martedì 10 maggio 2016

AMIAMOLA. IMITIAMOLA.


  • Seguite l’esempio della Maestra mia (...) e di tutti coloro che vogliono formarsi nella Grazia e nella Sapienza.
    Seguite la sua parola. E’ la mia fatta più dolce. Nulla vi è da aggiungere ad essa perché è la parola della Madre della Sapienza. 157.8
La Madre Perfetta  capisce tutti i figli
e li colma di tante Grazie

domenica 8 maggio 2016

Ora e' tempo di prepararsi

MARIA: S. VIRGO VIRGINUM et SEDES SAPIENTIAE


  • Maria fu e rimase vergine e l’anima sola fu sposata a Giuseppe, come lo spirito suo fu congiunto unicamente allo Spirito di Dio e per opera di Lui concepì l’Unico suo portato: Io, Gesù Cristo, Unigenito di Dio e di Maria. 35.10.



  • La Mamma mia. Dottore come nessun’altro in Israele, questa dolce Madre mia. Sede della Sapienza, della vera Sapienza, ci istruì per il mondo e per il Cielo. Dico: “ci istruì” perché fui suo scolaro non diversamente dai cugini. E il “sigillo” fu mantenuto sul segreto di Dio, contro l’indagare di Satana, mantenuto sotto l’apparenza di una vita comune. 38.9
HORTUS SPONSI VIRGINUM
MISERERE NOBIS

LEGGIAMO LA BIBBIA con S. Antonio di Padova: I Sermoni -

S. Antonio di Padova: I Sermoni - Parte terza
E-mailStampaPDF






L’ASCENSIONE DEL SIGNORE

1. In quel tempo: “Mentre gli Undici stavano a mensa, apparve loro Gesù” (Mc 16,14). In questo brano del vangelo si devono considerare tre fatti:
- l’ultima apparizione di Cristo,
- l’invio degli apostoli alla predicazione,
- l’ascensione di Cristo al cielo.

I. l’ultima apparizione di cristo

2. “Mentre gli Undici stavano a mensa”. 
Nota che Gesù, dopo la sua risurrezione, apparve ai suoi discepoli dieci volte. Apparve cinque volte nel giorno stesso della risurrezione, come vedremo nel sermone sulla Risurrezione del Signore: “Fiorirà il mandorlo”. La sesta volta apparve a Tommaso, insieme agli altri discepoli, otto giorni dopo essere risorto. La settima volta al mare di Tiberiade. L’ottava volta sul monte, al quale li aveva mandati. La nona e la decima volta in questo giorno dell’Ascensione.
In questo giorno andò da loro a Gerusalemme e disse: “Restate in città, finché non sarete rivestiti della potenza dall’alto” (Lc 24,49). E poiché mangiò con loro, se ne deduce che era passata l’ora sesta, cioè il mezzogiorno: e questa fu la nona apparizione.
Poi li condusse fuori, al monte degli Ulivi, verso Betania. Alzate le mani, li benedisse. E sotto i loro occhi si innalzò verso il cielo, avvolto in una nube splendente che sembrava sollevarlo: e questa fu la decima apparizione.
“Mentre dunque gli undici discepoli erano a mensa, apparve loro Gesù”. In lat. è detto recumbentibus, cioè mentre erano distesi (adagiati) a mensa, secondo l’uso del tempo. Osserva che Gesù appare solo a chi è disteso nella quiete, nella pace e nell’umil­tà. Dice infatti Isaia: “A chi volgerò il mio sguardo, se non al poverello, al contrito di spirito e a colui che teme le mie parole?” (Is 66,2). Nell’acqua torbida e agitata non vede il suo volto chi vi si specchia. Se vuoi che appaia in te il volto di Cristo che ti guarda, distenditi e riposa. “Fermatevi in città – disse – fino a che non siate rivesti­ti della potenza dall’alto”. Restare in città significa raccogliersi nella propria coscienza e tenersi lontano dal chiasso esteriore. Si legge infatti nel secondo libro dei Re che Davide si stabilì nella sua casa di cedro e il Signore gli diede tregua da tutti i suoi nemici all’intorno (cf. 2Re 7,1-2).
Si legge nella Storia Naturale che il cedro è un albero molto alto, di gradevole profumo e di vita lunga; con il suo profumo mette in fuga i serpenti e ha la particolarità di fare frutto di continuo, in inverno e in estate.
La casa di cedro è la coscienza del giusto: è alta per l’amore di Dio, di gradevole profumo per la sua onesta condotta, ha vita lunga per la perseveranza; con il profumo della sua onestà o della sua preghiera devota mette in fuga i serpenti, vale a dire gli impulsi carnali o i demoni, e sia nell’inverno dell’av­ver­sità che nell’estate della prosperità produce frutti di eterna salvezza. Chi dimora in tale casa sta al sicuro da tutti i nemici all’intorno, cioè dal diavolo, dal mondo e dalla carne, e gode della pace, perché si riveste di potenza dall’alto, e non dal basso, cioè dal mondo. Chi si riveste della potenza del mondo, viene facilmente sconfitto nella guerra; chi invece si riveste della potenza dall’alto, cioè della potenza dello Spirito Santo, distrugge i nemici e compie le opere di virtù.

sabato 7 maggio 2016

SAN STANISLAO, GLORIA DELLA POLONIA

Affascinante storia,
oggi per lo più sconosciuta 
da chi non è polacco
S. Stanislai Episcopi Martyri ~ III. classisTempora: Sabbato post Ascensionem

Sancta Missa
Divinum Officium             Kalendarium

Stanislao. Polacco, nato a Cracovia da nobile casato e da pii parenti, che dopo trent'anni di sterilità l'impetrarono con preghiere da Dio, fin dalla fanciullezza diede indizio della futura santità. Adolescente s'applicò alle arti liberali, e fece grandi progressi nella scienza dei sacri canoni e della teologia. Morti i genitori, distribuì l'ampio patrimonio ai poveri, desideroso di vita monastica. Ma fatto per divina disposizione canonico di Cracovia e predicatore dal vescovo Lamperto, gli successe poi, sebbene riluttante, nella sede. Nella quale carica si distinse per lo splendore d'ogni virtù, e specialmente per la misericordia verso i poveri.

Era allora re di Polonia Boleslao, che restò gravemente offeso, perch'egli riprendeva pubblicamente il suo noto libertinaggio. Perciò in un'assemblea solenne del regno egli fa chiamare da calunniatori Stanislao in giudizio davanti a sé, quasi fosse possessore illegittimo d'un terreno, che invece aveva acquistato a nome della sua chiesa. Ma non potendo il vescovo provarlo con documenti, e temendo i testimoni di dire la verità, egli promise di far comparire in giudizio entro tre giorni, Pietro, il venditore del terreno, morto da tre anni. Accolta la proposta con risa, l'uomo di Dio passò gli interi tre giorni in digiuni e preghiere; il giorno assegnato, dopo aver offerto il sacrificio della Messa, ordina a Pietro di uscire dalla tomba; e questi, reso alla vita all'istante, segue il vescovo al tribunale del re, e là, in presenza del re e degli altri sbalorditi, depone di aver venduto la terra in questione e di averne dal vescovo ricevuto il prezzo convenuto, e poi s'addormentò di nuovo nel Signore.


Ma dopo aver invano ammonito frequentemente Boleslao, finalmente Stanislao lo separa dalla comunione dei fedeli. Quello, furibondo, spedisce in chiesa dei soldati perché vi trucidino il santo vescovo; questi tre volte tentano e tre volte, da occulta forza, vengono respinti. In ultimo l'empio re trucida colla propria mano il sacerdote di Dio, mentre offre sull'altare l'Ostia immacolata. Il suo corpo fatto a pezzi e gettato per i campi è mirabilmente difeso da aquile contro le fiere. Venuta la notte, i canonici di Cracovia, col favore d'un lume celeste raccolgono le sparse membra e le ricompongono; ed esse si riuniscono subito così fra loro da non rimanervi traccia di ferita. Dio poi manifestò, dopo morte, la santità del suo Servo con molti miracoli: spinto dai quali, Innocenzo IV, sommo Pontefice, l'inserì nel novero dei Santi. E il sommo Pontefice Clemente VIII inserì la festa di san Stanislao nel Breviario Romano, ordinando che si celebrasse la memoria del Martire glorioso dappertutto con Ufficio di rito doppio.

V. E tu, o Signore, abbi pietà di noi.
R. Grazie a Dio.
Oratio Leonis XIII 
S. Ave Maria, gratia plena, Dominus tecum, benedicta tu in mulieribus et benedictus fructis ventris tui, Iesus. 
O. Sancta Maria, Mater Dei, ora pro nobis peccatoribus, nunc et in hora mortis nostrae. Amen.
S. Ave Maria, gratia plena, Dominus tecum, benedicta tu in mulieribus et benedictus fructis ventris tui, Iesus. 
O. Sancta Maria, Mater Dei, ora pro nobis peccatoribus, nunc et in hora mortis nostrae. Amen.
S. Ave Maria, gratia plena, Dominus tecum, benedicta tu in mulieribus et benedictus fructis ventris tui, Iesus. 
O. Sancta Maria, Mater Dei, ora pro nobis peccatoribus, nunc et in hora mortis nostrae. Amen.

O. Salve Regina, Mater misericordiae, vita, dulcedo, et spes nostra, salve. Ad te clamamus, exsules filii Evae. Ad te suspiramus gementes et fientes in hac lacrymarum valle. Eia ergo, Advocata nostra, illos tuos misericordes oculos ad nos converte. Et Iesum, benedictum fructum ventris tui, nobis, post hoc exilium, ostende. O clemens, o pia, o dulcis Virgo Maria. 
S. Ora pro nobis, sancta Dei Genitrix. 
O. Ut digni efficiamur promissionibus Christi.

S. Orémus. Deus, refúgium nostrum et virtus, populum ad te clamantem propitius respice; et intercedente gloriosa, et immaculata Virgine Dei Genitrice Maria, cum beato Ioseph, eius Sponso, ac beatis Apostolis tuis Petro et Paulo, et omnibus Sanctis, quas pro conversione peccatorum, pro libertate et exaltatione sanctae Matris Ecclesiae, preces effundimus, misericors et benignus exaudi. Per eundem Christum Dominum nostrum. Amen.

O. Sancte Michaël Archangele, defende nos in proelio; contra nequitiam et insidias diaboli esto praesidium. Imperet illi Deus, supplices deprecamur: tuque, Princeps militiae Caelestis, satanam aliosque spiritus malignos, qui ad perditionem animarum pervagantur in mundo, divina virtute in infernum detrude. Amen.

S. Cor Iesu sacratissimum. 
O. Miserere nobis.
S. Cor Iesu sacratissimum. 
O. Miserere nobis.
S. Cor Iesu sacratissimum. 
O. Miserere nobis.