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martedì 22 febbraio 2022

11 - L’offerta della Vergine e la profezia di Simeone

 

11.

L’offerta della Vergine e la profezia di Simeone

 


“Maria, adduci un pargolo ch’è tuo e dell’Altissimo:

un Dono che santifica,

un Prezzo che ci libera”.

P. Abelardo, Lit. d.ore, Lodi 2 febb.

 

San Luca procedendo nel racconto dell’Infanzia di Gesù dice: “Quando venne il tempo della loro purificazione secondo la legge di Mosè, portarono il Bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore, come è scritto nella Legge del Signore: ‘Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore’ (Es 13, 2.13); e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o di giovani colombi, come prescrive la Legge del Signore” (2, 22-24).

Quindi trentatré giorni dopo la circoncisione del Bambino Gesù, Maria e Giuseppe salgono al tempio.

Giuseppe compra due colombini bianchi e la Vergine Maria li offre al Sacerdote il quale li immola e poi asperge Maria con acqua lustrale; poi, lasciato l’atrio delle donne, tutti insieme vanno verso il tempio vero e proprio: qui La Vergine Madre offre al Sacerdote il Bambino. E il Sacerdote Lo prende sulle braccia e a braccia tese Lo solleva verso il Santo. È la parte centrale del rito Poi restituisce il Bambino alla Madre e la celebrazione ha fine.



Sono due fatti distinti: purificazione e presentazione; fatti che bisogna considerare separatamente perché riguardano due differenti persone: Maria (purificazione) e Gesù (presentazione).

 

La purificazione


La prescrizione mosaica che riguardava la Vergine Santissima diceva: “Quando una donna sarà rimasta incinta e darà alla luce un maschio, sarà immonda per 7 giorni. Poi resterà ancora trentatré giorni a purificarsi del suo sangue; non toccherà alcuna cosa santa e non entrerà nel Santuario, finché non siano compiti i giorni della Purificazione” (Lv 12, 2-4).

Ecco dunque a che cosa si sottomise Maria, ad essere una donna come le altre, sebbene solo Lei avesse partorito verginalmente, e quindi non soggetta ad alcuna purificazione essendo del tutto libera dai fenomeni fisiologici susseguenti il parto.


 


 

Da che cosa mai, infatti, doveva la Vergine purificarsi essendo Ella monda prima di partorire Gesù e più monda dopo che L’ebbe partorito?

“Il Figlio di Maria, concepito verginalmente - insegna il Concilio Vaticano II - nascendo non diminuì la verginale integrità della Madre, ma la consacrò” (LG 57).

E la liturgia, nel prefazio primo della Messa in onore della Beata Vergine, esclama: “E Maria sempre intatta nella sua gloria verginale ha irradiato sul mondo la Luce eterna, Gesù Cristo, nostro Signore”. E nel Credo: “... Cristo concepito di Spirito Santo, nacque da Maria (la) Vergine”.

La verginità secondo il pensiero dei Padri, è un bene paradisiaco, angelico ed escatologico, che dopo il suo primo ingresso sulla terra nel paradiso terrestre, riappare nel mondo con Maria, la cui verginità precede ed ottiene l’Incarnazione ed è consacrata dalla divina fecondità.

Il più celebre inno mariano della Chiesa bizantina e della Chiesa di tutti i tempi, conosciuto col nome “Akathistos”, canta così Maria, Vergine divinamente feconda:


”Di natura le leggi  innovò il Creatore

apparendo tra noi, suoi figlioli:

fiorito da grembo di Vergine

lo serba qual era da sempre, inviolato.’ e noi che ammiriamo il prodigio cantiamo alla Santa:

 

Ave, o fiore di vita illibata; 

Ave, corona di casto convegno.

 

Ave, Tu mostri la sorte futura;

Ave, Tu sveli la vita degli Angeli.

Ave, o Tu che congiungi opposte grandezze;

Ave, o Tu che sei in una e Vergine e Madre.

 

Gli oratori brillanti 

Come pesci son muti.

Per Te, Genitrice di Dio:

del tutto incapaci di dire

il modo in cui Vergine e Madre Tu sei ...


La fede nella perpetua verginità di Maria è stata sempre viva nella Chiesa. 

Essa però fu definita nel Concilio Lateranense del 649, essendo Papa Martino I, che poi morì Martire: “La Santa Madre di Dio e sempre Vergine Immacolata Maria ha concepito senza corruzione, permanendo indissolubile anche dopo il parto la sua verginità” (D. B. 256).

Ma avremo altre occasioni per tornare a parlare della perpetua verginità di Maria, simbolo luminoso della Chiesa.

Intanto riaffermiamo che la perpetua verginità di Maria è uno “dei quattro dogmi mariani propriamente detti, e quindi deve essere creduto con fede divina, perché appartiene al deposito della rivelazione. Il Concilio Vaticano I° (3° sessione) afferma: “Si devono credere con fede divina e cattolica tutte le cose contenute nella Parola di Dio scritta o tramandata e proposte dalla Chiesa, sia con un solenne giudizio sia nel suo ordinario e unjversale Magistero, come verità da credere divinamente rivelate” (Denzinger 3011).

Con dolce insistenza Maria, anche in questo mistero della sua vita, ci dà l’esempio del più profondo ossequio alla Legge di Dio. Ne era dispensata, però non volle mai fare eccezione “per non scandalizzare nessuno” (cf Mt 17, 26).

C’è infine un invito a confrontarci con la povertà della santa Famiglia come appare dall’offerta.

 




La presentazione

La legge mosaica dichiarava ogni primogenito come proprietà di Dio. I primogeniti degli animali erano offerti in sacrificio, quelli degli uomini venivano riscattati versando cinque sicli d’argento (cf Es 13, 13).

In verità nel testo evangelico, per il Bambino Gesù non si parla propriamente di riscatto ma solo di presentazione, cioè: dichiarazione che Gesù, come “primogenito” di Maria appartiene a Dio, è Santo e, perché Santo, è consacrato al Signore, ossia separato dagli altri primogeniti e riservato alla particolare missione destinatagli da Dio.

Gesù essendo il Primogenito in assoluto ha una Primogenitura con diritti sovrani e quindi non necessita di altre consacrazioni sempre imperfette a paragone della sua sublime.

Nella Bibbia abbiamo solo l’esempio di Samuele che, tenero fanciullo, fu condotto dalla madre Anna al Santuario di Silo per essere consacrato al servizio di Dio (1 Sam 1-3).

Eppure la Vergine Madre volle non solo offrirlo al Signore ma anche presentarLo al Tempio di Gerusalemme. 

Questa Presentazione -dice il Roschinifu come l’offertorio di quel grande sacrificio che la santa Messa avrebbe poi reso presente in tutti i punti del tempo e dello spazio; anche se l’immolazione sul Legno della Croce sarebbe avvenuta molti anni dopo.

Certamente Maria Santissima fu tutta compresa di questo grande atto e tenne presente questa verità: che il Figlio era venuto al mondo quale Sacerdote e Vittima di espiazione per i peccati del genere umano.

Allora e sempre, Ella seppe uniformarsi perfettamente all’Agnello Immacolato venuto per essere ucciso e per dar la vita agli uccisi nell’anima. Con Gesù e per Gesù ripeté l’offerta al Padre celeste: “Sia fatta la Tua Volontà!” (cf Eb 10, 5-7).



Tornando al racconto dell’evangelista Luca la nostra attenzione è captata alla descrizione particolareggiata di un anziano di nome Simeone che significa: “esaudimento, chi ascolta, chi esaudisce”, detto “uomo giusto e pio”, e di una profetessa, anch’essa anziana, di nome Anna.

Tutti i presenti al rito nel Tempio guardavano quel tesoro di Bimbo lodandone la sovrumana bellezza, nessuno però - a1l’infuori di Simeone ed Anna - comprese quale Maestà si celava dietro quelle carni infantili.

Bisogna cercare Dio per conoscerlo. È allora ch’Eg1i si svela senza più mistero. Solo i Santi come Elisabetta, ed ora Simeone ed Anna conobbero Maria di Nazareth per quel che era: la Madre del Salvatore.

Di questi ultimi, leggiamo in San Luca: <<Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e timorato di Dio, che aspettava il conforto d’Israele. Lo Spirito Santo che era su di lui, gli aveva preannunziato che non avrebbe visto (sperimentato) la morte senza prima aver veduto il Messia (l’Unto) del Signore. Mosso dunque dallo Spirito, si recò al Tempio; e mentre i genitori vi portavano il Bambino Gesù per adempiere la Legge, Lo prese tra le braccia e benedisse Dio:

"Ora lascia, o Signore, che il tuo servo

vada tn pace secondo la tua parola;

perché i miei occhi han visto la tua salvezza,

preparata da te davanti a tutti i popoli, 


luce per illuminare le genti

e gloria del tuo popolo Israele" (Lc 2, 25-33).>>


Finalmente era giunta la luce che riaccende la Vita dello spirito, la vera luce che illumina ogni uomo. Avvolta da questa luce di Salvezza l’Umanità potrà giungere nella Città della Luce eterna.

A questo punto San Luca rileva la meraviglia e lo stupore di Maria e di

Giuseppe per ciò che era stato detto del Bambino. Per la prima volta il mistero   si fa manifesto e da voce umana è dato 1’annunzio. Perciò entrambi si meravigliarono e stupirono, ma certamente in modo diverso.

Simeone disse ancora: “Ecco, questo Bambino è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, (e per essere un) segno di contraddizione, perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a Te una spada trafiggerà l’anima” (Lc 2, 34-35).

Il senso di così concrete ed immediate espressioni, senza giri di parole, è chiaro. Quel tenero Bambino sarà un segno contestato, un punto di discriminazione. Molti in Lui troveranno un’occasione di caduta, altri invece di elevazione.

È una profezia che svela il drammatico destino non solo di Israele (che seppe desiderare e attendere il Messia, non già riconoscerLo ed aceoglierLo) bensì anche di quanti conosceranno Cristo: Salvezza da accogliere o rigettare, persona da amare o da odiare, maestro da seguire o combattere.

Simeone formulò un grandioso oracolo, carico di significato per la storia 

umana e cristiana.

L’ultima frase di Simeone compendia i dolori di Maria, sempre associata alla sorte del Figlio. Le viene preannunziato a Lei che, attraverso le profezie e l’illuminazione dello Spirito Santo, conosceva la futura vita di Gesù un destino di acute e amarissime afflizioni. Il quadro è completo: in poche battute c’è tutta la dimensione del mistero di Gesù e di Maria che ci aprirono il Paradiso.

Per lenire il primo grande dolore di Maria (la prima delle sette spade che ferirono il Suo Cuore) Dio Le inviò un angelo consolatore nella persona di “Anna, profetessa, figlia di Fanuel, della tribù di Aser. Ella era molto avanzata in età. Aveva vissuto con il marito sette anni dal tempo in cui era ragazza e poi era rimasta vedova: ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere.

Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio, e parlava del Bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme” (Lc 2, 36-38).

Grande conforto la Vergine ricevé da quest’uinile santa donna che lodava Dio per la misericordia manifestata nel suo Messia. Quelle parole carismatiche e affettuose furono un vero balsamo per il Cuore più materno trafitto dalla spada di dolore.





Gesù e Maria si sono immolati per noi!

Noi che cosa facciamo per essi e con essi? In quale stima abbiamo le leggi  umane e divine? C’è in noi lo sforzo di imitare la loro docilità allo Spirito Santo in modo da essere capaci di fare con perfezione tutta la Volontà di Dio? Purtroppo per orgoglio o negligenza siamo ribelli, e neghiamo a Gesù la possibilità di offrirsi al Padre per redimere e salvare il mondo.

L’esempio della profetessa Anna, che parlava di Gesù e Maria a tutti coloro che aspettavano la redenzione di Israele, ci spinga ad annunciare degnamente, seza accomodamenti, il Vangelo eterno. Sono tutti gli uomini che l’aspettano per trovare in esso la risurrezione e la vita.


*


Per comodità del lettore ecco una sintesi dei dolori di Maria Vergine che la Chiesa celebra il 15 settembre:

1. Profezia di Simeone. Gesù, pace, eppure contraddizione. 

2.   Fuga in Egitto e povera potenza umana assassina e “deicida”.

3.  Ricerca di Gesù: lo si smarrisee per colpa propria o per volere suo. 

4.  Gesù sotto la croce sulla via del Calvario. Gesù sotto l’odio: un mare

5.  Gesù crocifisso, svenato, sfuggito come un lebbroso. Poveri figli!

6.  Dolore di genitrice: quando ricevette la spoglia esanime del suo e nostro Dio (la Pietà)

7. I nostri cuori morti a Lui (Gesù nel sepolcro). I nostri cuori - pietra fredda. Sacramenti ricusati. Giuda. Innumerevoli. Uno strazio: l’inutilità, per molti, del sacrificio di Cristo.


“Cuore Addolorato e Immacolato di Maria, 

prega per noi che a Te  

 ricorriamo”.