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giovedì 2 giugno 2022

Cari lettori: ecco a voi " Codice Ratzinger "

 

“Codice Ratzinger”, il Libro di Andrea Cionci. La Genesi di un’Inchiesta.



 

“Codice Ratzinger”, il libro di Andrea Cionci. La genesi di un’inchiesta

 

Caro Marco,

come hai saputo, finalmente le mie fatiche sono arrivate a una tappa importante: la pubblicazione, per i tipi di ByoBlu, di “Codice Ratzinger” il libro-inchiesta nel quale raccolto i risultati di due anni di indagini, svolte attraverso circa 200 articoli per un totale, grossomodo, di 800 ore di lavoro.

Ti racconto un po’ come è andata quest’avventura. Erano i primi di giugno  2020,  quando il compianto Marco Cosmo del canale Youtube “Decimo Toro”, mi mise in contatto con il frate italo statunitense Alexis Bugnolo, colto traduttore dal latino medievale.

Ci incontrammo tutti a San Lorenzo, di pomeriggio, in una trattoria deserta, con questo brillante, ma umile francescano, il quale mi fece riflettere sul fatto che la Declaratio di papa Benedetto XVI presentava alcuni errori di sintassi e diverse imperfezioni: tali inspiegabili sbavature erano del tutto incomprensibili per un latinista di altissimo livello come papa Ratzinger e, secondo Fra Alexis, esse erano funzionali ad attirare l’attenzione sull’invalidità canonica dell’atto predisposta per non lasciare il trono petrino nelle mani dei suoi nemici. Ti confesso che, fra il territorio ancora del tutto vergine, per me, della questione canonica e il marcato accento americano di Fra Alexis, sudai realmente sette camicie per capire la questione munus/ministerium. Scrissi così un lungo articolo su Libero, https://www.liberoquotidiano.it/articolo_blog/blog/andrea-cionci/23247982/benedetto-xvi-ratzinger-rinuncia-bergoglio-declaratio-2013-dimissioni-abdicazione-munus-ministerium-bugnolo.html , ancora pieno di teneri condizionali, che mi fruttò unicamente l’epiteto di “imbecille” da parte dell’ex prete Gianni Gennari, ritenuto la “penna graffiante” di Avvenire. La questione rimase nel cassetto per diversi mesi fin quando, sotto Natale, mi imbattei, su Youtube, in un clamoroso video di don Minutella, che non conoscevo per niente, il quale “sbroccava” letteralmente per un’immagine orribilmente offensiva pubblicata da Saviano, con una presunta Maria partoriente. E furono proprio i video di don Minutella ad informarmi sulla Mafia di San Gallo, l’illegittimità di Bergoglio e altre questioni che ad oggi mi hanno completamente persuaso circa il fatto che il teologo palermitano abbia finora mantenuto un aplomb da serafico bonzo giapponese: le sue reazioni, giudicate da molti come “eccessive”, considerate in proporzione alla reale gravità dei fatti e all’inerzia dei cattolici e dei media, risultano, oggettivamente, dei flebili pigolii.

La goccia che fece traboccare il vaso, fu però l’intervista di Massimo Franco al Santo Padre Benedetto XVI, nella quale l’”emerito” ripeteva, picchiando il polso sul bracciolo, “il papa è uno solo”, senza spiegare quale. Appresi che tale indovinello andava avanti da otto anni.

Poche settimane dopo giunse, provvidenzialmente, il volume dell’avvocatessa colombiana Estefania Acosta, che spiegava in un testo giuridico “Benedetto XVI: papa emerito?” come e perché la Declaratio non fosse una rinuncia valida. Poi si aggiunse il prof. Antonio Sànchez Saèz, dell’università di Siviglia e poi tanti altri ancora che mi aiutarono via via a ricomporre il quadro. La Declaratio non poteva, tuttavia, essere solo una “rinuncia invalida”: questo tarlo mi perseguitava e gettava un’ombra sul Santo Padre. Fu il prof. Sànchez che mi parlò per la prima volta di sede impedita e così ebbi l’illuminazione: la Declaratio non era una rinuncia fallace, ma un candido e sincero e legittimo annuncio (fattuale) di autoesilio in sede impedita. Fondamentale fu il contributo dei latinisti Matteo Corrias e Gianluca Arca, che mi aiutarono a sciogliere il nodo di quella sede che non era affatto rimasta “vacante”, ma che invece rimase soltanto vuota. Ebbi così modo di immergermi in quell’oceano fresco e azzurro del Codice Ratzinger di papa Benedetto: un linguaggio sottile che, sotto l’insipida e incoerente superficie politicamente corretta, cela un mondo straordinario dove splende il Logos, la ragione che svela la verità.

 

E così, il mosaico, almeno nelle sue linee generali, è stato ricomposto poco a poco.

 

Dopo tante ripetizioni e interviste, posso così sintetizzare il risultato della mia ricerca: papa Benedetto, costretto a togliersi di mezzo dai poteri globalisti e dalla fronda ecclesiastica modernista che sosteneva Bergoglio, nel 2013 non ha affatto abdicato, ma ha “messo alla prova” i suoi nemici con una candida, sincera dichiarazione in cui, rinunciando al solo esercizio del potere, si ritirava in sede impedita, uno status canonico dove il papa è prigioniero e impossibilitato a comunicare liberamente. Così, egli è rimasto il papa a tutti gli effetti, benché contemplativo e privato della facoltà di governare, e i suoi nemici, accecati dalla brama di potere, arraffando il primo atto che odorasse di “rinuncia”, si sono scismati e annullati da soli convocando un conclave nullo a papa né morto, né abdicatario.

 

Viene in mente il Salmo 56: “Travisano tutto il giorno le mie parole,
ogni loro progetto su di me è per il male. Congiurano, tendono insidie, spiano i miei passi, per attentare alla mia vita.  Ripagali per tanta cattiveria! Nella tua ira abbatti i popoli, o Dio”.

 

I lupi hanno attaccato papa Benedetto, lui ha fatto “un passo di lato” e loro sono finiti nella trappola da soli.

Si svela così il mistero del “doppio papato” che manda al manicomio i teorici dell’”errore sostanziale”: c’è, effettivamente, “una sorta di ministero allargato” fra due papi,  ma uno è legittimo-contemplativo (Benedetto XVI) e l’altro illegittimo-attivo (Bergoglio). Per distinguersi dall’antipapa, Benedetto è, dunque, l’”emerito”, non “il papa in pensione” (giuridicamente impossibile e, infatti, inesistente), ma “colui che merita”, che “ha diritto” di essere papa, dal verbo emereo.

Chi lo dice? Intanto, una ventina di specialisti, teologi, canonisti, giuristi e latinisti che hanno tradotto correttamente la Declaratio dal latino, dove il verbo vacet non sta per “sede vacante”, bensì per “sede vuota”; ma soprattutto è lo stesso papa Benedetto che lo spiega con un linguaggio estremamente preciso, ma sottilmente logico, dovuto al fatto che, essendo giuridicamente in prigionia, non può parlare liberamente (una cosa incredibilmente difficile da capire, per molti). E’ quello che abbiamo chiamato “Codice Ratzinger”, uno stile comunicativo che ricalca in modo totale quello di Gesù coi suoi nemici ed è destinato a chi “ha orecchie per intendere”: anfibolie, fraintendimenti iniziali, riferimenti alla Scrittura etc.

 

Ma allora quegli abbracci con Francesco? Benedetto XVI, Vicario di Cristo, ama Bergoglio come Gesù amava Giuda, tanto che il Salvatore, fino alla fine, cercò di salvare l’anima all’apostolo traditore.

 

Una cosa importantissima per capire Joseph Ratzinger è ascoltare anche e soprattutto il suo silenzio, come in musica le pause sono importanti tanto quanto le note, ovvero le cose che lui NON DICE. Il fatto che lui non mi abbia smentito, ad esempio, quando mi ha onorato di una sua risposta, oppure che, appunto, non spieghi mai quale dei due SIA il papa, o tutte le cose non dette nei presunti elogi a Bergoglio, che elogi non sono affatto.

 

Lo stile di quest’uomo santo è quello della super-mitezza, della iper-trasparenza essenziale, lasciando che i suoi nemici leggano quello che lui non ha scritto e che loro stessi vogliono leggere.

Consapevole del probabile scatenarsi di critiche caustiche fra i commenti, al divertente grido di “Cionci ciancia”, vi lancio una provocazione-spot: comprate il libro, sarà stupefacente in ogni caso. Se è tutto vero, perché ci troviamo di fronte a un fatto di portata millenaria. Se vi parrà solo un romanzo, vi trovereste fra le mani il più grande capolavoro della narrativa di tutti i tempi, opera di un genio letterario capace di organizzare centinaia di “casualità” e di “distrazioni” di papa Benedetto in un disegno perfettamente consono alla Declaratio, alla Bibbia, al diritto canonico, al latino, alla teologia, alla storia della Chiesa e all’attualità.

Ma state tranquilli, è tutto vero e qui gli unici genii sono papa Benedetto e quella certa Persona che lo assiste.

Un affettuoso saluto,

Andrea Cionci



https://www.liberoquotidiano.it/articolo_blog/blog/andrea-cionci/31800900/codice-ratzinger-il-libro-inchiesta-benedetto-xvi-papa-legittimo-bergoglio-illegittimo-papa-francesco-non-esiste.html

lunedì 15 novembre 2021

Magna quaestio

 Benedetto XVI, gli specialisti: "Il Codice Ratzinger è reale", decodificate le lettere al cardinal Brandmüller

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In quasi due anni di inchiesta abbiamo indagato le decine di messaggi in “Codice Ratzinger” che il papa, Benedetto XVI, ci invia in libri, lettere e interviste fin dal 2013 per spiegarci che non ha mai abdicato e che, come abbiamo compreso di recente, si è ritirato in sede impedita QUI (canone 412).

Una lettrice ha invitato la nostra inchiesta a tutti e 226 i vescovi italiani: hanno risposto solo in sette, QUI con parole sprezzanti o derisorie. Il refrain è sempre quello: “favole, complottismi, fantasie…”. Dato che i colleghi vaticanisti, invitati a un cordiale confronto sul tema, fanno scena muta, abbiamo chiesto il parere di vari specialisti: psicologi, linguisti, psichiatri, latinisti, giuristi, storici. Non è stato facile trovare dei professionisti con la schiena dritta pronti a “metterci la faccia”: in tanti, sollecitati, si sono sfilati senza dire né sì né no. Comprensibile: se si scopre che Benedetto XVI è il solo vero papa ed è in sede impedita, - viene giù tutto - (e non solo l’antipapato di Bergoglio, ma tutto-tutto).

Già in marzo, il prof. Carlo Taormina, il giurista più famoso d’Italia, aveva dichiarato a Libero QUI: “Colpisce l’ambivalenza continua e studiata, nell’arco di otto anni, attribuita alle dichiarazioni di Ratzinger che, nella sostanza, pare ribadire sempre la stessa cosa, ovvero che il papa è lui, Benedetto, e non altri”. 

Oggi, il Prof. Rocco Quaglia, ordinario di Psicologia dinamica all’Università di Torino, spiega: “Libero ha fatto un raffinatissimo lavoro di decrittazione degli scritti e dei comportamenti di papa Benedetto; le interpretazioni fornite danno senso a quel che in apparenza appare privo di logica. Le vostre conclusioni riguardo lo stato in cui versa la Chiesa oggi sono più che condivisibili e perciò inquietanti. Cosa ancora più grave sono i silenzi di quanti dovrebbero parlare, e sono silenzi di paura e di cortigianeria”. 

Il prof. Quaglia ha, dunque, sottoscritto quanto segueinsieme agli altri professionisti:  “Le oggettive e strane ambiguità del linguaggio di Benedetto XVI individuate come “Codice Ratzinger”, riscontrate anche da altri giornalisti, o persino lettori, non sono casuali, e non sono dovute all’età dell’autore o, men che mai, a sua impreparazione. Esse sono messaggi sottili, ma inequivocabili, che riconducono alla situazione canonica descritta nell’inchiesta. Papa Benedetto comunica in modo sottile perché è in sede impedita e quindi è impossibilitato a esprimersi liberamente. Il “Codice Ratzinger” è una sua forma di comunicazione logica e indiretta che si avvale di apparenti incoerenze le quali non sfuggono all’occhio delle persone preparate. Tali frasi, “decodificate” con i dovuti approfondimenti nei rimandi che il Papa fa alla storia, all’attualità, al diritto canonico, nascondono un sottotesto logico perfettamente individuabile, con significati precisi e univoci. Altre volte, Benedetto XVI opta per delle “anfibolie” frasi – non prive di spunti umoristici – che possono essere interpretate in due modi diversi. Queste tecniche di comunicazione gli danno modo di far capire, “a chi ha orecchie per intendere”, che egli è ancora il papa e che è in una situazione di impedimento. Pertanto, chiunque sostenga che i messaggi del Codice Ratzinger sono fantasiose interpretazioni o non ha capito, o nega l’evidenza”.

Prof. Antonio Sànchez Sàez, ordinario di Diritto presso l’Università di Siviglia

Prof. Gian Matteo Corrias, docente di materie letterarie e saggista storico-religioso

Prof. Alessandro Scali, docente di Lettere classiche, scrittore e saggista.

Prof. Gianluca Arca, docente di Latino e Greco, filologo, ricercatore,  saggista.

Dott. Giuseppe Magnarapa, psichiatra, saggista e scrittore.

 

E ora passiamo a proporvi due straordinari esempi di "Codice Ratzinger", con la lettura, per la prima volta “decodificata” in modo completo, di due importantissime lettere che,  nel novembre 2017, il papa, Benedetto XVI, scrisse al suo amico card. Walter Brandmüller, uno dei quattro porporati dei “Dubia”. Il porporato, coltissimo storico ecclesiastico e, da lunga data, amico di Joseph Ratzinger, non ha mai accolto con favore quella che oggi il mainstream continua a considerare come la sua rinuncia al papato.

A una lettura “normale”, le due lettere appaiono sfaldate, inconcludenti e vuote di significato. 

Ecco la prima del 9 novembre 2017:

“Eminenza! Nella Sua recente intervista con la Frankfurter Allgemeine Zeitung, Lei dice che ho creato, con la costruzione del Papa emerito, una figura che non esiste nella totalità della storia della Chiesa. Certo, sa benissimo che i papi si sono ritirati, anche se molto raramente. Cosa erano dopo? Papa emerito? O cosa invece? Come sa, Pio XII ha lasciato istruzioni nel caso fosse stato catturato dai nazisti, che dal momento della sua cattura non sarebbe più stato papa ma cardinale. Se questo semplice ritorno al Cardinalato sarebbe stato possibile, non lo sappiamo. Nel mio caso, sicuramente non avrebbe avuto senso semplicemente reclamare un ritorno al Cardinalato. Allora sarei stato costantemente esposto al pubblico nel modo in cui un cardinale è – anzi ancora di più – perché in quel cardinale si sarebbe visto l’ex papa. Ciò avrebbe potuto portare, intenzionalmente o meno, a conseguenze difficili, in particolare nel contesto della situazione attuale. Con il Papa emerito ho cercato di creare una situazione in cui sono assolutamente inaccessibile ai media e in cui è del tutto chiaro che esiste un solo Papa. Se Lei conosce un modo migliore e quindi ritiene di poter censurare quello che ho scelto, La prego di parlarmene. Ti saluto nel Signore, Tuo,

Benedikt XVI

In questa lettera Benedetto XVI rivela al cardinale – con un sottotesto infallibile – che egli è sempre rimasto il pontefice dietro  l’inesistente istituto del papa emerito, e non ha mai abbandonato la sua Chiesa. Ecco la lettera ”anatomizzata” in paragrafi subito dopo “tradotti” fra parentesi quadre. Abbiate pazienza, occorre leggere con un po’ di concentrazione: stiamo parlando di una delle più grandi menti del secolo, che parla in codice perché la sua sede è stata usurpata.

“Eminenza! Nella Sua recente intervista con la Frankfurter Allgemeine Zeitung Lei dice che ho creato, con la costruzione del papa emerito, UNA FIGURA CHE NON ESISTE nella totalità della storia della Chiesa. Certo, SA BENISSIMO CHE I PAPI SI SONO RITIRATI, anche se molto raramente. Cosa erano dopo? Papa emerito? O COSA INVECE?“.

[Benedetto non nega che il papa emerito non esista e rimanda il card. Brandmüller , storico della Chiesa, a quei pochissimi papi che nel I millennio “si ritirarono” scacciati da antipapi, ma che non abdicarono. Il riferimento è, fra i pochi, al papa Benedetto VIII, di cui abbiamo già scritto QUI. Ed ecco le domande retoriche: “E questi papi che si ritirarono, come rimasero? Forse erano papi emeriti? O cosa invece? … NO,  RIMASERO PAPI, appunto, come lo sono rimasto io”].

…Come sa, Pio XII ha lasciato istruzioni nel caso fosse stato catturato dai nazisti, che dal momento della sua cattura non sarebbe più stato papa ma cardinale. Se questo semplice ritorno al Cardinalato sarebbe stato possibile, non lo sappiamo. Nel mio caso, sicuramente NON AVREBBE AVUTO SENSO SEMPLICEMENTE RECLAMARE UN RITORNO AL CARDINALATO. Allora sarei stato costantemente esposto al pubblico nel modo in cui un cardinale è – anzi ancora di più – perché in quel cardinale si sarebbe visto l’EX-PAPA. Ciò avrebbe potuto portare, intenzionalmente o meno, a conseguenze difficili, in particolare nel contesto della situazione attuale.“…

[Se fosse stato catturato, come noto, Pio XII avrebbe ABDICATO in modo da lasciare i nazisti con un pugno di mosche. Ratzinger prende però decisamente le distanze dalla soluzione di Pio XII perché questa avrebbe fatto di lui UN EX PAPA, un cardinale, mentre egli, appunto, VOLEVA RESTARE ANCORA PAPA. Se Benedetto XVI avesse abdicato davvero, aggiunge poi, la Chiesa sarebbe finita legalmente nelle mani dei modernisti, con conseguenze difficili].

“…Con il Papa emerito ho cercato di creare una situazione in cui sono assolutamente INACCESSIBILE AI MEDIA e in cui È DEL TUTTO CHIARO CHE ESISTE UN SOLO PAPA. SE LEI CONOSCE UN MODO MIGLIORE e quindi ritiene di poter censurare quello che ho scelto, La prego di parlarmene. Ti saluto nel Signore,

                                                                                                                                                Benedikt XVI

[“Con l’escamotage del papato emerito inesistente ho creato una situazione incomprensibile dai media, ma che rendesse chiaro – dal punto di vista canonico –  che il papa rimanevo solo io. (Infatti, ho dichiarato di rinunciare al solo ministerium lasciando la sede “vuota” e non “vacante”). C’era forse un modo migliore con cui potessi trarmi di impaccio?”].

Vi è chiaro? Nel caso rileggete con calma, pezzo per pezzo. Di seguito, la seconda lettera di ratzinger, del 23 Novembre 2017. Come per la precedente, leggendo la lettera per intero, a prima vista,  si capisce poco o nulla.

“Eminenza! Dalla tua gentile lettera del 15 novembre suppongo di poter concludere che in futuro non farai più commenti pubblici sulla questione delle mie dimissioni, e per questo ti ringrazio. Il dolore profondamente radicato che la fine del mio pontificato ha causato in te, come in molti altri, posso capirlo molto bene. Ma il dolore in alcuni – e mi sembra anche in te – si è trasformato in rabbia, che non riguarda più solo la rassegnazione, ma si sta espandendo sempre più verso la mia persona e il mio pontificato nel suo insieme. In questo modo un pontificato viene svalutato e sciolto nella tristezza per la situazione della Chiesa oggi. Da questa fusione emerge gradualmente un nuovo tipo di agitazione, per il quale il piccolo libro di Fabrizio Grasso, La Rinuncia (Algra Editore, Viagrande / Catania 2017), potrebbe diventare emblematico. Tutto questo mi riempie di preoccupazione e, proprio per questo motivo, la fine della tua intervista alla FAZ [Frankfurter Allgemeine Zeitung ndr] mi ha lasciato molto turbato, perché alla fine può solo promuovere lo stesso tipo di atmosfera. Preghiamo, come hai fatto alla fine della tua lettera, che il Signore possa venire in aiuto della sua Chiesa.

Con la mia benedizione apostolica, sono Tuo

Benedikt XVI”

Ed ecco la traduzione:

“Eminenza! Dalla tua gentile lettera del 15 novembre suppongo di poter concludere che in futuro non farai più commenti pubblici sulla questione delle mie dimissioni, e per questo ti ringrazio. Il dolore profondamente radicato che LA FINE DEL MIO PONTIFICATO HA CAUSATO IN TE, come in molti altri, posso capirlo molto bene. Ma il dolore in alcuni – e mi sembra anche in te – si è trasformato in rabbia, che non riguarda più solo la rassegnazione, ma si sta espandendo sempre più verso la mia persona e il mio pontificato nel suo insieme. in questo modo un pontificato viene svalutato e sciolto nella tristezza per la situazione della chiesa oggi.” …

[“Grazie per non parlare più in pubblico di mia «rinuncia». Il tuo dolore per quella che, insieme ad altri, tu credi la fine del mio pontificato si è trasformato, in te, ADESSO in rabbia non solo per la mia persona, MA ANCHE PER IL MIO PONTIFICATO NEL SUO INSIEME”. Ora, attenzione: se papa Benedetto si riferisse a un proprio pontificato ormai passato (2005-2013), come potrebbe la rabbia del cardinale appuntarsi sull’ex-pontificato, visto che il cardinale lo apprezzava molto, tanto da addolorarsi per la sua presunta fine? A rigor di logica, l’ira del card. Brandmueller dovrebbe appuntarsi solo sulla PERSONA di Ratzinger, la quale avrebbe fatto terminare un ottimo pontificato. Papa Benedetto, invece sta svelando al cardinale che il suo pontificato STA PROSEGUENDO, è in corso, sebbene in una forma diversa, nascosta, perché egli è rimasto IL PAPA. Lo conferma subito dopo: “Con la vostra rabbia, OGGI state svalutando e considerando “sciolto” il mio pontificato che invece continua,  anche se mi sono dovuto ritirare dal governo della Chiesa lasciandola tristemente in mano agli usurpatori”].

 …”Da questa fusione emerge gradualmente un nuovo TIPO DI AGITAZIONE, per il quale il piccolo LIBRO DI FABRIZIO GRASSO, La Rinuncia (Algra Editore, Viagrande / Catania 2017), POTREBBE DIVENTARE EMBLEMATICO.”…

[“State sciogliendo il mio pontificato e questo produce una nuova agitazione”. Ora, il contenuto del libro di Grasso[1]  è dirimente:  l’”agitazione” espressa nel libro è che i cattolici possano essere disorientati con due papi ritenuti entrambi validi. Ma il papa è rimasto, ed è uno solo: Benedetto XVI. Peraltro, il sottotitolo “emblematico” sulla copertina del libro di Grasso è:  “DIO E’ STATO SCONFITTO?” la stessa domanda che si pongono molti cattolici angosciati. “No, Dio non è stato sconfitto – tranquillizza Benedetto XVI –  perché io sono rimasto IL PAPA”].

… ”Tutto questo mi riempie di preoccupazione e, proprio per questo motivo, la fine della tua intervista alla Frankfurter Allgemeine Zeitung  mi ha lasciato MOLTO TURBATO, perché alla fine può solo promuovere LO STESSO TIPO DI ATMOSFERA. Preghiamo, come hai fatto alla fine della tua lettera, CHE IL SIGNORE POSSA VENIRE IN AIUTO DELLA SUA CHIESA. Con la mia BENEDIZIONE APOSTOLICA SONO TUO

                                                                                                                                    Benedikt XVI”

[“Mi preoccupa che voi consideriate sciolto il mio pontificato”. Ma andiamo a vedere cosa dice il card. Brandmüller  alla fine dell’intervista citata, 

Il giornalista della Frankfurter domanda: “Crede davvero che sia concepibile uno scisma?

Il card. Brandmüller  risponde: “Che Dio lo impedisca”

La risposta del cardinale  turba Benedetto XVI perché Dio ha consentito diversi scismi nella storia per purificare la Chiesa dall’eresia, mantenerla fedele all’insegnamento di Cristo e integra nella successione petrina. Papa Ratzinger, infatti, non ha abdicato appositamente per produrre uno scisma in questo senso, come abbiamo illustrato QUI.

Il concetto è stato da lui ribadito anche nella citata intervista rilasciata alla Herder Korrespondenz: “Non è quindi questione di separare il buono dal cattivo, ma di dividere i credenti dai non credenti”. 

Ergo, il timore del cardinale per uno scisma turba Benedetto perché non fa altro che promuovere e perpetuare “quella stessa atmosfera di agitazione” del libro di Grasso, secondo la quale “Dio sarebbe stato sconfitto”, con  due papi considerati entrambi validi. Ecco perché, riallacciandosi a quanto scrive il cardinale nella sua lettera, Benedetto si augura che il Signore possa venire in aiuto alla Sua chiesa, alla vera Chiesa di cui egli stesso è e resta il papa. IN PRATICA, BENEDETTO XVI STA CHIEDENDO AIUTO.

Se non bastasse, papa Ratzinger si congeda dal card. Brandmüller  impartendogli la SUA BENEDIZIONE APOSTOLICA, prerogativa assoluta del pontefice regnante come si spiega QUI . In conclusione, lo saluta con quel “SONO TUO Benedetto XVI”. Facile supporre che intenda: “sono il tuo PAPA Benedetto XVI”, dato che questo è il suo nome pontificale che egli ha voluto mantenere”].

 

Ora, per chi volesse riesaminare tutta l'inchiesta prodotta su Libero, la potrà trovare integrata e riordinata in fondo a questo articolo, QUI , fin dall'inizio.

Comunque, i bergogliani stiano tranquilli, non succederà niente. E' in corso una specie di incantesimo psicologico di massa che l'apostolo Paolo aveva già previsto e individuato come "Potenza d'inganno" QUI. Nessuno farà nulla: i conservatori continueranno a parlare di vaccini e a scandalizzarsi per le demolizioni esplosive di Bergoglio, ma nessuno affronterà la MAGNA QUAESTIO : troppa fatica, troppo rischio, troppa paura.