S.Matilde di Hockeborn
Santa Matilde di Hackeborn (o di Helfta) - Monaca (19 novembre)
Sec. XIII
Nasce attorno al 1240 nel castello di Helfta, in Sassonia, da una delle più delle più nobili e potenti famiglie della Turingia, i von Hackeborn.
La sorella maggiore, Gertrude, è badessa nel convento di Helfta.
All'età di sette anni Matilde viene accolta come educanda nel monastero benedettino di Rodardsdorf.
Qui la sua vocazione cresce e la giovane decide di indossare il velo.
Nel 1258 raggiunge la sorella maggiore a Helfta dove, tre anni più tardi, le viene affidata la cura di una giovane monaca che resterà nella storia con il nome di santa Gertrude la Grande.
Proprio a quest'ultima Matilde confesserà le proprie visioni mistiche.
Da queste confidenze nascerà poi uno dei libri più noti della mistica medievale: il Libro della grazia speciale.
Matilde, particolarmente dotata nel canto, cura e dirige il coro del monastero e per questa sua qualità sembra che lo stesso Dante si sia ispirato a lei per la figura di Matelda nel Purgatorio.
Muore nel monastero di Helfta nel 1298.
Etimologia: Matilde = forte in guerra, dal tedesco
Martirologio Romano: Nel monastero di Helfta nella Sassonia in Germania, Santa Mectilde, vergine, che fu donna di squisita dottrina e umiltà, illuminata dal dono divino della contemplazione mistica.
Oggi giunge fino a noi una voce altissima e altamente poetica: la voce di una donna che è, con Santa Geltrude la Grande, gloria dei monachesimo germanico e una delle maggiori scrittrici spirituali e mistiche del Cristianesimo.
Matilde di Hackeborn nacque nel 1241 da una delle più nobili famiglie della Turingia, imparentata con lo stesso imperatore Federico II. Entrò a sette anni in un monastero benedettino, per esservi educata.
Ma nel monastero, dove viveva una sorella maggiore, si risvegliò nella fanciulla la vocazione, e anch'ella prese l'abito per sempre.
Quando la sorella fu eletta Abbadessa del monastero di Helfta, Matilde la seguì. Nella celebre abbazia sassone viveva anche la gran. de Santa Geltrude, di qualche anno più giovane.
Nel monastero, Matilde fu maestra del canto in coro. Ce ne parla ella stessa, seppur con parole velate, nel suo Libro delle Rivelazioni: " Poi quel sommo Cantore, con la sua voce i cui accenti sono superiori a ogni armonia celeste, volle incantare il suo usignolo, che tante volte aveva attirato il divin Cuore per la tenera devozione più che per l'incanto della sua voce ".
Aveva cinquant'anni ed era ammalata, morta da poco la sorella maggiore, quando Matilde rivelò il suo grande segreto: le meraviglie che la grazia divina operava nella sua anima, tutto ciò che Dio le mostrava, i suoi slanci appassionati e le sue profonde angosce.
Due suore raccolsero quelle confidenze, e una sembra che fosse la stessa Santa Geltrude.
Nacque così il Libro della Grazia speciale, una delle opere più belle e più celebri nella letteratura mistica del Medioevo:
"Un giorno - vi si legge - mentre si cantava, il divin Cuore si aprì.
Il Signore vi attirò Matilde e subito ve la rinchiuse dicendo: "Nella parte alta ci troverai la soavità dello Spirito Santo che sempre farà stillare nell'anima tua la rugiada... nella parte inferiore, il tesoro di tutti i tuoi beni, quanti ne puoi desiderare... nella parte orientale, la luce della vera scienza, per conoscere tutta la mia volontà e adempierla perfettamente... Nella parte occidentale, il paradiso delle mie delizie".
In quell'istante le comparve il Signore, seduto al centro di una tavola apparecchiata, coperta da una candidissima tela".
Come Santa Geltrude, Santa Matilde precorse di molti secoli la devozione al Sacro Cuore, fonte dell'amore divino.
Ebbe per quello espressioni di appassionato lirismo.
E lo disse: " Sorgente della grazia - principio e fine di ogni bene - porta dei cielo - scudo d'oro forato - scrigno della virtù - liquore di vita - casa preziosa ~ fiamma ardente - cucina del Signore - casa d'oro - luce ai beati ".
Matilde morì silenziosamente, non vecchia, prima della fine del '200.
Ma le sue opere si diffusero immediatamente, insieme con la fama della monaca di Helfta.
Il Boccaccio ci attesta la celebrità di Santa Matilde fin dal '300, a Firenze, dove il suo Libro della Grazia speciale era noto come Lode di Dama Matilde.
E forse lo stesso Dante, incontrando nel suo Purgatorio " una donna soletta che si già - cantando ed iscegliendo fior da fiore " pensava proprio a lei, Matilde di Hackeborn, cantrice dell'amore divino, che aveva sparso lungo la sua via fiori coloratissimi di poesia e profumati di grazia. (Fonte: Archivio Parrocchia)