Beato Pio IX
Il lungo pontificato del Beato Pio IX è denso di episodi nei quali brilla la sua bontà come pastore e padre. Ignorare quest'aspetto della sua vita ci porterebbe ad avere una visione distorta della sua vera fisionomia spirituale.
Suor Juliane Vasconcelos Almeida Campos, EP
La Città Eterna è in festa. Una moltitudine proveniente da innumerevoli paesi si assiepa in Piazza San Pietro per assistere alla processione, puntualmente iniziata. Duecento Vescovi, disposti in due ali in ordine di anzianità, precedono il Collegio Cardinalizio. Rivestiti di mitra e piviale, i Successori degli Apostoli compongono la corte del Vicario di Cristo, che chiude la fila rivestito con tutto lo splendore degli ornamenti papali.
Il coro intona la Litania di tutti i Santi, come a invitare la Chiesa Trionfante a partecipare agli onori che la Chiesa Militante presterà alla Regina del Cielo e della Terra, degli Angeli e degli uomini. Il Papa prende posto e inizia la Santa Messa.
Gustavo Kralj |
|
Il Papa dell'Immacolata era solito passeggiare per Roma attorniato da una moltitudine di poveri e disgraziati, consolandoli con le sue parole ed elemosine"Beato Pio IX" - Basilica di San Pietro
|
Terminato il canto del Vangelo, intonato in greco e latino, il Cardinale decano, accompagnato da un prelato di ogni rito, si approssima al trono pontificio ed esprime le suppliche di tutta la Chiesa affinché il Santo Padre dichiari che Maria è stata concepita senza peccato originale. Il Papa accoglie la richiesta con gioia e invoca lo Spirito Santo. Tutti si prostrano in ginocchio e all'unisono elevano le loro voci al Cielo, con il canto del Veni Creator Spiritus.
Si dà inizio, allora, alla lettura solenne della Bolla Ineffabilis Deus: "Noi dichiariamo, affermiamo e definiamo rivelata da Dio la dottrina che sostiene che la beatissima Vergine Maria fu preservata, per particolare grazia e privilegio di Dio onnipotente, in previsione dei meriti di Gesù Cristo Salvatore del genere umano, immune da ogni macchia di peccato originale fin dal primo istante del suo concepimento, e ciò deve pertanto essere oggetto di fede certo ed immutabile per tutti i fedeli".1 La batteria di Castel Sant'Angelo saluta con una salva il nuovo dogma e tutte le campane di Roma suonano a distesa per annunciare la glorificazione della Vergine Immacolata.
Quello stesso uomo che presiedeva una così solenne cerimonia, era solito passeggiare per la Città Eterna "attorniato da una moltitudine di poveri e disgraziati, consolandoli con le sue parole ed elemosine, o da una brigata di bambini ai quali rivolgeva domande di dottrina, e la cui rumorosa ed espansiva allegria confermava l'affetto paterno con cui parlava loro".2
Fedele al suo ministero in qualsiasi circostanza
Tale era Pio IX, il Papa che marcò la storia della Chiesa con il Dogma dell'Immacolata Concezione, lo zelante guardiano dell'ortodossia, autore del Syllabus e dell'Enciclica Quanta Cura, colui che convocò il Concilio Vaticano I e dichiarò l'Infallibilità Pontificia. Il suo pontificato attraversò quasi tutto il XIX secolo, obbligandolo ad affrontare con coraggio eroico gli intricati problemi della sua epoca, minata da materialisti e rivoluzionari delle più svariate gamme.
Nell'iscriverlo nell'elenco dei beati, di lui affermò Giovanni Paolo II: "In mezzo agli eventi turbinosi del suo tempo, egli fu esempio di incondizionata adesione al deposito immutabile delle verità rivelate. Fedele in ogni circostanza agli impegni del suo ministero, seppe sempre dare il primato assoluto a Dio e ai valori spirituali. Il suo lunghissimo pontificato non fu davvero facile ed egli dovette soffrire non poco nell'adempimento della sua missione al servizio del Vangelo. Fu molto amato, ma anche odiato e calunniato".3
Senza dubbio, la lunga e proficua vita del Beato è densa di bei fioretti, avvenuti tra l'una e l'altra battaglia a favore della Chiesa, nei quali brilla la sua bontà come pastore e padre. Sono episodi minori, per così dire, ignorati molte volte da coloro che scrivono la Storia, e senza i quali si ha una visione distorta della sua vera fisionomia spirituale. Vediamone alcuni, entro i ristretti limiti che ci permette un articolo.
Infanzia marcata dall'idea di un Papa prigioniero
Giovanni Maria nacque a Senigallia, una delle più antiche città della Penisola Italiana, il 13 maggio 1792, nei perturbati tempi della Rivoluzione Francese. Era il secondo figlio del Conte Girolamo Mastai- Ferretti e Caterina Sollazzi, di pari nobiltà.
Eduardo Caballero |
|
"Di fronte agli avvenimenti turbolenti del suo tempo, egli fu un esempio di incondizionata adesione al deposito immutabile delle verità rivelate""Pio IX" - Museo di San Giovanni in Laterano, Roma
|
Era ancora molto piccolo quando le truppe di Napoleone invasero l'Italia e fecero prigioniero Pio VI, già anziano, di 81 anni. Da allora, la contessa cominciò a pregare sempre con la famiglia per il Papa sofferente, e il piccolo Giovanni Maria, nonostante la sua tenera età, cominciò a interessarsi delle notizie sull'augusto prigioniero, che arrivavano frequentemente, e delle disgrazie che gravavano sulla Chiesa in quell'epoca di empietà e anticlericalismo.
Incapace di intendere la ragione per la quale Dio, essendo il Signore dell'universo, permetteva che il suo Vicario in Terra fosse trattato come un malfattore, chiedeva spiegazione alla madre riguardo alla sua perplessità e lei gli rispondeva con pietà:
- Figlio mio, è proprio per questo che Dio permette che egli sia trattato allo stesso modo di Cristo.
Morto Pio VI in esilio e venuto a conoscenza delle difficoltà esistenti per la realizzazione del Conclave, il bambino chiese alla contessa:
- Mamma, è vero che non avremo più un Papa?
- Sta tranquillo, figlio mio, perché i re possono morire e non essere sostituiti. I Papi, invece, non finiranno mai! Sii fiducioso. Dio provvederà.4
Giovanni Maria non si è mai dimenticato di questa risposta.
Consacrato alla Madonna dalla culla
Quando compì 12 anni, entrò nel Collegio Valterra, in Toscana, diretto dai religiosi scolopi. Qui manifestò la sua inclinazione per lo stato ecclesiastico, malgrado le crudeli prove attraverso cui passava la Chiesa, o forse a causa loro. Tuttavia, alcuni anni più tardi, una terribile infermità - l'epilessia - si manifestò nel ragazzo, e fu dichiarata dai medici come incurabile, con una probabile prossima fine.
La contessa Mastai-Ferretti, oltre a dare al figlio il nome del Discepolo Amato e di Maria Santissima, lo aveva consacrato alla Vergine quando ancora era in culla: "Adottalo, o Madre mia, così come hai adottato il discepolo; io te lo consacro, io te lo consegno".5 Maria Santissima, come vedremo, accettò con piacere l'incarico chiesto dalla fervida madre.
La prognosi dei medici non indebolì la sua vocazione. Il giovane partì per Roma e cominciò a frequentare il corso di teologia. Qualche tempo dopo, avendo già ricevuto gli ordini minori, ritornò a Senigallia insieme al principe Odescalchi, prefetto della corte pontificia, che vi si dirigeva per realizzare una missione. Lo accompagnavano anche Mons. Vincenzo Strambi, oggi canonizzato, e alcuni altri sacerdoti.
Quella missione, durante la quale servì come catechista, segnò l'inizio dei suoi primi lavori di evangelizzazione. Lungi dal pregiudicare la sua salute, le attività missionarie gli furono molto benefiche, per cui, fatto rientro a Roma, il principe Odescalchi ottenne le autorizzazioni necessarie a che Giovanni Maria fosse ordinato diacono nel dicembre 1818.
Con lo scopo di chiedere alla Madonna la guarigione completa e immediata, fece un pellegrinaggio alla Santa Casa di Loreto e a partire da quel momento gli attacchi cessarono completamente. Poco dopo, Papa Pio VII gli concesse l'autorizzazione a compiere gli studi di filosofia e teologia nel Collegio Romano. Nell'aprile 1819, ricevette l'ordinazione sacerdotale, alla condizione di celebrare il Santo Sacrificio sempre assistito da un altro presbitero.
Tuttavia, trascorsi i mesi, osò chiedere al Papa la dispensa da tale inciampo, confidando nella grazia ricevuta a Loreto. Come risposta, il Santo Padre vaticinò: "Sì, vogliamo farti questa grazia, tanto più che mi sembra che d'ora in poi non sarai tormentato da questa crudele infermità".6
Infatti, la malattia scomparve completamente, portandolo a dichiarare che doveva a Maria Santissima "la grazia della sua vocazione al sacerdozio e la salute necessaria per salire a così sublime dignità".7
Una colomba bianca sulla strada
Dopo l'ordinazione, don Mastai-Ferretti ebbe come primo incarico la direzione dell'Istituto Tata Giovanni, dove non solo educava e istruiva i cento orfani lì ospitati, ma anche li manteneva con i propri mezzi. Nel 1820, lo designarono ad accompagnare l'Arcivescovo Giovanni Muzzi, nominato Nunzio Apostolico in Cile, e dura fu la separazione da quei bambini: essi "si afferravano alle sue vesti, e quelli che non potevano approssimarsi lo supplicavano di non abbandonarli".8
Nell'esercizio della nuova funzione, percorse non solo il Cile, ma anche l'Argentina, la Bolivia, il Perù, la Colombia e l'Uruguay, e conobbe a fondo la situazione della Chiesa in queste terre. Di ritorno a Roma, nel 1825, ricevette l'incarico di dirigere l'Asilo di San Michele.
A soli 35 anni fu nominato Arcivescovo di Spoleto, e alcuni anni più tardi Gregorio XVI lo trasferì nella Diocesi di Imola, il che indicava, secondo i criteri dell'epoca, il desiderio di crearlo Cardinale in breve tempo. Tanto nell'una quanto nell'altra funzione, lasciò la sua impronta di pastore zelante e innumerevoli benefici per il suo gregge.
Infatti, il 14 dicembre 1840, Mons. Giovanni Maria riceveva dalle mani del Papa il berretto porpora, insieme al titolo di Cardinale Presbitero dei Santi Marcellino e Pietro. Nel 1846, alla morte di Gregorio XVI, si diresse alla Città Eterna per partecipare al Conclave.
Gustavo Kralj |
|
Il Beato Pio IX riconosceva di dovere alla Madonna la grazia della vocazione e la salute necessaria per adempierlaStatua dell'Immacolata Concezione donata da Papa Pio IX alla Basilica di Notre-Dame, Montreal |
Durante questo viaggio avvenne un fatto che vale la pena ricordare. Attraversando Fossombrone, località delle Marche, la carrozza che trasportava il Cardinale Mastai si fermò un istante e si accostò una grande moltitudine, perché non tutti i giorni si poteva vedere un Principe della Chiesa. All'improvviso, apparve una colomba bianca, senza che nessuno sapesse da dove venisse, e si posò sul tetto della carrozza. Il popolo considerò questo fatto di buon auspicio e cominciò ad applaudire e a gridare: "Viva! Viva!" Il piccolo uccello non si spaventava, rimanendo tranquillo anche quando tentarono di cacciarlo con una verga. Le acclamazioni di quella gente, allora, echeggiarono profeticamente: "Viva! Viva! È questo il Papa!"9
Il popolo di Fossombrone aveva ragione. Il 16 giugno 1846, il Sacro Collegio lo elevava al Soglio Pontificio.
Pio IX cominciò il suo governo concedendo un'amnistia ai fautori di crimini politici, atto di generosità che gli portò molti consensi, anche dai nemici del papato. Tuttavia, il figlio della contessa, che tanto aveva pregato per Pio VI, non si faceva illusioni. Sapeva che dopo gli Osanna non avrebbe tardato a udire il Crocifiggilo, pronunciato dalle stesse labbra che lo acclamavano in quel momento. "Ai!", esclamò una volta, "so bene, che alla Domenica delle Palme seguirà la settimana della Passione!"10
Tre ore al giorno in adorazione
Come tutte le anime beate, Pio IX non smise di essere un uomo di profonda vita interiore. "Tre ore al giorno il Santo Padre sta in ginocchio in adorazione al Santissimo Sacramento. È qui che beve le luci e la forza di cui ha bisogno per amministrare la Chiesa",11 afferma uno dei suoi biografi.
Non appena si faceva giorno, il Papa celebrava la Santa Messa nella sua cappella privata, dove lui stesso si occupava del lume che ardeva perpetuamente davanti al tabernacolo. La sua Messa era lenta, e non di rado il suo volto s'inondava di lacrime tenendo nelle sue mani consacrate il Corpo, Anima e Divinità di Colui di cui era il Vicario.
Quando dovette fuggire a Gaeta, nel regno di Napoli, dopo esser stato fatto prigioniero nel Palazzo del Quirinale, tenne al collo una piccola teca con il Santissimo Sacramento, la stessa che era stata usata da Pio VI quando fu condotto prigioniero a Valenza del Rodano. Non solo per Gesù e Maria, ma anche per il suo castissimo sposo, San Giuseppe, Pio IX aveva una particolare devozione. Il suo affetto filiale al padre adottivo di Gesù lo indusse a istituire la sua festa come Patrono della Chiesa universale.
Padre che ispira fiducia
Uno degli aspetti della ricchissima personalità di questo Papa che più converrebbe forse evidenziare, in queste brevi righe, è quello della piena fiducia che in lui avevano i fedeli, come in un vero padre.
Un giorno, un abitante di Monti, quartiere vicino alla residenza Pontificia, perse il cavallo con cui andava a vendere provvigioni al mercato per mantenere la famiglia. Sapendo della generosità del Santo Padre, s'incamminò verso il palazzo per chiedere al Pontefice se gli poteva donare un cavallo che avesse accantonato nella sua scuderia.
Pio IX considerò la richiesta con naturalezza e persino con soddisfazione, concedendogli non solo quello che chiedeva, ma anche due pezzi in oro. "Quest'uomo non deve esser ricco", pensò il Pontefice, "se lo fosse, sarebbe venuto a procurarsi un cavallo al Quirinale?"12
Eduardo Caballero |
|
Chissà se si sarà ricordato, in quel momento, delle parole che tanto lo marcarono nell'infanzia"Pio IX", di Giuseppe Felici - Museo di San Giovanni in Laterano, Roma
|
Un'altra dimostrazione di paterno affetto la diede con un soldato svizzero di Lucerna, volontario dell'esercito pontificio, che era rimasto ferito a morte dopo aver lottato come un eroe a Castelfidardo. Poiché non era cattolico, i nemici del Papa gli avevano concesso la libertà di viaggiare fino a Roma, dove era giunto in uno stato pietoso. Saputo del desiderio che il povero soldato aveva espresso di parlargli, Pio IX andò personalmente a fargli visita e, stando al suo capezzale, udì dalle labbra del coraggioso militare queste commoventi parole: "Sto per morire, lo sento, Santo Padre, ma muoio contento perché sei al mio fianco, e morendo per la Chiesa Cattolica potrei morire in un'altra religione?"13 Il Papa l'abbracciò, lo benedisse e lo accolse in seno alla Chiesa. Gli amministrò gli ultimi Sacramenti e poche ore dopo egli spirò.
Fu come pastore e padre che il Vicario di Cristo terminò i suoi giorni, il 7 febbraio 1878. Il suo ultimo atto pontificale, ormai sul letto di morte e in procinto di consegnare la sua anima al Creatore, consistette in un'ultima benedizione al Collegio Cardinalizio e a tutto il mondo cattolico, data con una Croce di legno che portava sempre con sé, nella quale era incastonato un frammento del Santo Legno.14
Chissà se si sarà ricordato, in quel momento, delle parole della sua compianta madre che tanto lo segnarono nell'infanzia: "I re possono morire senza aver sostituti. I Papi, però, non finiranno se non con il mondo!" Moriva con la fede incrollabile nella promessa di Nostro Signore - "tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa" (Mt 16, 18) -, imbevuto della certezza che le rivoluzioni passano, e sebbene i loro venti impetuosi scuotano la Barca di Pietro, essa non smetterà mai di arrivare a buon porto.
1 PIO IX. Bolla Ineffabilis Deus, n.41.
2 VILLEFRANCHE, Jacques Melchior. Pio IX. San Paolo: Panorama, 1948, p.391-392.
3 GIOVANNI PAOLO II. Omelia del rito di beatificazione solenne di cinque servi di Dio, del 3/9/2000, n.2.
4 Cfr. VILLEFRANCHE, op. cit. p.2-4.
5 HUGUET, SM. O espirito de Pio IX. Rio de Janeiro: B. L. Garnier, 1875, p.18.
6 VEUILLOT, Louis, apud HUGUET, op. cit., p.62.
7 HUGUET, op. cit., p.23.
8 VILLEFRANCHE, op. cit., p.10.
9 Idem, p.19.
10 Idem, p.52.
11 HUGUET, op. cit., p.5.
12 VILLEFRANCHE, op. cit., p.35.
13 Idem, p.252.
14 Cfr. SODERINI, Eduardo. Il Pontificato di Leone XIII. Milano: A. Mondadori, 1932, vol.I, p.8
(Rivista Araudi del Vangelo, Febbraio/2013, n. 118, p. 35 - 38)
AMDG et BVM