Visualizzazione post con etichetta ringraziamento alla Santa Comunione. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta ringraziamento alla Santa Comunione. Mostra tutti i post

domenica 24 settembre 2017

Anima Christi... Anima Virginis...


Consultando il manuale del 1766 Piissima erga Dei Genitricem devotio, ad impetrandam gratiam pro articulo mortis di san Bonaventura ho trovato in fondo al libro le seguenti preghiere insieme ad opportune esortazioni/riflessioni sia pure in lingua spagnola. Inusuale ma bella, e nuova per me, la preghiera alla Vergine Madre che inizia così: Anima Virginis, illumina me.

Oraciones post Missam

Anima Christi sanctifica me.
Corpus Christi salva me.
Aqua làteris Christi lava me.
Sanguis Christi inebria me.
Cor Christi sana me.
Sudor Vultus Christi vivifica me.
Passio Christi conforta me.
O bone Jesu! Exaudi me.
Intra tua vulnera absconde me.
Ne permittas me separari a Te.
Ab hoste maligno defende me.
In hora mortis meae voca me.
Et jube me venire ad Te.
Et pone me juxta Te.
Ut cum Angelis et Sanctis tuis
    laudem Te.
In saecula saeculorum. Amen.
In manus tuas, Domine, commendo spiritum meum.
Redemisti me, Domine, Deus veritatis.

Altera deprecatio ad 
SS. Virginem Matrem.

Anima Virginis illumina me.
Corpus Virginis custodi me.
Cor Virginis inflamma me.
Mater Vultus Christi adjuva me.
Lac Virginis pasce me.
Fletus Virginis purifica me.
Manus Virginis succurre me.
Transitus Virginis laetifica me.
O Maria Sanctissima! intercede pro me.
Tibi in famulum suscipe me.
Ne permittas me separari a Te
Fac me semper confidere in Te.
A malis omnibus protege me.
Et ab insidiis diaboli libera me.
In hora mortis adjuva me.
Et iter mihi para tutum ad Te.
In saecula saeculorum. Amen.
In manus tuas Domina commendo
    spiritum meum.
Totam vitam meam et diem
    ultimum meum.

***
Despertador y 
aviso de Sacerdotes

El Amor de Dios avisa
al Clerigo apresurado,
que le ama reposado,
e le aborrece con prisa,
diga despacio la Misa;
mire que las Misas son
memoria de su Pasion,
y que alli està disfrazado,
triste de su corazòn.
Si visitas un Senor,
que quizàs os es infiel,
y estais despacio con él,
lo teneis por gran favor:
tratad à Dios con amor,
con prisa no le hagais ir,
pues le habeis hecho venir:
mirad, Padres Sacerdotes,
no sean las prisas garrotes
à la hora del morir.
Mirad que considereis
que esas Sacras Vestiduras
en Dios fueron amarguras,
porque gimais y lloreis:
quando en el momento esteis,
dejando el mundo allà fuera,
pensad la cosa primera,
que ese milagroso Pan
por Viatico os lo dan,
y que es la Misa postrera.
Despues de haber celebrado,
estaos con Dios recogido;
que es de fé que él no se ha ido,
si vos no le habeis echado:
si estais dos horas sentado
al convite, al gusto, al juego,
no dejeis ir à Dios luego;
mas contemple el alma atenta,
que Dios le darà en la cuenta
gloria eterna, ò eterno fuego.

AMDG et BVM

lunedì 31 ottobre 2016

IL PIU' MERAVIGLIOSO DEI MIRACOLI

RIVELAZIONI DI 

CATALINA RIVAS 

SULLA SANTA MESSA. 
“Ciò che gli occhi non vedono...”


 

 39  1 Google +0  0  0  0 

Sulla meravigliosa catechesi con la quale il Signore e la Vergine Maria ci stanno istruendo, in primo luogo, insegnandoci il modo di pregare il Santo Rosario, di pregare con il cuore, di meditare e di trarre profitto dei momenti di incontro con Dio e con la nostra Madre benedetta, sul modo di Confessarsi bene; inoltre, sulla conoscenza di ciò che avviene nella Santa Messa e sul modo di viverla con il cuore

È questa la testimonianza che devo e voglio dare al Mondo intero, per la maggior Gloria di Dio e per la salvezza di chiunque voglia aprire il proprio cuore al Signore.

Affinché molte Anime, Consacrate a Dio, ravvivino il fuoco dell’Amore per Cristo, sia quelle che hanno nelle loro mani il potere di farlo scendere sulla Terra per essere nostro nutrimento, sia le altre, affinché perdano l’uso di riceverlo per “abitudine” e rivivano il meraviglioso stupore dell’incontro quotidiano con l’Amore, affinché i miei fratelli e sorelle laici di tutto il Mondo vivano il più grande dei Miracoli con il cuore:

LA CELEBRAZIONE DELLA SANTA EUCARISTIA
 
VIGILIA DELLA FESTA 

libretto di preghiere di un Santo che amo molto: José Maria Escrivà de Balaguer. Lì, trovai una preghiera simile a quella che mi aveva insegnato la Vergine. Certe volte, questo Santo, al quale mi affido, rendeva omaggio alla Vergine Santissima con quelle preghiere. 
All’improvviso, cominciarono ad alzarsi in piedi delle persone che non avevo visto prima. Era come se dal fianco di ogni persona, che si trovava nella Cattedrale, uscisse un’altra persona; la Cattedrale si riempì così di varie persone giovani e belle, vestite con tuniche bianchissime. Si diressero fino al corridoio centrale, procedendo poi verso l’Altare. 

La Santa Vergine disse: “Osserva, sono gli Angeli Custodi di ognuna delle persone che si trovano qui. È il momento nel quale il vostro Angelo Custode porta le vostre offerte e preghiere all’Altare del Signore”.

Catalina racconta: In quel momento, ero completamente in preda ad un grande stupore, perché quegli Esseri avevano un volto tanto bello e tanto raggiante da non potersi immaginare. I volti risplendevano bellissimi, quasi femminili, benché, senza alcun dubbio, l’aspetto generale del corpo, delle mani e la statura fossero di uomo.
I piedi nudi non poggiavano al suolo, ma piuttosto andavano come scivolando, come se scorressero via. Era una Processione bellissima! Alcuni di loro portavano una specie di vassoio d’oro, con qualcosa che risplendeva di una forte luce bianco dorata.

La Santa Vergine disse: “Sono gli Angeli Custodi delle persone, e stanno offrendo questa Santa Messa per molte e varie intenzioni, di quelle persone che sono coscienti di ciò che significa questa Celebrazione, di quelle che hanno qualcosa da offrire al Signore…”.
“In questo momento, offrite le vostre pene, i vostri dolori, le vostre speranze, le vostre gioie e tristezze, le vostre richieste. Ricordatevi che la Santa Messa ha un valore infinito, quindi, siate generosi nell’offrire e nel chiedere”. 

Catalina racconta: Dietro ai primi Angeli, ne venivano degli altri, che non avevano niente nelle mani: le avevano vuote. 
La Santa Vergine disse: “Sono gli Angeli delle persone che, pur essendo qui, non offrono mai niente, che non sono interessate a vivere ogni momento liturgico della Messa e non hanno offerte da portare all’Altare del Signore”.

Catalina racconta: Per ultimi, vi erano degli altri Angeli, che erano piuttosto tristi, con le mani giunte, in preghiera, ma con gli occhi bassi. La Santa Vergine disse: “Sono gli Angeli Custodi delle persone che, pur essendo qui, è come se non ci fossero, vale a dire delle persone che sono venute per forza, che sono venute perché si sentono obbligate, ma senza nessun desiderio di partecipare alla Santa Messa e, così, gli Angeli vanno tristemente, perché non hanno niente da portare all’Altare, salvo le loro proprie preghiere”.“Non intristite il vostro Angelo Custode…
Pregate molto, pregate per la conversione dei Peccatori, per la Pace nel Mondo, per i vostri Famigliari, per il vostro Prossimo e per quelli che si raccomandano alle vostre preghiere. Pregate, pregate molto, non solo per voi, ma anche per gli altri”.“Ricordatevi che l’offerta più gradita al Signore la fate quando offrite voi stessi come olocausto, così che Gesù, nello scendere, vi trasformi con i Suoi propri Meriti.
Cosa avete da offrire al Padre che sia solo vostro? Il nulla e il peccato, ma, se vi offrite in unione ai meriti di Gesù, fate un’offerta gradita al Padre”. 

Catalina racconta: Quello spettacolo, quella Processione era così bella che difficilmente potrebbe essere paragonata ad altro. Tutte quelle Creature Celesti, davanti all’Altare, facevano una riverenza, alcune ponendo la loro offerta al suolo, altre prostrandosi in ginocchio con la fronte quasi a terra e, dopo essere giunte lì, sparivano alla mia vista.

AL MOMENTO DEL PREFAZIO – SANTO… SANTO… SANTO…
Giunse il momento finale del Prefazio e quando l’Assemblea cominciò a dire: “Santo, Santo, Santo”, immediatamente, tutto quello che era dietro ai Celebranti sparì. Dal lato sinistro del Signor Arcivescovo, in forma diagonale all’indietro, apparvero migliaia di Angeli piccoli e Angeli grandi, Angeli con delle ali immense, Angeli con delle ali piccole, Angeli senza ali come i primi, tutti vestiti con delle tuniche simili alle albe (abito) bianche dei Sacerdoti o dei Monaci. Tutti si inginocchiavano con le mani giunte, in preghiera e, in segno di riverenza, chinavano il capo. Si sentiva una musica bellissima, come se vi fossero moltissimi cori con voci diverse e tutti, all’unisono e insieme al popolo, dicevano: 
“Santo, Santo, Santo…”.

AL MOMENTO DELLA CONSACRAZIONE
Era giunto il momento della Consacrazione, il momento del più meraviglioso dei Miracoli… Dal lato destro dell’Arcivescovo, in linea ancora diagonale verso l’indietro, partiva una moltitudine di persone, vestite con la stessa tunica, ma dai
colori pastello: rosa, verde, celeste, lilla, giallo. In poche parole, diversi e deliziosi colori. Anche i loro volti splendevano, pieni di gioia, pareva che fossero tutti della stessa età. Si poteva notare (ma non saprei dire perché) che erano persone di età diversa, ma nei volti erano tutti uguali, senza rughe, felici. Tutti si inginocchiavano, prima del canto del “Santo, Santo, Santo, è il Signore…”. 
La Santa Vergine disse:
“Sono tutti i Santi e i Beati del Cielo e, fra di essi, vi sono anche le Anime dei vostri Famigliari, che godono già della Presenza di Dio”. 

Catalina racconta: E poi, La vidi, proprio alla destra del Signor Arcivescovo… un passo in dietro rispetto a Monsignore, era un po’ sollevata dal suolo, inginocchiata, sopra dei veli molto fini, nello stesso tempo trasparenti e luminosi, come acqua cristallina, la Santissima Vergine, con le mani giunte, guardava con attenzione e rispetto il Celebrante.
Stando là, mi parlava, ma in silenzio, direttamente al cuore e senza guardarmi. La Santa Vergine disse: “Ti colpisce il fatto di vederMi un poco più indietro del Monsignore, vero? Ma così deve essere!… Per quanto Mi ami, il Figlio Mio non Mi ha dato la dignità che dà a un Sacerdote, di poterlo portare quotidianamente tra le Mie Mani, come lo fanno le mani sacerdotali. Ecco perché provo un profondissimo rispetto per il Sacerdote e per quel Miracolo che Dio realizza per suo mezzo, e che Mi obbliga, qui, ad inginocchiarmi”. 
Catalina racconta: Dio mio, quanta Dignità, quanta Grazia riversa il Signore sulle Anime Sacerdotali e noi non ne siamo coscienti e, talvolta, nemmeno tanti di loro! 
Di fronte all’Altare, cominciarono a presentarsi delle ombre di persone di colore grigio, che sollevavano le mani verso l’alto. La Santa Vergine disse: “Sono le anime Benedette del Purgatorio che aspettano le vostre preghiere, per trovare refrigerio. Non cessate di pregare per loro. Pregano per voi, ma non possono pregare per loro stesse, siete voi che dovete pregare per loro, per aiutarle ad uscire per incontrarsi con Dio e godere di Lui, eternamente”.
Come vedi, Io sono qui, sempre… La gente fa pellegrinaggi, cerca i luoghi delle Mie Apparizioni, e questo va bene per tutte le Grazie che si ricevono in quei luoghi, ma in nessuna Apparizione, in nessun luogo Io sono Presente per più tempo, come durante la Santa Messa. Ai piedi dell’Altare, dove si celebra l’Eucaristia, sempre Mi potrete trovare; Io rimango ai piedi del Tabernacolo, insieme agli Angeli, perché Io sto sempre con Lui”. 

Catalina racconta: Vedere quel bel Volto della Madre, nel momento del “Santo”, come pure tutti gli altri, con il volto risplendente, con le mani giunte in attesa di quel Miracolo che si ripete continuamente, era proprio come stare nel Cielo stesso. E pensare che c’è della gente, che vi sono delle persone che in quel momento possono essere distratte, che magari stanno parlando… Lo dico con dolore, e sono molti più uomini che donne, che se ne stanno in piedi con le braccia conserte, come se dovessero rendere un omaggio al Signore da pari a pari, da uguale ad uguale. 
La Santa Vergine disse: “Dillo agli Esseri Umani, che mai un uomo è così davvero uomo come quando piega i ginocchi davanti a Dio!”. 
Catalina racconta: Il Celebrante pronunciò le parole della “Consacrazione”. Era una persona di statura normale, ma all’improvviso cominciò a crescere, a riempirsi di luce, di una Luce Soprannaturale, tra il bianco e il dorato, che lo avvolgeva e diventava fortissima nella parte del volto, tanto che non si potevano più vedere i suoi lineamenti. Quando ha sollevato l’Ostia, ho visto che le sue mani avevano sul dorso dei segni, dai quali usciva molta luce. Era Gesù!… Era Lui, che, con il Suo Corpo, avvolgeva quello del Celebrante, come se circondasse amorosamente le mani del Signor Arcivescovo. In quel momento, l’Ostia cominciò a crescere, a crescere in modo enorme e, in essa, il Volto meraviglioso di Gesù che guardava verso il Suo Popolo. Istintivamente, abbassai la testa e nostra Signora, la Vergine Maria, disse: “Non distogliere lo sguardo, alza gli occhi, contemplaLo, incrocia il tuo sguardo con il Suo e ripeti la preghiera di Fatima: “Gesù mio, io credo, adoro spero e Ti amo. Ti chiedo perdono per tutti quelli che non credono, non adorano, non sperano e non Ti amano. Perdono e Misericordia…”. Adesso, diGli quanto Lo ami, rendi il tuo omaggio al Re dei Re”. 
Catalina racconta: Vi dico: pareva che dall’Ostia enorme guardasse solo me, ma seppi che contemplava, allo stesso modo, ogni persona, pieno di Amore… Quindi, chinai il capo fino ad avere la fronte a terra, come facevano tutti gli Angeli e i Beati del Cielo. Per una frazione di secondo, pensai che era lo stesso Gesù, che avvolgeva il corpo del Celebrante e, nello stesso tempo, si trovava nell’Ostia, che quando il Celebrante l’abbassava, diventava nuovamente piccola. Avevo le guance piene di lacrime, non potevo uscire dal mio stato di meravigliato stupore. 
Non appena il Monsignore iniziò a pronunciare le parole di Consacrazione del vino, insieme alle sue parole, incominciarono ad apparire dei bagliori come lampi, nel cielo e sullo sfondo. La Chiesa non aveva più né tetto, né pareti, tutto era buio, vi era solamente quelle Luce che brillava nell’Altare. 
All’improvviso, sospeso in aria, vidi Gesù, Crocefisso, dalla testa fino alla parte bassa del torace. Il tronco trasversale della Croce era sostenuto da grandi e forti mani. Dal centro di quello splendore, si distaccò un piccolo lume, come una colomba molto piccola e molto brillante che, fatto velocemente il giro di tutta la chiesa, si posò sulla spalla sinistra del signor Arcivescovo, che continuava ad essere Gesù, perché potevo distinguere la Sua capigliatura sciolta, le Sue Piaghe luminose, il Suo grandioso corpo, ma non vedevo il Suo Volto. In alto, Gesù Crocefisso stava con il Viso reclinato sulla Spalla destra. Si vedevano sul Volto e sulle Braccia i segni dei colpi e delle ferite. Sul Costato destro, all’altezza del Petto, vi era una ferita da cui usciva, a fiotti, verso sinistra, del Sangue e, verso destra, qualcosa che sembrava Acqua, però molto brillante; ma erano, piuttosto, fasci di Luce quelli che si dirigevano verso i Fedeli, muovendosi a destra e a sinistra. 
Mi stupiva la quantità di Sangue che traboccava dal Calice e pensai che avrebbe impregnato e macchiato tutto l’Altare, ma non ne cadde una sola goccia! In quel momento, la Vergine disse: “Te lo ripeto: questo è il Miracolo dei Miracoli, per il Signore non esistono né tempo, né distanza e nel momento della Consacrazione, tutta l’assemblea viene trasportata ai piedi del Calvario, nel momento della Crocifissione di Gesù”.
Catalina racconta: Può qualcuno immaginarselo? I nostri occhi non lo possono vedere, ma tutti siamo là, nello stesso momento, nel quale lo stanno Crocefiggendo e mentre chiede perdono al Padre, non solamente per quelli che Lo uccidono, ma per ognuno dei nostri peccati: “Padre, perdonali perché non sanno quello che fanno!”
A partire da quel giorno, e non mi interessa se mi prendono per pazza, io chiedo a tutti di inginocchiarsi, chiedo a tutti di cercare di vivere con il cuore e con tutta la sensibilità di cui sono capaci, quel privilegio che il Signore ci concede. 

Nel momento del ricordo dei defunti, la Vergine mi disse: “Prega per tua padre… per tua madre”. Lo feci e fu così che li vidi. Erano dietro al braccio destro del celebrante. Vi erano molti altri capeggiati da san Giuseppe. La Vergine mi disse:  “è così ogni volta che durante la messa ricordate un vostro defunto. Il Signore concede a quelle anime di essere in quel momento lì presenti, intorno all’altare”.

AL MOMENTO DEL PADRE NOSTRO 

Quando stavamo per cominciare a pregare il “Padre Nostro”, parlò il Signore, per la prima volta, durante la Celebrazione, e disse: “Ecco, voglio che tu preghi con la maggiore profondità di cui sei capace e che, in questo momento, ti ricordi della persona o delle persone che ti hanno causato più male nella tua vita, affinché tu li abbracci e li stringa a te e dica loro con tutto il cuore: “Nel Nome di Gesù, io ti perdono e ti auguro la pace. Nel Nome di Gesù, ti chiedo perdono e mi auguro di avere la pace”. Se questa persona merita la pace, la riceverà e ne avrà un gran bene; se questa persona non è capace di aprirsi alla pace, quella pace tornerà al tuo cuore.
Ma non voglio che tu riceva o dia la pace ad altre persone, fino a quando non sei capace di perdonare e di provare quella pace dapprima nel tuo cuore”. “Fate attenzione a quello che fate continuò il Signore - voi ripetete nel Padre Nostro:
perdonaci come noi perdoniamo quelli che ci offendono. Se siete capaci di perdonare, e non come dicono alcuni, di dimenticare, state mettendo delle condizioni al perdono di Dio. State dicendo: perdonami, soltanto come io sono capace di perdonare, non di più”. 
Catalina racconta: Non so come spiegare il mio dolore, nel comprendere quanto possiamo ferire il Signore e quanto possiamo, noi stessi, offenderLo con tanti rancori, con i cattivi sentimenti e le cose cattive che nascono dai complessi e dalla suscettibilità. Perdonai, perdonai di cuore e chiesi perdono a tutti quelli che, talvolta, mi avevano offeso, per sentire la pace del Signore.

AL MOMENTO DELLA PACE E DELLA RICONCILIAZIONE 

Il Celebrante diceva: “… concedici la pace e l’unità…” e quindi: “La pace del Signore sia con tutti voi…”. Catalina racconta: Vidi, d’un tratto, fra alcune persone che si abbracciavano (non tutte), venire a porsi in mezzo una Luce molto intensa. Seppi che era Gesù e mi slanciai, allora, ad abbracciare la persona che avevo a fianco. Potei sentire davvero, in quella Luce, l’abbraccio del Signore: era Lui che mi abbracciava per darmi la Sua pace, perché in quel momento io ero stata capace di perdonare e di togliere dal mio cuore ogni offesa contro altre persone. Questo è ciò che Gesù vuole condividere quel momento di gioia, in un abbraccio, per farci trovare la Sua Pace.

AL MOMENTO DELLA SANTA COMUNIONE 

Arrivò il momento della Comunione dei Celebranti, e qui tornai a notare la presenza di tutti i Sacerdoti, insieme al Monsignore. Mentre egli si Comunicava, 
la Santa Vergine disse: “Questo è il momento di pregare per il Celebrante e per i Sacerdoti che lo accompagnano. Ripeti con Me: “Signore, Benedicili, Santificali, Aiutali, Purificali, Amali, abbine cura, sostienili con il Tuo Amore…”. Ricordatevi di tutti i Sacerdoti del Mondo, pregate per tutte le Anime Consacrate…”. 
Catalina racconta:
Amati fratelli, questo è il momento in cui dobbiamo pregare, perché loro sono la Chiesa, come lo siamo anche noi laici. Molte volte, i laici esigono molto dai Sacerdoti, però siamo incapaci di pregare per loro, di capire che sono persone umane, di comprendere e apprezzare la solitudine che, molto spesso, può circondare un Sacerdote. Dobbiamo capire che i Sacerdoti sono persone come noi e che hanno bisogno di comprensione, di assistenza, che hanno bisogno di affetto e di attenzioni da parte nostra, perché stanno dando la loro vita per ognuno di noi, come Gesù, Consacrandosi a Lui.
Il Signore vuole che la gente del “gregge”, che Dio ha affidato loro, preghi e aiuti il proprio Pastore a santificarsi. Un giorno o l’altro, quando saremo nell’Aldilà, comprenderemo la meraviglia, compiuta dal Signore, nel darci dei Sacerdoti che ci aiutano a salvare la nostra Anima. 

La gente cominciò ad uscire dai banchi per andare a Comunicarsi. Era giunto il grande momento dell’incontro, della “Comunione”. 

Il Signore mi disse: “Aspetta un momento, voglio che tu osservi qualcosa…”. Catalina racconta: Spinta da un impulso interiore, diressi lo sguardo verso la persona che stava per ricevere la Comunione sulla lingua dalla mano del Sacerdote. Devo chiarire che questa persona era una delle signore del nostro “Gruppo”, che, la sera prima, non era riuscita a Confessarsi, ma che si era Confessata questa mattina, prima della Santa Messa. Quando il Sacerdote ebbe posto la Sacra Ostia sulla sua lingua, vi fu come un lampo di luce: quella luce, di colore bianco dorato intenso, attraversò questa persona, prima dalla spalla e poi circondando la spalla, gli omeri e la testa. 
Il Signore disse:
“È così che Io Mi compiaccio nell’abbracciare un’Anima, che viene a riceverMi, con il cuore puro!”. 
Catalina racconta: Il tono della voce di Gesù era quello di una persona felice. Io ero stupita nell’ammirare quell’amica, che tornava al suo posto, circondata di luce, abbracciata dal Signore. Ho pensato alle meraviglie che noi, tante volte, perdiamo, perché andiamo a ricevere Gesù con le nostre piccole o grandi mancanze, mentre dovrebbe essere solo una festa. Molte volte diciamo che non vi sono Sacerdoti per Confessarsi spesso, ma il problema non consiste nel Confessarsi spesso, il problema consiste nella nostra facilità a tornare a cadere nel male. 
Daltronde, così come ci sforziamo di trovare un salone di bellezza o gli uomini un barbiere quando abbiamo una festa, dobbiamo sforzarci anche di andare a cercare il Sacerdote quando abbiamo bisogno che vengano tolte da noi tutte quelle cose sporche, e non avere la sfacciataggine di ricevere Gesù in qualsiasi momento, con il cuore pieno di cose cattive. 
Quando mi sono diretta a ricevere la Comunione, Gesù ripeteva: “L’ultima Cena fu il momento di maggiore intimità con i Miei. In quell’ora dell’Amore, ho istituito quello che agli occhi degli Uomini può sembrare la più grande pazzia: farMi prigioniero d’Amore. Ho istituito l’Eucaristia! Ho voluto rimanere con voi, fino alla fine dei Secoli, perché il Mio Amore non poteva sopportare che rimanessero orfani coloro che amavo più della Mia vita…”. Catalina racconta: Ricevetti quell’Ostia, che aveva un sapore particolare; era una mescolanza di sangue e incenso, che mi inondò interamente. Provavo tanto Amore… che le lacrime scorrevano senza poterle trattenere… Quando ritornai al mio posto, mentre mi inginocchiavo, il Signore disse: “Ascolta…”. Catalina racconta: E in quel momento cominciai a sentire dentro di me le preghiere di una signora, che era seduta
davanti a me e che si era appena Comunicata. Quello che diceva, senza aprire la bocca, era più o meno questo: “Signore, ricordaTi che siamo alla fine del mese e che non ho i soldi per pagare l’affitto, la rata della macchina, il collegio dei bambini, devi fare qualcosa per aiutarmi… Per favore, fa che mio marito smetta di bere tanto, non posso sopportare più le sue ubriachezze, e mio figlio minore perderà di nuovo l’anno, se non lo aiuti, questa settimana ha gli esami… e non dimenticarTi della vicina, che deve cambiare casa, che lo faccia una buona volta, perché io non la posso sopportare… ecc.”.

AL MOMENTO DELLA PREGHIERA FINALE 

In quel momento, il Signor Arcivescovo disse: “Preghiamo” . Ovviamente, tutta l’Assemblea si alzò in piedi per la preghiera finale. Gesù disse,
con un tono triste: “
Ti sei resa conto? Non Mi ha detto neanche una volta che Mi ama, non una sola volta ha dato segni di gratitudine per il dono che Io le ho fatto di far scendere la Mia Divinità fino alla sua povera umanità, per elevarla fino a Me. Non una sola volta ha detto: “Grazie, Signore”. È stata una litania di richieste… e sono così quasi tutti quelli che vengono a ricevermi”. “Io sono Morto per Amore e sono Risuscitato. Per Amore, aspetto ognuno di voi e per Amore rimango con voi… ma voi non vi rendete conto del fatto che Io ho bisogno del vostro Amore. Ricorda che Sono il Mendicante d’Amore, in quest’ora sublime, per l’Anima”. - Catalina racconta: Vi rendete conto, voi, che Egli, l’Amore, sta chiedendo il nostro Amore e che noi non glieLo diamo? Ed evitiamo anche di andare a questo incontro con l’Amore degli Amori, con l’unico Amore che Si dà in oblazione permanente. -

AL MOMENTO DELLA BENEDIZIONE FINALE 

Quando il Celebrante stava per dare la “Benedizione”, la Santissima Vergine parlò di nuovo e disse:
“Fai attenzione, osserva bene… Invece di fare il Segno della Croce, voi fate uno ghirigoro. Ricorda che questa Benedizione può essere l’ultima che ricevi, nella tua vita, dalla mano di un Sacerdote. Tu non sai se, uscendo da qui, morirai o no, e non sai se avrai l’opportunità che un altro Sacerdote ti dia una Benedizione.
Quelle Mani Consacrate ti stanno dando la Benedizione nel Nome della Santissima Trinità. Pertanto, fai il Segno della Croce con rispetto e come se fosse l’ultimo della tua vita” (…)  È questa la testimonianza che devo e voglio dare al mondo intero, per la maggior Gloria di Dio e per la salvezza di chiunque voglia aprire il proprio cuore al Signore. Affinché molte anime, consacrate a Dio, ravvivino il fuoco dell’amore per Cristo, sia quelle che hanno nelle loro mani il potere di farlo scendere sulla terra per essere nostro nutrimento, sia le altre, affinché perdano l’uso di riceverlo “per abitudine” e rivivano il meraviglioso stupore dell’incontro quotidiano con l’amore. Affinché i miei fratelli e sorelle laici di tutto il mondo vivano il più grande dei Miracoli con il cuore: la celebrazione della Santa Eucaristia.
Catalina Rivas (Missionaria laica del Cuore Eucaristico di Gesù)

AMDG et BVM

giovedì 24 marzo 2016

Ringraziamento alla Santa Comunione (Che nessuno più fa!)




Ant. Trium puerórum * cantémus hymnum, quem cantábant Sancti in camíno ignis, benedicéntes Dóminum. (T. P. Allelúja.)
Benedícite, ómnia ópera Dómini, Dómino: * laudáte et superexaltáte eum in saecula.
Benedícite, Angeli Dómini, Dómino: * benedícite, coeli, Dómino.
Benedícite, aquæ omnes, quæ super coelos sunt, Dómino: * benedícite, omnes virtútes Dómini, Dómino.
Benedícite, sol et luna, Dómino: * benedícite, stellæ coeli, Dómino.
Benedícite, omnis imber et ros, Dómino: * benedícite, omnes spíritum Dei, Dómino.
Benedícite, ignis et æstus, Dómino: * benedícite, frigus et æstus. Dómino.
Benedícite, rores et pruína, Dómino: * benedícite, gelu et frigus, Dómino.
Benedícite, glácies et nives, Dómino: * benedícite, noctes et dies, Dómino:
Benedícite, lux et ténebræ, Dómino: * benedícite, fúlgura et nubes, Dómino.
Benedícat terra Dóminum: * laudet et superexáltet eum in saecula.
Benedícite, montes et colles, Dómino: * benedícite, univérsa germinántia in terra, Dómino.
Benedícite, fontes, Dómino: * benedícite, mária et flúmina, Dómino.
Benedícite, cete, et ómnia, quæ movéntur in aquis, Dómino: benedícite, omnes vólucres coeli, Dómino.
Benedícite, omnes béstiæ et pécora, Dómino: * benedícite, fílii hóminum, Dómino.
Benedícat Israël Dóminum: * laudet et superexáltet eum in saecula.
Benedícite, sacerdótes Dómini, Dómino: * benedícite, servi Dómini, Dómino.
Benedícite, spíritus, et ánimæ justórum, Dómino: * benedícite, sancti, et húmiles corde, Dómino.
Benedícite, Ananía, Azaría, Mísaël, Dómino: * laudáte et superexaltáte eum in saecula.
Benedicámus Patrem et Filium cum Sancto Spíritu: * laudémus et superexaltémus eum in saecula.
Benedíctus es, Dómine, in firmaménto coeli: * et laudábilis, et gloriósus, et superexaltátus in saecula.

Laudáte Dóminum in sanctis ejus: * laudáte eum in firmaménto virtútis ejus.
Laudáte eum in virtútibus ejus: * laudáte eum secúndum multitúdinem magnitúdinis ejus.
Laudáte eum in sono tubæ: * laudáte eum in psaltério, et cíthara.
Laudáte eum in týmpano, et choro: * laudáte eum in chordis, et órgano.
Laudáte eum in cýmbalis benesonántibus: laudáte eum in cýmbalis jubilatiónis: * omnis spiritus laudet Dominum.
V. Glória Patri, et Fílio, et Spirítui Sancto.
R. Sicut erat in princípio, et nunc, et semper, et in saecula saeculórum. Amen

Ant. Trium puerórum cantémus hymnum, quem cantábant Sancti in camíno ignis, benedicéntes Dóminum. (Allelúja.)
Kýrie, eléison. Christe, eléison. Kýrie, eléison.
Pater noster, qui es in caelis, Sanctificetur nomen tuum. Adveniat regnum tuum. Fiat voluntas tua, sicut in coelo et in terra. Panem nostrum quotidianum da nobis hodie. Et dimitte nobis debita nostra, sicut et nos dimittimus debitoribus nostris. V. Et ne nos indúcas in tentatiónem.
R. Sed líbera nos a malo.
V. Confiteántur tibi, Dómine, omnia opera tua.
R. Et Sancti tui benedícant tibi.
V. Exsultábunt Sancti in glória.
R. Lætabúntur in cubílibus suis.
V. Non nobis, Dómine, non nobis.
R. Sed nómini tuo da glóriam.
V. Dómine, exáudi oratiónem meam.
R. Et clamor meus ad te véniat.
V. Dóminus vobíscum.
R. Et cum spíritu tuo.
Orémus.
Deus, qui tribus púeris mitigásti flammas ígnium: concéde propítius; ut nos fámulos tuos non exúrat flamma vitiórum. Actiónes nostras, quaesumus, Dómine, aspirándo praeveni et adjuvándo proséquere: ut cuncta nostra orátio et operátio a te semper incípiat, et per te coepta finiátur.
Da nobis, quaesumus, Dómine, vitiórum nostrórum flammas exstínguere: qui beáto Lauréntio tribuísti tormentórum suórum incéndia superáre. Per Christum, Dóminum nostrum.
R. Amen.

Grátias tibi ago, Dómine sancte, Pater omnípotens, ætérne Deus, qui me peccatórem, indígnum fámulum tuum, nullis meis méritis, sed sola dignatióne misericórdiæ tuæ satiáre dignátus es pretióso Córpore et Sánguine Filii tui. Dómini nostri Jesu Christi. Et precor, ut hæc sancta commúnio non sit mihi reátus ad oenam, sed intercéssio salutáris ad véniam. Sit mihi armatúra fídei et scutum bonæ voluntátis. Sit vitiórum meórum evacuátio, concupiscéntiæ et libídinis exterminátio, caritátis et patiéntiæ, humilitátis et oboediéntiæ, omniúmque virtútum augmentátio: contra insídias inimicórum ómnium, tam visibílium quam invisibílium, firma defénsio: mótuum meórum, tam carnálium quam spiritálium, perfécta quietátio: in te uno ac vero Deo firma adhaeio; atque finis mei felix consummátio. Et precor te, ut ad illud neffábile convívium me peccatórem perdúcere dignéris, ubi tu cum Fílio tuo et Spíritu Sancto Sanctis tuis es lux vera, satíetas plena, gáudium sempitérnum, jucúnditas consummáta et felícitas perfécta. Per eúndem Christum, Dóminum nostrum. Amen.

Transfíge, dulcíssime Dómine Jesu, medúllas et víscera ánimæ meæ suavíssimo ac salubérrimo amóris tui vúlnere, vera serenáque et apostólica sanctíssima caritáte, ut lángueat et liquefíat ánima mea solo semper amóre et desidério tui; te concupíscat et defíciat in átria tua, cúpiat dissólvi et esse tecum. Da, ut ánima mea te esúriat, panem Angelórum, refectiónem animárum sanctárum, panem nostrum quotidiánum, supersubstantiálem, habéntem omnem dulcédinem et sapórem et omne delectaméntum suavitátis. Te, in quem desíderant Angeli prospícere, semper esúriat et comédat cor meum, et dulcédine sapóris tui repleántur víscera ánimæ meæ; te semper sítiat fontem vitæ, fontem sapiéntiæ et sciéntiæ, fontem ætérni lúminis, torréntem voluptátis, ubertátem domus Dei. Te semper ámbiat, te quærat, te invéniat, ad te tendat, ad te pervéniat, te meditétur, te loquátur, et ómnia operétur in laudem et glóriam nóminis tui, cum humilitáte et discretióne, cum dilectióne et delectatióne, cum facilitáte et afféctu, cum perseverántia usque in finem; ut tu sis solus semper spes mea, tota fidúcia mea, divítiæ meæ, delectátio mea, jucúnditas mea, gáudium meum, quies et tranquíllitas mea, pax mea, suávitas mea, odor meus, dulcédo mea, cibus meus, reféctio mea, refúgium meum, auxílium meum, sapiéntia mea, portio mea, posséssio mea, thesáurus meus, in quo fixa et firma et immobíliter semper sit radicáta mens mea et cor meum. Amen.

Adóro te devóte, latens Déitas,
Quæ sub his figúris ver e látitas:
Tibi se cor meum totum súbjicit,
Quia, te contémplans, totum déficit.

Visus, tactus, gustus in te fállitur,
Sed audítu solo tuto créditur:
Credo, quidquid dixit Dei Fílius,
Nil hoc verbo Veritátis vérius.

In Cruce latébat sola Déitas,
At hic latet simul et humánitas;
Ambo tamen credens atque cónfitens,
Peto, quod petívit latro paenitens.

Plagas, sicut Thomas, non intúeor,
Deum tamen meum te confíteor:
Fac me tibi semper magis credere,
In te spem habére, te dilígere.

O memoriále mortis Dómini,
Panis vivus, vitam præstans hómini,
Præsta meæ menti de te vívere,
Et te illi semper dulce sápere.

Pie pellicáne, Jesu Dómine,
Me immúndum munda tuo Sánguine,
Cujus una stilla salvum fácere
Totum mundum quit ab omni scélere.

Jesu, quem velátum nunc aspício,
Oro, fiat illud, quod tam sítio:
Ut, te reveláta cernens fácie,
Visu sim beátus tuæ glóriæ.
Amen.

Ant. Cantiamo l’inno che i tre santi giovani cantarono nella fornace ardente, benedicendo il Signore. (T. P.: Allelúia).
Benedite, opere tutte del Signore, il Signore: lodàtelo e superesaltàtelo nei secoli.
Benedite, Angeli del Signore, il Signore: benedite, cieli, il Signore.
Benedite, acque tutte che siete sopra i cieli, il Signore: benedite, eserciti tutti del Signore, il Signore.
Benedite, sole e luna, il Signore: benedite, stelle del cielo, il Signore.
Benedite, nembi e rugiade tutte il Signore: benedite, venti tutti, il Signore.
Benedite, fuochi e calori, il Signore: benedite, freddo e fresco, il Signore.
Benedite, rugiade e piogge, il Signore: benedite, ghiacci e gelo, il Signore.
Benedite, brine e nevi, il Signore: benedite, notti e giorni, il Signore.
Benedite, luce e tenebre, il Signore: benedite, fòlgori e nubi, il Signore.
Benedica, la terra, il Signore: lo lodi e lo superesalti nei secoli.
Benedite, monti e colli, il Signore: benedite, o germinanti nella terra, il Signore.
Benedite, fonti, il Signore: benedite, mari e fiumi, il Signore.
Benedite, cetacei e tutto quanto si muove nelle acque, il Signore: benedite, volàtili tutti del cielo, il Signore.
Benedite, bestie e greggi tutte, il Signore: lodatelo e superesaltàtelo nei secoli.
Benedite, figli degli uomini, il Signore: benedite, Israele, il Signore.
Benedite, sacerdoti del Signore, il Signore: benedite, servi del Signore, il Signore.
Benedite, spiriti e anime dei giusti, il Signore: benedite, santi e umili di cuore, il Signore.
Benedite, Anania, Azaria e Misaele, il Signore: lodatelo e superesaltàtelo nei secoli.
Benediciamo il Padre e il Figlio con lo Spirito Santo: lodiamolo e superesaltiàmolo nei secoli.
Benedetto sei tu, o Signore, nel firmamento del cielo: degno di lode e superesaltato nei secoli.

Lodate il Signore nel suo santuario: lodàtelo nel suo augusto firmamento;
Lodàtelo per le sue opere grandiose: lodàtelo per la sua somma maestà.
Lodàtelo con lo squillo di tromba: lodàtelo col salterio e con la cetra.
Lodàtelo col timpano e col coro: lodàtelo con le corde e con i fiati.
Lodàtelo con cémbali sonanti, lodatelo con cémbali crepitanti: tutto ciò che respira, lodi il Signore.
V. Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo.
R. Come era nel principio è ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.

Ant. Cantiamo l’inno che i tre santi giovani cantarono nella fornace ardente, benedicendo il Signore. (T. P.: Allelúia).
Signore, abbi pietà. Cristo, abbi pietà. Signore, abbi pietà
Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano. E rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori. E non c'indurre in tentazione.
R. ma liberaci dal male.
V. Ti diano lode, o Signore, tutte le tue opere.
R. E ti benedicano i tuoi santi.
V. I santi esulteranno nella gloria.
R. Gioiranno nei loro giacigli.
V. Non a noi, o Signore, non a noi.
R. Ma al tuo nome dà gloria.
V. Signore, esaudisci la mia preghiera.
R. E il mio grido giunga fino a Te.
V. Il Signore sia con voi.
R. E con lo spirito tuo.
Preghiamo.
O Dio, che mitigasti ai tre giovani la fiamma del fuoco: concedi propizio; affinché noi, tuoi servi, non siamo consumati dalla fiamma dei vizi. O Signore, Te ne preghiamo, previeni le nostre azioni con l’ispirazione e accompàgnale col tuo aiuto: affinché ogni nostra preghiera ed opera cominci da Te e finisca per Te.
O Signore, Te ne preghiamo, concedici di estinguere in noi l’ardore dei vizi: Tu che hai concesso al beato Lorenzo di superare il fuoco dei suoi tormenti. Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.

Ti ringrazio, o Signore santo, Padre onnipotente, eterno Iddio, di esserti degnato di saziare con i preziosi Corpo e Sangue del tuo Figlio e Signore nostro Gesù Cristo me peccatore e tuo servo indegno, senza alcun merito, ma solo per la tua misericordia.
E Ti prego affinché questa Comunione non sia per me causa di pena, ma salutare garanzia di perdono. Sia per me armatura della fede e scudo di buona volontà. Sia liberazione dai miei vizi, sterminio della concupiscenza e della libidine, aumento della carità e della pazienza, dell’umiltà, dell’obbedienza e di tutte le virtù; sia ferma difesa contro le insidie di tutti i nemici, sia visibili sia invisibili; sia perfetta quiete dei miei moti, sia carnali sia spirituali; sia ferma adesione a Te unico e vero Dio e felice conseguimento del mio ultimo fine.
Ti prego, perché ti degni di far giungere me, peccatore, a quel convito ineffabile dove, con il Figlio tuo e con lo Spirito Santo, dai ai tuoi Santi luce vera, sazietà piena, gaudio sempiterno, completa letizia e perfetta felicità. Per lo stesso Cristo nostro Signore. Amen.

Trafiggi, o dolcissimo Gesù, la parte più intima dell’anima mia con la soavissima e salutare ferita del tuo amore, con vera, pura, santissima, apostolica carità, affinché continuamente languisca e si strugga l’anima mia per amore e il desiderio solo di Te; Fa’ che l’anima mia sia assetata di Te, pane degli angeli, ristoro delle anime sante, pane nostro quotidiano, pane soprannaturale, che hai ogni dolcezza e ogni sapore e procuri la gioia più dolce. Di te, che gli angeli desiderano contemplare incessantemente, abbia fame e si sazi il mio cuore, e la parte più intima dell’anima mia siano ricolmati dalla dolcezza della tuo sapore: abbia sempre sete di te, fonte della vita, fonte della sapienza e della scienza, fonte della eterna luce, torrente della letizia, delizia della casa di Dio. Che io ambisca sempre Te, Te cerchi, Te trovi, e mi prefigga solo te come meta, a te giunga, a te pensi, di te parli e faccia tutte le cose a onore e gloria del tuo nome, con umiltà e discrezione, con amore e con piacere, con facilità e con affetto, con perseveranza che duri sino alla fine. Perché Tu solo sei sempre la mia speranza, la mia fiducia, la mia ricchezza, il mio diletto, la mia allegrezza, la mia gioia, il mio riposo e la mia tranquillità, la mia pace, la mia soavità, il mio profumo, la mia dolcezza, il mio cibo, il mio ristoro, il mio rifugio, il mio aiuto, la mia sapienza, la mia parte di eredità, il mio possesso, il mio tesoro, nel quale rimangono sempre fissi e fermi, con salde radici, la mia mente e il mio cuore. Amen.

Ti adoro devotamente, o nascosta Deità,
Che invero sei nascosta sotto questi simboli:
Tutto il mio cuore Ti si sottomette,
Perché, contemplando Te, tutto langue.

Vista, tatto e gusto con Te falliscono,
Solo con l’udito credo tutto:
Credo tutto ciò che disse il Figlio di Dio,
Nulla di più vero che il Verbo della Verità.

Sulla Croce stava nascosta la sola Deità,
Qui si nasconde anche l’umanità:
Eppure le credo entrambe e le confesso,
Chiedo ciò che chiese il ladro penitente.

Non tocco, come Tommaso, le piaghe,
Eppure Ti confesso come mio Dio:
Fa che io Ti creda sempre di più,
Che in Te abbia la speranza, e Te ami.

O memoriale della morte del Signore,
Pane vivo e vivificante gli uomini:
Concedi all’anima mia di vivere di Te,
E che trovi in Te ogni dolcezza.

Pio pellicano, Signore Gesù,
Me immondo, monda col tuo Sangue:
Di cui una sola stilla rende salvi,
E tutto il mondo libera da ogni delitto.

Gesù, che contemplo così velato,
Ti prego, sia ciò a cui tanto bramo:
Che un dì contemplandoti senza veli,
Sia beato per la visione della tua gloria.
Amen.