Visualizzazione post con etichetta l'Immacolata. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta l'Immacolata. Mostra tutti i post

domenica 8 dicembre 2013

IMMACOLATA

IMMACOLATA MARIA VERGINE

DIGNARE ME LAUDARE TE VIRGO SACRATA 
DA MIHI VIRTUTEM CONTRA HOSTES TUOS

Cantare Te, Vergine Santa, è per me un onore. Fa che le mie
labbra impure non siano troppo indegne di questo canto.
Dammi forza contro i Tuoi e i miei nemici.

Frater/Soror:
"Mariam Cogita, Mariam Invoca: 
pensa a Maria, invoca Maria!"


sabato 7 dicembre 2013

OGGI ! - 10 -



Rubbio (Vicenza), 8 dicembre 1988. Festa della 
Immacolata Concezione.

Segno di speranza e di consolazione.



«Oggi guardate tutti a Me, vostra Mamma Immacolata.

Unitevi alle schiere degli Angeli e dei Santi del Cielo, a tutte le anime che 
pregano e soffrono nel Purgatorio, alla Chiesa terrena e pellegrina, che cammina 
nel deserto del mondo e del tempo per contemplarmi come segno di speranza 
e di consolazione.


L'esenzione da ogni macchia di peccato, anche di quello originale, ha consentito 
alla mia anima di essere tutta ripiena della vita di Dio, alla mia mente di essere 
ricolma dello Spirito di Sapienza, che mi ha aperta alla comprensione della divina 
Parola, al mio cuore di essere formato alla forma più perfetta di amore, al mio 
corpo  di essere avvolto dalla luce immacolata di una verginale purezza.

Guardate a Me, vostra Mamma Celeste, nel fulgore della mia sovrumana bellezza 
e correte tutti dietro l'onda soave di questo mio profumo di Paradiso.
È nella mia bellezza la ragione profonda della vostra speranza e della vostra 
consolazione.


Perché «tutta bella» - tota pulchra - sono per voi segno di speranza,
nei giorni che vivete, in cui il mio Avversario è riuscito a rendere brutta ogni 
cosa con la macchia del peccato e della impurità. Voi vivete sotto il segno 
della sua grande schiavitù, che toglie da voi il riflesso di ogni spirituale bellezza. 
Le anime  sono oscurate dai peccati, che impediscono che giunga ad esse lo 
splendore della  vita e della comunione con Dio. 
I corpi vengono abbruttiti dal sopravvento  delle passioni e della impurità.

L'uomo è schiacciato sotto il peso di una civiltà senza Dio, che sfigura in lui 
l'immagine della sua originaria dignità.
Il mondo è oscurato da un persistente rifiuto di Dio.
Una densa tenebra è ormai scesa ad oscurare ogni cosa. 
Ecco allora che la Mamma Immacolata, in questo tempo, si presenta come 
il segno della vostra sicura speranza.
Perché è mio compito materno quello di riportare le anime alla Grazia, i 
cuori all'amore, i corpi alla purezza, l'uomo alla grande dignità di figlio di 
Dio, il mondo  alla perfetta glorificazione della Santissima Trinità.




Perché "tutta bella" - tota pulchra - sono per voi anche segno di consolazione.

Vivete il tempo della grande tribolazione ed aumentano per tutti le sofferenze e 
le prove.

I cattivi continuano con ostinazione sulla strada del male e del peccato, senza 
accogliere i miei ripetuti inviti alla conversione ed al ritorno al Signore. 
I buoni sono resi tiepidi e come paralizzati dal malsano ambiente in cui vivono. 
Le persone consacrate sono dedite alla ricerca dei piaceri e vengono attirate 
dallo  spirito del mondo a cui, per vocazione, avevano rinunciato.
I Sacerdoti languono, molti sono cattivi e infedeli e dissipano i tesori della 
santa  Chiesa di Dio.

L'ora del castigo è ormai giunta.
Allora più che mai avete bisogno di affidarvi a Me, vostra Mamma Celeste, 
perché  ho il compito dal Signore di condurvi tutti sulla strada del bene, della 
salvezza e della pace.


Oggi vi invito a guardare tutti a Me, vostra Mamma Immacolata, 
come  segno di sicura speranza e di consolazione, ed a lasciarvi avvolgere 
dalla mia luce,  in questi giorni di profonda tenebra e di universale oscurità, 
perché, condotti e guidati da Me, possiate andare in ogni parte ad illuminare 
la terra».


E' l'ora tenebrosa del Principe della notte,... ma Io vi invito a Vivere nella fiducia e in una grande speranza... - 9 -


Rubbio (Vicenza), 8 dicembre 1987. Festa della Immacolata Concezione.

Non lasciatevi illudere.


«Il mio candore di Cielo scende oggi su di voi e vuole avvolgere tutto il mondo.

Camminate nella mia Luce se volete giungere alla pace.

La luce della grazia divina, della purezza, della santità, della preghiera, di una 
sempre più perfetta carità deve penetrare la vostra esistenza, figli consacrati al 
mio Cuore Immacolato.

Vivete i tempi dolorosi del castigo.
Vivete l'ora tenebrosa della vittoria del mio Avversario, che è il Principe della notte.
Vivete i momenti più difficili della purificazione.

Allora vi invito a rifugiarvi dentro la dimora sicura del mio Cuore Immacolato ed 
a lasciarvi avvolgere dal manto celeste della mia purissima Luce.
Camminate sulla strada, che in questi anni vi ho tracciato, per diventare oggi gli 
strumenti della mia pace.

Non lasciatevi illudere.
La pace non verrà al mondo dagli incontri di coloro che voi chiamate i grandi di 
questa terra, né dai loro reciproci patteggiamenti.

La pace può giungere a voi solo dal ritorno dell'umanità al suo Dio per mezzo 
della conversione, alla quale in questo mio giorno ancora vi chiamo, e per mezzo 
della preghiera, del digiunodella penitenza.
Altrimenti, nel momento in cui si griderà da tutti alla pace ed alla sicurezza, 
piomberà all'improvviso la sciagura.

Per questo vi domando di assecondare i miei pressanti richiami a camminare 
sulla strada del bene, dell'amore, della preghiera, della mortificazione dei sensi, 
del disprezzo del mondo e di voi stessi.

Oggi accolgo con gioia il vostro omaggio di amore, lo associo al canto di gloria 
del Paradiso, alle invocazioni delle anime purganti, al coro di lode della Chiesa 
militante e pellegrina, vi invito a vivere nella fiducia e in una grande speranza 
del  mio vicino e straordinario intervento».


venerdì 6 dicembre 2013

Questo fango porta alla morte un numero sterminato di anime - 9 -


Nella vigilia della solennità dell'Immacolata , 
nonché nel primo sabato del mese,  
meditiamo un messaggio del MSM:

Il profumo della vostra purezza.

«Oggi, figli miei prediletti, accolgo con gioia il profumo della vostra purezza 
e lo depongo sul mio Cuore Immacolato per offrirlo a Dio in segno di riparazione.
Quanto fango sommerge questa povera umanità, da Me invitata a liberarsi dal 
peccato: "Venite a bere di questa mia acqua; venite a lavarvi alla fontana!".
Vedete come, ogni giorno, molti miei figli restano contaminati da questo fango, 
che sempre più dilaga e che porta alla morte un numero sterminato di anime? Come 
possono salvarsi da questa ondata di fango anche tanti miei poveri figli Sacerdoti?

Io sono l'Immacolata: Io sono la purezza.

Rifugiatevi nel mio Cuore Immacolato.

Anche se l'ambiente in cui vivete diventerà sempre più sommerso da questa 
impurità, voi sentirete solo il mio profumo di Cielo.
Sono discesa dal Cielo per fare di voi, figli consacrati al mio Cuore, il mio 
cielo quaggiù. In voi si riflette la mia Luce. Così tante anime, per mezzo vostro, 
saranno ancora attirate dal mio candore e diffonderanno il profumo di questa mia virtù.

Il Papa (Paolo VI) vi ha dato il segnale di questa morale riscossa.
Ascoltatelo. Difendetelo. Consolatelo.
L'oltraggio che in questi giorni è stato fatto alla Sua Persona e le ingiurie che 
sempre più aumentano verso di Lui, tanto addolorano il mio Cuore di Mamma.
Fino ai suoi piedi è giunta questa ondata di fango. Ma voi fate argine ai piedi 
del Pastore angelico, del dolce Cristo in terra.
Per mio speciale intervento e per mezzo di voi questa ondata diabolica di 
ribellione e di fango, scatenata contro il Papa, ai suoi piedi si fermerà. E a tutti 
apparirà intatta la grandezza della sua candida Persona».

(11 febbraio 1976. Festa della Madonna di Lourdes.)




L'IMMACOLATA: «Tempio del Signore Gesù», «Sacrario dello Spirito Santo». - 8 -


MARIA, « TEMPIO DI DIO », AIUTA LA PREGHIERA DEI SUOI FEDELI


« Un grande mistero ci è stato trasmesso: l'utero di Colei che non ha conosciuto uomo è diventato il tempio di Dio »: Maria « Tempio del Signore Gesù », « Sacrario dello Spirito Santo »...

Sono queste espressioni frequenti nella liturgia per indicare la santità del corpo di Maria nobilitato dalla maternità divina, corpo verginale talmente nobilitato da Dio da essere considerato ormai un « tempio », un luogo sacro per eccellenza.



Il tempio di Gerusalemme costruito da Salomone era il luogo classico della preghiera, dove Dio era pregato e onorato come conveniva, e dove Dio sempre ascoltava ed esaudiva la preghiera: « Ascolta la preghiera che il tuo servo ti ha rivolto in questo luogo; esaudisci la supplica del tuo servo e del popolo tuo Israele, in qualunque tempo, rivolti a questo luogo, ti pregano... ascolta e perdona » (1 Re, 8, 30).

Ecco come il luogo più santo della terra assurge a simbolo e anticipazione della persona creata più santa della terra, di Colei che, sola fra tutte, ha avuto la pienezza della grazia.

« Maria Vergine — commenta padre Lanteri - sollevata sopra tutte le creature è specialmente tempio di Dio e per la cognizione che ha immensa di lui e per il suo amore che sorpassa quello dei Serafini. Perciò come nessuno può comprendere l'abisso della sua santità, né può lodarla abbastanza, così non si può mai ricorrere al suo patrocinio con una fiducia che si possa dire troppa ».


Maria « tempio di Dio » diventa così il « luogo santo » della preghiera, dove i suoi fedeli possono raccogliersi per incontrare Dio, sicuro che in questo « tempio » la loro voce non resterà senza risonanza, o la loro preghiera senza risposta.

In altre parole: Maria non è chiamata « tempio di Dio » con un titolo che debba restare personale, chiuso, legato alla sua presenza, senza riflessi esteriori che si riversino e giovino ai suoi devoti. Essa diventa luogo, scuola, modello, invito, sostegno e intercessione della preghiera dei suoi figli.

È ancora l'idea di « ponte », di « canale », che ritorna in altra forma, con un'altra immagine presa dalla Bibbia, per ribadire il concetto già più volte ripetuto, che Maria, Madre degli uomini, fa leva su tutti i mezzi a sua disposizione per procurare loro la salvezza.

«Tempio del Signore Gesù», «Sacrario dello Spirito Santo»
"Porta del Paradiso", prega per noi!








La pià bella preghiera: il "Pater noster". - 7 -


IL PATER NOSTER RECITATO DA MARIA

II Pater Noster è la più bella preghiera mai recitata nel mondo, la più completa nelle sue richieste, la più perfetta nella sua forma, la più ordinata nella sua disposizione, la più volentieri ascoltata dal Padre celeste, la più facilmente esaudita da lui, perché è la preghiera formulata e recitata la prima volta da Colui che era un maestro della preghiera, un tecnico nel senso più alto della parola, Gesù Cristo.

Il Pater Noster, eco delle lunghe ore di preghiera passate nella notte sepolta nella solitudine, non preghiera formulata a tavolino, artefatta, retorica, convenzionale, vuota, fatta di sole parole: una preghiera viva e vivificante. Nessuna preghiera composta da uomini, anche mistici altissimi, la potrà mai eguagliare.
Fu recitata da Maria? Certamente.


Maria amava il Pater Noster perché amava il Padre celeste. Essa si sentiva di Lui la figlia più amata e prediletta. 
Tra le petizioni del Pater Noster, prese ad una ad una, e le intenzioni e gli ideali di Maria, c'era la corrispondenza e la risonanza più piena. 
E, in secondo luogo, il Pater Noster era la preghiera formulata dalle labbra e dal cuore di Gesù. Era il ricordo di Gesù, quasi il suo motto, la sua eredità. 

Il colloquio materno col Padre non poteva trovare accesso migliore che tramite le parole stesse di Gesù. Gesù metteva sulle labbra della Madre le parole da indirizzare al Padre.


Come recitava Maria il Pater Noster?

Non sola. Nel ripetere la preghiera più profondamente comunitaria che esista la Vergine si sentiva spiritualmente unita, nella prima parte, col Figlio Gesù; nella seconda parte con gli uomini, con noi, suoi figli spirituali.

Essa, in plenitudine di intenzioni e di voti, pregava col Figlio:
- che il nome del Padre fosse sempre glorificato e amato da tutte le sue creature come riconoscimento pubblico e gratitudine dei suoi molti benefici quale creatore, conservatore, guida e provvidenza di tutto l'universo;
- che il regno di Dio si affermasse sempre più nel mondo col trionfo della verità, riflesso della divinità, fugando tutte le forme di errore e di menzogna che ottenebrano il mondo; col trionfo della pace in un mondo dilaniato dalla guerra e da tutte le sue conseguenze; col trionfo dell'amore in un mondo affogato e soffocato dall'odio e diventato, da Eden sereno, una giungla di belve feroci;
- che la sua santa volontà, sorgente di ordine, di armonia sociale, di progresso vero, di pace, sia veramente fatta sulla terra come è fatta, senza tregua e senza eccezione, nel ciclo.



Ella in plenitudine di amore materno e di misericordia prega con noi e per noi:

- che non manchi mai il pane quotidiano per i corpi, come non deve mancare il pane soprasostanziale per le anime;

- che da ciascuno dei suoi figli sia allontanata per sempre, definitivamente, la realtà del peccato: la sciagura dell'inimicizia di Dio, della privazione dell'amore, della privazione della vita soprannaturale, della morte dell'anima; perché il vero male è tutto là, in questo « debito » formidabile con Dio, in questo vuoto che deve assolutamente essere colmato, anche a costodi cedere i vuoti e i debiti che altri possa avere con noi;

- che il tentatore e il maligno sia sempre scornato e sconfitto nelle sue offensive, e i suoi figli possano sempre essere liberi e vittoriosi su di lui. Maria si sente investita del dovere e del potere di schiacciare ancora una volta la testa del serpente per preservare i suoi figli dall'estrema rovina.

E Maria sa che la sua preghiera sarà sempre esaudita.
Amen.

"Totus tuus ego sum, et omnia mea tua sunt. 
 Accipio Te in mea omnia, 
praebe mihi Cor tuum, o Maria"

mercoledì 4 dicembre 2013

A a a, ecco che vorrei dire e non sono capace. - 5 -

Virgo Immaculata, Maria, Domina nostra, Mediatrix nostra, Advocata nostra Tuo Filio nos reconcilia, 
Tuo Filio nos commenda, Tuo Filio nos repraesenta.

NON SONO VENUTO PER DOMANDARE

Non sono venuto per domandare,
non ho niente da domandare
questa volta,
vengo solo per contemplare,
per vederti,
per dirti: sei bella!
Sei bella, o Maria,
come il giglio delle valli,
come la rosa di Gerico,
come la stella del mattino,
come la luce che si riflette nel cristallo,
come la stella del mare,
come la stella della sera,
come la luna che sparge serena i suoi raggi
durante la notte scura.
Sei più bella di tutto questo,
ma io non lo so dire.
Sono un bambino che balbetta,
che non sa parlare.
A a a, ecco che vorrei dire
e non sono capace.
Sono contento di non esser capace,
di starmene qui muto,
di non trovare le parole adatte.
Tu sorridi del mio vano sforzo.
Io sono contento che tu sorrida.
Sei tanto bella quando tu sorridi.
Tu sei più bella di quanto io possa dire,
e son contento per questo.
Sei più bella perché Dio ti ha voluta bella,
e io mi rallegro con te.
Tu sei più bella perché ogni bruttura del mondo
doveva essere annientata in te,
ed io ti ammiro estasiato.
Non sono venuto per domandare,
ma per ammirare.
Non ho niente da domandare
questa volta,
ma solo da dirti: sei bella, o Maria!

P. Lanteri







sabato 30 novembre 2013

L'IMMACOLATA! Tuffiamoci nell'azzurro, nella luce, nell'amore - 2 -



«Sorgi e ti affretta, piccola amica. 

Ho ardente desiderio di portarti con Me nell'azzurro paradisiaco della 
contemplazione della Verginità di Maria. Ne uscirai con l'anima fresca come fossi tu pure testé creata dal 
Padre, una piccola Eva che ancora non conosce carne. Ne uscirai con lo spirito pieno di luce, perché ti 
tufferai nella contemplazione del capolavoro di Dio. Ne uscirai con tutto il tuo essere saturo d'amore, perché 
avrai compreso come sappia amare Dio. Parlare del concepimento di Maria, la Senza Macchia, vuol dire 
tuffarsi nell'azzurro, nella luce, nell'amore. 

Vieni e leggi le glorie di Lei nel Libro dell'Avo (Proverbi 8, 22-31. Ispirate all’autore dei Proverbi per 
celebrare la Sapienza, possono applicarsi anche a Maria, Madre della Sapienza, perché Maria fu sempre, da 
sempre, pensata e contemplata da Dio): "Dio mi possedette all'inizio delle sue opere, fin dal principio, avanti 
la creazione. Ab aeterno fui stabilita, al principio, avanti che fosse fatta la terra, non erano ancora gli abissi 
ed io ero già concepita. Non ancora le sorgenti dell'acque rigurgitavano ed i monti s'erano eretti nella loro 
grave mole, né le colline eran monili al sole, che io ero partorita. Dio non aveva ancora fatto la terra, i fiumi 
e i cardini del mondo, ed io ero. Quando preparava i cieli io ero presente, quando con legge immutabile 
chiuse sotto la volta l'abisso, quando rese stabile in alto la volta celeste e vi sospese le fonti delle acque, 
quando fissava al mare i suoi confini e dava leggi alle acque, quando dava legge alle acque di non passare il 
loro termine, quando gettava i fondamenti della terra, io ero con Lui a ordinare tutte le cose. Sempre nella 
gioia scherzavo dinanzi a Lui continuamente, scherzavo nell'universo...". Le avete applicate alla Sapienza, 
ma parlan di Lei: la bella Madre, la santa Madre, la vergine Madre della Sapienza che Io sono che ti parlo. 
Ho voluto che tu scrivessi il primo verso di questo inno in capo al libro che parla di Lei, perché fosse 
confessata e nota la consolazione e la gioia di Dio; la ragione della sua costante, perfetta, intima letizia di 
questo Dio uno e trino, che vi regge e ama e che dall'uomo ebbe tante ragioni di tristezza; la ragione per cui 
perpetuò la razza anche quando, alla prima prova (Genesi 6-9), s'era meritata d'esser distrutta; la ragione del perdono che avete avuto. 
Aver Maria che lo amasse. Oh! ben meritava creare l'uomo, e lasciarlo vivere, e decretare di perdonarlo, per avere la Vergine bella, la Vergine santa, la Vergine immacolata, la Vergine innamorata, la Figlia diletta, la Madre purissima, la Sposa amorosa! Tanto e più ancora vi ha dato e vi avrebbe dato Iddio pur di possedere la Creatura delle sue delizie, il Sole del suo sole, il Fiore del suo giardino. E tanto vi continua a dare per Lei, a richiesta di Lei, per la gioia di Lei, perché la sua gioia si riversa nella gioia di Dio e l'aumenta a bagliori che empiono di sfavillii la luce, la gran luce del Paradiso, ed ogni sfavillìo è una grazia all'universo, alla razza dell'uomo, ai beati stessi, che rispondono con un loro sfavillante grido di alleluia ad ogni generazione di miracolo divino, creato dal desiderio del Dio trino di vedere lo sfavillante riso di gioia della Vergine. 

Dio volle mettere un re nell'universo che Egli aveva creato dal nulla. Un re che, per natura della materia, 
fosse il primo tra tutte le creature create con materia e dotate di materia. Un re che, per natura dello spirito, 
fosse poco men che divino, fuso alla Grazia come era nella sua innocente prima giornata. Ma la Mente 
suprema, a cui sono noti tutti gli avvenimenti più lontani nei secoli, la cui vista vede incessantemente tutto  13 
quanto era, è, e sarà; e che, mentre contempla il passato e osserva il presente, ecco che sprofonda lo sguardo 
nell'ultimo futuro e non ignora come sarà il morire dell'ultimo uomo, senza confusione né discontinuità, non 
ha mai ignorato che il re da Lui creato per esser semidivino al suo fianco in Cielo, erede del Padre, giunto 
adulto al suo Regno dopo aver vissuto nella casa della madre - la terra con cui fu fatto - durante la sua 
puerizia di pargolo dell'Eterno per la sua giornata sulla terra, avrebbe commesso verso se stesso il delitto di 
uccidersi nella Grazia e il ladrocinio di derubarsi del Cielo. 

Perché allora lo ha creato? Certo molti se lo chiedono. Avreste preferito non essere? Non merita, anche per 
se stessa, pur così povera e ignuda, e fatta aspra dalla vostra cattiveria, di esser vissuta, questa giornata, per 
conoscere e ammirare l'infinito Bello che la mano di Dio ha seminato nell'universo? 
Per chi avrebbe fatto questi astri e pianeti che scorrono come saette e frecce, rigando l'arco del firmamento, o 
vanno, e paiono lenti, vanno maestosi nella loro corsa di bolidi, regalandovi luci e stagioni e dandovi, eterni, 
immutabili e pur mutabili sempre, una nuova pagina da leggere sull'azzurro, ogni sera, ogni mese, ogni anno, 
quasi volessero dirvi: "Dimenticate la carcere, lasciate le vostre stampe piene di cose oscure, putride, 
sporche, velenose, bugiarde, bestemmiatrici, corruttrici, e elevatevi, almeno con lo sguardo, nella illimitata 
libertà dei firmamenti, fatevi un'anima azzurra guardando tanto sereno, fatevi una riserva di luce da portare 
nella vostra carcere buia, leggete la parola che noi scriviamo cantando il nostro coro siderale, più armonioso 
di quello tratto da organo di cattedrale, la parola che noi scriviamo splendendo, la parola che noi scriviamo 
amando, poiché sempre abbiamo presente Colui che ci dette la gioia d'essere, e lo amiamo per averci dato 
questo essere, questo splendere, questo scorrere, questo esser liberi e belli in mezzo a questo azzurro soave 
oltre il quale vediamo un azzurro ancor più sublime, il Paradiso, e del quale compiamo la seconda parte del 
precetto d'amore amando voi, prossimo nostro universale, amandovi col darvi guida e luce, calore e bellezza. 

Leggete la parola che noi diciamo, ed è quella su cui regoliamo il nostro canto, il nostro splendere, il nostro 
ridere: Dio"? 

Per chi avrebbe fatto quel liquido azzurro, specchio al cielo, via alla terra, sorriso d'acque, voce di onde, 
parola anch'essa che con fruscii di seta smossa, con risatelle di fanciulle serene, con sospiri di vecchi che 
ricordano e piangono, con schiaffi di violento, e cozzi, e muggiti e boati, sempre parla e dice: "Dio "? Il mare 
è per voi, come lo sono il cielo e gli astri. E col mare i laghi e i fiumi, gli stagni e i ruscelli, e le sorgenti 
pure, che servono tutti a portarvi, a nutrirvi, a dissetarvi e mondarvi, e che vi servono, servendo il Creatore, 
senza uscire a sommergervi come meritate. 

Per chi avrebbe fatto tutte le innumerabili famiglie degli animali, che sono fiori che volano cantando, che 
sono servi che corrono, che lavorano, che nutrono, che ricreano voi: i re? 

Per chi avrebbe fatto tutte le innumerabili famiglie delle piante, e dei fiori che paiono farfalle, che paiono 
gemme e immoti uccellini, dei frutti che paiono monili o scrigni di gemme, che son tappeto ai vostri piedi, 
riparo alle vostre teste, svago, utile, gioia alla mente, alle membra, alla vista e all'olfatto? 

Per chi avrebbe fatto i minerali fra le viscere del suolo e i sali disciolti in algide o bollenti sorgive, gli zolfi, 
gli iodi, i bromi, se non perché li godesse uno che non fosse Dio ma figlio di Dio? Uno: l'uomo. 

Alla gioia di Dio, al bisogno di Dio nulla occorreva. Egli si basta a Se stesso. Non ha che contemplarsi per 
bearsi, nutrirsi, vivere e riposarsi. Tutto il creato non ha aumentato di un atomo la sua infinità in gioia, 
bellezza, vita, potenza. Ma tutto l'ha fatto per la creatura che ha voluto mettere re nell'opera da Lui fatta: 
l'uomo. 

Per vedere tant'opera di Dio e per riconoscenza alla sua potenza che ve la dona, merita di vivere. E di esser 
viventi dovete esser grati. L'avreste dovuto anche se non foste stati redenti altro che alla fine dei secoli, 
perché, nonostante siate stati nei Primi, e lo siate tuttora singolarmente, prevaricatori, superbi, lussuriosi, 
omicidi, Dio vi concede ancora di godere del bello dell'universo, del buono dell'universo, e vi tratta come 
foste dei buoni, dei figli buoni a cui tutto è insegnato e concesso per rendere loro più dolce e sana la vita. 
Quanto sapete, lo sapete per lume di Dio. Quanto scoprite, lo scoprite per indicazione di Dio. Nel Bene. Le 
altre cognizioni e scoperte, che portano segno di male, vengono dal Male supremo: Satana. 

La Mente suprema, che nulla ignora, prima che l'uomo fosse sapeva che l'uomo sarebbe stato di se stesso 
ladro e omicida. E poiché la Bontà eterna non ha limiti nel suo esser buona, prima che la Colpa fosse pensò il 
mezzo per annullare la Colpa. Il mezzo: Io. Lo strumento per fare del mezzo uno strumento operante: Maria. 
E la Vergine fu creata nel Pensiero sublime di Dio. 
Tutte le cose sono state create per Me, Figlio diletto del Padre. Io-Re avrei dovuto avere sotto il mio piede di 
Re divino tappeti e gioielli quale nessuna reggia ne ebbe, e canti e voci, e servi e ministri intorno al mio 
essere quanti nessun sovrano ne ebbe, e fiori e gemme, tutto il sublime, il grandioso, il gentile, il minuto è 
possibile trarre dal Pensiero di un Dio. 
Ma Io dovevo esser Carne oltre che Spirito. Carne per salvare la carne. Carne per sublimare la carne, 
portandola in Cielo molti secoli avanti l'ora. Perché la carne abitata dallo spirito è il capolavoro di Dio, e per 
essa era stato fatto il Cielo. Per esser Carne avevo bisogno di una Madre. Per esser Dio avevo bisogno che il Padre fosse Dio.


Ecco allora Dio crearsi la Sposa e dirle: "Vieni meco. Al mio fianco vedi quanto Io faccio per il Figlio 
nostro. Guarda e giubila, eterna Vergine, Fanciulla eterna, ed il tuo riso empia questo empireo e dia agli 
angeli la nota iniziale, al Paradiso insegni l'armonia celeste. Io ti guardo. E ti vedo quale sarai, o Donna 
immacolata che ora sei solo spirito: lo spirito in cui Io mi beo. Io ti guardo e dò l'azzurro del tuo sguardo al 
mare e al firmamento, il colore dei tuoi capelli al grano santo, il candore al giglio e il roseo alla rosa come è 
la tua epidermide di seta, copio le perle dai tuoi denti minuti, faccio le dolci fragole guardando la tua bocca, 
agli usignoli metto in gola le tue note e alle tortore il tuo pianto. E leggendo i tuoi futuri pensieri, udendo i 
palpiti del tuo cuore, Io ho il motivo di guida nel creare. Vieni, mia Gioia, abbiti i mondi per trastullo sinché 
mi sarai luce danzante nel Pensiero, i mondi per tuo riso, abbiti i serti di stelle e le collane d'astri, mettiti la 
luna sotto i piedi gentili, fasciati nella sciarpa stellare di Galatea. Sono per te le stelle ed i pianeti. Vieni e 
godi vedendo i fiori, che saranno giuoco al tuo Bambino e guanciale al Figlio del tuo seno. Vieni e vedi 
creare le pecore e gli agnelli, le aquile e le colombe. Siimi presso mentre faccio le coppe dei mari e dei fiumi 
e alzo le montagne e le dipingo di neve e di selve, mentre semino le biade e gli alberi e le viti, e faccio l'ulivo 
per te, mia Pacifica, e la vite per te, mio Tralcio che porterai il Grappolo eucaristico. Scorri, vola, giubila, o 
mia Bella, e il mondo universo, che si crea d'ora in ora, impari ad amarmi da te, Amorosa, e si faccia più 
bello per il tuo riso, Madre del mio Figlio, Regina del mio Paradiso, Amore del tuo Dio". E ancora, vedendo 
l'Errore e mirando la Senza Errore: "Vieni a Me, tu che cancelli l'amarezza della disubbidienza umana, della 
fornicazione umana con Satana, e dell'umana ingratitudine. Io prenderò con te la rivincita su Satana". 
Dio, Padre Creatore, aveva creato l'uomo e la donna con una legge d'amore tanto perfetta che voi non ne 
potete più nemmeno comprendere le perfezioni. E vi smarrite nel pensare a come sarebbe venuta la specie se l'uomo non l'avesse ottenuta con l'insegnamento di Satana. 

Guardate le piante da frutto e da seme. Ottengono seme e frutto mediante fornicazione, mediante una 
fecondazione su cento coniugi? No. Dal fiore maschio esce il polline e, guidato da un complesso di leggi 
meteoriche e magnetiche, va all'ovario del fiore femmina. Questo si apre e lo riceve e produce. Non si sporca 
e lo rifiuta poi, come voi fate, per gustare il giorno dopo la stessa sensazione. Produce, e sino alla nuova 
stagione non si infiora, e quando s'infiora è per riprodurre. 

Guardate gli animali. Tutti. Avete mai visto un animale maschio ed uno femmina andare l'un verso l'altro per 
sterile abbraccio e lascivo commercio? No. Da vicino o da lontano, volando, strisciando, balzando o 
correndo, essi vanno, quando è l'ora, al rito fecondativo, né vi si sottraggono fermandosi al godimento, ma 
vanno oltre, alle conseguenze serie e sante della prole, unico scopo che nell'uomo, semidio per l'origine di 
Grazia che Io ho resa intera, dovrebbe fare accettare l'animalità dell'atto, necessario da quando siete discesi 
di un grado verso l'animale. 

Voi non fate come le piante e gli animali. Voi avete avuto a maestro Satana, lo avete voluto a maestro e lo 
volete. E le opere che fate sono degne del maestro che avete voluto. Ma, se foste stati fedeli a Dio, avreste 
avuto la gioia dei figli, santamente, senza dolore, senza spossarvi in copule oscene, indegne, che ignorano 
anche le bestie, le bestie senz'anima ragionevole e spirituale. 

All'uomo e alla donna, depravati da Satana, Dio volle opporre l'Uomo nato da Donna soprasublimata da Dio, al punto di generare senza aver conosciuto uomo: Fiore che genera Fiore senza bisogno di seme, ma per unico bacio del Sole sul calice inviolato del Giglio-Maria. 



La rivincita di Dio! 
Fischia, o Satana, il tuo livore mentre Ella nasce. Questa Pargola ti ha vinto! Prima che tu fossi il Ribelle, il 
Tortuoso, il Corruttore, eri già il Vinto, e Lei è la tua Vincitrice. Mille eserciti schierati nulla possono contro 
la tua potenza, cadono le armi degli uomini contro le tue scaglie, o Perenne, e non vi è vento che valga a 
disperdere il lezzo del tuo fiato. Eppure questo calcagno d'infante, che è tanto roseo da parere l'interno di una 
camelia rosata, che è tanto liscio e morbido che la seta è aspra al paragone, che è tanto piccino che potrebbe 
entrare nel calice di un tulipano e farsi di quel raso vegetale una scarpina, ecco che ti preme senza paura, 
ecco che ti confina nel tuo antro. Eppure ecco che il suo vagito ti fa volgere in fuga, tu che non hai paura 
degli eserciti, e il suo alito purifica il mondo dal tuo fetore. Sei vinto. Il suo nome, il suo sguardo, la sua 
purezza sono lancia, folgore e pietrone che ti trafiggono, che ti abbattono, che ti imprigionano nella tua tana 
d'Inferno, o Maledetto, che hai tolto a Dio la gioia d'esser Padre di tutti gli uomini creati! 
Inutilmente ormai li hai corrotti, questi che erano stati creati innocenti, portandoli a conoscere e a concepire 
attraverso a sinuosità di lussuria, privando Dio, nella creatura sua diletta, di essere l'elargitore dei figli 
secondo regole che, se fossero state rispettate, avrebbero mantenuto sulla terra un equilibrio fra i sessi e le 
razze, atto ad evitare guerre fra popoli e sventure fra famiglie.  15 
Ubbidendo, avrebbero pur conosciuto l'amore. Anzi, solo ubbidendo avrebbero conosciuto l'amore e 
l'avrebbero avuto. Un possesso pieno e tranquillo di questa emanazione di Dio, che dal soprannaturale 
scende all'inferiore, perché anche la carne ne giubili santamente, essa che è congiunta allo spirito e creata 
dallo Stesso che le creò lo spirito. 
Ora il vostro amore, o uomini, i vostri amori, che sono? O libidine vestita da amore. O paura insanabile di 
perdere l'amore del coniuge per libidine sua e di altri. Non siete mai più sicuri del possesso del cuore dello 
sposo o della sposa, da quando libidine è nel mondo. E tremate e piangete e divenite folli di gelosia, assassini 
talora per vendicare un tradimento, disperati talaltra, abulici in certi casi, dementi in altri. 
Ecco che hai fatto, Satana, ai figli di Dio. Questi, che hai corrotti, avrebbero conosciuto la gioia di aver figli 
senza avere il dolore, la gioia d'esser nati senza paura del morire. Ma ora sei vinto in una Donna e per la 
Donna. D'ora innanzi chi l'amerà tornerà ad esser di Dio, superando le tue tentazioni per poter guardare la 
sua immacolata purezza. D'ora innanzi, non potendo concepire senza dolore, le madri avranno Lei per 
conforto. D'ora innanzi l'avranno le spose a guida e i morenti a madre, per cui dolce sarà il morire su quel 
seno che è scudo contro te, Maledetto, e contro il giudizio di Dio. 
Maria, piccola voce, hai visto la nascita del Figlio della Vergine e la nascita al Cielo della Vergine. Hai visto 
perciò che ai senza colpa è sconosciuta la pena del dare alla vita e la pena del darsi alla morte. Ma se alla 
superinnocente Madre di Dio fu riserbata la perfezione dei celesti doni, a tutti, che nei Primi fossero rimasti 
innocenti e figli di Dio, sarebbe venuto il generare senza doglie, come era giusto per aver saputo 
congiungersi e concepire senza lussuria, e il morire senza affanno. 
La sublime rivincita di Dio sulla vendetta di Satana è stata il portare la perfezione della creatura diletta ad 
una superperfezione, che annullasse almeno in una ogni ricordo di umanità, suscettibile al veleno di Satana, 
per cui non da casto abbraccio d'uomo ma da divino amplesso, che fa trascolorare lo spirito nell'estasi del 
Fuoco, sarebbe venuto il Figlio. 
La Verginità della Vergine!... 
Vieni. Medita questa verginità profonda, che dà nel contemplarla vertigini d'abisso! Cosa è la povera 
verginità forzata della donna che nessun uomo ha sposato? Meno che nulla. Cosa la verginità di quella che 
volle esser vergine per esser di Dio, ma sa esserlo solo nel corpo e non nello spirito, nel quale lascia entrare 
tanti estranei pensieri, e carezza e accetta carezze di umani pensieri? Comincia ad essere una larva di 
verginità. Ma ben poco ancora. Cosa è la verginità di una claustrata che vive solo di Dio? Molto. Ma sempre 
non è perfetta verginità rispetto a quella della Madre mia. 
Un coniugio vi è sempre stato, anche nel più santo. Quello di origine fra lo spirito e la Colpa. Quello che solo 
il Battesimo scioglie. Scioglie, ma, come di donna separata da morte dello sposo, non rende verginità totale 
quale era quella dei Primi avanti il Peccato. Una cicatrice resta e duole, facendo ricordare di sé, ed è sempre 
pronta a rifiorire in piaga, come certi morbi che periodicamente i loro virus acutizzano. Nella Vergine non vi 
è questo segno di disciolto coniugio con la Colpa. La sua anima appare bella e intatta come quando il Padre 
la pensò adunando in Lei tutte le grazie. 


È la Vergine. È l'Unica. È la Perfetta. È la Completa. Pensata tale. Generata tale. Rimasta tale. Incoronata 
tale. Eternamente tale. È la Vergine. È l'abisso della intangibilità, della purezza, della grazia, che si perde 
nell'Abisso da cui è scaturito: in Dio, Intangibilità, Purezza, Grazia perfettissime. 

Ecco la rivincita del Dio trino ed uno. Contro alle creature profanate Egli alza questa Stella di perfezione. 
Contro la curiosità malsana, questa Schiva, paga solo di amare Dio. Contro la scienza del male, questa 
sublime Ignorante. In Lei non è solo ignoranza dell'amore avvilito; non è solo ignoranza dell'amore che Dio 
aveva dato agli uomini sposi. Ma più ancora. In Lei è l'ignoranza dei fomiti, eredità del Peccato. In Lei vi è 
solo la sapienza gelida e incandescente dell'Amore divino. Fuoco che corazza di ghiaccio la carne, perché sia 
specchio trasparente all'altare dove un Dio si sposa con una Vergine, e non si avvilisce, perché la sua 
Perfezione abbraccia Quella che, come si conviene a sposa, è di solo un punto inferiore allo Sposo, a Lui 
soggetta perché Donna, ma senza macchia come Egli è». 

venerdì 27 settembre 2013

Alzate gli occhi al cielo.



In occasione delle prossime ricorrenze mariane del 7 e 13 ottobre mi piace offrire alla vostra riflessione due Messaggi bellissimi e di gran conforto: Alzate gli occhi al cielo  +  L'Angelo con la chiave e la catena.

Milano, 13 ottobre 1992. 
75° anniversario della ultima apparizione di Fatima.

Alzate gli occhi al cielo.

«"Alzate gli occhi al cielo", dissi alla piccola Lucia, al termine della mia ultima apparizione, avvenuta il 13 ottobre 1917, in Fatima nella povera Cova da Iria. Ed essa, rivolgendosi ad una innumerevole folla, invitava tutti a guardare verso il sole.

Iniziava quel fenomeno straordinario, visto da tutti con profonda commozione, e descritto come "il miracolo del sole".
Era la conferma della verità delle mie Apparizioni.
Era il segno, per indicare a tutti, che la vostra Mamma Celeste era discesa dal cielo come "la Donna vestita di sole".



Alzate gli occhi al cielo, vi ripeto oggi, in cui state vivendo gli avvenimenti che in Fatima vi sono stati da me predetti.


- Alzate gli occhi dal mondo in cui vivete, tanto corrotto, inaridito dall'egoismo, dall'odio, dal peccato e da una così vasta empietà.


- Alzate gli occhi da questa umanità, posseduta dallo Spirito del male, che ha costruito una civiltà senza Dio e che si prostra in adorazione davanti ai falsi idoli del denaro e del piacere,
dell'orgoglio e della superbia, della violenza e della impurità.


- Alzate gli occhi dai tempi, che state vivendo, della dolorosa purificazione e della grande tribolazione.
Questi vostri tempi sono cattivi, perché i cuori degli uomini sono diventati cattivi, chiusi, freddi, duri e pervasi da una grande aridità.
Sul vostro mondo, su questa umanità, in questi tempi, Satana ha instaurato il suo regno e domina da sicuro padrone.
Le forze del Male, con l'aiuto delle potenze tenebrose dell'ateismo e della massoneria, hanno ottenuto la loro vittoria.
Che dovete fare voi miei poveri figli, esposti a così grandi pericoli e tanto amati e protetti dalla vostra Mamma Celeste?


Alzate gli occhi al cielo, perché la vostra liberazione è vicina.
(Lc 21,28)
Dal cielo verrà a voi la nuova era di luce e di santità.
Dal cielo verrà a voi la sconfitta definitiva di Satana e di tutto il suo potente esercito del male. (cf. Apoc. 19, 11)
Dal cielo verrà a voi il Cristo, nello splendore della sua gloria, cavalcando il cavallo bianco del suo divino potere.


Oggi, mentre ricordate l'anniversario dell'apparizione della vostra Mamma Celeste come la Donna vestita di sole, vi invito tutti ad alzare gli occhi al cielo, perché "nel cielo aperto apparve un cavallo bianco. Colui che lo cavalcava è chiamato Fedele e Verace, perché giudica e combatte con giustizia.
I suoi occhi brillano come il fuoco: ha molti diademi sul capo e porta scritto un nome che Egli solo conosce. È vestito di un mantello bagnato di sangue. Il suo nome è: Il Verbo di Dio.
Le schiere celesti lo seguono su cavalli bianchi, vestite di bianco, di puro lino finissimo.
Dalla sua bocca esce una spada affilata, per colpire con essa i popoli.
Egli li governerà con un bastone di ferro e pigerà nel tino il vino, che rappresenta il terribile castigo di Dio, Dominatore dell'universo.
Sul mantello e sulla coscia porta scritto il suo nome: Re dei re e Signore dei signori". (Ap. 19, 11-16)




Alzate dunque gli occhi al cielo, miei prediletti e figli a Me consacrati, perché, sulle nubi luminose, verrà a voi mio figlio Gesù, nello splendore della sua gloria, per instaurare fra voi il suo Regno di amore, di santità, di giustizia e di pace».


Cor humillimum, purissimum,
obedientissimum Mariae, 
ora pro nobis.