sabato 12 settembre 2015

SS.MO NOME DI MARIA



"E il nome della Vergine era Maria".

Diciamo qualche parola su questo nome che si traduce come "Stella del mare" e che conviene perfettamente alla Vergine Maria.
La si compara a ragione ad un astro che diffonde la sua luce senza diminuire d'intensità/ così come la Vergine partorisce suo Figlio senza perdere nulla della sua purezza verginale.

I raggi non diminuiscono la luminescenza dell'astro ed il Figlio non toglie nulla all'integrità della Vergine.
Ella è questa nobile stella uscita da Giacobbe, i cui raggi illuminano l'universo intero, brillano nei cieli e penetrano fin negli abissi. Ella irradia la terra/ riscalda le anime anziché i corpi/ favorisce lo sviluppo delle virtù e consuma i vizi.
Ella è questa stella bella e meravigliosa che, indispensabile, doveva levarsi al di sopra del mare immenso con la brillantezza dei suoi meriti e la luce del suo esempio.
Chiunque tu sia, in questo mare che è il mondo, tu che piuttosto che calcare la terra ferma ti senti sballottato quaggiù, nel mezzo di uragani e tempeste, non distogliere mai i tuoi occhi dalla luce di quest'astro, se non vuoi vederti subito sommerso dai flutti della marea. Se il vento delle tentazioni ti assale, se gli scogli della sventura ti si parano davanti, guarda la Stella, rivolgiti a Maria.

Se la collera, l'avarizia, la seduzione della carne sballottano la fragile barca della tua anima, rivolgi il tuo sguardo a Maria.

Quando, tormentato dall'enormità e dall'atrocità delle tue colpe, vergognoso per le sozzure della tua coscienza, terrorizzato dalla minaccia del giudizio, cominci ad essere afferrato dal baratro della tristezza e dall'abisso della disperazione, pensa a Maria.

Nei pericoli, nell'angoscia, nell'incertezza, invoca Maria.

Che il suo nome mai abbandoni le tue labbra ed il tuo cuore. 
E per ottenere il sostegno della sua preghiera, non cessare di imitare l'esempio della sua vita.
Seguendola, non ti smarrirai; 
pregandola, non conoscerai la disperazione; 
pensando a Lei, non ti sbaglierai. 
Se Ella ti sostiene, non affonderai; 
se Ella ti protegge, non avrai timore di nulla; 
sotto la sua guida non temere la fatica; 
con la sua protezione raggiungerai il porto. 
Tu proverai allora, con la tua personale esperienza, con quale verità siano state dette quelle parole: "II nome della Vergine era Maria".

San Bernardo: Omelie sull'Evangelo Missus est 2,17.

AVE MARIA!

venerdì 11 settembre 2015

PER SENTIRE LA PRESENZA DI GESU'

Crociata di Preghiera 101

PREGHIERA MIRACOLOSA PER SENTIRE 

LA PRESENZA DI GESÙ 

Martedì, 19 febbraio 2013, alle ore 14:30

«. . . Le Chiavi di Roma sono sotto il comando del Mio amato Padre. Io, Gesù Cristo, sono pronto a scendere di nuovo, alla Mia Seconda Venuta, e desidero farvi sapere, Miei discepoli, che voi soffrirete così come hanno sofferto i Miei discepoli durante il Mio tempo sulla terra. . . .Io piango lacrime amare per il Mio innocente ed amato ultimo Papa sulla terra, Benedetto XVI, scelto da Me per guidare la Mia Chiesa durante gli ultimi giorni.

Ci vorrà un coraggio straordinario per quelle vittime volenterose che continueranno a proclamare la Mia Santa Parola, poiché essi saranno pieni di terribili dubbi.

. . . Vi lascio ora questa breve e speciale Crociata di Preghiera. È una Preghiera Miracolosa che permette a tutti coloro che la recitano di sentire la Mia Presenza nelle loro anime. Essa li aiuterà anche a capire la Verità che Io ho promesso loro e che gli sarà sempre rivelata durante la fine dei tempi».
<<O Caro ed Onnipotente Padre,

Creatore di tutto ciò che è e che sarà,
aiuta tutti noi che riusciamo a riconoscere
la Presenza del Tuo diletto Figlio
nella Chiesa di oggi,
a diventare molto più forti.
Aiutami a superare la mia paura,
la mia solitudine ed il rifiuto
che io subisco da parte dei miei cari,
poiché seguo Tuo Figlio Gesù Cristo,
il mio Salvatore.
Ti prego di proteggere i miei cari
dal cadere nella trappola
di credere alle menzogne elaborate da Satana
per distruggere, dividere e provocare il caos
tra tutti i figli di Dio.
Ti prego di aiutare tutti coloro
che seguono l’abominio nella Tua Chiesa
affinché vengano salvati
dalle fiamme eterne dell’Inferno.
Amen.>>

Beato Pio IX

Pontefice, pastore e padre




La Città Eterna è in festa. Una moltitudine proveniente da innumerevoli paesi si assiepa in Piazza San Pietro per assistere alla processione, puntualmente iniziata

Beato Pio IX
Il lungo pontificato del Beato Pio IX è denso di episodi nei quali brilla la sua bontà come pastore e padre. Ignorare quest'aspetto della sua vita ci porterebbe ad avere una visione distorta della sua vera fisionomia spirituale.
Suor Juliane Vasconcelos Almeida Campos, EP


La Città Eterna è in festa. Una moltitudine proveniente da innumerevoli paesi si assiepa in Piazza San Pietro per assistere alla processione, puntualmente iniziata. Duecento Vescovi, disposti in due ali in ordine di anzianità, precedono il Collegio Cardinalizio. Rivestiti di mitra e piviale, i Successori degli Apostoli compongono la corte del Vicario di Cristo, che chiude la fila rivestito con tutto lo splendore degli ornamenti papali.

Il coro intona la Litania di tutti i Santi, come a invitare la Chiesa Trionfante a partecipare agli onori che la Chiesa Militante presterà alla Regina del Cielo e della Terra, degli Angeli e degli uomini. Il Papa prende posto e inizia la Santa Messa.

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Il Papa dell'Immacolata era solito passeggiare per Roma attorniato
da una moltitudine di poveri e disgraziati, consolandoli
con le sue parole ed elemosine
"Beato Pio IX" - Basilica di San Pietro


Terminato il canto del Vangelo, intonato in greco e latino, il Cardinale decano, accompagnato da un prelato di ogni rito, si approssima al trono pontificio ed esprime le suppliche di tutta la Chiesa affinché il Santo Padre dichiari che Maria è stata concepita senza peccato originale. Il Papa accoglie la richiesta con gioia e invoca lo Spirito Santo. Tutti si prostrano in ginocchio e all'unisono elevano le loro voci al Cielo, con il canto del Veni Creator Spiritus.

Si dà inizio, allora, alla lettura solenne della Bolla Ineffabilis Deus: "Noi dichiariamo, affermiamo e definiamo rivelata da Dio la dottrina che sostiene che la beatissima Vergine Maria fu preservata, per particolare grazia e privilegio di Dio onnipotente, in previsione dei meriti di Gesù Cristo Salvatore del genere umano, immune da ogni macchia di peccato originale fin dal primo istante del suo concepimento, e ciò deve pertanto essere oggetto di fede certo ed immutabile per tutti i fedeli".1 La batteria di Castel Sant'Angelo saluta con una salva il nuovo dogma e tutte le campane di Roma suonano a distesa per annunciare la glorificazione della Vergine Immacolata.

Quello stesso uomo che presiedeva una così solenne cerimonia, era solito passeggiare per la Città Eterna "attorniato da una moltitudine di poveri e disgraziati, consolandoli con le sue parole ed elemosine, o da una brigata di bambini ai quali rivolgeva domande di dottrina, e la cui rumorosa ed espansiva allegria confermava l'affetto paterno con cui parlava loro".2


Fedele al suo ministero in qualsiasi circostanza

Tale era Pio IX, il Papa che marcò la storia della Chiesa con il Dogma dell'Immacolata Concezione, lo zelante guardiano dell'ortodossia, autore del Syllabus e dell'Enciclica Quanta Cura, colui che convocò il Concilio Vaticano I e dichiarò l'Infallibilità Pontificia. Il suo pontificato attraversò quasi tutto il XIX secolo, obbligandolo ad affrontare con coraggio eroico gli intricati problemi della sua epoca, minata da materialisti e rivoluzionari delle più svariate gamme.

Nell'iscriverlo nell'elenco dei beati, di lui affermò Giovanni Paolo II: "In mezzo agli eventi turbinosi del suo tempo, egli fu esempio di incondizionata adesione al deposito immutabile delle verità rivelate. Fedele in ogni circostanza agli impegni del suo ministero, seppe sempre dare il primato assoluto a Dio e ai valori spirituali. Il suo lunghissimo pontificato non fu davvero facile ed egli dovette soffrire non poco nell'adempimento della sua missione al servizio del Vangelo. Fu molto amato, ma anche odiato e calunniato".3

Senza dubbio, la lunga e proficua vita del Beato è densa di bei fioretti, avvenuti tra l'una e l'altra battaglia a favore della Chiesa, nei quali brilla la sua bontà come pastore e padre. Sono episodi minori, per così dire, ignorati molte volte da coloro che scrivono la Storia, e senza i quali si ha una visione distorta della sua vera fisionomia spirituale. Vediamone alcuni, entro i ristretti limiti che ci permette un articolo.

Infanzia marcata dall'idea di un Papa prigioniero

Giovanni Maria nacque a Senigallia, una delle più antiche città della Penisola Italiana, il 13 maggio 1792, nei perturbati tempi della Rivoluzione Francese. Era il secondo figlio del Conte Girolamo Mastai- Ferretti e Caterina Sollazzi, di pari nobiltà.

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"Di fronte agli avvenimenti turbolenti del suo tempo, egli fu un
esempio di incondizionata adesione al deposito
immutabile delle verità rivelate"
"Pio IX" - Museo di San Giovanni in Laterano, Roma

Era ancora molto piccolo quando le truppe di Napoleone invasero l'Italia e fecero prigioniero Pio VI, già anziano, di 81 anni. Da allora, la contessa cominciò a pregare sempre con la famiglia per il Papa sofferente, e il piccolo Giovanni Maria, nonostante la sua tenera età, cominciò a interessarsi delle notizie sull'augusto prigioniero, che arrivavano frequentemente, e delle disgrazie che gravavano sulla Chiesa in quell'epoca di empietà e anticlericalismo.
Incapace di intendere la ragione per la quale Dio, essendo il Signore dell'universo, permetteva che il suo Vicario in Terra fosse trattato come un malfattore, chiedeva spiegazione alla madre riguardo alla sua perplessità e lei gli rispondeva con pietà:
- Figlio mio, è proprio per questo che Dio permette che egli sia trattato allo stesso modo di Cristo.
Morto Pio VI in esilio e venuto a conoscenza delle difficoltà esistenti per la realizzazione del Conclave, il bambino chiese alla contessa:
- Mamma, è vero che non avremo più un Papa?
- Sta tranquillo, figlio mio, perché i re possono morire e non essere sostituiti. I Papi, invece, non finiranno mai! Sii fiducioso. Dio provvederà.4
Giovanni Maria non si è mai dimenticato di questa risposta.

Consacrato alla Madonna dalla culla

Quando compì 12 anni, entrò nel Collegio Valterra, in Toscana, diretto dai religiosi scolopi. Qui manifestò la sua inclinazione per lo stato ecclesiastico, malgrado le crudeli prove attraverso cui passava la Chiesa, o forse a causa loro. Tuttavia, alcuni anni più tardi, una terribile infermità - l'epilessia - si manifestò nel ragazzo, e fu dichiarata dai medici come incurabile, con una probabile prossima fine. 
La contessa Mastai-Ferretti, oltre a dare al figlio il nome del Discepolo Amato e di Maria Santissima, lo aveva consacrato alla Vergine quando ancora era in culla: "Adottalo, o Madre mia, così come hai adottato il discepolo; io te lo consacro, io te lo consegno".5 Maria Santissima, come vedremo, accettò con piacere l'incarico chiesto dalla fervida madre.

La prognosi dei medici non indebolì la sua vocazione. Il giovane partì per Roma e cominciò a frequentare il corso di teologia. Qualche tempo dopo, avendo già ricevuto gli ordini minori, ritornò a Senigallia insieme al principe Odescalchi, prefetto della corte pontificia, che vi si dirigeva per realizzare una missione. Lo accompagnavano anche Mons. Vincenzo Strambi, oggi canonizzato, e alcuni altri sacerdoti.

Quella missione, durante la quale servì come catechista, segnò l'inizio dei suoi primi lavori di evangelizzazione. Lungi dal pregiudicare la sua salute, le attività missionarie gli furono molto benefiche, per cui, fatto rientro a Roma, il principe Odescalchi ottenne le autorizzazioni necessarie a che Giovanni Maria fosse ordinato diacono nel dicembre 1818.

Con lo scopo di chiedere alla Madonna la guarigione completa e immediata, fece un pellegrinaggio alla Santa Casa di Loreto e a partire da quel momento gli attacchi cessarono completamente. Poco dopo, Papa Pio VII gli concesse l'autorizzazione a compiere gli studi di filosofia e teologia nel Collegio Romano. Nell'aprile 1819, ricevette l'ordinazione sacerdotale, alla condizione di celebrare il Santo Sacrificio sempre assistito da un altro presbitero.

Tuttavia, trascorsi i mesi, osò chiedere al Papa la dispensa da tale inciampo, confidando nella grazia ricevuta a Loreto. Come risposta, il Santo Padre vaticinò: "Sì, vogliamo farti questa grazia, tanto più che mi sembra che d'ora in poi non sarai tormentato da questa crudele infermità".6
Infatti, la malattia scomparve completamente, portandolo a dichiarare che doveva a Maria Santissima "la grazia della sua vocazione al sacerdozio e la salute necessaria per salire a così sublime dignità".7

Una colomba bianca sulla strada

Dopo l'ordinazione, don Mastai-Ferretti ebbe come primo incarico la direzione dell'Istituto Tata Giovanni, dove non solo educava e istruiva i cento orfani lì ospitati, ma anche li manteneva con i propri mezzi. Nel 1820, lo designarono ad accompagnare l'Arcivescovo Giovanni Muzzi, nominato Nunzio Apostolico in Cile, e dura fu la separazione da quei bambini: essi "si afferravano alle sue vesti, e quelli che non potevano approssimarsi lo supplicavano di non abbandonarli".8
Nell'esercizio della nuova funzione, percorse non solo il Cile, ma anche l'Argentina, la Bolivia, il Perù, la Colombia e l'Uruguay, e conobbe a fondo la situazione della Chiesa in queste terre. Di ritorno a Roma, nel 1825, ricevette l'incarico di dirigere l'Asilo di San Michele.
A soli 35 anni fu nominato Arcivescovo di Spoleto, e alcuni anni più tardi Gregorio XVI lo trasferì nella Diocesi di Imola, il che indicava, secondo i criteri dell'epoca, il desiderio di crearlo Cardinale in breve tempo. Tanto nell'una quanto nell'altra funzione, lasciò la sua impronta di pastore zelante e innumerevoli benefici per il suo gregge.
Infatti, il 14 dicembre 1840, Mons. Giovanni Maria riceveva dalle mani del Papa il berretto porpora, insieme al titolo di Cardinale Presbitero dei Santi Marcellino e Pietro. Nel 1846, alla morte di Gregorio XVI, si diresse alla Città Eterna per partecipare al Conclave.

Gustavo Kralj   
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Il Beato Pio IX riconosceva di dovere
alla Madonna la grazia della vocazione
e la salute necessaria per adempierla
Statua dell'Immacolata Concezione
donata da Papa Pio IX alla Basilica
di Notre-Dame, Montreal
Durante questo viaggio avvenne un fatto che vale la pena ricordare. Attraversando Fossombrone, località delle Marche, la carrozza che trasportava il Cardinale Mastai si fermò un istante e si accostò una grande moltitudine, perché non tutti i giorni si poteva vedere un Principe della Chiesa. All'improvviso, apparve una colomba bianca, senza che nessuno sapesse da dove venisse, e si posò sul tetto della carrozza. Il popolo considerò questo fatto di buon auspicio e cominciò ad applaudire e a gridare: "Viva! Viva!" Il piccolo uccello non si spaventava, rimanendo tranquillo anche quando tentarono di cacciarlo con una verga. Le acclamazioni di quella gente, allora, echeggiarono profeticamente: "Viva! Viva! È questo il Papa!"9
Il popolo di Fossombrone aveva ragione. Il 16 giugno 1846, il Sacro Collegio lo elevava al Soglio Pontificio.

Pio IX cominciò il suo governo concedendo un'amnistia ai fautori di crimini politici, atto di generosità che gli portò molti consensi, anche dai nemici del papato. Tuttavia, il figlio della contessa, che tanto aveva pregato per Pio VI, non si faceva illusioni. Sapeva che dopo gli Osanna non avrebbe tardato a udire il Crocifiggilo, pronunciato dalle stesse labbra che lo acclamavano in quel momento. "Ai!", esclamò una volta, "so bene, che alla Domenica delle Palme seguirà la settimana della Passione!"10

Tre ore al giorno in adorazione

Come tutte le anime beate, Pio IX non smise di essere un uomo di profonda vita interiore. "Tre ore al giorno il Santo Padre sta in ginocchio in adorazione al Santissimo Sacramento. È qui che beve le luci e la forza di cui ha bisogno per amministrare la Chiesa",11 afferma uno dei suoi biografi.

Non appena si faceva giorno, il Papa celebrava la Santa Messa nella sua cappella privata, dove lui stesso si occupava del lume che ardeva perpetuamente davanti al tabernacolo. La sua Messa era lenta, e non di rado il suo volto s'inondava di lacrime tenendo nelle sue mani consacrate il Corpo, Anima e Divinità di Colui di cui  era il Vicario.

Quando dovette fuggire a Gaeta, nel regno di Napoli, dopo esser stato fatto prigioniero nel Palazzo del Quirinale, tenne al collo una piccola teca con il Santissimo Sacramento, la stessa che era stata usata da Pio VI quando fu condotto prigioniero a Valenza del Rodano. Non solo per Gesù e Maria, ma anche per il suo castissimo sposo, San Giuseppe, Pio IX aveva una particolare devozione. Il suo affetto filiale al padre adottivo di Gesù lo indusse a istituire la sua festa come Patrono della Chiesa universale.


Padre che ispira fiducia

Uno degli aspetti della ricchissima personalità di questo Papa che più converrebbe forse evidenziare, in queste brevi righe, è quello della piena fiducia che in lui avevano i fedeli, come in un vero padre.
Un giorno, un abitante di Monti, quartiere vicino alla residenza Pontificia, perse il cavallo con cui andava a vendere provvigioni al mercato per mantenere la famiglia. Sapendo della generosità del Santo Padre, s'incamminò verso il palazzo per chiedere al Pontefice se gli poteva donare un cavallo che avesse accantonato nella sua scuderia.
Pio IX considerò la richiesta con naturalezza e persino con soddisfazione, concedendogli non solo quello che chiedeva, ma anche due pezzi in oro. "Quest'uomo non deve esser ricco", pensò il Pontefice, "se lo fosse, sarebbe venuto a procurarsi un cavallo al Quirinale?"12

 Eduardo Caballero
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Chissà se si sarà ricordato, in quel momento, delle parole
che tanto lo marcarono nell'infanzia
"Pio IX", di Giuseppe Felici - Museo di San
Giovanni in Laterano, Roma


Un'altra dimostrazione di paterno affetto la diede con un soldato svizzero di Lucerna, volontario dell'esercito pontificio, che era rimasto ferito a morte dopo aver lottato come un eroe a Castelfidardo. Poiché non era cattolico, i nemici del Papa gli avevano concesso la libertà di viaggiare fino a Roma, dove era giunto in uno stato pietoso. Saputo del desiderio che il povero soldato aveva espresso di parlargli, Pio IX andò personalmente a fargli visita e, stando al suo capezzale, udì dalle labbra del coraggioso militare queste commoventi parole: "Sto per morire, lo sento, Santo Padre, ma muoio contento perché sei al mio fianco, e morendo per la Chiesa Cattolica potrei morire in un'altra religione?"13 Il Papa l'abbracciò, lo benedisse e lo accolse in seno alla Chiesa. Gli amministrò gli ultimi Sacramenti e poche ore dopo egli spirò.

Fu come pastore e padre che il Vicario di Cristo terminò i suoi giorni, il 7 febbraio 1878. Il suo ultimo atto pontificale, ormai sul letto di morte e in procinto di consegnare la sua anima al Creatore, consistette in un'ultima benedizione al Collegio Cardinalizio e a tutto il mondo cattolico, data con una Croce di legno che portava sempre con sé, nella quale era incastonato un frammento del Santo Legno.14

Chissà se si sarà ricordato, in quel momento, delle parole della sua compianta madre che tanto lo segnarono nell'infanzia: "I re possono morire senza aver sostituti. I Papi, però, non finiranno se non con il mondo!" Moriva con la fede incrollabile nella promessa di Nostro Signore - "tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa" (Mt 16, 18) -, imbevuto della certezza che le rivoluzioni passano, e sebbene i loro venti impetuosi scuotano la Barca di Pietro, essa non smetterà mai di arrivare a buon porto.

1 PIO IX. Bolla Ineffabilis Deus, n.41.
2 VILLEFRANCHE, Jacques Melchior. Pio IX. San Paolo: Panorama, 1948, p.391-392.
3 GIOVANNI PAOLO II. Omelia del rito di beatificazione solenne di cinque servi di Dio, del 3/9/2000, n.2.
4 Cfr. VILLEFRANCHE, op. cit. p.2-4.
5 HUGUET, SM. O espirito de Pio IX. Rio de Janeiro: B. L. Garnier, 1875, p.18.
6 VEUILLOT, Louis, apud HUGUET, op. cit., p.62.
7 HUGUET, op. cit., p.23.
8 VILLEFRANCHE, op. cit., p.10.
9 Idem, p.19.
10 Idem, p.52.
11 HUGUET, op. cit., p.5.
12 VILLEFRANCHE, op. cit., p.35.
13 Idem, p.252.
14 Cfr. SODERINI, Eduardo. Il Pontificato di Leone XIII. Milano: A. Mondadori, 1932, vol.I, p.8
(Rivista Araudi del Vangelo, Febbraio/2013, n. 118, p. 35 - 38)

AMDG et BVM

Il MANTO BELLO E PROFUMATO


“La notte più bella della mia vita!”


Quel villaggio era talmente piccolo che sembrava perduto in mezzo alle Alpi. Isolato tra le alte montagne, lontano dall'agitazione dei paesi e delle città, la tranquillità regnava nei pittoreschi chalet che lo componevano.

Il Sole stava tramontando e Maria Luisa era sola nel Grande Bosco... Che animali feroci avrebbero fatto compagnia alla piccola quella notte?

Maria Beatriz Ribeiro Matos

Quel villaggio era talmente piccolo che sembrava perduto in mezzo alle Alpi. Isolato tra le alte montagne, lontano dall'agitazione dei paesi e delle città, la tranquillità regnava nei pittoreschi chalet che lo componevano. I suoi abitanti erano, inoltre, profondamente religiosi e, grazie alla forza della loro fede, superavano le difficoltà, la stanchezza e le fatiche ardue della vita quotidiana con gli occhi riposti in Dio, senza mai perdere la calma.

Edtith Petitclerc
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Vedendola correre, Elisabetta non
poté trattenere un sospiro: la
piccola aveva soltanto
dieci anni…
Il signor Carlo, onesto boscaiolo, abitava lì con sua moglie, Elisabetta e i cinque figli: Maria Luisa, Enrico, Giovanna, Bernardo e Chiara. Tutti i giorni usciva per andare al lavoro ai primi raggi dell'aurora, facendo ritorno al tramonto.
Una mattina, siccome era un po' in ritardo con le sue faccende e doveva portare da mangiare al marito, la signora Elisabetta chiamò la figlia maggiore e disse:
– Maria Luisa, oggi ho bisogno che tu porti il pranzo a tuo padre. Vuoi?
– Sì, mamma. Ti vedo molto occupata con le faccende di casa ed io ho già finito di fare i compiti di scuola.
– Il papà sta lavorando nella Valle delle Anatre, vicino al Grande Bosco. Mi raccomando, fa' attenzione a non perderti. Quando arrivi alla Collina dei Cedri, chiamalo e lui verrà.
Maria Luisa, contenta di aiutare la mamma, mise il suo piccolo grembiule blu, il cappellino e uscì in gran fretta. Vedendola correre, Elisabetta non poté trattenere un sospiro: la piccola aveva soltanto dieci anni ed era la prima volta che usciva da sola... Per quanto le era possibile, la bambina andava di buon passo, poiché voleva che il pranzo arrivasse ancora caldo. Percorrendo bivi e salite, ella giunse alla Collina dei Cedri, senza fiato e stanca. – Papà! – chiamò.
Niente...
– Signor Carlo?!...
Il vento e il cinguettio degli uccelli furono la sua risposta. – Devo esser ancora lontana – disse fra sé.
Andò oltre, sempre di più, di più e di più. Poi, le fu impossibile procedere: davanti a lei si ergeva maestoso e temibile il Grande Bosco, indicandole la fine del tragitto.
"Forse il papà preferisce pranzare all'ombra", pensò, entrando tra gli alberi. Con tutte le forze dei suoi piccoli polmoni, mettendo le manine alla bocca, gridò di nuovo. E un'altra volta restò senza risposta...
Cominciando a preoccuparsi, pregò a voce alta:
– O Santissima Vergine, io ti prometto un Rosario intero se trovo il mio papà.
E continuava ad avanzare. Tuttavia, il tempo trascorreva con una rapidità incredibile e Maria Luisa, nella sua preoccupazione, non si accorgeva che grosse nuvole coprivano il cielo, preannunciando una tempesta.
Ancora un'ora di cammino, la pioggia cessò e, sempre addentrandosi nell'intricato bosco, la bambina si sentì esausta, e si sedette ai piedi di un albero. Il Sole stava tramontando e Maria Luisa era sola nel Grande Bosco... Che animali feroci avrebbero fatto compagnia alla piccola quella notte?...

Nel frattempo, il signor Carlo arrivava a casa, molto tranquillo. La signora Elisabetta lo accolse, contenta.
– Ah, che bello, sei arrivato! E Maria Luisa?
– Maria Luisa? – chiede lui – Io non l'ho vista.
– Non l'hai vista?! È venuta a portarti il pranzo da un bel pezzo...
– Guarda, non ho visto né il pranzo né Maria Luisa. Anzi, ho una gran fame!

Il volto della madre si contrasse dalla preoccupazione e le si strinse il cuore, proprio come a suo padre. Il signor Carlo uscì immediatamente in cerca della bambina, dimenticandosi della fame, ed Elisabetta, afflitta, pregava la Madonna:

– Madre mia, che sei passata pure tu per l'angoscia di perdere tuo Figlio nel Tempio, aiutaci! Se troviamo Maria Luisa, domani facciamo dire una Messa in tuo onore...

Le ore sembravano eterne... Rintoccava la mezzanotte al campanile della chiesa quando il padre ritornò, abbattuto e solo! Aveva cercato con cura dappertutto intorno alla Collina, ma invano: di Maria Luisa non aveva trovato la minima traccia!

Il giorno dopo, prima dell'alba, Elisabetta e i suoi figli andarono in chiesa a pregare per la bambina, poiché una notte in quel bosco pieno di orsi e lupi faceva temere il peggio per lei... I vicini, addolorati, si unirono alle preghiere della famiglia, mentre il padre partiva in gran fretta, ancora una volta, verso la Collina dei Cedri.

Una volta giunto là, il signor Carlo poté ascoltare una vocina dolce in lontananza che cantava... Proveniva dal mezzo degli alberi del Grande Bosco. Seguendola, si imbatté in un ben conosciuto grembiulino blu e in un volto raggiante che, ascoltando il rumore, gli correva incontro con le braccine tese.
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Mi sono sdraiata in braccio suo e
Lei mi ha coperto col suo
manto bello e profumato
– Maria Luisa! – esclamò il boscaiolo afflitto, abbracciando la figlia.
– Papà!
– Hai passato la notte nel bosco? Cos'è successo? Non hai avuto paura di stare da sola? – chiese perplesso.
– Ah, non l'ho passata da sola! All'inizio, sì, ho avuto molta paura. Mi sono vista avvolta nelle tenebre e perduta. Ma ho preso il mio rosario e ho cominciato a pregare. In poco tempo, tutto intorno a me è diventato chiaro e una Signora rilucente è venuta a farmi compagnia.
– Hai parlato con Lei?
– Sì, e mi ha raccontato molte cose. Mi ha detto che era Maria Santissima e che ama molto chi ha fiducia in Lei, poiché Lei vuole salvare tutti e condurli sulla retta via, e non smette mai di ascoltare le preghiere che chiedono la sua intercessione; invece, è dispiaciuta soprattutto quando offendono suo Figlio, Gesù. Siccome era notte inoltrata, sebbene volessi conversare, mi ha fatto dormire un po'. Mi sono sdraiata in braccio a Lei e la Madonna mi ha coperto col suo manto bello e profumato. – E quando ti sei svegliata, eri ancora tra le sue braccia?
– Chiaro! E Lei mi guardava sorridendo. Ha detto che doveva andare, ma che io fossi sempre buona e devota, e non mi dimenticassi mai di questo incontro. Papà, questa è stata la notte più bella della mia vita!
Maria Luisa e suo padre tornarono a casa, dove la famiglia li accolse con enorme gioia. La piccola crebbe, ma mai si dimenticò dello sguardo sorridente della Santissima Vergine. Infatti, quella era stata la notte più bella della sua vita!

(Rivista Araldi del Vangelo, Maggio/2014, n. 133, pp. 46  - 47 )

"AVE, GIGLIO BIANCO DELLA TRINITA',
 Rosa splendente che abbellisci il Cielo, Ave! Da Te ha voluto nascere, da Te ha voluto prendere il latte Colui che governa il Cielo e la Terra. Deh! nutri le nostre anime con i Tuoi divini influssi, o Maria!"

Il Catechismo Maggiore di San Pio X

Il Catechismo Maggiore di San Pio X
 1. Lezione Preliminare
 2. Parte prima: Il Credo o Simbolo apostolico
 3. Parte seconda: Dell’orazione
 4. Parte terza: Dei comandamenti di Dio e della Chiesa
 5. Parte quarta: Dei sacramenti
 6. Parte quinta: Delle virtù principali
Istruzione sopra le feste del Signore, della B. Vergine e dei Santi
 1. Parte prima: Delle feste del Signore
 2. Parte seconda: Delle feste solenni della B. Vergine e delle feste dei Santi
Breve storia della religione
 1. Principii e nozioni fondamentali
 2. Parte prima: Sunto di storia dell'Antico Testamento
 3. Parte seconda: Sunto di storia del Nuovo Testamento
 4. Parte terza: Brevi cenni di storia ecclesiastica
Appendice: Preghiere e formule in redazione aggiornata

Compendio della dottrina cristiana prescritto da Sua Santità Papa Pio X alle diocesi della provincia di Roma, 
Roma, tipografia vaticana, 1905

Al Signor Cardinale Pietro Respighi Nostro Vicario Generale
Signor Cardinale,
La necessità di provvedere per quanto è possibile alla religiosa istituzione della tenera gioventù Ci ha consigliato la stampa di un Catechismo, che esponga in modo chiaro i rudimenti della santa fede, e quelle divine verità, alle quali deve informarsi la vita d'ogni cristiano. Pertanto fatti esaminare i molti libri
di testo già in uso nelle Diocesi d'Italia, Ci parve opportuno di adottare con lievi ritocchi il testo da vari anni approvato dai Vescovi del Piemonte, della Liguria, della Lombardia, della Emilia e della Toscana.
L'uso di questo testo sarà obbligatorio per l'insegnamento pubblico e privato nella Diocesi di Roma e in tutte le altre della Provincia Romana; e confidiamo che anche le altre Diocesi vorranno adottarlo per arrivare così a quel testo unico, almeno per tutta l'Italia, che è nell'universale desiderio.
Con questa dolce speranza impartiamo di tutto cuore a Lei, Signor Cardinale, l'Apostolica Benedizione.
Dal Vaticano, li 14 Giugno 1905.