lunedì 21 dicembre 2015

Cercava un nuovo impiego


Richard O’Monroy, in Almanacco del pellegrino (anno 1913), riporta un fatto accaduto nel 1817 a Parigi. 

Una ragazza orfana, era stata educata dai genitori a far celebrare ogni mese una Messa per le anime del Purgatorio e ad assistere personalmente al divino sacrifico. Aveva però perso il lavoro di domestica a causa di una lunga malattia e le erano rimasti solo venti soldi. 

Prima di andare a cercare un nuovo impiego, memore degli insegnamenti dei genitori, decise di usare quei pochi soldi per una Messa in suffragio dell’anima più abbandonata del Purgatorio. 

Terminata la celebrazione uscì dalla chiesa senza più nulla se non la preoccupazione di trovare lavoro. 
Ed ecco, venirle incontro un giovane alto, pallido e di nobile aspetto che, vedendola triste, si mise a parlare con lei e si fece raccontare il motivo di tanta preoccupazione. 
Ascoltata la sua storia, la indirizzò da una signora assicurandole che avrebbe trovato un lavoro, ne era certo perché sapeva che cercava dei domestici, e poi scomparve dileguandosi tra la folla, senza lasciarle il tempo di ringraziarlo. 

La ragazza andò subito al luogo indicato e trovò una signora, nobile e dalla veneranda età, che le chiese meravigliata chi le aveva dato l’indirizzo, poiché solo poco prima la domestica che era in servizio se ne era andata. 
“Un giovane di circa vent’anni, fuori della chiesa del Carmine, pallido, biondo, con una cicatrice sulla fronte e due occhi belli …”, rispose la ragazza e, mentre gli narrava quanto accaduto poco prima, guardando un ritratto sopra un mobile della sala, disse: “ecco, è quel giovane lì che mi ha indirizzato da voi”. “E’ mio figlio”, la interruppe la signora, “morto due anni fa”, poi rimase in silenzio alcuni istanti e, appena si riprese dallo stupore disse abbracciandola: “senza dubbio devo a te la sua liberazione. Sii dunque benvenuta e, poiché sei orfana, non ti considero come una domestica, ma come una figlia e insieme pregheremo per le anime che hanno bisogno di salvezza”. 

AVE MARIA!


domenica 20 dicembre 2015

Lasciatevi condurre dallo Spirito Santo.

GESU' PARLA AGLI APOSTOLI: 


DELLA CHIESA DEGLI ULTIMI TEMPI




Ma anche in verità vi dico che ugualmente sarà distrutta la Terra quando l'abominio della desolazione entrerà nel novello Sacerdozio conducendo gli uomini all'apostasia per abbracciare le dottrine d'inferno. Allora sorgerà il figlio di Satana e i popoli gemeranno in un tremendo spavento, pochi restando fedeli al Signore, e allora anche, fra convulsioni d'orrore, verrà la fine dopo la vittoria di Dio e dei suoi pochi eletti, e l'ira di Dio su tutti i maledetti. (omissis)



Ora, nei secoli futuri, non potrà più essere ucciso il Figlio di Dio, ma la fede in Dio, l'idea di Dio, sì. Perciò sarà compiuto un deicidio ancor più irreparabile perchè senza risurrezione. 

Oh! si potrà compiere, sì. Io vedo... Si potrà compiere per troppi Giuda di Keriot dei secoli futuri. Orrore!...La mia Chiesa scardinata dai suoi stessi ministri! E Io che la sorreggo con l'aiuto delle vittime. 

Ed essi, i Sacerdoti, che avranno unicamente la veste e non l'anima del Sacerdote, che aiutano il ribollire delle onde agitate dal Serpente infernale contro la tua barca, o Pietro. 

In piedi! Sorgi! Trasmetti quest'ordine ai tuoi successori: "Mano al timone, sferza sui naufraghi che hanno voluto naufragare, e tentano di far naufragare la barca di Dio". Colpisci, ma salva e procedi. 

Sii severo, perchè sui predoni giusto è il castigo. Difendi il tesoro della fede. Tieni alto il lume come un faro sopra le onde sconvolte, perchè quelli che seguono la tua barca vedano e non periscano. Pastore e nauta per i tempi tremendi, raccogli, guida, solleva il mio Vangelo perchè in questo e non in altra scienza è la salute. 

Verranno i tempi nei quali, così come avvenne da noi d'Israele e ancor più profondamente, il Sacerdozio crederà d'essere classe eletta perchè sa il superfluo e non conosce più l'indispensabile, o lo conosce nella morta forma con cui ora conoscono i Sacerdoti la Legge: nella vesta essa, esageratamente aggravata di frange, ma non nel suo spirito. 

Verranno i tempi nei quali tutti i libri si sostituiranno al Libro, e questo sarà solo usato così come uno, che deve forzatamente usare un oggetto, lo maneggia meccanicamente, così come un contadino ara, semina, raccoglie senza meditare sulla meravigliosa provvidenza che è quel moltiplicarsi di semi che ogni anno si rinnovella: un seme gettato in terra smossa che diviene stelo, spiga, poi farina e poi pane per paterno amore di Dio. (omissis)




In verità vi dico che come il Padre e Creatore moltiplica le stelle perchè non si spopoli il cielo per quelle che, finita la loro vita, periscono, così ugualmente Io dovrò evangelizzare cento e mille volte dei discepoli che spargerò fra gli uomini e fra i secoli. E anche in verità vi dico che la sorte di questi sarà simile alla mia: la sinagoga e i superbi li perseguiteranno come mi hanno perseguitato.

Ma tanto Io che essi abbiamo la nostra ricompensa: quella di fare la Volontà di Dio e di servirlo sino alla morte di croce perché la sua gloria risplenda e la sua conoscenza non perisca. Ma tu, Pontefice, e voi, Pastori, in voi e nei vostri successori vegliate perchè non si perda lo spirito del Vangelo e instancabilmente pregate lo Spirito Santo perchè in voi si rinnovelli una continua Pentecoste - voi non sapete ciò che voglio dire, ma presto lo saprete - onde possiate comprendere tutti gli idiomi e discernere  e scegliere le mie voci da quelle della Scimmia di Dio: Satana.

E non lasciate cadere nel vuoto le mie voci future. Ognuna di esse è una misericordia mia in vostro aiuto, e tanto più numerose saranno quanto più per ragioni divine Io vedrò che il Cristianesimo ha bisogno di esse per superare le burrasche dei tempi.

Pastore e nauta, Pietro! Pastore e nauta. Non ti basterà un giorno esser pastore se non sarai nauta, ed esser nauta se non sarai pastore. Questo e quello dovrai essere per tenere radunati gli agnelli che tentacoli infernali e artigli feroci cercheranno di strapparti o menzognere musiche di promesse impossibili ti sedurranno, e per portare avanti la barca presa da tutti i venti del settentrione e del mezzogiorno e dell'oriente e dell'occidente, schiaffeggiata e sbattuta dalle forze del profondo, saettata dagli arcieri della Bestia, sbruciacchiata dall'alito del dragone, e spezzata sui bordi dalla sua coda, di modo che gli imprudenti saranno arsi e periranno precipitando nell'onda sconvolta.

Pastore e nauta nei tempi tremendi...E tua bussola il Vangelo. In esso è la Vita e la Salute. E tutto è detto in esso. Ogni articolo del Codice santo, ogni risposta per i casi molteplici delle anime, sono in esso. E fa che da esso non si scostino Sacerdoti e fedeli. Fa che non vengano dubbi su esso. Alterazioni di esso. Sostituzioni e sofisticazioni di esso. Il Vangelo è Me stesso. Dalla nascita alla morte. Nel Vangelo è Dio. Perché in esso sono manifeste le opere del Padre, del Figlio, dello Spirito Santo. Il Vangelo è amore. "La mia Parola è Vita". Ho detto:"Dio è carità".

Conoscano dunque i popoli la mia Parola e abbiano l'amore in loro, ossia Dio. Per avere il Regno di Dio. Perché chi non è in Dio non ha in se la Vita. Perché quelli che non accoglieranno la Parola del Padre non potranno essere una sola cosa col Padre, con Me e con lo Spirito Santo in Cielo, e non potranno essere del solo Ovile che è santo così come Io voglio. Non saranno tralci uniti alla Vite perché chi respinge in tutto o parte al mia Parola è un membro nel quale più non scorre la linfa della Vite. La mia Parola è succo che nutre, fa crescere e portare frutto.

Tutto questo farete in memoria di Me che ve l' ho insegnato. Molto ancora avrei da dirvi su quanto ho detto ora. Ma Io ho soltanto gettato il seme. Lo Spirito Santo ve lo farà germogliare. Ho voluto darvi Io il seme perché conosco i vostri cuori e so come titubereste di paura per comandi spirituali, immateriali. La paura di un inganno vi paralizzerebbe ogni volontà. Perciò Io per il primo vi ho parlato di tutte le cose. Poi il Paraclito vi ricorderà le mie parole e ve le amplificherà nei particolari. E voi non temerete perché ricorderete che il primo seme ve l' ho dato Io.

Lasciatevi condurre dallo Spirito Santo. Se la mia Mano era dolce nel guidarvi, la Sua Luce è dolcissima. Egli è Amore di Dio. Così Io me ne vado contento perché so che Egli prenderà il mio posto e vi condurrà alla conoscenza di Dio. Ancora  non lo conoscete nonostante tanto vi abbia detto di Lui. Ma non è colpa vostra. Voi avete fatto di tutto per per comprendermi e perciò siete giustificati se anche per tre anni avete capito poco. La mancanza della Grazia vi ottundeva lo spirito. Anche ora capite poco benché la Grazia di Dio sia scesa su di voi dalla mia croce. Avete bisogno del Fuoco.

Un giorno ho parlato di questo a un di voi, andando lungo le vie del Giordano. L'ora è venuta. Io me ne torno al Padre mio, ma non vi lascio soli perché lascio a voi l'Eucarestia ossia il vostro Gesù fatto cibo agli uomini. E vi lascio l'Amico: il Paraclito. Esso vi condurrà. Passo le vostre anime dalla mia luce alla sua Luce ed Egli compirà la vostra formazione.

LAUDETUR   JESUS  CHRISTUS!
LAUDETUR  CUM  MARIA!
SEMPER  LAUDENTUR!

sabato 19 dicembre 2015

E' BELLO VISITARE ... LA VALLE DELL'UMILTA'


II. la valle dell’umiltà

9. “Ogni valle sarà colmata” (Lc 3,5). E questo è ciò che dice il Signore: “A chi guarderò se non al poverello e a chi ha lo spirito contrito e che trema al suono delle mie parole?” (Is 66,2). La valle raffigura l’umiltà della mente, di cui dice Geremia: “Guarda i tuoi passi là nella valle” (Ger 2,23), cioè riconosci i tuoi peccati con una doppia umiltà. L’umiltà mostra all’uomo se stesso. Dice Isaia: “Il Signore sarà conosciuto dall’Egitto e in quel giorno gli Egiziani conosceranno il Signore” (Is 19,21).
In quel giorno, cioè nella luce dell’umiltà, gli Egiziani, cioè i superbi avvolti di tenebre, conoscono il Signore e viceversa: e così conoscono anche se stessi. Dice Agostino: “Concedimi, Signore, di conoscere te e di conoscere me”. E anche Isaia, dopo aver visto il Signore, rimprovera se stesso dicendo: “Guai a me, che ho taciuto, perché io sono uomo dalle labbra immonde” (Is 6,5). E il Signore dice a Ezechiele: “Figlio dell’uomo, mostra il tempio alla casa d’Israele”, cioè mostrale Gesù Cristo, “e si vergognino delle loro iniquità” (Ez 43,10).
Dunque “ogni valle sarà riempita” con quel grano di frumento che caduto nella terra morì (cf. Gv 12,24) e di cui il salmo dice: “La valli abbonderanno di frumento” (Sal 64,14). La beata Maria, essendo una valle, fu colmata, e dalla sua pienezza noi tutti, vuoti, abbiamo ricevuto (cf. Gv 1,16), e il salmo: Saremo riempiti dall’abbondanza della tua casa (cf. Sal 35,9; 64,5). Solo gli umili saranno riempiti da quell’abbondanza che il Signore promette nel Levitico: “Vi darò le piogge al tempo giusto, e la terra produrrà i suoi germogli e gli alberi si caricheranno di frutti” (Lv 26,3-4). Il Signore dà le piogge quando infonde la grazia della compunzione. E Isaia: “Cadrà la pioggia sulla tua semente, ovunque tu abbia seminato sulla terra” (Is 30,23), ed essa produrrà i suoi germogli. Dalla pioggia della compunzione nascerà il germoglio della buona volontà, e così gli alberi, cioè i sensi del corpo, saranno pieni dei frutti delle buone opere.


*

11. “Ogni monte e ogni colle sarà abbassato” (Lc 3,5). È ciò che dice anche Isaia: “La tua superbia è stata precipi­tata negli inferi, il tuo cadavere è steso a terra; sotto di te è sparsa la tignola e tua coperta saranno i vermi” (Is 14,11). Fa’ attenzione a queste due parole: monte e colle. Il monte raffigura la superbia che è nel cuore; il colle la superbia che è nelle opere. Quella è peggiore di questa.
Dice Isaia: “Abbiamo sentito la superbia di Moab: è molto superbo; la sua superbia, la sua arroganza e la sua tracotanza sono maggiori la sua forza” (Is 16,6). E la Glossainterlineare commenta: Osa più di quanto non sia suo potere. “Perciò Moab urlerà contro Moab, tutti urleranno” (Is 16,7). Vale a dire: nell’inferno, tra i tormenti, il superbo urle­rà contro il superbo, il lussurioso contro il lussurioso, e tutti urleranno contro se stessi.
Sempre Isaia: “I sàtiri urleranno uno contro l’altro” (Is 34,14). Parimenti: “Abbatterà coloro che stavano in posti sublimi, umilierà la città superba, l’abbatterà fino a terra e la getterà nella polvere. Sarà calpestata sotto i piedi” dei demoni “la superba corona degli infatuati di Efraim” (Is 26,5; 28,3). E infine: “Siedi, taci, nasconditi nelle tenebre, figlia dei Caldei, perché non sarai più chiamata signora di regni” (Is 47,5).
Perciò “Ogni monte e ogni colle sarà abbassato”.


La Vergine Maria: il giorno in cui ho portato al mondo un Salvatore, ha cambiato il destino dell’umanità




24 Dicembre 2012 

– La Vergine Maria: il giorno in cui ho portato al mondo 

un Salvatore, ha cambiato il destino dell’umanità.

Figlia mia, il giorno in cui ho portato al mondo un Salvatore, ha cambiato il destino dell’umanità.

Ho amato questo piccolo bimbo con passione come qualsiasi altra madre. Ma il Padre Mio mi aveva concesso un’altra Grazia, che è stata la Grazia di Protezione. Ho protetto Mio Figlio fin dall’inizio in un modo diverso. Sapevo che Egli era il Messia promesso e quindi mi era stata data una speciale responsabilità, anche se non avevo idea della grandezza che questa responsabilità avrebbe comportato.

Non mi è stato dato di capire, all’inizio, che sarebbe stato ucciso Mio Figlio, il Salvatore, inviato da Dio per salvare la razza umana dal fuoco dell’inferno. Questa parte della mia missione è arrivata dopo come una scossa terribile e il mio dolore non può essere descritto, tanto è stato intenso.

Ho sofferto per Mio Figlio, in Lui e con Lui. Ancora oggi sento il suo dolore e la sua tristezza al rifiuto di riconoscere l’esistenza di Mio Figlio nel mondo di oggi. Come Madre della Salvezza la mia responsabilità è di assistere Mio Figlio nel suo piano per salvare le anime.

Questo è il momento del diluvio. Questo è il momento di un cambiamento rapido e improvviso. Appena scoppieranno le guerre, e una grande guerra sorgerà dalle loro ceneri, il piano di Dio si intensificherà per risvegliare la Sua presenza tra tutti i popoli e tutte le razze.

Figlia mia, ti esorto a pregare il Santo Rosario, mentre oggi io piango. Le mie lacrime che hai appena visto sono per quelle anime che non riconosceranno il Mio Figlio. Sono quei Cristiani che dicono di accettare Gesù come Salvatore e che lo insultano poiché non lo pregano, che lo rattristano di più.

La diffusione dell’ateismo è come una terribile epidemia che spazza la terra. Dio non è stato dimenticato, è piuttosto la Sua esistenza che viene deliberatamente ignorata. Le sue leggi sono bandite dai vostri paesi. Le sue chiese non sono rispettate. Il suoi sacri servitori sono troppo timidi e non abbastanza coraggiosi per proclamare la Sua Santa Parola.

La terra ora cambierà sia fisicamente sia nello spirito. La purificazione è iniziata. La battaglia sarà combattuta tra coloro che seguono il maligno e il Piccolo Resto della Chiesa di Dio.

Voi che siete fedeli a Mio Figlio dovete sempre invocare Me, la vostra amata Madre della salvezza, affinché possa consacrarvi al Mio amato Figlio, nell’intento di farvi concedere le grazie di cui avete tanto bisogno.

Dovete essere preparati come soldati di Gesù Cristo. La vostra armatura deve diventare più forte perché il vostro ruolo è come quello di un crociato e dovrete marciare contro una grande crudeltà e l’ingiustizia.

Andate in pace, figli, e continuate nella preghiera quotidiana appena inizieranno i cambiamenti, affinché possa essere raggiunta la salvezza dell’umanità.
Tutto avverrà secondo la Santa Volontà di Mio Padre, attraverso il Suo Figlio unigenito Gesù Cristo. A voi, figli Miei, che chiedete il mio aiuto, sarà accordata una grande protezione per le vostre nazioni.

La vostra amata Madre
Madre della Salvezza.

domenica 13 dicembre 2015

GODETE SEMPRE NEL SIGNORE: Gaudéte in Dómino semper: íterum dico, gaudéte.




Sermone  di sant'Antonio
sull’epistola della santa messa nella III Domenica di Avvento

2. “Godete sempre nel Signore” (Fil 4,4). Non possono fare ciò coloro dei quali parla Isaia: “La testa è tutta malata e tutto il cuore langue; dalla pianta dei piedi fino alla sommità del capo non c’è in lui parte sana, ma ferite e lividi, e piaghe aperte che non sono state né fasciate, né medicate, né curate con l’olio” (Is 1,5-6). Nella testa sono indicati i prelati, nel cuore i veri religiosi, e nella pianta dei piedi i laici.
Ahimè, tutta la testa è malata! Geremia: “Dai profeti di Gerusalemme è uscita la corruzione su tutta la terra” (Ger 23,15), e anche Daniele: “L’iniquità è uscita da Babilonia per opera degli anziani e dei giudici, che solo in apparen­za sono guide del popolo” (Dn 13,5). E del male di questi capi, dice ancora Isaia: “Tutte le teste”, cioè i prelati, “di essa”, della chiesa, “saranno calve, e tutte le barbe saranno rasate” (Is 15,2).
Dopo una lunga malattia, o per la vecchiaia, di solito cadono i capelli e nella testa subentra la calvizie. Ahimè, le nostre teste, cioè i nostri prelati, con la lunga malattia dei loro vizi e il loro invecchiamento nel male hanno perduto la chioma, cioè la grazia dello Spirito Santo; e ogni barba, cioè ogni vigore e forza nel compiere le opere buone, è stata in essi rasata. E così sono diven­tati deboli ed effeminati. Infatti il Signore, per bocca di Isaia, dice di essi: “ Darò loro come capi dei ragazzi, e uomini effeminati li domineranno” (Is 3,4). In verità, dunque, la testa è tutta malata!
“E tutto il cuore langue”. Osserva che il cuore ha tre funzioni: è la sede della sapienza; in esso fu scritta la legge naturale, che dice: non fare agli altri ciò che non vuoi sia fatto a te; è l’organo dal quale provengono lo sdegno, il ribrezzo e l’avversione. Così nei veri religiosi c’è la sapienza della contemplazione, c’è la legge dell’amore, e c’è il ribrezzo e l’avversione per il peccato.
Questo cuore, posto al centro tra la testa e i piedi, cioè tra i chierici e i laici, soffre e piange per le “infermità” di entrambi. “Dalla pianta dei piedi fino alla sommità del capo”, cioè dai più umili fino ai più elevati, dai laici fino ai chierici, da quelli che fanno vita attiva fino a quelli dediti alla vita contemplativa, non c’è in tutto il corpo alcuna parte sana. Come possono dunque godere nel Signore?
“Ferite e lividi, e piaghe aperte”. Nella ferita è indicata la lussuria; nei lividi l’ava­ri­zia, dalla quale proviene anche l’invidia; e nelle piaghe aperte la super­bia. Dei primi due vizi si parla nella Genesi, dove Lamech si rivolge alle sue mogli e dice loro: “Io ho ucciso un uomo per una mia ferita, e un ragazzo per un mio livido”(Gn 4,23). Lamech, che per primo introdusse sulla terra la sozzura della bigamia, raffigura il lussurioso e l’avaro; egli uccise un uomo, cioè la ragione, per la ferita della lussuria, e un ragazzo, cioè l’inizio della buona volontà, nel rancore dell’avarizia.
Non è solo per l’avarizia e la brama del denaro, ma anche per la voglia di emergere in questo mondo, che nascono rancori, discordie e calunnie. Il prestigio di una dignità passeggera è come un osso gettato tra i cani, i quali si avventano su di esso con rabbia e furore, mordendosi tra loro. La stessa cosa fanno coloro di cui parla Isaia: “Cani avidissimi che non sanno mai saziarsi, sono i pastori incapaci di comprendere” (Is 56,11).
Della gonfiezza della superbia dice Giobbe: “Perché mai il tuo cuore ti solleva in alto e i tuoi occhi sono come allucinati, accarezzando grandi progetti? Perché il tuo spirito si erge orgoglioso contro Dio, sì da far uscire dalla tua bocca tali discorsi?” (Gb 15,12-13). Anche il Signore, per bocca di Isaia, dice la stessa cosa a Sennacherib: “Conosco la tua abitazione, so quando entri e quando esci; conosco la furia che hai contro di me. Poiché ti sei infuriato contro di me, la tua superbia è giunta ai miei orecchi” (Is 37,28-29).
Ecco dunque: la ferita della lussuria non è avvolta nelle fasce della continenza; il livore dell’avarizia non è curato con la medicina dell’elemosina; la piaga aperta della superbia non è medicata con l’olio dell’umiltà inte­riore, dalla quale procede la luce della coscienza, che produce il gaudio nello Spirito Santo: e chi è privo di questa luce non è in grado di godere nel Signore.
Sono invece in grado di godere nel Signore coloro che si ritraggono dall’iniquità e ritorneranno con Giacobbe6, dei quali Isaia dice: Ritorne­ranno e verranno a Sion cantando inni di lode; una felicità perenne splenderà sul loro capo, gaudio e letizia li accom­pagneranno e fuggiranno sofferenze e gemiti (cf. Is 35,10). “Godete, dunque, sempre nel Signore”.

3. “Ve lo ripeto: godete!” (Fil 4,4). Osserva che dice due volte “godete”, e questo a motivo del duplice beneficio del primo e del secondo avvento. Dobbiamo godere perché nel primo avvento ci ha portato le ricchezze e la gloria. E di nuovo dobbiamo godere perché nel secondo avvento ci darà “lunghi giorni”.......


LAUDETUR   JESUS  CHRISTUS!
LAUDETUR  CUM  MARIA!
SEMPER  LAUDENTUR!