Demostración de porqué
no se debe comulgar en la mano
AVISO
PREVIO. NO
REALICES POR TU CUENTA ESTA PRUEBA USANDO UNA HOSTIA YA CONSAGRADA, PUES
COMETERÍAS,
UN SACRILEGIO.
SE DEBE CONSEGUIR COMPRANDO HOSTIAS EN UNA TIENDA O SANTERIA DE
OBJETOS RELIGIOSOS
Vamos a
realizar una sencilla experiencia, que si quieres puedes realizar tú mismo:1. Consigue una forma SIN CONSAGRAR (se pueden comprar en Santerias de
objetos religiosos).
2. Obtén un fondo completamente liso y negro (plástico, papel, ...) y límpialo bien con un paño para
que no queden en él polvo
ni manchas que puedan confundir.
3. Toma una hostia y deposítala sobre el fondo negro, igual que se hace cuando se comulga en la mano.. 4. Vuelve a retirar la hostia o forma. 5. Y por último observa el lugar donde depositaste la hostia. Este es el resultado...
1º. Fondo negro de plástico
antes de depositar la hostia:
2º. Escaneamos luego de DEPOSITAR la oblea o forma sobre el plástico:
3º. Escaneamos luego
de haberla depositado
Esta es la imagen ampliada de los fragmentos que quedaron sobre el plástico:
Por tanto:
·
Por tanto, queda
demostrado el efecto sacrílego y profanador que tiene el
comulgar en la mano, pues no
·
hay duda que estas son partículas
de la hostia
·
Todas esas partículas que en esta
prueba son, simplemente pan sin consagrar, en la Misa serían Jesucristo vivo
y en persona, en cada una de ellas, tal y como enseña el
Magisterio de la Santa Iglesia Católica.
·
Sobra decir, que los cientos de
Partículas consagradas que durante la Misa quedan en las manos de los
comulgantes van a parar al suelo donde son pisoteadas y profanadas y en ellas
Jesús revive la misma Pasión que en el patio de Pilatos, pero esta vez en el
patio de su propia Iglesia...
Y es que
cuando la forma entra en contacto con la mano ocurren tres cosas:
·
A. El rozamiento entre el borde de la forma y la piel de la mano provoca el
desprendimiento de partículas.
·
B. Partículas que están naturalmente
sobre la forma acaban adhiriéndose a la mano por efecto del sudor
natural de la piel humana.
·
C. A veces en la acción de
manipular la forma con los dedos, al consumirla, se parten trozos.
Ahora seguramente entenderás porqué el
Papa ya no da la Comunión en la mano, sino únicamente en la
boca y de rodillas, y por supuesto con
patena, para evitar la caída de partículas.
«No me toques» (Jn 20,17) ("No me toques con tu
mano")
No comulgues en la mano, no te conviertas en otro cómplice más de este sacrilegio silenciado contra nuestro amado Jesucristo. Dios te lo premiará.
"Ten
misericordia de Mí y Yo la tendré de ti"
*****************************************************
La Comunione sulla mano: un curioso esperimento ed
una riflessione
17 febbraio 2010
Credi che ogni frammento di un’Ostia Consacrata è il Corpo, il Sangue, lo Spirito e la Divinità di Gesù Cristo, Vero Dio e Vero Uomo? Ricevi la Comunione sulle mani? Un lettore ci ha inviato due fotografie.
La prima (foto 1)raffigura una ostia NON consacrata
appoggiata sul palmo di una mano ricoperta con un guanto nero.
La seconda fotografia (foto 2) mostra i frammenti
lasciati dall’ostia sul guanto dopo che è stata rimossa.
Alcuni di voi starà forse dicendo adesso: “Ma,
questo è un guanto, non una mano! Noi non sappiamo se questo accada anche con
le ostie messe nelle mani della gente al momento della Comunione! Questo test
non prova nulla!”
Ammetto che non abbiamo certezza che accada la
stessa cosa.
Ammetto che le mani non sono i guanti. Ammetto che
ci sono differenze.
Ma …
Occorre considerare la
mancanza di attenzione con cui molti ricevono, maneggiano, muovono le Ostie
quando le ricevono alla Comunbione.
Considerate che spesso vi è un più o meno
adeguatamente preparato Ministro della Comunione (che probabilmente non ha le
mani pulite, essendo stato tra le panche ed avendo toccato libretti dei
canti, foglietti della Messa, stretto mani allo scambio della pace, comunque
toccato cose non pulite) a distribuire la Comunione.
Considerate quindi anche le condizioni di
pulizia della pelle del palmo della mano (chi di voi quando torna a casa da
Messa si lava le mani prima di sedersi a tavola a mangiare?).
Considerate i pochi secondi dopo che una persona ha
trasferito l’Ostia nella propria bocca dalla mano, Cosa si tocca? Se quei
frammenti ci sono che fine fanno?
E’ evidente che l’Ostia è stata in contatto non solo
con il palmo della mano, ma anche con le dita dell’altra mano.
Prendete in considerazione tutte queste cose
Voglio essere chiaro: non penso che la gente
intenda essere irriverente quando ricevono la Comunione in mano.
Ma sapendo che la maggior parte cattolici orientali
hanno un modo diverso di ricevere la comunione, mi pongo una domanda per noi
cattolici romani.
Se quei frammenti sono realmente il corpo ed il
Sangue di Cristo, come ci ha sempre insegnato la Chiesa nel Catechismo nella
teologia e nella prassi liturgica, siamo così sicuri che un atteggiamento
così carente di attenzione verso le Specie Eucaristiche, non sia il segnale
che infondo, sotto sotto, ci sia una mentalità in cui non c’è più la fede
nella presenza reale di Cristo nell’Eucarestia e che in fondo in fondo, con
la scusa di non cadere in quello che molti preti chiamano devozionalismo
formalista o archeologismo eucaristico, ci stia la mentalità che Cristo è
presente solo nelle Ostie intere e non nei frammenti (contro quello che la
Chiesa ha sempre detto) o peggio che Cristo c’è solo e perché c’è il
suo popolo che nella Messa fa la comunione e quindi essendo le persone
riunite nel suo nome lui è lì presente?
Per fugare ogni dubbio sul test, un altro lettore,
un seminarista, ha preso la questione in mano e questo esperimento ha dato una
ulteriore prova.
Utilizzando un guanto non più in velluto, ma di
pelle nera e osservando i seguenti punti:
1.L’esperimento è stato effettuato tre volte.
2. Prima di ogni prova ho assicurato che il guanto
fosse esente da qualsiasi contaminazione polvere, fili, forfora o altre
particelle chiare
3. Con la gestualità di una normale comunione in
Chiesa, è stata messa gentilmente messo una ostia NON consacrata (ogni volta
una ostia nuova) nel palmo del guanto. Si è cercato di riprodurre la
distribuzione della comunione nella mano che si vede generalmente sia nel
porre l’ ostia in mano, e la rimozione alcuni secondi dopo. Senza un uso
eccessivo della forza, e senza strofinamenti dell’ ostia contro il guanto.
4. I risultati di tutte e tre le prove sono stati molto
simili, da quattro a dieci particelle di pane ben visibili ad occhio nudo
Ecco le foto del secondo test:
Foto
3: Il guanto di pelle nera pulito
[ Per la precisione dell'assunto trattato ricordare
sempre che GESU' è presente vivo e vero anche nei frammenti a noi invisibili
]
Al di là del fatto che non si ritiene opportuno
verificare l’esperimento con l’uso di una Ostia Consacrata, per evitare una
mancanza di rispetto verso il Santissimo Sacramento, si può però ragionare
che la forma, le caratteristiche organolettiche, le caratteristiche “fisiche”
dell’Ostia non variano con la consacrazione (ne è prova il fatto che quando i
parroci usano sempre la stessa pisside senza mai purificarla sul fondo si
depositano anche grandi quantità di frammenti), e che quindi tutto ciò accada
anche con le Ostie consacrate.
Voglio essere chiaro: non penso che la gente
intenda essere irriverente quando ricevono la Comunione in mano.
Ma sapendo che la maggior parte cattolici orientali
hanno un modo diverso di ricevere la comunione, pongo una domanda per noi
cattolici romani.
Se quei frammenti sono realmente il corpo ed il
Sangue di Cristo, come ci ha sempre insegnato la Chiesa nel Catechismo nella
teologia e nella prassi liturgica, siamo così sicuri che un atteggiamento
così carente di attenzione verso le Specie Eucaristiche, non sia il segnale
che in fondo, sotto sotto, ci sia una mentalità in cui non c’è più la fede
nella presenza reale di Cristo nell’Eucarestia e che in fondo in fondo, con
la scusa di non cadere in quello che molti preti chiamano devozionalismo
formalista o archeologismo eucaristico, ci stia la mentalità che Cristo è
presente solo nelle Ostie intere e non nei frammenti (contro quello che la
Chiesa ha sempre detto) o peggio che Cristo c’è solo e perché c’è il
suo popolo che nella Messa fa la comunione e quindi essendo le persone
riunite nel suo nome lui è lì presente?
Credo che il segnale del Papa che con forza e
determinazione ha scelto (dal giugno
2008) di amministrare la Comunione solo direttamente in
bocca non possa passare inosservato, ma vada emulato, al di là delle
concessioni fatte dalle Conferenze Episcopali che, appunto perché
concessioni, sono deroghe alla prassi normale.
Noi continueremo a riceverla in bocca.
Mi piace:
AMDG
et BVM
|
"Dignare me laudare Te Virgo sacrata. Da mihi virtutem contra hostes tuos". "Corda Iésu et Marìae Sacratìssima: Nos benedìcant et custòdiant".
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venerdì 16 novembre 2018
SAN FRANCESCO: "... e siate cattolici!"
giovedì 25 luglio 2013
* E SIATE CATTOLICI!
(Serafico Padre San Francesco)
GRAZIE DI CUORE al Padre Fr. Budani per la sua esposizione chiara e serena su un tema poco capito oggi, sembra, anche dalla maggior parte dei Pastori.
di P. Francesco M. Budani
Il 25 marzo 2004 la Congregazione del Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti ha promulgato l’istruzione Redemptionis Sacramentum, riguardo alcune cose che si devono osservare ed evitare circa la Santissima Eucaristia. Il suo alto valore normativo risulta con una certa evidenza dal tono globale ed è esplicitato dalle parole conclusive:
Questa Istruzione, redatta, per disposizione del Sommo Pontefice Giovanni Paolo II, dalla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti d’intesa con la Congregazione per la Dottrina della Fede, è stata approvata dallo stesso Pontefice il 19 marzo 2004, nella solennità di san Giuseppe, il quale ne ha disposto la pubblicazione e l’immediata osservanza da parte di tutti coloro a cui spetta.
Premura del beato Giovanni Paolo II che ne dispose la redazione, era evidentemente di correggere prassi non pienamente accettabili e di porre argine a veri e propri abusi circa la Santissima Eucaristia , e ciò spiegando i modi corretti da adottare in relazione ad Essa. È un’istruzione ricca che merita di essere letta e studiata interamente, ma al momento un tale studio esula dalle finalità e dalle capacità di chi scrive.
Pertanto ci soffermeremo brevemente su due punti in particolare, la prassi della Comunione sulla mano e la purificazione dei vasi sacri.
A riguardo della prassi della Comunione sulla mano afferma:
[92.] "Benché ogni fedele abbia sempre il diritto di ricevere, a sua scelta, la santa Comunione in bocca, se un comunicando, nelle regioni in cui la Conferenza dei Vescovi, con la conferma da parte della Sede Apostolica, lo abbia permesso, vuole ricevere il Sacramento sulla mano, gli sia distribuita la sacra ostia. Si badi, tuttavia, con particolare attenzione che il comunicando assuma subito l’ostia davanti al ministro, di modo che nessuno si allontani portando in mano le specie eucaristiche. Se c’è pericolo di profanazione, non sia distribuita la santa Comunione sulla mano dei fedeli."
E immediatamente dopo, aggiunge:
[93.] "È necessario che si mantenga l’uso del piattino per la Comunione dei fedeli, per evitare che la sacra ostia o qualche suo frammento cada."
Da quanto affermato nei due punti consecutivi (92 e 93) sembra che si possa affermare con una certa sicurezza che:
Vi è un diritto del fedele a ricevere la comunione in bocca.
Vi è un permesso di riceverla in mano. Si tratta quindi di una facoltà concessa, una grazia, [è: un indulto = non potremmo ma fatelo. ndr] che per natura sua è lontana dal costituire un diritto e che, in quanto tale, può essere limitata o addirittura revocata dall’autorità competente senza detrimento alcuno per la giustizia. Infatti, a comprova di ciò, il documento subito impone delle limitazioni, come ad esempio quella di badare con particolare attenzione che il comunicando assuma subito l’ostia davanti al ministro.
Inoltre, questa licenza data ai fedeli è soggetta al giudizio ultimo del Sacerdote che si trova a distribuire il Sacramento. Infatti, il documento aggiunge che “se c’è pericolo di profanazione, non sia distribuita la santa Comunione sulla mano dei fedeli”.
A questo punto ci si potrebbe domandare cosa voglia dire il documento con l’espressione “pericolo di profanazione”. Andando al senso proprio delle parole, il vocabolario Treccani offre del termine profanazione due definizioni affini entrambe attinenti al caso:
1. Azione con cui si compromette, si offende o si annulla il carattere sacro di una cosa, un luogo, una persona: la p. del tempio, degli altari, di una sacra immagine; la p. di una Vestale. 2. In senso estens. e fig., mancanza di rispetto verso chi o verso ciò che merita riguardo, venerazione.
Torniamo ora a quanto affermato dall’istruzione: subito dopo aver ammonito di non distribuire la santa Comunione in mano in caso di pericolo di profanazione, essa aggiunge che è necessario l’uso del piattino per evitare che la sacra Ostia o qualche suo frammento cada.
Ora, forti del senso proprio del termine profanazione sopra esposto, notiamo che la perentorietà dell’avviso di cui al n.93, e il luogo dove è posto, lascia intendere che se non si evita la possibile caduta di una sacra Ostia o di qualche suo frammento possa in certe circostanze essere una profanazione. Infatti, un’incuria o anche un semplice disinteresse della sorte dei suoi piccoli frammenti non sarebbe come offendere il carattere sacro di essi? Di fatto un vecchio detto popolare recita che l’indifferenza è il maggior disprezzo. Ciò non sarebbe una mancanza di rispetto verso Gesù CRISTO realmente presente anche nel più piccolo frammento?
Per fare un esempio pratico, adatto al nostro caso, può succedere che il sacerdote si trovi a dover distribuire particole friabili, ossia ricche di frammenti: in tali casi, secondo la diretta esperienza dello scrivente, è davvero molto elevato il pericolo che un frammento rimanga sulla mano del comunicando senza che questi se ne accorga, oppure che voli via nel breve tragitto che l’Ostia santa percorre dalla pisside alla mano o dalla mano del comunicante alla bocca. Questo non solo perché l’uso del piattino, pur essendo necessario, realisticamente non sempre è possibile [??? ndr.] ma anche perché, quando c’è, resta comunque particolarmente difficoltoso usarlo in modo appropriato con coloro che ricevono la santa Comunione in mano, essendo le mani poste più in basso del mento e ben più ingombranti e rimanendo comunque congiunte a due lunghe braccia protese. Non di rado il piattino viene infatti urtato o il ministrante rinuncia semplicemente di sottoporlo.
Da quanto esposto, (dunque, sembrerebbe che per quanto riguarda il caso suddetto delle ostie poco compatte e ricche di frammenti, ci si possa trovare nel reale pericolo di una profanazione di ciò che di più santo e adorabile abbiamo: la santa Eucaristia, che anche nella più piccola parte contiene Cristo tutto e integro, in corpo, sangue, anima e divinità.) [affermo che comunque c'è sempre reale pericolo di una profanazione di ciò che di più santo e adorabile abbiamo: la santa Eucaristia. ndr.]
(Tuttavia) [Allora, ndr.], al di là dei casi specifici che si possano verificare, si deve notare che il giudizio ultimo pratico sulla possibilità di distribuire la comunione sulla mano, secondo quanto si evince dalla istruzione, compete alla coscienza del singolo sacerdote, il quale è tenuto a valutare di volta in volta i singoli casi concreti. Qualsiasi ingerenza o imposizione in merito, (potrebbe dunque sembrare ed essere recepita come) [sarebbe, ndr.] un’illegittima violazione del foro interno.
D’altronde nessun fedele potrebbe pretendere di ricevere la comunione in mano, in quanto nessuno può reclamare un diritto che di fatto non esiste, e nessun superiore può imporre questa prassi in modo indistinto, chiedendo quasi una sospensione del giudizio, poiché nessuno può violare il sacrario della coscienza di un uomo, che appartiene solo al Signore.
AVE MARIA!
AMDG et B.V.M.
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