Spiegazione del primo versetto:
"Magnificat
anima mea Dominum"
Questo primo versetto non contiene che quattro parole, ma esse
sono piene di molti grandi misteri. Soppesiamole accuratamente con santo timore,
ossia, consideriamole attentamente con spirito d’umiltà, di rispetto e di
pietà, per animarci a magnificare Dio con la Beata Vergine per le cose grandi e
meravigliose che Egli ha operato in Lei, attraverso di Lei, per Lei ed anche
per noi.
Ecco la prima parola: Magnificat.
Che cosa vuol dire questa parola? Che cosa significa magnificare Dio? Si può
forse magnificare Colui la cui grandezza e magnificenza sono immense, infinite
ed incomprensibili? Niente affatto, ciò è impossibile, ed è impossibile a Dio
stesso, il quale non può farsi più grande di quel che è. Noi non possiamo
magnificare, ossia rendere Dio più grande in Se stesso, poiché le sue divine
perfezioni, essendo infinite, non possono ricevere alcun accrescimento in se
stesse; ma lo possiamo magnificare in noi.
«Ogni anima santa - dice infatti
sant’Agostino-, può concepire il Verbo Eterno in se stessa, attraverso la fede;
essa può generarlo nelle altre anime attraverso la predicazione della Divina
Parola; ed essa può magnificarlo amandolo veramente, affinché essa possa dire:
L’anima mia magnifica il Signore»[1]. Magnificare il Signore -
insegna ancora sant’Agostino -, è adorare, lodare, esaltare la sua immensa
grandezza, la sua maestà suprema, le sue eccellenze e perfezioni infinite.
Possiamo magnificare Dio in molti modi.
1) Attraverso i nostri
pensieri, avendo una grandissima idea e una grandissima stima di Dio e di tutte
le cose di Dio,
2) Attraverso i nostri affetti, amando Dio con tutto il nostro
cuore e al di sopra di ogni cosa,
3) Attraverso le nostre parole, parlando
sempre di Dio e di tutte le cose che lo riguardano con profondissimo rispetto,
adorandone ed esaltando la sua potenza infinita, la sua saggezza
incomprensibile, la sua bontà immensa e le sue altre perfezioni,
4) Attraverso
le nostre azioni, compiendole per la sola gloria di Dio,
5) Praticando ciò che
lo Spirito Santo ci insegna in queste parole: «Humilia te in omnibus, et coram Deo invenies
gratiam; quoniam magna potentìa Dei solius, et ab humilibus onoratur: Quanto
più sei grande, tanto più umiliati; così troverai grazia davanti al Signore;
perché grande è la potenza del Signore e dagli umili egli è glorificato»[2],
6) Sopportando volentieri le
croci che Dio ci invia, per suo amore, poiché non vi è nulla che lo onori di
più che le sofferenze, dal momento che il nostro Salvatore non ha trovato mezzo
più eccellente per glorificare il Padre suo, che i tormenti e la morte in
Croce.
Infine, magnificare Dio è preferirlo ed esaltarlo al di sopra di tutte
le cose, attraverso i nostri pensieri, i nostri affetti, le nostre parole, le
nostre azioni, le nostre umiliazioni e le nostre mortificazioni.
Ma, ahimè! Noi facciamo spesso tutto il contrario poiché invece di
esaltarlo, lo abbassiamo; invece di preferirlo ad ogni cosa, preferiamo le
creature al Creatore; invece di preferire la sua Volontà, i suoi interessi, la
sua gloria e la sua soddisfazione alla nostra volontà, ai nostri interessi, al
nostro onore e alle nostre soddisfazioni, facciamo tutto il contrario,
preferendo Barabba a Gesù.
Non è forse quel che fanno tutti i giorni i peccatori? O cosa
spaventosa! Dio ha elevato l’uomo al più alto trono della gloria e della
grandezza grazie alla sua Incarnazione e l’uomo, ingrato e detestabile, abbassa
ed umilia il suo Dio fino al più profondo del nulla. Sì, fino al più profondo
del nulla poiché colui che pecca mortalmente preferisce un meschino interesse
temporale, l' infame piacere di un momento e quel po’ di fumo di un onore
passeggero al suo Dio e al suo Creatore; lo annienta persino, per quanto è
possibile, secondo le parole di san Bernardo: «Deum, in quantum in se est, perimit: non volendo
altro dio che se stesso e le sue passioni sregolate».
Non è così che agite Voi, o Vergine Santa! Voi, infatti, avete
sempre magnificato Dio altissimamente e perfettissimamente, dal primo istante
della vostra vita fino all’ultimo. Voi l’avete sempre magnificato
eccellentìssimamente, attraverso tutti i vostri pensieri, affetti, parole,
azioni e attraverso la vostra profondissima umiltà, tutte le vostre sofferenze,
la pratica in sommo grado di tutte le virtù e il santissimo uso che avete fatto
di tutte le potenze della vostra anima e di tutti i vostri sensi interni ed
esterni. Infine, Voi sola l’avete glorificato più degnamente e magnificato più
grandemente di tutte le creature insieme.
Veniamo ora alla seconda parola del nostro Cantico, che è anima.
Notate che la Beata Vergine non dice
“Io magnifico”, ma “L’anima mia magnifica il Signore”, per mostrare che Ella
lo magnifica dal più intimo del suo Cuore e con tutta l’estensione delle sue
potenze interiori.
Ella non lo magnifica così, solamente con la sua bocca e
con la sua lingua, con le sue mani e i suoi piedi, ma Ella utilizza tutte le
facoltà della sua anima, della sua intelligenza, della sua memoria, della sua
volontà e tutte le potenze della parte superiore ed inferiore della sua anima,
sfruttando tutte le forze interne ed e- steme per lodare, glorificare e
magnificare il suo Dio.
Ed Ella non lo magnifica solamente a suo nome né per
soddisfare gli obblighi infiniti che ha di farlo,
a motivo dei favori inconcepibili che ha ricevuto dalla sua Divina Bontà, ma
Ella lo magnifica anche a nome di tutte le creature e per tutte le grazie che
Egli ha prodigato a tutti gli uomini, essendosi fatto uomo per renderli dei e
per salvarli tutti, se essi vogliono corrispondere ai disegni dell’amore
inconcepibile che ha su di loro.
Ecco la terza parola: mea,
“la mia anima”. Qual è quest’anima che la Beata Vergine chiama la sua anima?
Rispondo a ciò, in primo luogo, con le parole di un grande Autore[3] che dice che quest’anima della
Beata Vergine è il Figlio suo Gesù, il quale è l’anima dell’anima sua.
In secondo luogo, rispondo che queste parole, anima mea, comprendono innanzitutto l’anima
propria e naturale - che anima il corpo della Santa Vergine; in secondo luogo,
l’anima del Divino Bambino che Ella porta nelle sue viscere, la quale è unita
così strettamente alla sua, che queste due anime fanno, in certo qual modo,
una sola anima, poiché il Bambino che è nelle sue viscere materne non è che una
cosa sola con sua madre.
In terzo luogo, queste parole, anima mea, contraddistinguono e comprendono
tutte le anime create ad immagine e somiglianza di Dio, che sono state, sono e
saranno in tutto l’universo. Se, infatti, san Paolo ci assicura che l’Eterno
Padre ci ha donato ogni cosa donandoci suo Figlio: «Cum Illo omnia nobis donavit»[4][5][6][7][8], è fuori
di dubbio che, donandoLo alla sua Divina Madre, le ha donato anche ogni cosa,
ragion per cui tutte le anime le appartengono. E poiché Ella non lo ignora e sa
che ha l’obbligo di far uso di tutto ciò che Dio le ha donato, per il suo onore
e per la sua gloria, quando Ella pronuncia le parole: «L’anima mia magnifica il Signore»,
guardando a tutte le anime che sono state, sono e saranno, come anime che le
appartengono, le abbraccia tutte per unirle all’anima del Figlio suo e alla sua
e per servirsene per lodare, esaltare e magnificare Colui che è disceso dal
Cielo e che si è incarnato nel suo seno verginale per operare la grande opera
della loro Redenzione.
Eccoci all’ultima parola del primo versetto: Dominum.
Qual è questo Signore che la Beata Vergine magnifica? È Colui che
è il Signore dei signori, e il Signore supremo ed universale del Cielo e della
terra.
Questo Signore è l’Eterno Padre, questo Signore è il Figlio, questo Signore è lo Spirito Santo:
tre Persone divine che non sono che un Dio e un Signore, e che non hanno che
una stessa essenza, potenza, sapienza, bontà e maestà.
La Santissima Vergine
loda e magnifica l’Eterno Padre per averla associata con luì alla divina paternità, rendendola
Madre dello stesso Figlio di cui Egli è il Padre.
Ella magnifica il Figlio di
Dio, per il fatto che ha voluto sceglierla per sua Madre ed essere suo vero
Figlio.
Ella magnifica lo Spirito Santo, per aver voluto compiere in Lei la
più grande delle sue opere, ossia il mistero adorabile dell’Incarnazione.
Ella
magnifica il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo per le grazie infinite che
hanno fatto e che intendono fare a tutto il genere umano.
Impariamo da qui che uno dei principali doveri che Dio ci richiede, e uno
dei più grandi obblighi verso la Divina Maestà, è la riconoscenza dei benefici,
per i quali dobbiamo ringraziarLo con tutto il nostro cuore e con un affetto
particolarissimo.
Abbiamo cura, dunque, di imitare in ciò la gloriosa Vergine,
dicendo spesso con Lei: <<Magnificat
anima mea Dominum>>, per ringraziare la Santissima Trinità, non solo di
tutte le grazie che abbiamo ricevuto, ma anche di tutti i beni che Ella da
sempre ha elargito a tutte le sue creature.
E dicendo queste parole: «L’anima mia», ricordiamoci che l’Eterno Padre,
donandoci suo Figlio, ci ha dato ogni cosa con Lui e, di conseguenza, che le
anime sante di Gesù e della sua Divina Madre, e tutte le anime in generale ci
appartengono. Ecco perché possiamo e dobbiamo servircene per la gloria di Colui
che ce le ha donate, attraverso un gran desiderio di lodare e glorificare Dio
con tutto il nostro cuore, con tutta la nostra anima e con tutte le nostre
forze, comprendendo in queste parole tutti i cuori e tutte le anime
dell’universo, che sono nostre e che vogliamo unire insieme, formando un cuore
e un’anima sola, per impiegarla a lodare il nostro Creatore e Salvatore.
San Giovanni Eudes
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[3] Serm.
de Assumpt.
[4]Sir 3,20-21.
[5]«Magnificat
anima mea Dominum: Filius meus, qui non jam dimidium animce