mercoledì 15 maggio 2013

AVE MARIA!




 
 
    Nella preghiera dell'Ave si distinguono tre parti: la prima venne pronunziata dall'angelo, cioè: «Ave, piena di grazia, il Signore è con te; tu sei benedetta tra le donne» (Lc 1, 28). L'altra da Elisabetta, madre di Giovanni Battista, quando disse: «Benedetto il frutto del seno tuo» (Lc 1, 42). La terza fu aggiunta dalla Chiesa: il vocativo «Maria» (215). Difatti l'angelo non disse: «Ave, Maria», bensì: «Ave, piena di grazia»; ma vedremo come il nome «Maria», nei suoi vari significati, si addica al saluto dell'angelo.
    In antico era considerato un grande onore il fatto che gli angeli si mostrassero agli occhi umani, e sommo titolo di lode l'essersi potuti prostrare dinanzi a quei messaggeri di Dio. Tant'è vero che a lode di Abramo vien detto che egli ospitò gli angeli nella propria tenda, rendendo loro la debita venerazione (216).
    Ma del tutto insolito risulta che sia stato un angelo a inchinarsi davanti a creatura umana, fino al momento in cui Gabriele salutò la beata Vergine, devotamente: «Ave» (217).
     La ragione per cui mai prima d'allora un angelo si era abbassato di fronte a persona umana è questa: che egli la sopravanza per tre motivi: quanto a dignità, a familiarità con Dio e al pieno splendore della grazia divina [che rifulge nelle sostanze angeliche].
    L'angelo è infatti di natura spirituale, come attesta il salmo 103: «Tu hai creato i tuoi messaggeri come spirito» (Sal 103, 4), mentre l'uomo è corruttibile per natura. Disse in tal senso Abramo: «Io, che sono polvere e cenere, parlerò al mio Signore?» (Gn 18, 27). Non era quindi opportuno che una creatura spirituale e incorruttibile si umiliasse dinanzi ad altra creatura, caduca, qual'è l'uomo.
    L'angelo è familiare con Dio; un suo assistente: «Mille migliaia [d'angeli] lo servivano, e miriadi di miriadi stavano in piedi di fronte a lui» (Dn 7, 10). Al contrario, l'uomo è come uno straniero, dopo essersi allontanato dal trono dell'Altissimo con la colpa d'origine. Ognuno di noi può ripetere: «Ecco, me ne son fuggito lontano» (Sal 54, 8). Perciò è assai più naturale che sia l'uomo a mostrarsi deferente nei confronti dell'angelo, intimo familiare del celeste sovrano.
    E infine, gli angeli partecipano largamente del lume divino. [Bildad lo Shukhita] si domandava: «E’ possibile far un censimento delle sue milizie? e c'è qualcuno tra loro che non è investito dal divino fulgore?» (218). Per questa ragione, l'angelo si manifesta sempre come un essere luminoso; gli uomini, invece, anche quando siano in qualche modo toccati da quel lume di grazia, restano in una sorta di semioscurità. Non era conveniente che l'angelo prestasse un atto d'ossequio o riverenza all'uomo finché non si fosse trovato nelle umane generazioni qualcuno che lo superasse - per spiritualità, familiarità con Dio e nel pieno splendore della grazia. Così fu l'angelo che rese omaggio a Maria, salutandola: «Piena di grazia».
    La beata Vergine, dunque, superò gli angeli per tre motivi, a cominciare dalla pienezza di grazia che, in lei, è superiore che non in qualunque spirito beato; e per sottolineare ciò, Gabriele le rese omaggio chiamandola: «Piena di grazia», quasi volesse dire: «Ti ossequio poiché mi vinci per sovrabbondanza di grazia».


    I. La beata Vergine è detta «piena di grazia» innanzi tutto riguardo alla propria anima, satura di grazia divina. Tale dono viene concesso per due finalità: onde farci ben operare ed evitare il male. Maria ebbe il duplice ausilio in misura perfetta. Ella evitò il peccato meglio che qualunque altro santo, seconda soltanto rispetto al Cristo.
    Esiste il peccato, che è di due specie. Da quello originale Maria venne mondata fin dal grembo materno; e fu esente da qualsiasi peccato personale, anche il più lieve. Si legge nel Cantico dei Cantici: «Tu sei tutta bella, amica mia, e in te non è possibile trovare alcuna macchia!» (Ct 4, 7). E sant'Agostino, nel trattato su La natura e la grazia, aggiunge: «Esclusa la santa Vergine Maria, se la totalità dei santi e delle sante fosse stata interrogata durante la loro vita terrena, se si stimassero immuni da colpa, avrebbero esclamato concordi: 'Quando dicessimo di non avere in noi l'esperienza del peccato, inganneremmo noi stessi: non ci sarebbe la verità nelle nostre parole!' (I Gv I, 8). Tutti. Eccetto questa santa Vergine che, come dico, non dev'esser neppure nominata in tale questione, per l'onore dovuto a Dio. Sappiamo infatti che le venne concessa tanta grazia da poter vincere la minima tentazione, quanto ne richiedeva il suo merito di concepire e dare alla luce colui che di certo non conobbe ombra di peccato».
    Cristo, d'altronde, superò la beata Vergine: egli fu concepito senza la colpa d'origine mentre la Vergine santa, pur nascendo senza peccato, ne fu sfiorata appena, all'atto del concepimento [nel grembo di sua madre, Anna] (219).
    Ella esercitò inoltre tutte le virtù, invece i santi rifulsero solo in tal une di esse: chi fu particolarmente umile, chi casto, chi misericordioso; singolarmente considerati, essi ci son d'esempio per qualche virtù specifica (come san Nicola che vien citato a modello di misericordia, ecc.). La vergine Maria è esemplare in ogni singola virtù: difatti trovi in lei esempio d'umiltà, quando dice: «Eccomi, sono l'ancella del Signore... Egli ha guardato alla pochezza della sua serva» (Lc 1, 38; 48). Fu modello di castità («Non ho [né intendo avere] esperienze matrimoniali») (220); e così di seguito, per le rimanenti virtù. Sicché la beata Vergine fu piena di grazia sia in ordine al bene da compiere, sia quanto al male da evitare.


 
    2. Di più, ricevette la pienezza della grazia anche allo scopo di far ridondare l'eccesso [della medesima], dall'anima, nel proprio corpo.
    È già mirabile cosa che i santi abbiano quel tanto di grazia sufficiente a santificarli nell'anima; ma lo spirito della Vergine ne fu così ricolmo da traboccare nel suo fisico, da cui doveva prender inizio il concepimento del Figlio di Dio. Dice al riguardo Ugo da san Vittore: «Dato che l'amore dello Spirito Santo ardeva nell'animo suo in misura singolare, produsse meraviglie nella sua carne, facendo germinare da lei l'Uomo-Dio». È un appropriato commento a quanto aveva scritto san Luca: «Il bambino che da te nascerà sarà santo, e verrà chiamato 'figlio dell'Altissimo'» (Lc l, 35).

   3. Maria fu piena di grazia anche in ordine alla compartecipazione del dono a tutti gli uomini. Se è un fatto ammirabile che un santo abbia posseduto la grazia in misura tale da procurar la salvezza di molti altri, il possederne in quantità sufficiente da provvedere alla salvezza spirituale del mondo intero, questo equivarrebbe ad aver la grazia in grado massimo: ed è quel che si verifica in Cristo e nella Vergine beata.
    In qualunque frangente ti trovassi, tu potrai scamparne grazie alla gloriosa Vergine. Per simboleggiarne la potenza, può applicarsi a lei ciò che si può leggere nel Cantico. «Innumerevoli corazze - ossia ripari contro ogni pericolo - la circondano» (Ct 4, 4). E puoi averla al tuo fianco, ad aiutarti nel compimento di ogni opera virtuosa; in questo secondo senso è applicabile alla santa Vergine un'altra citazione biblica: «In me si trova ogni speranza [necessaria] alla vita e alla virtù» (Sir 24, 25).
    Dunque, Maria è piena di grazia, da eccedere per abbondanza gli angeli stessi. Perciò è chiamata convenientemente «Maria», che significa: «Colei che ha in sé la luce». La sua anima, infatti, per riportare alcune parole del profeta, «risplende nelle tenebre» (Is 58, 11): luce che si irradia sopra l'intera umanità. Ecco perché Maria vien rassomigliata al sole e alla luna.
    Ella supera gli angeli anche quanto a familiarità con Dio. Volle metterlo in risalto l'angelo: «Il Signore è con te»; quasi dica: «Ti rendo ossequio giacché tu sei più intima con Dio, di quanto non lo sia io stesso. Il Signore infatti è 'con te': Dio Padre e il suo Verbo!» Nessun angelo né alcun' altra creatura potrà ripetere altrettanto. «Colui che nascerà da te, sarà detto 'Figlio di Dio'» (Lc 1, 35). Nel tuo grembo, il Figlio unigenito del Padre. Perciò, Maria, «esulta e giubila... che abiterà in te, possente, il Santo d'Israele» (Is 12, 6).
    Il Signore sta con la beata Vergine anche in altro senso, rispetto al suo stare assieme agli angeli. [Diverso il rapporto:] Dio, che si rende figlio di Maria, resta Signore delle schiere angeliche.
    Lo Spirito Santo dimora in lei come in un tempio, sicché essa riceve giustamente l'appellativo di «tempio del Signore, sacrario dello Spirito Santo». Maria concepì [il Cristo] in virtù dello Spirito Santo, che scese su di lei con la potenza dell'Altissimo (cf. Lc 1, 35). Un'intimità col creatore più profonda di qualunque altra, cui possa aspirare una creatura: sono in lei Dio Padre, Dio Figlio e Dio Spirito Santo, l'indivisa Trinità; per questo si canta della Vergine: «O nobile triclinio della Trinità» (221); e l'espressione: «Il Signore è con te» è la più nobile che si possa proferire. Giustamente l'angelo s'inchina davanti a Maria: è la madre del suo Signore, e dunque Signora lei medesima. Le si addice [anche] perciò il nome «Maria» che, in siriaco, viene interpretato «signora».
    Infine, la beata Vergine supera gli angeli nella purezza, dal momento che fu pura non soltanto in se stessa, ma dispensatrice di purezza per tanti altri. Fu purissima sia quanto alla minima colpa - giacché non contrasse il peccato d'origine, né commise alcun peccato, mortale o veniale -, sia quanto alla pena (222).
    A causa del peccato [d'origine] erano stati comminati tre generi di castigo. La donna avrebbe concepito d'allora in poi con pregiudizio della verginità, portato avanti nel disagio la gravidanza, e partorito tra le doglie.
    Ma la beata Vergine fu esente da tutto ciò: concepì senza danno della propria integrità, tutta consolata portò in grembo il Figlio e tra gaudi inenarrabili diede alla luce colui che è il Salvatore. Le si possono adattare le parole d'Isaia: «Si coprirà di fiori..., fiorirà simile al narciso; esulterà piena di contentezza e cantando laudi» (Is 35, 2).
    Altra pena, data all'uomo: avrebbe dovuto guadagnarsi il pane col sudore della fronte. Ne fu esclusa la Vergine beata, secondo la sentenza dell'Apostolo: «Le vergini si danno pensiero [unicamente] delle cose che riguardano il Signore» (1 Cor 7, 34).
    La terza è comune agli uomini e alle donne, il cui corpo deve tornare [a risolversi] in polvere. La beata Vergine ne fu risparmiata, essendo stata assunta in cielo, anima e corpo, quasi aderendo all'invito: «Lèvati, Signore, verso la tua dimora: tu, e l'arca tua santa» (Sal 131, 8).
    Insomma, ella fu libera da ogni genere di maledizioni; «benedetta tra le donne », lei che - tolta di mezzo la maledizione - ci donò la benedizione [nel Cristo] e aprì l'accesso al paradiso. Le si addice così il nome di «Maria» nel significato di «stella del mare». Come infatti, grazie alla stella [polare], i naviganti si orientano ritrovando la rotta verso il porto, similmente i cristiani son guidati da Maria alla patria celeste.
 

 
 
    Talvolta il peccatore cerca nei beni un godimento che non gli riesce d'ottenere, mentre il medesimo viene concesso al giusto. E detto nel libro dei Proverbi: «Le sostanze dell'empio sono serbate per l'uomo retto» (Prv 13, 22). Eva, ad esempio, mangiò del frutto [proibito] senza tuttavia trovarci quanto aveva sperato. La beata Vergine invece trovò nel frutto del proprio grembo ciò che Eva aveva cercato invano.

 
    I. Il diavolo le aveva ingannevolmente promesso che [lei e Adamo] si sarebbero tramutati in dèi, capaci di 'conoscere il bene e il male': «Sarete - promise quel bugiardo - simili alla deità» (Gn 3, 5). Naturalmente mentiva, poiché è menzognero, ispiratore d'ogni falsità.
    L'aver mangiato del frutto vietato non rese Eva simile a Dio, bensì dissimile, giacché peccando s'allontanò dall'unico che poteva salvarla. Venne cacciata dal paradiso.
    Il contrario accadde alla beata Vergine ed a ciascun cristiano: in forza della nostra unione al Cristo (223) siamo congiunti e resi simili a Dio: « Quando in noi sarà attuale [lo splendore della vita divina], saremo simili a lui, e lo vedremo quale egli è» (I Gv 3, 2).

 
    2. Ancora. La donna aveva sperato di appagare il proprio desiderio mangiando di quel frutto che le sembrava così appetibile. Ma non ne trasse piacere, perché all'istante si ritrovò spogliata [di tanti doni] e in preda all'angoscia. Nel frutto della Vergine [madre] troviamo invece soavità e salute. L'ha detto la Verità incarnata: «Chi mangia la mia carne, partecipa della vita eterna» (Gv 6, 55).


     3. Il frutto bramato da Eva, infine, era bello all'apparenza, ma assai più bello è il frutto della Vergine Maria, tanto che gli angeli bramano di poterlo contemplare. Di lui canta il salmista: «Tu splendi per bellezza tra i figli dell'uomo; soffuse di grazia sono le tue labbra» (224), ed è un effetto della gloria del Padre.
     Eva, al pari d'ogni altro peccatore, non poté conseguire ciò che sperava dal peccato. E allora, quel che desideriamo cerchiamolo nel Figlio della Vergine. È un frutto benedetto da Dio, che lo arricchì d'ogni grazia, tanto da farla traboccare sino a noi appena gli porgiamo il nostro ossequio. «Egli ci ha benedetti in Cristo, dall'alto dei cieli, con ogni genere di benedizioni spirituali» (Ef I, 3). E benedetto dagli angeli: «Lode, gloria; sapienza, rendimento di grazie, onore, potenza e forza al nostro Dio, nei secoli dei secoli!» (Ap 7, 12). Benedetto dagli uomini, che ripetono: «Ogni lingua riconosca che Cristo Gesù è il Signore, a gloria di Dio Padre» (Fil 2, 11), e: «Benedetto colui che viene nel nome del Signore» (Gv 12,13; cf. Sal 117, 26).
     Benedetta di sicuro la Vergine santa, ma ancor più benedetto il frutto del suo grembo.


AVE AVE AVE MARIA!

CREO EN EL ESPÍRITU SANTO



Venida del Espiritu Santo. Iglesia del Esp.Santo. - Araure, Baraure, Venezuela
En recuerdo del primer Pentecostés del 15 de Mayo
en el Cenàculo de Jerusalém
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Artículo   8
                   CREO EN EL ESPÍRITU SANTO
112.Como ya se dijo, el Verbo de Dios es el Hijo de Dios, así como el verbo del hombre es una concep­ción de su inteligencia. Pero a veces el hombre tiene un verbo muerto: así es cuando el hombre piensa lo que debe hacer, pero no hay en él la voluntad de hacerlo; como cuando el hombre cree y no obra, se dice que su fe está muerta, como en Santiago 2, 26. Pero el Verbo de Dios está vivo. Hebr 4, 12: "Ciertamente es viva la palabra de Dios"; por lo cual necesariamente Dios tiene en sí voluntad y amor. Por lo cual dice San Agustín en el libro sobre la Trinidad: "El Verbo del que tratamos de dar una ¡dea es un conocimiento con amor". Ahora bien, como el Verbo de Dios es el Hijo de Dios, así el amor de Dios es el Espíritu Santo. De aquí que el hombre posee al Espíritu Santo cuando ama e Dios. Dice el Apóstol en Rom 5, 5: "El Amor de Dios ha sido derramado en nuestros corazones por el Espí­ritu Santo, que nos ha sido dado".
113.Pero hubo algunos que opinando erróneamen­te acerca del Espíritu Santo, dijeron que es una crea-tura, que es inferior al Padre y al Hijo y que era el esclavo y el servidor de Dios. Por lo cual, para recha­zar esos errores, se agregaron cinco palabras en otro símbolo * sobre el Espíritu Santo.
114.Primeramente, que aun cuando hay otros es­píritus, los Angeles, que sí son servidores de Dios, se­gún aquello del Apóstol (Hebr I, 14): "Todos ellos son espíritus servidores"; en cambio, el Espíritu Santo es Señor. Juan 4, 24: "El Espíritu es Dios"; y el Apóstol, en II Cor 3, 17: "El Señor es el Espíritu"; por lo cual donde esté el Espíritu del Señor, allí hay libertad, como se dice en II Cor 3. Y la razón de ello es que hace amar a Dios y quita el amor al mundo. Por lo cual se dice: Creo "En el Espíritu Santo, que es Señor".
(1 El símbolo de Nicea-Constantinopla.)

115.En segundo lugar, que la vida del alma consis­te en unirse a Dios, porque Dios mismo es la vida del alma, así como el alma es la vida del cuerpo. Pues bien, el Espíritu Santo une a Dios por amor, porque El mis­mo es el amor de Dios, y por eso vivifica. Juan 6, 64: "El Espíritu es el que vivifica". Por lo cual se dice: "Y vivificante".
116.En tercer lugar, que el Espíritu Santo es de la misma substancia con el Padre y el Hijo; porque como el Hijo es el Verbo del Padre, así el Espíritu Santo es el amor del Padre y del Hijo, y por lo mismo procede del uno y del otro; y así como el Verbo de Dios es de una misma sustancia con el Padre, así también el Amor con el Padre y con el Hijo. Por lo cual se dice: "Que procede del Padre y del Hijo". Luego también por esto consta que no es una criatura.
117.En cuarto lugar, que es igual al Padre y al Hijo en cuanto al culto. Juan 4, 23: "Los verdade­ros adoradores adorarán al Padre en espíritu y en ver­dad". Mt 28, 19: "Enseñad a todas las gentes, bauti­zándolas en el nombre del Padre y del Hijo y del Espí­ritu Santo". Por lo cual se dice: "Que con el Padre y el Hijo recibe una misma adoración".
118.En quinto lugar, lo que prueba que el Espíritu Santo es igual a Dios es que los Santos Profetas hablaron por Dios. En efecto, es claro que si el Espíritu no fuese Dios, no se diría que los Profetas hablaran por Dios. Pero San Pedro dice (Epist. II, cap. I, 21) que "santos hombres de Dios han hablado inspirados por el Espíritu Santo". Isaías 48, 16: "Me envió el Señor Dios y su Espíritu". Por lo cual aquí se dice: "Que habló por los Profetas".
119.Con esto se destruyen dos errores: el error de los Maniqueos, que dijeron que el Antiguo Testamento no es de Dios, lo cual es falso, porque por los Profetas habló el Espíritu Santo. Y también el error de Priscila y de Montano, que dijeron que los Profetas no habla­ron por el Espíritu Santo, sino como dementes.
120.Pues bien, del Espíritu Santo provienen para nosotros variados frutos.

En primer lugar, nos purifica de los pecados. La ra­zón es que a quien hace una cosa le corresponde re­hacerla. Pues bien, el alma es creada por el Espíritu Santo, porque Dios hace todas las cosas por El. En efecto, amando su propia bondad es como Dios pro­duce todas las cosas. Sab II, 25: "Amas todo lo que existe, y nada de lo que hiciste aborreces". Dice Dio­nisio en el cap. 4 de Los Nombres divinos: "El amor de Dios no le permitió permanecer sin vástago". Es for­zoso, pues, que el corazón del hombre destruido por el pecado sea rehecho por el Espíritu Santo. Salmo 103, 30: "Envía tu Espíritu y los seres serán creados, y re­novarás la faz de la tierra". Ni es de admirar que el Espíritu purifique, porque todos los pecados se perdo­nan por el amor. Luc 7, 47: "Sus muchos pecados le son perdonados porque amó mucho". Prov 10, 12: "La caridad cubre todos los delitos". Y también I Pedro 4, 8: "La caridad cubre la multitud de los pecados".
121.En segundo lugar, ilumina el entendimiento, porque todo lo que sabemos, lo hemos aprendido del Espíritu Santo. Juan 14, 26: "Pero el Paráclito, el Es­píritu Santo, que el Padre enviará en mi nombre, os lo enseñará todo, y os recordará todo lo que yo os he dicho". Y también I Jn 2, 27: "La Unción os enseñará acerca de todas las cosas".
122.En tercer lugar, el Espíritu Santo nos ayuda y de cierta manera nos obliga a guardar los mandamien­tos. En efecto, nadie puede guardar los mandamientos de Dios si no ama a Dios. Juan 14, 23: "Si alguno me ama guardará mi palabra". Pues bien, el Espíritu Santo nos hace amar a Dios, por lo cual nos ayuda. Ezeq 36, 26: "Os daré un corazón nuevo, y en medio de vosotros pondré un espíritu nuevo; y quitaré de vuestra carne el corazón de piedra; y os daré un corazón de car­ne; y pondré mi espíritu en medio de vosotros; y haré que marchéis según mis preceptos, y observaréis mis leyes y las practicaréis".
123.En cuarto lugar, confirma la esperanza de la vida eterna, porque El es como la prenda de su heren­cia. Dice el Apóstol en Efes I, 13-14: "Fuisteis sellados con el Espíritu Santo de la promesa, que es prenda de nuestra herencia". El es, pues, como las arras de la vida eterna. Y la razón de ello es que la vida eterna le es debida al hombre en cuanto es hecho hijo de Dios, y viene a serlo haciéndose semejante a Cristo. Ahora bien, se asemeja uno a Cristo por poseer al Espíritu de Cristo, que es el Espíritu Santo. Dice el Apóstol en Rom 8, 15-16: "No recibisteis un espíritu de esclavitud para recaer en el temor, sino que recibisteis el Espíritu de hijos adoptivos, que nos hace exclamar: Abba, Padre. El Espíritu mismo da testimonio a nuestro espí­ritu de que somos hijos de Dios". Y en Gal 4, 6: "Por­que sois hijos de Dios, Dios ha enviado a vuestros corazones el Espíritu de su Hijo, que clama: Abba, Padre".
124.En quinto lugar, nos aconseja en nuestras du­das y nos enseña cuál sea la voluntad de Dios. Apoc 2, 7: "El que tenga oídos, oiga lo que el Espíritu dice a las Iglesias". Isaías 50, 4: "Lo escucharé como a Maestro".
“Vieni, Spirito Santo, vieni
per mezzo della potente intercessione
del Cuore Immacolato di Maria ,
tua amatissima Sposa”

AVE MARIA!