Visualizzazione post con etichetta San Paolo ai Romani. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta San Paolo ai Romani. Mostra tutti i post

martedì 26 gennaio 2016

LETTERA AI ROMANI - Cap. IV


Capo IV.


Abramo giustificato non dalle opere, ma dalla fede
[1]Qual vantaggio secondo la carne, direm noi, ha dunque ottenuto Abramo nostro padre? 2Se Abramo è stato giustificato dalle opere, egli ha di che gloriarsi, ma non dinanzi a Dio. 3Infatti che dice la Scrittura? «Abramo credette a Dio, e gli fu imputato a giustizia». 4Or a colui che lavora, la mercede non è computata come grazia, ma come cosa dovuta; 5invece a colui che non opera, ma crede in colui che giustifica l’empio, la fede gli è imputata a giustizia, secondo il proponimento della grazia di Dio. 6Così pure anche David proclama beato l’uomo al quale Dio imputa la giustizia, indipendentemente dalle opere: 7Beati coloro ai quali sono perdonate le iniquità, i peccati dei quali sono stati ricoperti. 8Beato l’uomo a cui Dio non imputa il peccato.


Avanti la circoncisione fu giustificato Abramo
9Questa beatitudine è soltanto per i circoncisi, od anche per gli incirconcisi? Siccome diciamo che ad Abramo la fede fu imputata a giustizia, 10in che modo gli fu dunque imputata? Quando era circonciso, o quando era incirconciso? Non dopo, ma avanti la circoncisione. 11E il segno della circoncisione che poi ricevette, fu il sigillo della giustizia ottenuta per la fede, prima della circoncisione, per essere il padre di tutti i credenti incirconcisi, affinché (la fede) sia imputata anche ad essi a giustizia, 12e padre dei circoncisi, di quelli che non sono soltanto circoncisi, ma seguono anche le orme della fede che il nostro padre Abramo aveva quand’era incirconciso.


Le promesse furon fatte alla fede
13Difatti non in virtù della legge fu promessa ad Abramo l’eredità dell’universo, ma per la giustizia della fede. 14Or se eredi son quelli che han la legge, è vana la fede, è annullata la promessa, 15perché la legge produce l’ira, mentre dove non c’è legge non c’è neppure trasgressione. 16Deve dipendere adunque dalla fede la promessa, affinché sia gratuita e assicurata a tutta la discendenza, non soltanto a quella che è dalla legge, ma anche a quella che è dalla fede di Abramo, il quale è padre di noi tutti, 17(secondo quello che sta scritto: Ti ho costituito padre di molte nazioni), padre davanti a Dio, nel quale credette, che fa rivivere i morti e chiama le cose che non sono come se esistessero.
18Sperando contro ogni speranza, Abramo credette in modo da divenire padre di molte nazioni, secondo quello che gli era stato detto: Tale sarà la tua discendenza. 19Egli, senza vacillar nella fede, non guardò al suo corpo impotente (aveva quasi cent’anni), né al seno di Sara infecondo; 20ma dinanzi alla promessa di Dio non esitò diffidando; reso invece forte dalla fede, dié gloria a Dio, 21assolutamente convinto che è sì potente da effettuare qualunque cosa abbia promessa. 22Ecco perché (la sua fede) gli fu imputata a giustizia.
23Or non per lui soltanto è scritto che gli fu imputata a giustizia, 24ma anche per noi, ai quali sarà imputata la fede in Colui che ha suscitato da morte Gesù Cristo Signor nostro, 25il quale è stato dato a morte pei nostri peccati e risuscitò per la nostra giustificazione.

Lezione n° 14 - Risposta di Gesù ad una obiezione di M.Valtorta





giovedì 21 gennaio 2016

SAN PAOLO AI ROMANI


LETTERA AI ROMANI
Capo III.

Le promesse di Dio non liberano i Giudei


[1]Qual è dunque il vantaggio del Giudeo, o qual è l’utilità della circcncisione? 2Grande sotto ogni rispetto. E principalmente perché ad essi furono confidati gli oracoli di Dio. 3E che importa se alcuni di essi non hanno creduto? La loro infedeltà annullerà forse la fedeltà di Dio? No, certamente. 4Dio è verace, anche se ogni uomo è menzognero, come sta scritto: Affinché tu sia trovato giusto nelle tue parole e trionfi quando sei chiamato in giudizio.

5Or se la nostra ingiustizia mette in evidenza la giustizia di Dio, che diremo noi? È forse ingiusto Dio quando castiga? 6(parlo alla maniera degli uomini). No, certo; altrimenti come potrà Dio giudicare questo mondo? 7E se la verità di Dio ridondo in gloria di lui per la menzogna, perché sono ancora io giudicato come peccatore? 8E perché (come malamente dicono di noi e come alcuni spacciano che si dica da noi) non facciamo il male affinché ne venga il bene? La dannazione di essi è giusta.
Tutti i Giudei e Gentili, secondo le Scritture, sono peccatori


9E che dunque? Siamo noi da più di essi? Niente affatto; perché abbiamo dimostrato che tutti, Giudei e Greci, sono sotto del peccato, 10come sta scritto: Non vi è neppure un giusto. 11Non vi è chi abbia intelligenza; non v’è chi cerchi Dio. 12Tutti sono usciti di strada, son divenuti tutti quanti inutili, non v’è chi faccia del bene, non ve n’è neppure uno. 13Sepolcro aperto è la loro gola, colle loro lingue tessono inganni, veleno di aspidi sta sotto le loro labbra. 14La loro bocca è piena di maledizione e di amarezza; 15i loro piedi veloci a spargere il sangue. 16Dolore e sventura è nelle loro vie, 17e non han conosciuto i sentieri della pace. [18]Non è dinanzi ai loro occhi il timor di Dio. 
19Or noi sappiamo che tutto quello che dice la legge, lo dice per quelli che sono sotto la legge, affinché ogni bocca sia chiusa e il mondo intero sia riconosciuto colpevole dinanzi a Dio. 20Infatti nessuno sarà giustificato dinanzi a lui mediante le opere della legge, perché dalla legge vien la coscienza del peccato.
AMDG et BVM

lunedì 18 gennaio 2016

SAN PAOLO: LETTERA AI ROMANI .



Lezioni sull'Epistola di Paolo ai Romani

Consultabili cliccando sui numeri del versetto colorato. (M. Valtorta)



LETTERA AI ROMANI


I Giudei saranno giudicati secondo la loro legge,

i Gentili secondo la legge naturale



[12]Tutti quelli che senza legge hanno peccato, senza legge periranno; e tutti quelli che sotto una legge han peccato, saranno da essa condannati; 13non quelli infatti che ascoltano la legge son giusti dinanzi a Dio, ma quelli che la mettono in pratica saranno giustificati. 14Quando i Gentili, che non hanno legge, fanno naturalmente ciò che la legge impone, non avendo legge, son legge a se stessi; 15e mostrano che il tenor della legge è scritto nel loro cuore, testimone la loro coscienza ed i pensieri che a vicenda tra di loro accusano od anche difendono,16nel giorno in cui, secondo il mio Vangelo, Dio giudicherà per mezzo di Gesù Cristo le azioni segrete degli uomini.


La legge aggrava le colpe dei Giudei


[17]Tu che porti il nome di Giudeo e ti riposi nella legge e ti glorii di Dio, 18e conosci la sua volontà, e, istruito nella legge, distingui quel che più giova, 19e ti credi d’esser guida ai ciechi, luce a quelli che son nelle tenebre,20dottore degl’ignoranti, maestro dei fanciulli, perché hai nella legge la regola della scienza e della verità, 21come mai, dunque, tu che insegni agli altri, non insegni a te stesso? Tu che predichi di non rubare, rubi? 22Tu che dici non doversi commettere adulterio, sei adultero? Tu che hai in abominio gli idoli, fai sacrilegio? 23Tu che ti vanti della legge, violandola, disonori Dio? 24Per cagion vostra il nome di Dio (come sta scritto) è bestemmiato tra le Genti.


La circoncisione non giova senza osservare la legge

25Certo la circoncisione giova se tu osservi la legge, ma se tu la trasgredisci, con la tua circoncisione sei un incirconciso. 26Se invece un incirconciso osserva i precetti della legge, la sua incirconcisione non sarà considerata come circoncisione? 27Quindi chi per nascita è incirconciso, se osserva la legge, giudicherà te, che, colla Scrittura e colla circoncisione, trasgredisci la legge. 28Vero Giudeo non è chi tale apparisce, né è circoncisione quella che si manifesta nella carne; 29ma Giudeo è colui che tale interiormente è; la circoncisione è quella del cuore, secondo lo spirito e non secondo la lettera. Questa avrà lode non dagli uomini, ma da Dio.
AVE COR MITISSIMUM

sabato 16 gennaio 2016

SAN PAOLO AI ROMANI

LETTERA AI ROMANI

Lezioni sull'Epistola di Paolo ai Romani

Consultabili cliccando sui numeri del versetto colorato. (M. Valtorta)



Capo II.

Passaggio dalle colpe dei Gentili a quelle dei Giudei

[1]Tu dunque, o uomo, chiunque tu sia, ti rendi inescusabile, perché nel giudicare gli altri condanni te stesso, facendo le medesime cose che tu condanni.


Ciascuno sarà giudicato secondo le opere


[2]Or noi sappiamo che il giudizio di Dio contro coloro che fanno tali cose è secondo verità. 3E tu, o uomo che giudichi quelli che fanno tali cose e le fai, credi forse di sfuggire al giudizio di Dio? 4Ovvero disprezzi le ricchezze della sua bontà, della sua pazienza, della sua tolleranza? E non sai che la bontà di Dio t’invita a penitenza? 5Ma tu, colla tua durezza e col cuore impenitente, ti accumuli un tesoro d’ira pel giorno dell’ira e della manifestazione del giusto giudizio di Dio, 6che renderà a ciascuno secondo le opere: 7a quelli che, perseveranti nel bene, cercano la gloria, l’onore e l’immortalità, la vita eterna; 8a quelli che, ostinati, non dànno retta alla verità, ma obbediscono all’ingiustizia, ira e indignazione.


[9]Tribolazione ed angoscia sopra ogni anima d’uomo che fa il male, del Giudeo prima, poi del Greco; 10gloria e onore e pace a chiunque fa il bene, al Giudeo prima, poi al Greco; 11perché non v’è accettazione di persone avanti a Dio.


VENI DOMINE JESU

venerdì 15 gennaio 2016

SAN PAOLO AI ROMANI


Capo I. vv.14-32


Proposizione dell’argomento. Colpe dei pagani


14Io son debitore ai Greci e ai Barbari, ai sapienti ed agli ignoranti, 15quindi (quanto a me) sono pronto ad annunziare il Vangelo anche a voi che siete in Roma.

16Perché io non mi vergogno del Vangelo, virtù di Dio a salvezza d’ogni credente, prima del Giudeo, poi del Greco. [17]In esso infatti si manifesta la giustizia di Dio che vien dalla fede e tende alla fede, come sta scritto: Il giusto vive di fede.
[18]Or l’ira di Dio si manifesta dal cielo contro ogni empietà ed ingiustizia degli uomini che soffocano la verità di Dio nell’ingiustizia, 19perché ciò che può conoscersi di Dio è in essi manifesto, avendolo Dio loro manifestato.[20]Infatti le sue invisibili perfezioni, la sua eterna possanza, la sua divinità, dopo la creazione del mondo, sono rese visibili all’intelligenza per mezzo delle creature. 21Quindi essi sono senza scusa, perché avendo conosciuto Dio, non l’hanno glorificato come Dio, né l’hanno ringraziato; ma han vaneggiato nei loro pensamenti e il loro stolto cuore s’è ravvolto nelle tenebre. 22Vantandosi di essere saggi son divenuti pazzi, 23ed han cangiato la gloria dell’incorruttibile Dio in simulacri di uomini corruttibili, di uccelli, di quadrupedi e di serpenti.




[24]Per questo Dio li ha abbandonati ai desideri del loro cuore, all’imrnondezza, in modo che disonorino tra di loro i proprii corpi, 25essi che han mutato la verità di Dio nella menzogna, e hanno adorato e servito la creatura invece del Creatore (il quale è benedetto in eterno. Così sia!)
26Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami: le loro donne han cambiato l’uso naturale in quello che è contro natura, 27e similmente gli uomini lasciata la naturale unione con la donna, arsero di libidine gli uni verso gli altri, facendo, uomini con uomini, delle turpitudini, e ricevendo in se stessi la condegna mercede della loro degenerazione. 28E siccome non si son curati di riconoscere Dio, Dio li ha abbandonati al reprobo senso, in modo che fanno cose immorali. 29Son ricolmi di ogni iniquità, di malizia, di fornicazione, di avarizia, di malvagità, pieni d’invidia, di omicidio, di discordia, di frode, di malignità, sussurroni, 30detrattori, nemici di Dio, oltraggiatori, superbi, millantatori, inventori di perversità, disubbidienti ai genitori, 31stolti, disordinati, senza amore, senza legge, spietati. 32Essi, avendo conosciuta la giustizia di Dio, non compresero che chi fa tali cose è degno di morte; né soltanto chi le fa, ma anche chi approva coloro che le fanno.


giovedì 14 gennaio 2016

SAN PAOLO ai Romani




Capo I.


Indirizzo e saluto

1
Paolo, servo di Gesù Cristo, chiamato apostolo, segregato pel Vangelo di Dio 2Vangelo che Dio aveva già promesso per mezzo dei suoi profeti nelle sante Scritture, 
[3]intorno al suo Figliolo, (fatto a lui dal seme di David, secondo la carne, 4predestinato Figliolo di Dio per propria virtù, secondo lo spirito di santificazione, per la risurrezione da morte), Gesù Cristo Signor nostro, 5per cui abbiamo ricevuto la grazia e l’apostolato, per trarre in suo nome all’obbedienza della fede tutte le genti, 6tra le quali siete anche voi chiamati (ad essere) di Gesù Cristo:7a voi tutti amati da Dio, chiamati santi, che siete a Roma, grazia e pace da Dio nostro Padre e dal Signore Gesù Cristo.


Affetto di S. Paolo per i Romani

8Prima di tutto rendo grazie a Dio per mezzo di Gesù Cristo a riguardo di tutti voi, perché la vostra fede è celebrata in tutto il mondo. 9Dio, a cui servo nel mio spirito, evangelizzando il suo Figliolo, mi è testimone che mi ricordo continuamente e sempre 10di voi nelle mie orazioni, chiedendo che finalmente una volta, con la volontà di Dio, possa avere una felice occasione di venire a voi; 11perché io bramo di vedervi, per comunicarvi qualche dono spirituale che vi conforti, 12o meglio, per incoraggiarci scambievolmente mediante la fede che ci è comune, a voi e a me. 13Or io non voglio che voi ignoriate, o fratelli, come spesso abbia fatto il proposito di venire a voi, per raccogliere qualche frutto anche tra voi, come tra le altre nazioni, ma sono stato fino ad ora impedito.

cont.