martedì 17 aprile 2012

**Fare tre stazioni prima di confessarsi




...Anche se voglio recitare l'Ave Maria, mi fermo alle prime parole: 'Vi saluto, Ma­ria', e dico alla santa Vergine: «Tu così buona, così buona, o Madre mia! Tu, Madre di Dio, Madre degli uomini! e noi poveri peccatori! e mi perdo, e mi addormento, impossibile continuare. Come bisogna che mi confessi di non poter pregare».

Aggiungeva: «Ero molto addolorata da qualche tempo riguardo alla contrizione: temevo di non avere un dolore sufficiente per le mie colpe. La mia buona Madre Maria mi ha insegnato a fare tre stazioni prima di confessarmi: la prima, alla porta del Cielo, la seconda, a quella dell'Inferno, la terza nel giardino degli Ulivi. Faccio come mi ha insegnato, e da allora, sono tranquilla».

L'obbedienza!
La novizia amava stare sola con Dio nella sua cella, bastava tuttavia un segno da parte dei superiori perché desistesse. Considerava l'obbedienza in tutte le cose co­me la prima delle virtù religiose. Fu privata un giorno della santa Comunione dal­la Priora, che voleva provarla: Tu hai dovuto fare oggi, le disse la sua maestra a que­sto proposito, un grande sacrificio? «Non parli di sacrificio, le rispose suor Maria; l'obbedienza vale molto di più della comunione; vale più di tutto». E se nostra Ma­dre ti dicesse: dammi il tuo braccio, voglio tagliarlo, che faresti? «Glielo presen­terei dicendole: ecco il mio braccio, lo tagli». E se ella ti dicesse: taglialo tu stes­sa? «Lo taglierei immediatamente con gioia».

Tutto ci viene da Maria!
L'8 agosto, non avendo potuto suor Maria assistere alla Messa a causa del suo stato di sofferenza, la sua maestra andò a visitarla. Voleva chiederle notizie della sua salute, quando la novizia la pregò di non parlarle. Era profondamente raccolta in preghiera. La sua maestra la guardava con religiosa curiosità; tutto ad un tratto, vide che ella si comunicava: «Oh! quanta grazia la Santa Vergine mi ha ottenuto, le disse suor Maria, mi sono comunicata». Ella ripetè la stessa cosa alla Priora: «Sant'Elia, aggiunse, mi ha fatto un sermone: mi permetta, Madre mia, di farmelo scrivere, per non dimenticarlo. Anche santa Teresa è venuta: portava l'abito della Riforma, il suo mantello bianco era luminoso. Mi ha detto: Figlia mia, bisogna amare molto la Madonna, è vostra Madre, e la vostra Regina. Tutto ci viene da Ma­ria, e noi riceviamo tutto tramite Lei».

"Ella è mia Madre!"

La santa Vergine la visitava anche per incoraggiarla a soffrire. Sola nella sua cel­la con la sua maestra, recitava un giorno l'Ave Maria. D'un tratto, s'interruppe e si coprì il viso con le mani, abbagliata da una grande luce soprannaturale. «Ascolta,` disse alla sua maestra, Maria parla», e prestò l'orecchio. Un istante dopo riprese, sempre rivolgendosi alla sua maestra: «Ha capito ciò che Ella ha detto?». Non ri­cevendo risposta, aggiunse: «Esce dalla cella». E colpendosi il petto, esclamò con aria commossa: «Ella è mia Madre!».  L'indomani, la sua maestra le chiese ciò che le aveva detto la santa Vergine. Convinta nella sua incantevole ignoranza che la maestra avesse visto e udito tutto come lei, suor Maria le rispose con sorpresa: «Non lo sa? Ha detto: Benedetta, tre volte benedetta l'anima che soffre. Il tempo è breve, molto breve. Dopo avere sofferto un istante sulla terra, quest'anima sarà sempre con il mio divin Figlio presso il Padre celeste». Ma non ha detto niente di particolare per te? le disse la Maestra. «Oh! sì, ella mi ripete sempre: umiltà, umiltà. Quale è dunque quest'umiltà?».

LAUDETUR  JESUS  CHRISTUS!
LAUDETUR  CUM  MARIA!
SEMPER  LAUDENTUR!






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