Una foto di gruppo davanti ai Gigli della Monarchia di San Luigi di Francia nella sede di “Jeunesse Catholique” a Parigi.
Martiri della Vandea
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Nel 1793, durante la Rivoluzione francese, si scatenò, nella terra della Vandea, il primo genocidio di Stato della storia occidentale. Il regime rivoluzionario di Parigi venne imposto con la forza nelle province di Francia ed ebbe in Vandea, la più cattolica di esse, la reazione più coraggiosa e gloriosa. I Blanchs (i vandeani) si contrapposero ai Blues (i giacobini): uniti a Dio e al Re, i contadini della Vandea, con i loro amati sacerdoti e i loro generali, si distinsero per la strenua difesa contro la dea ragione ed il principio deista dell’essere supremo; perciò, a causa del loro fermissimo Credo e della loro fedeltà monarchica, vennero massacrati. Per odio ideologico perirono, in quell’ecatombe, più di 30 mila abitanti. Tuttavia di questo evento storico o si è parlato in termini negativi per esaltare i “benefici” della Rivoluzione e del Terrore sanguinario oppure lo si è del tutto omesso dai libri di storia…
Lascia scritto Aleksandr Isaevič Solženicyn:
«Già due terzi di secolo fa, da ragazzo, leggevo con ammirazione i libri che evocavano la sollevazione della Vandea, così coraggiosa e così disperata, ma non avrei mai potuto immaginare, neppure in sogno, che nei miei tardi giorni avrei avuto l’onore di partecipare all’inaugurazione di un monumento agli eroi e alle vittime di questa sollevazione. […] gli avvenimenti storici non vengono mai compresi appieno nell’incandescenza delle passioni che li accompagnano, ma a distanza, una volta che il tempo li abbia raffreddati.
Per molto tempo ci si è rifiutati di capire di accettare quel che gridavano coloro che morivano, che venivano bruciati vivi: i contadini di una contea laboriosa, per i quali la rivoluzione sembrava essere fatta apposta, ma che la stessa rivoluzione oppresse e umiliò fino alle estreme conseguenze: e proprio contro essa si rivoltarono. […]. È stato il ventesimo secolo ad appannare, agli occhi dell’umanità, quell’aureola romantica che circondava la rivoluzione del XVIII secolo […] le rivoluzioni distruggono il carattere organico della società; quanto rovinino il corso naturale della vita; quanto annichiliscano i miglioramenti della popolazione, lasciando campo libero ai peggiori; come nessuna rivoluzione possa arricchire un Paese, ma solo qualche imbroglione senza scrupoli; come nel proprio Paese, in generale, essa sia causa di morti innumerevoli, di un esteso depauperamento e, nei casi più gravi, di un decadimento duraturo della popolazione» («Famiglia Cristiana», n. 41/1993, pp.80-81).
In Vandea si verificarono una serie di conflitti civili scoppiati al tempo della Rivoluzione francese, che videro la popolazione della Vandea e di altri dipartimenti vicini insorgere contro il governo rivoluzionario. La prima e la seconda guerra di Vandea vengono solitamente accorpate in un unico periodo che va dal 1793 al 1796. L'insurrezione ebbe inizio nel marzo 1793, quando la Convenzione Nazionale ordinò la leva obbligatoria per 300.000 uomini da inviare al fronte e proseguì per i successivi tre anni, con brevi tregue durante le feste come il Natale e la Pasqua. Il periodo più acuto degli scontri, in cui spesso gli insorti ebbero ragione delle truppe repubblicane, terminò con la vittoria di queste ultime nella battaglia di Savenay. La repressione compiuta tra l'estate del 1793 e la primavera del 1794, ad opera delle truppe repubblicane regolari e da reparti di volontari, fu assai feroce.
Tuttavia gruppi armati vandeani continuarono a combattere e una tregua vera e propria si ebbe solo nella primavera del 1795, con la pace di La Jaunaye. Questa prima guerra fu la più importante per numero di operazioni militari ed è quella a cui comunemente ci si riferisce trattando dell'insurrezione vandeana. Nondimeno lo stato insurrezionale rimase endemico nella regione e la rivolta si riaccese più volte negli anni seguenti, soprattutto nei momenti di crisi dei governi repubblicani e napoleonici. Il 24 giugno 1795 iniziò la seconda guerra di Vandea, che terminò l'anno successivo.
La terza guerra di Vandea durò solo tre mesi, dal 26 ottobre al 17 dicembre 1799, terminando con l'armistizio di Pouancé: a causa dell'instabile situazione politica, la Francia non avrebbe potuto sostenere una nuova guerra civile e per questo motivo il nuovo Governo francese preferì acconsentire alle richieste degli insorti, in modo da evitare il ritorno della monarchia, che in quel momento sembrava imminente.
La quarta guerra di Vandea iniziò nel marzo 1813, dopo la ritirata di Napoleone dalla Russia (1812) ed ebbe una pausa quando, a seguito della sconfitta dell'Imperatore a Lipsia (ottobre 1813), Luigi XVIII salì al trono, nell'aprile 1814. Dopo il ritorno al potere di Napoleone con i Cento Giorni, la guerra riprese il 15 maggio 1815 e terminò il mese successivo quando, a seguito della battaglia di Waterloo, Luigi XVIII ritornò sul trono di Francia nel giugno 1815. Il Sovrano, in segno di riconoscenza, conferì il grado di generale dei granatieri reali (un corpo militare addetto alla protezione del re) al generalissimo dell'armata vandeana Louis de La Rochejaquelein e lo stesso fece con il suo successore Charles Sapinaud, che divenne generale e fu insignito del titolo di Duca.
I vandeani iniziarono la rivolta solo dopo che il regime terroristico attuò misure repressive per il clero e aumentò le tasse per poter sostenere le spese militari. Il ripristino della monarchia rappresentava per i controrivoluzionari vandeani una soluzione per porre fine alla tragica rivoluzione.
I primi testi che trattarono del genocidio vandeano furono le memorie di alcuni dei protagonisti di quei tragici eventi: la marchesa La Rochejaquelein, Poirier de Beauvais, Joseph de Puisaye, la signora Sapinaud de La Rairie e per i repubblicani: Grouchy, Kléber, René-Pierre Choudieu, Turreau, Dumas. Il più celebre documento, del primo raggruppamento di testimoni, sono le Mémoires (1811) de Madame la marquise de la Rochejaquelein, vedova di Louis Marie de Lescure e in seguito di Louis de La Rochejaquelein, che essendo vedova di due tra i più importanti generali dell'Esercito cattolico e reale visse in prima persona tutte le guerre di Vandea, che descrive come una rivolta spontanea dei contadini per difendere il loro re e la loro Chiesa.
L' Esercito cattolico e reale era formato da quei francesi contrari alla rivoluzione e che invece sostenevano la monarchia, in particolare era composto da contadini della cosiddetta «Vandea Militare», composta dai dipartimenti di Vandea, Loira Atlantica, Maine-et-Loire e Deux-Sèvres. I capi furono scelti tra la nobiltà francese che non era emigrata in altri Stati, per paura della cattura e della ghigliottina, ma che rimase in Francia per cercare di ristabilire la monarchia.
L' Esercito nacque il 4 aprile 1793, in seguito alla riunione dei principali capi vandeani avvenuta a Chemillé, in seguito alla quale venne scelto come comandante in capo (che verrà chiamato «Generalissimo») Jacques Cathelineau. Da Parigi, intanto, la Convenzione, ordinò la «pulizia etnica» dei «briganti» vandeani.
I principali capi militari dell’Esercito cattolico e reale furono: Jacques Cathelineau, François-Athanase Charette de La Contrie, Charles Melchior Artus de Bonchamps, Maurice-Louis-Joseph Gigot d'Elbée, Louis Marie de Lescure, Henri du Vergier de La Rochejaquelein, Jean Nicolas Stofflet, Jacques Nicolas Fleuriot de La Fleuriais, Charles Sapinaud, Louis e Auguste du Vergier de La Rochejaquelein (entrambi fratelli di Henri de La Rochejaquelein), Charles d'Autichamps. Alcuni di questi valorosi e cattolici generali sono ricordati nella bellissima canzone di Jean Pax Méfret, Guerre de Vendée.
Il simbolo della controrivoluzione vandeana era un cuore sormontato da una croce rossa su campo bianco a simboleggiare i Sacri Cuori di Gesù e di Maria, ai quali i vandeani erano particolarmente devoti grazie alla predicazione di San Luigi Maria Grignion de Montfort; inoltre tale simbolo richiamava anche lo stemma della Vandea, anch’esso formato da due cuori rossi (quelli di Gesù e Maria) sormontati da una corona che termina con una croce e che rappresentare la regalità di Cristo. Il motto era «Dieu Le Roi» («Dio [è] il Re»).
L’odio per la profonda Fede religiosa dei vandeani fu la ragione principale della spaventosa repressione e delle stragi indiscriminate. Il Terrore si scatenò contro la Fede e contro contadini che volevano continuare a vivere del loro lavoro e dei loro valori.
Ancora oggi nelle case di Lucs-sur-Boulogne (sul fiume Boulogne), il villaggio dove la memoria è molto forte, è rimasto il simbolo della rivolta vandeana: la bandiera con il cuore e la croce. Le chiese della Vandea sono piuttosto recenti, perché i Blues, i soldati inviati dalla Convenzione di Parigi, ne bruciarono circa 800.
La chiesa più piccola di Le Lucs, chiamata «la Chapelle», sorge su un colle un po’ fuori dal paese ed è divenuta monumento storico. Qui, il 28 febbraio 1794, i soldati entrarono nella Chapelle (che sorgeva nello stesso luogo e identica a quella odierna) e spianarono i loro fucili contro più di cento uomini e soprattutto donne e bambini. Le vittime, che pregavano in ginocchio per prepararsi alla morte, vennero trucidati dai rivoluzionari. In tutto il villaggio di Le Lucs i morti furono 563, fra cui 110 bambini al di sotto dei sette anni: oggi i loro nomi sono scolpiti sulle pareti a perenne memoria de «la haine de la foi» («l’odio verso la fede»). Vicino alla Chapelle sorge un museo-memoriale, che venne inaugurato da Solzenicyn il 25 settembre 1993.
In Vandea, su 800 parrocchie circa, i preti refractaires, che cioè rifiutarono di giurare all’Assemblea costituente di Parigi, furono 768 e tutti vennero sostituiti da parroci sermentées, cioè giurati (spesso neppure regolarmente ordinati), disprezzati dai contadini vandeani. La persecuzione quotidiana dei sacerdoti veri fu la prima e reale ragione dell’esasperazione vandeana. Esiste un documento del più feroce persecutore e sterminatore giacobino, il generale Louis Marie Tourreau, nel quale sottolinea la grande autorità, presso i vandeani, dei preti non giurati e ciò per tre ragioni: integrità dei costumi, serietà della formazione dottrinale, intima conoscenza del loro gregge.
La guerra civile in Francia su larga scala ebbe inizio proprio in Vandea con l’insurrezione di Bressuire. La repressione provocò 100 morti e molti rivoluzionari staccarono le orecchie delle loro vittime per farsene coccarde.
Molte furono le vittorie a vantaggio del popolo armato di forche e falci contro le equipaggiate truppe rivoluzionarie. Nantes, strappata «ai borghesi di Parigi», fu tenuta per mesi. Ma proprio Nantes fu spesso teatro degli annegamenti delle persone, essi ebbero inizio alla fine del 1793 e continuarono fino alla primavera del 1794. Responsabile fu soprattutto Jean-Bptiste Carrier, inviato dalla Convenzione di Parigi a praticare la «soluzione finale» del problema vandeano. Le prime tre cosiddette noyades furono rivolte esclusivamente ai preti refractaires (250 circa). Gli storici calcolano che gli annegati furono circa 8000. Quando Carrier tornò a Parigi, dopo gli eccidi, la Convenzione per togliersi la responsabilità dei massacri decise di tagliargli la testa sotto Madame Guillotine.
Il generale Tourreau, invece, mise a ferro e fuoco la regione vandeana da nord a sud e da est ad ovest: i villaggi venivano circondati, la gente radunata e trucidata, infine i soldati incendiavano case ed edifici. Chiaro l’obiettivo: l’olocausto del popolo vandeano era accompagnato alla distruzione di tutto. Scriveva la «Gazette Nationale» riportando la seduta del 17 febbraio 1794: (trascitta il 19, p. 503): «si tratta di spazzare con il cannone il suolo della Vandea e di purificarlo con il fuoco». Ha spiegato il grande storico del genocidio vandeano Reynald Secher: «Queste rappresaglie non corrispondono dunque agli atti orribili, ma inevitabili, che si verificano nell’accanimento dei combattimenti di una lunga e atroce, ma proprio a massacri premeditati, organizzati, pianificati, commessi a sangue freddo, massicci e sistematici, con la volontà cosciente e proclamata di distruggere una regione ben definita e di sterminare tutto un popolo, di preferenza donne e bambini» (R. Secher, Il genocidio vandeano, Effedieffe Edizioni, Milano 1989, p. 306) per sterminare una «razza maledetta», termine ripreso da tutti i rivoluzionari, una razza ed una terra considerate irrecuperabili, perciò: «La guerra finirà solo quando non vi sarà più un abitante su questa terra disgraziata» (Archivio storico dell’esercito, B. 58. Lettera del 25 piovoso dell’anno II). I Giacobini gioivano, come risulta dai documenti dell’epoca, nel lasciare sul loro cammino soltanto cadaveri e rovine… perché occorreva «sacrificare tutto alla vendetta nazionale» (R. Secher, Il genocidio vandeano, p. 306). Insomma, la volontà di far sparire dalla faccia della terra ogni traccia di un popolo, qualsiasi popolo, contiene in sé la definizione di genocidio.
Per approfondire: Reynald Secher, Il genocidio vandeano, Effedieffe Edizioni, Milano 1989.
ELENCO DEI GENERALI VANDEANI MARTIRI:
95088 - Jacques Cathelineau
95453 - François-Athanase Charette de La Contrie
95451 - Charles Melchior Artus de Bonchamps
95457 - Maurice-Louis-Joseph Gigot d'Elbée
95454 - Louis Marie de Lescure
95452 - Henri du Vergier de La Rochejaquelein
95456 - Jean Nicolas Stofflet
95455 - Antoine-Philippe de La Trémoille de Talmont
COR JESU
ADVENIAT REGNUM TUUM
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"Dignare me laudare Te Virgo sacrata. Da mihi virtutem contra hostes tuos". "Corda Iésu et Marìae Sacratìssima: Nos benedìcant et custòdiant".
venerdì 21 agosto 2015
MARTIRI DELLA VANDEA
giovedì 20 agosto 2015
Officium; lectiones propriae S. BERNARDI
689. Lectio I. Beatissimus Bernardus in pago Lingonensi Fontanis oppido patris sui digna propagine oriundus fuit. Carnis quidem prosapia nobilis: sed culmine mentis nobilior. Genitor ejus Tesquilinus nomine, genitrix vero ejus Alet, filia 0929D Bernardi Montis Barri domini, viri potentis, et de antiquorum Burgundiae ducum generositate originem trahens. Sex namque filios, et unam filiam Dei providentia genuerunt. Sed quia de ejus genere historiam in praesenti explicandam non suscepimus, saltem pauca miracula de vita ipsius, Domino largiente, referamus.
Lectio II. Igitur quadam nocte B. Bernardus vigilans, monachis circumquaque dormientibus, audivit angelos in ecclesia voce clara et delectabili Deum collaudantes, et B. Virginem: quos cum audisset, occulte surrexit, et perrexit protinus ad ecclesiam, ut in proximo constitutus videret manifestius, quidnam hoc esset.
Lectio III. Vidit namque sanctam Dei Genitricem 0930A in medio angelorum, quorum unus manu sua thuribulum aureum: alius incensum tenebat. Horum altero deducente, sanctus Vir quasi a dextris gloriosae Virginis incedens ad altare usque pervenit. Ubi voce angelica audivit decantari hanc antiphonam: Salve Regina, ex integro usque ad finem, quam corde tenus retinens, postea scripsisse, et domino papae Eugenio transmisisse fertur, ut ex praecepto auctoritatis apostolicae per ecclesias solemnis haberetur, in honorem virginis matris Dei. Quod et factum est, ut adhuc plerique testantur.
690. Lectio IV. Cum navigaret beatus Vir aliquando per Ligerim, navicula ejus forte concussit pontilium, cui pontilio puer supererat: qui statim in fluxium dilapsus est, et negatus. Excitata fama 0930B occurrerunt vicini defunctum plangentes; quem jussit sibi afferri: eoque defuncto oblato, oravit sanctus: puer, cunctis videntibus, ad orationem sancti suscitatus est.
Lectio V. Fuit vir quidam religiosus nomine Odo; cujus pars corporis per aliquantum tempus pene mansit emortua, adjacens incommota contractionis. Is post mortem B. viri pervenit. Cumque ex eo, infirmitatis loco perfudisset ex aqua, a B. viro sanctificata, sanus et incolumis reversus est.
Lectio VI. Alius vero dolore capitis immaniter vexatus, et omnino sensu privatus, fonte a sancto Bernardo sanctificato irrigatus, sanatus est. Alius per septennium languerat, a parentibus ad sacrum fontem ductus, sospes factus est. Alius quidam 0930C longo tempore de febre quartana laboraverat, qui potu fontis ejusdem sanitatem recepit.
691 Lectio VII. Igitur apud Barni [f. Barru] super Albam erant duae feminae, quas daemones vexaverant. Deinde parentes earum adduxerunt eas ad hominem Dei, ut ab eo curarentur. Et cum portae Claraevallis approqinquassent, dixit unus ex diabolis per os mulieris ad alterum diabolum: Oportet exire de hac muliere. Quare, inquit daemon, oportet haec fieri? Qui respondit: Bernardum non possum videre, nec vocem ejus audire. Et confestim egressus est de muliere, et sanata est ex illa hora.
Lectio VIII. Qui praesentes huic miraculo aderant, laudantes Deum dicebant: Vere sanctus est 0930D homo ille, et Spiritus sanctus habitat in eo. Et cum haec dicerent, venit servus Dei, et gratias agens oravit.
Lectio IX. Post orationem vero conversus est ad alteram mulierem dicens: O daemon pessime, inimice Dei, exi de hac femina; ad quam vocem egressus est daemon de muliere, et sanata est ex illa hora.
AMDG et BVM
mercoledì 19 agosto 2015
LETTRE A LA TRES SAINTE VIERGE, de JEAN EUDES
Très auguste Mère de Dieu, très glorieuse Impératrice du ciel et de la terre, prosterné d'esprit
et de coeur aux pieds de votre suprême Majesté, en tout le respect, l'humilité et dévotion de tous les
coeurs qui vous aiment; et désirant que mon esprit, mon entendement, ma mémoire, ma volonté, mon
coeur, ma langue, ma main, ma plume, vous rendent tous les hommages possibles, j'ose, quoique infiniment indigne, prendre la liberté de vous écrire cette lettre, à l'imitation de plusieurs de vos enfants:
Premièrement, pour vous protester, en la face du ciel et de la terre, que je vous reconnais et
honore comme le plus digne Sanctuaire de la très sainte Trinité, comme la très digne Fille du Père
éternel, comme la très chère Mère du Fils, comme l'Épouse très aimée du Saint-Esprit, comme la
très puissante Reine de l'univers, comme ma souveraine Dame, comme ma très honorée Mère, et
comme la plus excellente, la plus relevée, la plus parfaite, la plus sainte, la plus sage, la plus belle,
la plus puissante, la plus libérale, la plus douce, la plus débonnaire, la plus glorieuse, la plus
heureuse, la plus admirable et la plus aimable de toutes les créatures.
Secondement, pour vous offrir tous les respects, tous les services, toutes les vénérations,
toutes les louanges, tous les honneurs et toute la gloire qui est due à toutes vos grandeurs, qui vous
ont été et vous seront à jamais rendues dans tous les siècles passés, présents et à venir.
Troisièmement, pour vous rendre toutes les reconnaissances, toutes les actions de grâces
possibles pour tous les effets innombrables de votre incomparable bonté envers moi et envers toutes
les choses créées.
Quatrièmement, pour vous demander très humblement pardon et vous faire amende honorable
de toutes mes ingratitudes, négligences, et infidélités au regard de vous, et de toutes les injures et
offenses que vous avez reçues de la part des hommes et des démons, et pour vous offrir, en
supplément et réparation, le très aimable Coeur de votre Fils Jésus, tout embrasé d'amour pour
vous, avec tout l'amour et tout l'honneur qui vous a été et sera rendu dans le temps et dans l'éternité.
Cinquièmement, pour vous supplier très humblement, par le très ardent amour que votre Fils
Jésus vous porte, par celui que vous lui portez, et par toutes les bontés de votre Coeur maternel, de m'obtenir de lui le pardon de tous mes péchés, de suppléer à toutes mes offenses envers sa divine Majesté, de détruire en moi tout ce qui lui déplaît, d'y établir parfaitement le règne de son divin amour et de son adorable volonté, de m'associer avec vous dans toute la gloire que vous lui avez rendue en la terre et que vous lui rendrez durant toute l'éternité dans le ciel, de me diriger et conduire, en tout et partout, en la manière qui lui sera la plus agréable, de me faire entièrement selon son Coeur et le vôtre, de me donner la connaissance, si c'est son bon plaisir, du temps auquel il lui plaira de m'attirer à lui, de m'assister à la mort, de m'impétrer de mon Sauveur, que mon dernier soupir soit un acte du pur amour vers lui et vers vous, de recevoir mon âme à la sortie de mon corps, de la présenter à mon Jésus, de la loger dans son Coeur et dans le vôtre, et de la plonger et abîmer et consommer dans cette fournaise ardente du divin amour pour jamais.
Ce sont les très humbles et très instantes prières que j'ose faire à votre incomparable bénignité, O Mère degrâces, non seulement pour moi, mais pour tous vos enfants, avec lesquels je désire n'avoir qu'un coeur et qu'une âme, pour vivre d'une même vie et mourir d'une même mort en la sainte dilection du très aimable Coeur de Jésus et de Marie, auquel et par lequel je suis, Très auguste Mère de mon Dieu, très douce Reine de mon coeur et très pieuse et bonne Mère de mon âme,
De votre souveraine Majesté,
Le très humble, très obéissant, très obligé et très cordialement affectionné serviteur en tout,
JEAN EUDES, Prêtre de la Congrégation de Jésus et Marie.
IN MANUS TUAS, DOMINA,
COMMENDO SPIRITUM MEUM
CANTIQUE
CANTIQUE
O MARIE , nous vous louons comme la Mère de Dieu, et nous confessons en même temps que vous êtes Vierge.
Toute la Terre vous révère comme l'épouse du Père Eternel.
Tous les Anges et les Archanges, les Trônes et les Principautés vous servent avec fidélité.
Toutes les Puissances, toutes les Vertus les plus élevées des Cieux, et toutes les Dominations vous obéissent.
Tous les Choeurs de ces célestes Intelligences , les Chérubins et les Séraphins, sont devant votre Trône avec des transports de joie.
Tous les Esprits Angéliques chantent sans cesse à votre gloire :
Sainte , Sainte, Sainte Marie Mère de Dieu : Mère et Vierge tout ensemble.
Les Cieux et la Terre sort remplis de la majesté et de la gloire du Fruit de vos entrailles.
Le Choeur glorieux de Apôtres, vous loue comme la Mère du Créateur.
La troupe brillante des Martyrs vous glorifie, comme la Mère de Jésus-Christ.
L'Armée triomphante des Confesseurs, vous appelle le Temple auguste de la Trinité.
La douce Compagnie des Vierges chante que vous êtes le modèle de la virginité et de l'humilité.
Toute la Cour céleste vous révère comme sa Reine.
L'Eglise sainte vous invoque dans toute l'étendue de la Terre.
Elle chante d'une commune voix que vous êtes la Mère de la divine Majesté ;
La véritable et l'auguste Mère du Souverain Roi des Cieux.
Elle publie que vous êtes Sainte, que vous êtes pleine de douceur et de bonté.
Vous êtes la Reine des Anges.
Vous êtes la porte du Paradis.
Vous êtes l'échelle du Royaume Céleste.
Vous êtes l'Arche sainte de la piété et de la grâce.
Vous êtes la source de la miséricorde.
Vous êtes en même temps l'épouse et la mère du Roi éternel.
Vous êtes le Sanctuaire du Saint-Esprit. Toute la Très-Sainte Trinité se repose doucement en vous comme étant l'objet de ses plus tendres complaisances.
Vous êtes remplie d'amour pour les hommes ; vous êtes leur Médiatrice auprès de Dieu : vous les éclairez des lumières célestes.
Vous êtes le soutien des combattants , l'Avocate des pauvres , le refuge des pécheurs , toujours pleine de compassion pour leurs misères.
Vous êtes la distributrice des dons et des faveurs célestes.
Vous êtes la terreur des superbes démons , et vous les éloignez de nous.
Vous êtes la maîtresse du monde, la souveraine du ciel , et après Dieu notre unique espérance.
Vous êtes le salut de ceux qui vous invoquent , le port de ceux qui font naufrage , la consolation dus misérables, la ressource de ceux qui périssent.
Vous êtes la mère de tous les Elus , le sujet après Dieu de leur plus grande joie , et les délices de tous les Bienheureux Citoyens du Ciel.
C'est par vous que les Justes s'avancent; c'est par vous que rentrent dans le bon chemin ceux qui se Sont égarés.
Vous êtes l'accomplissement des promesses faites aux Patriarches , et des prédictions des Prophètes.
Vous êtes la gloire et la lumière des Apôtres , et la Maîtresse des Evangélistes.
Vous êtes la force des Martyrs, l'exemple des Confesseurs, l'honneur et la joie des Vierges.
C'est dans votre chaste Sein que le Fils de Dieu s'est incarné pour délivrer l'homme de son exil.
C'est par vous que l'ancien ennemi du genre humain ayant été vaincu, le Royaume des Cieux a été ouvert aux Fidèles.
Vous êtes assise avec votre Fils, à la droite du Père.
Priez pour nous , ô Vierge Marie, ce même Fils que nous croyons devoir venir pour juger le monde.
Secourez vos serviteurs , qui on été rachetés par son précieux sang.
Faites, ô Vierge pleine de douceur , que nous recevions avec les Saints, la récompense de la gloire éternelle.
Sauvez votre peuple , ô grande Reine ! afin que nous ayons part à l'héritage de votre Fils.
Veillez sur nous , et conduisez-nous jusques dans l'éternité.
Nous vous rendons chaque jour nos hommages , ô Vierge pleine de bonté.
Et nous désirons avec ardeur de vous louer de coeur et de bouche durant toute l'Éternité.
Daignez, ô aimable Marie nous préserver de tout péché , maintenant et toujours.
Ayez pitié de nous , ô Mère de bonté, ayez pitié de nous.
Faites-nous ressentir votre grande miséricorde , parce que nous
avons mis en vous notre confiance.
O MARIE , pleine de douceur, c'est en vous que nous espérons ,
prenez notre défense pour toujours.
A vous après Dieu , est dû la louange , la gloire , la force, l'empire dans tous les siècles des siècles.
SANCTA MARIA ORA PRO NOBIS PECCATORIBUS.
NUNC ET IN HORA MORTIS NOSTRAE. AMEN.
A LODE DEL SS.MO NOME DI MARIA SS.MA
Nell'anno del Signore 1470 nel convento romano di sant'Agostino (conosciuto come conv. di Santa Maria del popolo) si ammalarono e subito morirono di peste sia il padre custode che il suo socio. Gli altri frati atterriti fecero ricorso al padre priore. Egli -convocati tutti i frati- scelse 5 salmi dal salterio editato da san Buonaventura in onore della Beata Vergine Madre di Dio, e ordinò che li recitassero ogni giorno a lode di Dio e in onore di sua Madre Santissima. Miracolo! Appena fedelmente cominciarono a pregare questi salmi in onore di Dio e della dilettissima sua Madre Maria, la peste sparì, né mai più invase, perturbò o infettò quel convento.
M'è piaciuto inserire qui, in questo blog mariano, - sicuro di andare incontro al desiderio di molti - questa efficace formula di supplica, perché sia rimedio e consolazione nella peste atroce che a vari livelli ci possa circondare.
AD MARIAE NOMINIS LAUDEM
SUFFRAGIUM
Sub tuum praesidium confugimus, Sancta Dei Genitrix, nostras deprecationes ne despicias in necessitatibus nostris, sed a periculis, damnis, tribulationibus, sollicitudinibusque cunctis a peste, et subitanea ac improvisa morte libera nos semper, Virgo gloriosa et benedicta.
Domina nostra, mediatrix nostra, advocata nostra tuo Filio nos reconcilia, tuo Filio nos commenda, tuo Filio nos repraesenta.
ORATIO
Beatae, et gloriosae semperque Virginis Mariae, quaesumus Domine, intercessio gloriosa nos protegat, et ad vitam perducat aeternam. Amen.
PSALMUS 1
Magna es Domina, et laudabilis nimis: in civitate Dei nostri, et universa Ecclesia electorum eius.
Misericordia tua et gratia tua ubique praedicatur: Deus operibus manuum tuarum benedixit.
Miserere nostri Domina, et sana infirmitatem nostram: tolle dolorem nostrum et angustiam cordis nostri.
Mitte angelum bonum in occursum: per quem ab hostibus defendamur.
Miserere nostri in die angustiae nostrae: et in veritate tua irradia nos.
Miserere nostri Domina, miserere nostri: quoniam Tu es spes et lux omnium sperantium in Te.
Memento nostri, perditorum salvatrix: exaudi planctus et suspiria nostra.
Memento nostri Domina, et ora pro nobis: in laetitiam bonam verte moestitiam nostram.
Miserere servorum tuorum, Domina: et ne sinas eos angustari in tentationibus suis.
Miserere nostri, Regina gloriae et honoris: et de omni periculo custodi vitam nostram.
Miserere nostri, Mater Salvatoris: praesta consolationem in tribulatione nostra.
Medere contritis corde o domina salutis: et refove eos unguento pietatis.
Gloria Patri, et Filio: et Spiritui Sancto.
Sicut erat in principio et nunc et semper: et in saecula saeculorum. Amen.
PSALMUS 2
Ad te, Domina, clamabo et exaudies me: in voce laudis tuae laetificabis me.
Ad te clamavi, cum anxiaretur cor meum: et exaudisti de monte sancto tuo.
Amplectamur Mariae vestigia, peccatores: et beatis pedibus eius provolvamur.
Accedite ad eam cum devotione et reverentia: et delectetur cor vestrum in salutatione eius.
Accedite ad eam in tribulationibus vestris: et stabiliet vos serenitas vultus illius.
A rugientibus praeparatis ad escam: de manibus quaerentium nos liberati sumus gratia illius.
Attendite, popule Dei, praecepta Dei: et Reginae coeli nolite oblivisci.
Aperite cor ad investigandam eam: labia ad glorificandam illam.
Accendatur affectus cordis in illam: et inimicos nostros induet confusione.
Abstulit a corde moestitiam et dolorem: et suavitate sua cor nostrum dulcoravit.
Adorate illam in decore illius: glorificate opificem pulcritudinis eius.
Adiutorio suo sancto evasimus pericula mortis: et saeva peste liberati sumus.
Gloria Patri, et Filio et Spiritui Sancto, etc.
PSALMUS 3
Refugium tu es, Domina, in tribulatione nostra: et virtus potentior conterens inimicum.
Religiosi omnes adorate et honorate illam: quia ipsa est adiutrix e spiritualis advocata.
Recurramus ad illam in tribulatione nostra: et eripiet nos de periculis nostris.
Recordare Domina, ut loquaris pro nobis bonum: et indignationem Filii tui avertas a nobis.
Respice miseriam Mater gloriosa: Virgo angustiam et tribulationem ne tardes removere.
Recordare, Domina, pauperum et miserorum: et sustenta eos ope refugii tui sancti.
Recordare nostri, Domina, et non apprehendant nos mala: succurre nobis in fine, ut inveniamus vitam aeternam.
Resperge cor nostrum dulcedine tua: fac nos oblivisci angustias huius vitae.
Respice, Domina, humilitatem servorum tuorum: et ne sinas eos periculis subiacere.
Reple nos servos tuos virtutibus sanctis: et ira Dei non appropinquet nobis.
Respice, Domina, humilitatem cordis nostri: et libera nos de afflictione pestis.
Reminiscere miserationum tuarum, Domina: et revela peregrinationem incolatus nostri.
Gloria Patri, et Filio et Spiritui Sancto, etc.
PSALMUS 4
In te, Domina, confido: propter multitudinem misericordiae nominis tui.
Iudica me, Domina, quoniam ab innocentia mea digressus sum: sed quia in te speravi, non infirmabor.
In manus tuas commendo corpus et animam meam: totam vitam meam et diem ultimum meum.
Influe nobis radios tuae pietatis: et clarifica nos fulgoribus misericordiae tuae.
Innova signa et immuta mirabilia: ut sentiamus adiutorium brachii tui.
Intercede pro nobis salutifera Mater Dei: quae angelorum et hominum salutem peperisti.
Infunde gratiam de thesaurus tuis: et unguentis placa dolorem nostrum.
Ingrediatur oratio nostra in cospectu tuo: et voces gementium ne despexeris.
In manu tua, Domina, salus et vita consistunt: laetitia sempiterna et aeternitas gloriosa.
Inveniant, quaeso, gratiam apud Deum: qui Te in suis necessitatibus invocabunt.
In periculis et rebus dubiis et in necessitati bus cunctis invenientes: adiutorium dabis.
Ipsa enim mederis contritis corde: et refove unguento pietatis.
Gloria Patri, et Filio et Spiritui Sancto, etc.
PSALMUS 5
Ad Mariam, cum tribularer, clamavi: et clementia sua exaudivit me.
Ad te, Domina, levavi animam meam in iudicio Dei mei: et precibus tuis non erubescam.
Ave gratia plena, Deus tecum: per quam salus mundi restauratur.
Ascendisti alternantibus hymnis angelorum: choris archangelorum constipata, rosis et liliis coronata.
Ablue, Domina, omnia peccata nostra: sana omnes iniquitates nostras.
Aufer a nobis tribulationem nostram: et dulcifica omnem dolorem nostrum.
Avertatur a nobis ira Dei per te: placa eum meritis et precibus tuis.
Aperiantur nobis per te portae iustitiae: ut enarremus omnia mirabilia tua.
Ad Dominum accede rogatura pro nobis: ut per te liberemur de angustiis nostris.
Adiutorium sit in virtute nominis tui: per Te omnia opera nostra dirigantur.
Ab omni perturbatione libera servos tuos: et fac eos vivere sub pace et protectione tua.
Adorent Te familiae gentium: glorificent Te omnes ordines angelorum.
Gloria Patri, et Filio et Spiritui Sancto, etc.
Kyrie eleison, Christe eleison, Kyrie eleison.
Pater noster, etc.
Et ne nos inducas in tentationem.
Sed libera nos a malo.
Salvos fac servos et ancillas tuas.
Deus meus sperantes in te.
Mitte nobis auxilium de sancto.
Et de Sion tuere nos.
Ora pro nobis sancta Dei Genitrix.
Ut digni efficiamur promissionibus Christi.
Domine exaudi orationem meam.
Et clamor meus ad te veniat.
OREMUS
Defende, quaesumus Domine, Beata Maria semper Virgine intercedente, istam ab omni adversitate familiam, et toto tibi corde prostratam ab omni infirmitate et peste, et ab omnibus tuere clementer periculis. Per Christum Dominum nostrum. Amen.
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