Proclamazione del dogma dell'Immacolata Concezione |
<<Che diremo della nostra cara Madonna? Non
bisogna che lasciamo passare questo giorno [solenne dell'Immacolata]
senza dire due parole. È una
festa piena di gioia. Dobbiamo essere contenti che la nostra Madre sia
Immacolata fin dal suo concepimento. Un figlio gode delle virtù della
madre sua. Roba della madre, roba del figlio. Oggi perciò rallegriamoci con
la Madonna: Tota pulchra es Maria et macula originalis non est in te!
(984). Come è bello!... Chi non si sente tutto infervorato, non ha cuore.
Mons. Galletti, Vescovo di Alba, in una predica fatta a noi seminaristi,
parlando della Madonna, diceva: “ Chi all'avvicinarsi delle feste della
Madonna non sente il desiderio, il bisogno di onorarla, costui non ha
vocazione sacerdotale ”. Ricordo che mi copiai queste parole...
Voi sapete che l'odierna festività offre alla nostra considerazione i
quattro privilegi di cui Maria SS. venne dotata da Dio nella sua
Concezione.
1 - ESENZIONE DAL PECCATO ORIGINALE - Il Concilio di
Trento, nel definire verità di fede il peccato originale contratto da tutti i
discendenti di Adamo, fa subito la riserva per Maria SS. Noi tutti abbiamo
un padre che ha peccato e dobbiamo portarne la pena, come chi nasce da un
padre che ha fatto bancarotta. Iddio però ha preservato Maria. Avrebbe
anche potuto toglierglielo dopo; invece ha voluto, applicandole in
antecedenza i meriti di N. S. Gesù Cristo, ch'Ella, nel medesimo istante del
suo concepimento, fosse tutta pura, senza macchia. Sarebbe stata troppo
grande umiliazione per Nostro Signore, nascere da una Madre che fosse
stata anche solo un istante nel peccato. No, Maria non è mai stata soggetta
al demonio; Ella fu sempre pura, bella, immacolata. Tota pulchra es,
Maria!
2 - ESENZIONE DAL FOMITE DELLA CONCUPISCENZA - È
il fomes peccati, come lo chiamano i Teologi. Voi lo capite: il peccato
lascia dietro di sé un'inclinazione al male, per cui amiamo più il male che il
bene. Diceva già Ovidio, poeta pagano: “ Vedo ciò che è meglio e mi
appiglio a quello che è male ” (985). Così noi: viene un ordine, e ciò basta
per non voler più fare quella data cosa. Quante volte capita ciò! È il fomite
della concupiscenza. La Madonna non l'aveva. Chiediamo perciò a Lei la
grazia di resistere sempre alle tentazioni di concupiscenza.
3 - CONFERMA IN GRAZIA - Perché noi cadiamo tutti i
momenti? Perché non siamo confermati in grazia. Maria SS. invece lo fu.
In tutta la sua vita non commise mai il minimo peccato. La Madonna non
poteva peccare; ma non per questo ha lasciato di esercitare tutte le virtù, al
pari di tutti gli altri Santi, e in grado sommo, con la sua fedelissima e
generosissima corrispondenza alla grazia. È necessario che chiediamo al
Signore che ci confermi in grazia? No, no! basta pregarlo che ci aiuti a non
perdere la grazia santificante e a corrispondere fedelmente alle sue grazie
attuali.
4 - PIENEZZA DELLA GRAZIA - Maria fu riempita di grazia
sopra tutte le creature. Fin dal primo istante, infatti, Ella fu ripiena di
Spirito Santo. Le sue fondamenta sono sui monti santi (986). I Santi Padri
commentando questo Salmo, lo applicano alla Madonna e dicono che la sua
santità, fin dalla nascita, era già sul più alto vertice, sì da sorpassare fin
d'allora la santità di tutte le creature.
La Chiesa festeggia oggi tutti questi privilegi e doni che la
Madonna ricevette. Tota pulchra es, Maria!... Gratia plena!... Quando
diciamo queste parole, pensiamo che la Madonna ne fu ripiena non per Sé
sola, ma anche per noi. Venite a me, o voi tutti che mi desiderate, e
saziatevi dei miei frutti (987). Andiamo quindi alla Madonna con
confidenza. Il Signore l'ha fatta depositaria della grazia, e ne ha per tutti.
Eccetto quello che è proprio di Dio, tutto il resto la Madonna può darcelo.
Dobbiamo ricorrere alla Madonna sotto il titolo di Immacolata non
solo oggi, ma sempre. È nel nostro interesse. Se la Chiesa cerca di farci
conoscere sempre più la Madonna, è perché non abbiamo timore di
chiederle grazie. Alcuni dicono: “ Non sento per la Madonna
quell'entusiasmo che altri sentono, eppure vorrei sentirlo anch'io! ”. La vera
divozione non consiste nel sentimento, ma nella volontà pronta a praticar e
ciò che appartiene al servizio di Dio, all'onore della SS. Vergine. La
tenerezza è un'aggiunta non necessaria, che neppure ebbero tutti i Santi.
Volete avere vera divozione? Fate bene le pratiche di pietà in suo onore;
pregate, e l'avrete.
L'Immacolata dobbiamo pregarla e imitarla. Il Signore, per venire al
mondo, non cercò in Maria né ricchezze né altro, ma la purezza dell'anima.
La Madonna fu tutta pura nella mente, nel cuore, nel corpo. Domandiamoci
sovente: Nelle mie azioni, nei miei pensieri, nei miei affetti, cerco di
rassomigliare alla Madonna? Regoliamoci in tutto sul suo esempio; in
particolare imitiamola nella purità di intenzione.
Noi siamo i figli prediletti della Madonna e un giorno dovremo
essere come altrettanti brillanti della sua corona. Se fa già così piacere
vedere l'effigie della SS. Consolata incoronata di brillanti, che sarà in
Paradiso? Ma i brillanti bisogna che siano ben purificati; così noi dobbiamo
purificarci e quindi lasciarci lavorare come si lavorano le pietre preziose.>>
Da "La vita spirituale" del Beato Giuseppe Allamano
*****
TOTUS TUUS EGO SUM O MARIA!
Totus Tuus è stato il motto apostolico del Beato Giovanni Paolo II. Significa "tutto tuo" ed esprime la sua forte devozione mariana, e la venerazione per san Luigi Maria Grignion de Montfort.[1] Il pontefice illustrò ulteriormente il significato nel suo libro Varcare la soglia della speranza, dove chiarisce che non è solo un'espressione di pietà, o semplicemente un'espressione di devozione, ma che è profondamente radicato nel mistero della Santissima Trinità.[2]
Secondo quanto scrisse nella lettera apostolica Rosarium Virginis Mariae, egli trasse il motto dalla preghiera di consacrazione a Maria presente nel Trattato della vera devozione alla Santa Vergine di san Luigi Maria Grignion de Montfort. Il testo completo della preghiera in latino è: "Totus tuus ego sum, et omnia mea tua sunt. [...] Accipio te in mea omnia, praebe mihi cor tuum, o Maria" ("Sono tutto tuo, e tutto ciò che è mio è tuo. [...] Ti accolgo in tutto me stesso, offrimi il cuore tuo, Maria). Giovanni Paolo II riferì di aver conosciuto questo Trattato quando era un giovane seminarista, e che "lo leggeva e rileggeva con grande profitto spirituale".
AVE MARIA!
AMDG