mercoledì 24 agosto 2022

Promesse fatte dalla Madonna per i devoti del Santo Rosario

 


    Promesse fatte dalla Madonna al Beato Alano de La Roche, per i devoti del Santo Rosario:


1 A tutti coloro che devotamente reciteranno il mio Rosario prometto la mia speciale protezione e grandissime grazie.

2 Chi persevererà nella recita del mio rosario, riceverà grazie preziosissime.

3 Il Rosario è un’arma potente contro l’inferno: esso distruggerà i vizi, libererà dal peccato, dissiperà le eresie.

4 Il Rosario farà rifiorire le virtù, le buone opere ed otterrà alle anime le più abbondanti misericordie di Dio. Esso sostituirà nei cuori degli uomini l’amor vano del mondo con l’amore di Dio, elevandoli al desiderio dei beni celesti eterni.

5 Chi confiderà in me recitando il Rosario, non verrà soverchiato dalle avversità.

6 Chi confiderà in me recitando il Rosario meditandone i misteri, non sarà punito dalla giustizia di Dio, se peccatore si convertirà, il giusto crescerà nella grazia e diverrà degno della vita eterna.

7 I veri devoti del mio Rosario, nell’ora della morte, non morranno senza Sacramenti.

8 Coloro che recitano il mio Rosario troveranno durante la loro vita e nell’ora della morte, la luce di Dio e la pienezza delle sue grazie e parteciperanno ai meriti dei Beati in Paradiso.

9 Ogni giorno libererò dal Purgatorio le anime devote del mio Rosario.

10 I veri figli del mio Rosario gioiranno di una grande gloria in Cielo.

11 Tutto quello che chiederete con il Rosario, lo otterrete.

12 Coloro che propagheranno il mio Rosario, saranno da me soccorsi in tutte le loro necessità.

13 Io ho ottenuto da mio Figlio che tutti i devoti del Rosario abbiano per fratelli nella vita e nell’ora della loro morte i Santi del Cielo.

14 Coloro che reciteranno il mio Rosario fedelmente sono tutti figli miei amatissimi, fratelli e sorelle di Gesù Cristo.

15 La devozione al mio Rosario è un grande segno di predestinazione.  

 

Sogni di don Bosco

 37 - Le due colonne. L'Eucaristia e la devozione alla Vergine 

(30 maggio1862)

MB VII, 169-171


Vi voglio raccontare un sogno. È vero che chi sogna non ragiona, tuttavia io, che a voi racconterei persino i miei peccati, se non avessi paura di farvi scappar tutti e far cadere la casa, ve lo racconto per vostra utilità spirituale.

Il sogno l'ho fatto sono alcuni giorni.

Figuratevi di essere con me sulla spiaggia del mare, o meglio, sopra uno scoglio isolato e di non vedere altro spazio di terra, se non quello che vista sotto i piedi. 

In tutta quella vasta superficie delle acque si vede una moltitudine innumerevole di navi ordinate a battaglia, le prore delle quali sono terminate da un rostro di ferro acuto a mo' di strale, che ove è spinto ferisce e trapassa ogni cosa. 

Queste navi sono armate di cannoni, cariche di fucili, di altre armi di ogni genere, di materie incendiarie, e anche di libri, e si avanzano contro una nave molto più grossa e più alta di tutte loro, tentando di urtarla col rostro, di incendiarla o altrimenti di farle ogni guasto possibile. 

A quella maestosa nave arredata di tutto punto, fanno scorta molte [170] navicelle, che da lei ricevono i segnali di comando ed eseguiscono evoluzioni per difendersi dalle flotte avversarie. 

Il vento è loro contrario e il mare agitato sembra favorire i nemici. In mezzo all'immensa distesa del mare si elevano dalle onde due robuste colonne, altissime, poco distanti l'una dall'altra. Sovra di una vi è la statua della Vergine Immacolata, a' cui piedi pende un largo cartello con questa iscrizione: - Auxilium Christianorum; - sull'altra, che è molto più alta e grossa, sta un'Ostia di grandezza proporzionata alla colonna e sotto un altro cartello colle parole: Salus credentium. 

Il comandante supremo sulla gran nave, che è il Romano Pontefice, vedendo il furore dei nemici e il mal partito nel quale si trovano i suoi fedeli, pensa di convocare intorno a sè i piloti delle navi secondarie per tener consiglio e decidere sul da farsi. Tutti i piloti salgono e si adunano intorno al Papa. Tengono consesso, ma infuriando il vento sempre più e la tempesta, sono rimandati a governare le proprie navi. 

Fattasi un po' di bonaccia, il Papa raduna per la seconda volta intorno a sè i piloti, mentre la nave capitana segue il suo corso. Ma la burrasca ritorna spaventosa. 

Il Papa sta al timone e tutti i suoi sforzi sono diretti a portar la nave in mezzo a quelle due colonne, dalla sommità delle quali tutto intorno pendono molte áncore e grossi ganci attaccati a catene. 

Le navi nemiche si muovono tutte ad assalirla e tentano ogni modo per arrestarla e farla sommergere. Le une cogli scritti, coi libri, con materie incendiarie di cui sono ripiene e che cercano di gettarle a bordo; le altre coi cannoni, coi fucili e coi rostri: il combattimento si fa sempre più accanito. 

Le prore nemiche l'urtano violentemente, ma inutili riescono i loro sforzi e il loro impeto. Invano ritentano la prova e sciupano ogni loro fatica e munizione: la gran nave procede sicura e franca nel suo cammino. Avviene talvolta che, percossa da formidabili colpi, riporta ne' suoi fianchi larga e profonda fessura, ma non appena è fatto il guasto spira un soffio dalle due colonne e le falle si richiudono e i fori si otturano. 

E scoppiano intanto i cannoni degli assalitori, si spezzano i fucili, ogni altra arma ed i rostri; si sconquassan molte navi e si sprofondano nel mare. Allora i nemici furibondi prendono a combattere ad armi corte; e colle mani, coi pugni, colle bestemmie e colle maledizioni. 

Quand'ecco che il Papa, colpito gravemente, cade. Subito coloro, che stanno insieme con lui, corrono ad aiutarlo e lo rialzano. Il Papa è colpito la seconda volta, cade di nuovo e muore. 

Un grido di vittoria e di gioia risuona tra i nemici; sulle loro navi si scorge un indicibile tripudio. 

Senonchè appena morto il Pontefice un altro Papa sottentra al suo posto. 

I Piloti radunati lo hanno eletto così subitamente, che la [171] notizia della morte del Papa giunge colla notizia dell'elezione del successore. 

Gli avversarii incominciano a perdersi di coraggio. 

Il nuovo Papa sbaragliando e superando ogni ostacolo, guida la nave sino alle due colonne e giunto in mezzo ad esse, la lega con una catenella che pendeva dalla prora ad un'áncora della colonna su cui stava l'Ostia; e con un'altra catenella che pendeva a poppa la lega dalla parte opposta ad un'altra áncora appesa alla colonna su cui è collocata la Vergine Immacolata. 

Allora succede un gran rivolgimento. Tutte le navi che fino a quel punto avevano combattuto quella su cui sedeva il Papa, fuggono, si disperdono, si urtano e si fracassano a vicenda. Le une si affondano e cercano di affondare le altre. 

Alcune navicelle che hanno combattuto valorosamente col Papa vengono per le prime a legarsi a quelle colonne. Molte altre navi che, ritiratesi per timore della battaglia si trovano in gran lontananza, stanno prudentemente osservando, finchè dileguati nei gorghi del mare i rottami di tutte le navi disfatte, a gran lena vogano alla volta di quelle due colonne, ove arrivate si attaccano ai ganci pendenti dalle medesime, ed ivi rimangono tranquille e sicure, insieme colla nave principale su cui sta il Papa. 

Nel mare regna una gran calma.  

http://www.donboscosanto.eu/altri_scritti_don_bosco/Don%20Bosco%20-%20Sogni.pdf

AMDG et DVM

martedì 23 agosto 2022