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domenica 30 giugno 2013

Dolcissima domanda


Dolcissima domanda della Madre alla Sposa e l'umile risposta della Sposa alla Madre. Replica della Madre alla Sposa circa il profitto dei buoni in mezzo ai cattivi. 

 

La Madre diceva così alla Sposa del Figlio: Tu sei la sposa del Figlio mio. Dimmi che cosa hai in cuore e che cosa vuoi? La sposa le rispose: Tu lo sai bene, Signora, perché sai tutto. Allora la beata Vergine disse: Sebbene io sappia tutto, tuttavia dimmelo con le tue parole, davanti a tutti.

E la sposa: Due cose – disse – temo, o Signora. La prima sono i peccati, che non piango e temo come vorrei. La seconda è che mi rattristo che i nemici del Figlio tuo siano molti.

Allora la Vergine Maria disse: 

Per la prima cosa ti do tre rimedi. 
Il primo è questo: pensa che tutti i viventi, che hanno uno spirito, come le rane e tutti gli altri animali, a volte soffrono dei disagi; il loro spirito però non vive in eterno, ma muore con il corpo. La tua anima invece, e quella di ogni uomo, vive in eterno. 
Il secondo è questo: Pensa alla misericordia di Dio, che nessun uomo è tanto peccatore che il suo peccato non sia perdonato, se lo chiederà col proposito di emendarsi e con contrizione. 
Il terzo è questo: pensa quanta sia la gloria dell'anima, che in Dio e con Dio vive senza fine.

Per la seconda cosa, che cioè i nemici di Dio sono molti, ti do pure tre rimedi. 
Il primo è questo: considera come il tuo Dio e Creatore è anche il loro Giudice e mai saranno essi i giudici, sebbene Egli sopporti con tanta pazienza la loro malizia durante questa vita. 

Il secondo è questo: considera che son figli della dannazione e quanto grave e terribile sarà per loro il fuoco eterno. Essi sono i servi pessimi, privati dell'eredità, mentre i figli la riceveranno. 
Ma allora – dirai tu – non bisogna predicar loro? Sì, certo. Pensa che spesso con i cattivi ci sono i buoni. E i figli di adozione, a volte, si allontanano dal bene, come fece quel figliol prodigo, il quale se ne andò in una regione lontana e visse malamente. Ma essi, pentiti per mezzo della predicazione, ritornano al Padre e saranno tanto più accetti quanto più peccarono. A loro dunque bisogna predicare di più, perché, sebbene il Predicatore vede tutti cattivi, rifletta tuttavia se non vi siano forse, fra quelli, dei tutti figli del mio Signore; predicherà dunque a loro. Questo Predicatore avrà un'ottima ricompensa.



Il terzo rimedio è questo: considera che i cattivi son tollerati in vita per la prova dei buoni, affinché esasperati dai loro costumi raccolgano il frutto della pazienza, cosa che potrai capire con un esempio. Una rosa è tutta profumata, bella a vedersi, lieve al tatto e tuttavia non cresce se non fra le spine, che pungono al tatto, brutte a vedersi e senza profumo. Così pure i buoni e gli uomini giusti, sebbene miti per la pazienza, belli per i costumi, profumati per il buon esempio, non possono tuttavia progredire ed essere provati, se non in mezzo ai cattivi. 

Talvolta accade che la spina difende la rosa, affinché non sia colta innanzi tempo; così i cattivi sono occasione per i buoni di non cadere in peccato; a volte sono trattenuti dalla malizia dei cattivi perché non siano guastati dall'euforia o da altri peccati. Così pure il vino non si conserva mai buono della sua bontà, se non nella feccia; allo stesso modo i buoni e i giusti non possono restar virtuosi e far profitto, se non sono provati dalle tribolazioni e dalle persecuzioni dei cattivi.

Perciò tu sopporta volentieri i nemici del Figlio mio e pensa che Egli è il loro Giudice e che, se fosse per giustizia, dovrebbero essere distrutti tutti e ben potrebbe distruggerli all'istante. Dunque, sopportali finché Egli pure li sopporta.

Cap. 22, Libro I, Rivelaz. di s. Brigida.

sabato 29 giugno 2013

Io sono Maria...




<<Io sono Maria, che ho partorito il vero Dio e vero Uomo, il Figlio di Dio. Io sono la Regina degli Angeli. Il Figlio mio ti ama con tutto il cuore. Tu devi essere adornata di onestissime vesti. Ti mostrerò come e quali devono essere. 

Come dunque vesti prima la camicia, poi la tunica, le scarpe, il mantello e la collana sul petto, così devi vestire spiritualmente. 

La camicia è la contrizione. Come infatti la camicia è più vicina alla carne, così la contrizione e la confessione sono la prima via della conversione a Dio. Con esse è purificata la mente, che prima godeva nel peccato ed è frenata la carne immonda. 

Le due scarpe sono due sentimenti: la volontà cioè di emendare i difetti e la volontà di fare il bene e astenersi dal male. 

La tua tunica è la speranza in Dio, perché, come la tunica ha due maniche, così nella speranza vi sia la giustizia e la misericordia. Sicché, come speri dalla misericordia di Dio, così non dimentichi la sua giustizia. E così ricorda la sua giustizia e il giudizio in modo da non dimenticare la misericordia. Perché nessuna giustizia Egli fa senza misericordia, né misericordia senza giustizia. 

Il mantello è la fede: come infatti il mantello tutto copre e tutto tiene racchiuso, così con la fede l'uomo può tutto comprendere e ottenere. Questo mantello dev'essere immerso nei segni della carità del tuo Sposo; e cioè deve significare come ti ha creata, come ti ha redenta, come ti ha nutrita, come ti ha attratta nel suo spirito e ti ha aperto gli occhi spirituali. 

La collana è la considerazione della sua Passione. Essa sia sempre fissa sul tuo petto. Come fu deriso, flagellato, insanguinato e confitto vivo in croce con tutti i nervi spezzati. Come alla morte, ne tremò tutto il corpo per l'acutissimo dolore. Come nelle mani del Padre raccomandava lo spirito. Questa collana sia sempre sul tuo petto. 

La corona sul tuo capo significa la castità negli affetti, in modo tale da voler essere piuttosto percossa che macchiata. Sii dunque costumata e casta. Non pensare, non desiderar altro che il tuo Dio, avuto il quale tutto avrai. E così adornata, aspetterai il tuo Sposo>>.

Libro I, Capitolo Settimo, Le Rivelazioni di santa Brigida. 


AVE MARIA PURISSIMA!

martedì 29 marzo 2011

DICEVA M A R I A





Santa Brigida di Svezia

Insegnamenti della Vergine alla figlia sulla sapienza spirituale e temporale e su chi debba imitare e come la sapienza spirituale, dopo poca fatica, conduca l'uomo all'eterna felicità, mentre la sapienza temporale alla dannazione.
Capitolo Ventiduesimo
·       da  Le Rivelazioni Celesti di Santa Brigida di Svezia –
·       Libro Secondo
 
Diceva Maria: Scrivono che chi vuol essere sapiente, apprenderà la sapienza da chi è sapiente. Ti dirò con un esempio: uno, volendo imparare la sapienza, vide due maestri innanzi a sé e disse loro: Molto volentieri imparerei la sapienza, se sapessi dove mi porta, che utilità ha, a quale meta conduce. Rispose uno dei maestri: Se vuoi seguire la mia sapienza, essa ti condurrà a un altissimo monte; ma per via sentirai la durezza delle pietre sotto i piedi, e troverai difficoltà e precipizi durante la salita. Se imparerai questa sapienza, avrai tenebra al di fuori e luce di dentro. Se ti atterrai ad essa fermamente, avrai quel che vuoi. E come un cerchio ti circonderà e attrarrà a sé sempre di più e più dolcemente fino a che sarai pervaso di gioia da ogni parte. 

Il secondo maestro disse: Se seguirai la mia sapienza, ti condurrà in una valle fiorita e amena, ricca d'ogni specie di frutta. Soffice è la via sotto i piedi, poco faticosa e in discesa. Se ti manterrai in questa sapienza, avrai quel che fuori risplende; ma a volerlo provare, svanirà da te e t'accorgerai che non dura, che tutto finisce e che, appena il libro sarà letto, tutto sarà finito, libro e lettura, e tu rimarrai vuoto. Ciò udito, egli pensava: Odo due cose meravigliose. Se salgo verso il monte, si stancano i piedi e m'affatico la schiena. E se otterrò ciò che fuori è scuro, a che mi giova? E se lavorerò, senza sosta, quando verrà la consolazione? L'altro maestro mi promette pure quel ch'è splendido di fuori, ma per poco e una sapienza che finisce con la lettura. E che giovano a me queste cose, se non sono stabili? 

E mentre pensava così, apparve un uomo in mezzo ai due maestri e disse: Anche se il monte è alto ed è difficoltosa l'ascesa, tuttavia la nuvola sul monte è luminosa e da quella avrai ristoro. Se poi ti si promettono tenebre al di fuori, esse si possono vincere e si può ottenere così l'oro che contengono e possederlo con gioia eterna. Questi due maestri sono la duplice sapienza: quella spirituale e quella carnale. Alla spirituale appartiene il lasciare in mano a Dio la propria volontà e con tutto il desiderio appassionatamente sospirare le cose celesti. Infatti non si può dire vera sapienza, se i fatti non concordano con le parole. 

Questa è la sapienza che conduce alla vita felice. Ora questa sapienza si deve raggiungere su via pietrosa e dirupata, in salita. Infatti è duro e doloroso resistere ai propri affetti. Precipizi sono il disprezzare i soliti piaceri e non amare l'onore del mondo, sebbene ciò sia tanto difficile. Però chi riflette che il tempo è breve e il mondo finisce e confermerà l'anima in Dio, a lui sul monte apparirà la nube, cioè la consolazione dello Spirito Santo. Alla fine sarà degno d'essere consolato, colui che non cercò altro consolatore che Dio. Come infatti avrebbero potuto metter mano a cose così ardue e amare tutti gli eletti di Dio, se alla buona volontà dell'uomo, come docile strumento, fosse mancato l'aiuto dello Spirito Santo? Questo Spirito portò loro la buona volontà e li sostenne la divina carità, che avevano verso Dio, perché lavoravano con fermezza e sentimento e si rafforzavano con le opere. Avuta poi la consolazione dello Spirito, ottenevano anche l'oro del divino diletto e della carità; con cui non sopportavano solo molte contrarietà, ma soffrivano e gioivano pensando alla ricompensa. 

Questa gioia sembra tenebrosa per quelli che amano il mondo, perché amano le tenebre. Per coloro che amano Dio invece è più splendente del sole, più fulgida dell'oro, perché vincono le tenebre dei vizi e salgono il monte della sapienza, contemplando la nube della consolazione, che non finisce, ma comincia nel presente e, come un cerchio, torna su di sé fino a raggiungere la perfezione. 

La sapienza del mondo, invece, conduce alla valle di questa miseria, che sembra florida per l'abbondanza di tutto, amena per gli onori, molle per la voluttà. Questa sapienza finirà al più presto, e di utile apporta solo l'apparenza e il suono. Perciò, figlia mia, cerca la sapienza del sapiente, dal quale proviene ogni sapienza, e cioè del Figlio mio. Egli infatti è la Sapienza; egli è quel cerchio, che non finisce mai. Io grido a te, come una madre al figlio: Ama la sapienza interiore, che è spregevole a vedersi di fuori, ed invece dentro è fervente di carità; fuori è faticosa, dentro fruttuosa d'opere e se ti turba per la fatica, ti consolerà lo Spirito di Dio. 

Accostati e sforzati, come un uomo che avanza finché si abitua (al passo), non retrocedere, fino a che non raggiunga la cima del monte. Niente è tanto difficile, che perseverare, e ciò non è facile a capirsi. Niente è tanto onorevole all'inizio che non si offuschi verso la fine. Accostati dunque alla sapienza spirituale. Essa ti condurrà agli strapazzi fisici, a disprezzare il mondo, a tribolare un poco; ma anche alla perpetua consolazione. 

La sapienza del mondo, invece, fallace e insinuante, ti condurrà ad accumulare cose temporali, onori caduchi, ed infine alla suprema infelicità, se non è stata premurosamente prevista ed evitata.



AMDG et BVM