratres: Non nosmetípsos prædicámus, sed Iesum Christum, Dóminum nostrum: 
nos autem servos vestros per Iesum: 
quóniam Deus, qui dixit de ténebris lucem splendéscere, ipse illúxit in córdibus nostris ad illuminatiónem sciéntiæ claritátis Dei, in fácie Christi Iesu. 
Habémus autem thesáurum istum in vasis fictílibus: 
ut sublímitas sit virtútis Dei, et non ex nobis. 

In ómnibus tribulatiónem pátimur, sed non angustiámur: 
aporiámur, sed non destitúimur: 
persecutiónem pátimur, sed non derelínquimur: deiícimur, sed non perímus: 
semper mortificatiónem Iesu in córpore nostro circumferéntes, ut et vita Iesu manifestétur in corpóribus nostris. 
Semper enim nos, qui vívimus, in mortem trádimur propter Iesum: 
ut et vita Iesu manifestétur in carne nostra mortáli. 
Ergo mors in nobis operátur, vita autem in vobis. Habéntes autem eúndem spíritum fidei, sicut scriptum est: 
"Crédidi, propter quod locútus sum": et nos crédimus, propter quod et lóquimur: 
sciéntes, quóniam qui suscitávit Iesum, et nos cum Iesu suscitábit et constítuet vobíscum.

R. Deo gratias.

Epistola 
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinti.
2 Cor 4, 5-14.


Fratelli: Noi non predichiamo noi stessi, ma Gesù Cristo Signor nostro: noi siamo i vostri servitori per amore di Gesù. 
Infatti, quel Dio che disse «dalle tenebre splenda la luce», egli stesso rifulse nei nostri cuori, affinché fosse chiara la cognizione della gloria di Dio nella persona di Gesù Cristo. 
Ora noi abbiamo questo tesoro in vasi di creta: perché si veda che la potenza viene da Dio, e non da noi. 

Siamo tribolati per ogni verso, ma non oppressi: nell'ansia, ma non nella disperazione; 
siamo perseguitati, ma non abbandonati: 
siamo abbattuti, ma non avviliti; 
portando sempre nel nostro corpo la morte di Gesù affinché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo. 
Poiché di continuo, pur vivendo, siamo esposti alla morte per amore di Gesù; 
affinché anche la vita di Gesù si manifesti nella nostra carne mortale. 
Per conseguenza, la morte opera in noi, mentre in voi cresce la vita. 
Ma animati dal medesimo spirito di fede espresso nelle parole: «Ho creduto, per questo ho parlato», noi pur crediamo e per questo parliamo sapendo che colui il quale risuscitò Gesù, anche noi risusciterà con Lui, e ci farà con voi comparire davanti a Lui.

R. Grazie a Dio.

Seguito  del Santo Vangelo secondo Matteo.
R. Gloria a Te, o Signore!
Matt 10, 23-28
In quel tempo disse Gesù ai suoi discepoli: «Quando vi perseguiteranno in questa città, fuggite in un'altra. In verità vi dico: non avrete finito di percorrere tutte le città d'Israele, prima che venga il Figlio dell'uomo. Il discepolo non è da più del maestro, né il servo da più del padrone. Basta al discepolo essere come il maestro, e al servo come il padrone. Se hanno chiamato Beelzebub il padrone di casa, tanto più i suoi servi. Non li temete dunque. Nulla v'è di nascosto che non s'abbia da rivelare e niente di segreto che non s'abbia a sapere. Quel che vi dico nelle tenebre, voi ditelo in piena luce, e quello che vi è sussurrato nell'orecchio predicatelo sui tetti. E non temete coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l'anima; temete piuttosto colui che può mandare in perdizione anima e corpo nell'inferno».


R. Lode a Te, o Cristo. 

Lettura 3
Sant'Atanasio, vescovo di Alessandria, fu un energico difensore della religione cattolica. Ancora diacono, confutò al concilio di Nicea l'empietà di Ario, attirandosi così l'odio degli ariani che da allora non desistettero più dal muovergli insidie. Condannato all'esilio, si recò a Tréviri in Francia. Sopportando indicibili sofferenze, andò peregrino, spesso cacciato dalla sua chiesa, spesso anche ad essa restituito per ordine del romano pontefice Giulio e dei concili di Sardi e di Gerusalemme, sempre perseguitato dall'ostilità degli ariani. Finalmente, liberato miracolosamente da tanti e così gravi pericoli, morì ad Alessandria sotto l'imperatore Valente. La sua vita e la sua morte furono rese illustri da grandi miracoli. Scrisse molte opere con pietà e con grande chiarezza per illustrare la fede cattolica. Resse in modo encomiabile la Chiesa di Alessandria per 46 anni tra le più diverse vicissitudini.
V. E tu, o Signore, abbi pietà di noi.
R. Grazie a Dio.


Preghiamo
Signore, esaudisci le nostre preghiere, che ti rivolgiamo nella solennità del tuo beato Confessore e Vescovo Atanasio: e come egli meritò di servirti degnamente, così, per intercessione de' suoi meriti, assolvici da tutti i peccati 
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
R. Amen.

JHS
MARIA!

SANCTUS e CANONE

LA S. MESSA spiegata da san Vincenzo Ferrer


12. – La 12ma opera che realizzò il nostro Salvatore e Signore Gesù Cristo fu che non solamente mostrava con le sue opere quel che predicava, bensì anche confermava la sua dottrina con miracoli che nessuno, che non fosse Dio, poteva fare. 
E questo lo realizzava principalmente come Signore. 
Ai ciechi dava la luce; i paralitici, mal ridotti a pelle e ossa, ringiovanivano; ai sordi ridonava l’udito; i muti parlavano e i morti risuscitavano (Mt. 11, 5).
      Tutto ciò lo ripresenta nella Messa il sacerdote quando dice: “Santo, Santo, Santo è il Signore Dio delle schiere celesti”, ecc. Tre volte dice Santo per mostrare che i miracoli che Gesù Cristo faceva non li realizzava per virtù umana bensì in virtù delle tre divine persone Padre, Figlio e Spirito Santo, un solo Dio. 
Dice poi l’ “Osanna” – che è come dire: “salvaci!” – per mostrare che Gesù Cristo faceva i miracoli, e li faceva per la nostra salvezza.


13. – L’opera 13ma che il nostro Salvatore Gesù Cristo realizzò in questo mondo – dopo aver perfettamente predicato ed essersi mostrato chiaramente per quel che era e aver completato in modo eccellente la sua opera evangelizzatrice durata quasi quattro anni completi, e confermata con le sue opere, con miracoli –  vedendo vicino il tempo della sua passione si riunì per cenare con i suoi discepoli e lì in segreto tenne loro un gran sermone che nessun evangelista riferisce se non il solo san Giovanni e questo sermone va dal capitolo 13 non completo fino al capitolo  17.


      Questo si ripresenta nella santa Messa quando il sacerdote dice il Cànone segretamente  e lo dice talmente in segreto che nessuno lo ode fuorché quanti sono con lui, ossia il diacono e il suddiacono. 
Perché quel sermone che tenne Gesù nell’altare della Cena fu anche segreto, giacché nessuno l’udì tranne i seduti a mensa con Lui, cioè, gli Apostoli.

JHS
MARIA!