lunedì 8 dicembre 2014

Il Volto di Gesù e degli Apostoli descritti da Maria Valtorta








AVE MARIA 
REGINA APOSTOLORUM!

DISCRETO SILENZIO e UTILITA' DI PAROLA

La guida delle anime sia discreta nel suo silenzio, utile con la sua parola


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La guida delle anime sia discreta nel suo silenzio e utile con la sua parola affinché non dica ciò che bisogna tacere e non taccia ciò che occorre dire. Giacché come un parlare incauto trascina nell’errore, così un silenzio senza discrezione lascia nell’errore coloro che avrebbero potuto essere ammaestrati. Infatti, spesso, guide d’anime improvvide e paurose di perdere il favore degli uomini hanno gran timore di dire liberamente la verità; e, secondo la parola della Verità, non servono più alla custodia del gregge con lo zelo dei pastori ma fanno la parte dei mercenari (cf. Gv. Jn 10,13), poiché, quando si nascondono dietro il silenzio, è come se fuggissero all’arrivo del lupo. 

Per questo infatti, per mezzo del profeta, il Signore li rimprovera dicendo: Cani muti che non sanno abbaiare (Is 56,10). 
Per questo ancora, si lamenta dicendo: Non siete saliti contro, non avete opposto un muro in difesa della casa d’Israele, per stare saldi in combattimento nel giorno del Signore (Ez 13,5). Salire contro è contrastare i poteri di questo mondo con libera parola in difesa del gregge; e stare saldi in combattimento nel giorno del Signore è resistere per amore della giustizia agli attacchi dei malvagi. 

Infatti, che cos’è di diverso, per un Pastore, l’avere temuto di dire la verità dall’avere offerto le spalle col proprio silenzio? Ma chi si espone in difesa del gregge, oppone ai nemici un muro in difesa della casa di Israele. Perciò di nuovo viene detto al popolo che pecca: I tuoi profeti videro per te cose false e stolte e non ti manifestavano la tua iniquità per spingerti alla penitenza (Lm 2,14). È noto che nella lingua sacra spesso vengono chiamati profeti i maestri che, mentre mostrano che le cose presenti passano, insieme rivelano quelle che stanno per venire. 
Ora, la parola divina rimprovera costoro di vedere cose false, perché mentre temono di scagliarsi contro le colpe, invano blandiscono i peccatori con promesse di sicurezza: essi non svelano le iniquità dei peccatori perché si astengono col silenzio dalle parole di rimprovero. In effetti le parole di correzione sono la chiave che apre, poiché col rimprovero lavano la colpa che, non di rado, la persona stessa che l’ha compiuta ignora.


Perciò Paolo dice: (Il vescovo) sia in grado di esortare nella sana dottrina e di confutare i contraddittori (Tt 1,9). Perciò viene detto per mezzo di Malachia: Le labbra del sacerdote custodiscano la scienza e cerchino la legge dalla sua bocca, perché è angelo del Signore degli eserciti (Ml 2,7).



Perciò per mezzo di Isaia il Signore ammonisce dicendo: Grida, non cessare, leva la tua voce come una tromba (Is 58,1). 
E invero chiunque si accosta al sacerdozio assume l’ufficio del banditore perché, prima dell’avvento del Giudice che lo segue con terribile aspetto, egli lo preceda col suo grido. 
Se dunque il sacerdote non sa predicare, quale sarà il grido di un banditore muto? Ed è perciò che lo Spirito Santo, la prima volta, si posò sui Pastori in forma di lingue (Atti, 2, 3), poiché rende subito capaci di parlare di Lui, coloro che ha riempiti. 
   Perciò viene ordinato a Mosè che il sommo sacerdote entrando nel tabernacolo si accosti con tintinnio di campanelli, abbia cioè le parole della predicazione, per non andare con un colpevole silenzio incontro al giudizio di colui che lo osserva dall’alto. 
È scritto infatti: Perché si oda il suono quando entra e quando esce dal santuario in cospetto del Signore, e non muoia (Ex 28,35). Così il sacerdote, che entra o che esce, muore se da lui non si ode suono, poiché attira su di sé l’ira del Giudice occulto se cammina senza il suono della predicazione. 

Inoltre, quei campanelli sono descritti come opportunamente inseriti nelle sue vesti, perché le vesti del sacerdote non dobbiamo intenderle altrimenti che come le sue buone opere, per testimonianza del profeta che dice: I tuoi sacerdoti si rivestano di giustizia (Ps 131,9). Pertanto, i campanelli sono inseriti nelle sue vesti, perché insieme al suono della parola, anche le opere stesse del sacerdote proclamino la via della vita. 
   Ma quando la guida delle anime si prepara a parlare, ponga ogni attenzione e ogni studio a farlo con grande precauzione, perché se si lascia trascinare a un parlare non meditato, i cuori degli ascoltatori non restino colpiti dalla ferita dell’errore; e mentre forse egli desidera di mostrarsi sapiente non spezzi stoltamente la compagine dell’unità. Perciò infatti la Verità dice: Abbiate sale in voi e abbiate pace tra voi (Mc 9,49). Col sale è indicata la sapienza del Verbo. 

Pertanto chi si sforza di parlare sapientemente, tema molto che il suo discorso non confonda l’unità degli ascoltatori. Perciò Paolo dice: Non sapienti più di quanto è opportuno, ma sapienti nei limiti della sobrietà (Rm 12,3). 
   Perciò nella veste del sacerdote, secondo la parola divina, ai campanelli si uniscono le melagrane (Ex 28,34). E che cosa viene designato con le melagrane se non l’unità della fede? Infatti, come nelle melagrane i molti grani dell’interno sono protetti da un’unica buccia esterna, così l’unità della fede protegge tutti insieme gli innumerevoli popoli che costituiscono la Santa Chiesa e che si distinguono all’interno per la diversità dei meriti. 
   Così, affinché la guida delle anime non si butti a parlare da incauto, come già si è detto, la Verità stessa grida ai suoi discepoli: Abbiate sale in voi e abbiate pace tra voi, come se attraverso la figura della veste del sacerdote dicesse: Aggiungete melagrane ai campanelli affinché, in tutto ciò che dite abbiate a conservare con attenta considerazione l’unità della fede. 
   Inoltre, le guide delle anime debbono provvedere con sollecita cura, non solo a non fare assolutamente discorsi perversi e falsi, ma a non dire neppure la verità in modo prolisso e disordinato, perché spesso il valore delle cose dette si perde quando viene svigorito, nel cuore di chi ascolta, da una loquacità inconsiderata e inopportuna. Questa medesima loquacità, poi, che è certamente incapace di servire utilmente gli ascoltatori, contamina anche colui che la esercita. Per cui è ben detto per mezzo di Mosè: L’uomo che soffre di flusso di seme, sarà immondo (Lv 15,2). 
   Di fatto, la qualità del discorso udito è seme di quel pensiero che gli terrà dietro nella mente degli ascoltatori, poiché la parola, ricevuta attraverso l’orecchio, nella mente genera il pensiero. È per questo che, dai sapienti di questo mondo, il bravo predicatore è chiamato seminatore di parole (cf. Atti, 17, 18). 
Dunque, chi patisce flusso di seme è dichiarato impuro, perché chi è soggetto a una eccessiva loquacità si macchia con quel seme da cui — se l’avesse effuso in modo ordinato — avrebbe potuto generare nei cuori degli ascoltatori la prole del retto pensiero; ma se lo sparge con una loquacità inconsiderata, è come chi emette il seme, non al fine di generare ma per l’impurità. 
   Perciò anche Paolo, quando esorta il discepolo ad insistere nella predicazione dicendo: Ti scongiuro davanti a Dio e a Cristo Gesù che giudicherà i vivi e i morti, per il suo avvento e il suo regno, predica la parola, insisti opportunamente, importunamente (2Tm 4,1-2); prima di dire importunamente premise opportunamente, perché è chiaro che nella considerazione di chi ascolta, l’importunità appare in tutta la sua qualità spregevole se non sa esprimersi in modo opportuno.

AMDG et BVM

Festa della Immacolata Concezione.






Rubbio (Vicenza), 8 Dicembre 1989. Festa della Immacolata Concezione .

Una corona di dodici stelle.

   «Figli prediletti, oggi guardate al candore immacolato della vostra Mamma Celeste.
Sono la Immacolata Concezione.
Sono la sola creatura esente da ogni macchia di peccato, anche di quello originale.
Sono tutta bella: tota pulchra.
Lasciatevi avvolgere dal mio manto di bellezza, perché anche voi siate 
illuminati dal mio candore di cielo, dalla mia luce immacolata.

*Sono tutta bella, perché chiamata ad essere la Madre del Figlio di Dio ed 
a formare il verginale virgulto, da cui deve sbocciare il Fiore divino.
Per questo il mio disegno si inserisce nel mistero stesso della vostra salvezza.
*Al principio, sono annunciata come la nemica di Satana, colei che otterrà su 
di lui la completa vittoria.
   "Porrò inimicizia fra te e la Donna, tra la tua e la sua discendenza; 
Essa ti schiaccerà il capo, mentre tenterai di mordere il suo calcagno".
   *Alla fine, sono vista come la Donna vestita di sole, che ha il compito 
di combattere contro il Drago rosso ed il suo potente esercito, per vincerlo, 
per legarlo e cacciarlo nel suo regno di morte, perché sul mondo possa 
regnare solo Cristo.
Eccomi allora presentata dalla Divina Scrittura nel fulgore della mia materna 
regalità: "e un altro segno apparve nel cielo: una Donna, vestita di sole, 
con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle".
   Attorno al mio capo vi è dunque una corona di dodici stelle.
   La corona è il segno della regalità.
   Essa è composta da dodici stelle, perché diviene il simbolo della mia 
materna e regale presenza nel cuore stesso del popolo di Dio.


   *Le dodici stelle indicano le dodici tribù di Israele, che compongono 
il popolo eletto, scelto e chiamato dal Signore a preparare la venuta nel 
mondo del Figlio di Dio e del Redentore.
   Poiché Io sono chiamata a diventare la Madre del Messia, il mio disegno  è quello di essere il compimento delle promesse, il germoglio verginale, l'onore e la gloria di tutto il popolo di Israele.
   Infatti la Chiesa mi esalta con queste parole: "Tu gloria di Gerusalemme; 
Tu letizia di Israele; tu onore del nostro popolo" .
   Per questo le tribù di Israele formano dodici gemme preziose del diadema che circonda il mio capo, per indicare la funzione della mia materna regalità.


   *Le dodici stelle significano anche i dodici Apostoli, che sono il 
fondamento su cui Cristo ha fondato la sua Chiesa.
   Mi sono trovata sovente con loro, per incoraggiarli a seguire ed a 
credere in Gesù, durante i tre anni della sua pubblica missione.
   Al loro posto, assieme a Giovanni, Io stavo sotto la Croce, nel momento della crocifissione, dell'agonia e della morte di mio figlio Gesù.
   Con loro ho partecipato alla gioia della sua resurrezione; accanto 
ad essi, raccolti in preghiera, ho assistito al momento glorioso della 
Pentecoste. 
   Durante la mia terrena esistenza sono rimasta accanto a loro con la mia preghiera e la mia presenza materna per aiutarli, formarli, incoraggiarli e 
sospingerli a bere il calice che dal Padre Celeste era stato per loro preparato.
   Sono così Madre e Regina degli Apostoli che, attorno al mio capo, 
formano dodici stelle luminose della mia materna regalità.
   Sono Madre e Regina di tutta la Chiesa.


   *Le dodici stelle significano anche una nuova realtà.
   L'Apocalisse infatti mi vede come un grande segno nel cielo: Donna 
vestita di sole, che combatte il Drago ed il suo potente esercito del male.
   Allora le stelle attorno al mio capo indicano coloro che si consacrano 
al mio Cuore Immacolato, fanno parte della mia schiera vittoriosa, si 
lasciano guidare da me per combattere questa battaglia e per ottenere alla 
fine la nostra più grande vittoria.
   *Così tutti i miei prediletti ed i figli consacrati al mio Cuore Immacolato, 
chiamati ad essere oggi gli Apostoli degli ultimi tempi, sono le stelle più 
luminose della mia regale corona.



  

 *Le dodici stelle, che formano la luminosa corona della mia materna 
regalità, sono costituite dalle tribù di Israele, dagli Apostoli e dagli 
Apostoli di questi vostri ultimi tempi.
   Allora, nella festa della mia Immacolata Concezione, chiamo tutti voi 
a fare parte preziosa della mia corona e a diventare le stelle brillanti, 
che diffondono, in ogni parte del mondo, la luce, la grazia, 
la santità, la bellezza e la gloria della vostra Mamma Celeste».



AVE AVE AVE MARIA PURISSIMA!

NECESSITÀ DELLA DEVOZIONE A MARIA.


NECESSITÀ DELLA DEVOZIONE A MARIA
Convinciamocene, cari amici, siamo in tempo

14. Confesso, con tutta la Chiesa, che Maria essendo una semplice creatura uscita dalle mani dell'Altissimo, paragonata alla sua Maestà infinita è meno di un atomo, o meglio non è niente del tutto, poiché egli solo è «Colui che è» (Es 3,14). Perciò questo grande Signore, sempre indipendente e bastante a se stesso, non ebbe e non ha ancora assolutamente bisogno della santissima Vergine per il compimento delle sue volontà e per la manifestazione della sua gloria. Gli basta volere per fare tutto.

15. Tuttavia dico che, dato l'ordine attuale delle cose, Dio avendo voluto cominciare e compiere le sue più grandi opere per mezzo della santissima Vergine dal momento che la formò, bisogna credere che non muterà condotta nei secoli dei secoli, perché egli è Dio e non muta nei suoi pensieri né nella sua condotta.

16. Dio Padre diede al mondo il suo Unigenito solo per mezzo di Maria. Per quanto i patriarchi
avessero sospirato, per quanto i profeti e i santi dell'antica legge avessero invocato, per quattromila
anni, per avere questo tesoro, solo Maria lo meritò e trovò grazia davanti a Dio con la forza delle
sue preghiere e l'altezza delle sue virtù. Essendo il mondo indegno, dice sant'Agostino, di ricevere il
Figlio di Dio direttamente dalle mani del Padre, egli lo diede a Maria perché il mondo lo ricevesse
per mezzo di lei.
Il Figlio di Dio si fece uomo per la nostra salvezza, ma in Maria e per mezzo di Maria.
Dio Spirito Santo formò Gesù Cristo in Maria, ma dopo averle chiesto il consenso per mezzo di uno
dei primi ministri della sua corte.

17. Dio Padre comunicò a Maria la propria fecondità per quanto ne era capace una semplice
creatura, per darle il potere di generare il Figlio suo e tutti i membri del suo Corpo mistico.

18. Dio Figlio discese nel suo seno verginale, come nuovo Adamo nel suo paradiso terrestre, per
compiacersene e per operarvi di nascosto meraviglie di grazia. Questo Dio fatto uomo trovò la sua
libertà nel vedersi imprigionato nel suo seno; fece risplendere la sua forza nel lasciarsi portare da
questa fanciulla; trovò la sua gloria e quella del Padre nel nascondere i suoi splendori a ogni
creatura di quaggiù, per rivelarli solo a Maria; glorificò la sua indipendenza e la sua maestà nel
dipendere da questa amabile Vergine nella concezione, nella nascita, nella presentazione al tempio,
nei trent'anni di vita nascosta, perfino nella morte, cui ella doveva assistere, per compiere con lei un
medesimo sacrificio e per essere immolato col suo consenso all'eterno Padre, come un tempo Isacco
col consenso di Abramo alla volontà di Dio. È lei che lo allattò, nutrì, mantenne, allevò e sacrificò
per noi.

O ammirabile e incomprensibile dipendenza di un Dio che lo Spirito Santo non poté passare sotto
silenzio nel Vangelo - sebbene ci abbia nascosto quasi tutte le cose mirabili che questa Sapienza
incarnata fece nella sua vita nascosta - per mostrarcene il pregio e la gloria infinita. Gesù Cristo ha
dato più gloria a Dio Padre con la sottomissione a sua Madre per trent'anni di quanta non gliene
avrebbe data convertendo tutto il mondo operando le più grandi meraviglie. Oh! quanto
glorifichiamo altamente Dio quando ci sottomettiamo, per piacergli, a Maria, sull'esempio di Gesù
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domenica 7 dicembre 2014

O Vergine, per la tua benedizione è benedetta ogni creatura



8 DICEMBRE
IMMACOLATA CONCEZIONE DELLA
BEATA VERGINE MARIA 
(s) 
UFFICIO DELLE LETTURE

INVITATORIO

V. Signore, apri le mie labbra
R. e la mia bocca proclami la tua lode.

Antifona
Celebriamo l'immacolata Concezione di Maria:
adoriamo suo figlio, Cristo Signore.

SALMO 94  Invito a lodare Dio( Il Salmo 94 può essere sostituito dal salmo 99 o 66 o 23 )
Esortandovi a vicenda ogni giorno, finché dura « quest'oggi » (Eb 3,13).
Si enunzia e si ripete l'antifona.
Venite, applaudiamo al Signore, *
acclamiamo alla roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie, *
a lui acclamiamo con canti di gioia 
(Ant.).

Poiché grande Dio è il Signore, *
grande re sopra tutti gli dèi.
Nella sua mano sono gli abissi della terra, *
sono sue le vette dei monti.
Suo è il mare, egli l'ha fatto, *
le sue mani hanno plasmato la terra 
(Ant.).

Venite, prostràti adoriamo, *
in ginocchio davanti al Signore che ci ha creati.
Egli è il nostro Dio, e noi il popolo del suo pascolo, *
il gregge che egli conduce 
(Ant.).

Ascoltate oggi la sua voce: †
« Non indurite il cuore, *
come a Merìba, come nel giorno di Massa nel deserto,

dove mi tentarono i vostri padri: *
mi misero alla prova pur avendo visto le mie opere 
(Ant.).

Per quarant'anni mi disgustai di quella generazione †
e dissi: Sono un popolo dal cuore traviato, *
non conoscono le mie vie;

perciò ho giurato nel mio sdegno: *
Non entreranno nel luogo del mio riposo » 
(Ant.).

Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen 
(Ant.).
 

Inno

Ave, speranza nostra,
ave, benigna e pia,
ave, piena di grazia,
o Vergine Maria.

Ave, fulgida rosa,
roveto sempre ardente,
ave, pianta fiorita
dalla stirpe di Iesse.

In te vinta è la morte,
la schiavitù è redenta,
ridonata la pace,
aperto il paradiso.

O Trinità santissima,
a te l'inno di grazie,
per Maria nostra Madre,
nei secoli dei secoli. Amen.

Oppure:
Te dícimus præcónio,
mater Dei puríssima;
nostris benígna láudibus
tuam repénde grátiam.
 
Sontes Adámi pósteri,
infécta proles gígnimur;
labis patérnæ néscia
tu sola, Virgo, créderis.
 
Caput dracónis ínvidi
tu cónteris vestígio,
gerísque sola glóriam
intaminátæ oríginis.
 
Nostræ decus propáginis,
quæ tollis Evæ oppróbrium,
tu nos tuére súpplices,
tu nos labántes érige.
 
Serpéntis antíqui potens
astus retúnde et ímpetus,
ut cælitum perénnibus
per te fruámur gáudiis.

Patri sit et Paráclito
tuóque Nato glória,
qui sanctitátis únicæ
te munerárunt grátia. Amen.
 1^ Antifona
Nella sua concezione
Maria fu benedetta dal Signore,
santificata da Dio, sua salvezza.


SALMO 
23

Del Signore è la terra e quanto contiene, *
l'universo e i suoi abitanti.
E' lui che l'ha fondata sui mari, *
e sui fiumi l'ha stabilita.

Chi salirà il monte del Signore, *
chi starà nel suo luogo santo?

Chi ha mani innocenti e cuore puro, †
chi non pronunzia menzogna, *
chi non giura a danno del suo prossimo.

Egli otterrà benedizione dal Signore, *
giustizia da Dio sua salvezza.
Ecco la generazione che lo cerca, *
che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe.

Sollevate, porte, i vostri frontali, †
alzatevi, porte antiche, *
ed entri il re della gloria.

Chi è questo re della gloria? †
Il Signore forte e potente, *
il Signore potente in battaglia.

Sollevate, porte, i vostri frontali, †
alzatevi, porte antiche, *
ed entri il re della gloria.

Chi è questo re della gloria? *
Il Signore degli eserciti è il re della gloria.

Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.
 
1^ AntifonaNella sua concezione
Maria fu benedetta dal Signore,
santificata da Dio, sua salvezza.


2^ Antifona

Dio fu con lei dal mattino della vita:
l'Altissimo si è preparata una santa dimora.


SALMO 45 
  
Dio è per noi rifugio e forza, *
aiuto sempre vicino nelle angosce.

Perciò non temiamo se trema la terra, *
se crollano i monti nel fondo del mare.
Fremano, si gonfino le sue acque, *
tremino i monti per i suoi flutti.

Un fiume e i suoi ruscelli rallegrano la città di Dio, *
la santa dimora dell'Altissimo.

Dio sta in essa: non potrà vacillare; *
la soccorrerà Dio, prima del mattino.
Fremettero le genti, i regni si scossero; *
egli tuonò, si sgretolò la terra.

Il Signore degli eserciti è con noi, *
nostro rifugio è il Dio di Giacobbe.

Venite, vedete le opere del Signore, *
egli ha fatto portenti sulla terra.

Farà cessare le guerre sino ai confini della terra, †
romperà gli archi e spezzerà le lance, *
brucerà con il fuoco gli scudi.

Fermatevi e sappiate che io sono Dio, *
eccelso tra le genti, eccelso sulla terra.
Il Signore degli eserciti è con noi, *
nostro rifugio è il Dio di Giacobbe.

Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.
 

2^ Antifona

Dio fu con lei dal mattino della vita:
l'Altissimo si è preparata una santa dimora.


3^ Antifona

Meraviglie si cantano di te, città di Dio:
il Signore ti ha costruita sulla santa dimora.
SALMO 86   
Le sue fondamenta sono sui monti santi; †
il Signore ama le porte di Sion *
più di tutte le dimore di Giacobbe.

Di te si dicono cose stupende, *
città di Dio.

Ricorderò Raab e Babilonia
fra quelli che mi conoscono; †
ecco, Palestina, Tiro ed Etiopia: *
tutti là sono nati.

Si dirà di Sion: «L'uno e l'altro è nato in essa *
e l'Altissimo la tiene salda».

Il Signore scriverà nel libro dei popoli: *
«Là costui è nato».
E danzando canteranno: *
«Sono in te tutte le mie sorgenti».

Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.
 

3^ Antifona

Meraviglie si cantano di te, città di Dio:
il Signore ti ha costruita sulla santa dimora.


Versetto

V. Dio mi ha vestita della sua potenza,
R. ha reso immacolata la mia vita.


Prima Lettura

Dalla lettera ai Romani di san Paolo, apostolo 5, 12-21


Dove è abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia

Fratelli, come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e con il peccato la morte, così anche la morte ha raggiunto tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato. Fino alla legge infatti c'era peccato nel mondo e, anche se il peccato non può essere imputato quando manca la legge, la morte regnò da Adamo fino a Mosè anche su quelli che non avevano peccato con una trasgressione simile a quella di Adamo, il quale è figura di colui che doveva venire.
Ma il dono di grazia non è come la caduta: se infatti per la caduta di uno solo morirono tutti, molto di più la grazia di Dio e il dono concesso in grazia di un solo uomo, Gesù Cristo, si sono riversati in abbondanza su tutti gli uomini. E non è accaduto per il dono di grazia come per il peccato di uno solo: il giudizio partì da un solo atto per la condanna, il dono di grazia invece da molte cadute per la giustificazione. Infatti se per la caduta di uno solo la morte ha regnato a causa di quel solo uomo, molto di più quelli che ricevono l'abbondanza della grazia e del dono della giustizia regneranno nella vita per mezzo del solo Gesù Cristo.
Come dunque per la colpa di uno solo si è riversata su tutti gli uomini la condanna, così anche per l'opera di giustizia di uno solo si riversa su tutti gli uomini la giustificazione che dà vita. Similmente, come per la disobbedienza di uno solo tutti sono stati costituiti peccatori, così anche per l'obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti.
La legge poi sopraggiunse a dare piena coscienza della caduta, ma laddove è abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia, perché come il peccato aveva regnato con la morte, così regni anche la grazia con la giustizia per la vita eterna, per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore.


Responsorio
   Rm 5, 12; Lc 1, 30; cfr. Sal 114, 8; 17, 19
R. Per colpa di un uomo il peccato entrò nel mondo, perché tutti hanno peccato. * Non temere, Maria: tu hai trovato grazia davanti a Dio.
V. Il Signore ti ha liberata dalla morte, ti ha protetta contro il nemico.
R. Non temere, Maria: tu hai trovato grazia davanti a Dio.


Seconda Lettura
Dai «Discorsi» di sant'Anselmo, vescovo (Disc. 52; PL 158, 955-956)

O Vergine, per la tua benedizione è benedetta ogni creatura

Cielo, stelle, terra, fiumi, giorno, notte e tutte le creature che sono sottoposte al potere dell'uomo o disposte per la sua utilità si rallegrano, o Signora, di essere stati per mezzo tuo in certo modo risuscitati allo splendore che avevano perduto, e di avere ricevuto una grazia nuova inesprimibile. Erano tutte come morte le cose, poiché avevano perduto la dignità originale alla quale erano state destinate. Loro fine era di servire al dominio o alle necessità delle creature cui spetta di elevare la lode a Dio. Erano schiacciate dall'oppressione e avevano perso vivezza per l'abuso di coloro che s'erano fatti servi degli idoli. Ma agli idoli non erano destinate. Ora invece, quasi risuscitate, si rallegrano di essere rette dal dominio e abbellite dall'uso degli uomini che lodano Dio.



Hanno esultato come di una nuova e inestimabile grazia sentendo che Dio stesso, lo stesso loro Creatore non solo invisibilmente le regge dall'alto, ma anche, presente visibilmente tra di loro, le santifica servendosi di esse. Questi beni così grandi sono venuti dal frutto benedetto del grembo benedetto di Maria benedetta.


Per la pienezza della tua grazia anche le creature che erano negl'inferi si rallegrano nella gioia di essere liberate, e quelle che sono sulla terra gioiscono di essere rinnovate. Invero per il medesimo glorioso figlio della tua gloriosa verginità, esultano, liberati dalla loro prigionia, tutti i giusti che sono morti prima della sua morte vivificatrice, e gli angeli si rallegrano perché è rifatta nuova la loro città diroccata.


O donna piena e sovrabbondante di grazia, ogni creatura rinverdisce, inondata dal traboccare della tua pienezza. O vergine benedetta e più che benedetta, per la cui benedizione ogni creatura è benedetta dal suo Creatore, e il Creatore è benedetto da ogni creatura.


A Maria Dio diede il Figlio suo unico che aveva generato dal suo seno uguale a se stesso e che amava come se stesso, e da Maria plasmò il Figlio, non un altro, ma il medesimo, in modo che secondo la natura fosse l'unico e medesimo figlio comune di Dio e di Maria. Dio creò ogni creatura, e Maria generò Dio: Dio, che aveva creato ogni cosa, si fece lui stesso creatura di Maria, e ha ricreato così tutto quello che aveva creato. E mentre aveva potuto creare tutte le cose dal nulla, dopo la loro rovina non volle restaurarle senza Maria.


Dio dunque è il padre delle cose create, Maria la madre delle cose ricreate. Dio è padre della fondazione del mondo, Maria la madre della sua riparazione, poiché Dio ha generato colui per mezzo del quale tutto è stato fatto, e Maria ha partorito colui per opera del quale tutte le cose sono state salvate. Dio ha generato colui senza del quale niente assolutamente è, e Maria ha partorito colui senza del quale niente è bene.
Davvero con te è il Signore che volle che tutte le creature, e lui stesso insieme, dovessero tanto a te.

Responsorio    Sal 33, 4, 85, 13; Lc 1, 48
R. Celebrate con me il Signore: * grande è stata per me la sua misericordia.
V. Ecco, tutte le generazioni mi chiameranno beata:
R. grande è stata per me la sua misericordia.
Inno  TE DEUM
Noi ti lodiamo, Dio *
ti proclamiamo Signore.
O eterno Padre, *
tutta la terra ti adora.

A te cantano gli angeli *
e tutte le potenze dei cieli:
Santo, Santo, Santo *
il Signore Dio dell'universo.

I cieli e la terra *
sono pieni della tua gloria.
Ti acclama il coro degli apostoli *
e la candida schiera dei martiri;

le voci dei profeti si uniscono nella tua lode; *
la santa Chiesa proclama la tua gloria,
adora il tuo unico Figlio, *
e lo Spirito Santo Paraclito.

O Cristo, re della gloria, *
eterno Figlio del Padre,
tu nascesti dalla Vergine Madre *
per la salvezza dell'uomo.

Vincitore della morte, *
hai aperto ai credenti il regno dei cieli.
Tu siedi alla destra di Dio, nella gloria del Padre. *
Verrai a giudicare il mondo alla fine dei tempi.

Soccorri i tuoi figli, Signore, *
che hai redento col tuo sangue prezioso.
Accoglici nella tua gloria *
nell'assemblea dei santi.

[
*] Salva il tuo popolo, Signore, *
guida e proteggi i tuoi figli.
Ogni giorno ti benediciamo, *
lodiamo il tuo nome per sempre.

Degnati oggi, Signore, *
di custodirci senza peccato.
Sia sempre con noi la tua misericordia: *
in te abbiamo sperato.

Pietà di noi, Signore, *
pietà di noi.
Tu sei la nostra speranza, *
non saremo confusi in eterno.

[
*Quest'ultima parte dell'inno si può omettere.

VM
OrazioneO Dio, che nell'immacolata Concezione della Vergine hai preparato una degna dimora per il tuo Figlio, e in previsione della morte di lui l'hai preservata da ogni macchia di peccato, concedi anche a noi, per sua intercessione, di venire incontro a te in santità e purezza di spirito. Per il nostro Signore.

R. Amen.
Benediciamo il Signore.

R. Rendiamo grazie a Dio.

AMDG et BVM