lunedì 15 aprile 2013

Ma l'inferno c'è, e non è folclore.



11 febbraio 2013 – Molti credono che l’inferno sia solo un luogo folcloristico.

Mia amata figlia prediletta, il desiderio del Mio Cuore è quello di salvare dall’Inferno quelle persone che commettono peccati tremendi.
Per ogni peccato mortale commesso, il dolore del fuoco strazierà l’anima come se fosse fatta di carne. Le grida di angoscia e il terrore che colpisce tali anime, quando sono trascinate nella profondità dell’inferno, spezzano il Mio Sacro Cuore.
Il Mio Cuore è infranto e il terribile dolore che provo sono causati da queste povere anime. Molte persone che vivono oggi sulla terra sono in terribile pericolo. Questo avviene perché molti credono che il peccato mortale sia semplicemente una colpa leggera e quindi lo giustificano. Così essi continuano su questa strada di autodistruzione. A meno che non possano vedere quali gravi errori stanno commettendo, saranno dannati e bruceranno in agonia per l’eternità.
Cosi poche persone credono nell’esistenza dell’Inferno! Molti credono che l’Inferno sia solo un luogo folcloristico. Moltissimi non credono che Dio permetterebbe l’esistenza di un posto così, e credono invece che saranno perdonati tutti i peccati, non importa quanto gravi. Di questo do la colpa agli errori commessi da quei sacri servitori che, nei decenni, hanno ceduto alle pressioni di un mondo secolare. Questo inganno ha provocato la perdita di miliardi e miliardi di anime. E, mentre è troppo tardi per queste anime, c’è ancora tempo, per coloro che sono marchiati oggi col segno del peccato mortale, di essere salvati.
Dovete pregare che queste persone possano essere tutelate dalle lusinghe malefiche di Satana, che gioisce alla prospettiva del loro destino. La Mia Luce sarà e può essere riversata su di loro, se aprirannno gli occhi alla realtà del peccato. Sebbene essi Mi tormentino con la loro malvagità, non c’è nessuno di loro che non si senta a disagio, o disperato a causa dei loro peccati. Benchè molti conoscano benissimo la causa di tale inquietudine, non faranno nulla, continuando a condonare e giustificare i loro peccati. Alcuni agiscono così perché sono circondati dalle tenebre della menzogna, che è insita nella loro cultura. Tali menzogne favoriscono l’accettazione del peccato.
AiutateMi a salvarli con questa litania.
Litania di preghiera di Gesù per l’Umanità (5) per la salvezza di coloro che sono in peccato mortale.
<<Gesù salva tutti i peccatori dal fuoco dell’Inferno.
Perdona le anime annerite.
Aiutale a vedere Te.
Sollevale dalle tenebre.
Apri i loro occhi.
Apri i loro cuori.
Mostra loro la Verità.
Salvale.
Aiutale ad ascoltare.
Liberale dall’orgoglio, dalla lussuria e dall’invidia.
Proteggile dal male.
Ascolta le loro richieste di aiuto.
Afferra le loro mani.
Attirale verso di Te.
Salvale dall’inganno di Satana.
Amen.>>
Aiutateli, Miei seguaci, chiedendoMi di perdonarli per le terribili offese che Mi infliggono ogni giorno.
Il vostro Gesù.
DOMINE, 
MISERERE PER MARIAM!

Solo il Buon Pastore custodisce con immensa tenerezza il suo gregge e lo difende dal male, e solo in Lui i fedeli possono riporre assoluta fiducia.

Assaporando insieme a papa Benedetto XVI 
la Parola di Dio che ci salva
nella IV Domenica di Pasqua
 Giornata di speciale preghiera per le vocazioni




REGINA CÆLI
Piazza San Pietro
Domenica, 25 aprile 2010 

Cari fratelli e sorelle,
in questa quarta Domenica di Pasqua, detta “del Buon Pastore”, si celebra la Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, che quest’anno ha per tema: “La testimonianza suscita vocazioni”, tema “strettamente legato alla vita e alla missione dei sacerdoti e dei consacrati” (Messaggio per la XLVII G. M. di preghiera per le vocazioni, 13 novembre 2009). 

La prima forma di testimonianza che suscita vocazioni è la preghiera (cfr ibid.), come ci mostra l’esempio di santa Monica che, supplicando Dio con umiltà ed insistenza, ottenne la grazia di veder diventare cristiano suo figlio Agostino, il quale scrive: “Senza incertezze credo e affermo che per le sue preghiere Dio mi ha concesso l’intenzione di non preporre, non volere, non pensare, non amare altro che il raggiungimento della verità” (De Ordine II, 20, 52, CCL 29, 136). Invito, pertanto, i genitori a pregare, perché il cuore dei figli si apra all’ascolto del Buon Pastore, e “ogni più piccolo germe di vocazione … diventi albero rigoglioso, carico di frutti per il bene della Chiesa e dell’intera umanità” (Messaggio cit.). 

Come possiamo ascoltare la voce del Signore e riconoscerlo? Nella predicazione degli Apostoli e dei loro successori: in essa risuona la voce di Cristo, che chiama alla comunione con Dio e alla pienezza della vita, come leggiamo oggi nel Vangelo di san Giovanni: “Le mie pecore ascoltano la mia voce ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano” (Gv 10,27-28). Solo il Buon Pastore custodisce con immensa tenerezza il suo gregge e lo difende dal male, e solo in Lui i fedeli possono riporre assoluta fiducia.

In questa Giornata di speciale preghiera per le vocazioni, esorto in particolare i ministri ordinati, affinché, stimolati dall’Anno Sacerdotale, si sentano impegnati “per una più forte ed incisiva testimonianza evangelica nel mondo di oggi” (Lettera di indizione). 
Ricordino che il sacerdote “continua l’opera della Redenzione sulla terra”; 
sappiano sostare volentieri davanti al tabernacolo”; 
aderiscano “totalmente alla propria vocazione e missione mediante un’ascesi severa”; 
si rendano disponibili all’ascolto e al perdono; 
formino cristianamente il popolo a loro affidato; 
coltivino con cura la “fraternità sacerdotale” (cfr ibid.). Prendano esempio da saggi e zelanti Pastori, come fece san Gregorio di Nazianzo, il quale così scriveva all’amico fraterno e Vescovo san Basilio: “Insegnaci il tuo amore per le pecore, la tua sollecitudine e la tua capacità di comprensione, la tua sorveglianza … la severità nella dolcezza, la serenità e la mansuetudine nell’attività … i combattimenti in difesa del gregge, le vittorie … conseguite in Cristo” (Oratio IX, 5, PG 35, 825ab).

Ringrazio tutti i presenti e quanti con la preghiera e l’affetto sostengono il mio ministero di Successore di Pietro, e su ciascuno invoco la celeste protezione della Vergine Maria, alla quale ci rivolgiamo ora in preghiera.

ORATE FRATRES

San GIOVANNI BOSCO // Pelicula sobre Don Bosco y mamá Margarita


Pelicula sobre Don Bosco y mamá Margarita

Mi  educaciòn fue casi toda salesiana, y es por eso que el amor por Don Bosco, San Juan Bosco, surge naturalmente en mi alma. 
Pero es tambien grande la emoción que surge al recordar a su mamá Margarita, que fue la inspiradora en buena medida de su sed de santidad. Mamá Margarita tiene causa canónica abierta, por lo tanto es bueno rezar por ella para que sea elevada pronto a los altares.

Esta película es hermosa, para comprender la obra que Don Bosco realizó. Carece, quizás, de referencias a la enorma cantidad de milagros que Don Bosco propiciara como instrumento del Señor, que han sido sostén de su obra y fuente de la fama de santidad que lo acompañara en vida.
Los invitamos a disfrutar esta hermosa obra, que da alegría al corazón.

PARA VER LA PELICULA PULSE LA FLECHA EN LA IMAGEN DEBAJO DE ESTE TEXTO

Domine, da mihi animas, coetera tolle.
Signore : dammi anime e.. nient'altro!


Testamento spirituale di Santa Bernadette Soubirous. La sua vita... dalle sue parole


LOURDES PREPARO' FATIMA

Bernadette Soubirous 

Ricorre il 16 aprile la festa della veggente della Madonna di Lourdes: Santa BERNADETTE Soubirous.  
 Un personaggio dei più straordinari nella storia del Cristianesimo. Affascina nella sua disarmante povertà e semplicità. Secondo me quando Gesù diceva: “BEATI I PURI DI CUORE” pensava a gente come lei!
Per conoscerla un po' meglio ascoltiamo il suo testamento spirituale, una sua preghiera, le sue parole guardando alcune sue (anche rare) fotografie.


Testamento spirituale di Santa Bernadette
Per l’indigenza di mamma e papà
per la rovina del mulino, per il vino della stanchezza,
per le pecore rognose : graziemio Dio!

Bocca di troppo da sfamare che ero;
per i bambini accuditi, per le pecore custodite, grazie!

Grazie o mio Dio, per il Procuratore,
per il Commissario, per i Gendarmi,
per le dure parole di Peyremale.

Per i giorni in cui siete venuta, Vergine Maria,
per quelli in cui non siete venuta,
non vi saprò rendere grazie altro che in Paradiso.

Ma per lo schiaffo ricevuto, per le beffe, per gli oltraggi,
per coloro che mi hanno presa per pazza,
per coloro che mi hanno presa per bugiarda,
per coloro che mi hanno presa per interessata.
GRAZIE, MADONNA!Per l’ortografia che non ho mai saputa,
per la memoria che non ho mai avuta,
per la mia ignoranza e per la mia stupidità, grazie!

Graziegrazie, perché se ci fosse stata sulla terra
una bambina più stupida di me, avreste scelto quella!

Per la mia madre morta lontano,
per la pena che ebbi quando mio padre,
invece di tendere le braccia alla sua piccola Bernadette,
mi chiamò Suor Maria Bernarde:grazie, Gesù!
Grazie per aver abbeverato di amarezza
Questo cuore troppo tenero che mi avete dato.

Per Madre Giuseppina che mi ha proclamata:
"Buona a nulla".
GRAZIE!

Per i sarcasmi della madre Maestra, la sua voce dura,
le sue ingiustizie, le sue ironie,
e per il pane della umiliazione,grazie!
Grazie per essere stata quella cui la Madre Teresa
Poteva dire :"Non me ne combinate mai abbastanza".

Grazie per essere stata quella privilegiata
dai rimproveri, di cui le mie sorelle dicevano:
"Che fortuna non essere come Bernadette".

Grazie di essere stata Bernadette,
minacciata di prigione perché vi avevo vista,
Vergine Santa!
Guardata dalla gente come bestia rara;
quella Bernadette così meschina che a vederla si diceva:
"Non è che questa?!".

Per questo corpo miserando che mi avete dato,
per questa malattia di fuoco e di fumo,
per le mie carni in putrefazione,
per le mie ossa cariate, per i miei sudori,
per la mia febbre, per i miei dolori sordi e acuti,
GRAZIE MIO DIO!

Per quest’anima che mi avete data, per il deserto della aridità interiore,
per la vostra notte e per i vostri baleni,
per i vostri silenzi e i vostri fulmini;
per tutto,
per Voi assente e presente, grazie!Grazie o Gesù!


"Vorrei che si dicessero anche i difetti dei santi e ciò che hanno fatto per correggersi. Questo servirebbe molto di più che non i loro miracoli e le loro estasi."
(Così diceva Bernadette riconoscendo la sua testardaggine.)

Una preghiera che rivela il suo cuore
O Gesù, datemi, ve ne prego,
il pane dell'umiltà,
il pane dell'obbedienza,
il pane della carità,
il pane della forza per spezzare la mia volontà e fonderla con la vostra,
il pane della mortificazione interiore,
il pane del distacco dalle creature,
il pane della pazienza per sopportare le pene che il mio cuore soffre,
il pane della forza per soffrire bene,
il pane per non vedere che voi solo in tutto e sempre,
Gesù, Maria, la Croce, io non voglio altri amici che questi.
O Gesù, voi mi volete crocifissa: fiat






"E' perché ero la più povera e la più ignorante che la Santa vergine mi ha scelta."

Le sue parole
Santa Bernadette non ha lasciato quasi nulla di scritto. Il periodico 30giorni pubblicò una piccola antologia delle frasi riportate nel libro di René Laurentin "Bernadette vi parla", basato sulle testimonianze conservate negli atti del processo canonico. Ne abbiamo stralciata qualcuna, nell'ordine cronologico in cui il libro le propone.






"E' perché ero la più povera e la più ignorante             che la Santa vergine mi ha scelta."
Anno 1858


24 FEBBRAIO - «Come ti ha parlato? In francese o in dialetto?», chiedono a Bernadette. «Oh! questa è bella, volete che mi parli in francese? Credete che lo sappia io?».
Nel corso della nona apparizione si sente Bernadette che ripete:«Penitenza... Penitenza... Penitenza...». Alla fine c’è questo dialogo tra la veggente e qualche suo interlocutore: «Ma cosa ti ha detto?»«Va' a bere alla fontana e a lavarti», replica Bernadette.
«E l'erba che hai mangiato?».«Anche questo mi ha domandato...».
«Che cosa ti ha detto?» «Mangerai quell'erba che è là». «Ma sono gli animali che mangiano l'erba!» «E perché tutta questa agitazione oggi? Ieri Aquero mi aveva detto di baciare la terra come penitenza per i peccatori».
«Ma lo sai che ti credono pazza a fare di queste cose?». E lei conclude: «... per i peccatori».





25 MARZO - Bernadette alla grotta davanti all’apparizione: «Signorina, vorreste aver la bontà di dirmi chi siete, per favore?». Poi, si allontana dalla grotta e ride: «Sai qualche cosa?», le dicono. E lei, nella sua semplicità:«Non dirlo a nessuno, ma mi ha detto: “Sono l'Immacolata Concezione”».




La sorgente nella grotta



MAGGIO - Nuovo rischio di prigione per Bernadette: «Oh povera Bernadette... ti metteranno in prigione». «Non ho paura di nulla, se mi ci metteranno mi tireranno anche fuori, perché ho sempre detto la verità!».







4 GIUGNO - L'indomani della prima comunione di Bernadette, Emmanuélite Estrade le chiede: «Che cosa ti ha reso più felice: la prima comunione o le apparizioni?» «Sono due cose che vanno assieme, ma che non possono essere paragonate. Sono stata molto felice di tutte e due».
28 AGOSTO - All'abate Fonteneau:«Non vi obbligo a credermi, ma non posso che rispondervi dicendo quello che ho visto e udito». «Allora, Bernadette, poiché la Vergine Santa ti ha promesso il cielo, tu non ti devi più occupare dell'anima tua?». «Oh, padre, non andrò in cielo che comportandomi come si deve».







ANNO 1859

MAGGIO - Marie de Cornuijer-Lucinière la interroga riguardo ai segreti: «Li diresti al Papa?». «Non ha bisogno di saperli».










ANNO 1860

7 DICEMBRE - Interrogatorio davanti a monsignor Laurence, vescovo di Tarbes: «Non sembra un'idea degna della Madonna averti fatto mangiare l'erba». «Mangiamo pure l'insalata!».






ANNO 1861-1862
L'abate Bernadou vuol fotografare Bernadette per fissare sulla lastra l'espressione che il suo volto poteva avere durante le apparizioni: «No, non va. Non facevi quella faccia quando c'era la Madonna». «Ma adesso non c'è!».







ANNO 1864
Hanno fotografato Bernadette e si vendono le fotografie a un franco l'una... «Trovi che ti vendono a un prezzo sufficiente, Bernadette?».«Più di quanto valgo».



ANNO 1866
Alla vigilia della partenza per Nevers, Justine, la figlia della sua balia, Marie Lagües, viene a trovare Bernadette: «Non ti dispiace partire?». «Quel poco tempo che siamo al mondo, bisogna impiegarlo bene».










NEVERS 1866-1879
Testimonianze delle consorelle e di persone che hanno incontrato Bernadette durante la sua permanenza nella casa madre della congregazione delle Suore della carità di Nevers, dal 1866 fino alla morte, avvenuta il 16 aprile 1879




1866
LUGLIO - Suor Emilienne Duboé: Bernadette mi fu affidata fin dal suo arrivo in noviziato, per abituarla... Ciò che la addolorava, era di non vedere più la grotta di Lourdes. «Se tu sapessi» mi disse «quello che ho visto di bello là». Avevo la tentazione di chiederlo, ma mi rispose che non poteva dire niente, che la madre maestra l'aveva proibito. Mi diceva: «Se tu sapessi quant'è buona la Madonna!».
Un giorno Bernadette mi fece notare che facevo male il segno della croce. Le risposi che certamente non lo facevo tanto bene quanto lei che lo aveva imparato dalla Madonna.«Bisogna farci attenzione» mi disse «perché vuol dire molto farsi bene il segno della croce».
Suor Charles Ramillon: Il modo in cui si faceva il segno della croce mi colpiva profondamente; abbiamo cercato più volte di riprodurlo, ma senza risultato. Allora dicevamo: «Si vede bene che glielo ha insegnato la Madonna stessa».
Suor Emilie Marcillac: Suor Marie-Bernard aveva una pietà dolce, semplice, senza niente di singolare. Era molto esatta, non mancava al silenzio, ma a ricreazione attirava per il suo brio. Non le piaceva la pietà caricata. Un giorno mi diceva ridendo, indicandomi una novizia che chiudeva sempre gli occhi: «Vedete suor X? Se non avesse una compagna che la conduce, le capiterebbe un incidente. Perché chiudere gli occhi, quando bisogna tenerli aperti?».


Durante le sue crisi d’asma, aveva degli assalti di tosse che le dilaniavano il petto; benché vomitasse sangue e soffocasse, non si lasciava mai sfuggire un lamento, un mormorio. La udivo soltanto pronunciare il nome di Gesù. Dopo aver detto: «Gesù mio!», guardava il crocifisso, e nei suoi occhi c’era qualche cosa di inesprimibile, ma che diceva tanto...
Suor Emilie Marcillac: In ottobre, il 25, stette assai male… Si pensava che non avrebbe passato la notte… Grande fu la mia sorpresa l’indomani mattina, quando alle quattro e mezzo mi avvicinai al letto per avere notizie; la credevo in agonia. Invece mi rispose con voce chiara: «Sto meglio, il Signore non mi ha voluta, sono andata fino alla porta e Lui mi ha detto: torna indietro, è troppo presto».
SETTEMBRE - «Non posso trovare bella nessuna madonna, dopo aver visto l'originale».

1867
30 OTTOBRE - il giorno della sua professione, al momento di dare le destinazioni alle neo-religiose.. dialogo tra la superiora,il vescovo e Bernardetta - che adesso si chiama suorr Marie Bernard
- E suor Marie Bernard?
- Monsignore non sa far niente
- È vero suor Marie Bernard, che sei una buona a nulla?
- E vero, monsignore!
- Ma allora figlia mia cosa ne facciamo di te?
- Ve l’avevo ben detto a Lourdes, Monsignore, quando si trattava di farmi entrare in comunità, e lei mi ha risposto che non era niente.
- Se sua eccellenza desidera potremmo tenerla per carità in casa madre ed impiegarla in qualche modo, all’infermeria per le pulizie (dai vasi di fiori... ai vasi da notte!) e le tisane.
(Siccome è quasi sempre malata, sarà proprio il suo mestiere.)
- Farò del mio meglio
- Ti do l'incarico di pregare!
L'infermeria di Saint Gilard dove morì Bernadette

Dirà in seguito: Mi piacerebbe curare gli ammalati negli ospizi. Temo che la mia poca salute sia il motivo per cui io non vi sia mandata; ma mi affido alla volontà di Dio per fare ciò che a lui piacerà. 
Se si fa bene il sacrificio della propria vita si va in cielo vero?

Bernadette morì su questa poltrona

1868
NOVEMBRE - Monsignor Chigi [nunzio apostolico in Francia, ndr] fece chiamare in parlatorio suor Marie-Bernard. «Figliola» le chiede «non hai avuto paura quando hai visto la Madonna?». «Oh, sì, monsignore, molta; ma solo la prima volta; poi, era così bella!».

1869
AGOSTO - Una sola sua parola faceva del bene. A chi era nel dolore diceva:«Pregherò per voi».
Suor Emilienne Robert: Parlava di correggerci dei nostri difetti, e le dissi che è difficile. Lei allora spalancò gli occhi e mi rispose vivacemente: «Ma come! Ricevere così spesso il pane dei forti e non essere più coraggiosa!».
NOVEMBRE - Suor Cécile Pagès: Dicevo a suor Marie-Bernard che molte persone erano guarite con l’acqua di Lourdes, dopo una novena.«Oh» disse, «la Vergine talvolta vuole che si preghi a lungo, e una persona è stata guarita soltanto dopo nove novene».



1870
AGOSTO - Suor Madeleine Bounaix: «Quanto deve essere bella la festa in cielo, e quanto bella deve essere anche la Madonna». «Oh sì» disse«quando la si è vista non si può più essere attaccati alla terra!» e con il dito mi mostrava la grotta. Le dissi: «È un ricordo assai dolce per voi, sorella». Prendendo un’aria grave, quasi triste, rispose: «Oh, sì! Ma non avevo nessun diritto a tale grazia».

1871
AGOSTO - «Quando passi davanti alla cappella, se non hai il tempo di fermarti, incarica il tuo angelo custode di portare il tuo messaggio al Signore nel tabernacolo. Lo porterà e poi ti raggiungerà di nuovo».
Tra i santi, Bernadette aveva una devozione particolare per san Giuseppe. Ripeteva queste invocazioni: «Fatemi la grazia di amare Gesù e Maria come vogliono essere amati. San Giuseppe, pregate per me. Insegnatemi a pregare». E diceva:«Quando non si riesce a pregare, ci si rivolge a san Giuseppe».
«Che cosa pensate di me? Volete che non sappia che se la Madonna mi ha scelta, è perché ero la più ignorante? Se ne avesse trovata una più ignorante, avrebbe preso lei».

1872
AGOSTO - A una suora amica lascia questa consegne:
Non dimenticare di vedere Nostro Signore nella persona del povero.
Più egli è disgustoso più ancora bisogna amarlo. Quando si cura un malato bisogna ritirarsi prima di riceverne un grazie. Siamo sufficientemente ricompensati per l’onore di prenderci cura di lui.

E poi salutandola:
Quando ci si ama davvero non c’è bisogno di scambiarsi un ricordo. Bisogna amarsi senza misura e spendersi senza risparmi; diamoci un abbraccio per l’ultima volta.
e aggiunge:
Accogli la malattia come una carezza spenditi al servizio dei poveri, ma con prudenza.
Non lasciarti scoraggiare e ama molto la Madonna!!!

Figlia privilegiata della Madonna, aveva una devozione speciale per san Giuseppe. Un giorno disse: «Vado a fare una visitina a mio padre». Era san Giuseppe: andava spesso a pregarlo in cappella. Diceva: «Amate tanto il Signore, figlie mie. È tutto qui».

1879
Torturata da diverse malattie: l'asma, un tumore ad un ginocchio, infezioni purulente agli orecchi, tubercolosi ossea, piaghe su tutta la schiena
È molto doloroso non poter respirare, ma è molto più terribile esser torturata da pene interiori.

Alla domanda di una suora se fosse la malattia il  motivo del suo pianto rispose:
Non è tanto per questo. Se tu sapessi quello che succede in me... prega per me.
Alla superiora e alle suore che la vegliano:
Vi chiedo perdono di tutte le pene che vi ho dato a causa delle mie infedeltà nella vita religiosa, a voi mie compagne chiedo perdono dei cattivi esempi che vi ho dato. soprattutto del mio orgoglio.
Stamattina dopo la comunione,ho chiesto al Signore cinque minuti di sollievo dai dolori, perché volevo parlargli con calma, ma non me li ha dati.

LA MIA PASSIONE DURERA’ FINO ALLA MIA MORTE

Sono macinata come un chicco di grano

Le ultime parole Non avrei mai creduto di soffrire tanto per morire Santa Maria madre di Dio santa Maria madre di Dio prega per me peccatrice.


Bernadette nella morte - 1879
Il corpo , riesumato a 30 anni dalla morte,
viene trovato intatto

"Dopo la mia morte, tutto quello che si scriverà, più semplice sarà e meglio sarà."

Bernadette è ancora fra noi!
I suoi occhi sono chiusi, ma Bernadette è là!
Intatta, quella faccia su cui si è riflessa la luce meravigliosa del mistero virginale: l'Immacolata Concezione.
Intatte, quelle labbra che hanno conversato con la Vergine Maria.
Intatte, quelle mani che guidate dalle mani di Aquero, hanno graffiato il terreno di Massabielle ed aperto faticosamente per noi la fonte miracolosa per le nostre pene.
Intatto e presente, questo cuore così pieno di tenerezza e così forte che batte per amore di Gesù e della Madre Sua, presentando loro tutti i peccatori nel mondo.
Intatta, come se si fosse addormentata adesso e in attesa soltanto della chiamata dell'angelo per rialzarsi.
Il Signore non ha voluto che lei uscisse totalmente dalla nostra vista, né che lasciasse i fratelli e le sorelle per i quale ha dato la vita.
Bernadette è ancora fra noi! (A. Ravier, S.J.) 
1879 -1925
Il corpo di santa Bernadette riposa in una bara di cristallo in una cappella nella chiesa di San Gildard del convento di Nevers dove ha vissuto tredici anni. È lì dal 3 agosto 1925.

Bernadette nella bara di cristallo visibile a Nevers
La causa di beatificazione dei Bernadette è iniziata dopo trenta anni dalla morte, nel 1909. Come previsto in questi casi è stata fatta una ricognizione del corpo che è stato trovato inaspettatamente incorrotto e, così, nuovamente messo nella tomba. Un secondo esame fu fatto 10 anni dopo, nel 1919, e fu constatato nuovamente lo stato di integrità del corpo che fu ancora una volta seppellito. Una terza ricognizione, infine, fu fatta nel 1925. In questa occasione è stata fatta una maschera di cera sul volto e sulle mani - che erano diventate più scure a contatto con l'aria durante le ricognizioni precedenti - e il corpo incorrotto di santa Bernadette da allora è stato esposto alla vista dei fedeli a Névers, nell’urna di cristallo nella quale ancora oggi i visitatori la possono vedere, ricordandone l’esempio delle sua vita di semplicità.

Il volto e le mani di Bernadette ricoperte di cera



VENI, SPONSA CHRISTI,

ACCIPE CORONAM


QUAM TIBI DOMINUS PRAEPARAVIT


IN AETERNUM

domenica 14 aprile 2013

MARIA REGINA E MAESTRA DEI DOTTORI? CERTAMENTE



VERSO UN NUOVO TITOLO: 
MARIA MAESTRA DEI DOTTORI?


Tenendo conto dell'importanza insostituibile della verità rivelata come fondamento della fede; del posto preminente che nella Chiesa hanno sempre avuto ed hanno i dottori, i maestri cui è demandato il compito di esporre, di spiegare, di adattare ai tempi le verità della fede rivelata; della funzione altissima che ha Maria di preservare la Chiesa di Cristo da qualunque errore che contamini la purezza di questa fede, ci si domanda se non convenga a Lei, accanto ai molti altri titoli che la Chiesa Le ha attribuito nei secoli, anche il titolo di « Maestra dei Dottori », come a Colei che da sola ha vinto e sgominato tutte le eresie.

Dall'importanza della fede deriva l'importanza dei predicatori e dei maestri della fede, dei dottori. Essi svolgono un ruolo di primo piano nella Chiesa docente, nella Chiesa « che insegna », che deve « far discepoli di Dio » tutti i popoli della terra.


Nella Chiesa docente il primo « dottore » è il Papa che, dotato del dono dell'infallibilità in materia di fede e di morale, ha il compito di  
« confermare nella fede i suoi fratelli » (Lc. 22, 32), di « pascere » il gregge di Cristo guidandolo verso la verità e allontanando, anche col pericolo della sua vita, i mer-cenari interessati e i lupi rapaci che tentano di fare strage tra il gregge oscurando il lume della fede e seminando l'eresia.

Dopo il Papa, e insieme col Papa, sono « dottori » nella Chiesa i vescovi. Ad essi è demandato il compito non solo di governare, ma soprattutto di predicare.

Dopo il Papa e i vescovi, in armonia con loro e col magistero della Chiesa, viene una terza categoria di «dottori», i teologi. Il teologo - secondo una felice definizione di Karl Barth - è una persona che, nella Chiesa, spiega alla Chiesa la dottrina della Chiesa. Abbiamo così, fin dai primi tempi della Chiesa, una lunga teoria di studiosi che hanno portato un valido contributo alla enucleazione della sacra Scrittura e della rivelazione, servendosi anche dei dati della scienza naturale e della filosofia pagana estraendone sapientemente tutti gli elementi di verità che conteneva e applicandoli alla verità rivelata: perché la verità, dovunque si trovi, ha sempre una sola e identica fonte, Dio. Per questo san Tommaso d'Aquino, colui che più di tutti, a quanto pare, ha saputo sposare la teologia con la filosofia, la scienza divina con la scienza umana, ha potuto affermare: « Quando il teologo nello spiegare la rivelazione si serve della filosofia, non mescola il vino con l'acqua, ma cambia l'acqua in vino ».

Molti di questi « dottori della Chiesa », cioè teologi, sono vescovi: Papia di Gerapoli, Cirillo di Gerusalemme, Grillo di Alessandria, Atanasio, Giovanni Crisostomo, Basilio di Cesarea, i Cappadoci, Cipriano, Agostino, Ambrogio... Altri sono semplici sacerdoti: Origene, Gerolamo, Giovanni Damasceno... Altri sono laici: Giustino, Atenagora, Lattanzio, Tertulliano, Boezio, Cassiodoro...

Anche nella Chiesa trionfante i dottori saranno dotati di una speciale 
« aureola », definita «un premio accidentale aggiunto al premio essenziale, per l'eccellenza della loro vittoria», diversa da quella dei martiri e delle vergini, secondo il passo di Daniele: « Quelli che ammaestrano molti alla giustizia rifulgeranno come stelle nell'eternità senza fine » (Dan., 12, 3).

Ora, ecco la questione che ci si pone: può Maria essere considerata la Regina e la Maestra dei dottori e dei teologi nella Chiesa docente?
Essa è già invocata col titolo di « Regina degli Apostoli » per la parte attiva da Lei avuta nella Chiesa nascente. Regina degli Apostoli, Maria è in certo senso anche la Regina dei successori degli Apostoli, del Papa e dei vescovi, che hanno il compito di predicare e di insegnare la fede rivelata.



Il Venerabile Papa Pio XII parlando a un convegno di cardinali, arcivescovi e vescovi radunati in Roma (2 novembre 1954), affermava:
« Per quanto Essa sia Regina di tutti, la Beata Vergine Maria ha un dominio su di voi, sui vostri progetti e imprese, per un titolo speciale, in una forma più intima, essendo stata invocata per tanto tempo col singolare e glorioso titolo di Regina degli Apostoli. Infatti, essendo Essa la Madre del bell'Amore, della conoscenza e della santa speranza (Sir, 24, 24), che cosa può Essa desiderare più ardentemente o cercare con più tenacia che l'autentica adorazione del vero Dio sia radicata e impiantata profondamente nelle anime, che una carità più genuina le infiammi, che il puro timor di Dio regoli i loro piani, la speranza, fermamente basata sulla promessa dell'immortalità, sia sollievo in questo triste esilio sulla terra? Tutte queste virtù sono coltivate tra gli uomini attraverso i lavori e gli sforzi che voi spendete nel vostro apostolico ministero, di modo che guidando la loro vita terrena nella sobrietà, nella giustizia e nella pietà, essi possano raggiungere la felicità eterna nel ciclo ».


Il titolo di « Maestra dei dottori » conferito a Maria aggiungerebbe un aspetto più ampio, esplicativo e complementare, al titolo di « Regina degli Apostoli », esteso anche a coloro che propriamente parlando non sono i successori degli Apostoli, cioè ai teologi nel significato corrente della parola, in quanto Essa li illumina a scoprire la verità recondita nella parola di Dio rivelata, li infiamma ad amare questa parola, li spinge a parlare e a scrivere a vantaggio delle anime, li preserva dalla superbia che oscura la verità e impedisce di penetrarne il mistero, li allontana dall'errore che è sempre in agguato anche nelle cose più sante e più essenziali alla salute.

Anche se il titolo si presenta nuovo, le ragioni storiche e teologiche non sono nuove. Fin dai primi tempi della Chiesa, nella liturgia e nei Padri, troviamo espressioni che fanno vedere chiaramente il ruolo occupato da Maria nell'insegnamento della verità rivelata. Ne diamo qui un breve saggio.

La Vergine è chiamata « Sacrario dello Spirito Santo » (antif. alle Laudi del sabato): Essa è « sacrario » dello Spirito Santo in un senso molto vasto che comprende anche, non esclude, la verità rivelata da Dio, che lo Spirito Santo, 
« Spirito di verità », dovrà « far ricordare », « suggerire », « insegnare » (Gv. 14, 26). « Egli vi guiderà verso tutta la verità, perché non vi parlerà da se stesso, ma dirà tutto quello che ascolta e vi farà conoscere l'avvenire » (ivi, 16, 13).
Nella liturgia ambrosiana la Vergine è spesso chiamata col nome greco - il che indica l'antichità del rito — di Agia Sophia, Santa Sapienza, identificata con la Sapienza biblica dell'antico Testamento.

S. Ambrogio (in Luc., 2) arriva a dire che Maria è « norma doctrinae », norma della dottrina della fede, sia per l'esempio di fede da Lei dato nella sua vita, sia per la conoscenza profonda dimostrò (per es. nel Magnificat) della sacra Scrittura.
Nelle litanie lauretane Maria è detta « Arca dell'alleanza »: nell'arca antica erano contenute, tra l'altro, anche le tavole della Legge, il primo testo della parola di Dio scritta in caratteri umani.

San Edoardo Poppe (1890-1924), sacerdote belga, apostolo dell'Eucaristia e della Madonna, chiamava Maria « Ostensorio di Gesù », come Colei che porge o mostra, « ostenta » Gesù agli uomini.
Nel medioevo troviamo un'espressione molto significativa del compito che Maria assolve nella Chiesa quale tramite della verità rivelata; Maria è il « collo » del corpo mistico. L'espressione è stata messa in rilievo nel congresso mariologico di Roma (maggio 1975), dove ne sono stati esaminati i diversi aspetti: la Beatissima Vergine è il collo attraverso il quale viene a noi la parola di Dio (Eginaldo di Fiormont e Rodolfo Ardens); Maria è il collo del corpo mistico: è sotto Cristo che è il capo, al di sopra delle membra del corpo (Filippo di Harvengt); Maria è il collo della Chiesa perché è la mediatrice tra Dio e gli uomini (Ermanno di Tournai).

Maria « Maestra dei dottori »: abbiamo la ferma fiducia che, non oggi, ma con lo sviluppo della mariologia questo titolo sarà aggiunto ai molti altri, tutti gloriosi, che adornano la sua corona di Regina e di Madre.

MAGNIFICAT ANIMA MEA DOMINUM!