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venerdì 10 ottobre 2014

Famiglia, Matrimonio, Avvenire dell'Umanità: "Ci sono cose che devono essere dette senza riguardo per le reazioni del mondo"


RIFLESSIONI SULLA PASTORALE DELLA FAMIGLIA E DEL MATRIMONIO

di Ludmila Grygiel



[…] Chesterton ha detto che non abbiamo bisogno di una Chiesa mossa dal mondo ma di una Chiesa che muove il mondo. Parafrasando queste parole possiamo dire che oggi le famiglie, quelle in crisi e quelle felici, non hanno bisogno di una pastorale adeguata al mondo ma di una pastorale adeguata all'insegnamento di Colui che sa che cosa desidera il cuore dell'uomo.

Il paradigma evangelico di questa pastorale lo vedo nel dialogo di Gesù con la Samaritana, da cui emergono tutti gli elementi che caratterizzano l'attuale situazione di difficoltà sia degli sposi che dei sacerdoti impegnati nella pastorale.

Cristo accetta di parlare con una donna che vive nel peccato. Cristo non è capace di odiare, è capace soltanto di amare e perciò non condanna la Samaritana ma risveglia il desiderio originario del suo cuore offuscato dagli avvenimenti di una vita disordinata. La perdona soltanto dopo che la donna ha confessato di non avere marito.

Così il passo evangelico ricorda che Dio non fa dono della sua misericordia a chi non la chiede e che il riconoscimento del peccato e il desiderio di conversione sono la regola della misericordia. La misericordia non è mai un dono offerto a chi non lo vuole, non è un prodotto in svendita perché non richiesto. La pastorale richiede un'adesione profonda e convinta dei pastori alla verità del sacramento.

Nel diario intimo di Giovanni Paolo II, troviamo questa nota scritta nel 1981, anno terzo del suo pontificato: "La mancata fiducia nella famiglia è la prima causa della crisi della famiglia".

Si potrebbe aggiungere che la mancata fiducia nella famiglia da parte dei pastori è una fra le principali cause della crisi della pastorale famigliare. Questa non può ignorare le difficoltà ma non si deve fermare su di esse e ammettere sfiduciata la propria sconfitta. Non può adeguarsi alla casuistica dei moderni farisei. Deve accogliere le samaritane non per nascondere la verità sul loro comportamento ma per condurle alla conversione.

I cristiani sono oggi in una situazione simile a quella in cui si è trovato Gesù, il quale nonostante la durezza del cuore dei suoi contemporanei ha riproposto il modello del matrimonio così come voluto da Dio fin dal principio.

Ho l'impressione che noi cristiani parliamo troppo dei matrimoni falliti ma poco dei matrimoni fedeli, parliamo troppo della crisi della famiglia ma poco del fatto che la comunità matrimoniale e famigliare assicura all'uomo non solo la felicità terrena ma anche quella eterna ed è il luogo in cui si realizza la vocazione alla santità dei laici.

Così viene messo in ombra anche il fatto che, grazie alla presenza di Dio, la comunità matrimoniale e famigliare non si limita al temporale ma si schiude al sovratemporale, perché ciascuno degli sposi è destinato alla vita eterna ed è chiamato a vivere in eterno al cospetto di Dio, che ha creato entrambi e li ha voluti uniti sigillando egli stesso questa unione con il sacramento.

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"L'AVVENIRE DELL'UMANITÀ PASSA ATTRAVERSO LA FAMIGLIA"
(Familiaris consortio, 86)

di Stanislaw Grygiel



[…] L'ignorare l'amore "per sempre" di cui Cristo parla alla Samaritana come del "dono di Dio" (Gv 4, 7-10) fa sì che i coniugi e le famiglie, e in essi le società, smarriscano "la diritta via" e vadano errando "per una selva oscura" come nell'Inferno di Dante, secondo le indicazioni di un cuore indurito, "sklerocardia" (Mt 19, 8).

Una "misericordiosa" indulgenza, richiesta da alcuni teologi, non è in grado di frenare l'avanzata della sclerosi dei cuori che non ricordano come siano le cose "dal principio". L'assunto marxista secondo cui la filosofia dovrebbe cambiare il mondo piuttosto che contemplarlo si è fatta strada nel pensiero di certi teologi sì che questi, più o meno consapevolmente, invece di guardare l'uomo e il mondo alla luce della Parola eterna del Dio vivente, guardano questa Parola nella prospettiva di effimere, sociologiche tendenze. Di conseguenza giustificano a seconda dei casi gli atti dei "cuori duri" e parlano della misericordia di Dio così come se si sfrattasse di tolleranza tinta di commiserazione.

In una teologia così fatta si avverte un disprezzo per l'uomo. Per questi teologi l'uomo non è ancora abbastanza maturo da poter guardare con coraggio, alla luce della misericordia divina, la verità del proprio diventare amore, così come "dal principio" è questa stessa verità (Mt 19, 8). Non conoscendo "il dono di Dio", essi adeguano la Parola divina ai desideri dei cuori sclerotici. È possibile che non si rendano conto di star proponendo inconsciamente a Dio la prassi pastorale da loro elaborata, come via che potrà condurLo alla gente. […]

Giovanni Paolo II si avvicinava a ogni matrimonio, anche a quelli spezzati, come Mosè si avvicinava al roveto ardente sul monte Oreb. Non entrava nella loro dimora senza essersi prima tolto i sandali dai piedi, poiché intravedeva presente in essa il "centro della storia e dell'universo". […] Perciò egli non s'inchinava davanti alle circostanze e non adattava ad esse la sua prassi pastorale. […] Rischiando di essere criticato, insisteva sul fatto che non sono le circostanze a dar forma al matrimonio e alla famiglia ma che sono invece questi a darla alle circostanze. Prima accoglieva la verità e soltanto dopo le circostanze. Mai permetteva che la verità dovesse fare anticamera. Coltivava la terra dell'umanità non per effimeri successi ma per una vittoria imperitura. Egli cercava la cultura del "dono di Dio", cioè la cultura dell'amore per sempre.

La bellezza in cui si rivela l'amore che chiama l'uomo e la donna a rinascere in "una carne" è difficile. Il dono esige un sacrificio, senza di esso non è dono. […] Gli apostoli, non riuscendo a comprendere l'interiore disciplina del matrimonio, dicono apertamente: "Se questa è la condizione dell'uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi". Allora Gesù dice qualcosa che costringe l'uomo a guardare sopra di sé, se vuole conoscere chi egli stesso sia: "Non tutti possono capirlo, ma solo coloro ai quali è stato concesso… Chi può capire, capisca" (Mt 19, 10-12).

Una sera nella sua casa, erano gli anni Sessanta, il cardinale Karol Wojtyla era rimasto a lungo in silenzioso ascolto degli interventi di alcuni intellettuali cattolici che prevedevano una inevitabile laicizzazione della società. […] Quando quei suoi interlocutori finirono di parlare, egli disse soltanto queste parole: "Nemmeno una volta è stata da voi pronunciata la parola grazia". Ciò che egli disse allora, lo ricordo ogni volta che leggo gli interventi di teologi che parlano dl matrimonio nell'oblio dell'amore che avviene nella bellezza della grazia. L'amore è grazia, è "dono di Dio". […]

Se così stanno le cose con l'amore, l'inserire nei ragionamenti teologici il pietoso ma contrario alla misericordia adagio "nemo ad heroismum obligatur", nessuno è obbligato ad essere eroe, avvilisce l'uomo. L'avvilisce contraddicendo Cristo che sul monte delle beatitudini dice a tutti gli uomini: "Siate dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste" (Mt , 48).

Con i matrimoni e le famiglie spezzati bisogna com-patire e non invece averne pietà. In questo caso la pietà ha in sé qualcosa di dispregiativo per l'uomo. Non lo aiuta ad aprirsi all'infinito amore al quale Dio l'ha orientato "prima della creazione del mondo" (Ef 1, 4). Il sentimentalismo pietoso è dimentico di come sono "dal principio" le  cose dell'uomo, mentre la com-passione, essendo un soffrire con quelli che si sono smarriti "nella selva oscura", ridesta in loro la memoria del Principio e indica la via del ritorno ad esso. Questa via è il Decalogo osservato nei pensieri e nelle azioni: "Non uccidere! Non fornicare! Non rubare te stesso alla persona alla quale ti sei donato per sempre! Non desiderare la moglie del tuo vicino!". […] Il Decalogo inciso nel cuore dell'uomo difende la verità della sua identità, che si compie nel suo amare per sempre. […]

In una delle nostre conversazioni su questi dolorosi problemi Giovanni Paolo II mi disse: "Ci sono cose che devono essere dette senza riguardo per le reazioni del mondo". […] I cristiani che per paura di essere riprovati come nemici dell'umanità si piegano a compromessi diplomatici con il mondo deformano il carattere sacramentale della Chiesa. Il mondo, ben conoscendo le debolezze dell'uomo, ha colpito innanzitutto "l'una carne" di Adamo e di Eva. Cerca di deformare in primo luogo il sacramento dell'amore coniugale e a partire da questa deformazione cercherà di deformare tutti gli altri sacramenti. Questi costituiscono infatti l'unità dei luoghi dell'incontro di Dio con l'uomo. […] Se i cristiani si lasceranno convincere dal mondo che il dono della libertà recato loro da Gesù rende difficile e persino insopportabile la loro vita, si porranno al seguito del Grande Inquisitore dei "Fratelli Karamazov" e metteranno Gesù al bando. Allora che cosa accadrà all'uomo? Che cosa accadrà a Dio che è diventato uomo?

Prima di essere ucciso Gesù dice ai discepoli. "L'ora viene che chiunque vi ucciderà crederà di rendere un culto a Dio… Al mondo avrete tribolazione, ma fatevi coraggio, io ho vinto il mondo" (Gv 16, 2.33).

Facciamoci coraggio, non confondiamo l'intelligenza mondana della ragione calcolante con la saggezza dell'intelletto che si allarga sino ai confini che uniscono l'uomo con Dio. Erode ed Erodiade erano forse intelligenti, di certo però non erano saggi. Saggio era san Giovanni Battista. Lui, non loro, aveva saputo riconoscere la via, la verità e la vita.

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I testi integrali dei loro interventi all'assemblea plenaria del "Consilium Conferentiarum Episcoporum Europæ":

> Ludmila Grygiel

> Stanislaw Grygiel

E il programma dell'assemblea:

> Plenary Assembly of CCEE, Rome, 2-4 october 2014



martedì 10 giugno 2014

lunedì 21 aprile 2014

Carissimo Amico,


Carissimo Amico,

Fra i problemi della società contemporanea, uno dei più gravi è la crisi della famiglia. Una rimessa in questione radicale dell'istituzione del matrimonio – ripresa di frequente dai mass media – non cessa di batterla in breccia: la stabilità delle famiglie è minacciata dalle leggi permissive che agevolano il divorzio; la missione della madre casalinga non è più stimata al suo giusto valore; le famiglie numerose non ricevono l'appoggio che meriterebbero; la castità e la fedeltà coniugale sono spesso ridicolizzate; una «cultura di morte» incoraggia instancabilmente l'aborto e la contraccezione; in numerosi luoghi, il bambino è sottoposto a tentativi di perversione (pubblicità blasfeme e pornografiche, droga, prostituzione, ecc.); vengono proposti nuovi modelli: libera unione, famiglia monoparentale, coppie di omosessuali, ecc.


Segno di contraddizione


La società si autodistrugge, distruggendo la famiglia, che è, secondo la volontà del Creatore, la sua cellula base. «La salvezza della persona e della società....

martedì 4 febbraio 2014

* FAMIGLIA


Famiglia

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25 Dicembre 2011 – Onorate l’importanza della Famiglia

Oggi, figlia Mia, è la celebrazione della Mia nascita. È anche un giorno speciale per le famiglie.
Ricordate che anche la Sacra Famiglia è nata in questo giorno. Questa Sacra Famiglia è oggi il sostegno delle genti di tutto il mondo.
Proprio come tutte le anime sulla terra fanno parte della famiglia del Mio Eterno Padre così, a motivo di ciò, le persone dovrebbero onorare ovunque l’importanza della famiglia.
È solo attraverso la famiglia, che nasce il vero amore. Mentre molte famiglie in tutto il mondo vivono il disagio, la rabbia e la separazione è importante capire questo.
Se non ci fossero famiglie sulla terra non potrebbe esserci nessuna vita. La famiglia rappresenta tutto ciò che il Mio Eterno Padre desidera per i Suoi figli sulla terra.
Le famiglie, quando sono insieme, creano un intimo amore conosciuto solo nei Cieli. Danneggiate la famiglia e danneggerete l’amore puro che esiste all’interno di ogni anima che fa parte di quella famiglia.
Satana ama dividere le famiglie. Perché? Perché sa che il seme dell’amore, essenziale per la crescita spirituale dell’umanità, morirà quando la famiglia è divisa.
Per favore, figlioli, pregate affinché le famiglie restino unite. Pregate affinché le famiglie preghino insieme. Pregate per impedire a Satana di entrare nella casa della vostra famiglia.
Non dimenticate mai che voi siete tutti parte della famiglia del Padre Mio e che dovete emulare questa unità sulla terra quanto più è possibile. So bene che non è sempre il caso, ma lottate sempre per l’unità familiare al fine di mantenervi nell’amore l’uno per l’altro.
Se non avete una famiglia sulla terra allora ricordatevi che siete parte della famiglia che ha creato il Padre Mio. Lottate per unirvi alla famiglia del Padre Mio nella Nuova Era di Pace.
Pregate per le grazie di cui avete bisogno per essere in grado di trovare la vostra legittima casa in questo Nuovo Paradiso in cui sarete invitati a entrare alla Mia Seconda Venuta.
Il Vostro amato Gesù
Salvatore dell’Umanità

venerdì 18 ottobre 2013

DA INCORNICIARE D'ORO!


  • Il matrimonio è unione voluta per elevazione e conforto dell’uomo e della donna, oltre che per procreazione; è dovere, è ministero, non è mercato, non è dolore, non è avvilimento, di uno o dell’ altro coniuge. E’ amore e non odio. Giusto  dunque sia il capo senza eccessive durezze o pretese e senza eccessive condiscendenze e debolezze. (…) E giusta sia la donna nella casa verso lo sposo, i figli, i servi. Allo sposo dia ubbidienza e rispetto, conforto e aiuto.


Ubbidienza finché questa non assuma sostanza di consentimento al peccato. La moglie deve essere sommessa ma non degradata. Guardate, o spose, che il primo che vi giudica, dopo Dio, per certe colpevoli condiscendenze, è lo stesso vostro marito che vi induce ad esse. 451.3


  • La moglie virtuosa, direi la moglie che anche dopo il coniugio conserva quel “che” di verginale negli atti, nelle parole, negli abbandoni d’amore, può portare il marito a una elevazione dal senso al sentimento, onde lo sposo si spoglia da lussuria e diviene veramente un unico “che”  con la sposa che tratta col riguardo con cui uno tratta una parte di sé stesso e giusto è che ciò sia, perché la donna è “osso delle sue ossa e carne della sua carne”. 451.4


  • La moglie sia paziente, materna con il marito. Lo consideri come il primo dei suoi figli, perché la donna è sempre madre e l’uomo è sempre bisognoso d'una madre che sia paziente, prudente, affettuosa, confortatrice. Beata quella donna che del proprio coniuge sa essere la compagna e insieme la madre per sorreggerlo, e la figlia per essere guidata. 451.4
Santa Monica e Sant'Agostino
pregate per noi.

mercoledì 6 luglio 2011

NON SI TAGLIANO LE RADICI DA CUI SIAMO CRESCIUTI

santo stefano d ungheria, stefano re di ungheria

La rifondazione dell’Europa comincia dall’Ungheria?di Élizabeth Montfort*, su Zenit.org del 25.05.2011

ROMA, (ZENIT.org).- Una rondine non fa primavera, ma uno Stato europeo, e non dei minori, che si dà una Costituzione eurocompatibile che rispetta sia la Carta europea dei diritti fondamentali sia la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo è un esempio da seguire.Lunedì 18 aprile 2011, in conformità con gli impegni presi dal primo ministro Viktor Orban quando nell’aprile 2010 vinse in modo eclatante le elezioni politiche (2/3 dei seggi alla Camera dei deputati), la Costituzione ungherese è stata modificata nello spirito e nella lettera. Il testo del 1990, adottato subito dopo la caduta del Muro di Berlino, è stato giudicato troppo liberale e ancora caratterizzato da residui comunisti.
Il potere è stato ripartito tra i tre principali partiti: La Fidesz, partito di centro destra, i cui rappresentanti nel Parlamento europeo fanno parte del Partito Popolare Europeo; I Socialisti, completamente screditati dopo la gesione disastrosa del Primo ministro Ferenc Gyurcsany che aveva mentito sull’entità del deficit del blancio dello Stato, cosa che nel 2008 lo aveva spinto a chiedere al fondo Monetario Internazionale un aiuto di 20 miliardi di euro per salvare il Paese dalla bancarotta; Il partito Jobbik, di estrema destra, che ha come obiettivo la difesa dei valori e dell’identà dell’Ungheria.
La nuova Costituzione proposta dal Premier e dalla Fidesz è stata approvata con 262 voti contro 44 e una astensione. Il testo è stato approvato dal Presidente della Repubblica ungherese, Pal Schmitt, il 25 aprile scorso ed entrerà in vigore il 1 gennaio 2012. Durante il dibattito in aula l’opposizione non ha espresso alcun intervento. Il che non le ha impedito finora di sostenere gli oppositori a questa nuova legge fondamentale.
Quali sono i cambiamenti della Costituzione :
1- Il primo riguarda il riferimento alle radici cristiane dell’Ungheria. Il Preambolo dice infatti che «La Costituzione si inscrive nella continuità della Santa Corona» e ricorda «il ruolo del cristianesimo» nella «sua storia millenaria ».
Ci si stupisce delle reazioni negative a questo testo, dato che al momento della redazione del Trattato costituzionale dell’Unione Europea, tutti i paesi membri hanno approvato il riferimento alla nostra eredità cristiana, tranne la Francia.
La petizione europea, promossa dalla Fondation de Service politique con qualche deputato europeo aveva ottenuto nel 2004 1,4 millioni di firme ed era stata sostenuta da circa 60 associazioni in rappresentanza di 50 milioni di aderenti. Un primato nella storia europea. Questa petizione era stata registrata dalla Commissione sulle petizioni, ma la Commissione europea non si è degnata di darle corso come avviene di solito quando le petizioni vengono registrate.

Il riferimento alle radici cristiane non è una questione di opinione, ma una verità storica. Bisogna ricordare che la nazione ungherese si è organizzata a partire dal battesimo di Santo Stefano, incoronato re di Ungheria, al punto che chi detiene la sua corona detiene anche il potere. E’ questo il motivo per cui la Corona di Santo Stefano si trova oggi al Parlamento ungherese, il che gli dà la legittimità di fare le leggi.

2- La seconda modifica riguarda l’unione tra due persone: «La Costituzione protegge l’istituzione del matrimonio, considerato come l’unione naturale tra un maschio e una femmina e come il fondamento della famiglia».
Questo riferimento riprende, nel suo spirito, la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo che, nonostante le pressioni per introdurre l’unione tra due persone dello stesso sesso, rimane un testo di riferimento per tutti gli Stati.
La nuova Costituzione ungherese non rimette in questione l’unione tra persone dello stesso sesso e non le considera equivalenti al matrimonio.

3- La terza modifica riguarda la vita di tutti gli esseri umani prima della nascita: «Dal momento del concepimento, la vita merita di essere protetta come un diritto umano fondamentale» e «la vita e la dignità sono inviolabili », riprendendo in un certo modo il primo articolo della Carta europea dei diritti fondamentali: «la dignità umana è inviolabile. Essa deve essere rispettata e protetta».
Alcuni si sono indignati di questo ritorno all’ordine morale. Dobbiamo dedurne che l’ordine umano è un ordine amorale? La nuova Costituzione ungherese è eurocompatibile? si chiedono gli oppositori. Se non lo fosse, allora vorrebbe dire che tutti i testi di riferimento sono lettera morta, considerato che l’Unione europea si è costruita a partire dal rispetto dei diritti dell’uomo la cui universalità è espressa nella Dichiarazione dei diritti dell’uomo del 1948, riconosciuta come patrimonio comune dell’umanità, e non sui diritti astratti e soggettivi rivendicati senza riferimento ad un patrimonio comune.

Certo, la decisione appartiene ai legislatori. Ma questi votano in nostro nome. Tacere sarebbe da parte nostra un atto di irresponsabilità. Le leggi ci riguardano tutti. E’ nostro dovere incontrare i nostri deputati e senatori per dire loro che teniamo al rispetto dei nostri principi fondamentali.
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*Élizabeth Montfort, già Deputata al Parlamento Europeo, è portavoce dellaFondation de Service Politique (Paris)


O Crux, ave spes unica!