mercoledì 13 agosto 2014

“Maria Giglio della Trinità”: Domini Sacrarium, Nobile Triclinium et Complementum SS. Trinitatis!: Messaggi da Gesù Cristo: (aprile-luglio 2014)

“Maria Giglio della Trinità”: Domini Sacrarium, Nobile Triclinium et Complementum SS. Trinitatis!: Messaggi da Gesù Cristo: (aprile-luglio 2014): 1 aprile 2014 – È stato per queste povere anime che ho pianto lacrime di sangue nel Giardino del Getsemani INVIATO DA  MESSAGGI DA...






Consacratevi, vi supplico cari, consacratevi al Cuore Immacolato di Maria. Maria è il refugium peccatorum per eccellenza.


Trascrizione dell’omelia di p. Tomas Tyn
sul Cuore Immacolato di Maria 

Fratelli carissimi e benamati nel cuore di Gesù e di Maria, quest’oggi ci rallegriamo nella festa del Cuore Immacolato della gloriosa madre del Signore. Ieri la Chiesa universale ha celebrato la festa del Sacro Cuore di Gesù ed oggi ci ricordiamo del Cuore Immacolato di Maria, anche se la festa del Cuore Immacolato, come ben sapete, secondo il rito tridentino ricorre il giorno 22 di Agosto, quindi rivedremo questo bellissimo mistero del Cuore della Madre del Salvatore. 

Vedete miei cari fratelli, bisogna sempre pensare a Maria come l’unica via verso Gesù, per Mariam ad Jesum, non c’è altra strada, in obbedienza e con amore, miei cari fratelli, dobbiamo sottomettere la nostra dura umana cervice alla volontà del Padre nostro che è nei cieli e che tanto ci ha amato, tanto ci ha amato da dare a noi indegni, peccatori, da dare a noi il figlio suo unigenito. 

Iddio ha tanto amato il mondo da dare per il suo misfatto e per la sua salvezza il Figlio suo unigenito Gesù Cristo. E però, miei cari fratelli, secondo il disegno eterno di Dio il Signore non solo voleva darci il Salvatore, non solo voleva darci il dono del suo Figlio, Gesù stesso, la seconda ipostasi della Trinità Santissima, consustanzialmente unita al Padre e al Divino Spirito. Iddio non solo ci diede il dono di sé stesso nella persona del Figlio suo rivestitasi della sua umanità, ma decise pure che non solo il suo figlio, ma anche tutta l’umanità da lui redenta avesse una madre, una madre tutta Santa, una Madre tutta pura dimora della Trinità Santissima, arca della nuova alleanza, madre nostra Maria.


Vedete cari fratelli quasi l’ansia del Signore era quella di preparare una degna dimora per il Figlio suo Gesù Cristo e in quella dimora, che era il grembo verginale di Maria tutta la cristianità trova rifugio perché il grembo verginale e però materno e fecondo di Maria Santissima è il simbolo, anzi il compendio della realtà della Chiesa, la Chiesa vergine e madre, la Chiesa che cammina nel tempo verso la patria del cielo, che purifica se stessa e purifica i suoi figli facendoli rinascere alla vita eterna, alla vita cristica del santo battesimo. Voi che siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo: "Non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me".


Cari fratelli, per avere la vita in Cristo, la vita eterna bisogna riceverla da Colei tramite la quale Iddio ha voluto che questa vita venisse nel mondo, la strada che discese in eterno, la gloriosa Vergine Maria. 

Cari fratelli, repetita iuvant, come si suol dire, so bene di non insegnarvi cose nuove, e però è cosa meravigliosa, è proprio dolce e doveroso, come dice il prefazio della beata Vergine, è dolce e doveroso ricordarci sempre di Lei, madre del Salvatore e madre nostra. 

Il testamento di Gesù, la volontà ultima del Salvatore, Gesù stesso ci ha consegnato la sua madre Santissima perché fosse anche madre nostra, come dice il Vangelo: "accepit discipulus ille cui Jesus dicebat : accepit eam in suis". Da quell’ora in poi, da quel momento in poi il discepolo che Gesù prediligeva l’accettò, la ricevette, e qui la traduzione dice (le traduzioni non sempre sono fedeli miei cari, le traduzioni solitamente restringono il significato del testo originale) il latino dice: "accepit eam in suis", ovvero il discepolo prediletto, Giovanni, il cui nome significa " grazia di Dio" — vedete non a caso S. Giovanni è il prediletto del Signore, perché da tale grazia scaturisce la carità, l’amore soprannaturale di Dio —il discepolo prediletto che simbolicamente raffigura tutti coloro che amano il Signore, ebbene, in S. Giovanni tutti coloro che amano il Signore hanno ricevuto la Madre Santissima del Salvatore, "in suis", cioè nelle cose loro. Questa è la traduzione esatta. 

Infatti S. Luigi Maria Grignion de Monfort, l’apostolo del Cuore immacolato di Maria — cari fratelli non mi stancherò di raccomandare alla vostra attenzione quel bellissimo libro di S. Luigi Maria de Monfort che è stato recentemente pubblicato dalle Paoline, il Trattato della vera devozione a Maria — questo apostolo santo, il cavaliere dell’Immacolata e del Cuore di Maria, ebbene S. Luigi Maria de Monfort dice che è più esatta la traduzione: "accepit illam in sua", cioè fra le cose sue, ne fece quasi proprietà sua. 

Vedete cosa che potrebbe quasi lasciarci allibiti, certamente il mistero della Madre Santissima del Signore è talmente superiore alla nostra fragilità e povertà umana che sembra quasi una bestemmia dire che noi possiamo possedere Maria come qualcosa di nostro. Però noi sappiamo bene, cari fratelli, che il Signore Iddio nella sua infinita paterna bontà nei nostri riguardi ci ha dato dei beni infinitamente superiori alle nostre povere illusioni, alle povere viste della nostra umanità sulla terra. 

E però noi siamo davvero proprietari di cose che noi abbiamo senza poterle nominare perché sono cose superiori a noi. In questo senso il discepolo prediletto del Signore con tanta riverenza, ma anche con senso di proprietà ricevette Maria a casa sua come facente parte delle cose sue, vedete per quello che appunto S. Luigi Maria Grignion de Monfort dice con estrema chiarezza che la devozione alla beata Vergine è il segno sicuro della predestinazione, è il segno sicuro della bella religione cattolica.

Vedete quando l’ortodossia, quando la vera fede, quella che Gesù ci ha insegnato, quella che lo Spirito Santo tuttora ci rivela, quando questa verità comincia a vacillare in tempi particolarmente difficili della storia della Chiesa, ebbene anche è come se la devozione alla beata Vergine Maria si oscurasse, e viceversa potete essere sicuri che quando si oscura la devozione alla beata Vergine ci sono fenomeni diabolici che succedono intorno a noi. 
Vedete, miei cari fratelli, quale deve essere la vera lettura dei così detti segni dei tempi, altro che segni di consolazione, sono segni di desolazione e noi come cristiani contenti, che gioiscono nel Signore nostra salvezza, sull’esempio di Maria Immacolata, è bene che noi con cristiana fortezza, dobbiamo prendere in considerazione (suddetti segni).

Vedete cari fratelli, Iddio, anche questo ce lo dice S. Luigi Maria Grignion de Monfort, Iddio ha creato una sola inimicizia, Iddio che è amore, Iddio la cui natura stessa è amore e misericordia, Iddio una sola inimicizia ha creato (non è poi stato Dio a crearla, incondizionatamente perché teologicamente non sarebbe esatto, perché ovviamente questa inimicizia è tutta dipendente, occasionata dal peccato degli angeli apostati, se non ci fosse l’apostasia di queste creature razionali e libere non poteva esserci nemmeno questa inimicizia). Quindi Iddio pose quella unica inimicizia, ma dopo il peccato, come conseguenza del peccato, come conseguenza del peccato degli angeli ribelli, inimicizia "ponam inter te et mulierem", porrò una inimicizia tra te e la donna.


Vedete cari fratelli tra la Vergine Maria e Satana c’è un’inimicizia che si protrarrà fino alla fine dei secoli, quando il diavolo, il serpente antico, l’omicida, il menzognero fin dall’inizio sarà precipitato nell’abisso; sino a quel momento ci sarà uno scontro puro, senza esclusione di colpi tra Satana e la Donna vestita di sole con una corona di dodici stelle attorno al suo capo, uno scontro senza esclusione di colpi, cari fratelli, e di quella inimicizia, sbarazzandoci di ogni falso pacifismo che si fa strada in questi tristi tempi, di questa inimicizia proprio per amore del Signore dobbiamo incaricarci: stare dalla parte di Maria, perché dalla parte di Maria stanno le anime rivestite di Cristo. Non si può avere Cristo, se non tramite Maria!



Vedete cari fratelli, tutte le rivoluzioni, tutte le ribellioni sin dal primo rivoluzionario, sin da Lucifero sono rivoluzioni rivolte contro Dio ed il mistero della salvezza da lui predisposto, sono rivoluzioni dettate dalla superbia e perciò capiamo molto bene perché tali rivoluzioni, superbe come sono nella loro radice, si rivoltano anzitutto contro quelli dell’Umile per eccellenza, ed è ancora l’umile Ancella del Signore.

Vedete, miei cari fratelli, non sorge il pericolo, teologicamente è delicata questa questione, però io quasi lo riempio in questo senso: c’è chi dice che ci fosse Maria come antagonista del demonio perché il demonio non è tanto ferito dalla grandezza di Dio, quanto piuttosto dall’umiltà di quella creatura, alla quale è assegnato il trionfo: "alla fine il mio Cuore Immacolato trionferà".

Questa, miei cari fratelli deve essere la nostra grande speranza in mezzo alla tristezza di questi tempi. A quale tristezza io mi rivolgo? Voi lo sapete, il modernismo. Che cosa è il modernismo imperversante dappertutto? È, oserei dire, la radicale protestantizzazione della Chiesa, un tentativo di sovversione dal di dentro, la protestantizzazione. Interessante, vedete: come la gnosi, lo gnosticismo dei tempi passati, è stata definita da uno studioso protestante, un certo Harmer, come un’acuta ellenizzazione del cristianesimo, un tentativo di rendere il cristianesimo salottiero per così dire, ebbene così il modernismo, la piaga dei nostri tempi, è un tentativo di protestantizzare la Chiesa dal di dentro.


Terribile, vedete cari fratelli, e in che cosa si rivela proprio lo zampino del maligno?  Il tentativo di oscurare la devozione a Maria. È terribile quello che si è sentito in questi ultimi tempi: bisogna tornare a Gesù, bisogna tornare all’Eucarestia, bisogna tornare alla Trinità. Allora via il culto alla Vergine ed ai Santi. È un dolore parlare di questo, è una bestemmia, quella appunto che si dice blasfemia aereticalis, ovvero l’eresia, l’apostasia dalla vera cattolica fede porta poi a pronunciare delle vere e proprie bestemmie. Ciò che Dio ha congiunto, l’uomo non osi separare e il Signore ha congiunto la Vergine santa, la dimora del Figlio suo con il Figlio, con Cristo Signore, con il Verbo Incarnato.


Ecco cari fratelli: fatevi un vessillo, un vanto della vostra devozione a Maria. Consacratevi, vi supplico cari, consacratevi al Cuore Immacolato di Maria. In questo tempo così difficile abbiamo bisogno di un rifugio sicuro e Maria è il refugium peccatorum per eccellenza. Il Signore vuole schierare la sua schiera, la schiera di Cristo sotto lo stendardo del Salvatore, vuole schierare questa schiera dei suoi per la battaglia letale del demonio attorno a Maria, perché Maria è la condottiera di questa schiera di Cristo.


Ecco, cari fratelli, non a caso dice appunto S. Luigi Maria G. de Monfort partendo da questa simbologia della sapienza in Giacobbe, vedete partendo da questo lui appunto afferma giustamente in maniera molto attendibile che Maria dimora là dove c’è la Chiesa vera, la Chiesa cattolica. Vedete Maria dimora là dove c’è la Chiesa cattolica, dove c’è la città del Cielo, la città di Dio.

Quando invece la Chiesa nella sua esteriorità, perché il demonio non può colpirla nella sua vita interiore, però quando il volto della Chiesa sembra quasi oscurarsi tramite le eresie, ebbene ci si dimentica anche della devozione a Maria.

Vedete io porrò la mia dimora in Giacobbe e giustamente S. Luigi ci dice che questi due figli Esaù e Giacobbe rappresentano le due città, le città escatologiche, le città degli ultimi tempi, le città eterne, la città infernale dei reprobi che è Esaù che odiava il suo fratello e Giacobbe, il mite, l’umile, il figlio della promessa, Giacobbe che ricevette la benedizione del padre, Giacobbe che raffigura simbolicamente la città celeste, il Paradiso.

Vedete cari fratelli, per vivere già l’anticipo del Paradiso in questa terra bisogna coltivare il culto di Colei, sedes sapientiae, sede della Sapienza increata e sapienza creata Lei stessa, di Colei che ha preso la sua dimora in Giacobbe. Questo è il segno sicuro, indelebile della nostra appartenenza alla Chiesa cattolica, la nostra devozione a Maria.

Come è bello cari fratelli vedere anche il Sommo Pontefice dichiarare questo anno [1997/98] un anno mariano e ci scrisse quella bella Enciclica "Redemptoris Mater"! Vedete come il cuore del Papa che ha il sostegno dello Spirito Santo si rende conto quanto bisogno c’è della devozione a Maria in tempi così difficili e pericolosi come sono i nostri.

Bene cari fratelli facevo un buon proponimento di commentarvi anche un po’ anche la prima lettura, bisogna che lo faccia molto sinteticamente. Sono cose molto belle quelle che ci dice il capitolo 24 del Siracide nella prima lettura che abbiamo letto.

Vedete tutto un simbolo che si estende a tutto e si applica soprattutto a Maria. Oggi questa stipula si è compiuta, pensate a Gesù, la sinagoga di Nazaret quando appunto dice a riguardo a quel brano di Isaia : lo Spirito del Signore è su di me. Ecco Gesù prende quel rotolo del Libro, lo legge, poi lo arrotola di nuovo e dice una cosa molto semplice: oggi questa parola si è compiuta. Così gli antichi, quando il saggio Siracide ispirato dallo Spirito Santo del Signore scriveva queste poetiche immagini, gli antichi non potevano ancora sapere a chi queste immagini dovevano essere applicate.

Noi che abbiamo la pienezza della rivelazione in Cristo sappiamo che tutte queste belle, splendide immagini si realizzano perfettamente in Maria. Ebbene innanzi tutto ego sum Mater pulchrae dilectionis et timoris et agnitionis et sanctae spei, "io sono la madre del bell’amore e del santo timore e della conoscenza, della vera conoscenza e della santa speranza". 

Vedete, miei cari fratelli, Maria ci insegna innanzi tutto come amare Dio, perché solo Lei, l’unica tra tutte le creature non ha conosciuto il morso dell’antico serpente, Lei sola, l’Immacolata nel suo Cuore Immacolato, cuore tutto di Dio, pieno della grazia di Dio, cuore umile, in quell’umile cuore Maria in perfetta obbedienza amava Iddio suo Signore.

Vedete come Maria è la madre del bell’amore perché ci insegna la verità, la gioia di un amore che è puro, umile ed obbediente, perché ciò, cari fratelli, che non è puro, né umile né obbediente non è amore. Uno dei pericoli più gravi di questi tempi che stiamo vivendo, cari fratelli, è la faciloneria con cui si adopera la parola amare, voler bene, in questo caos spontaneistico, io voglio bene, anche S. Agostino diceva: ama et fac quod vis, "ama e poi fa quello che ti pare", ma S. Agostino ben sapeva che colui che ama si riveste degli stessi sentimenti del Signore, diventa quasi la legge animata di Dio e tale era l’amore di Maria e tale era anche la spontaneità di Maria.

Vedete la sua obbedienza a differenza della nostra che siamo povere creature peccatrici, l’obbedienza di Maria non era un’obbedienza sofferta, la nostra è tanto sofferta spesso, invece quella di Maria era spontanea, perché per lei amare il Signore era fare limpidamente la sua volontà. Vedete l’obbedienza alla volontà del Signore: chi mi ama, osserva i miei comandamenti. Ebbene Maria ha adempiuto proprio questo nel suo innamorato Cuore: in me omnis gratia viae et veritatis, in me omnis spes vitae et virtutis, vedete come è bello questo: viae et veritatisvitae et virtutis, non dice ego sum via, veritas et vita, vedete come la sapienza creata, cioè Maria dice di sé stessa: in me c’è la grazia di ogni via e di ogni verità e c’è anche la speranza della vita eterna, perché in Maria e per Maria e solo per Maria noi abbiamo Gesù, Gesù la nostra via, la nostra verità e la nostra vita.


In me gratia omnis viae et veritatis. Gesù è verità, la prima verità, la fondamentale verità per la quale tutte le cose vere sono vere, secondo la sua divinità e secondo la sua umanità assunta in unità della persona divina. Ebbene secondo la sua umanità Gesù è per noi la via, vedete via e verità e quella grazia, quella presenza del dono ineffabile del Padre, la presenza di Gesù via e verità si realizza nel grembo verginale di Maria.

E poi c’è l’idea della speranza della vita e della virtù; vedete, quale vita? Ovviamente la vita di Cristo, la vita eterna e poi la speranza della virtù perché non si può avere la vita, la vita eterna del Paradiso senza esercitare le virtù. La speranza nostra, la speranza di essere anche noi partecipi della felicità della città celeste, ebbene tutta questa speranza riposa in Maria. 

Vedete allora perché Maria per la bocca della sapienza ci invita a transire ad eam, transite ad me ommnes qui concupiscitis me, "venite a me — ci invita Maria — venite da me voi tutti che mi desiderate", le anime sante, le anime predestinate sono tutte innamorate della bellezza spirituale di Maria e Maria invita queste anime, venite a me, transite ad me.

Ebbene queste anime passano da Maria la quale dice loro questo: spiritus meus super et hereditas mea super eos, memoria mea in generationem seculorum, accipite Spiritus meus per me, lo Spirito del Signore, lo Spirito Santo di Dio compì in Maria sua sposa i misteri sponsali, in lei Vergine fece germogliare la vita, come dice ancora l’inno akathistos, lo Spirito Santo di Dio trovò nel grembo verginale di Maria il talamo delle nozze divine. 

Vedete come giustamente Maria si dice la sposa dello Spirito Santo. Lo Spirito Santo in lei ha plasmato, vedete come Gesù nella sua umanità è opera dello Spirito Santo amore, lo Spirito Santo in lei, Maria, ha plasmato la natura umana del Salvatore facendo appartenere ipostaticamente alla Persona divina. 
Quindi giustamente miei cari fratelli, S. Luigi ancora ci ricorda un detto di un altro Santo, di S. Bernardo, il quale dice una parola quasi tremenda, perché capite è molto coraggiosa, dice S. BernardoMaria est quasi forma Dei, Maria è forma di Dio, non nel senso ovviamente che Dio possa avere una forma, una configurazione, ma vedete Colui che era vero Dio, cioè Gesù Cristo nella sua umanità assunse tale umanità che rivela il Volto del Padre, assunse tale umanità da Maria e secondo quella forma che è Maria. 

Ecco come Maria, ricettacolo dello Spirito Santo datore di vita, Maria è davvero forma di Dio. Ille natus fuit in ea, dice appunto la Sacra Scrittura interpretata S. Luigi in questo senso: Costui e Costui in alto sono ambedue nati in essa, chi è l’uno e l’altro ? L’uno, dice S.Luigi giustamente secondo le regole dell’interpretazione allegorica, l’uno è l’alto, il Cristo, l’altro sono le membra, cioè il corpo di Cristo, corpus Cristi mistici.

Vedete come da Maria, in Maria è nato Lui e quell’altro che siamo noi, tutta la chiesa. Bene cari, scusate se a volte ho oltrepassato molto i limiti del tempo, però vedete l’eredità di Maria è dolce, vedete Maria non vuole solo essere madre per Gesù, non solo vuole averci su di sé, ma vuole comunicarci Gesù, donarci Gesù.


Ecco, cari fratelli, cerchiamo di ricorrere sempre nella nostra vita a Colei che è la benedetta nei secoli. Noi che siamo in un cammino così burrascoso e faticoso verso la patria del cielo, mettiamo al riparo le nostre povere anime, riceviamo in noi, tamquam in sua, come le cose nostre, riceviamo come il discepolo prediletto la Madre del Signore e così diventerà anche la madre nostra, colei che ci accompagna alla gioia della vita eterna in Paradiso e così sia.

Istruzione per novizi ... e non.


ISTRUZIONE PER IL NOVIZIO GIOVANNI BRAVO
(Malacca, 23 giugno 1549)
Il novizio portoghese Giovanni Bravo era stato ammesso nella Compagnia dallo stesso Saverio quando questi era giunto a Malacca nel 1549. Il Santo aveva deciso che il Bravo dovesse tornare in India e proseguire gli studi prima di essere ordinato sacerdote, cosa che avverrà solo nel 1558. Il Saverio però si preoccupa che il Bravo segua una regola di vita conforme allo spirito degli Esercizi ignaziani ed è a tale scopo che gli scrive la presente Istruzione.
(Traduzione dal portoghese secondo una copia del 1746. Edizione Schurhammer n. 89).

1. Per prima cosa, svegliandovi al mattino, manterrete subito il seguente ordine: per lo spazio di almeno mezz'ora mediterete alcuni punti della vita di Cristo, cominciando dalla Sua santa nascita fino alla Sua gloriosa assunzione in questo modo: che, iniziando al mattino, il lunedì mediterete e contemplerete la nascita di Gesù Cristo, e il martedì la meditazione che segue e il mercoledì, giovedì, venerdì e sabato le meditazioni degli Esercizi [1] facendo ogni giorno, al mattino, una meditazione nel medesimo ordine e modo che seguivate quando facevate gli Esercizi [2].

2. Nella settimana che segue farete gli Esercizi della terza settimana: cominciando il lunedì con una meditazione, il martedì con un'altra, il mercoledì, giovedì, venerdì e sabato con le altre meditazioni della seconda settimana, secondo l'ordine in cui stanno negli Esercizi della terza settimana. Nell'altra settimana che segue farete gli Esercizi della quarta settimana meditando al mattino, per mezz'ora o un'ora, ciascuna contemplazione della quarta settimana, secondo l'ordine in cui stanno negli Esercizi. In tal modo ogni mese mediterete tutta la vita di Cristo Nostro Signore, e una volta finito di meditare per un mese, tornerete a meditarla un'altra volta, nel medesimo ordine che seguivate nel mese precedente.

3. Alla fine di uno qualsiasi di questi Esercizi, tornerete a rinnovare e a fare nuovamente i voti che avete fatto, principalmente il voto di castità, obbedienza e povertà; in modo che tutti i giorni voi rinnoverete e farete di nuovo i voti che avete fatto; poiché, facendoli ogni giorno, non sarete tanto assalito dal nemico e dalla carne nell'andare contro di loro, come lo sareste se non li rinnovaste e non li faceste di nuovo. Per questo avrete una particolare cura nel rinnovare e fare di nuovo i detti voti di castità, di obbedienza ecc.

4. Dopo aver mangiato e riposato, tornerete, per lo spazio di mezz'ora o di un'ora, a meditare e a ripetere la medesima contemplazione che avevate fatto al mattino, facendo i voti di castità, obbedienza e povertà come li faceste al mattino; in tal modo tutti i giorni mediterete per un'ora sulla vita di Cristo Nostro Signore: mezz'ora al mattino alzandovi, e mezz'ora dopo aver riposato, mentre il Padre Francesco Pérez spiega il catechismo.

5. La notte, prima di andare a dormire, dopo aver cenato, raccogliendovi da qualche parte, esaminerete la vostra coscienza sulle cose che durante quel giorno vi sono successe riguardo ai pensieri, parole e opere e in cui nel presente giorno avete mancato contro A nostro Dio e Signore, esaminando la vostra coscienza con molta diligenza, come se voi doveste confessare le colpe che in quel giorno avete commesso, e di tutte quante chiedere perdono a Nostro Signor Gesù Cristo, promettendo di emendare la vostra vita; e alla fine direte un Pater Noster e un'Ave Maria; e dopo aver finito ciò, vi coricherete, occupando il pensiero sul come dovrete correggervi nel giorno seguente.

6. Quando al mattino vi sveglierete, nel tempo che vi vestirete e laverete, richiamerete alla memoria le colpe, le mancanze e i peccati in cui siete caduto nel giorno precedente, chiedendo a Nostro Signor Gesù Cristo la grazia per non cadere, nel giorno presente, in quelle colpe e peccati in cui cadeste nel giorno precedente e, dopo aver fatto ciò, comincerete a fare le meditazioni nel modo e nell'ordine che ho detto. Farete questo tutti i giorni; quando lascerete di farlo, avendo la salute e stando senza impedimento, farete l'esame di coscienza e confesserete la vostra colpa, per non aver fatto quello che vi è stato ordinato e raccomandato tanto dal Padre.

7. Adoperatevi per vincere voi stesso in ogni cosa, rinnegando sempre i propri desideri o le cose verso cui essi si dirigono, e soffrendo e abbracciando ciò che più si aborrisce e si sfugge. E in tutte le cose procurate di essere avvilito e umiliato, perché senza la vera umiltà voi non potete crescere nello spirito né giovare in questo al prossimo; non sarete accetto ai santi né gradito a Dio, né infine potrete perseverare in questa minima Compagnia la quale non sopporta uomini superbi, arroganti e amici delle loro opinioni e del proprio onore, perché questa è gente che non si è mai trovata bene con alcuno.

8. Vi impegnerete molto nell'obbedire al Padre con cui starete in tutto ciò che vi comanderà, senza contraddirlo in alcuna cosa, di qualunque genere sia: anzi obbedendogli in tutto, come se ve lo comandasse il Padre Ignazio.

9. Tutte le tentazioni, di qualunque natura siano, le paleserete al Padre con cui state, affinché in esse egli vi aiuti e vi dia un rimedio per liberarvi da tali tentazioni. E nello scoprire le tentazioni del diavolo alle persone che vi possono dare aiuto, l'uomo è molto meritevole e il diavolo rimane sconfitto: questi perde le forze per tentarvi quando vede che le sue tentazioni si vanno scoprendo e che non si attua la sua dannata intenzione e nemmeno quello che egli desidera.
Il vostro amico dell'anima

Francisco
NOTE
[1] E da supporre che il Bravo avesse una copia o almeno un sommario degli Esercizi di sant'Ignazio. La prima edizione latina del libro degli Esercizi era uscita a Roma nel settembre 1548, ma ancora non era arrivata in India.
[2] Prima dell'arrivo del Saverio a Malacca, il Bravo aveva fatto gli Escrein sotto la guida del padre Pérez.

Testo tratto da: Francesco Saverio, Dalle terre dove sorge il sole. Lettere e documenti dall'oriente.
Introduzione, traduzione e note di Adriana Carboni. Roma: Città Nuova 2002 (rpr. 1991), pp 313-315.

Martirologio romano

Martirologio romano

13 agosto

A Roma il beato Ippolito Martire, il quale per la gloria della confessione, sotto l'Imperatore Valeriano, dopo altri tormenti, legato per i piedi al collo di indomiti cavalli, fu crudelmente trascinato per luoghi aspri e spinosi, e con il corpo tutto lacerato rese lo spirito. Patirono ancora nello stesso giorno la beata Concordia, sua nutrice, la quale, tormentata in sua presenza con flagelli piombati, passò al Signore; ed altri diciannove della sua famiglia, i quali fuori della porta Tiburtina furono decapitati, e, insieme con lui sepolti al campo Verano.
Presso Imola il natale di san Cassiano Martire. Non avendo voluto adorare gl'idoli, chiamati dal persecutore i fanciulli, ai quali come maestro era diventato odioso, fu dato loro il permesso di ucciderlo; la loro mano quanto più era debole, tanto più grave gli rendeva la pena del martirio, ritardandone la morte.
A Todi, in Umbria, san Cassiano, Vescovo e Martire, sotto l'Imperatore Diocleziano.
A Burgos, in Spagna, le sante Centolla ed Elena Martiri.
A Costantinopoli san Massimo Abate, insigne per dottrina e zelo della verità cattolica, il quale, strenuamente combattendo contro i Monoteliti, dall'eretico Imperatore Costante, tagliategli le mani e la lingua, fu confinato nel Chersoneso, e ivi, illustre per la sua gloriosa confessione, rese lo spirito a Dio. Allora anche due Anastasii, che erano suoi discepoli, e molti altri provarono diversi tormenti e crudele esilio.
A Fritzlar, in Germania, san Vigberto, Prete e Confessore.
A Roma il natale di san Giovanni Berchmans, scolastico della Compagnia di Gesù e Confessore, insigne per l'innocenza della vita e per l'osservanza della disciplina religiosa: il Sommo Pontefice Leone decimoterzo gli decretò gli onori dei Santi.


A Poitiers, in Francia, santa Radegonda Regina, la cui vita rifulse per miracoli e per virtù.

martedì 12 agosto 2014

PAROLE E CONSIGLI (FRAMMENTI) della B. Maria Baouardy


PAROLE E CONSIGLI (FRAMMENTI) 
RACCOLTI DURANTE LE SUE ESTASI 1873

Beato l'uomo che, malgrado tutto, persevera!... E guai a chi cede al primo ostacolo! Guai all'uomo, guai all'Ordine che cerca il suo onore, la sua reputazione, alle spese della gloria di Dio!

Piccolo gregge, non temere niente, sii piccolo. Non temere né il tuono, né la pioggia, né le montagne, niente potrà nuocere agli eletti del Signore!... Cammina­te sotto terra. Se volete essere grandi, siate piccoli. Non cercate la grandezza della creatura; colui che vi eleva oggi, vi abbasserà domani.

Chiamare la Chiesa: Madre mia... è mio onore. L'Agnello scende ad ogni ora, ad ogni istante. Andiamo, piccoli, andiamo ad adorarlo: beviamo il suo sangue, è la nostra vita, la gioia dei nostri cuori. Terra, trasali, è il tuo Salvatore!

Guai all'anima che cerca di penetrare il mistero di Dio!

Felice l'uomo che cerca la bassezza: l'inferno intero non può scuoterlo! Amate Dio, non cercate che Dio, tutto il resto è nulla!

Guai all'uomo che non contempla le opere del Signore!

Coloro che seguono Gesù, devono mettere la loro testa nella polvere... Guardate Gesù: Lui, il Signore del tuono, ha curvato la testa; lasciatelo agire; il Signore del tuono schiaccerà tutto quando sarà venuto il momento.

Coloro che danno schiaffi, preparano diamanti per la corona. Servite il Signore con pazienza e annientamento.


Non dite: Costui porta frutto, quello non ne porta. Quello di oggi non ne porterà domani e colui che non ne porta oggi ne porterà domani.