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martedì 21 febbraio 2017

San Claudio de la Colombiere



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San Claudio de la Colombiere Religioso
pr. Grenoble (Francia), 2 febbraio 1641 - Paray-le-Monial (Francia), 15 febbraio 1682
Nato a Grenoble, in Francia, il 2 febbraio 1641 era il terzo figlio di un notaio. Brillante negli studi entrò a 17 anni nel noviziato di Avignone della Compagnia di Gesù. A venticinque anni andò a studiare teologia a Parigi e a ventotto fu ordinato sacerdote. Il gesuita Claudio de la Colombière fu superiore del collegio di Paray-le-Monial e confessore delle vicine Suore della Visitazione. Tra esse c'era Margherita Maria Alacoque, propagatrice del culto al Sacro Cuore di Gesù, che sarebbe divenuta santa. Rappresentò una guida sicura per i fedeli, disorientati dalle dispute tra Francia e Roma a causa delle dottrine gianseniste. Venne poi mandato a Londra come cappellano della futura regina Maria Beatrice d'Este. Ma fu arrestato con l'accusa di voler restaurare la Chiesa cattolica in Inghilterra. Espulso, tornò a Paray-le-Monial, dove morì solo tre mesi dopo, il 15 febbraio 1682. È santo dal 31 maggio 1992. 

Etimologia: Claudio = zoppo, dal latino

Martirologio Romano: A Paray-le-Monial in Burgundia, in Francia, san Claudio La Colombière, sacerdote della Compagnia di Gesù: uomo assai dedito alla preghiera, con il suo saldo e retto consiglio avviò molti all’amore di Dio. 

E’ un uomo di cuore, dotato di una sensibilità delicata e di un gusto profondo dell’amicizia. Sente una profonda inclinazione verso il calore della famiglia e “un’avversione orribile” per la vita religiosa. E sceglie quest’ultima, non sappiamo bene perché. 
Claudio, terzo figlio di un notaio, ha una posizione economicamente solida e un avvenire sicuro. Brillante negli studi, entra a 17 anni nel Noviziato di Avignone della Compagnia di Gesù, dove termina il corso di Filosofia e poi, per cinque anni, è professore. 

A 25 anni lo mandano a Parigi, per studiare teologia nel celebre collegio di Clermont. All’impegno nello studio i superiori gli aggiungono l’incarico di precettore dei figli di Colbert, ministro delle finanze del re di Francia, e questo è un chiaro riconoscimento delle sue doti di prudenza, finezza e del profondo gusto dell’amicizia che lo contraddistingue. 

Sacerdote a 28 anni, gli affidano a Lione l’incarico di professore e predicatore, che esercita per cinque anni. A sorpresa, nel 1675, Padre Claudio viene destinato come Superiore della comunità dei Gesuiti di Paray-le-Monyal, decisamente sproporzionata, per dimensioni, importanza e dislocazione geografica, alla fama che si è venuta acquistando ed alle doti che tutti gli riconoscono. 

E se non c’è una spiegazione “logica” a questa improvvisa e inadeguata nomina, non c’è che da rallegrarsi, con il senno del poi, con i suoi superiori per quello che egli da quel momento diventerà. 
A Paray-le-Monyal una suora, che per ceto sociale e cultura è inferiore a tutte le altre consorelle, sta mettendo a subbuglio il monastero delle suore Visitandine in cui vive, con le sue stranezze e le sue visioni. 
E mentre sacerdoti prudenti e illuminati giudicano opera diabolica i suoi doni mistici, lei continua a sentirsi portatrice di un messaggio affidatole da Gesù stesso, che le chiede di diffondere nel mondo la devozione al Suo Cuore. In mezzo alle incomprensioni che sta sopportando soprattutto da parte del clero, Gesù promette a Suor Margherita Maria Alacoque (che la Chiesa proclamerà poi santa) di mandarle “un suo servo fedele e perfetto amico”, che l’avrebbe sostenuta e incoraggiata. 

Suor Margherita Maria, durante la prima predica di Padre Claudio nella chiesa del monastero, sente che è sicuramente lui il sacerdote promessole da Gesù. Ed infatti, nei pochi mesi di permanenza, Padre Claudio diventa il primo apostolo della devozione al Sacro Cuore, accettando con docilità ed entusiasmo il ruolo che il Cielo gli ha assegnato. 

Un anno dopo è mandato a Londra, come predicatore della duchessa di York, e l’ambiente protestante che lo circonda rende estremamente amaro il suo soggiorno inglese. Addirittura lo arrestano, con l’accusa calunniosa di “complotto papista”, e dopo tre settimane di carcere, viene espluso dall’Inghilterra. 

L’amarezza del carcere, insieme ai maltrattamenti subiti, incidono sulla sua salute, già provata da gravi disturbi polmonari. Dopo un periodo trascorso a Lione, i superiori, confidando nel clima migliore, lo fanno tornare a Paray-le-Monial, dove muore il 15 febbraio 1682 ad appena 41 anni. 


Nel 1992 il 31 maggio Papa Giovanni Paolo II° proclama santo il Padre Claudio La Colombière, “maestro di illuminata spiritualità”, che Dio stesso aveva scelto per far conoscere “le imperscrutabili ricchezze” del Cuore di Cristo.

Autore: Gianpiero Pettiti
AMDG et BVM

mercoledì 15 febbraio 2012

Tutto può colui che, diffidando completamente di se stesso, pone la sua fiducia e sua speranza unicamente in Dio.



15 FEBBRAIO
SAN CLAUDIO DE LA COLOMBIÈRE s.j. 
sacerdote



Martirologio Romano: A Paray-le-Monial in Burgundia, in Francia, san Claudio La Colombière, sacerdote della Compagnia di Gesù: uomo assai dedito alla preghiera, con il suo saldo e retto consiglio avviò molti all’amore di Dio.

SECONDA LETTURA

Dalle note spirituali del beato Claudio Clombiere, sacerdote (Londra   1677)

Io posso, o mio Dio, vivere in qualsiasi parte della terra e predicare a tutti i popoli ciò che tu a buon diritto aspetti dai tuoi servi e amici! Avendo dunque Dio manifestalo il suo disegno alla suddetta persona [S. Margherita Maria Alacoquee avendomi essa riferite le sue parole, io le comandai di met­terle in iscritto; né a me è rincresciuto di trascriverle in questo diario dei miei Esercizi; Dio infatti vuole che questa impresa venga promossa anche per opera mia. Così dunque parlava quella santa per­sona: " Trovandomi dinanzi al santissimo Sacramento in uno dei giorni dell'ottava della sua festa, ricevetti dal mio Dio straordinarie prove del suo amore. Provando io desiderio di corrispondere al suo amo­re quanto mi fosse possibile, il Signore, volendomi esaudire, mi disse: " Tu non mi puoi far cosa più gradita che eseguire ciò che tante volte ti ho do­mandato ".

Scoprendo allora il suo sacratissimo Cuore, sog­giunse: " Ecco il mio Cuore, quel Cuore che ha tanto amato gli uomini, che nulla ha risparmiato, fino a esaurirsi e consumarsi interamente per atte­star loro in tanti modi l'immenso suo amore. Molti di loro invece, piuttosto che mostrarsene grati, mi offendono continuamente in questo mistero di amo­re; ma quello che più mi addolora è che sono co­stretto a soffrire tali ingiurie da persone a me con­sacrate. Perciò io ti domando che il primo venerdì dopo l'ottava del santissimo Sacramento sia dedi­cata a una festa particolare per onorare il mio Cuo­re; in tal giorno, accostandosi alla sacra mensa, riparino con una pubblica espiazione gli oltraggi infitti al mio Cuore nel mistero dell'altare, special­mente nel tempo in cui sono stato esposto alla venerazione dei fedeli. E io ti prometto che il mio Cuore si dilaterà per spargere con abbondanza le grazie del suo divino amore sopra coloro che gli renderanno tale onore ".

" Ma ahimè! mio Signore ", rispose essa " quale indegna cooperatrice ti sei scelta dei tuoi disegni! La mia viltà e il gran numero dei miei peccati ser­viranno piuttosto a ostacolarli che non ad aiutarli; mentre invece vi sono tanti altri tuoi servi molto più pronti a eseguire con impegno quando tu brami ".

Allora Gesù: " Eh! povera semplice che sei! Non sai tu che io scelgo ciò che nel mondo è più debole confondere i forti e che so servirmi di persone dappoco per eseguire i miei disegni? In tal modo esse, nulla presumendo di se stesse, onoreranno mag­giormente la mia potenza ".

Allora ella: " Indicami, o mio  Signore, il modo e la via per eseguire quanto mi comandi ".

Gesù replicò: " Rivolgiti al mio servo N. [Claudio La Colombièree digli da parte mia di fare il pos­sibile per stabilire questa devozione e prestare que­sto ossequio al mio divin Cuore. Che egli non si scoraggi per le difficoltà che incontrerà, perché non gliene mancheranno; sappia che tutto può colui che, diffidando completamente di se stesso, pone la sua fiducia e sua speranza unicamente in Dio.

RESPONSORIO
Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose aisapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai pic­coli. * Sì, o Padre, perchè così è piaciuto a te.
II mio amore è Dio; è Dio la mia sorte per sem­pre.
Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te.

orazione   Signore e Padre santo, che hai parlato a san Claudio, tuo servo fedele, perché testimoniasse il tuo immenso amore, concedi alla tua Chiesa di essere illuminata e consolata dai doni della tua grazia. Per il nostro Signore,

giovedì 13 ottobre 2011

La santa Messa: Grandi promesse per i suoi devoti

Oggi 13 ottobre, anniversario dell'ultima apparizione della Vergine SS.MA  in Fatima
offro ai lettori delle riflessioni sulla
preziosità della santa Messa.


La Santa Messa
Grandi promesse per i suoi devoti





     Quando morirai, la più grande consolazione te l’offriranno le Sante  Messe che avrai ascoltato.

   Ciascuna Messa che ascoltasti ti accompagnerà al Tribunale Divino e intercederà per il tuo perdono.

   Con ogni Santa Messa puoi ridurre il castigo temporale che meritasti per i tuoi peccati, in proporzione al tuo fervore o devozione   nell’ascoltarla.

   Con la devota assistenza alla Santa Messa rendi il più grande omaggio alla santissima Umanità di Nostro signore.

   La Santa Messa ben ascoltata  supplirà le tue maggiori negligenze e omissioni.

   Ascoltando bene la santa Messa ti vengono perdonati tutti  i peccati veniali di cui sei pentito, e molti altri di cui neppure ti ricordi. Per essa il demonio perde potere su di te.
Ti liberi da molti pericoli e disgrazie in cui chissà incapperesti se non fosse per la santa messa. Ricordati anche che con essa abbrevi il tuo purgatorio.

   Con ogni Santa Messa aumenti i tuoi gradi di gloria in cielo. E ricevi la benedizione del sacerdote, che dio ratifica in cielo.

   Durante la santa messa ti inginocchi in mezzo a una moltitudine d’angeli che assistono invisibilmente al santo sacrificio con somma riverenza.

   Ottieni benedizioni nei tuoi affari e assunti temporali.

   Ascoltando la santa messa in onore di qualche santo particolare, ringraziando dio per i favori ottenuti da questo santo di certo guadagniamo la sua protezione e uno speciale amore , per la gioia che gli deriva dalla nostra buona opera.

  
  

    “Una Santa Messa ascoltata  in vita – quando ancora possiamo aumentare enormemente i nostri meriti e la corrispondente gloria eterna - ti  sarà di maggior profitto delle  mille  Messe che potrebbero applicarti      -senza più alcun tuo merito-  dopo la tua morte” (sant’anselmo d’aosta).



   San Tommaso d’aquino insegna che la santa messa fortifica l’anima nel combattimento dei nemici. Perdona i peccati  veniali. Mitiga la spina della carne e accresce la castità. Aumenta il fervore della carità. Incoraggia a soffrire le avversità, e colma l’anima di tutte le virtù.


   San bernardo abate afferma che chi ascolta devotamente la santa messa – ed è libero da peccato mortale – merita molto più che se facesse un dispendioso e disagiato pellegrinaggio per tutto il mondo e desse tutti i suoi beni ai poveri.

   Sant’alberto magno insegna che se uno, celebrando o assistendo a una santa messa, riflette sul suo valore infinito ed effettivamente  ha la formale intenzione di glorificare  con essa il più possibile Dio, mediante l’offerta del sacrificio di Gesù Cristo che ha un merito maggiore di quello di tutti i santi martiri uniti insieme, Egli merita più che se digiunasse a pane ed acqua per un anno, più che se si flagellasse fino a versare tutto il sangue delle sue vene e pregasse trecento volte il salterio.

S. Messa nel Santuario di N.S. del Pilar in Saragozza

  
    San claudio de la colombiere dice che Dà più onore a dio una sola messa soprattutto se vi partecipiamo  comunicandoci  con la chiara intenzione di amare infinitamente l’altissimo per mezzo di cristo, ossia vivere per cristo come cristo vive per il padre (Giov. 6, 53-56; Ef. 4,13; 3,19), che tutte le altre opere, sia pure fervorose, degli angeli e degli uomini  ma non arricchite o rivalorizzate con l’eucaristia.

   “Chi assiste devotamente alla santa messa ottiene grandi aiuti per non cadere in peccato mortale, e se l’ascolta intera ogni giorno, non gli mancherà l’alimento o il vitto necessario per il suo corpo” (sant’agostino d’ippona).

                                                                                     

  San cipriano di cartagine afferma che siccome il santo sacrificio della Messa offre a dio la riparazione per i nostri peccati meritevoli di castighi o punizioni contro la salute, ecc., esso e’ in certo qual modo un’equivalente “medicina per curare malattie o infermità”.

   “se una gestante assiste alla santa messa tutte le volte che le è possibile, prendendosi un poco di fastidio come in misura maggiore se lo prese la Vergine al viaggiare fino a Betlemme per dare lì alla luce il divino redentore, certamente potrà ottenere grandi aiuti nei dolori del suo parto” (san beda il venerabile).

Mozart kronungsmesse: Agnus Dei   


     "Se Tutti i giorni – dice san gregorio – un cristiano ascolta  devotamente  la santa messa egli potrà sperare  legittimamente vedersi libero e difeso da <<molti grandi mali e pericoli di anima e di corpo>>,
come similmente  gli israeliti si liberarono dall’angelo sterminatore, perché unsero le loro porte col sangue dell’agnello pasquale, simbolo di Gesù Cristo, vero agnello di dio che toglie i peccati del mondo"; meritando nello stesso tempo una morte molto felice, secondo quanto il signore rivelò a santa matilde: <<in verità ti dico che a chi con vera devozione e attenzione (in grazia di dio) assiste alla santa messa gli manderò -per sua consolazione e difesa- e qual sèguito autorizzato della sua anima nella giornata, tanti nobili cortigiani della mia gloria tra i miei santi, quante saranno state le sante Messe ascoltate sulla terra>> (Rivel. Di santa matilde, p.3, cap. 19).



   cOncludendo: la santa messa Offre la più grande consolazione alle sante anime del purgatorio.
    In effetti  è il suffragio più efficace per i defunti come lo dimostrò il caso di una sorella di san vincenzo ferreri, chiamata francesca, che morì e la sua anima apparve al santo, rivelandogli che era stata condannata a soffrire in purgatorio fino al giorno del giudizio finale;  però, dal momento che subito san vincenzo le applicò le 30 messe gregoriane, gli apparve nuovamente alla fine di esse, per ringraziarlo del potentissimo suffragio in virtù del quale dio le perdonava ogni pena e se ne volava già gloriosissima  in cielo, dove anche noi per la misericordia di dio e della beata vergine maria speriamo giungere. amen.


AMDG et BVM