Il santo della scala: Giovanni Climaco
In marzo, le chiese
cattoliche e ortodosse ricordano insieme San Giovanni Climaco (Ιωάννης της
Κλίμακος).
Il suo soprannome è venuto dall'opera che l'ha
reso celebre, uno dei capolavori dell'ascetica monastica: "La scala del
Paradiso" (Κλίμαξ). San
Giovanni Climaco, contemporaneo di Maometto, propone i trenta gradini che
portano dalla terra fino al cielo, arrampicandosi sulla scala posta e sorretta
da Cristo stesso, che per primo l'ha percorsa.
Le icone che "fotografano" la
scala giovannea mostrano la lotta spirituale: i monaci ascendono
pericolosamente, senza reti di protezione, esortati dai santi, aiutati dagli
angeli, ma insidiati dai demoni, che cercano di farli cadere per attirarli nel
profondo dell'inferno.
La visione "agonistica" della vita spirituale è qualcosa
da recuperare nel nostro tempo, dove ormai domina uno psicologismo che rischia
di rinchiudere in se stessi e nei propri limiti, problemi, inconsistenze,
fermando all'analisi e spesso deresponsabilizzando ("sono fatto così!...).
Sul valore del testo di San Giovanni "della
scala" i cristiani d'Oriente e Occidente sono sempre stati d'accordo,
diffondendo enormemente questo libro, attraverso traduzioni in tutte le lingue
antiche della cristianità. Nella tradizione Bizantina, la quarta domenica di
Quaresima è dedicata alla commemorazione del Climaco, visto come un
incoraggiante maestro sulla via dei propositi quaresimali e dei sacrifici
connessi con la purificazione prepasquale per tutti i fedeli.
Vi propongo i link all'opera completa di
Giovanni Climaco, secondo la traduzione italiana del 1874 del sacerdote Antonio
Ceruti (1830-1918), archivista e viceprefetto della Biblioteca Ambrosiana di
Milano.
Potete così vedere, gradino per gradino, tutto il percorso ascensionale
dell'anima proposto dal grande padre degli asceti. La lingua usata è alquanto
ottocentesca, ma comunque ben comprensibile anche oggi.
INDICE
della "Scala del Paradiso" di san Giovanni Climaco
Prologo
Come
questo libro fu translato di Greco in latino
Incomincia la
vita di santo Joanni abate del Monte Sinai, detto Scolastico, lo quale scrisse
queste Tavole spirituali, cioè la Santa Scala; la quale scrisse compendiosamente
Daniello, umile monaco del monasterio di Raytu
Comincia la
pistola dell’abate Jovanni, duca dei monaci di Raytu, mandata all’ammirabile
abate Joanni del monte Sinai, cognominato Iscolastico, utilemente per questa
scrittura nominato Climaco
Comincia la
pistola risponsiva di Jovanni Scolastico, abbate del monte Sinai, detto Climaco,
a detto Joanni abate e duca de’ monaci di Raytu
Qui comincia il
prolago di questo libro
Comincia la Tavola de’ Capitoli in numero
XXX
L’altro prolago di questo libro
Grado I. Il
primo capitolo del libro di santo Jovanni Climaco, e lo primo grado della Santa
Scala si è della fuga del mondo, e dello rinunziamento delle cose
terrene
Grado II. Di non
avere affetto a niuna cosa viziosamente
Grado III. Della
vera peregrinazione
Delli sogni che
adivengono a coloro, che sono introdutti (Continuazione del Grado
III)
Grado IV. Della
beata e sempre da memorare santa obedienzia
Grado V. Della
sollicita e veramente e manifestamente efficace penitenzia, la quale è figurata
in San Piero
Grado VI. Della
memoria della morte
Grado VII. Del
pianto che letifica l’anima
Grado VIII.
Della inirascibilità, cioè del non adirarsi, la quale è grave cosa a trovarla ed
a possederla
Grado IX. Della
Memoria della malizia, vero rancore
Grado X. Della
Detrazione
Grado XI. Del
molto parlare
Grado XII. Del mentire
Grado XIII.
Dell’Accidia
Grado XIV. Della
famosissima regina gola
Grado XV. Della
incorruttibile e bene olente castità per sudori e fatiche
acquistata
Grado XVI.
Dell’avarizia, ed insieme con essa della povertade
Grado XVII.
Della povertà
Grado XVIII.
Della insensibilità, cioè della mortificazione dell’anima e morte della mente,
innanzi che vegna la morte del corpo
Grado XIX. Del
sonno e dell’orazione e della salmodia delle congregazioni
Grado XX. Della
vigilia corporale, e come per essa viene la grazia nell’anima, ed in qual modo
si conviene cercare di quella
Grado XXI. Della
paura feminile e fanciullesca
Grado XXII.
Della vanagloria colle molte forme e colle molte faccie
Grado XXIII.
Della superbia acefala, cioè senza capo
Delle
inesplicabili cogitazioni della superbia (Continuazione del Grado
XXIII)
Grado XXIV.
Della mititade ovvero mansuetudine e simplicità, e della innocenzia acquistata
per l’aiutorio della grazia divina col proprio studio ed industria; e con essa
insieme della malignità
Grado XXV. Della
altissima umilità, ch’è perdizione delli vizii, secondo che se ne può sentire e
vedere
Grado XXVI.
Della discrezione, cioè discernimento delle cogitazioni e delle vizia e delle
virtudi
Della bene
discreta discrezione (Continuazione del Grado XXVI)
Ancora del grado
ventesimo sesto
Grado XXVII.
Della quiete dell’anima e del Corpo
Della differenza
che è infra li quieti (Continuazione del Grado XXVII)
Grado XXVIII.
Della santa e beata orazione, madre delle virtudi, e della intellettuale e
sensibile assistenzia che è in essa
Grado XXIX. Del
cielo terreno, impassibilità e perfezione seguitativa di Dio, e resurrezione
dell’anima innanzi alla comune resurrezione
Grado XXX. Della
congiunzione della Santa Trinitade, cioè fede speranza e
carità
Della
insensibilità, cioè della mortificazione dell’anima e morte della mente, innanzi
che vegna la morte del corpo.
La insensibilità sì nello corpora
sì nelli spiriti è uno mortificamento del sentimento, lo quale mortificamento
rimane nelle corpora per molta lunga infermità, e nelli spiriti procede da molta
lunga negligenzia. La privazione del dolore è una negligenzia qualificata, cioè
compresa coll’anima, ed è una intenzione e deliberazione consopita, addormentata
e ritardata in ben fare, la quale procede e nasce dall’audacia e dalla
presunzione della misericordia di Dio;
ed è uno prendimento di prontezza
spirituale, per la quale entra poi la prontezza della carne, cioè li cadimenti
carnali, ed è uno forte laccio e legame, del quale tardi l’anima si scioglie, ed
è una stoltizia ed ignoranzia e mollezza di compunzione, ed è una intrata di
disperazione, ed è madre di dimenticamento e discordamento della propia salute,
e figliuola d’esso discordamento, però che da quello discordamento della salute
dell’anima procede la durizia del cuore, ed è uno discacciamento di timore.
Quello uomo che non si duole del pericolo della sua anima, è uno filosofo
stolto, per altrui savio e per sè sciocco, ed è uno sponitore di scrittura
giudicato da sè medesimo, ed è un parlatore contrario a sè medesimo, amando di
studiarsi di ben parlare, ed essendo cieco, si fa maestro di vedere;
disputa ed
insegna in qual modo si sana la piaga dell’anima altrui, e la piaga dell’anima
sua non cessa di percuotere e di farla più grande;
parla contra li vizii, e non
posa di fare quello che accresce li vizii;
biastemmia e desidera male di sè
medesimo per lo male che à fatto, ed incontanente rifà quello medesimo male;
per
la qual cosa s’adira contra sè medesimo, e non si vergogna delle parole che à
dette.
Contra a sè chiama e dice: «Misero a me, mal faccio,» e prontamente fa
peggio;
ôra contra ‘l vizio colla bocca, e per esso vizio combatte col corpo;
parla della morte saviamente, ed egli sta duro sanza paura, come s’egli fosse
immortale.
Del partimento dell’anima parlando sospira, e dorme per negligenza,
come fosse eternale;
dell’astinenzia parla ordinatamente, e per la gola
combatte, e conturbasi se non à quello che gli diletta.
Legge del giudicio
quanto è terribile, e comincia a ridere;
pensa nel leggere che parla della
vanagloria, e nel pensiero di quella lezione si vanagloria, parendogli avere
sottilmente parlato e pensato.
Della vigilia parlando, dimostra quanto è utile,
ed incontanente sè medesimo sommerge nel sonno; l’orazione leva in alto
lodandola, e da essa come dal flagello fugge.
La obedienzia molto beatifica, ed
egli è il primo che la rompe; loda coloro che non amano le cose viziosamente, ed
egli per uno ago e per un vile panno prende rancore e combatte e non si
vergogna.
Essendo adirato, si rammarica, e di quella amaritudine che à presa,
un’altra fiata s’adira, e aggiungendo difetto sopra difetto e cadimento sopra
cadimento, non si sente;
mentre che è satollo, vuole fare penitenzia, ed andando
un poco innanzi, si satolla ancora meglio.
Del silenzio dice che è beato, e sì
lo loda con molto parlare, ammaestra gli altri della mititade, ed in quella
dottrina spesse fiate s’adira.
Levando la mente in alto a pensare dello stato
suo, dolendosi sospira, e rimutando il capo della mente da quello pensiero,
un’altra fiata al vizio si rappressa.
Vitupera e biasima il riso, e sorridendo
ammaestra del pianto;
sè medesimo vitupera e biasima d’alcuna cosa per essere
lodato d’umilità, e per vituperio vuole a sè onore acquistare;
raguarda in
faccia viziosamente, e di castità e di continenzia grandemente parla.
Loda li
solitarii che stanno nella quiete, vivendo egli nel mondo, e non considera che
confonde sè medesimo;
glorifica quelli che sono misericordiosi, ed egli
impropera e dice villania a’ poveri;
sempre mai è accusatore di sè medesimo, e
in sentimento di sè non vuole venire (non vo’ dire che non possa).
Io vidi molti
di questi cotali, che udendo parlare della morte e delli spaventosi giudicii,
piangevano, e con lagrime negli occhi, con gran fretta andavano alla mensa, ed
io di questa cosa mi feci grande maraviglia, pensando come questa morto, cioè la
insensibilità, donna della vita de’ miseri, essendo forte fortificata dalla
molta privazione del dolore, potee avere vittoria del pianto sanza diliberazione
(1).
Secondo la mia piccola virtù e piccolo conoscimento abbo denudata e
scoperta la pietra, cioè la durizia, e le fraude e gl’inganni e le piaghe di
questa dura e smaniosa e pazza insensibilità. Insegnare più contra essa con
parole, non me ne pate il cuore; ma qualunque è quegli, che per esperienzia con
Dio abbia potenzia d’insegnare e dare medicine contra alle piaghe sue, non ci
sia pigro nè tardo, però ch’io non mi vergogno di confessare la mia impotenzia,
siccome uomo da essa fortemente legato, e le sue fraude ed industrie non pote’
da me medesimo comprendere; se non ch’io essa in alcuno luogo la presi, e per
violenza la tenni e crucia’la col fragello del timore di Dio, e batte’la colla
incessabile orazione, e queste cose predette mi feci confessare, onde questa
tirannia malefica fu a me avviso che dicesse così:
«Li miei confederati, vedendo
li morti, ridono; stando in orazione, tutti sono di pietra duri ed ottenebrati;
mentre che veggiono la sagrata mensa, cioè l’altare, ed essendo infra le cose
sagre, sono irriverenti ed insensibili.
Quando prendono il dono della Eucarestia
del corpo di Cristo, tale affetto ci ànno, come se assaggiassono o gustassono un
poco di pane vile. Io, disse ella, vedendo questi miei confederati essere
compunti, faccione scherne. Io, disse questa insensibilità, dal padre mio che
m’ingenerò, apparai d’uccidere tutti li beni, che nascono della fortezza e del
desiderio dell’anima; io sono madre del riso, io sono nutricatrice del sonno, io
sono amica della satollezza e della sazietà; io essendo ripresa, non mi dolgo;
io m’accosto e congiungo colla infinita irreligiosità ed irriverenza.»
Io
essendo isbigottito e pauroso delle parole di questa smaniata e furiosa,
dimandai per volere sapere il nome del padre che la ingenerò, ed ella disse:
«Io
non abbo una sola genitura, però che la mia generazione è mescolata e varia e
non stabile. Me fortifica la satollezza, me fece crescere lo lungo tempo; me
ingenerò la maligna consuetudine, la quale chi ritiene, da me già mai libero non
sarà. Persevera in molta vigilia; pensando lo giudicio eternale, forse per
questo un poco allenteraggio. Cerca la cagione, per la quale in te sono nata, e
contra essa combatti fortemente, però ch’io non aggio una medesima cagione in
ogni persona. Ora spesse fiate nelle sepolture de’ morti, e la imagine loro
continuamente dipigni nel core tuo, però che se questa imagine non ci sarà
dipinta e scritta collo stile del digiuno e colla penna della vigilia, giammai
non mi vincerai.»
Da questa lapidea insensibilità, la quale è mortificazione
dell’anima e morte della mente innanzi alla morte corporale, ce ne liberi il
nostro Signore Gesù Cristo per la sua passione; della quale chi è libero,
possiede grado di virtù in santificazione di vita.
Nota:1. Lo pianto toglie lo dilettamento
del mangiare, e fugge da’ dilettamenti del corpo come dal suo nimico; e questi
insensibili colle lagrime negli occhi correvano a mangiare; però dice questo
santo che si maraviglioe, come questa morte vinceva il pianto, togliendo la
propietà e la potenzia del pianto.
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GRADO XVIII
De insensibilidad, que la mortificación del alma y la muerte de la mente, antes de que venga la muerte del cuerpo.
El entumecimiento de la corporación sí sí paneles mortificamento espíritus es una de los sentimientos, la mortificamento que permanece en el corpus de la larga enfermedad que muchos, y los espíritus paneles proceder de una negligencia muy largo. La privación del dolor es una negligencia cualificado, que con el alma, y es una intención y deliberación consopita, dormir y demoró en hacer el bien, lo que deben hacer y fue creado por la audacia y la presunción de la misericordia de Dios, y es un aprendizaje de la preparación espiritual, para que luego entra en la preparación de la carne, que cadimenti carnal, y es un lazo fuerte y corbata, que más tarde se derrite el alma, y es una locura y la ignorancia y la debilidad de la compunción, y es un Mark-a la desesperación, y es la madre de dimenticamento y discordamento de su propia salud, y la hija de discordamento ella, sin embargo, que la salud del alma procede discordamento durizia del corazón, y es destierro del miedo.
Ese hombre que se queja del peligro de su alma, es un filósofo sabio tonto, para otros y para sí mismo tonto, y es uno sponitore escrito juzgado por uno mismo, y es un orador en contra de sí mismo, amando a dedicarse también hablar y ser ciego, fue el maestro de vista disputa y enseña una herida sana el alma de los demás, y la difícil situación de su alma no deja de atacar y hacerlo más grande, habla en contra de los vicios, y no por hacer lo que aumenta los vicios; biastemmia y desear el mal de sí mismo por el mal que un hecho, y incontinente atrae el mal mismo, por lo que se enoja contra uno mismo, y no se avergüenza de las palabras que un dijo.
Contra llama y dice a sí mismo: "Me pusieron, mal hacer eso", y rápidamente lo peor, y ahora contra "el vicio con la boca, y lucha vice para ello con el cuerpo sabiamente habla de la muerte, y él es duro, sin miedo, como si fuera inmortal. Mento de la conversación de los suspiros del alma, y duerme por negligencia, como Eternale; dell'astinenzia hablar bien, y lucha garganta, y si no conturbasi lo que ama. Derecho del juicio es terrible, y comienza a reír, pensar al leer que habla de la vanagloria, y la idea de que la lección es vanagloria, pensando que ha hablado sutilmente y el pensamiento. Eva habla, muestra lo útil e incontinente mismo se sumerge en el sueño, la oración alabando palanca hacia arriba, y se escapa de este flagelo.
La obediencia muy beatífica, y él es el primero que se rompe, él alaba a los que no les gustan las cosas violentamente, y una aguja y una tela base tiene resentimiento y peleas y no se avergüenza. Estar enojado, lamenta, y la amargura que un socket, otro affair conversaciones se enfada, y añadiendo el defecto anteriormente y defecto cadimento cadimento anterior, no se oye, si bien se sacia, que quiere hacer penitencia, y yendo un poco más lejos , está saciado aún mejor.
El silencio dice que es bendecido, y sí lo alaba con mucha charla, enseña a otros el mititade, y esa doctrina a menudo se enfada. El aumento de la mente para pensar en su estado, lamentando suspiros, y rimutando la cabeza de la mente de ese pensamiento, otro asunto habla con el vicio es rappressa. Vitupera y culpa arroz, enseña el llanto y la sonrisa; vitupera mismo y culpa a sí mismo por algo digno de alabanza de la humildad y auto-reproche quiere comprar honor; cualidades con la de ellos en la cara con saña, y la castidad y la continencia habla mucho . Alabado ellos que son solitarios en la tranquilidad, él vive en el mundo, y no considera que se confunde; glorifica a los que son misericordiosos, y dice que impropera y grosería de "pobres siempre jamás acusador de sí mismo, y el sentimiento de auto- no quiere venir (no vo 'no se puede decir eso). Vi a muchos de estos hombres, que oyeron hablar de la muerte y los modelos de miedo giudicii, llorando, y con lágrimas en los ojos, con mucha prisa fue a la cafetería, y de esta cosa que hice con gran sorpresa, pensando como esta muerto, que es la falta de sensibilidad , mujer de la vida de "miserable, ser fuerte fortificado por un montón de dolor privación, Potee tienen grito de victoria sin deliberación (1).
En mi virtud poco pequeña y suscriptores de descubrimiento de conocimientos desnudaron y la piedra, que es el durizia y fraude y engaños y las heridas de esta insensibilidad loco y duro y con ganas.Enseñar más contra él con palabras, no me pate el corazón, pero sea lo que sea lo que Dios tiene para experiencial con potencial para enseñar y dar medicamentos contra los males de la suya, no hay ni perezosa tarde, pero no hizo ningún vergüenza de confesar mi impotenzia, ya que fuertemente ligada al hombre, y su fraude y las industrias no podía "entender por mí mismo, si no en cualquier lugar que lo tomé, y la sostuvo por la violencia y con crucia'la fragello el temor de Dios, y la oración batte'la pegamento incessabile, y estas cosas de arriba me confieso, a esta tiranía del mal era para alertarme que dijo lo siguiente:
"Mi confederados Li, al verlos muertos, risa, de pie en la oración, todo son de piedra dura y oscura, mientras que Sagrata veggiono la mesa, es decir, el altar, y está por debajo de los festivales cosas, son irrespetuosos e insensible. Cuando toman el don de la Eucaristía, el cuerpo de Cristo, este año nos amamos, como si assaggiassono gustassono o un poco de pan vil. Me dijo que vio a estos mis cómplices ser pinchado, scherne cara grande. Me dijo que esta falta de sensibilidad, de mi padre que m'ingenerò, apparai para matar a todos los bienes que nacen de la fortaleza y el deseo del alma que yo soy una madre de arroz, soy nutricatrice de sueño, soy un amigo de satollezza y la saciedad, ya que disparar, no me arrepiento, me acerco a ella y me congiungo irreligión cola infinita e irreverencia. "isbigottito y yo tener miedo de las palabras de este smaniata y furioso, dimandai quiere saber el nombre del padre que engendra, y ella dijo: "Yo no soy un suscriptor único parentesco, sin embargo, que mi generación es mixta y variada y estable no.
Satollezza me conforta, me hizo crecer mucho, me engendró el mal hábito, que aquellos que creen que nunca he no ser libre. Persevera en mucho antes, pensando que el Eternale juicio, tal vez esto allenteraggio un poco. Encuentre la causa por la que habéis nacido en, y luchar con fuerza contra ella, pero no ay la misma razón que en cada persona. Ahora, muchas veces en los entierros de "muerto, e imagina que se dipigni en su núcleo, sin embargo, si la imagen no será pintado y escrito estilo del cuello rápido y con su pluma el día anterior, yo nunca ganan".
De esta insensibilidad pedregoso, que es la mortificación del alma y la muerte de la mente antes de la muerte del cuerpo, prohíben a nuestro Señor Jesús Cristo por su pasión, que el que es libre, tiene grado de virtud en la santidad de la vida.
Nota:
1. Llorando elimina la dilettamento de comer y huyendo de "cuerpo dilettamenti como su enemigo, y éstos insensible, con lágrimas en los ojos corrió a comer, pero él dice que este maraviglioe santo, como esta muerte ganó las lágrimas, la eliminación de las propiedades y el potencial de la planta.
Testo preso da: * Il
santo della scala: Giovanni Climaco
* http://www.ortodossia.it/w/media/com_form2content/documents/c17/a2081/f255/climaco_scala.pdf
Santi angeli custodi
preservateci
da tutte le insidie del maligno.