sabato 19 dicembre 2015

La Vergine Maria: il giorno in cui ho portato al mondo un Salvatore, ha cambiato il destino dell’umanità




24 Dicembre 2012 

– La Vergine Maria: il giorno in cui ho portato al mondo 

un Salvatore, ha cambiato il destino dell’umanità.

Figlia mia, il giorno in cui ho portato al mondo un Salvatore, ha cambiato il destino dell’umanità.

Ho amato questo piccolo bimbo con passione come qualsiasi altra madre. Ma il Padre Mio mi aveva concesso un’altra Grazia, che è stata la Grazia di Protezione. Ho protetto Mio Figlio fin dall’inizio in un modo diverso. Sapevo che Egli era il Messia promesso e quindi mi era stata data una speciale responsabilità, anche se non avevo idea della grandezza che questa responsabilità avrebbe comportato.

Non mi è stato dato di capire, all’inizio, che sarebbe stato ucciso Mio Figlio, il Salvatore, inviato da Dio per salvare la razza umana dal fuoco dell’inferno. Questa parte della mia missione è arrivata dopo come una scossa terribile e il mio dolore non può essere descritto, tanto è stato intenso.

Ho sofferto per Mio Figlio, in Lui e con Lui. Ancora oggi sento il suo dolore e la sua tristezza al rifiuto di riconoscere l’esistenza di Mio Figlio nel mondo di oggi. Come Madre della Salvezza la mia responsabilità è di assistere Mio Figlio nel suo piano per salvare le anime.

Questo è il momento del diluvio. Questo è il momento di un cambiamento rapido e improvviso. Appena scoppieranno le guerre, e una grande guerra sorgerà dalle loro ceneri, il piano di Dio si intensificherà per risvegliare la Sua presenza tra tutti i popoli e tutte le razze.

Figlia mia, ti esorto a pregare il Santo Rosario, mentre oggi io piango. Le mie lacrime che hai appena visto sono per quelle anime che non riconosceranno il Mio Figlio. Sono quei Cristiani che dicono di accettare Gesù come Salvatore e che lo insultano poiché non lo pregano, che lo rattristano di più.

La diffusione dell’ateismo è come una terribile epidemia che spazza la terra. Dio non è stato dimenticato, è piuttosto la Sua esistenza che viene deliberatamente ignorata. Le sue leggi sono bandite dai vostri paesi. Le sue chiese non sono rispettate. Il suoi sacri servitori sono troppo timidi e non abbastanza coraggiosi per proclamare la Sua Santa Parola.

La terra ora cambierà sia fisicamente sia nello spirito. La purificazione è iniziata. La battaglia sarà combattuta tra coloro che seguono il maligno e il Piccolo Resto della Chiesa di Dio.

Voi che siete fedeli a Mio Figlio dovete sempre invocare Me, la vostra amata Madre della salvezza, affinché possa consacrarvi al Mio amato Figlio, nell’intento di farvi concedere le grazie di cui avete tanto bisogno.

Dovete essere preparati come soldati di Gesù Cristo. La vostra armatura deve diventare più forte perché il vostro ruolo è come quello di un crociato e dovrete marciare contro una grande crudeltà e l’ingiustizia.

Andate in pace, figli, e continuate nella preghiera quotidiana appena inizieranno i cambiamenti, affinché possa essere raggiunta la salvezza dell’umanità.
Tutto avverrà secondo la Santa Volontà di Mio Padre, attraverso il Suo Figlio unigenito Gesù Cristo. A voi, figli Miei, che chiedete il mio aiuto, sarà accordata una grande protezione per le vostre nazioni.

La vostra amata Madre
Madre della Salvezza.

domenica 13 dicembre 2015

GODETE SEMPRE NEL SIGNORE: Gaudéte in Dómino semper: íterum dico, gaudéte.




Sermone  di sant'Antonio
sull’epistola della santa messa nella III Domenica di Avvento

2. “Godete sempre nel Signore” (Fil 4,4). Non possono fare ciò coloro dei quali parla Isaia: “La testa è tutta malata e tutto il cuore langue; dalla pianta dei piedi fino alla sommità del capo non c’è in lui parte sana, ma ferite e lividi, e piaghe aperte che non sono state né fasciate, né medicate, né curate con l’olio” (Is 1,5-6). Nella testa sono indicati i prelati, nel cuore i veri religiosi, e nella pianta dei piedi i laici.
Ahimè, tutta la testa è malata! Geremia: “Dai profeti di Gerusalemme è uscita la corruzione su tutta la terra” (Ger 23,15), e anche Daniele: “L’iniquità è uscita da Babilonia per opera degli anziani e dei giudici, che solo in apparen­za sono guide del popolo” (Dn 13,5). E del male di questi capi, dice ancora Isaia: “Tutte le teste”, cioè i prelati, “di essa”, della chiesa, “saranno calve, e tutte le barbe saranno rasate” (Is 15,2).
Dopo una lunga malattia, o per la vecchiaia, di solito cadono i capelli e nella testa subentra la calvizie. Ahimè, le nostre teste, cioè i nostri prelati, con la lunga malattia dei loro vizi e il loro invecchiamento nel male hanno perduto la chioma, cioè la grazia dello Spirito Santo; e ogni barba, cioè ogni vigore e forza nel compiere le opere buone, è stata in essi rasata. E così sono diven­tati deboli ed effeminati. Infatti il Signore, per bocca di Isaia, dice di essi: “ Darò loro come capi dei ragazzi, e uomini effeminati li domineranno” (Is 3,4). In verità, dunque, la testa è tutta malata!
“E tutto il cuore langue”. Osserva che il cuore ha tre funzioni: è la sede della sapienza; in esso fu scritta la legge naturale, che dice: non fare agli altri ciò che non vuoi sia fatto a te; è l’organo dal quale provengono lo sdegno, il ribrezzo e l’avversione. Così nei veri religiosi c’è la sapienza della contemplazione, c’è la legge dell’amore, e c’è il ribrezzo e l’avversione per il peccato.
Questo cuore, posto al centro tra la testa e i piedi, cioè tra i chierici e i laici, soffre e piange per le “infermità” di entrambi. “Dalla pianta dei piedi fino alla sommità del capo”, cioè dai più umili fino ai più elevati, dai laici fino ai chierici, da quelli che fanno vita attiva fino a quelli dediti alla vita contemplativa, non c’è in tutto il corpo alcuna parte sana. Come possono dunque godere nel Signore?
“Ferite e lividi, e piaghe aperte”. Nella ferita è indicata la lussuria; nei lividi l’ava­ri­zia, dalla quale proviene anche l’invidia; e nelle piaghe aperte la super­bia. Dei primi due vizi si parla nella Genesi, dove Lamech si rivolge alle sue mogli e dice loro: “Io ho ucciso un uomo per una mia ferita, e un ragazzo per un mio livido”(Gn 4,23). Lamech, che per primo introdusse sulla terra la sozzura della bigamia, raffigura il lussurioso e l’avaro; egli uccise un uomo, cioè la ragione, per la ferita della lussuria, e un ragazzo, cioè l’inizio della buona volontà, nel rancore dell’avarizia.
Non è solo per l’avarizia e la brama del denaro, ma anche per la voglia di emergere in questo mondo, che nascono rancori, discordie e calunnie. Il prestigio di una dignità passeggera è come un osso gettato tra i cani, i quali si avventano su di esso con rabbia e furore, mordendosi tra loro. La stessa cosa fanno coloro di cui parla Isaia: “Cani avidissimi che non sanno mai saziarsi, sono i pastori incapaci di comprendere” (Is 56,11).
Della gonfiezza della superbia dice Giobbe: “Perché mai il tuo cuore ti solleva in alto e i tuoi occhi sono come allucinati, accarezzando grandi progetti? Perché il tuo spirito si erge orgoglioso contro Dio, sì da far uscire dalla tua bocca tali discorsi?” (Gb 15,12-13). Anche il Signore, per bocca di Isaia, dice la stessa cosa a Sennacherib: “Conosco la tua abitazione, so quando entri e quando esci; conosco la furia che hai contro di me. Poiché ti sei infuriato contro di me, la tua superbia è giunta ai miei orecchi” (Is 37,28-29).
Ecco dunque: la ferita della lussuria non è avvolta nelle fasce della continenza; il livore dell’avarizia non è curato con la medicina dell’elemosina; la piaga aperta della superbia non è medicata con l’olio dell’umiltà inte­riore, dalla quale procede la luce della coscienza, che produce il gaudio nello Spirito Santo: e chi è privo di questa luce non è in grado di godere nel Signore.
Sono invece in grado di godere nel Signore coloro che si ritraggono dall’iniquità e ritorneranno con Giacobbe6, dei quali Isaia dice: Ritorne­ranno e verranno a Sion cantando inni di lode; una felicità perenne splenderà sul loro capo, gaudio e letizia li accom­pagneranno e fuggiranno sofferenze e gemiti (cf. Is 35,10). “Godete, dunque, sempre nel Signore”.

3. “Ve lo ripeto: godete!” (Fil 4,4). Osserva che dice due volte “godete”, e questo a motivo del duplice beneficio del primo e del secondo avvento. Dobbiamo godere perché nel primo avvento ci ha portato le ricchezze e la gloria. E di nuovo dobbiamo godere perché nel secondo avvento ci darà “lunghi giorni”.......


LAUDETUR   JESUS  CHRISTUS!
LAUDETUR  CUM  MARIA!
SEMPER  LAUDENTUR!



AUTO AD ARIA COMPRESSA

sabato 12 dicembre 2015

«SAPPI, MIO PICCOLO FIGLIO AMATISSIMO ... nican mopohua



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26. Gli dice: «SAPPI, MIO PICCOLO FIGLIO AMATIS-SIMO, CHE IO SONO LA PERFETTA SEMPRE VERGINE SANTA MARIA, LA MADRE DEL VE-RISSIMO ED UNICO DIO, DI COLUI CHE È L'AUTORE DELLA VITA, DEL CREATORE DEGLI UOMINI, DI COLUI NEL QUALE TUTTE LE COSE SUSSISTO-NO, DEL SIGNORE DEL CIELO, DEL PADRONE DELLA TERRA. DESIDERO ARDENTEMENTE CHE IN QUESTO LUOGO VEN­GA COSTRUITA LA MIA PICCOLA CASA SACRA, MI VENGA ERETTO UN TEMPIO,
 
NICAN MOPOHUA
Il NICAN MOPOHUA è il testo base delle apparizioni sul Tepeyac. Fu scritto tra il 1540 e il 1548 da Antonio Valeriano (1520 - 1605), nipote di Montezuma, professore di latino, governatore per 35 anni di Città del Messico e anche amico di Juan Diego. Il testo originale andato perso, non era scritto su carta ma su "Amate", una specie di papiro messicano, fabbricato con maguey, una pianta della famiglia dei cactus. In seguito, il racconto delle apparizioni fu trascritto in "glifi", cioè nel sistema pittografico degli antichi messicani. Nel 1972 a New York nella biblioteca della Hispanic Society of America fu scoperta una copia che risalirebbe al 1573. Il racconto non fu solo tramandato per iscritto e a viva voce, ma anticamente era pure cantato e mimato con danze. Narra infatti Luis Becerra Tanco che il 12 dicembre 1666 poté assistere ad uno spettacolo che aveva per tema il Nican Mopohua e per protagonisti un gruppo di indios. Nel 1649 fu Luis Lasso de la Vega († 1660) a pubblicare per la prima volta il Nican Mopohua in náhuatl, con alcune aggiunte in cui si narrano i primi miracoli operati dalla Morenita di Guadalupe.
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26. quimolhuilia: "MAXICMATTI, MA HUEL YUH YE IN MOYOLLO, NOXO-COYOUH, CA NEHUATL IN NICEN-QUIZCA CEMICAC ICHPOCHTLI SANCTA MARIA, IN INANTZIN IN HUEL NELLI TEOTL DIOS, IN IPAL-NEMOHUANI, IN TEYOCOYANI, IN TLOQUE NAHUAQUE, IN ILHUICA-HUA, IN TLALTICPAQUE. HUEL NIC-NEQUI, CENCA NIQUELEHUIA INIC NICAN NECHQUECHILIZQUE NO­TEOCALTZIN,

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26. le dice: "SÁBELO, TEN POR CIERTO, HIJO MÍO EL MÁS PE-QUEÑO, QUE YO SOY LA PER-FECTA SIEMPRE VIRGEN SANTA MARÍA, MADRE DEL VERDADE-RÍSIMO DIOS POR QUIEN SE VIVE, EL CREADOR DE LAS PER-SONAS, EL DUEÑO DE LA CER-CANÍA Y DE LA INMEDIACIÓN, EL DUEÑO DEL CIELO, EL DUE-ÑO DE LA TIERRA, MUCHO DE-SEO QUE AQUÍ ME LEVANTEN MI CASITA SAGRADA.
27. IN CUI IO VOGLIO MO-STRARLO, RENDERLO MANI-FESTO,
27. IN ONCAN NICNEXTIZ, NICPAN-TLAZAZ.
27. EN DONDE LO MOSTRARÉ, LO ENSALZARÉ AL PONERLO DE MANIFIESTO:
 
28. DARLO ALLE GENTI ATTRAVERSO IL MIO AMORE, LA MIA COMPASSIONE, IL MIO AIUTO, LA MIA PROTEZIONE,
28. NICTEMACAZ IN IXQUICH NOTE-TLAZOTLALIZ, NOTEICNOIT-LALIZ, IN NOTEPALEHUILIZ, IN NOTEMA-NAHUILIZ,
28. LO DARÉ A LAS GENTES EN TODO MI AMOR PERSONAL, EN MI MIRADA COMPASIVA, EN MI AUXILIO, EN MI SALVA-CIÓN:
29. PERCHÉ, IN VERITÀ, IO SONO LA VOSTRA MADRE MISERICORDIOSA:
29. CA NEL NEHUATL IN NAMOI-CNOHUACANANTZIN,
29. PORQUE YO EN VERDAD SOY VUESTRA MADRE COM­PASIVA,
30. TUA, DI TUTTI COLORO CHE ABITANO QUESTA TERRA
30. IN TEHUATL IHUAN IN IXQUI-CHTIN IN IC NICAN TLALPAN ANCE-PANTLACA,
30. TUYA Y DE TODOS LOS HOMBRES QUE EN ESTA TIER-RA ESTÁIS
31. E DI TUTTI QUEGLI UOMINI CHE MI AMANO, MI INVOCANO, MI CER­CANO E RIPONGONO IN ME TUTTA LA LORO FIDUCIA.
31. IHUAN IN OCCEQUIN NEPAPAN-TLACA, NOTETLAZOTLACAHUAN, IN NOTECH MOTZA­TZILIA, IN NECH-TEMOA, IN NOTECH MOTEMA-CHILIA,
31. EN UNO, Y DE LAS DEMÁS VARIADAS ESTIRPES DE HOM-BRES, MIS AMADORES, LOS QUE A MÍ CLAMEN, LOS QUE ME BUSQUEN, LOS QUE CONFÍEN EN MÍ,
32. QUI ASCOLTERÒ IL VOSTRO PIANTO E I VOSTRI LA-MENTI. MI PRENDERÒ A CUORE E CURERÒ TUTTE LE VOSTRE NUMEROSE PENE, LE VOSTRE MISERIE, I VOSTRI DOLORI PER PORVI RIMEDIO.
32. CA ONCAN NIQUINCAQUILIZ IN IN­CHOQUIZ, IN INTLAOCOL, INIC NICYECTILIZ NICPATIZ IN IXQUICH NEPAPAN INNETOLINILIZ, INTONE-HUIZ, INCHICHINAQUILIZ.
32. PORQUE ALLÍ LES ESCU­CHARÉ SU LLANTO, SU TRI­STEZA, PARA REMEDIAR PARA CURAR TODAS SUS DIFEREN-TES PENAS, SUS MISE­RIAS, SUS DOLORES.
33. E PERCHÉ SI POSSA REA-LIZZARE QUANTO IL MIO AMORE MISERICORDIOSO DESIDERA, RECATI AL PALAZZO DEL VESCOVO A CITTÀ DI MÉXICO E DIGLI CHE IO TI MANDO PER RIVELARGLI QUANTO DESIDERO, E CIOÈ CHE MI PROVVEDA QUI UNA CASA, ERIGENDOMI UN TEMPIO AI PIEDI DI QUESTO COLLE. GLI RACCONTERAI TUTTO CIÒ CHE HAI VISTO E AMMIRATO E CIÒ CHE HAI UDITO.
33. AUH INIC HUELNELTIZ IN NICNEMILIA IN NOTEICNOITTALIZ MA XIAUH IN OMPA IN ITEC-PANCHAN IN MEXICO OBISPO, AUH TIQUILHUIZ IN QUENIN NEHUA NI-MITZTITLANI INIC TIQUIXPANTIZ IN QUENIN HUEL CENCA NI-QUELEHUIA INIC NICAN NECH-CALTI, NECHQUECHILI IN IPAN IN TLALMANTLI NOTEOCAL; HUEL MOCH TICPOHUILIZ IN IXQUICH IN OTIQUITTAC, OTICMAHUIZO, IHU-AN IN TLEIN OTICCAC.
33. Y PARA REALIZAR LO QUE PRETENDE MI COMPASIVA MI-RADA MISERICORDIOSA, ANDA AL PALACIO DEL OBISPO DE MEXICO, Y LE DIRÁS QUE CÓ-MO YO TE ENVÍO, PARA QUE LE DESCUBRAS CÓMO MUCHO DESEO QUE AQUÍ ME PROVÉA DE UNA CASA, ME ERIJA EN EL LLANO MI TEMPLO; TODO LE CONTARÁS, CUANTO HAS VI­STO Y ADMIRADO, Y LO QUE HAS OÍDO.
34. STAI SICURO CHE TE NE SARÒ MOLTO GRATA E TI RICOMPENSERÒ;
34. AUH MA YUH YE IN MOYOLLO CA HUEL NICTLAZOCAMATTIZ, AUH CA NIQUIXTLAHUAZ
34. Y TEN POR SEGURO QUE MUCHO LO AGRADECERÉ Y LO PAGARÉ,
 
35. PER QUESTO TI ARRICCHIRÒ E TI GLORIFICHERÒ.
35. CA IC NIMITZCUILTONOZ, NI-MITZTLAMACHTIZ,
35. QUE POR ELLO TE ENRI­QUECERÉ, TE GLORIFICARÉ;
36. LA TUA FATICA E IL SERVIZIO CHE MI FAI ANDANDO A SOLLECITARE LA MIA PETIZIONE SARANNO DEGNA­MENTE RICOMPENSATI.
36. IHUAN MIEC ONCAN TICMACE-HUAIC NICCUEPCAYOTIIN MOCIA-HUILIZ, IN MOTEQUIPANOLIIN IC TICNEMILITIUH IN TLEIN NIMITZ-TITLANI.
36. Y MUCHO DE ALLÍ MERE­CERÁS CON QUE YO RETRI­BUYA TU CANSANCIO, TU SER-VICIO CON QUE VAS A SOLI-CITAR EL ASUNTO AL QUE TE ENVÍO.
 
37. ORA CHE HAI ASCOLTATO, MIO PICCOLO FIGLIO AMATISSIMO, LA MIA PAROLA, VA' E PORTA A TERMINE LA MISSIONE!».

MINACCE PER L'UMANITA'