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lunedì 2 febbraio 2015

Attendendo l'ora della liberazione.

Dogmatica, ma non sul dogma.

Editoriale di Radicati nella fede - Anno VIII n° 2 - Febbraio 2015 [qui]
 Dogmatica su ciò che non è dogma, sembra proprio questa la situazione della Chiesa degli ultimi decenni. Mentre si lasciano i teologi e i vari pastoralisti scorrazzare in piena libertà dentro la dottrina cristiana, riformulando pericolosamente le verità di fede fino a trasformarle e sconvolgerle in qualcosa d'altro; mentre si lascia libero corso ad un fiume di predicazione che rischia di non salvaguardare l'interezza del Credo cattolico, si diventa dogmatici, fissisti, autoritari su ciò che invece non è essenziale nella Chiesa, ad esempio sull'organizzazione della pastorale nelle diocesi e nelle parrocchie.

 Un tempo, invece, nella Chiesa ci si preoccupava di salvare i dogmi, la verità e le verità contenute nel Vangelo. Un tempo, invece, si era preoccupati di custodire e trasmettere l'integrità della morale cattolica, ripetendo i comandamenti e declinandoli ai fedeli perché si esercitassero ad applicarli alla concretezza della loro vita.

 Anche nella disciplina, un tempo severa nella Chiesa, si era tali solo per salvaguardare la sana trasmissione della Grazia di Dio nell'impianto sacramentale. Si era severi nel garantire le condizioni per ricevere con frutto i sacramenti, ma, ci sembra proprio così, non si dogmatizzava sul resto. La storia della Chiesa è storia di libertà, di una grande libertà nel rispondere alla volontà di Dio. Se pensiamo ai santi, ci accorgiamo che non ce n'è uno uguale all'altro; nelle loro vite appare la grande fantasia di Dio e la grande libertà dell'uomo nel compiere il bene. 
Nello stesso tempo vediamo, nelle diversissime vite dei santi, una uniformità impressionante per quanto riguarda i dogmi, cioè ciò che hanno creduto, l'importanza data ai sacramenti, la centralità della Messa, la vita concepita come partecipazione alla sofferenza redentiva del Signore, l'amore alla Chiesa, la scrupolosità nelle opere di misericordia, le fede nella vita eterna, la decisività della preghiera per i vivi e per i morti, etc. Erano insomma un catechismo vivente: potremmo con frutto fare dottrina partendo dalla vita dei santi di tutte le epoche della cristianità, e giungeremmo a riscrivere sempre lo stesso catechismo.

 I santi, la Chiesa, erano uniformi, meglio uniti, nella fede e nella disciplina che ragionevolmente ne discende, e non su tutto il resto.

 Oggi, e veniamo al dunque, non è proprio più così: sei controllato su tutto il resto, devi uniformarti ad uno “stile”, quello naturalmente della “Chiesa moderna”. Se non ti uniformi, non appartieni più a questa Chiesa; e se non ti buttano fuori, vivi come nell'ombra: sanno che ci sei, ma fanno di tutto perché tu sia invisibile. Non interessa che tu sia fervente cattolico, che tu custodisca tutta la dottrina della Chiesa di tutti i tempi. No, ai burocrati del clericalismo moderno preoccupa che tu non sia allineato al nuovo stile, allo stile moderno, alla Chiesa rinnovata!

 Questo è il nuovo dogma, è il super-dogma intoccabile, che avvolgendo tutti i dogmi di sempre, li neutralizza e li avvelena nella nuova ideologia.

 I dogmi, quelli veri, sono le verità rivelate da Dio, che siamo tenuti a credere per l'autorità di Dio che li rivela. La Chiesa ne è la custode, la responsabilità grave dei pastori è trasmetterli perché salvino le anime.

 Il super-dogma della modernità invece non viene da Dio, l'hanno inventato gli uomini. E pretendono di reinterpretare tutto secondo questa lapidaria affermazione: “La Chiesa deve mettersi al passo coi tempi, se non vuole restare fuori della storia”.

 È una falsità che viene da lontano; la Massoneria ne è diventata la più funesta propagatrice negli ultimi secoli; questa menzogna è entrata pian piano nella Chiesa, oggi sembra aver vinto. All'interno di questo bollettino troverete un bello scritto del P. Emmanuel, dove, parlando del mistero d'iniquità, definisce la Massoneria “la cloaca di tutte le corruzioni dell'umanità”. E cuore dell'opera massonica è questa reinterpretazione globale del cattolicesimo in chiave moderna, per trasformarlo in una inutile religione naturale, fatta di vuote parole di solidarietà umana.

 “La Chiesa deve mettersi al passo coi tempi, se non vuole restare fuori della storia”: è una menzogna, per questo non ve la spiegheranno mai, ma ve la imporranno con violenza. Non ve la spiegheranno, perché se lo facessero dimostrerebbero la loro eresia, dimostrerebbero di non venire da Dio.

 Da sempre, dagli inizi, la modernità non fu mai la preoccupazione della Chiesa. La sua preoccupazione fu sempre quella di essere fedele al Signore Gesù, alla divina Rivelazione. Pensate ciò che scrive san Paolo nella lettera ai Galati:

 “Orbene, se anche noi stessi o un angelo dal cielo vi predicasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato, sia anàtema! L'abbiamo gia detto e ora lo ripeto: se qualcuno vi predica un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anàtema!” (Gal 1,8-9).

 Impressionante! “Se anche noi stessi o un angelo dal cielo vi predicasse un vangelo diverso”... San Paolo mette in guardia i fedeli... non solo un angelo dal cielo, ma nemmeno lui, il grande apostolo, può cambiare una virgola alla fede, una virgola a quel vangelo che aveva già loro predicato. E chi sono questi teologi- pastoralisti moderni, chi credono di essere, per chiederci di modificare la fede reinterpretandola secondo il super-dogma della modernità... la Chiesa deve adattarsi al mondo di oggi, non può più fare oggi ciò che faceva un tempo?

 Eh sì, ti dicono così, non potete fare più ciò che la Chiesa faceva un tempo... dovete adattarvi al mondo moderno. Anche qui però non ti dicono il perché, non ti spiegano.

 Perché mai non potremmo vivere la messa come un tempo? Perché mai non potremmo ricevere i sacramenti come un tempo? Perché mai dovremmo stravolgere una prassi consolidata nella Chiesa da secoli per applicare le dubbie ricette ecclesiastiche di oggi? Perché il catechismo chiaro e semplice della tradizione non dovrebbe andare più bene? Perché mai nelle chiese gli uomini di oggi non potrebbero vivere la preghiera come i cristiani di duemila anni? Perché mai dovremmo cambiare le regole per accedere ai sacramenti, se queste nascono dalla verità del Vangelo, se queste custodiscono il dogma?

 Loro, i clericali moderni, dicono che dobbiamo cambiare perché gli uomini di oggi non capirebbero. Ma anche questo non te lo spiegano, ti dicono che è così e che non si discute.

 A noi sembra invece che sono loro, i clericali ammodernati, a non sopportare la Chiesa, la Chiesa e la sua gloriosa storia di grazia e di santità. Non l'hanno più sopportata, la Chiesa di sempre, perché ne avevano smarrito le ragioni, e per non uscirne hanno lavorato per cambiarla con il dogma della modernità. L’hanno cambiata davvero dove hanno potuto, fino a sfigurarla, provocando la più grande crisi della storia cristiana.

Ma la Chiesa è di Dio, per questo restiamo sereni nella Tradizione, attendendo l'ora della liberazione.

mercoledì 13 novembre 2013

Sono i principi morali a connotare le società, non quelli economici.

Enrico Letta e Mario Monti(di Danilo Quinto) Monti e Letta. Letta e Monti. I due, come un sol uomo, hanno dimostrato in che condizioni è possibile ridurre un paese, fino a qualche settimana fa ottava potenza economica del mondo, ora estromessa. Ciascuno di noi può commettere errori, ma la differenza tra coloro che sono in buona fede e coloro che marciano nella direzione opposta, è quella di ammetterli o meno. Chi ha sponsorizzato, prima il “governo tecnico” e poi il “governo delle larghe intese” ‒ ci riferiamo a precisi e autorevoli ambienti cattolici ‒ dovrebbe fare pubblica ammenda del disastro che ha concorso a determinare.


Il raddoppio negli ultimi due anni del numero degli italiani che soffrono la fame, le 50mila famiglie costrette ad abbandonare la casa perché non hanno i soldi per pagare il mutuo, l’aumento del 25% dei disoccupati, le 200 imprese che mediamente al giorno sono costrette a fallire, la crescita del debito pubblico di 200 miliardi, la riduzione del Pil del 3,0%, le 400mila partite IVA che sono scomparse, rappresentano disastri strutturali difficilmente rimediabili.

Tutto è stato fatto, in questi due anni, per rispondere ad un potere estraneo alla sovranità del nostro Paese e non si è stati in grado di promuovere una sola riforma seria. Si è vissuti alla giornata, senza un’idea, un progetto che potesse risollevare la situazione. Non quella economica, perché questa è solo una conseguenza inevitabile della voragine morale e civile della nostra comunità nazionale. Si è agito solo per ossequiare il potere dei gruppi para-massonici che comandano l’economia e la finanza dell’Europa e del mondo, disinteressandosi della persona umana e della famiglia, alla quale non si è fornito alcun aiuto o sostegno.

Più il paese si lacerava nella povertà, più si arricchiva una parte sempre più piccola della popolazione: l’esatto contrario della giustizia sociale. Con l’unico strumento a disposizione di questa cultura, l’aumento delle tasse, che sono le più alte in Europa e ormai sono giunte ad un livello di insopportabilità eccezionale. Mentre si aumentavano le tasse, si è aiutato con un prestito di 4 miliardi di euro, ancora da restituire, il Monte dei Paschi. Si è straparlato di riduzione della spesa pubblica e non si è neanche riusciti a eliminare il finanziamento pubblico dei partiti, che hanno patrimoni immensi, come dimostra il caso di Alleanza Nazionale, il cui simbolo vale – si dice ‒ 260 milioni di euro o della Margherita, attorno ai cui tesori si è giocata una partita oscura e per certi versi ancora da chiarire.

Mentre 350mila lavoratori in cassa integrazione rimangono senza sussidio e si stima che più di 4 milioni di persone non saranno in grado di celebrare il Natale e gli italiani sono alle prese nel tentativo di comprendere le 22 scadenze fiscali dei prossimi 60 giorni, per sanare il debito pubblico si propone di vendere le spiagge ai privati! Quello che sta avvenendo era stato già stato profetizzato nell’enciclica Caritas in Veritate di Benedetto XVI.

Se la politica non distingue quello che è umano da quello che umano non è ‒ com’è accaduto con il governo Monti (che emana una direttiva perché nelle scuole medie si insegni la teoria del gender) e come accade con il governo Letta (che non dice una parola sulla legge sull’omofobia, che lede in modo gravissimo la libertà religiosa e che si appresta a sostenere la direttiva europea che suggerisce agli Stati di insegnare ai bambini da 0 a 4 anni il piacere della masturbazione) ‒ non è possibile vedere i bisogni reali in cui vive l’uomo. Sono i principi morali a connotare le società, non quelli economici. Se i primi vengono meno, le società muoiono, si auto-distruggono. È quello che sta avvenendo in Italia ‒ e in Europa ‒ a causa di una secolarizzazione di due secoli, che ha inciso profondamente nell’anima umana. (Danilo Quinto)

giovedì 11 luglio 2013

PAGELLA DEI DOVERI


PAGELLA DEI DOVERI

 
 
VERITÀ DA CREDERSI DI NECESSITÀ DI MEZZO
 - I due Misteri principali della nostra Fede
I -  UNITÀ E TRINITÀ DI DIO
II - INCARNAZIONE, PASSIONE, MORTE E RISURREZIONE di NOSTRO SIGNORE 
       GESÚ CRISTO
 - Che Dio premia e i buoni col Paradiso e castiga i cattivi con l'Inferno 
  
  
COSE DA SAPERSI DI NECESSITÀ DI PRECETTO


CREDO   (Il Credo si recita o si canta in piedi
Credo in unum Deum (chiniamo il capo),  
Patrem Omnipoténtem, factórem cœli et terræ, visibílium omnium et invisibílium. 
Et in unum Dóminum Jesum Christum (chiniamo il capo),  
Fílium Dei unigénitum, et ex Patre natum ante omnia sæcula.  
Deum de Deo, lumen de lúmine, Deum vero de Deo vero.  
Génitum, non factum, consubstantiálem Patri: per quem omnia facta sunt. 
Qui propter nos hómines et propter nostram salútem descéndit de cœlis.  
(ci inginocchiamo) Et incarnátus est de Spíritu Sancto ex María Vírgine: et homo factus  est (ci alziamo)
Crucifíxus étiam pro nobis: sub Póntio Pilato pássus et sepúltus est.  
Et resurréxit tértia die, secúndum Scriptúras.  
Et ascéndit in cœlum sedet ad déxteram Patris.  
Et íterum ventúrus est cum glória judicáre vivos et mórtuos: cujus regni non érit finis. 
Et in Spíritum Sanctum, Dóminum, et vivificántem: qui ex Patre Filióque procédit.  
Qui cum Patre et Fílio símul adorátur (chiniamo il capo) et conglorificátur: qui locútus est  per Prophétas. 
Et unam, sanctam, cathólicam et apostólicam Ecclésiam. 
Confìteor unum baptísma in remissiónem peccatórum.  
Et exspécto resurrectiónem mortuórum.  
Et vítam ventúri sæculi (ci segniamo).  
Amen.


PATER
Pater noster, qui es in cœlis. 
Sanctificétur nomen tum.
Advéniat Regnum tuum. 
Fiat volúntas tua, sicut in cœlo et in terra.
Panem nostrum quotidiánum da nobis hódie.
Et dimítte nobis débita nostra, sicut et nos dimíttimus debitóribus nostris.
Et ne nos indúcas in tentatiónem; 
sed líbera nos a malo. 
Amen.


GLÓRIA PATRI
Glória Patri et Fílio et Spirítui Sancto, 
sícut érat in princípio, et nunc, et semper, 
et in sæcula sæculórum. 
Amen.


AVE MARÍA
Ave María, grátia plena: Dóminus tecum; 
benedícta tu in muliéribus, 
et benedíctus fructus ventris tui, Jesus.
Sancta María, Mater Dei, 
ora pro nobis peccatóribus,
nunc et in hora mortis nostræ. 
Amen.


SALVE REGINA
Salve Regina, mater misericórdiæ, 
vita, dulcédo et spes nostra, salve. 
Ad te clamámus, éxules fílii Hevæ. 
Ad te suspirámus genéntes et fléntes in hac lacrimárum valle. 
Eia ergo, advocáta nostra, 
illos tuos misericórdes óculos ad nos convérte. 
Et Iesum, benedíctum fructum ventris tui, 
nobis post hoc esílium osténde. 
O clémens, 
o pia, 
o dulcis Virgo María.


ÀNGELE DEI
Àngele Dei, qui custos es mei, 
me tibi commíssum pietáte supérna, 
illúmina, custódi, rege et gubérna. 
Amen.


RÉQUIEM ÆTÉRNAM
Réquiem ætérnam dona éis (eo, ea) Dómine, 
et lux perpétua lúceat éis (eo, ea). 
Requiéscant (requiéscat) in pace. 
Amen.



ATTO DI FEDE 
Mio Dio, perché sei verità infallibile, credo fermamente tutto quello che hai  rivelato e la santa Chiesa ci propone a credere. Ed espressamente credo in Te, unico vero Dio in tre Persone uguali e distinte, Padre, Figlio e Spirito Santo. E credo in Gesú Cristo, Figlio di Dio, incarnato e morto per noi, il quale darà a ciascuno, secondo i meriti, il premio o la pena eterna. Conforme a questa Fede voglio sempre vivere. Signore, accresci la mia Fede.



ATTO DI SPERANZA 
Mio Dio, spero dalla tua bontà, per le promesse tue e per i meriti di Gesú Cristo, nostro Salvatore, la vita eterna e le grazie necessarie per meritarla con le buone opere, che io debbo e voglio fare. Signore, che io non resti confuso in eterno.



ATTO DI CARITÀ 
Mio Dio, ti amo con tutto il cuore sopra ogni cosa, perché sei bene infinito e nostra eterna felicità; e per amor tuo amo il prossimo mio come me stesso, e perdono le offese ricevute. Signore, fai che io ti ami sempre piú.



ATTO DI DOLORE 
Mio Dio, mi pento e mi dolgo con tutto il cuore dei miei peccati, perché peccando ho meritato i tuoi castighi, e molto piú perché ho offeso Te, infinitamente buono e degno di essere amato sopra ogni cosa. Propongo col tuo santo aiuto di non offenderti mai piú e di fuggire le occasioni prossime al peccato. Signore, misericordia, perdonami. 
 

I COMANDAMENTI DI DIO
Io Sono il Signore Dio tuo
 I  - Non avrai altro Dio fuori che me
 II  - Non nominare il Nome di Dio invano
 III  - Ricordati di santificare le feste
 IV  - Onora il padre e la madre
 V  - Non ammazzare
 VI  - Non fornicare
 VII  - Non rubare
 VIII  - Non dire falsa testimonianza
 IX  - Non desiderare la donna d'altri
 X  - Non desiderare la roba d'altri
 
I DUE COMANDAMENTI DELLA CARITÀ
1° - Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutto il tuo  spirito.
2° - Amerai il prossimo tuo come te stesso.
 

I CINQUE PRECETTI DELLA SANTA CHIESA 
1° - Udire la S. Messa la Domenica e le altre feste comandate
2° - Non mangiar carne nel venerdí e negli altri giorni di astinenza e digiunare nella  Quaresima, nelle Quattro Tempora e nelle 

Vigilie comandate
3° - Confessarsi almeno una volta l'anno e comunicarsi almeno a Pasqua
4° - Pagare le decime secondo l'usanza
5° - Non celebrare le nozze dall'Avvento a tutto il giorno dell'Epifania e dal principio di  Quaresima all'Ottava di Pasqua
 
I SETTE SACRAMENTI
Battesimo; Cresima; Eucaristia; Confessione; Estrema unzione; Ordine; Matrimonio.
 
  

PRATICARE IL BENE

LE TRE VIRTÚ TEOLOGALI
Fede; Speranza; Carità.


LE QUATTRO VIRTÚ CARDINALI
Prudenza; Giustizia; Fortezza; Temperanza.


LE SETTE OPERE DI MISERICORDIA CORPORALE
Dar da mangiare agli affamati;  cibo
Dar da bere agli assetati;  poto
Vestire gli ignudi;  tego
Alloggiare i pellegrini; colligo
Visitare gli infermi; visito
Visistare i carcerati;  redimo
Seppellire i morti. condo.


LE SETTE OPERE DI MISERICORDIA SPIRITUALE
Consigliare i dubbiosi; consule 
Insegnare agli ignoranti;  consule
Ammonire i peccatori;  castiga
Consolare gli afflitti;  solare
Perdonare le offese;  remitte
Sopportare pazientemente le persone moleste;  fer
Pregare Dio per i vivi e per i morti.  ora.


I SETTE DONI DELLO SPIRITO SANTO
Sapienza; Intelletto; Consiglio; Fortezza; Scienza; Pietà; Timor di Dio.


I TRE CONSIGLI EVANGELICI
Povertà volontaria; Castità perpetua; Ubbidienza intera e continua al direttore spirituale.


LE OTTO BEATITUDINI
Beati i poveri in spirito, perché di essi è il Regno dei cieli;
Beati i mansueti, perché possederanno la terra;
Beati quelli che piangono, perché saranno consolati;
Beati coloro che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati
Beati i misericordiosi, perché otterranno misericordia
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio
Beati i pacifici, perché saranno chiamati figli di Dio
Beati quelli che soffrono persecuzione per la giustizia, perché di essi è il Regno dei cieli.
 
  

FUGGIRE IL MALE

I SETTE VIZI CAPITALI
Superbia; Avarizia; Lussuria; Ira; Gola; Inviadia; Accidia.

I SEI PECCATI CONTRO LO SPIRITO SANTO
Disperazione della salute; Presunzione di salvarsi senza merito; 
Impugnare la Verità conosciuta; Invidia della grazia altrui; Ostinazione nei peccati; Impenitenza finale.


I QUATTRO PECCATI CHE GRIDANO VENDETTA AL COSPETTO DI DIO
Omicidio volontario; Peccato impuro contro natura;
Oppressione dei poveri; Frode nella mercede agli operai.


CI SI RENDE COLPEVOLI DEI PECCATI ALTRUI 
Consigliando il peccato; Istigando al peccato; Comandando il peccato;  
Acconsentendo al peccato; Permettendo il peccato potendolo impedire;  
Non castigando il peccato avendone il dovere; Lodando il peccato; Difendendo il peccato;  
Partecipando al peccato; Tacendo il peccato quando si ha l'obbligo di denunciarlo.

IL PECCATO 
Può commettersi con pensieri, parole, opere o omissioni; 
Diventa mortale quando ricorre: gravità di materia, piena avvertenza, pieno consenso. 
  
  
PROFESSARE LA FEDE

PER BEN CONFESSARSI 
Orazione: per ottenere la grazia di conoscere e detestare i peccati commessi;
Esame di coscienza: fatto con diligenza;
Dolore per i peccati commessi: interno, soprannaturale, sommo e universale;
Proponimento di non piú peccare: fermo, universale, efficace;
Confessione: breve, intera, umile, sincera, prudente;
Penitenza: intera, devota e pronta.


LE OPERE DELLA PENITENZA
L'orazione; il Digiuno; la Limosina.


PER BEN COMUNICARSI 
Essere in grazia di Dio;  
Essere digiuno dalla mezzanotte;  
Sapere che si va a ricevere il Corpo, il Sangue, l'Anima e la Divinità di N. S. Gesú Cristo;  
Accostarsi con fede e con devozione.

I QUATTRO NOVISSIMI
Morte; Giudizio; Inferno; Paradiso.


ORAZIONI DEL MATTINO
Ti adoro, o mio Dio, e ti amo con tutto il cuore, ti ringrazio d'avermi creato, redendo, fatto cristiano [e tuo sacerdote e/o religioso] e conservato in questa notte. Ti offro le azioni di questa giornata: fa' che siano tutte secondo la tua santa volontà, per la maggior tua gloria.

Presérvami dal peccato e da ogni male. La tua grazia sia sempre con me, con tutti i miei cari e con tutti quelli che mi hai affidato. Amen.

Atto di Fede, Atto di Speranza, Atto di Carità. Pater, Ave, Gloria, Credo, Salve Regina, Angele Dei.


ORAZIONI DELLA SERA
Ti adoro, o mio Dio, e ti amo con tutto il cuore, ti ringrazio d'avermi creato, redendo, fatto cristiano e conservato in questo giorno. Dammi la grazia di conoscere i miei peccati e di averne vero dolore. Non la mia, ma la tua volontà sia fatta, o Signore.

 
Atto di Fede, Atto di Speranza, Atto di Carità, Atto di Dolore. Pater, Ave, Gloria, Credo, Salve Regina.


PRATICHE DI DEVOZIONE 
Preghiere del mattino 
Uscendo di casa: Angele Dei 
Incontrando una Croce: Adoramus Te Christe… 
Incontrando un'immagine della SS. Vergine Maria: Ave Maria… 
Entrando in chiesa: A Te mi affido, o Cristo Gesú, mio Salvatore e mio Dio 
Segnandosi con l'acqua benedetta: In Nómine Patris… Mio Dio, per i meriti di Gesú  Cristo, lavami da tutti i miei peccati 
Uscendo dalla chiesa: Conserva, o Signore, nell'anima mia la fede, la speranza e la carità 
Al principio del lavoro: In Nómine Patris… Signore, ti offro questo lavoro, dammi la tua  santa benedizione 
Avanti il pasto: Benedici, o Signore, il cibo che sto per prendere, affinché mi mantenga al  tuo servizio 
Dopo il pasto: Ti ringrazio, o Signore, del cibo che mi hai dato, fai che mi serva per il bene 
Nel conversare: Dio mi vede 
Nelle tentazioni e nei pericoli: Gesú, Giuseppe e Maria, siate la salvezza dell'anima mia 
Quando suona la campana: Un'ora di piú da rendere conto a Dio, un'ora di meno da vivere 
Quando si passa davanti a una chiesa: Ti adoro ogni momento, o Santissimo e  Divinissimo Sacramento 
Quando suona l'Ave Maria, al mattino, a mezzogiorno e alla sera: Angelus Dómini o  Regina Cœli 
In ogni momento: Signore Gesú Cristo, Figlio di Dio, abbi pietà di me peccatore 
Santo Rosario 
Preghiere della sera

GIACULATORIE
- Dolce cuore di Gesú, fa ch'io t'ami sempre piú
- Dolce cuore di Maria, siate la salvezza dell'anima mia
- O Maria, concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a Voi.
- Gesú, Giuseppe e Maria, assistetemi nell'ultima agonia



Mondo, demonio e carne vincerai 
E ad ogni colpa darai bando eterno 
Se alli Novissimi tu penserai: 
Morte, Giudizio, Paradiso, Inferno. 
 

Dio sia benedetto 
Benedetto il suo santo Nome 
Benedetto Gesú Cristo, vero Dio e vero Uomo 
Benedetto il Nome di Gesú 
Benedetto il suo sacratissimo Cuore 
Benedetto Gesú nel santissimo Sacramento dell'altare 
Benedetta la gran Madre di Dio, Maria Santissima 
Benedetta la sua santa e Immacolata Concezione 
Benedetto il Nome di Maria Vergine e Madre


Benedetto il Cuore Immacolato di Maria Santissima 
Benedetto Dio nei suoi Angeli e nei suoi Santi.
 


Adorámus Te, Christe, et benedícimus tibi:  
Quia per sànctam Crucem tuam redemísti mundum.

Cor Mariae Immaculatum, intercede pro nobis.
Cor Jesu Sacratissimum, miserere nobis.




giovedì 14 febbraio 2013

SAN VALENTINO!




Il Pontefice pronuncia la sua omelia
per l'ordinazione sacerdotale di san Valentino.

«Battezzato nel giorno natale del martire Valente, il nuovo figlio della Chiesa Apostolica e Romana, e fratello nostro, ha voluto assumere il nome del martire beato, ma con quella modifica che l’umiltà attinta dal Vangelo - l’umiltà: una delle radici della santità - gli dettava. 

E non Valente, ma Valentino volle essere detto.
Oh! ma che in vero Valente egli è. Guardate quanto cammino ha fatto il pagano la cui religione era il vizio e la prepotenza. Voi lo conoscete quale è ora, nel seno della Chiesa. Qualcuno fra voi - e specie quelli che padri e madri di vera generazione gli sono stati, per essere quelli che con la parola e l’esempio l’hanno fatto concepire dalla Santa Madre Chiesa e partorire da essa per l’altare e per il Cielo - sanno quello che egli era non come cristiano Valente ma come il pagano di prima, il cui nome egli, e noi con lui, non vogliamo neppur ricordare. 

Morto è il pagano. E dall’acqua lustrale è risorto il cristiano. Ora egli è il vostro prete. Quanto cammino! Quanto! Dalle orgie ai digiuni; dai triclini alla chiesa; dalla durezza, dall’impurità, dall’avarizia, all’amore, alla castità, alla generosità assoluta.

Egli era il giovane ricco, e un giorno ha incontrato, portato a lui dal cuore dei santi, che anche senza parole illustrano Cristo - perché Egli traluce dal loro animo - ha incontrato Gesù, Signor nostro benedetto. 

Gli occhi dolcissimi del Maestro si sono fissati sul volto del pagano. E il pagano ha provato una seduzione che nessun piacere gli aveva ancor data, una emozione nuova, dal nome sconosciuto, dalla non descrivibile sensazione. Un che di soave come carezza di madre, di onesto come odore di pane testé sfornato, di puro come alba di primavera, di sublime come sogno ultraterreno.

Cadete voi larve del mondo e dell’Olimpo pagano quando il Sole Gesù bacia un suo chiamato. Come nebbie vi dissolvete. Come incubi demoniaci fuggite. Che resta di voi? Di voi che sembravate tanto splendida cosa? Un mucchio lurido di detriti inceneriti malamente e ancor fetidi di corruzione. 

“Maestro buono, che devo fare per seguire Te e avere la vita eterna?” ha chiesto. E il dolce, divino Maestro, con poche parole gli ha dato l’insegnamento di Vita: “Osserva questi comandi”. Oh! non gli poteva dire: “Segui la Legge!”. Il pagano non la conosceva. Gli disse allora: “Non uccidere, non rubare, non spergiurare, non essere lussurioso, onora i parenti e ama Dio e prossimo come te stesso”. Parole nuove! Mète mai pensate! Orizzonti infiniti pieni di luce. Della sua luce.

Il pagano non poteva dare la risposta del giovane ricco. Non poteva. Perché nel paganesimo sono tutti i peccati ed egli tutti li aveva nel cuore. 

Ma volle poterla dare. E venne ad un povero vecchio, al Pontefice perseguitato, e disse: “Dàmmi la Luce, dàmmi la Scienza, dàmmi la Vita! Un’anima dàmmi, in questo mio corpo di bruto!”, e piangeva. E il povero vecchio, che io sono, ha preso il Vangelo ed in esso ha trovato la Luce, la Scienza, la Vita per il mendicante piangente. Ho trovato tutto nel Vangelo di Gesù, nostro Signore, per lui. E gli ho potuto dare l’anima. L’anima morta evocarla a vita, e dirgli: “Ecco l’anima tua. Custodiscila per la vita eterna”.

Allora, bianco del bagno battesimale, egli si è dato a ricercare il Maestro buono e lo ha trovato ancora e gli ha detto: “Ora posso dirti che faccio ciò che Tu mi hai detto. Che altro manca per seguire Te?”. E il Maestro buono ha risposto: “Va’, vendi quanto hai e dàllo ai poveri. Allora sarai perfetto e potrai seguire Me”.

Oh! allora Valentino ha superato il giovane di Palestina! Non se ne andò via, incapace di separarsi da tutti i suoi beni. Ma questi beni mi ha portato per i poveri di Cristo e, libero dal giogo delle ricchezze, pesante giogo che impedisce di seguire Gesù, mi ha chiesto il giogo luminoso, alato, paradisiaco del Sacerdozio.

Eccolo. Lo avete visto sotto quel giogo, con le mani legate, prigioniero di Cristo, salire al suo altare. Ora vi frangerà il Pane eterno e vi disseterà col Vino divino. 
Ma lui, come io, per esser perfetti agli occhi del Maestro buono vogliamo ancora una cosa. Farci noi pane e vino: immolarci, frantumarci, spremerci sino all’ultima stilla, ridurci a farina per essere ostie. Vendere l’ultima, l’unica ricchezza che ci resta: la vita. Io la mia cadente vita di vecchio. Egli la fiorente vita di giovane.

Oh! non deluderci, Pontefice eterno. Concedici il beato martirio! Col sangue vogliamo scrivere il tuo Nome: Gesù Salvatore nostro. Un altro battesimo vogliamo, per la nostra stola che l’imperfezione umana sempre corrompe: quello del sangue. Per salire a Te con stole immacolate e seguirti, o Agnello di Dio che levi i peccati del mondo, che li hai levati col tuo Sangue! 

Beato martire Valente, nella cui chiesa siamo, al tuo Pontefice Marcello e per il tuo fratello sacerdote chiedi dal Pontefice eterno la stessa tua palma e corona.»

E non c’è altro.
(Maria Valtorta, da I Vangeli della Fede.)

AVE MARIA!