SAN GERARDO MAIELLA
TRIDUO
A SAN GERARDO
O san Gerardo, hai fatto della
tua vita un giglio purissimo di candore e di virtù; hai riempito la tua mente
e il tuo cuore di pensieri puri, parole sante e opere buone.
Tutto hai visto alla luce di
Dio. Hai saputo scorgere la mano di Dio nel capomastro della sartoria Pannuto
che ingiustamente ti percoteva; hai accettato come un dono di Dio le
mortificazioni dei superiori, le incomprensioni dei confratelli, le avversità
della vita.
In questo tuo eroico cammino
verso la santità, ti fu di conforto lo sguardo materno di Maria. L'amasti fin
dalla tenera età: a sette anni ti inginocchiavi estatico davanti alla Madonnina
di Materdomini. La proclamasti tua sposa quando, nell'ardore giovanile dei tuoi
vent'anni, le infilasti al dito l'anello di fidanzamento. Hai avuto la gioia di
chiudere gli occhi sotto lo sguardo materno di Maria.
O san Gerardo, ottienici con la
tua preghiera di essere amanti appassionati di Gesù e di Maria. Fa' che la
nostra vita, come la tua, sia un canto perenne di amore a Gesù e a Maria.
Gloria al Padre....
**
O san Gerardo, immagine perfettissima di Gesù
crocifisso, la croce per te è stata inesauribile sorgente di gloria.
Nella croce hai visto il mezzo
insostituibile della salvezza; dalla croce, la vittoria contro le insidie del
diavolo.
L'hai cercata con santa
ostinazione, abbracciandola con serena rassegnazione nelle continue
contrarietà della vita.
Hai martoriato il tuo corpo con
veglie, digiuni e penitenze sempre più aspre.
Perfino nella tremenda calunnia,
con la quale il Signore ha voluto provare la tua fedeltà, sei riuscito a
ripetere: "Se Dio vuole la mia mortificazione, perché debbo uscire dalla sua
volontà? Faccia dunque Dio, perché io non voglio se non quello che vuole
Dio".
Illumina, o san Gerardo, la
nostra mente a comprendere il valore della mortificazione della carne e del
cuore; fortifica la nostra volontà ad accettare le umiliazioni che la vita, di
volta in volta, ci presenta; impetraci dal Signore che, sul tuo esempio,
sappiamo intraprendere e percorrere la via stretta che conduce al cielo.
Gloria al Padre...
***
O san Gerardo, Gesù Eucaristia è stato per te
l'amico, il fratello, il padre da visitare, amare e ricevere nel tuo
cuore.
Al Tabernacolo sono stati fissi
i tuoi occhi, il tuo cuore. Sei diventato l'amico inseparabile di Gesù
eucaristico, fino a trascorrere notti intere ai suoi piedi. Fin da bambino lo
hai desiderato tanto ardentemente da ottenere dal cielo la prima comunione
dalle mani dell'arcangelo san Michele.
Nell'Eucaristia hai trovato il
conforto nei giorni tristi. Dall'Eucaristia, Pane di vita eterna, hai attinto
l'ardore missionario da convertire, se fosse stato possibile, tanti peccatori
quanti sono i granelli di sabbia del mare, le stelle del cielo.
Glorioso Santo, rendici
innamorati, come te, di Gesù amore infinito.
Per il tuo ardentissimo amore
all'eucaristico Signore, fa' che anche noi, come te, sappiamo trovare
nell'Eucaristia l'alimento necessario che nutre la nostra anima, la medicina
infallibile che sana e corrobora le nostre deboli forze, la guida sicura che,
sola, può introdurci alla visione gloriosa del cielo. Gloria al
Padre...
NOVENA MEDITATA A SAN
GERARDO
Introduzione
La pietà cristiana ha tenuto
sempre in grande considerazione la pratica della novena di preghiere. Nove
giorni di impegno particolare, tempo di riflessione e meditazione, tempo di
verifica del proprio "essere" cristiano.
E' consuetudine "fare la
novena" per prepararsi a una festa importante o quando si vuole ottenere
una grazia.
Lo scopo di questa novena in
onore di san Gerardo è dare un aiuto ai fratelli nella fede nel proporre una
crescita-esperienza di Cristo con san Gerardo. Il Santo ci addita Cristo,
essendone lui "viva immagine".
L'ordine seguito per ogni
giorno è il seguente:
- san Gerardo ci guida facendoci
una proposta di fede.
- lettura tratta dagli scritti
del Santo.
- pausa di riflessione e verifica
personale.
- preghiera ispirata alla
lettura.
Primo giorno
Dio chiamò, Gerardo disse "si"
Il santo è l'uomo che dice sempre "sì" a
Dio. Nel battesimo diventa "chiamato", "scelto" da Dio, per
rendere testimonianza alla verità. Il santo, alla chiamata, alla scelta,
risponde generosamente "sì".
Dio chiamò Gerardo Maiella a risplendere nella sua
Chiesa. Nacque a Muro Lucano (PZ) il 6 aprile 1726. Nello stesso giorno
ricevette il battesimo ed il primo invito alla santità. Il 5 giugno 1740
ricevette la cresima e decise di far agire lo Spirito Santo che era in lui. Ma
Dio lo volle ancora più in alto quale faro di luce al mondo intero chiamandolo
alla vita religiosa. "Mamma, vado a farmi santo", lasciò scritto.
Seguì fedelmente la voce del Signore, che gli apriva la via del cielo. Gerardo
seppe ripetere il suo "sì" a Dio anche nel periodo più nero della sua
vita. Fu, per lui, il venerdì santo: una calunnia infame abbattutasi su lui
fece risplendere di vivida luce la sua santità. In questo arco di tempo fu
affidato alle cure del padre Giovenale con "ordine che avesse seguitato a
tenerlo mortificato". P. Giovenale conosceva Gerardo da lungo tempo,
quando era novizio a Deliceto (FG). Lo invitò a scrivere il diario spirituale.
Gerardo con semplicità gli consegnò il resoconto della sua vita. Dopo aver
enumerato le dure penitenze di ogni giorno, espresse "i sentimenti più
vivi del cuore". Scrisse tra l'altro: "Una volta ho la bella sorte di
farmi santo e se la perdo, la perdo per sempre. E se una volta ho la fortuna di
potermi far santo... Dunque che mi manca a farmi santo? Ho tutte le occasioni
favorevoli a farmi santo. Via su, dunque, mi voglio far santo. Oh quanto
importa il farmi santo! Signore, che pazzia è la mia? Fratello Gerardo,
risolviti con darti tutto a Dio".
(Pausa di riflessione)
- Mi comporto sempre da figlio di Dio?
- So dire il mio "Sì " al Signore che mi
chiama?
- Ricambio in bene a chi mi fa del male?
L'invito alla santità è rivolto ad ogni battezzato.
L'esempio di san Gerardo è richiamo ad un impegno ed è sprone a corrispondere.
Dio che vuole tutti salvi dona a ciascuno le grazie necessarie perché
corrisponda alla vocazione e realizzi il progetto di Dio .
Preghiamo: O Signore, nostro Padre, tu arricchisti l'anima del
tuo servo Gerardo di tanta luce e di tanta grazia da fare della sua vita un
perenne "sì" al tuo amore ed alla tua volontà. "Sì" durante
tutta la vita, "sì" in morte, accettata per amor tuo, nella visione
della Madre celeste. Concedi anche a noi di essere generosi alla tua chiamata
ed alla tua scelta con un "sì" perenne e gioioso alla tua volontà.
Secondo giorno
Il "sì" che diventa amore
L'amore a Dio radicalizza tutto nella vita del
cristiano. Esso pone sotto un denominatore comune le azioni del giorno; fa sì
che l'ago magnetico del suo vivere e del suo pensare sia sempre rivolto a Dio,
principio e fine, alfa ed omega di ogni essere.
Meraviglia nella vita di Gerardo il numero dei
miracoli da lui operati, ma il segreto della sua santità è nel suo amore a Dio.
Non è bonomia nel nostro Santo farsi prendere per pazzo, lasciarsi percuotere
dal capogiovane sarto o dal guardiano del duca di Bovino (FG), saper tacere, se
calunniato o punito; non è esibizionismo dormire per terra, flagellarsi fino al
sangue, prendere alla lettera gli ordini dei superiori. Tutto è conseguenza di
un proposito che informa la sua vita: "Amare assai Dio. Unito sempre a
Dio. Far tutto per Dio. Amare tutto per Dio. Patire assai per Dio".
La lettera, che citiamo, fu l'ultima scritta in
ordine di tempo. E' del settembre 1755, un mese prima della morte.
Il P. Caione, superiore e biografo del Santo,
riporta la lettera con queste parole: "Lettera scritta dal letto, nella
sua infermità, a Donna Isabella Salvadore, Oliveto".
Il padre Caione la definisce: "l'ultima sua
grande lettera". Vi è tutto Gerardo, in una delle luci più belle della
sua vita, sempre con Dio e in Dio, con tutte le creature che amano Dio.
"Figlia mia, non c'è altro se non amare Dio
solo e niente più. Perciò vi prego vi spogliate di tutte le passioni ed
attacchi del mondo e v'unite e stringete tutta in Dio. Che bella cosa ad essere
tutta di Dio! Lo sanno quelle benedette e beate anime che lo provano; provatelo
voi pure e poi me lo direte. Che serve ad amare il mondo, se non per provare
continuamente triboli ed amarezze? Or via, non ci vuole altro, il vostro cuore
da oggi avanti ha da essere tutto di Dio ed in esso non ci ha da abitare altro
che Dio solo; e quando vedete che vi vuole entrare qualche passione, o altra
cosa, che non è di Dio, dite fra voi stessa: "Il mio cuore è preso, se
l'ha pigliato Dio, il mio caro. Onde non vi è luogo per altri che non sia il
mio Dio; perciò squagliate; sparite voi tutte che non siete il mio Dio, mio
divino Sposo".
(Pausa di riflessione)
- Oriento la mia vita sempre verso Dio?
- Scorgo la mano del Signore nella mia vita quotidiana
?
- Sono coerente al mio "Credo" senza
rispetto umano?
L'amore a Dio, che crea, redime e santifica è l'imperativo
categorico che deve coinvolgere l'intera vita. Con l'amore a Dio la vita vale
la pena di essere vissuta, perché viene innestata nella vite fecondissima che è
Cristo. Inserito a Cristo, il cristiano diventa figlio adottivo di Dio, proteso
ai fratelli bisognosi di aiuto.
Preghiamo: Signore, Padre nostro, hai chiamato il tuo servo
Gerardo alla carità perfetta. Animato dallo Spirito Santo ha consacrato a te la
sua vita nella Congregazione del SS. Redentore e ha promosso la tua gloria
nell'umile servizio di fratello coadiutore. Sul suo esempio rendici disponibili
alla voce dello Spirito, perché nelle nostre mansioni cerchiamo ed amiamo te
con tutto il cuore, con tutta la mente e con tutte le forze.
Terzo giorno
"Far sempre, in tutto, la Divina Volontà"
Per Gerardo la volontà di Dio fu un "tesoro
nascosto ed inapprezzabile". Fare la volontà di Dio sulla terra è
anticipare quello che fanno gli angeli ed i santi in cielo. E' un tradurre in
atto la preghiera di Gesù: "Sia fatta la tua volontà come in cielo, così
in terra". San Gerardo fece della volontà di Dio il suo pane quotidiano.
Dio lo volle povero e Gerardo fu povero. Dio lo volle umile e nascosto e
Gerardo, pur tra le lodi ed acclamazioni della folla, fu umile e nascosto. Dio
lo volle operatore di miracoli e Gerardo passò la vita, a somiglianza di Gesù,
"beneficando e sanando tutti". Dio lo volle tisico a 29 anni e
Gerardo accolse la volontà di Dio. Dio volle renderlo simile a Gesù, morto
solo sulla croce e Gerardo avendo pregato nottetempo un suo confratello di
recargli un bicchiere d'acqua, morì solo, con gli occhi illuminati dalla
visione della Madonna. Meditiamo ciò che san Gerardo scrisse a suor Maria di
Gesù nel monastero di Ripacandida il 24 aprile 1752.
Forse non è quel sommo Dio che tutto regge, e tutto
permette?.. Forse non è sua sacrosanta volontà, quello che ciò non pare? Vi è
forse un altro modo migliore di agire, per condurci alla nostra salvezza
eterna? E quale altra cosa migliore può trovarsi, per dargli gusto, quanto far
sempre, in tutto, la sua divina volontà? E che altro vuole da noi, se non la
sua divina volontà, e che si faccia perfettamente, come vuole, dove vuole e
quando vuole con lo stare sempre pronti in ogni minimo cenno?
Stiamo dunque indifferentissimi in tutto, a ciò
sempre, in tutto possiamo fare la volontà di Dio, con quella somma purezza
d'intenzione, che Dio vuole da noi. Gran cosa è la volontà di Dio!... sei tu
che tanto vali, quanto il mio caro Dio. E chi può mai comprenderti, se non il
mio caro Dio?"
(Pausa di riflessione)
- Vedo la volontà di Dio in ciò che mi accade?
-Accetto con rassegnazione la volontà di Dio nelle
contrarietà ?
- Ripeto spesso: Signore, sia fatta la tua volontà?
Questa dunque è la Regola d'oro per farsi santi:
fare sempre la volontà di Dio. Penso non vi sia altra strada per
l'autoaffermazione vera dell'uomo, oggi in cui l'uomo è posto al centro del
pensiero e dell'agire.
Solo nell'adempimento della volontà di Dio è la
nostra pace.
Preghiamo: O Signore, nostro Dio, ti domandiamo di farci
comprendere sempre più la necessità di vivere, facendo la volontà tua sempre e
dovunque. Lo stesso Gesù ci ha insegnato id implorarla: "Sia fatta la tua
volontà, come in cielo, così in terra". San Gerardo, tuo servo, ebbe a
cuore di adempiere sempre il tuo volere, sino a farne il programma della sua
vita. "Qui si fa la volontà di Dio, come egli vuole e per tutto il tempo
che a lui piace". Per intercessione di san Gerardo, donaci questa grazia!
Interceda presso di te, o Signore, la madre nostra Maria, perché ne
comprendiamo l'importanza e viviamo, facendo la tua volontà in tutti i giorni
della nostra vita.
Quarto
giorno
In continua orazione e contemplazione
Il santo non crea la realtà, ma ad essa dà luce,
perché possa essere vista nella giusta angolatura, che è l'ottica di Dio.
Ogni gesto, ogni azione, ogni cosa creata è per lui
occasione buona per elevare la sua mente a Dio in devota e umile preghiera. Le
bellezze del creato, il sorriso dei bimbi gli richiamano la bellezza di Dio, il
sorriso di Dio. Gli stessi peccatori gli ricordano la pazienza e la
misericordia del Signore e spontaneamente sgorga dal suo cuore un atto di
amore e di domanda fiduciosa per la loro conversione.
E' di esempio san Gerardo. Egli prega, quando sta in
chiesa a colloquio con Dio, e prega durante il suo lavoro. Apprendista sarto, o
umile coadiutore redentorista, frate cercatore o impegnato in cucina o in
portineria, non smette la sua abituale contemplazione. Anche i servizi più
umili lo avvicinano a Dio, perché tutto compie in unione a Cristo, per
adempiere il disegno della sua volontà.
Nel "Regolamento di vita" san Gerardo ci
dona una lezione preziosa sulla preghiera. Anche se l'originale del
manoscritto è andato perduto, è giunto fino a noi in una trascrizione fatta dal
P. Celestino De Robertis, amico del Santo, nell'ottobre 1768. Il Santo scrive:
"Metti giudizio e pensa che non ti faresti
santo collo stare solo in continua orazione e contemplazione. La migliore
orazione è stare come piace a Dio: esser franto al divino volere, cioé in
continui impieghi per Dio. Questo vuole Dio da te. Non metterti soggezione di
te stesso e di tutto il mondo. Basta solo avere Dio presente nei detti impieghi
e d'essere sempre in Dio. Veramente quando si fa per Dio solo, tutto è
orazione".
(Pausa di riflessione)
- Prego mattina e sera?
- Rispetto il nome del Signore, della Madonna, dei
santi ?
- Partecipo sempre alla messa festiva?
Il santo prega, santifica le sue azioni, trasforma
il suo lavoro in elevate aspirazioni dell'anima, che lo pongono a contatto
continuo e diretto con il Padre del cielo. Chi ama Dio è in sintonia con Dio
Padre e diventa uomo di preghiera. Trasforma le occupazioni della vita, che
sono anch'esse un dovere, in continua preghiera; "queste occupazioni diventano
spirituali sacrifici, graditi a Dio" (Lum. Gent. N 34).
Preghiamo: O Signore, Padre nostro, hai effuso nel tuo servo
Gerardo tale spirito di preghiera, da renderlo "uomo tutt' intero di
preghiera". Egli era assorto in te; a te elevava la realtà quotidiana,
fatta di umili cose, di umili lavori. La preghiera fioriva sul suo labbro, come
il sorriso sul volto del bimbo. Il miracolo seguiva la preghiera ed era il
sigillo che tu ponevi alla sua preghiera. Fa' che anche noi preghiamo sempre,
come Gesù ci ha raccomandato: "pregate sempre e non vi stancate".
Quinto
giorno
“Il mio Carcerato d'amore”
L'Eucaristia è il centro della Chiesa, del culto,
dei sacramenti. Nell'Eucaristia Gesù realizza il suo disegno di amore: restare
con gli uomini sino alla fine dei tempi per essere il cibo, la luce, la forza,
il compagno, il viatico degli uomini.
Gerardo Maiella attinse i frutti della Redenzione
vivendo in contatto continuo con l'Eucaristia. Fin da bambino amava restare in
chiesa molte ore per far compagnia al suo "Carcerato d'amore" .
Gerardo ebbe il privilegio di ricevere la Prima
Comunione dall'Arcangelo san Michele. Gesù aveva in Gerardo un compagno
assiduo nelle ore del giorno e della notte. A lui Gerardo parlava come ad un
amico, a lui esponeva le necessità anche materiali in cui versava, e Gesù
rispondeva sempre al suo servo fedele, qualche volta anche col miracolo. Da
religioso amava l'incarico di sacrista, perché gli dava l'opportunità di stare
più frequentemente in chiesa. Nei giorni tristi della calunnia la pena più
grande per Gerardo fu di non poter partecipare alla Comunione che gli era stata
vietata per punizione.
Ma egli offrì queste pene e se stesso sull'altare
con Cristo, che lo trasformò progressivamente in lui. La lettera, che
riportiamo, del 17/12/1751, fu diretta a suor Maria di Gesù. Erano due anime
profondamente spirituali, li legava una profonda amicizia, cementata dalla loro
consacrazione a Dio. "Grande idea aveva Gerardo di questa religiosa e
sommo concetto facea di lui la madre suor Maria... e non sembravano che due
serafini...". (P. Tannoia, biografo del Santo).
"Le Comunioni da una parte mi sono state di
somma consolazione e da un'altra parte di gran confusione, pensando alla
infinita bontà di Dio in aver impegnato le sue care spose per la salvezza di
chi tante volte, ingratamente l'ha offeso...
La prego di dire, per amore di Gesù Cristo, a
quella mia sorella che indegnamente farò la santa Comunione secondo desidera,
affinché si faccia santa con l'aiuto di Dio" .
(Pausa di riflessione)
-Santifico la festa?
- Partecipo con frequenza alla confessione e comunione?
- Visito Gesù nel SS. Sacramento?
Il mistero eucaristico è il centro della vita
cristiana. Gesù Cristo ci ha amati e si è donato alla morte per noi; il suo
amore lo ha spinto a farsi nostro cibo, per stabilire una perfetta unione con
lui. La santa Messa nel ripresentare il sacrificio della croce, compiuto da Cristo,
memoriale della sua morte e risurrezione, costituisce il sacro Convito del suo
Corpo e del suo Sangue, al quale il popolo di Dio partecipa con la santa
Comunione. La Comunione al Corpo di Cristo ci trasfonde la sua stessa vita.
Preghiamo: O Signore, nostro Padre, noi crediamo nel mistero
del Corpo e Sangue di Gesù presente nell'Eucaristia. Crediamo e adoriamo!
Soprattutto facciamo la nostra Comunione, dietro l'invito di Gesù, perché
rinvigoriti da questo Pane, possiamo continuare il nostro cammino di salvezza.
San Gerardo fu il serafino dell'Eucaristia; la sua vita scorreva in
atteggiamento di perenne adorazione, di continua comunione col Figlio tuo. Fa',
o Padre nostro, che noi ci accostiamo alla Mensa degli angeli col medesimo
ardore di san Gerardo, affinché un giorno possiamo vederti ed amarti non più
sotto le specie eucaristiche, ma svelatamente in cielo.
Sesto
giorno
L'Eucaristia ci affratella
L'Eucaristia è comunione con Dio, Padre di tutti, e
porta alla comunione con gli uomini, nostri fratelli in Cristo. L'amore ai
fratelli è il termometro preciso, che segna il grado di caloria del nostro
amore a Dio; è la carta d'identità, l'unica valida, che ci fa discepoli di
Cristo: "In questo riconosceranno che siete miei discepoli, se vi amerete
l'un l'altro". San Gerardo amò tutti i fratelli, perché in ciascuno
vedeva l'immagine e la somiglianza di Dio. Amò i fratelli, perché redenti dal
Sangue di Cristo; amò i fratelli, perché santificati dallo Spirito Santo: tutti
in cammino verso il grande appuntamento con il Padre celeste. Amò i fratelli
sofferenti nell'anima: al cercatore di tesori additò il Crocifisso, unico
tesoro. Ai sacrileghi additava la grazia divina, da riacquistarsi col
sacramento della penitenza; alle anime consacrate a Dio mostrava la strada
della perfezione.
Amò i fratelli sofferenti nel corpo: ecco gli
affamati ristorati, i nudi vestiti, i ciechi consolati, i naufraghi guidati
alla riva. Un aspetto di questo amore è scusare i difetti, ammonire i
mormoratori, usare diligenza e delicatezza con tutti.
Leggiamo questa pagina dai propositi di san Gerardo:
"Non accuserò o dirò i difetti degli altri,
nemmeno per ischerzo. Sempre scuserò il mio prossimo ed in lui considererò la
stessa persona di Gesù Cristo, quando veniva innocentemente accusato da quegli
ebrei e lo farò specialmente in sua assenza.
Avviserò ognuno, ancorché fosse lo stesso nostro
padre Rettore Maggiore, quando dice male del prossimo. Tratterò con ogni
diligenza per sfuggire ogni occasione di fare impazientire il mio prossimo. Quando
io mi accorgerò di qualche difetto commesso dal mio prossimo, avvertirò ben io
di non avvertirlo in presenza di altri, ma tra me e lui, con tutta carità e
voce bassa. Quando vedrò il bisogno di alcun padre o fratello, io lascerò il
tutto, per aiutarlo, purché non ci sia obbedienza in contrario".
(Pausa di riflessione)
- Amo i miei fratelli per amore di Dio?
- So amarli nei loro bisogni materiali e spirituali?
- So scusarli e perdonarli nei loro difetti e
scortesie?
L'amore di Dio e del prossimo è il primo comandamento
e il più grande. La Sacra Scrittura infatti ci insegna che l'amore a Dio non
può essere separato dall'amore al prossimo, e tutti gli altri precetti sono
compendiati in questa frase: "Amerai Dio sopra ogni cosa e il prossimo tuo
come te stesso ". La pienezza, perciò, della legge è l'amore. Preghiamo:
O Signore, Padre nostro, hai voluto il tuo servo Gerardo apostolo di carità
verso i fratelli, e lo hai costituito consolatore degli afflitti, angelo di
conforto. Donaci disponibilità per comprendere i bisognosi, coraggio nel
soccorrere i poveri, amore nell'accogliere gli emarginati riconoscendo in tutti
il volto del tuo Figlio.
Settimo giorno
"Star inchiodato su quest'amara croce"
Il dolore!... questo problema che travaglia l'uomo
sembra nato con lui agli albori dell'umanità. Eppure ci fu un tempo in cui
l'uomo fu felicissimo, perché uscito di fresco dalle mani di Dio, sorgente di
ogni felicità. L'uomo gustò la felicità nell'amicizia di Dio. La Bibbia Sacra
con una immagine plastica e bellissima ci presenta Dio che a sera conversa
amichevolmente con i nostri progenitori. Venne il peccato, ed a somiglianza
d'un uragano, tutto distrusse e prima fra tutto, la felicità. Ecco il dolore
con tutta la gamma delle pene, degli strazi, delle lacerazioni.
Dio non maledisse il dolore, ma lo elevò a mezzo di
salvezza e, nell'Eden, ad Adamo ed Eva, contrappose Gesù e Maria, che
redimeranno l'umanità con l'accettazione amorosa della sofferenza e del martirio
del corpo e del cuore.
San Gerardo abbracciò il dolore, lo redense con
Cristo Redentore; di esso fece una leva potente di fraternità in Dio. Dolori
nel cuore, dolori nella carne, dolori nello spirito: san Gerardo crocifisso con
Cristo Crocifisso.
Il padre Capone redentorista definisce la lettera
che riportiamo la più grande lettera del Santo. Dalla lettera a madre Maria di
Gesù, del 7 ottobre 1754.
"Sono tanto acerbi i miei dolori che mi danno
spasimi di morte. E quando mi credo di morire in punto mi ritrovo vivo, per
essere più afflitto e dolorato... Benedetto sia sempre Egli, che mi fa tante
grazie, che, in cambio di farmi morire sotto ai suoi santi colpi, più mi dà
vittoria di vita, per darmi sin gli tormenti, acciò sia imitatore del mio divin
Redentore. Egli è mio Maestro, io suo discepolo. Giustamente che io devo da
lui imparare ed eseguire le sue divine pedate. Ma ora non cammino e non ho
moto, ritrovandomi su, con esso, in croce e mesto ed in inspiegabili patimenti.
Per me si perse la lancia, per darmi morte! E' il mio patibolo, là obbedisco a
ritrovarla, per ottenere vita nel patire. Tutti par che mi hanno abbandonato.
Ed io allora, per essere nello mio stato, (dico): questa è la volontà del mio
celeste Redentore, di star inchiodato su d'est'amara croce. Chino il capo e
dico: questa è la volontà del mio caro Dio. lo l'accetto
e ne godo di far quanto lui comanda e dispone".
(Pausa di riflessione)
-Accetto la malattia dalla mano di Dio?
- So vedere il dolore come mezzo di redenzione?
- So aiutare gli altri nelle loro malattie o
necessità?
L'uomo, toccato dal dolore, cerca una risposta;
spesso si perde nel ginepraio delle risposte, che non raggiungono la causa
ultima del suo essere. La risposta più valida la offre il Crocifisso: Gesù
innocente che soffre. La sua sofferenza è la redenzione dell'umanità. Per i
dolori di Cristo noi tutti siamo stati guariti. Il dolore è il passaggio
stretto ed obbligato per l'ingresso alla felicità del cielo. Ecco le parole di
Cristo ai suoi discepoli di Emmaus: "Non sapevate voi che il Cristo doveva
patire e morire e così entrare nella sua gloria?"
Preghiamo: O Signore, Padre nostro, hai reso il tuo servo
Gerardo paziente nelle avversità, austero nella penitenza, gioioso nelle
tribolazioni; ottienici di valorizzare i dolori che la vita ci offre come
efficace mezzo di santificazione personale e di collaborazione con Cristo tuo
Figlio alla salvezza del mondo.
Ottavo giorno
Fratelli nella gioia
Il vangelo è il messaggio della gioia, è proclamazione
della gioia, quella vera che affonda le radici nel cuore di Dio. Gioia cantano
gli angeli sulla culla del santo Bambino nella notte del Natale; gioia cantano
gli angeli sulla tomba vuota del Cristo Risorto all'alba del giorno di Pasqua,
gioia porta Cristo alla casa di Zaccheo, gioia alla casa di Giairo, gioia nella
casa della povera vedova alla quale risuscita l'unico figlio, gioia nella
famiglia amica a Betania quando risuscita l'amico Lazzaro già da quattro giorni
nel sepolcro e lo restituisce alle sorelle Marta e Maria.
Gioia infonde Gesù alle folle quando accarezza e
benedice i bambini che l'attorniano, gioia quando sfama le folle che lo
seguono. Di gioia riempie i cuori delle anime quando dice alla Maddalena:
"ti sono rimessi i tuoi peccati"; alla donna peccatrice "neppure
io ti condanno, va' e non peccare più".
Gerardo sull'esempio di Gesù, vive nella gioia e
spande gioia intorno a sé. Alle anime consacrate che vivono nella tiepidezza
ridona la gioia del fervore.
Al contadino di Corato (BA), disperato perché i topi
divorano il raccolto del suo campo, con un segno di croce libera quel
campicello dai topi e fa riapparire sul volto del contadino il sorriso e la
gioia che gli fa gridare colmo di felicità: "fermati uomo di Dio!"
Con una mano riporta a riva nel golfo di Napoli una
barca, divenuta nelle sue mani "un fuscello". Sui volti di tanta
gente, che assiste impotente sulla banchina, all'imminente tragedia, ricompare
la gioia. Restituisce la pace e la gioia a tante famiglie divise da odi
implacabili come ai Caruso di Castelgrande (PZ). Al passaggio di Gerardo torna
la gioia, rifiorisce la speranza.
Ascoltiamo san Gerardo, che ci dona una lezione
salutare su questa caratteristica specifica del vangelo. Ad una religiosa così
scrive:
"Noi non dobbiamo fare altro in questo mondo
che amare Dio. Che bella cosa è l'essere tutto di Dio.
Statevi allegramente e non vi avvilite, confidate in
Dio e sperate da Dio ogni grazia. Non vi fidate troppo di voi stessa, ma solo
di Dio... ciò che patite non sono di tenervi afflitta, ma bensì di farvi
umiliare dinanzi a Dio e di farvi confidare maggiormente nella sua divina
misericordia!"
(Pausa di riflessione)
- Credo al Vangelo, messaggio di gioia e d'amore ?
- Leggo spesso il santo Vangelo?
- Ascolto con attenzione la Parola di Dio?
San Gerardo con la sua vita e i suoi scritti ci
invita alla gioia, alla serenità; gioia, quando il Signore ci mette alla prova;
gioia, quando il dolore fa sentire le sue spine; gioia, quando "sorella
morte" bussa alla nostra porta. Nella luce di Dio tutto si trasforma in
gioia.
Preghiamo: O Signore, Padre nostro, che ci dai la gioia di
chiamarti Padre fa' che dalle piccole gioie di cui tu dissemini il cammino
della nostra vita, ci avviciniamo a te, sorgente di ogni felicità. Fa' che
tutti gli uomini soffrendo, gioiendo, cantando, cadendo, rialzandosi, possano
camminare verso di te, fino al giorno in cui da noi sparirà la Fede e la
Speranza, e resterà solo l'amore gioioso a te, Dio Padre, Figlio e Spirito
Santo. Questa implorazione l'affidiamo al glorioso san Gerardo e tu accettala
per i meriti del tuo Figlio, Cristo Crocifisso.
Nono giorno
"Maria, unica mia avvocata"
In principio c'era la Madre... nel pensiero creatore
del Padre; Madre feconda, resa tale dallo Spirito Santo, Madre che affratella
tutti gli uomini in un amplesso, che sa di tenerezza e di fortezza. Madre, che
impedisce che gli uomini siano orfani "in questa aiuola che ci fa tanto
feroci"; orfani sperduti lungo le strade del mondo, in una solitudine che
sa di primordi. Maria é la madre che riunisce la grande famiglia dei credenti
in Cristo, proprio come riunì la piccola famiglia degli apostoli nel Cenacolo
di Gerusalemme.
San Gerardo sulle ginocchia di mamma Benedetta
imparò ad amare Maria, "benedetta fra tutte le donne". Ancora
giovane, durante una processione della statua della Madonna per le vie di Muro
Lucano, si avvicinò alla statua, infilò un anello al dito della Madonna ed
esclamò: "eccomi sposato alla Madonna!"... Tutta la sua vita fu
permeata di spiritualità mariana. Da religioso, nel convento di Deliceto,
andava in estasi posando lo sguardo su un'effigie della Madonna. Sul letto di
morte la Vergine apparve al suo servo e con celestiale sorriso lo invitò al
paradiso.
Dal "Regolamento di Vita" di san Gerardo
stralciamo questa pagina che evidenzia bene la sua spiritualità. Pone lo
Spirito Santo come centro e principio della sua spiritualità e la Madonna, che
per volontà di Dio, è coinvolta in modo unico e perenne nel Mistero salvifico
di Cristo, come seconda protettrice.
"Io mi eleggo lo Spirito Santo per unico mio
consolatore e protettore del tutto. Egli sia il mio difensore e vincitore di
tutte le mie difese. Amen. E tu, unica mia gioia, Immacolata Vergine Maria, tu
ancora mi sii unica, seconda protettrice e consolatrice in tutto quello che mi
accaderà. E sii sempre l'unica mia avvocata appresso Dio per questi miei
propositi".
(Pausa di riflessione)
- Considero la Madonna Madre di Dio e madre mia?
- Quale ruolo o posto ha Maria nella mia vita?
- Pratico qualche devozione particolare in suo
onore?
Gesù, per mezzo della Madonna si fa uomo e si inserisce
nella storia umana e diventa consanguineo dell'umanità da redimere. Scaturisce
allora un legame inscindibile tra Maria e Gesù. La Madonna è associata a Gesù
non solo nel Mistero dell'Incarnazione, ma anche nel Mistero della Redenzione.
ABetlem, comeMadre, sul Calvario come Corredentrice. La Madonna, quindi, è
Madre di Gesù ed è Madre della Chiesa. Gesù asceso al cielo, effonde sulla
Chiesa il suo Spirito che la vivifica e la rende comunità di salvezza. La
Madonna che è stata presente nel Cenacolo, mediatrice dello Spirito Santo per
la Chiesa, continua la sua missione nella santificazione, quale mediatrice
universale di grazia per i singoli fedeli e per la Chiesa.
Preghiamo: Signore, Padre nostro, che ci hai voluto lasciare
Maria come Madre, Maestra, Guida, Consigliera; che hai ricolmato la sua anima
di ogni grazia e di ogni favore; che hai arricchito il suo corpo di ogni
bellezza, concedi a noi tuoi figli, spesso ingrati, di seguire A'esempio di san
Gerardo nell'amare, onorare, servire Maria, affinché. dopo questo esilio
possiamo vedere, amare lei, "clemente, pia, dolce Vergine Maria!"
“Vieni,
Spirito Santo, vieni
per
mezzo della potente intercessione
del
Cuore Immacolato di Maria ,
tua
amatissima Sposa”