giovedì 5 settembre 2013

MSM. FATIMA: Qui, qui, qui, ... IL MIO SEGRETO



Il mio segreto.



«In questo mio venerato Santuario tutti vi accolgo, miei prediletti e figli a Me consacrati, per racchiudervi nel sicuro rifugio del mio Cuore Immacolato.

- Qui Io sono apparsa come la Donna vestita di sole, per indicarvi il cammino da percorrere, in
questo vostro secolo, così insidiato e posseduto dallo Spirito del male.

- Qui Io sono venuta dal cielo per offrirvi il rifugio, in cui ripararvi, nel momento della grande lotta fra Me ed il mio Avversario e nelle ore dolorose della grande tribolazione e del castigo.

- Qui Io ho fatto sorgere il Movimento Sacerdotale Mariano e, per mezzo di questo piccolo figlio, che ho portato in ogni parte del mondo, in questi anni, mi sono formata la schiera, pronta ormai alla battaglia ed alla mia più grande vittoria.

- Qui vi voglio spiritualmente uniti a questo mio figlio, oggi in cui viene fatto un grande Cenacolo del mio Movimento, davanti alla Immagine della vostra Mamma Celeste, posta nello stesso luogo in cui sono apparsa ai tre bambini Giacinta, Francesco e Lucia.

- Qui vi raccolgo tutti attorno a Me e vi manifesto la mia compiacenza, per il modo con cui avete accolto l'invito ad aderire al Movimento Sacerdotale Mariano, a consacrarvi al mio Cuore Immacolato ed a diffondere ovunque i Cenacoli di preghiera fra i sacerdoti, i bambini, i giovani e nelle famiglie.

Vi voglio spiritualmente Qui con Me, perché ormai entrate nell'ultimo periodo di tempo di questo vostro secolo, in cui gli avvenimenti che vi ho predetto avranno il loro pieno compimento.
Per questo oggi, nello stesso luogo dove sono apparsa, voglio manifestare a voi il mio segreto.

Il mio segreto riguarda la Chiesa.

Nella Chiesa sarà portata a termine la grande apostasia, che si diffonderà in tutto il mondo; lo scisma verrà compiuto nel generale allontanamento dal Vangelo e dalla vera fede.
In essa entrerà l'uomo iniquo [ossia l'anticristo, aiutato dal falso profeta], che si oppone a Cristo, e che porterà al suo interno l'abominio della desolazione, dando così compimento all'orribile sacrilegio, di cui ha parlato il profeta Daniele (Mt. 24,15).

Il mio segreto riguarda l'umanità.

L'umanità giungerà al culmine della corruzione e della empietà, della ribellione a Dio e della aperta opposizione alla sua Legge di amore. Essa conoscerà l'ora del suo più grande castigo, che vi è già stato predetto dal profeta Zaccaria (Zc. 13, 7-9).

Allora questo luogo apparirà a tutti come segno luminoso della mia presenza materna, nell'ora  suprema della vostra grande tribolazione.
Da Qui la mia luce si diffonderà in ogni parte del mondo e da questa fonte sgorgherà l'acqua della divina misericordia, che scenderà ad irrorare l'aridità di un mondo, ridotto ormai ad un immenso deserto.

Ed in questa mia straordinaria opera di amore e di salvezza, apparirà a tutti il trionfo del Cuore Immacolato di Colei, che viene invocata come la Madre della misericordia».

Fatima (Portogallo), 11 marzo 1995. Cenacolo coi sacerdoti e fedeli del M.S.M. del Portogallo.
In manu tua  Domina
salus et vita consistunt


Chiesa e post concilio: Roberto De Mattei. Nella vita si tratta di sceglie...



Chiesa e post concilio: Roberto De Mattei. Nella vita si tratta di sceglie...: Un doveroso ricordo di un grande testimone del nostro tempo ed anche un interessante e puntuale excursus sulla sofferta e vexata quaestio ...

"Vieni Spirito Santo, vieni: 
per la potente intercessione 
del Cuore Immacolato di Maria
Tua Sposa amatissima!"

Atto di affidamento e di consacrazione alla Vergine di Fatima


Beato GIOVANNI PAOLO II
Atto di affidamento e di consacrazione alla Vergine a Fatima il 13
maggio 1982 e a Roma il 25 marzo 1984

<<1. "Sotto la Tua protezione cerchiamo rifugio, santa Madre di Dio"!

Pronunciando le parole di questa antifona, con la quale la Chiesa di Cristo
prega da secoli, mi trovo oggi in questo luogo da Te scelto e da Te, Madre, particolarmente amato.


Sono qui, unito con tutti i Pastori della Chiesa in quel particolare vincolo,

mediante il quale costituiamo un corpo e un collegio, così come Cristo volle gli Apostoli in unità con Pietro.
Nel vincolo di tale unità, pronunzio le parole del presente Atto, in cui desidero racchiudere, ancora una volta, le speranze e le angosce della Chiesa nel mondo contemporaneo.


Quaranta anni fa e poi ancora dieci anni dopo il tuo servo, il Papa Pio XII,

avendo davanti agli occhi le dolorose esperienze della famiglia umana, ha
affidato e consacrato al tuo Cuore Immacolato tutto il mondo e specialmente i Popoli che erano particolare oggetto del tuo amore e della tua sollecitudine.


Questo mondo degli uomini e delle nazioni ho davanti agli occhi anch'io oggi, nel momento in cui desidero rinnovare l'affidamento e la consacrazione compiuta dal mio Predecessore nella Sede di Pietro: il mondo del secondo millennio che sta per terminare, il mondo contemporaneo, il nostro mondo odierno!

La Chiesa memore delle parole del Signore: "Andate... e ammaestrate tutte le nazioni... Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo"  (Mt. 28, 19-20), ha rinnovato, nel Concilio Vaticano II, la coscienza della sua missione in questo mondo.


E perciò, o Madre degli uomini e dei popoli, Tu che "conosci tutte le loro

sofferenze e le loro speranze", Tu che senti maternamente tutte le lotte tra il bene e il male, tra la luce e le tenebre, che scuotono il mondo contemporaneo, accogli il nostro grido che, come mossi dallo Spirito Santo, rivolgiamo direttamente al Tuo Cuore e abbraccia, con l'amore della Madre e della Serva, questo nostro mondo umano, che Ti affidiamo e consacriamo, pieni di inquietudine per la sorte terrena ed eterna degli uomini e dei popoli.
In modo speciale Ti affidiamo e consacriamo quegli uomini e quelle nazioni, che di questo affidamento e di questa consacrazione hanno particolarmente bisogno.
"Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, santa Madre di Dio"!
Non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova!
Non disprezzare! Accogli la nostra umile fiducia - e il nostro affidamento!



2. "Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna" ( Gv. 3, 16).

Proprio questo amore ha fatto sì che il Figlio di Dio abbia consacrato sé stesso: "Per loro io consacro me stesso, perché siano anch'essi consacrati nella verità" ( ibid. 17, 19).
In forza di quella consacrazione i discepoli di tutti i tempi sono chiamati a
impegnarsi per la salvezza del mondo, ad aggiungere qualcosa ai patimenti di Cristo a favore del suo Corpo che è la Chiesa (cfr. 2 Cor. 12, 15; Col. 1, 24).


Davanti a Te, Madre di Cristo, dinanzi al tuo Cuore Immacolato, io desidero oggi, insieme con tutta la Chiesa, unirmi col Redentore nostro in questa sua consacrazione per il mondo e per gli uomini, la quale solo nel suo Cuore divino ha la potenza di ottenere il perdono e di procurare la riparazione.



La potenza di questa consacrazione dura per tutti i tempi e abbraccia tutti gli uomini, i popoli e le nazioni, e supera ogni male, che lo spirito delle tenebre è capace di ridestare nel cuore dell'uomo e nelle sua storia e che, di fatto, ha ridestato nei nostri tempi.



A questa consacrazione del nostro Redentore, mediante il servizio del

successore di Pietro, si unisce la Chiesa, Corpo mistico di Cristo.
Oh, quanto profondamente sentiamo il bisogno di consacrazione per l'umanità e per il mondo: per il nostro mondo contemporaneo, nell'unità con Cristo stesso! L'opera redentrice di Cristo, infatti, deve essere partecipata dal mondo per mezzo della Chiesa.
Oh, quanto ci fa male, quindi, tutto ciò che nella Chiesa e in ciascuno di noi si oppone alla santità e alla consacrazione! Quanto ci fa male che l'invito alla penitenza, alla conversione, alla preghiera, non abbia riscontrato quell'accoglienza che doveva!


Quanto ci fa male che molti partecipino così freddamente all'opera della Redenzione di Cristo! Che così insufficientemente si completi nella nostra carne "quello che manca ai patimenti di Cristo" ( Col. 1, 24). Siano quindi benedette tutte le anime, che obbediscono alla chiamata dell'eterno Amore! Siano benedetti coloro che. giorno dopo giorno, con inesausta generosità accolgono il tuo invito, o Madre, a fare quello che dice il tuo Gesù (cfr. Io. 2, 5) e danno alla Chiesa e al mondo una serena testimonianza di vita ispirata al Vangelo.



Sii benedetta sopra ogni cosa Tu, Serva del Signore, che nel modo più pieno obbedisci alla Divina chiamata!

Sii salutata Tu, che sei interamente unita alla consacrazione redentrice del Tuo Figlio!
Madre della Chiesa! Illumina il Popolo di Dio sulle vie della fede, della speranza e della carità! Aiutaci a vivere con tutta la verità della consacrazione di Cristo per l'intera famiglia umana del mondo contemporaneo.


3. AffidandoTi, o Madre, il mondo, tutti gli uomini e tutti i popoli, Ti affidiamo anche la stessa consacrazione per il mondo, mettendola nel Tuo Cuore materno.

Oh, Cuore Immacolato! Aiutaci a vincere la minaccia del male, che così
facilmente si radica nei cuori degli stessi uomini d'oggi e che nei suoi effetti incommensurabili già grava sulla nostra contemporaneità e sembra chiudere le vie verso il futuro!


Dalla fame e dalla guerra, liberaci!

Dalla guerra nucleare, da un'autodistruzione incalcolabile, da ogni genere di guerra, liberaci!
Dai peccati contro la vita dell'uomo sin dai suoi albori, liberaci!
Dall'odio e dall'avvilimento della dignità dei figli di Dio, liberaci!
Da ogni genere di ingiustizia nella vita sociale, nazionale e internazionale, liberaci!
Dalla facilità di calpestare i comandamenti di Dio, liberaci!
Dai peccati contro lo Spirito Santo, liberaci! liberaci!


Accogli, o Madre di Cristo, questo grido carico della sofferenza di tutti gli uomini! Carico della sofferenza di intere società!

Si riveli, ancora una volta, nella storia del mondo, l'infinita potenza dell' Amore misericordioso! Che esso fermi il male! Trasformi le coscienze! Nel Tuo Cuore Immacolato si sveli per tutti la luce della Speranza!>>

In Te Domina confido
propter multitudinem misericordiae nominis tui

domenica 1 settembre 2013

MEDITA, FRATELLO, MEDITA: Il SILENZIO E LA RIFLESSIONE ADDOLCISCE LA VITA. SEMPRE.



Ripubblichiamo con gusto queste famose istruzioni



CONTRO
I BALLI, E LE VEGLIE

ODI il Savio, e 'l suo consiglio,
fuggi, fuggi il gran periglio
di que' balli, e ballerine
che son cause di rovine.

Tutti i sensi in mezzo al ballo

stanno esposti ad ogni fallo:
spesso cade in qualche errore
l'occhio, il pié, la mano, il cuore.

Qui si prende ogni licenza,

qui s'invizia l'innocenza,
qui si fan salti mortali,
mille risse e mille mali.


Qui de' scandali è la peste,

e co' balli si fan feste
non di Dio, né de' Cristiani:
del Demonio e de' Pagani.

Tolto il ballo santo e pio

di Davidde a onor di Dio,
nell'istoria divina
ogni ballo è una rovina.


Degli Ebrei col lor Vitello

finì il ballo in un macello;
a migliaia venitré
dié la morte il gran Mosé.

Un sol ballo il dì di festa

gli costo l'alma e la testa,
e il dì santo profanato
fu col sangue vendicato.


Dopo il ballo muor Sansone

con migliaia di persone;
di chi balla ecco la sorte:
gir saltando alla sua morte.

Altre volte fur rapite

quante furo al ballo unite;
oh de balli empia licenza:
immodestia ed insolenza!


Chi fè mai maggior rovina

d'Erodiade ballerina,
che col ballo traditore
dié la morte al Precursore?

Tanto piacque la saltante

ad Erode festeggiante,
che pospose a un salto indegno
il Battista e mezzo regno.

Ella poi precipitata

dentro l'acqua congelata,
ruppe il collo, e finì il giuoco
col saltar dall'acqua al foco.

Tenne mano a tanto errore

la sua madre, assai peggiore:
quante madri maledette
le sue figlie fan civette?

Quanti padri fan l'Erode,

che del mal de' figli gode?
O peggior di tutti i mostri,
che uccidete i figli vostri!


Con far balli, e veglie, e feste

fate fuoco, e fiamme e peste
dei figliuoli e delle figlie,
e spiantate le famiglie.

Quante perdono il rossore?

Quante l'anima e l'onore?
Quanti balli, e suoni, e canti
son finiti in more e in pianti?

Quanti morti sono cascati?

Quanti il Cielo ha fulminati?
Per l'offesa, e disonore
delle feste, e del Signore!

Dopo il ballo, il dì di festa

una cade, e morta resta;
cade un'altra, e resta morta,
e 'l Demonio se la porta.

Altri molti spiritati

furon tanto straziati,
che lasciar balli ed amori,
del Demonio assai peggiori.

Tu non vuoi lasciar l'usanze

degli amori, e delle danze:
dimmi un poco la cagione
della tua tentazione?


Mi dirai: questi son spassi.

Così dunque il tempo passi,
con far sempre un Carnovale,
balli, e veglie, ed ogni male?

Che bel giuoco, e bello spasso

far le feste a Satanasso!
Non ti puoi tu ricreare
quanto vuoi, senza peccare?


Tu dirai: non v'è peccato.

V'è il periglio ad ogni lato:
vi sono spesso error leggieri
gravi ancor de' mal pensieri.

Arde l'esca appresso al fuoco,

né finisce in ballo, in giuoco;
qui si fa segreta mina
che poi scoppia in gran rovina.


Tu dirai: sono nostre usanze

far gli amori, e veglie, e danze.
Sono usanze pien d'errori,
con i Canoni e i Dottori.

Il Concilio Toletano,

con decreto sovrumano,
vieta i balli, che son peste
de' costumi, e delle feste.


Tu dirai: questa è la via

per trovar la compagnia:
balli, amori, suoni e canti
sono le fiere degli amanti.

Con quest'arte del Demonio

cerchi il santo Matrimonio?
O che buon preparamento
di peccati al Sagramento!

Sono abusi pien d'errori!

Non i bagli, né gli amori;
buone doti, e qualitadi
fan le nozze e i parentadi.


Da Dio vien la buona sorte,

buona moglie, e buon consorte:
e a chi più si porta bene
Dio la dona, e la mantiene.

Ma dov'entra un folle amore

entra spesso un gran furore;
e una sorte maledetta
degli error fa la vendetta.

Così mostra ogni sentenza,

e ragione, ed esperienza.
Segui dunque il buon consiglio:
fuggi i balli e ogni periglio.




AVE MARIA PURISSIMA!

sabato 31 agosto 2013

Se tocchi la Messa crolla il papato



Se tocchi la Messa crolla il papato


Gran parte del cattolicesimo cosiddetto “conservatore” sta commettendo un errore gravissimo: per salvare ciò che resta della presenza cattolica nel mondo, per rendere più forte la missione della Chiesa nella società secolarizzata, per tentare un sussulto di orgoglio cattolico di fronte alla stanchezza dilagante di molti settori ecclesiali, sta puntando tutto sul Papa. Inoltre gestisce questa attenzione sul Papa esattamente come fanno giornali, televisione e siti internet, che esaltano la figura umana del pontefice sottolineando con orgoglio l'attenzione popolare sulla sua persona. Si comportano esattamente come fa il mondo senza fede o non preoccupato della fede, che parla dei raduni oceanici intorno al vicario di Cristo, dei suoi gesti eclatanti, delle scelte controcorrente che sembra fare.

 No, non è dal Papa che occorre partire, per salvare la vita cattolica tra di noi, non è proprio dal Papa, bensì dalla Santa Messa, dalla Santa Eucarestia.

 Per spiegarci ricorriamo ad un autore spirituale tra i più importanti del '900, Dom Chautard, abate della Trappa di Sept-Fons. In un suo testo in cui spiega la vocazione cistercense, Les cisterciens Trappistes, l'ame cistercienne, ad un certo punto l'abate benedettino racconta di un suo colloquio con il primo ministro francese Clemenceau, il famoso “Tigre”. Si era negli anni delle soppressioni degli ordini religiosi, e Dom Chautard era incaricato del delicato compito di salvare la presenza monastica in Francia. Così si trovò a colloquio con il radicale e anticlericale “Tigre”.

 Crediamo molto utile tradurre e trascrivere ciò che l'abate riferisce del loro parlare:

 “Mi accingerò - è Dom Chautard che parla a Clemenceau - a rispondere alla vostra domanda: Che cos'è un Trappista? Perché vi siete fatto Trappista? E per non allargarmi oltre misura, mi accontenterò di questo argomento: una religione che ha per base l'Eucarestia, deve avere dei monaci votati all'adorazione e alla penitenza.

 “L'Eucarestia è il dogma centrale della nostra religione. Lo si è chiamato il dogma generatore della pietà cattolica.

 “Non lo è il papato, come sembrate credere.
 “Il papato non è che il porta parola di Cristo. Grazie ad esso i fedeli custodiscono intatto il dogma e la morale insegnata da Gesù Cristo. Esso è la protezione che ci mantiene sulla strada tracciata in modo preciso dal nostro divino fondatore. Ma è solo Cristo che resta Via, Verità e Vita.
 “Ora, il Cristo non è un essere scomparso dove non sappiamo, né un essere lontano al quale pensiamo. Egli è vivente; abita in mezzo a noi; è presente nell'Eucarestia. Ed è per questo che l'Eucarestia è la base, il centro, il cuore della religione. Da là parte ogni vita. Non da altrove.

 “Voi non ci credete. Ma noi ci crediamo, noi. Crediamo fermamente, risolutamente, nel fondo del nostro essere, che nel tabernacolo di ognuna delle nostre chiese, Dio risiede realmente sotto l'apparenza dell'Ostia.”

 E' chiaro, il dogma centrale del cristianesimo è la Santa Eucarestia, tutto parte da lì, non da altrove... e se diminuisce la fede nel dogma centrale, nella Santa Eucarestia, tutto crolla nel cristianesimo, nella Chiesa. E non è stato forse così in questi anni? Pensiamo alle nostre chiese, con dentro Cristo “abbandonato”. Si è fatto di tutto per nascondere il tabernacolo, e quando non lo si è nascosto in qualche antro secondario, con la scusa che lì i fedeli avrebbero adorato meglio, quando lo si è lasciato centrale nella chiesa, lo si è coperto con tutto e di più: con i tavoli per celebrare la nuova Messa e con tutto un ciarpame di cose che rivelano solo, oltre il cattivo gusto, il disordine mentale del cattolicesimo di questi anni, che non ha certo fatto dell'Eucarestia il dogma centrale della fede. Pensiamo alla quasi scomparsa nelle chiese della genuflessione e del raccoglimento: in chiesa bisogna custodire il silenzio, sempre, perché Dio è presente nel tabernacolo: è Lui che fa vera la nostra preghiera, e non il nostro agitarci e il nostro fare baccano.

 Ma Dom Chautard nel suo lungo discorso a Clemenceau, arriva a parlare della Messa, ascoltiamolo:
 “La Messa, è il sacrificio divino del Calvario che si riproduce ogni giorno in mezzo a noi. Tutti i giorni, il Cristo offre a Dio la sua morte per le mani del prete, esattamente come in cielo nella Messa di gloria egli presenta a suo Padre le cicatrici gloriose delle sue piaghe per perpetuare l'efficacità redentrice della croce. Tutti i giorni, alla Messa, il Cristo rinnova l'opera immensa della redenzione del mondo.

 “E a questo avvenimento, il più grande che possa accadere sulla terra, più importante che il rumore degli eserciti, più salutare che la più feconda delle scoperte scientifiche, voi pensate che potremmo assistervi senza un fremere di tutto il nostro essere... non ci si abitua alla Messa. O allora che sarebbe la nostra fede?
(…) All'Amore crocifisso, noi cerchiamo di rispondere con un amore crocifiggente... Voi vi scandalizzate del nostro genere di vita; lo trovate contro natura. Sì, lo sarebbe se noi non avessimo la fede nell'Eucarestia. Ma crediamo al divino Crocifisso e l'amiamo; e vogliamo vivere come lui, noi che per la comunione partecipiamo alla sua vita.”

 Carissimi, ma è ancora questa la fede realmente vissuta nella maggioranza delle nostre chiese. La Messa è ancora intesa così? Come il sacrificio divino del Calvario? Chi parla con questa chiarezza della Messa? Al di là dei cosiddetti “tradizionalisti”, c'è ancora qualcuno che si esprime in questo modo parlando dell'Eucarestia?

 È avvenuto uno spaventoso mutamento nella fede e nel vissuto di quasi tutti i cattolici, e si chiama protestantizzazione: come dicevano i Cardinali Ottaviani e Bacci a Paolo VI nel loro Breve esame critico: “il Novus Ordo Missæ, considerati gli elementi nuovi, suscettibili di pur diversa valutazione, che vi appaiono sottesi ed implicati, rappresenta, sia nel suo insieme come nei particolari, un impressionante allontanamento dalla teologia cattolica della Santa Messa, quale fu formulata nella Sessione XXII del Concilio Tridentino, il quale, fissando definitivamente i «canoni» del rito, eresse una barriera invalicabile contro qualunque eresia che intaccasse l’integrità del magistero.”

 Anche qui è ribadito ciò che è stato detto da Dom Chautard: il centro del cattolicesimo è l'Eucarestia, è la Messa; il Concilio di Trento fissando definitivamente i canoni del rito aveva eretto una barriera per salvare l'integrità del magistero...

 Così è drammaticamente avvenuto che toccando i canoni del rito tutto è andato insieme, nulla sta più in piedi nel “nuovo” cattolicesimo. Martin Lutero lo aveva detto, non perdete tempo ad attaccare il papato, combattete la Messa cattolica e il papato crollerà con essa.
 Per questo, per amore alla Chiesa tutta, della sua dottrina e della sua disciplina, per amore del Papa Vicario di Cristo in terra, siamo chiamati semplicemente a custodire il rito della Messa così come fissato da Trento e da San Pio V. Non c'è nulla di più urgente perché la Chiesa ... possa vivere.
da "Radicati nella fede", voce di Sacerdoti secondo il cuore di Dio.



AVE MARIA PURISSIMA!