VERSO UN NUOVO TITOLO:
MARIA MAESTRA DEI DOTTORI?
Tenendo conto dell'importanza insostituibile della verità rivelata come fondamento della fede; del posto preminente che nella Chiesa hanno sempre avuto ed hanno i dottori, i maestri cui è demandato il compito di esporre, di spiegare, di adattare ai tempi le verità della fede rivelata; della funzione altissima che ha Maria di preservare la Chiesa di Cristo da qualunque errore che contamini la purezza di questa fede, ci si domanda se non convenga a Lei, accanto ai molti altri titoli che la Chiesa Le ha attribuito nei secoli, anche il titolo di « Maestra dei Dottori », come a Colei che da sola ha vinto e sgominato tutte le eresie.
Dall'importanza della fede deriva l'importanza dei predicatori e dei maestri della fede, dei dottori. Essi svolgono un ruolo di primo piano nella Chiesa docente, nella Chiesa « che insegna », che deve « far discepoli di Dio » tutti i popoli della terra.
Nella Chiesa docente il primo « dottore » è il Papa che, dotato del dono dell'infallibilità in materia di fede e di morale, ha il compito di
« confermare nella fede i suoi fratelli » (Lc. 22, 32), di « pascere » il gregge di Cristo guidandolo verso la verità e allontanando, anche col pericolo della sua vita, i mer-cenari interessati e i lupi rapaci che tentano di fare strage tra il gregge oscurando il lume della fede e seminando l'eresia.
Dopo il Papa, e insieme col Papa, sono « dottori » nella Chiesa i vescovi. Ad essi è demandato il compito non solo di governare, ma soprattutto di predicare.
Dopo il Papa e i vescovi, in armonia con loro e col magistero della Chiesa, viene una terza categoria di «dottori», i teologi. Il teologo - secondo una felice definizione di Karl Barth - è una persona che, nella Chiesa, spiega alla Chiesa la dottrina della Chiesa. Abbiamo così, fin dai primi tempi della Chiesa, una lunga teoria di studiosi che hanno portato un valido contributo alla enucleazione della sacra Scrittura e della rivelazione, servendosi anche dei dati della scienza naturale e della filosofia pagana estraendone sapientemente tutti gli elementi di verità che conteneva e applicandoli alla verità rivelata: perché la verità, dovunque si trovi, ha sempre una sola e identica fonte, Dio. Per questo san Tommaso d'Aquino, colui che più di tutti, a quanto pare, ha saputo sposare la teologia con la filosofia, la scienza divina con la scienza umana, ha potuto affermare: « Quando il teologo nello spiegare la rivelazione si serve della filosofia, non mescola il vino con l'acqua, ma cambia l'acqua in vino ».
Molti di questi « dottori della Chiesa », cioè teologi, sono vescovi: Papia di Gerapoli, Cirillo di Gerusalemme, Grillo di Alessandria, Atanasio, Giovanni Crisostomo, Basilio di Cesarea, i Cappadoci, Cipriano, Agostino, Ambrogio... Altri sono semplici sacerdoti: Origene, Gerolamo, Giovanni Damasceno... Altri sono laici: Giustino, Atenagora, Lattanzio, Tertulliano, Boezio, Cassiodoro...
Anche nella Chiesa trionfante i dottori saranno dotati di una speciale
« aureola », definita «un premio accidentale aggiunto al premio essenziale, per l'eccellenza della loro vittoria», diversa da quella dei martiri e delle vergini, secondo il passo di Daniele: « Quelli che ammaestrano molti alla giustizia rifulgeranno come stelle nell'eternità senza fine » (Dan., 12, 3).
Ora, ecco la questione che ci si pone: può Maria essere considerata la Regina e la Maestra dei dottori e dei teologi nella Chiesa docente?
Essa è già invocata col titolo di « Regina degli Apostoli » per la parte attiva da Lei avuta nella Chiesa nascente. Regina degli Apostoli, Maria è in certo senso anche la Regina dei successori degli Apostoli, del Papa e dei vescovi, che hanno il compito di predicare e di insegnare la fede rivelata.
Il Venerabile Papa Pio XII parlando a un convegno di cardinali, arcivescovi e vescovi radunati in Roma (2 novembre 1954), affermava:
« Per quanto Essa sia Regina di tutti, la Beata Vergine Maria ha un dominio su di voi, sui vostri progetti e imprese, per un titolo speciale, in una forma più intima, essendo stata invocata per tanto tempo col singolare e glorioso titolo di Regina degli Apostoli. Infatti, essendo Essa la Madre del bell'Amore, della conoscenza e della santa speranza (Sir, 24, 24), che cosa può Essa desiderare più ardentemente o cercare con più tenacia che l'autentica adorazione del vero Dio sia radicata e impiantata profondamente nelle anime, che una carità più genuina le infiammi, che il puro timor di Dio regoli i loro piani, la speranza, fermamente basata sulla promessa dell'immortalità, sia sollievo in questo triste esilio sulla terra? Tutte queste virtù sono coltivate tra gli uomini attraverso i lavori e gli sforzi che voi spendete nel vostro apostolico ministero, di modo che guidando la loro vita terrena nella sobrietà, nella giustizia e nella pietà, essi possano raggiungere la felicità eterna nel ciclo ».
Il titolo di « Maestra dei dottori » conferito a Maria aggiungerebbe un aspetto più ampio, esplicativo e complementare, al titolo di « Regina degli Apostoli », esteso anche a coloro che propriamente parlando non sono i successori degli Apostoli, cioè ai teologi nel significato corrente della parola, in quanto Essa li illumina a scoprire la verità recondita nella parola di Dio rivelata, li infiamma ad amare questa parola, li spinge a parlare e a scrivere a vantaggio delle anime, li preserva dalla superbia che oscura la verità e impedisce di penetrarne il mistero, li allontana dall'errore che è sempre in agguato anche nelle cose più sante e più essenziali alla salute.
Anche se il titolo si presenta nuovo, le ragioni storiche e teologiche non sono nuove. Fin dai primi tempi della Chiesa, nella liturgia e nei Padri, troviamo espressioni che fanno vedere chiaramente il ruolo occupato da Maria nell'insegnamento della verità rivelata. Ne diamo qui un breve saggio.
La Vergine è chiamata « Sacrario dello Spirito Santo » (antif. alle Laudi del sabato): Essa è « sacrario » dello Spirito Santo in un senso molto vasto che comprende anche, non esclude, la verità rivelata da Dio, che lo Spirito Santo,
« Spirito di verità », dovrà « far ricordare », « suggerire », « insegnare » (Gv. 14, 26). « Egli vi guiderà verso tutta la verità, perché non vi parlerà da se stesso, ma dirà tutto quello che ascolta e vi farà conoscere l'avvenire » (ivi, 16, 13).
Nella liturgia ambrosiana la Vergine è spesso chiamata col nome greco - il che indica l'antichità del rito — di Agia Sophia, Santa Sapienza, identificata con la Sapienza biblica dell'antico Testamento.
S. Ambrogio (in Luc., 2) arriva a dire che Maria è « norma doctrinae », norma della dottrina della fede, sia per l'esempio di fede da Lei dato nella sua vita, sia per la conoscenza profonda dimostrò (per es. nel Magnificat) della sacra Scrittura.
Nelle litanie lauretane Maria è detta « Arca dell'alleanza »: nell'arca antica erano contenute, tra l'altro, anche le tavole della Legge, il primo testo della parola di Dio scritta in caratteri umani.
San Edoardo Poppe (1890-1924), sacerdote belga, apostolo dell'Eucaristia e della Madonna, chiamava Maria « Ostensorio di Gesù », come Colei che porge o mostra, « ostenta » Gesù agli uomini.
Nel medioevo troviamo un'espressione molto significativa del compito che Maria assolve nella Chiesa quale tramite della verità rivelata; Maria è il « collo » del corpo mistico. L'espressione è stata messa in rilievo nel congresso mariologico di Roma (maggio 1975), dove ne sono stati esaminati i diversi aspetti: la Beatissima Vergine è il collo attraverso il quale viene a noi la parola di Dio (Eginaldo di Fiormont e Rodolfo Ardens); Maria è il collo del corpo mistico: è sotto Cristo che è il capo, al di sopra delle membra del corpo (Filippo di Harvengt); Maria è il collo della Chiesa perché è la mediatrice tra Dio e gli uomini (Ermanno di Tournai).
Maria « Maestra dei dottori »: abbiamo la ferma fiducia che, non oggi, ma con lo sviluppo della mariologia questo titolo sarà aggiunto ai molti altri, tutti gloriosi, che adornano la sua corona di Regina e di Madre.
MAGNIFICAT ANIMA MEA DOMINUM!