martedì 25 ottobre 2011

"Parlare di Maria SS. è come vederLa, e vedere Maria è gioire" 3








Dal "Sermone Angelico" - Rivelaz. santa Brigida di Svezia - Domenica - Lezione Terza (Capitolo 3)

Assoluzione:

"Ci faccia Dio propizio
Colei che ne divenne ospizio.
Amen."


 <<Il patriarca Abramo amava il suo figlio Isacco da quando Dio gliene aveva promessa la nascita, molti anni prima ch'esso fosse concepito;

 
ma con più grande amore lo stesso onnipotente Iddio amava te, o dolcissima vergine Maria, prima che fosse creata alcuna cosa, perché prevedeva dall'eternità che gli avrebbe dato la più grande gioia la tua nascita.

Non previde il patriarca che per la futura nascita promessa del figlio si sarebbe manifestato il suo grande amore a Dio;
ma sapeva benissimo Dio, fin dall'inizio, che per mezzo tuo doveva rendersi a tutti manifesto il suo grandissimo amore per il genere umano.

Previde Abramo che il suo figlio doveva esser pudicamente concepito e nascere da donna a lui unita carnalmente;




invece Dio prevedeva che in te, o castissima Vergine, doveva esser concepito verginalmente con amore, e da te nascere onorevolmente, conservandone integra la verginità. 

Comprese Abramo che la carne di suo figlio, dopo averlo generato, sarebbe rimasta essenzialmente separata dalla sua carne;

ma Dio Padre prevedeva che la carne benedetta che il suo dolcissimo Figlio avrebbe voluto assumere da te, o serenissima madre, non avrebbe dovuto mai separarsi dalla sua maestà; perché il Padre nel Figlio, e il Figlio nel Padre, esistono essenzialmente inseparabili in divina unità. 

Comprese Abramo che la carne generata dalla sua carne avrebbe dovuto corrompersi e ridursi in polvere, come la sua propria carne;

 
ma Dio sapeva che la tua carne non avrebbe dovuto corrompersi più che la santissima carne sua, che sarebbe stata generata dalla tua carne verginale.

 Edificò Abramo al figlio suo un'abitazione, già prima che fosse concepito, per abitarla quando sarebbe nato;
ma a te, Vergine incomparabile, era preordinata dall'eternità una casa dove abitare, cioè lo stesso Dio onnipotente.

O ineffabile casa, che non solo ti circondò esternamente difendendoti da ogni pericolo, ma rimase anche dentro di te, corroborandoti alla perfezione di tutte le virtù! 

Tre cose preparò quindi Abramo a suo figlio non ancora concepito, cioè frumento, vino ed olio, per nutrirsene dopo che fosse nato. 

   
         

Queste tre cose erano differenti per aspetto, natura e sapore;
ma a te, o amabile Vergine, era previsto come indefettibile nutrimento lo stesso Dio, in tre persone, niente affatto differenti tra loro nella natura divina.
E questo stesso Dio era stato provveduto, per mezzo di te, o Maria, vivandiera dei poveri, come eterno nutrimento al povero genere umano. Poiché in quelle tre cose, che il patriarca provvide al suo figlio, possono intendersi figurate le tre persone, cioè il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo.




Infatti, come il grasso dell'olio non può ardere prima che vi si ponga lo stoppino, così anche la ferventissima carità di Dio Padre non poteva risplendere nel mondo, prima che il suo Figlio assumesse da te, sposa prediletta di Dio, il corpo umano, ch'è figurato nello stoppino.
Così pure, come il vino non può bersi se prima non si preparano i recipienti, allo stesso modo la grazia dello Spirito Santo, simboleggiata nel vino, non doveva esser data all'uomo per la vita eterna prima che il corpo del tuo amabilissimo Figlio, significato nel recipiente, fosse preparato mediante la passione e morte. Da questo salutifero vaso, infatti, è propinata agli angeli e agli uomini la dolcezza di ogni grazia.>>

 

AMDG et BVM

lunedì 24 ottobre 2011

"Parlare di Maria SS. è come vederLa, e vedere Maria è gioire"





AVE GRATIA PLENA, DOMINUS TECUM!



Dal "Sermone Angelico - Rivelaz. Celesti S. Brigida" -Domenica - Lezione Seconda (Capitolo 2) Assoluzione:

Soccorrici, o Madre di Cristo,
che gioia portasti al mondo tristo.
Amen.

 <<Anche tu, Maria, degnissima fra tutte le creature, eri dal principio davanti a Dio, prima che ti creasse, come l'arca di Noè era davanti allo stesso Noè, dopo ch'ebbe notizia della sua fabbricazione, prima di costruirla come gli era stata ordinata.



Seppe, infatti, Noè nel tempo che piacque a Dio, come doveva esser fatta la sua arca, e seppe anche Dio, prima dei tempi, come doveva esser fatta la sua arca, cioè il tuo glorioso corpo.




Godeva Noè della sua arca, prima che fosse fabbricata, e sommamente godeva di te, o Vergine, lo stesso Dio, prima che ti creasse.

Godeva Noè, perché la sua arca doveva essere talmente solida e ferma, da resistere a tutti gli urti delle tempeste; godeva Dio perché il tuo corpo doveva esser fatto così virtuoso e forte, da non dover mai essere piegato al peccato per qualsiasi malvagio assalto del futuro inferno.

 

Godeva Noè che la sua arca dovesse essere così ben bitumata dentro e fuori, da non poter fare acqua per alcuna fessura; e godeva Dio perché prevedeva la tua volontà talmente derivata buona dalla sua, da meritare d'essere permeata dentro e fuori dallo Spirito Santo, in modo che nel tuo cuore non vi fosse alcun adito ad ambizione delle cose temporali che sarebbero state create nel mondo. Perché la cupidigia mondana nell'uomo era così odiosa a Dio, come a Noè un'incrinatura nell'arca.

 Cimabue: Maestà (Madonna col Bambino)

Godeva Noè della spaziosa ampiezza della sua arca; godeva Dio della tua larghissima e misericordiosissima pietà, per la quale avresti amato tutti e non odiato irragionevolmente alcuna creatura, specialmente perché tale tua pietà benignissima doveva dilatarsi in modo che potesse dimorare nel tuo benedetto seno l'immenso Dio, dalla grandezza incomprensibile.





 


Godeva ancora Noè che la sua arca doveva esser fatta abbastanza luminosa; godeva Dio che la tua verginità doveva esser conservata fino alla morte talmente illibata, che nessun contagio di peccato potesse offuscarla. 

 

Godeva Noè del fatto che avrebbe avuto nella sua arca tutto il necessario alla vita del corpo; godeva Dio del fatto che avrebbe ricevuto dal tuo solo corpo tutto il suo corpo, senza alcun difetto.








Ma anche più che Noè della sua arca, si compiaceva Dio di te, o castissima Vergine. Perché Noè prevedeva di dover uscir dalla sua arca con lo stesso corpo con cui vi era entrato; e prevedeva Dio di dover entrare senza corpo nel tuo castissimo corpo, e da esso uscire col corpo assunto dalla tua mondissima carne e purissimo sangue.





 Noè sapeva che avrebbe lasciata vuota l'arca, dopo esserne uscito per non rientrarvi più; e sapeva anche Dio, prima dei secoli, che quando sarebbe nato da te fattosi uomo, tu Vergine e Madre gloriosa, non saresti rimasta vuota come l'arca di Noè, ma pienissima di tutti i doni dello Spirito Santo.

 

E sebbene il suo corpo, nella nascita sarebbe rimasto separato dal tuo, tuttavia previde che saresti rimasta inseparabilmente con lui sempre.>>













 
 O Santa Vergine Maria, non c’è al mondo creatura bella come Te.
O Figlia ed Ancella del Padre celeste,
o Madre santissima di Gesù Cristo e Sposa dello Spirito Santo,
prega per noi con il santo Arcangelo Michele e con tutti i Santi, il tuo Figlio, nostro dilettissimo Signore e Maestro. Amen."
 
(Antif. del Serafico Padre San Francesco d'Assisi)




AMDG et BVM 







Sant'Antonio Maria Claret y Clarà


Scrisse: "Non mi piaceva leggere periodici; preferivo leggere un capitolo della santa Bibbia
in cui so di trovare la VERITA', mentre nei giornali, per lo più,
ci sono molte bugie e cose superflue.
Così mortificavo l'udito e non andavo dietro a conversazioni superflue e parole oziose..."
*

Nacque a Sallent, nella diocesi spagnola di Vic, presso Barcellona, nel 1807. In giovane età si sentiva attratto dalla vita contemplativa e avrebbe voluto farsi certosino, ma ne fu sconsigliato da un sacerdote che intuì le sue grandi doti missionarie.

Ordinato sacerdote, per diversi anni percorse la Catalogna predicando al popolo. Fondò la Congregazione dei Missionari Figli del Cuore Immacolato di Maria (Claretiani) nel 1849 ( il suo motto è "Surrexerunt filii eius et beatissimam predicaverunt"[13] ) e, fatto vescovo di Santiago de Cuba, si adoperò con grande impegno per la salvezza delle anime, per mezzo della predicazione e della stampa. Subì 15 attentati da parte della massoneria. Amò pazzamente il Cuore Immacolato, Gesù Eucaristia e il dolce Vicario di Cristo.

Guardò con particolare simpatia al mondo degli artisti, per i quali fondò addirittura un’accademia intitolata a S. Michele.

Srisse una bellissima autobiografia. 

Nel 1870 presso Fontfroide (Francia), in esilio, terminò i suoi giorni nel bacio del Signore.
Pio XII lo incluse nell’albo dei santi il 7 maggio dell’anno santo 1950. La sua festa è il 24 ottobre.

UN PICCOLO PROFILO
In occasione della canonizzazione di S. Antonio Maria Claret, il Papa Pio XII tracciò questo profilo del grande apostolo del secolo XIX:

"spirito grande, sorto come per appianare i contrasti; poté essere umile di nascita e glorioso agli occhi del mondo; piccolo nella persona però di anima gigante; modesto nell'apparenza, ma capacissimo d'imporre rispetto anche ai grandi della terra; forte di carattere però con la soave dolcezza di chi sa il freno dell'austerità e della penitenza; sempre alla presenza di Dio, anche in mezzo ad una prodigiosa attività esteriore; calunniato e ammirato, festeggiato e perseguitato. E tra tante meraviglie, quale luce soave che tutto illumina, la sua devozione alla Madre di Dio".


Dalle "Opere" di Sant’Antonio Maria Claret, vescovo:

"Mossi dal fuoco dello Spirito Santo, gli apostoli percorsero tutta la terra.
Accesi dallo stesso fuoco i missionari apostolici raggiunsero, raggiungono e raggiungeranno i confini del mondo da un polo all’altro della terra per annunziare la parola di Dio, così da poter giustamente applicare a sé quelle parole dell’apostolo Paolo: "L’amore di Cristo ci spinge" (2 Cor 5, 14).

"La carità di Cristo ci sprona, ci spinge a correre e a volare, portati sulle ali di un santo zelo. Chi ama davvero, ama Dio e il prossimo. Chi è davvero zelante è anche amante, ma in un grado più alto, secondo il grado dell’amore; di modo che quanto più arde d’amore, tanto più è spinto dallo zelo.

"Se qualcuno non ha zelo, questo sta a testimoniare che nel suo cuore l’amore e la carità sono spenti. Questo santo amore, infatti, non ha fine. La stessa cosa fa con il prossimo. Desidera e procura sollecitamente che tutti siano contenti su questa terra e felici e beati nella patria celeste; che tutti si salvino, che nessuno si perda per l’eternità. Né offenda Dio e resti, sia pure un istante, nel peccato.

Così fecero i santi apostoli e tutti quelli che furono mossi da spirito apostolico. Io dico a me stesso:


"Il figlio del Cuore immacolato di Maria è una persona che arde di carità e dovunque passa brucia. Desidera effettivamente e si dà da fare con tutte le forze per infiammare gli uomini con il fuoco dell’amore divino. Non si lascia distogliere da nulla, gode delle privazioni, affronta le fatiche, abbraccia i travagli, si rallegra delle calunnie, è felice nei tormenti.

"A null’altro pensa se non come seguire Gesù Cristo e imitarlo nella preghiera, nella fatica, nella sopportazione e nel cercare sempre e solo la gloria di Dio e la salvezza delle anime." 

Cuore Immacolato di Maria
Fiducia, salvezza, vittoria e gioia mia

 
Correte a Lei voi che siete afflitti da tribolazioni,
* Ella consolerà la vostra anima.
Appressatevi a Lei nelle tentazioni
* e la serenità del suo volto vi conforterà.
BenediteLa con tutto il cuore
* poiché la terra è piena della sua misericordia.


AMDG et BVM

sabato 22 ottobre 2011

"PARLARE DI MARIA SS.MA è gioire".



PARLARE DI MARIA SS.MA è gioire.

Perciò imposto questo “Sermone Angelico” –tratto dalle Rivelazioni Celesti di Santa Brigida di Svezia, Libro Undicesimo – che è tutto un inno alla Vergine. E’ suddiviso in tre capitoli o lezioni per ogni giorno della settimana. Sono pertanto 21 capitoli o lezioni.
***

In queste tre lezioni seguenti l'angelo mostra come Dio, fin dall'eternità, amò più di ogni altra creatura la gloriosa Vergine sua Madre, prima che fosse creata qualsiasi altra cosa.
Domenica - Lezione Prima (Capitolo 1)

Assoluzione:
La Vergine alla somma Trinità gratissima
ci tuteli con la prece sua santissima.
Amen.

<<
Il Verbo, del quale fa menzione l'evangelista Giovanni nel suo Vangelo, era dall'eternità col Padre e lo Spirito Santo, unico Dio. Tre, infatti, sono le persone ed una la loro perfetta divinità. Queste tre divine persone erano in tutto eguali, essendovi in tutt'e tre una sola sapienza, un'unica bellezza, un'identica virtù, un unico amore e un unico gaudio.

Sarebbe certamente impossibile che questo Verbo fosse Dio, se fosse separabile dal Padre e dallo Spirito, come può aversi un esempio nella parola ITA (così), che indica la verità, ed è composta di tre lettere. Poiché, come se una di quelle tre lettere si sottraesse dalle altre, non avrebbe più il senso che prima aveva, perché non comporrebbe più la stessa parola, così deve intendersi delle tre persone in unica divinità. Se, infatti, una di esse fosse separabile dall'altra, o ineguale, o manchevole di qualche cosa che l'altra avesse, allora non apparirebbe in esse la divinità, che è indivisibile in se stessa.

Non si può credere che, per l'assunzione dell'umanità, il Verbo, cioè il Figlio di Dio, fosse diviso dal Padre. Come, infatti, la parola che pronunziamo è pensata nella mente e proferita dalla bocca, ma non si può né vedere, né toccare, se non è scritta o impressa in qualche cosa di materiale, così anche il Verbo, Figlio di Dio, non si sarebbe potuto né toccare, né vedere, se non fosse stato unito alla carne umana.
Ancora: come una parola, quando si vede scritta in un codice, si può vedere, e allora si può anche pensare nella mente e pronunziarsi con la bocca, così certamente non deve dubitarsi in alcun modo che il Figlio di Dio, visibile nella carne assunta, esistesse con il Padre e lo Spirito Santo. Sono dunque veramente tre persone inseparabili, incommutabili, in tutto eternamente eguali ed unico Dio.

In questo Dio, poi, tutte le cose erano dall'eternità presapute, tutte davanti a lui nella loro bellezza riverentemente presenti in gioia ed onore a lui, quando gli piacque di porle in essere con sapientissima creazione.

Perché nessuna necessità, nessuna carenza di suo vantaggio o gaudio, costringeva Dio alla creazione, essendo impossibile che egli non avesse in sé tutto, e qualcosa potesse mancargli. Dunque, soltanto la sua ferventissima carità l'indusse a creare, affinché molti godessero eternamente con lui del suo ineffabile gaudio.
Perciò, tutte le realtà ch'erano da creare, le creò poi sommamente belle, in quella forma e modo che dall'eternità erano bellissimamente presenti al suo cospetto, prima della creazione.
 

Però tra tutte queste cose tuttora increate, una ve n'era davanti a Dio, che su tutte le altre sommamente eccelleva, e di cui egli massimamente si compiaceva. Perché in quel complesso increato i quattro elementi – cioè fuoco, aria, acqua e terra – sebbene ancora increati, apparivano già dall'eternità al suo cospetto divino in questo modo, che l'aria doveva esser fatta così leggera da non soffiare mai contro lo Spirito Santo; la terra pure da crearsi così buona e fruttifera, da non dovervi crescere nulla che non fosse utile a tutte le necessità; l'acqua, poi, così tranquilla che, da qualunque parte vi soffiassero i venti, mai vi si producesse alcuna tempesta; anche il fuoco, così alto, che la sua fiamma e il suo calore si avvicinassero alla dimora in cui era lo stesso Dio.

O Maria, vergine purissima e fecondissima madre, queste cose sei tu! Perché in tal modo fosti presente al divino cospetto prima di essere creata, e poi dai suddetti elementi, così puri e gloriosi, avesti materiato il tuo benedetto corpo.
Così infatti eri presente davanti a Dio prima della tua creazione, come poi meritasti di esser fatta; e perciò fin dal principio eccellevi su tutte le cose da creare davanti al cospetto di Dio, per la sua divina compiacenza.

Esultava Dio Padre delle opere che col suo aiuto avresti fatte, il Figlio pure della tua virtuosa costanza e lo Spirito Santo della tua umile obbedienza. Era però nel Padre il gaudio del Figlio e dello Spirito Santo, nel Figlio il gaudio del Padre e dello Spirito, e nello Spirito il gaudio del Padre e del Figlio. Quindi, come in tutt'e tre era di te un solo gaudio, così tutt'e tre avevano per te un solo amore.>>

AMDG et BVM

Non abbiate paura di accogliere Cristo!


   <<Non abbiate paura di accogliere Cristo
e di accettare la sua potestà!
Aiutate il Papa e tutti quanti vogliono servire Cristo
e, con la potestà di Cristo,
servire l’uomo e l’umanità intera!

Non abbiate paura!
Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo.
Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli stati,
i sistemi economici come quelli politici,
i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo.

Non abbiate paura.
Cristo sa “che cosa è dentro l’uomo”.
Solo Lui lo sa!
Pregate per me. Aiutatemi perché io vi possa servire. Amen>>.
(Beato Papa Giovanni Paolo II, 16.X.1978)


*Ed ecco alcune indicazioni preziose*

aprire le porte
a cristo che viene –vuol dire:

1. Aprirsi a lui e al suo insegnamento.
2. unirsi a lui mediante la preghiera e i santi sacramenti.
3. diventare testimoni della sua vita, passione e morte”. (g.p.ii, 16.X.1998)

Le finalità del giubileo:

* Suscitare un cuore contrito e umiliato per le nostre colpe personali.
* Ravvivare lo slancio missionario nella consapevolezza che solo gesù cristo è il salvatore.
* Introdurre ciascuno nella gioia dell’incontro con l’amore misericordioso di dio che vuole la salvezza di tutti gli uomini (cfr. 1 tm. 2, 4). (G.p.ii, 15.X.1998)



AMDG et BVM