XII ASSEMBLEA GENERALE ORDINARIA
DEL SINODO DEI VESCOVI
Riflessione del Santo Padre durante l'Ora Terza (6 ottobre 2008)
[Francese, Inglese, Italiano, Portoghese, Spagnolo, Tedesco]
MEDITAZIONE DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI
NEL CORSO DELLA PRIMA CONGREGAZIONE GENERALE
Aula del SinodoLunedì mattina, 6 ottobre 2008
Cari Fratelli nell'Episcopato, cari fratelli e sorelle, all'inizio del nostro Sinodo la Liturgia delle Ore ci propone un brano del grande Salmo 118 sulla Parola di Dio: un elogio di questa sua Parola, espressione della gioia di Israele di poterla conoscere e, in essa, di poter conoscere la sua volontà e il suo volto. Vorrei meditare con voi alcuni versetti di questo brano del Salmo. Comincia così: «In aeternum, Domine, verbum tuum constitutum est in caelo... firmasti terram, et permanet». Si parla della solidità della Parola. Essa è solida, è la vera realtà sulla quale basare la propria vita. Ricordiamoci della parola di Gesù che continua questa parola del Salmo: «Cieli e terra passeranno, la mia parola non passerà mai». Umanamente parlando, la parola, la nostra parola umana, è quasi un niente nella realtà, un alito. Appena pronunciata, scompare. Sembra essere niente. Ma già la parola umana ha un forza incredibile. Sono le parole che creano poi la storia, sono le parole che danno forma ai pensieri, i pensieri dai quali viene la parola. È la parola che forma la storia, la realtà. Ancor più la Parola di Dio è il fondamento di tutto, è la vera realtà. E per essere realisti, dobbiamo proprio contare su questa realtà. Dobbiamo cambiare la nostra idea che la materia, le cose solide, da toccare, sarebbero la realtà più solida, più sicura. Alla fine del Sermone della Montagna il Signore ci parla delle due possibilità di costruire la casa della propria vita: sulla sabbia e sulla roccia. Sulla sabbia costruisce chi costruisce solo sulle cose visibili e tangibili, sul successo, sulla carriera, sui soldi. Apparentemente queste sono le vere realtà. Ma tutto questo un giorno passerà. Lo vediamo adesso nel crollo delle grandi banche: questi soldi scompaiono, sono niente. E così tutte queste cose, che sembrano la vera realtà sulla quale contare, sono realtà di secondo ordine. Chi costruisce la sua vita su queste realtà, sulla materia, sul successo, su tutto quello che appare, costruisce sulla sabbia. Solo la Parola di Dio è fondamento di tutta la realtà, è stabile come il cielo e più che il cielo, è la realtà. Quindi dobbiamo cambiare il nostro concetto di realismo. Realista è chi riconosce nella Parola di Dio, in questa realtà apparentemente così debole, il fondamento di tutto. Realista è chi costruisce la sua vita su questo fondamento che rimane in permanenza. E così questi primi versetti del Salmo ci invitano a scoprire che cosa è la realtà e a trovare in questo modo il fondamento della nostra vita, come costruire la vita. Nel successivo versetto si dice: «Omnia serviunt tibi». Tutte le cose vengono dalla Parola, sono un prodotto della Parola. “All'inizio era la Parola”. All'inizio il cielo parlò. E così la realtà nasce dalla Parola, è “creatura Verbi”. Tutto è creato dalla Parola e tutto è chiamato a servire la Parola. Questo vuol dire che tutta la creazione, alla fine, è pensata per creare il luogo dell'incontro tra Dio e la sua creatura, un luogo dove l'amore della creatura risponda all'amore divino, un luogo in cui si sviluppi la storia dell'amore tra Dio e la sua creatura. «Omnia serviunt tibi». La storia della salvezza non è un piccolo avvenimento, in un pianeta povero, nell'immensità dell'universo. Non è una cosa minima, che succede per caso in un pianeta sperduto. È il movente di tutto, il motivo della creazione. Tutto è creato perché ci sia questa storia, l'incontro tra Dio e la sua creatura. In questo senso, la storia della salvezza, l'alleanza, precede la creazione. Nel periodo ellenistico, il giudaismo ha sviluppato l'idea che la Torah avrebbe preceduto la creazione del mondo materiale. Questo mondo materiale sarebbe stato creato solo per dare luogo alla Torah, a questa Parola di Dio che crea la risposta e diventa storia d'amore. Qui traspare già misteriosamente il mistero di Cristo. È quello che ci dicono le Lettere agli Efesini e ai Colossesi: Cristo è il protòtypos, il primo nato della creazione, l'idea per la quale è concepito l'universo. Egli accoglie tutto. Noi entriamo nel movimento dell'universo unendoci a Cristo. Si può dire che, mentre la creazione materiale è la condizione per la storia della salvezza, la storia dell'alleanza è la vera causa del cosmo. Arriviamo alle radici dell'essere arrivando al mistero di Cristo, a questa sua parola viva che è lo scopo di tutta la creazione. «Omnia serviunt tibi». Servendo il Signore realizziamo lo scopo dell'essere, lo scopo della nostra propria esistenza. Facciamo ora un salto: «Mandata tua exquisivi». Noi siamo sempre alla ricerca della Parola di Dio. Essa non è semplicemente presente in noi. Se ci fermiamo alla lettera, non necessariamente abbiamo compreso realmente la Parola di Dio. C'è il pericolo che noi vediamo solo le parole umane e non vi troviamo dentro il vero attore, lo Spirito Santo. Non troviamo nelle parole la Parola. Sant'Agostino, in questo contesto, ci ricorda gli scribi e i farisei consultati da Erode nel momento dell'arrivo dei Magi. Erode vuol sapere dove sarebbe nato il Salvatore del mondo. Essi lo sanno, danno la risposta giusta: a Betlemme. Sono grandi specialisti, che conoscono tutto. E tuttavia non vedono la realtà, non conoscono il Salvatore. Sant'Agostino dice: sono indicatori di strada per gli altri, ma loro stessi non si muovono. Questo è un grande pericolo anche nella nostra lettura della Scrittura: ci fermiamo alle parole umane, parole del passato, storia del passato, e non scopriamo il presente nel passato, lo Spirito Santo che parla oggi a noi nelle parole del passato. Così non entriamo nel movimento interiore della Parola, che in parole umane nasconde e apre le parole divine. Perciò c'è sempre bisogno dell’«exquisivi». Dobbiamo essere in ricerca della Parola nelle parole. Quindi l'esegesi, la vera lettura della Sacra Scrittura, non è solamente un fenomeno letterario, non è soltanto la lettura di un testo. È il movimento della mia esistenza. È muoversi verso la Parola di Dio nelle parole umane. Solo conformandoci al mistero di Dio, al Signore che è la Parola, possiamo entrare all'interno della Parola, possiamo trovare veramente in parole umane la Parola di Dio. Preghiamo il Signore perché ci aiuti a cercare non solo con l'intelletto, ma con tutta la nostra esistenza, per trovare la parola. Alla fine: «Omni consummationi vidi finem, latum praeceptum tuum nimis». Tutte le cose umane, tutte le cose che noi possiamo inventare, creare, sono finite. Anche tutte le esperienze religiose umane sono finite, mostrano un aspetto della realtà, perché il nostro essere è finito e capisce solo sempre una parte, alcuni elementi: «latum praeceptum tuum nimis». Solo Dio è infinito. E perciò anche la sua Parola è universale e non conosce confine. Entrando quindi nella Parola di Dio, entriamo realmente nell'universo divino. Usciamo dalla limitatezza delle nostre esperienze e entriamo nella realtà che, è veramente universale. Entrando nella comunione con la Parola di Dio, entriamo nella comunione della Chiesa che vive la Parola di Dio. Non entriamo in un piccolo gruppo, nella regola di un piccolo gruppo, ma usciamo dai nostri limiti. Usciamo verso il largo, nella vera larghezza dell'unica verità, la grande verità di Dio. Siamo realmente nell'universale. E così usciamo nella comunione di tutti i fratelli e le sorelle, di tutta l'umanità, perché nel cuore nostro si nasconde il desiderio della Parola di Dio che è una. Perciò anche l'evangelizzazione, l'annuncio del Vangelo, la missione non sono una specie di colonialismo ecclesiale, con cui vogliamo inserire altri nel nostro gruppo. È uscire dai limiti delle singole culture nella universalità che collega tutti, unisce tutti, ci fa tutti fratelli. Preghiamo di nuovo affinché il Signore ci aiuti a entrare realmente nella “larghezza” della sua Parola e così aprirci all'orizzonte universale dell'umanità, quello che ci unisce con tutte le diversità. Alla fine ritorniamo ancora a un versetto precedente: «Tuus sum ego: salvum me fac». Il testo italiano traduce: «Io sono tuo». La parola di Dio è come una scala sulla quale possiamo salire e, con Cristo, anche scendere nella profondità del suo amore. È una scala per arrivare alla Parola nelle parole. «Io sono tuo». La parola ha un volto, è persona, Cristo. Prima che noi possiamo dire «Io sono tuo», Egli ci ha già detto «Io sono tuo». La Lettera agli Ebrei, citando il Salmo 39, dice: «Un corpo invece mi hai preparato... Allora ho detto: Ecco, io vengo». Il Signore si è fatto preparare un corpo per venire. Con la sua incarnazione ha detto: io sono tuo. E nel Battesimo ha detto a me: io sono tuo. Nella sacra Eucaristia lo dice sempre di nuovo: io sono tuo, perché noi possiamo rispondere: Signore, io sono tuo. Nel cammino della Parola, entrando nel mistero della sua incarnazione, del suo essere con noi, vogliamo appropriarci del suo essere, vogliamo espropriarci della nostra esistenza, dandoci a Lui che si è dato a noi. «Io sono tuo». Preghiamo il Signore di poter imparare con tutta la nostra esistenza a dire questa parola. Così saremo nel cuore della Parola. Così saremo salvi.
“Nolite timere pusillus grex, Ego vici
mundum!”
(Lc.,
XII, 32). “Verbum Domini manet in
Aeternum!”.
© Copyright 2008 - Libreria Editrice Vaticana
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"Dignare me laudare Te Virgo sacrata. Da mihi virtutem contra hostes tuos". "Corda Iésu et Marìae Sacratìssima: Nos benedìcant et custòdiant".
lunedì 28 luglio 2014
La parola di Dio è come una scala
“Maria Giglio della Trinità”: Domini Sacrarium, Nobile Triclinium et Complementum SS. Trinitatis!: S. Messa in Rito Romano Antico celebrata da Mons. ...
“Maria Giglio della Trinità”: Domini Sacrarium, Nobile Triclinium et Complementum SS. Trinitatis!: S. Messa in Rito Romano Antico celebrata da Mons. ...: “Non c’è salvezza dell’economia Senza economia della Salvezza” Economia della Salvezza /2 &qu...
Leggiamo la Bibbia con sant'Antonio
10. Con questa seconda parte del vangelo concorda la seconda parte
dell’epistola: “Tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, costoro
sono figli di Dio. E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere
nella paura, ma avete ricevuto uno spirito da figli adottivi, per mezzo del
quale gridiamo: Abbà, Padre!” (Rm
8,14-15).
Lo spirito di Dio è l’umiltà, e quelli che sono guidati, cioè animati,
dall’umiltà, sono veramente “albero buono”, perché sono figli di Dio. Come la
radice sostiene e alimenta l’albero; così l’umiltà sostiene e alimenta
l’anima. Lo spirito di umiltà è dolce più del miele, e chi è alimentato dal
miele produce frutti dolci.
“Voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi”, che vi costringa di
nuovo, come nel tempo della Legge, a servire Dio forzatamente, per timore del
castigo. L’albero cattivo riceve non lo spirito di adozione, con i figli, ma
quello della schiavitù, con gli schiavi, i quali non restano per sempre nella
casa (cf. Gv 8,35), ma
saranno tagliati e gettati nel fuoco inestinguibile.
Si ha l’adozione quando viene adottato qualcuno al posto di un figlio.
Perciò il figlio adottivo, accolto cioè al posto del figlio (vero) Gesù Cristo
– che sempre sia benedetto –, da un albero sterile, dopo avervi innestato il
germoglio della fede, ottenne un albero buono e fruttifero; e dei figli
dell’ira fa ogni giorno figli della grazia, perché con la contrizione del cuore
e la confessione della bocca gridino ogni giorno: “Abbà, Padre”. Abbà è
un termine siriaco ed ebraico, che in lat. significa Pater, Padre.
E questo doppio nome di paternità sta ad indicare la duplice misericordia della
benevolenza paterna. Infatti il penitente, accolto al posto del figlio, è
autorizzato a sperare sia nella remissione dei peccati che nella beatitudine
della gloria.
Ti preghiamo dunque, Abbà, Padre, di renderci alberi buoni, di farci
produrre frutti degni di penitenza, affinché radicati e fondati nella radice
dell’umiltà e liberati dal fuoco eterno, meritiamo di poter cogliere il frutto
dell’eterna vita. Accordacelo tu che sei benedetto nei secoli dei secoli. Amen.
domenica 27 luglio 2014
Nicolás Gómez Dávila
In margine a un testo implicito
- Adattarsi è sacrificare un bene remoto a un bisogno immediato.
- Borghesia è qualunque insieme di individui scontenti di ciò che hanno e soddisfatti di ciò che sono.
- Al volgo non interessa essere libero, ma credersi tale.
- Chi cerchi di educare e non di sfruttare, si tratti di un popolo o di un bambino, non gli parla facendo la vocina infantile.
- Chi denuncia i limiti intellettuali dei politici dimentica che tali limiti sono la causa dei loro successi.
- Chi sopprime le segrete connivenze tra i propri amori e i propri odi diventa un fanatico che incede tra schemi.
- Chiamare ingiustizia la giustizia è la più diffusa delle consolazioni.
- Chiamiamo egoista chi non si sacrifica al nostro egoismo.
- Civiltà è ciò che è miracolosamente scampato allo zelo dei governanti.
- Ciò che non è persona in fondo non è nulla.
- Crediamo di affrontare le nostre teorie con i fatti, in realtà possiamo confrontarle solo con teorie dell'esperienza.
- Da quando la religione si secolarizza, come unico testimone di Dio rimane Satana.
- Da sempre, in politica, patrocinare la causa del povero è stato il mezzo più sicuro per arricchirsi.
- Dopo aver screditato la virtù, questo secolo è riuscito a screditare anche i vizi.
- Duecento anni fa era lecito confidare nel futuro senza essere completamente stupidi. Ma oggi chi può dar credito alle attuali profezie, dato che siamo noi lo splendido avvenire di ieri?
- Educare l'uomo è impedirgli la "libera espressione della sua personalità".
- Essere cristiani è trovarsi di fronte a colui cui non possiamo nasconderci, di fronte a cui non possiamo mascherarci. È assumersi il peso di dire la verità anche quando offende.
- Gli esempi concreti sono i carnefici delle idee astratte.
- I professionisti della venerazione dell'uomo si sentono autorizzati a disprezzare il prossimo. La difesa della dignità umana consente loro di essere sgarbati con il vicino.
- Il cattolico autentico non sta al di qua ma al di là della bestemmia.
- Il domandarsi tace solo di fronte all'amore: "Perché amare?" è l'unica domanda impossibile: L'amore non è mistero, ma luogo in cui il mistero si dissolve.
- Il filosofo non è altro che la fiamma che lo brucia.
- Il filosofo non è portavoce della sua epoca, ma angelo prigioniero nel tempo.
- Il massimo trionfo della scienza sembra consistere nella velocità crescente con cui lo stupido può trasferire la sua stupidità da un luogo a un altro.
- Il più grande errore moderno non è l'annuncio della morte di Dio, ma l'essersi persuasi della morte del diavolo.
- Il popolo sopporta di essere derubato, purché non si smetta di adularlo.
- Il riso amabile e compiacente è una prostituzione dell'anima.
- Il socialismo è la filosofia della colpa altrui.
- Istruire non è indicare soluzioni, ma rivelare problemi.
- L'amore è l'atto che trasforma il suo oggetto da cosa in persona.
- L'amore per il popolo è vocazione aristocratica. Il democratico lo esercita soltanto in periodo elettorale.
- L'anima cresce verso l'interno.
- L'atrocità della vendetta non è proporzionale all'atrocità dell'offesa, ma all'atrocità di chi si vendica.
- L'atto filosofico per eccellenza è scoprire un problema in ogni soluzione.
- L'etica ci proibisce di considerare gli uomini come mezzi e l'Uomo come fine.
- L'idea del "libero sviluppo della personalità" sembra degna di ammirazione finché non incappa in individui la cui personalità si è sviluppata liberamente.
- L'incertezza è il clima dell'anima.
- L'individualismo moderno si riduce a reputare personali e proprie le opinioni condivise da tutti.
- L'intelligenza vive finché non preferisce le sue soluzioni ai problemi.
- L'umanità crede di rimediare ai propri errori ripetendoli.
- L'uomo ama solo chi adula, ma rispetta solo chi lo insulta.
- L'uomo di sinistra si crede generoso perché le sue mete sono confuse.
- L'uomo è il rifugio più fragile per l'uomo.
- L'uomo intelligente non vive mai in ambienti mediocri. Un ambiente mediocre è quello in cui non ci sono uomini intelligenti.
- L'uomo moderno non si sente mai così individuo come quando fa le stesse cose che fanno tutti.
- L'uomo preferisce discolparsi con la colpa altrui piuttosto che con la propria innocenza.
- La banalizzazione è il prezzo della comunicazione.
- La bruttezza di un oggetto è la condizione preliminare del suo moltiplicarsi su scala industriale.
- La forma sublime del disprezzo è il perdono.
- La libertà non è indispensabile perché l'uomo sappia cosa vuole e chi è, ma perché sappia chi è e che cosa vuole.
- La libertà non è la meta della storia, ma la materia con cui essa lavora.
- La legge è forma giuridica del costume oppure sopraffazione della libertà.
- La legge è l'embrione del terrore.
- La legittimità del potere non dipende dalla sua origine ma dai suoi fini. Per il democratico, invece, nulla è vietato al potere se la sua origine lo legittima.
- La legislazione che protegge minuziosamente la libertà strangola le libertà.
- La modernità non sfugge alla tentazione di identificare il permesso con il possibile.
- La modernità risolve i suoi problemi con soluzioni ancora peggiori dei problemi.
- La morte di Dio, è una falsa notizia messa in giro dal diavolo che mentiva sapendo di mentire.
- La personalità di questi tempi è la somma di ciò che fa colpo sugli stupidi.
- La più grande astuzie del male è travestirsi da dio domestico e discreto, familiare e rassicurante.
- La ragione è una mano premuta sul petto a placare il battito del nostro cuore disordinato.
- La religione non è nata dall'esigenza di assicurare solidarietà sociale, come le cattedrali non sono state edificate per incentivare il turismo.
- La saggezza consiste semplicemente nel non insegnare a Dio come si debbano fare le cose.
- La sensualità è la possibilità permanente di riscattare il mondo dalla prigionia della sua insignificanza.
- La sensualità è la presenza del valore nel sensibile.
- La società moderna si concede il lusso di tollerare che tutti dicano ciò che vogliono perché oggi, di fondo, tutti pensano allo stesso modo.
- La tecnica mutila ogni desiderio che soddisfa.
- La tirannia di un individuo è preferibile al dispotismo della legge, perché il tiranno è vulnerabile mentre la legge è incorporea.
- La tirannia più esecrabile è quella che adduce principi degni di rispetto.
- La "volontà generale" è la finzione che consente al democratico di sostenere che per inchinarsi di fronte ad una maggioranza c'è un'altra ragione oltre la semplice paura.
- Le architravi secolari poggiano sulle spalle solitarie.
- Le categorie sociologiche autorizzano a circolare nella società senza curarsi dell'individualità insostituibile di ciascun uomo. La sociologia è l'ideologia della nostra indifferenza verso il prossimo.
- Le civiltà muoiono per l'indifferenza verso i valori peculiari che le fondano.
- Le frasi sono pietruzze che lo scrittore getta nell'animo del lettore. Il diametro delle onde concentriche che esse formano dipende dalle dimensioni dello stagno.
- Le perversioni sono diventate parchi suburbani frequentati in famiglia dalle moltitudini domenicali.
- Limitando il nostro uditorio limitiamo i nostri passi falsi. La solitudine è l'unico arbitro incorruttibile.
- Lo psicologo abita i sobborghi dell'anima, come il sociologo la periferia della società.
- Lo specialista asseconda la propensione delle scienze a trasformarsi in ideologie. Al fine di occupare posizioni di comando, lo specialista attribuisce alla propria specialità una superiorità fittizia che il profano, intimidito dall'esoterismo di ogni specializzazione, non osa contestare.
- Lo Stato moderno fabbrica le opinioni che poi raccoglie rispettosamente sotto il nome di opinione pubblica.
- Lo storico democratico insegna che il democratico uccide solo perché le sue vittime lo costringono a farlo.
- Malgrado l'intrusione di fronzoli tecnici nelle lettere, gli artifici estetici non sono strumenti di laboratorio ma trappole per dare la caccia agli angeli.
- Maturare non vuol dire rinunciare alle nostre aspirazioni, ma accettare che il mondo non è obbligato a soddisfarle.
- Mille sono le verità, uno solo l'errore.
- Nel correggere la naturale ambivalenza dei sentimenti, la ragione li corrompe, mutilando così l'universo.
- Nel nostro secolo ogni impresa collettiva edifica prigioni. Solo l'egoismo ci impedisce di collaborare ad atti infami.
- Nessuna idea che ha bisogno d'appoggio lo merita.
- Nessuno sa esattamente cosa vuole finché il suo avversario non glielo spiega.
- Nietzsche sarebbe l'unico abitante nobile di un mondo derelitto. Solo la sua scelta potrebbe esporsi senza vergogna alla resurrezione di Dio.
- Non c'è cosa più deprimente dell'appartenere a una moltitudine nello spazio. Né più esaltante dell'appartenere a una moltitudine nel tempo.
- Non c'è fraternità politica che valga un odio condiviso.
- Non c'è retorica che prolunghi l'amore tra le anime oltre l'istante in cui la carne si placa.
- Non è la sensualità che allontana da Dio ma l'astrazione.
- Non l'originalità della dottrina ma la divinità di Cristo determina l'importanza del cristianesimo.
- Non parlo di Dio, per convertire qualcuno, ma perché è l'unico tema di cui valga la pena parlare.
- Non riuscendo a realizzare le sue aspirazioni, il "progresso" chiama aspirazione ciò che si realizza.
- Nulla è più pericoloso che risolvere problemi transitori con soluzioni permanenti.
- Oggi a partecipare si finisce per essere complici.
- Ogni bene che si possa dimostrare è un bene a metà. Il Bene si può solo mostrare.
- Ogni civiltà è un dialogo con la morte.
- Ogni nuova generazione accusa le generazioni precedenti di non aver redento l'uomo. Ma l'abiezione con cui la nuova generazione si adatta al mondo, dopo il fallimento di turno, è proporzionale alla veemenza delle sue accuse.
- Ogni verità è un rischio che ci pare valga la pena di correre.
- Pensare come i nostri contemporanei è la ricetta della prosperità e della stupidità.
- Per Dio non ci sono che individui.
- Per sfidare Dio l'uomo gonfia il proprio vuoto.
- Pochi uomini sopporterebbero la propria vita se non si sentissero vittime della sorte.
- Quando le cose ci sembrano essere solo quel che sembrano, presto ci sembreranno essere ancora meno.
- Quando si è giovani si teme di passare per stupidi; nell'età matura si teme di esserlo.
- Quanto più gravi sono i problemi, tanto maggiore è il numero di inetti che la democrazia chiama a risolverli.
- Quanto più una cosa è importante, tanto meno importa il numero dei suoi difensori. Se per difendere una nazione c'è bisogno di un esercito, per difendere un'idea basta un solo uomo.
- Questo secolo di pedagogia proletaria predica la dignità del lavoro, come uno schiavo che calunnia l'ozio intelligente e voluttuoso.
- Questo secolo sprofonda lentamente in un pantano di sperma e di merda. Per maneggiare gli avvenimenti attuali gli storici futuri dovranno mettersi i guanti.
- Respiro male in un mondo non attraversato da ombre sacre.
- Rifiutare di stupirsi è il contrassegno della bestia.
- Riformare la società per mezzo di leggi è il sogno del cittadino incauto e il preambolo discreto di ogni tirannia
- Ritenere di non avere pregiudizi è il più comune dei pregiudizi.
- Sarebbe interessante verificare se c'è mai stata predica che non sia sfociata in assassinio.
- Se Dio fosse il punto d'arrivo di un ragionamento, non sentirei alcuna necessità di adorarlo. Ma Dio non è solo la sostanza di ciò che spero, è anche la sostanza di ciò che vivo.
- Sensuale, scettico e religioso non sarebbe una cattiva definizione di ciò che sono.
- Si comincia scegliendo perché si ammira e si finisce ammirando perché si è scelto.
- Società totalitaria è il nome volgare di quella specie sociale la cui denominazione scientifica è società industriale.
- Soggettivo è quel che un solo soggetto percepisce, oggettivo quel che tutti i soggetti percepiscono: perciò sia l'oggettività che la soggettività possono essere tanto reali quanto fittizie.
- Solo se ci contraddicono possiamo affinare le nostre idee.
- Tra i moderni succedanei della religione forse il meno abietto è il vizio.
- Tutto ci sembra caotico tranne il nostro disordine.
- Un libro che non abbia Dio, o l'assenza di Dio, come protagonista clandestino, è privo d'interesse.
- Una convinzione si irrobustisce solo quando la nutriamo di obiezioni.
- Visto dall'interno, niente è completamente vuoto.
- Vive la sua vita solo chi la osserva, la pensa e la dice: gli altri, è la vita che li vive.
- Vivere è l'unico valore della modernità. Perfino l'eroe moderno muore esclusivamente in nome della vita.
- Nulla è più difficile del non fingere di capire.
- L'amore è l'organo con cui percepiamo l'inconfondibile individualità degli esseri.
- La libertà non è un fine, è un mezzo. Chi la scambia per un fine, quando la ottiene non sa che farsene.
- Le verità non stanno entro la circonferenza di un cerchio il cui centro è l'uomo. Le verità si stagliano in luoghi impervi: l'uomo si aggira seguendo i meandri di un sentiero sinuoso che le rivela, le occulta, e alla fine le mostra o le nasconde.
- Man mano che cresce lo Stato decresce l'individuo.
- Spesso il pensare si riduce a inventare ragioni per dubitare dell'evidente.
- Qualsiasi filosofo risulta indecifrabile per chi ne indaghi le risposte senza conoscerne prima le domande.
- Le perfezioni di chi amiamo non sono finzioni dell'amore. Amare è, al contrario, il privilegio di accorgersi di una perfezione invisibile agli occhi degli altri.
- Solo delle cause perse si può essere partigiani irriducibili.
- È facile convertirsi a una teoria ascoltando il difensore della teoria contraria.
- L'idea intelligente produce piacere sensuale.
- Il libro non educa chi lo legge allo scopo di educarsi.
- La radicale opposizione tra gli uomini si svela nel fatto che, parlando del piacere, gli uni decollano verso la metafisica e gli altri scivolano verso la fisiologia.
- L'interlocutore incoerente è più irritante dell'interlocutore ostile.
- Non la sintesi, ma la tensione dei contrari appaga l'intelligenza.
- La vita dell'intelligenza è un dialogo tra il personalismo dello spirito e l'impersonalismo della ragione.
- L'ironista diffida di ciò che dice senza per questo credere che sia vero il contrario.
- Solo una cosa non è vana: la perfezione sensuale dell'istante.
- Grande scrittore è quello che intinge in inchiostro infernale la penna che strappa dall'ala di un arcangelo.
- Vorremmo che certi dipinti ci invitassero dentro il quadro per partecipare al loro modo di essere.
- L'ortodossia è la tensione tra due eresie.
- Dio è la condizione trascendentale dell'assurdità dell'universo.
- Chiunque non confidi nell'uomo è, in fondo, un cristiano.
- Per il lettore che sa leggere tutta la letteratura è contemporanea.
- È sufficiente l'impatto di un verso per far esplodere i detriti che seppelliscono l'anima.
- La prolissità non è un eccesso di parole, ma una carenza di idee.
- Chi si ostina a voler capire più di quel che c'è da capire capisce meno di tutti.
- Tutte le dimostrazioni deludono, come tutti i sogni realizzati. L'incertezza è il clima dell'anima.
- Coltivare la lucidità è il fine della cultura.
- I conflitti interiori rompono la crosta di indifferenza che l'anima oppone alle verità che l'assediano.
- Alla mente da lei prescelta l'intelligenza dona tutto, tranne la certezza di essere intelligente.
- Lo stupido si interessa delle idee altrui solo quando sfiorano le sue tribolazioni personali.
- Chi non teme che il più banale dei suoi momenti presenti diventi in futuro un paradiso perduto?
- La verità nasce nell'anima che si agita in mezzo al silenzio delle cose.
- La società del futuro: una schiavitù senza padroni.
- L'intelligenza si inventa coerenze per dormire sonni tranquilli. Fin quando non irrompe l'assurdo.
- L'arte non annoia mai perché ogni opera è un'avventura senza preliminari garanzie di riuscita.
- Il mistero è meno inquietante del fatuo tentativo di eliminarlo attraverso spiegazioni stupide.
- Ci sono uomini che alla loro intelligenza fanno visita, e altri che vi dimorano.
- Quando lo spirito si adagia per assopirsi in una «armonia più alta», il rumore del conflitto lo risveglia.
- Al cospetto di ogni verità un'angoscia segreta ci pervade.
- Tra avversari intelligenti c'è una simpatia segreta, giacché tutti dobbiamo la nostra intelligenza e le nostre virtù alle virtù e all'intelligenza del nostro nemico.
- L'uomo più disperato è solamente colui che meglio nasconde la sua speranza.
- Ogni verità è tensione tra evidenze contrarie che esigono simultaneo rispetto.
- Delle persone che amiamo ci basta l'esistenza.
- Lo sguardo disinfettante dell'intelligenza è l'unica profilassi contro le purulenze della vita.
- La coerenza di un discorso non è prova di verità ma solo di coerenza. La verità è la somma di evidenze incoerenti.
- Basta un briciolo di perspicacia per diffidare delle proprie idee senza per questo affidarsi alle idee altrui.
- Invecchiare è una catastrofe del corpo che la nostra codardia trasforma in catastrofe dell'anima.
- Solo da una lettura ininterrotta, ratificata da una seconda lettura, può nascere un giudizio assennato su un libro.
- Un'evidente stupidaggine non certifica la stupidità del suo autore. È sufficiente affidarsi all'automatismo della ragione per sfociare logicamente in impavide scemenze.
- La banalizzazione è il prezzo della comunicazione.
- I libri non sono strumenti di perfezione, ma barricate contro il tedio.
- Sulla nostra vita influiscono solo piccole verità, minuscole illuminazioni.
- Lo stupido, non comprendendo l'obiezione che lo confuta, si sente da essa rafforzato.
- Viviamo perché non ci guardiamo con gli occhi con cui gli altri ci guardano.
- La parola non è stata data all'uomo per ingannare, ma per ingannarsi.
- Predicano le verità in cui credono o le verità in cui credono di dover credere?
- La fede incapace di ridere di se stessa deve dubitare della propria autenticità. Il sorriso è ciò che dissolve il simulacro.
- Soltanto i personaggi dei romanzi mediocri risolvono i loro problemi.
- L'unica imparzialità su cui fare affidamento è quella dell'anima da cui si ode un agitarsi di fiere.
- La spiegazione incapace di rendere più misterioso ciò che spiega è una spiegazione fallita.
- Il popolo non elegge chi lo cura, ma chi lo droga.
- L'autentico umanesimo si edifica sulla consapevolezza delle insufficienze umane.
- La lucidità della coscienza è privilegio di coloro che sono privi della stoltezza necessaria alle convinzioni dominanti.
- L'uomo vive dei suoi problemi e muore delle sue soluzioni.
- La continuità dell'Occidente si è interrotta da quando il libro antico ha smesso di contenere insegnamenti per diventare documenti.
- Ciò che la ragione giudica impossibile è l'unica cosa in grado di appagare il nostro cuore.
- A seconda del lettore, e del libro, si tratta di lettura o di avventura.
- Un corpo nudo risolve tutti i problemi dell'universo.
- Il ridicolo è il tribunale supremo della nostra condizione terrena.
- Non appena le norme che ci rendono civili si allentano, il popolo servile, che grugnisce in ciascuno di noi, scatena i suoi torvi appetiti.
- Non è stato un Dio ventriloquo a ispirare la Bibbia. La voce divina attraversa il testo sacro come un vento tempestoso il folto di un bosco.
- Le idee sembrano frutto di improvvisi squilibri del cervello, che rapidamente torna alla sua stolida stabilità.
- Non vorremmo limitarci ad accarezzare il corpo amato, ma essere la carezza stessa.
- L'artista coglie nel segno per ragioni che ignora.
- Lo scetticismo è l'umiltà dell'intelligenza.
- Ogni scrittore glossa all'infinito il suo breve testo originale.
- L'uomo è un animale che immagina di essere uomo.
- Il critico coglie nel segno con argomenti assurdi e prende cantonate con ragionamenti coerenti. La grande critica d'arte è un abuso efficace della ragione.
- È sufficiente che la bellezza sfiori appena il nostro tedio, perché il cuore ci si laceri come seta tra le mani della vita.
- Il modo in cui certuni predicano i «valori spirituali» fa automaticamente dubitare della loro rettitudine.
- Invecchiare con dignità è un compito da svolgere istante per istante.
- Tutto ci sembra caotico tranne il nostro disordine.
- Più che ragioni per credere, ci sono ragioni per dubitare del dubbio.
- Lo scetticismo non è la tomba dell'intelligenza, bensì la fonte che la ringiovanisce.
- Lo scetticismo autentico aspetta serenamente senza erigere idoli surrettizi.
- Arte popolare è l'arte del popolo che al popolo non sembra arte. Quella che gli sembra arte è arte volgare.
- L'intelligenza tende all'imbecillità come i corpi tendono al centro della terra.
- Il discepolo non possiede né soluzioni né problemi, ma solo un vocabolario. La sua funzione si riduce a formulare banalità nel lessico del maestro.
- Una convinzione che non poggi su palafitte scettiche sprofonda.
- L'uomo comune erra nell'oscurità, il filosofo si sbaglia alla luce del sole.
- Nei Paesi borghesi come in terra comunista l'«evasione dalla realtà» è deplorata in quanto vizio solitario, perversione debilitante e abietta. […] Tale «evasione» è la fugace visione di splendori perduti e la probabilità di un verdetto implacabile sulla società attuale.
- Amare è sentire la pressione del corpo assente contro il nostro.
- L'adesione al comunismo è il rito che permette all'intellettuale borghese di esorcizzare la sua cattiva coscienza senza abiurare il suo essere borghese.
- Le incertezze del maestro sono le certezze del discepolo.
- L'intelligenza vive finché non preferisce le sue soluzioni ai suoi problemi.
- Il male, come gli occhi, non vede se stesso. Tremi colui che si vede innocente.
- Il credente non è possessore di eredità iscritte al catasto, ma comandante che avvista le coste di un continente inesplorato.
- L'uomo intelligente è quello che mantiene la sua intelligenza a una temperatura indipendente dalla temperatura dell'ambiente in cui vive.
- Lo stupido non si rassegna all'esistenza dell'insolubile: falso problema o problema risolvibile domani, questo è il suo dilemma.
- Gli individui, come le nazioni, hanno virtù diverse e identici difetti. Nostro patrimonio comune è la viltà.
- Il nulla è l'ombra di Dio.
- Diffidiamo di chi vive andando a caccia di argomenti per convincere gli altri. L'intelligenza ha per unica ambizione convincere se stessa.
- Il naturale e il sovrannaturale non sono piani sovrapposti ma fili intrecciati.
- L'età adulta del pensiero non è determinata né dall'esperienza né dagli anni, ma dall'incontro con certe filosofie.
- La maggior parte delle filosofie sono ostacoli che è possibile aggirare con una deviazione di percorso, ma alcune, poche, sono catene montuose che si è costretti ad attraversare.
- Non c'è vittoria spirituale che non sia necessario ogni giorno vincere di nuovo.
- Rassegnarsi all'errore è il principio della saggezza.
- Nessuno merita il nostro interesse più di un istante, o meno di una vita.
- L'adolescente non perdona gli scrittori letti da suo padre.
- L'amore è essenzialmente adesione dello spirito a un corpo nudo.
- Respingiamo l'abominevole esortazione a rinunciare all'amicizia e all'amore per evitare la sventura. Mescoliamo piuttosto le nostre anime come intrecciamo i nostri corpi. Che la persona amata sia la terra delle nostre radici divelte.
- Quando l'amore raggiunge la sua perfetta maturità, l'impudicizia è la sua unica espressione adeguata.
- Dicesi problema sociale la necessità di trovare un equilibrio tra l'evidente uguaglianza degli uomini e la loro evidente disuguaglianza.
- Convincere chi ha opinioni proprie è facile, ma nessuno convince chi sostiene opinioni altrui. Nessuno si aggrappa tanto alle proprie opinioni quanto colui che è solamente l'eco dell'epoca in cui vive.
- Il mondo dei sensi è una molecola di polvere in un torrente di acque invisibili.
- Il paganesimo è l'altro Antico Testamento della Chiesa.
- Ogni verità va dalla carne alla carne.
- In filosofia il nuovo non è un albero nuovo, ma un nuovo germoglio primaverile.
- L'uomo moderno non ama, si rifugia nell'amore; non spera, si rifugia nella speranza; non crede, si rifugia in un dogma.
- Si deve leggere solo per scoprire ciò che va eternamente riletto.
- Basta la grazia imprevista di un sorriso intelligente a far volare via gli strati di tedio depositati dai giorni.
- Erotismo, sensualità, amore, quando non convergono in una stessa persona non sono altro, isolatamente, che una malattia, un vizio, una stupidità.
- Una vocazione genuina porta lo scrittore a scrivere solo per sé: dapprima per orgoglio, poi per umiltà.
- L'anima deve aprirsi all'invasione di ciò che le è estraneo, rinunciare a difendersi, favorire il nemico, affinché il nostro essere autentico sorga e si mostri, non come una fragile costruzione protetta dalla nostra timidezza, ma come la nostra rocca, il nostro granito incorruttibile.
- Ammettere di buon grado che le nostre idee non hanno motivo di interessare chicchessia è il primo passo verso la saggezza.
- Quanto più l'uomo crede di essere libero, tanto più facile è indottrinarlo.
- Amare è fare la ronda senza posa intorno all'impenetrabilità di un essere.
- L'uomo non è padrone della propria intelligenza: ne riceve semplicemente le visite.
- Le prove dell'esistenza di Dio abbondano per chi non ne ha bisogno.
- Compito dell'immaginazione è la redenzione della realtà.
- La sensualità è la possibilità permanente di riscattare il mondo dalla prigionia della sua insignificanza.
- La ragione è una mano premuta sul petto a placare il battito del nostro cuore disordinato.
- Il sorriso dell'essere che amiamo è l'unico rimedio efficace contro il tedio.
- L'unica cosa che amiamo nella vita sono le presenze che l'attraversano come messaggere d'altri mondi.
- Non potendo parlare sempre della morte, tutti i nostri discorsi sono banali.
- Appartengono alla letteratura tutti i libri che si possono leggere due volte.
[Nicolás Gómez Dávila, In margine a un testo implicito, a cura di Franco Volpi, traduzione di Lucio Sessa, Adelphi, Milano 2001.]
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«Un aforisma benfatto sta tutto in otto parole»
"Poco e buono" e
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