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sabato 6 novembre 2021

VITA DI MARIA SS.ma - 3. La figlia di Israele: Maria SS.ma.

 3

La figlia d’Israele: Maria SS.ma


“Il nome del bel fiore ch’io sempre invoco

E  mane e sera”

Dante III, 23, 88



La Madonna è figura di primissimo piano nella storia della salvezza. Di Lei abbiamo tante notizie quante bastano per comprendere l’essenziale. In verità osserva San Tommaso da Villanova - “alla sua piena storia basta ciò che è scritto nel tema: Da Lei è nato Gesù. Che cerchi di più?”

È la Palestina la regione fortunata dove la Vergine nacque e visse. È come un posto-cerniera per eccellenza tra i continenti decisivi per la storia umana: Asia, Europa ed Africa.

Oggi è denominata Stato d’Israele o Israele, e si collega storicamente al regno ebraico fondato da David undici secoli avanti Cristo. La sua è una storia tra le più affascinanti e misteriose, con periodi di esilio e con molteplici dominazioni da parte dei persiani, greci, egiziani e romani. Questi ultimi, nel 63 avanti Cristo la assoggettarono imponendole poco dopo un re idumeo, Erode, detto il grande, forse per la smisurata ambizione e astuzia, oppure per gli straordinari lavori fatti alla città di Gerusalemme e al suo tempio.

Fu allora che su questa terra santa, che aveva visto l’arcobaleno di Dio, sbocciò il fiore più bello del popolo di Israele. Con questo fiore divino tutte le promesse di Dio ad Abramo, Isacco e Giacobbe cominciarono a realizzarsi nella loro pienezza.

La storia meravigliosa di Maria Santissima si inquadra tutta in questa piccola cornice storico-geografica.

Resta da dire che tra le città di Nazareth e Gerusalemme che si disputano l’onore di aver dato i natali alla Madre di Dio, la preferenza — per tradizione assodata — va alla cittadina della Galilea al nord della Palestina, Nazareth, che significa “fiore di Galilea” o “sentinella”, città fin allora mai celebrata nella Bibbia, anzi disprezzata da tutti.

Definire con precisione la data della sua nascita non ci è possibile. In verità, dopo molte discussioni sull’argomento, ben poco è stato concluso. Esiste un documento, il cosiddetto Chronicon Paschale, che asserisce: “Maria è nata da Gioacchino ed Anna, sotto i consoli di Roma, Domizio Enobarbo e Cornelio Scipione”. Ma quale valore dare a questo documento?

 

Non ci resta che contentarci di una data approssimativa: stabilendo la nascita di Cristo nel 748 (anno più probabile) si viene a concludere che la Vergine sua Madre, data la consuetudine delle fanciulle ebree di sposarsi all’età di circa 12- 14 anni, sia nata intorno agli anni 728-733 di Roma.

I genitori di Maria ci sono noti attraverso la fonte della tradizione. I loro nomi sono Gioacchino, che significa “Il Signore eleva”, ed Anna, che vuol dire “grazia, compassione”. La pia tradizione narra che essi ripartirono i loro beni in tre porzioni: una al Tempio, una per i poveri e una per il proprio sostentamento. La Chiesa cattolica, come anche quella orientale, li venera entrambi il 26 luglio.

Certamente tra gli antenati della Madonna ci sono stati dei peccatori. Però quanto più la linea genealogica si avvicinava a Maria tanto più si purificava. Ci piace pensare che questo continuo processo di purificazione culminò nei due da cui doveva procedere “l’Aurora fulgida, splendida come il sole, più della luna, candida!” Dio rivestì la Madre sua di ogni nobiltà, non solo di quella che deriva dalla sua altissima perfezione morale, bensì anche della nobiltà del sangue e della carne, essendo discendente dalla dinastia dei re di Giuda e quindi della regale famiglia davidica.


Se poi consideriamo che la sua parente (cugina) Elisabetta era una delle figlie di Aronne della stirpe sacerdotale (cfr Lc 1, 5.36) ci accorgiamo ancor più dell’altissima nobiltà delle sue origini. 

Pensando a tutto ciò San Bernardino esclama in un suo sermone: “Quale fu la più nobile donna che formasse mai Iddio? La Vergine Maria! Leggi San Matteo nel capitolo primo dove dice: tale generò tale; e tale tale. E troverai essere discesa: prima per 14 patriarchi, e poi per 14 duci, e poi per 14 re. Se tu trovi mai femmina discesa da tali uomini, io vò essere arso.. Indi viene che, secondo la natura, Maria fu la più nobile Duchessa che fusse mai nell’universo; e la più nobile Reina, e la pin nobile Imperadrice!”


La tradizione ci dice anche che la Vergine fu concepita quando i genitori Gioacchino ed Anna avevano raggiunto un’età molto avanzata e ormai vivevano nel dolore di non aver avuto alcun figlio.

Più in particolare si riferisce che Gioacchino, offrendo un giorno doni al tempio, sia stato respinto dal sacerdote perché non avendo figli era un maledetto da Dio. Il povero vecchio, piangente, si ritirò col suo gregge in solitudine dove restò sei mesi supplicando il Signore e digiunando, fino a quando un angelo lo consolò con la promessa di un figlio. L’umile insistenza dei santi coniugi aveva ottenuto l’impossibile. La loro pazienza vinse il tempo e la sofferenza si mutò in gioia immensa.

Dio donò loro Maria bambina.

Ed essi divennero i genitori, e poi i nonni, più felici e più fecondi e più grandi del mondo: “Rallegratevi e giubilate, Gioacchino ed Anna! Questa vostra  figlia, un giorno, conservando intatta la verginità, vi darà per   nipote lo stesso Dio!” È il caso di dire che Dio “dono più grande ad altri non diè”, perché nel seno di Anna si operò il più grande prodigio che abbia visto il Cielo, si formò il tesoro più grande, che ci preparò all’incontro con Gesù Redentore.

 

La santa Chiesa ci insegna che questa divina Bambina,  per 1’onnipotenza di Dio  ebbe il privilegio di essere preservata e immune da ogni contagio di colpa originale e da ogni altra macchia per sempre, in previsione dei meriti di Cristo Gesù. L’anima di questa Bimba, nell’atto di unirsi al corpo che Dio le dava attraverso la madre Anna, non contrasse peccato alcuno, e quindi nemmeno per un istante fu priva di grazia; anzi la ricevé questa  Grazia in una pienezza tale che è incomprensibile   a  umana  creatura.

La santa Chiesa ha sempre creduto all’Immacolata Concezione di Maria Vergine. Tutti gli Ordini religiosi, in particolare i Francescani — con a capo il beato Giovanni Duns Scoto (1265-1308) chiamato Dottore del Verbo Incarnato, Dottore Sottile, Dottore estatico, ma soprattutto Dottore Mariano - hanno diffuso e difeso dappertutto questo privilegio della Madre di Dio. Fu il Sommo Pontefice Beato Pio IX a definire solennemente come dogma di fede cattolica l’immunità di Maria Santissima dal peccato originale. Era 1’8 dicembre 1854. Quattro anni dopo la proclamazione la Vergine stessa venne a Lourdes per dire a Bernadette quello che già aveva detto di Lei Pio IX: “IO SONO L’IMMACOLATA CONCEZIONE”; come  per dire che il Papa aveva ragione.


Tutti i genitori hanno il sacro dovere di istruire i figli perché quanto prima si orientino verso l’ultimo fine e non già alle puerilità cui la natura si inclina. Se a tempo e con diligenza i genitori, in armonia, adempissero questo loro dovere, in seguito i figli si troverebbero più abili per servire il Signore. 

Certo la santa madre Anna, in nome della creatura che portava in seno (il cui stato sublime le era nascosto), adorò il Creatore e lo ringraziò per il dono della vita, supplicandolo che la custodisse, difendesse e guidasse a lieto fine. E' una lezione per i genitori perché raccomandino alla divina Provvidenza il frutto del loro amore, chiedendo che i bimbi ricevano quanto prima il santo battesimo per essere liberi dal peccato originale e chiamarsi figli di Dio.

Ognuno immagini la trepidazione di Gioacchino e più ancora di Anna durante quei nove mesi di attesa del parto beato. Tradizionalmente per tale evento è fissata la data dell’8 settembre [ma molto probabilmente la  data di questa festa sarà anticipata al 5 agosto] . Il Natale di questa Bambina diffuse su tutte le cose una luce e una gioia ineffabili; fu — come poeticamente canta la Chiesa — un messaggio di gioia per il mondo intero: “Nativitas tua, Virgo Maria, gaudium annuntiavit in universo mundo”.

E finalmente cielo e terra, terra e santi Padri nel seno di Abramo, ebbero la notizia tanto sospirata: “È nata Colei che sarà la Madre del Messia promesso!”

“L’apparizione della Madonna nel mondo è come l’arrivo dell’aurora che precede la luce della salvezza, Cristo Gesù ... Maria è l’annuncio, Maria è il preludio, Maria è l’aurora, Maria è la vigilia, Maria è la preparazione immediata, che corona e mette termine al secolare svolgimento del piano divino della redenzione; è il traguardo della profezia, è la chiave di intelligenza dei misteriosi messaggi messianici” (Paolo VI).

Sessanta giorni dopo il felice parto, Anna, puntuale, umile e fedele compì tutti i riti della Legge (cf Lv 12, 5-6): salì con la santa Bambina al tempio e supplicò preghiere per sé e la figlia; a Dio non restava che premiare l’umiltà d’ambedue che, santissime, si presentavano peccatrici.

Alla santa Bambina, secondo le più pure tradizioni giudaiche, alla presenza dei parenti e del sacerdote fu imposto il nome. Un nome che certamente fu ispirato da Dio ai santi genitori. Il nome di questa Bambina fu Maria.

Ogni nome indica sempre una missione specifica. Mariologi ed esegeti gareggiano nel darci l’interpretazione giusta del santo nome di Maria.

C’è chi ritiene che Maria derivi dalla parola Mara, che letteralmente significa pingue (il che per gli orientali equivale a bella); però tale termine si usava solo con le cose e quindi non tutti accettano questo significato, anche se Maria non solo è bella, ma è la bellezza.

Altri difendono l’interpretazione di perla amara o mare amaro, come fa il Minocchi e il dottor serafico San Buonaventura da Bagnoregio che testualmente dice: “Sta scritto.. Ecco una nuvoletta sale dal mare ... e subito la pioggia cadde a dirotto” (1 Re 18, 44), ossia Cristo, figlio di Maria, che significa mare amaro, e che fecondò tutta la Chiesa con la pioggia della grazia.

È chiaro il riferimento alla missione di Corredentrice che Maria esercitò nella sua vita dolorosa. Tale significato ci sembra il meno contestato e uno dei più aderenti alla persona di Maria. Ciò è avvalorato anche dalla storia d’Israele: alla sorella di Mosè fu imposto il nome di Maria molto probabilmente per le circostanze drammatiche in cui si trovavano gli ebrei in Egitto.

C’è anche chi lo fa derivare dal verbo marah merì, cioè ribellione. Maria sarebbe la ribellione personificata contro satana e il suo regno nel mondo. In certo senso questo significato si riaggancia al precedente.

È seducente l’interpretazione proposta dal P. Zorell. Il nome Maria sarebbe composto da due parole, una egiziana e l’altra ebraica; myr o myrt, ovvero amata; Sam è Jahvèh, ovvero Dio. Myrjam o Maria significa quindi: amata da Dio!

Sembra questo il significato più attendibile, filologicamente e storicamente.

 

La sorella di Mosè era stata l’unica ad avere questo nome essendo nata e cresciuta in Egitto, e quindi molto probabilmente anche il nome della Vergine sarebbe di origine egiziana. In Egitto non mancavano nomi composti che iniziavano con la parola myr e terminavano con il nome di qualche divinità.

E logico pensare che gli ebrei alla falsa divinità sostituirono il nome del vero Dio. Anche con la storia questa interpretazione è in perfetta armonia. Ma- ria è stata veramente “l’Amata da Dio!”; Ella più di qualunque altra creatura ha goduto del1’Amore di Dio “il quale creerebbe un secondo Paradiso perché Lei avesse raddoppiate lodi!”


Possiamo dire che il nome di Maria racchiude tutto l’Amore di Dio. Perciò è dolcissimo come il nome di Gesù. Quanti con devoto affetto l’invocano ricevono copiosissime grazie, sono consolati e vivificati, in esso trovano medicina ai loro mali, tesori per arricchirsi e luce che li guida alla vita eterna.

Maria è nome terribile contro l’inferno; esso solo basta a schiacciare la testa di satana e dà la vittoria su tutti i nemici. Maria è la Vincitrice. E satana La teme, più degli angeli e degli uomini e dello stesso potere divino. Il Nome di Maria gli fa ribrezzo più del nome di Gesù e della sua santa Croce. E perché? Ecco: l’umiltà della Piccola Serva del Signore lo umilia più della divina onnipotenza. E come non ricordare il canto di San Bernardo su questo nome divino?

“Se soffiano i venti delle tentazioni, se t’imbatti negli scogli del dolore, guarda la stella, invoca Maria! Se ti senti flagellato dalle onde dell’orgoglio, dell’ambizione, della calunnia, dell’invidia, guarda la stella, invoca Maria!

“Se la tua fragile imbarcazione è minacciata dall’ira, dalla superbia, dall’impurità,  guarda Maria!

“Se oppresso dai tuoi peccati, scoraggiato dai rimorsi della coscienza e tri- ste al ricordo del giudizio di Dio, stai per cedere all’avvilimento e alla disperazione, ricordati di Maria!

“Nei pericoli, nelle prove, nei dubbi, pensa a Maria, invoca Maria!

“Che Maria non s’allontani mai dalle tue labbra né dal tuo cuore! E per meritare la sua protezione sforzati di imitare i suoi esempi”.

La storia contiene molteplici prove di protezione ottenute nel nome di Maria. Una per tutte: esattamente il 12 settembre 1683, alle porte di Vienna, l’esercito polacco di Giovanni III Sobieski, in collaborazione con le forze alleate tedesche e austriache, piegava e annientava l’armata turca di Kara Mustafà. Il re Giovanni III, capo supremo degli eserciti cristiani valutò questa vittoria da credente comunicando al papa Innocenzo XI il grandioso avvenimento: “Venimmo, vedemmo e Dio vinse!” La storia narra che tutta Roma per ordine del papa assunse l’aspetto di festa: illuminazioni, canti di ringraziamento, scampanii  a non finire, salve di cannone, speciale commemorazione dei caduti. 

Per la vittoria Innocenzo XI istituì per tutta la Chiesa la festa del Santissimo Nome di Maria da celebrarsi nella prima domenica dopo la Natività della Madonna, e ordinò di coniare una medaglia commemorativa con l’iscrizione: “La tua destra, o Signore, ha colpito il nemico” (Es 15,6). A Roma, sempre per ordine del Papa, sorse anche la basilica votiva del Santissimo Nome di Maria, al Foro Traiano, dove il 12 settembre di ogni anno ha luogo una funzione religiosa speciale. Simile a questa fu l’anteriore vittoria di Lepanto del 7 ottobre 1571 ottenuta con la preghiera del SS. Rosario.

Se ci siamo soffermati un po’ su queste memorie, l’abbiamo fatto perché si trattò di un evento determinante per la storia d’Europa, ed eloquentissimo per la gloria del Santissimo nome di Maria.

Per questo Nome, scudo e difesa nostra, musica del cielo, gioia della Trinità Santissima, nome di cui Gesù si circondò nella vita e nell’ora della morte, dobbiamo tutti ringraziare il Signore.  E con questo nome, sulle labbra e nel cuore, dobbiamo essere pronti ad ardue imprese per la gloria divina.

I privilegi che adornarono Maria Santissima sin dal primo istante della Sua esistenza debbono farci pensare all’infinita predilezione che il Signore, nella sua liberalità ha voluto avere per Lei. Con Dio è tutto il Paradiso che benedice Maria, capolavoro della creazione universale e della Misericordia Divina. Al celeste incessante canto dobbiamo unire il nostro, pieni di fiducia perché Colei che Dio ha fatto così grande è la Mamma nostra, che ci segue uno ad uno con ogni cura.

Più sarà stretta l’unione con queste divine realtà e più perfettamente adempiremo il divino precetto di amare Dio e servire il prossimo. Con Maria, uniti a Lei, anche noi avremo tutte le compiacenze di Dio, che dice: “Io ti farò mia sposa per sempre, e ti farò mia sposa nella giustizia e nel giudizio, nella misericordia e nelle tenerezza. Ti farò mia sposa nella fedeltà” (Os 2, 19-20).

Grande onore dunque alla Vergine Maria e fiducia nella sua potenza. Basta soltanto l’eco del Suo Nome Santissimo a mettere in fuga il demonio. Se il   mondo sapesse chiamare Maria, sarebbe salvo.

Se il fango della corruzione ferisce e imbratta l’uomo, purché in lui ci sia il desiderio di purificarsi e guarire, allora anche la sola visione di Maria l’eleva nell’azzurro e lo prepara a sentire tutta la dolcezza del rimanere in Dio che è amore. Dove c’è Maria non vi può sussistere nulla che abbia neppure la più lontana parentela con l’impuro. L’Immacolata è bellezza. Per questo Lei non solo ci libera dai massi (peccati mortali) che uccidono, ma anche dalla polvere (peccati veniali e imperfezioni) che abbrutisce.

L’amore che1’Immacolata ci dona diventa forza per vivere in carità e purezza.


AVE MARIA PURISSIMA!




giovedì 4 novembre 2021

VITA DI MARIA SS.ma. - 2. Incontro con Maria SS.ma

 


2

Incontro con Maria SS.ma

 

Tu sei la gloria di Gerusalemme, Tu magnifico vanto d’Israele,

Tu splendido onore della nostra gente!

Gdt 15, 9

 

Perché il nostro incontro con la Vergine Santissima, nella pienezza del tempo sia più magnifico, occorre prima guardare a Lei nel corso del tempo che la precede. E’ ciò che faremo nel presente capitolo.

Aprendo con attenzione e riverenza la santa Bibbia vi troviamo segni e me- tafore che nascondono molti misteri. Tra questi misteri hanno un posto privile- giato le profezie messianico-mariane, le quali sono di due tipi: profezie dirette, quando sono espresse direttamente con le parole, e profezie indirette, ossia espresse con figure di persone o con cose inanimate, simboli. Le profezie mariane dirette sono sei.

La prima profezia per eccellenza è descritta nella Genesi e ci dà il primo annuncio (Protovangelo) del Redentore. Ivi leggiamo che il Signore appena ebbe chiesto ai nostri progenitori Adamo [ed Eva TdP] il motivo della loro trasgressione o ribellione (che fu peccato di superbia, disubbidienza, golosità e lussuria), Egli maledisse il serpente e aggiunse: “.. perché hai fatto questo, Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno” (Gn 3, 15).

È un testo che attraverso i secoli è stato oggetto di costante studio. Oggi, concordemente, tutti gli esegeti cattolici vi scorgono l’annunzio della lotta im- placabile tra Satana e seguaci da una parte e la Vergine Maria con Gesù dall’al- tra: la Donna è proprio Maria Santissima, mentre la sua stirpe o seme è il Figlio suo Gesù con tutti i giusti, in quanto formano un solo corpo mistico con Lui.

 

Ora ci si chiede: perché una donna ha avuto il privilegio o la missione di schiacciare la testa al serpente? Attingendo al comune pensiero dei santi Padri della Chiesa e ai profeti dei nostri giorni, possiamo esplicitamente affermare che: come fu Adamo con Eva [TestadiPonte] e non  la donna [quella formata dalla sua costola] ad acconsentire al peccato, mangiando quel frutto proibito offertole da satana, e  .a procurare quindi la morte di sè medesimo; così doveva essere una  nuova donna, ossia Maria, vera Madre dei viventi, che con il suo “sì” obbediente e generoso, unito al sì del nuovo Adamo, Gesù Cristo avrebbero dichiarato implacabile guerra a satana e al peccato, ridando vita agli uomini caduti nell’abisso. Quindi Maria redentrice insieme a Gesù redentore.


 


Questa inimicizia, tra Maria e Satana, è costante e assoluta. È dal principio della sua esistenza nella mente divina che la Vergine è predetta come nemica di Satana e amica di Dio, e si rivela immacolata. Perciò la sua figura giganteggia nella sacra Scrittura sin dalle primissime pagine.

Maria è la Donna annunziata, invincibile per grazia divina, scelta da Dio dall’eternità per la salvezza dell’uomo.

Cristo è il Suo seme, il Frutto benedetto del Suo Seno verginale. La carne immacolata che Cristo prese dalla Madre subì i più atroci tormenti, fu come torchiata e schiacciata da Satana, e però così il giogo imposto alla povera umani- tà peccatrice andò in frantumi, con la partecipazione spirituale della Donna innocente. Ed ora in Maria e per Maria, e in Cristo e per Cristo, l’uomo potrà sconfiggere Satana e cantare le misericordie del Signore.

 

La seconda profezia che fa chiaro riferimento a Maria Santissima è quella di Isaia (7,14): “... la Vergine concepirà e partorirà”. Il grande mariologo Ga briele Roschini [1900–1977] dei Servi di Maria, riassumendo le voci della storia universale, scrive che tutti i popoli pagani, gli antichi non meno dei moderni, nei loro libri sacri o nelle loro mitologie, nei loro riti o per bócca dei loro poeti, come accennano alla donna causa di tutti i mali, così invocano ed aspettano una vergine che ripari a quei mali e rechi al mondo il suo Liberatore.

E, tra tanti popoli, sappiamo che soprattutto Israele aspettava quel Messia che doveva essere concepito e generato da una vergine, secondo la parola del Profeta: “Il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e parto- rirà un figlio che chiamerà Emmanuele (che è quanto dire: Dio-con-noi)”.

In queste parole vennero predetti la Madre e il Figlio: Maria “La Vergine” che concepirebbe essendo vergine e genererebbe rimanendo vergine, e suo fi- glio Gesù che sarebbe venuto a liberare l’uomo dalla servitù del demonio e del peccato, e a meritargli il Paradiso.

 

Nella terza profezia, dice ancora Isaia: “Un germoglio spunterà dal tronco di Jesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici. Su di lui si poserà lo Spirito del Signore..” (11, 1-2).

Con tale vaticinio, mentre nel germoglio (o fiore) è indicata la sublimità della prole concepita, nelle radici e nel virgulto viene annunciata la nobile stirpe di David e, più direttamente, la nobiltà e la purezza di Maria Santissima.

4 profezia - Ad Isaia fa eco il profeta Michea, suo contemporaneo, il quale annunciando il Natale di Cristo parla anche di Colei che rettificherà la rotta della nostra storia. Così dice: “... Dio li metterà in potere altrui fino a quando Colei che deve partorire partorirà; e il resto dei tuoi fratelli ritornerà ai figli d’Israele. Egli starà e pascerà con la forza del Signore, con la maestà del nome del Signore suo Dio. Abiteranno sicuri, perché egli allora sarà grande fino agli estremi confini della terra. ..” (Michea 5, 2-4).


5   profezia - Con Isaia e Michea, anche il profeta Geremia accenna alla Ma- dre del Redentore allorquando dice: “Fino a quando andrai vagando, figlia ri- belle? Poiché il Signore crea una cosa nuova sulla terra: la donna cingerà l’uomo!” (Ger 31, 22).

Qui risplende in tutto il suo fascino il mistero dell’Incamazione: la Vergine Maria accoglie e avvolge nel Suo Seno Immacolato Cristo Gesù, Dio perfetto e “uomo perfetto”, per sapienza e forza, fin dal primo istante della sua concezione verginale. E’ qualcosa d’insolito che non avverrà come d’ordinario. Ecco perché il profeta dice: “Il Signore crea una cosa nuova sulla terra”. Questa profezia ci richiama anche a quanto sta scritto nel libro dei Numeri (17, 23) dove si parla del bastone di Aronne, che - senza intervallo di tempo - “..era fiorito; aveva prodotto germogli, aveva fatto sbocciare fiori e maturato man- dorle”.

6   profezia - A coronamento del grande evento c’è la profezia più ampia, cioè 1’intero libro poetico del Cantico dei cantici. È il poema d’amore che Dio

- lo sposo - ha per Israele la sposa, e poiché l’amore di Dio per il suo popolo eletto si rivela e si prolunga nell’amore di Cristo per la sua Chiesa, si deve dire che lo Sposo è Cristo e la Sposa è la Chiesa. Ma poiché nella Chiesa il posto di privilegio compete alla Vergine Maria, proclamata appunto Madre della Chie- sa, dignità smisuratamente sublime che solo a Maria si addice — dobbiamo anche dire che la Sposa di Dio è l’Immacolata Maria. Ella è sposa del Padre, nel senso che è strettamente unita al Padre, in quanto la sua maternità ha lo stesso termine personale della paternità divina: la persona divina del Figlio, generata per generazione intelletuale dal solo Padre secondo la natura divina e per generazione Verginale quindi divina dalla sola madre secondo la natura umana. Dio da Dio, Luce da Luce.

Ecco anche perché il Cantico dei cantici è considerato, senza forzature, come un inno profetico che celebra 1’amore di Dio per tutta l’Umanità rappresentata dalla sua creatura più eletta: Maria Santissima.

 

Per meglio conoscere e capire la Madre del Signore non mancano nella santa Bibbia figure e simboli.


Furono figure di Maria Santissima le seguenti donne dell’Antico Testamento:  la prima Donna che non peccò, Sara, Rachele, Rebecca, Ester, Giuditta, Betsabea e la madre dei Maccabei.

La prima figura di Maria, fu la prima Donna che non peccò, ossia la madre di Abele, che non cadde nel peccato di Adamo ma custodì il suo incanto e con tale e tanta bellezza che certamente poteva gareggiare con la bellezza medesima degli angeli santi.


Di sicuro e senza alcun dubbio lo stato di felicità della prima Donna, ma in un grado molto più elevato si rinnovò nella Vergine Maria, essendo destinata a diventare la nuova Donna, non solo Compagna, bensì anche Madre del nuovo Adamo, cioè Cristo Signore.

Sara, la madre di Isacco (Gn 17, 15 ss) che a sua volta è figura di Gesù Cristo, vero Agnello immolato (Ap 5, 12), che dice pienamente e sempre “si” a tutto quello che il Padre vuole, sia ai piedi del monte, come là sulla vetta. Considerato il figlio Isacco è facile scorgere in Sara, la Vergine Madre del Salvatore.

Rachele, che in ebraico significa “agnella” e che fu donna di non comune bellezza e che diede alla luce il figlio Beniamino nella cittadina di Betlemme, fa pensare a Colei che è detta “piena di grazia” e che proprio lì a Betlemme partorì il Figlio Unigenito (cf Gn 29-35).

Rebecca, giovinetta molto bella d’aspetto e vergine (Gn 24, 16), fu prede- stinata al figlio di Abramo, Isacco, così come la Vergine Maria fu predestinata al Figlio di Dio, Gesti Cristo, entrando in relazione con le Tre Divine Persone, rapporto o relazione di una tale intimità, durata e qualità da oltrepassare infini- tamente il normale rapporto umano.

Ester, giovane giudea e molto bella, diventa regina, avendo conquistati tutti i favori del re Assuero. Sempre vigile sul suo popolo, ella scopre una trama di morte ordita dal superbo Amman contro i giudei.

La regina Ester cercò rifugio presso il Signore. Mortificò molto il suo corpo e pregò con tutta la sua fiducia il Signore che veglia su tutti. Il terzo giorno, “divenuta così splendente di bellezza”, con coraggio indomito si presenta al re e ottiene la salvezza del suo popolo (Est 4-5).

Se questo è stato possibile alla sola Ester, fragile donna, tanto più lo ha potuto fare Colei che è la Condottiera delle milizie celesti, Maria 1’Immacolata, cui niente è stato negato dal Re eterno. Lo splendore della sua bellezza interio- re, le sue eccelse virtù, che trasparivano dallo stesso suo Corpo immacolato, hanno attirato lo sguardo del Signore, e a tal punto che si è incarnato in Lei.

Così la distruzione mortale ordita dal demonio fu sventata, anzi annientata da Maria Santissima.


Anche Giuditta è una magnifica figura della Vergine di Nazareth. Ella è donna bellissima, forte ed integra, che guidata da Dio stacca la testa al nemico Oloferne e salva tutto un popolo in pericolo mortale (Gdt 8-16).

Fu salutata “Gloria di Gerusalemme, letizia d’Israele, splendido onore della nostra gente, .. sempre benedetta dall’onnipotente Signore”. Altrettanto e più ancora si deve dire della Vergine Maria che, bellissima e potentissima e misericordiosa, 

tronca la testa del capo dei nostri nemici, Satana, e salva tutti noi suo popolo.

L’azione di Maria però è tutta divina: “Lo strazio non Le ha impedito d’es- sere forte ben più di Giuditta. Questa ha ucciso. Quella si è fatta uccidere attraverso la sua Creatura. E non ha imprecato, e non ha odiato. Ha pregato, ha amato, ha ubbidito. Madre sempre, .. . Ella ha saputo essere nel contempo Figlia del Padre dei Cieli e ubbidire alla sua tremenda volontà di quell’ora. Non si è ribellata né a Dio, né agli uomini. Ha perdonato a questi. Ha detto “fiat” a Quello”.

 

La Vergine Maria è raffigurata anche nella Madre dei Maccabei che si offre con i suoi sette figli per non rinnegare la fede. Ella rappresenta l’addolorata Madre che offre l’Unigenito Gesù al grande martirio della Croce e il proprio Cuore alla spada di Dolore (2 Mac 7).

Infine, Betsabea, che viene accolta personalmente dal figlio, il re Salomo- ne, e da lui magnificata e onorata con il posto di regina alla sua destra, raffigura certamente la Vergine gloriosa chiamata ad assidersi in Cielo alla destra del Figlio di Dio, Regina del mondo (1 Re 2, 19).

 


Maria Santissima è altresì  simboleggiata:

 

a)   dal paradiso terrestre, luogo di ogni bene e delizie, con fiumi, alberi e animali e luce e pace e melodie. Un luogo di incanto divino. E la Vergine è come quel Paradiso: incanta. Però le sue bellezze superano per abbondanza e delizia quelle dell’Eden. Diversamente come avrebbe potuto il Figlio di Dio incarnarsi in Lei?

La Grazia L’avvolse perfettamente sin dalla sua concezione, anzi ancor prima fu motivo dell’infinita  ed eterna predilezione divina: “Ab initio et ante saecula creata sum”  (Sir. 24). E “Dominus possedit me” (Prov. 8).

“Il Figlio di Dio — scrive San Luigi Maria Grignion de Montfort  (1673-1716) — discese nel seno verginale di Maria. Come nuovo Adamo nel suo paradiso terrestre, vi trovò le sue compiacenze e operò in segreto meraviglie di grazia. Dio-uomo nel racchiudersi in Lei ha trovato la propria libertà; ha dimostrato la propria forza nel lasciarsi portare da questa fanciulla... magnificenza di Dio, che in Lei opera in segreto tante meraviglie, incomprensibili agli angeli e agli uomini”.

...Oh! se le donne tutte riconoscessero in sé la propria nobiltà, dignità e regalità d’animo!

 

 

b)   L’arca di Noè ed arcobaleno.

Come solo quell’arca — con quanti fra gli uomini Dio trovò giusti al suo cospetto — galleggiò sulla castità delle acque che ricoprivano la terra a causa del peccato, così soltanto un’unica creatura rimase immune nell’universale nau- fragio, e soltanto in Lei e per Lei — Maria, divina arca di Dio — tutti gli uomini, se lo vorranno,  potranno salvarsi (Gn 6-8).

 

“Beati coloro che entrano in Lei come nell’arca di Noè! - dice il Montfort — Non gli nuoceranno le acque del diluvio dei peccati che fanno affondare molti”.

In relazione con questa divina Arca, nella Bibbia, dopo il diluvio incontriamo un “arcobaleno”: “Il mio arco pongo sulle nubi . . . ed io lo guarderò per ricordare l’alleanza eterna tra Dio e ogni essere che vive in ogni carne che è sulla terra” (Gn 9, 13-16).

Veramente Arcobaleno di pace è Maria, Colei che dirada le nubi, che disar- ma le folgori, che getta il suo mistico ponte all’umanità caduta nell’abisso per- ché essa risalga per via soave al suo Bene. E non solo Ella — qual dolce astro — splende reale, adorante e beata al cospetto di Dio per ricordargli che Egli ha promesso misericordia agli uomini, ma si mostra attiva e chiama, richiama l’Umanità alla salvezza.

Dopo il diluvio, l’arcobaleno fu visto dai soli giusti rimasti vivi sulla terra. Maria, invece, con la sua voce, il suo profumo, i suoi prodigi, sarà nota a giusti e peccatori, e beati quelli che per Lei si volgeranno a Gesù in cui è salvezza.


c)   La scala di Giacobbe (Gn 28, 12).

Il patriarca Giacobbe, una notte riposandosi sognò una scala altissima e bellissima. Essa univa la terra al cielo: gli angeli di Dio salivano e scendevano per essa. Bene, in questa misteriosa scala intravediamo Maria, le sue virtù, i suoi insegnamenti, la sua vita.

Dio vuole che saliamo fino al cielo, per questa “scala celeste che scese l’Eter- no”. Beati noi se nella scia degli spiriti angelici — attraverso Maria — saliremo verso Dio o discenderemo verso il prossimo! (cf Inno Akathistos, 3).

Molto significativa la visione che si legge nelle cronache di San Francesco, circa le due scale per salire al Cielo: se per la scala rossa i fraticelli dopo i primi gradini precipitavano alla base, per la scala bianca invece salivano spediti e sicuri in Cielo. In cima alla bianca c’era Maria. Fu spiegato al Santo che era necessario salire quella scala per giungere al cielo.

Ci piace trascrivere la preghiera di un’Abbazia benedettina dedicata alla Madonna della Scala: “O Dio, ... Maria L’HAI FATTA SCALA DEL CIELO, colmandola di grazia, fa che percorriamo alacremente, da Lei guidati, le ascensioni della perfezione cristiana, fino a raggiungere la piena statura di Cristo tuo Figlio e nostro Signore. Amen”.

 

d)  Nel Roveto che ardeva e non bruciava (Es 3, 2-3)

È simboleggiata la vera grande meraviglia della concezione verginale del Figlio di Dio nel seno della beatissima sua Madre, che da sola concepì, generò e donò la Luce alla Luce.

La santa Chiesa stessa asserisce: “Nel roveto che Mosè vide rimanere incolume in mezzo alle fiamme, noi riconosciamo la tua ammirabile verginità, o santa Genitrice di Dio”. C’è fiamma e fiamma. E quel fuoco non era di questo mondo come lo è l’egoismo che consuma, ma era fuoco celeste che conserva e vivifica, come l’amore.

 

e)  Il bastone di Mosè e quello di Aronne: come Mosè tramite quel prodigioso bastone operò molti segni e portenti, così Dio tramite Maria realizza la liberazione del suo popolo conducendolo sino alla Terra Promessa del Cielo; e come il bastone di Aronne germogliò, fiori e fruttificò in una sola notte, così Maria, per sola opera divina, germoglia, fiorisce e matura Gesù Cristo, Frutto benedetto del suo grembo, e frutto perfettissimo sin dal primo istante della sua concezione (Es 7ss; Nm 17, 23).

 

f)   il vello di Gedeone (Gdc 6, 38), posto sull’aia e bagnato abbondantemente di rugiada, restando secca la terra tutt’attorno, fu anch’esso simbolo della Vergine Maria.

Infatti, la santa Chiesa canta: “Discendesti o Cristo come pioggia nel vello (Maria) per salvare il genere umano”.

San Girolamo, contemplando la verginità della Madonna, dice: “Il vello, nonostante appartenga al corpo, non sente la passione del corpo; così come la verginità, pur stando nel corpo non conosce la polluzione della carne”.

 

g)  Maria Santissima, infine, è chiamata dai santi Padri: Tempio di Salomone e Città di Dio. Sta scritto infatti: “Ora io mi sono scelto e ho santificato questo tempio, perché la mia presenza vi resti sempre e lì siano sempre i miei occhi e il mio cuore” (2 Cr 7, 16); questo luogo eletto e santificato non è altri che la Vergine Maria perché in Lei “trono della misericordia, della bontà e della gloria di Dio”, il Signore dimorò e dimora operando per noi meraviglie per l’eternità.

h)   L’Arca dell’Antica Alleanza.: questa serviva a custodire le Tavole della legge, la manna e il bastone di Aronne. Essa ci richiama alla vera Arca vivente: Maria Santissima, nel cui purissimo seno riposò l’Autore stesso della Legge, la manna della Grazia, il sacerdote eterno Cristo Signore.


Questa carrellata di profezie, figure e simboli rivela o esprime solo qualcuna delle moltissime caratteristiche e perfezioni della Vergine Santa. In realtà, in Maria queste perfezioni sono contemporaneamente tutte presenti.

Ella realmente è “il forziere e lo scrigno” di Dio, celeste tesoriera delle più eccellenti virtù, ricca di tutti i doni dello Spirito Santo e ricolma d’ogni beatitudine.

Per tutti questi doni Ella è, come abbiamo già detto, “avvocata di grazia e modello di santità” per ogni creatura che vuole amare Dio. Soltanto da Lei viene a noi tutta la forza per schiacciare la testa al serpente infernale. Dice il Montfort che “Dio ha dichiarato una sola inimicizia inconciliabile che durerà e crescerà sino alla fine: l’inimicizia tra Maria sua Madre e il Diavolo, tra i suoi fedeli figli e servi e lucifero. Maria è la più terribile avversaria di satana che Dio abbia creato”.

Davvero Cristo L’ha prediletta e amata infinitamente la Mamma sua. Perché non farlo anche noi? Maria è la Mamma e Madre per eccellenza. Amare la Mamma non è difficile, ma naturale e soave. Seguiamone l’esempio e saremo felicissimi. Ogni giorno procederemo a passi da gigante e accumuleremo nuovi tesori. Sta scritto infatti: “Chi onora sua Madre, è come chi accumula tesori” (Sir 3,5).


 

AVE MARIA PURISSIMA!