sabato 25 dicembre 2021

Lezione di Natale

 

QUADERNI DEL 1943 CAPITOLO 215



25 dicembre 1943

   Nuovo dettato di Maria. Dice Maria:


   «La beatitudine dell’estasi natalizia è venuta meco come essenza di fiore chiusa nel vivo vaso del cuore per tutta la vita. Indescrivibile gioia. Umana e sovrumana. Perfetta.
   Quando il venir di ogni sera mi martellava nel cuore il doloroso memento: “Un giorno meno di attesa, un giorno più di vicinanza al Calvario”, e l’anima mia ne usciva ricoperta di pena come se un flutto di strazio l’avesse ricoperta, anticipata onda della marea che m’avrebbe inghiottita sul Golgota, io curvavo il mio spirito sul ricordo di quella beatitudine che era rimasto vivo nel cuore, così come uno si curva su una gola montana a riudire l’eco di un canto d’amore ed a vedere in lontananza la casa della sua gioia.


   È stata la mia forza nella vita. E lo è stata soprattutto nel­l’ora della mia morte mistica ai piedi della Croce. Per non giungere a dire a Dio - che ci puniva, io e il mio dolce Figlio, per i peccati di tutto un mondo - che troppo atroce era il castigo e che la sua mano di Giustiziere era troppo severa, io, attraverso il velo del più amaro pianto che donna abbia versato, ho dovuto affissare quel ricordo luminoso, beatifico, santo, il quale si alzava in quell’ora come visione di conforto dall’interno del cuore per dirmi quanto Dio m’avesse amata, si alzava per venirmi incontro non attendendo, poiché era gioia santa, che io lo cercassi, perché tutto quanto è santo è infuso da amore, e l’amore dà la sua vita anche alle cose che par che vita non hanno.


   Maria, occorre fare così quando Dio ci colpisce.
   Ricordare quando Dio ci ha dato la gioia, per poter dire anche fra lo strazio: “Grazie, mio Dio. Tu sei buono con me”.
   Non rifiutare il conforto del ricordo di un passato dono di Dio che sorge per confortarci nell’ora in cui il dolore ci piega, come steli percossi da una bufera, verso la disperazione, per non disperare della bontà di Dio.
   Procurare che le nostre gioie siano gioie di Dio, ossia non darci delle gioie umane, da noi volute e facilmente contrarie, come tutto quanto è frutto del nostro operare avulso da Dio, alla sua divina Legge e Volontà, ma attendere solo da Dio la gioia.
   Serbare il ricordo di esse anche a gioia passata, perché il ricordo che sprona al bene ed a benedire Iddio è ricordo non condannabile ma anzi consigliato e benedetto.
   Infondere della luce di quell’ora le tenebre dell’ora presente per farle sempre tanto luminose che ci bastino a vedere il santo Volto di Dio anche nella più buia notte.
   Temperare l’amaro del calice di quella goduta dolcezza per poterne sopportare il sapore e giungere a berlo sino all’ultima stilla.
   Sentire, poiché lo si è conservato come il più prezioso ricordo, la sensazione della carezza di Dio mentre le spine ci stringono la fronte.


   Ecco le sette beatitudini contrapposte alle sette spade. Te le dono per mia lezione di Natale (metti questa data) e, con te, le dono a tutti i miei prediletti.
   La mia carezza per benedizione a tutti.»


   Dice l’Eterno Spirito:


   «Io sono l’Amore. Non ho (o non uso)[734] voce mia propria perché la mia Voce è in tutto il creato ed oltre il creato. Come etere Io dilago per tutto quanto è, come fuoco accendo, come sangue circolo.
  

  Io sono in ogni parola del Cristo e fiorisco sulle labbra della Vergine. Io purifico e faccio luminosa la bocca dei profeti e dei santi. Io sono Colui che le cose ispirò prima che fossero, perché è il mio potere quello che come palpito dette moto al pensiero creativo dell’Eterno.
   Per il Cristo tutte le cose sono state fatte,[735] ma tutte le cose sono state fatte da Me-Amore, perché sono Io che con la mia segreta forza mossi il Creatore ad operare il prodigio.
  

       Io ero quando nulla era ed Io sarò quando rimarrà unicamente il Cielo.[736]


     Io sono l’ispiratore della creazione dell’uomo al quale fu donato il mondo[737] per sua delizia, il mondo in cui, dagli oceani alle stelle, dalle vette alpine agli steli, è il mio sigillo.
   

    Io sarò che porrò sulle labbra dell’ultimo uomo la suprema invocazione:[738] “Vieni, Signore Gesù!”.


   Io sono Quello che a placare il Padre infusi l’idea dell’Incarnazione e scesi, fuoco creatore, a farmi germe nelle viscere immacolate di Maria, e risalii fatto Carne sulla Croce e dalla Croce al Cielo per stringere in anello d’amore la nuova alleanza fra Dio e l’uomo, come in amplesso d’amore avevo stretto il Padre e il Figlio generando la Trinità.


   Io sono Colui che senza parole parla, ovunque ed in ogni dottrina che in Dio abbia origine, Colui che senza tocco apre occhi e orecchi ad udire il soprannaturale, Colui che senza comando vi trae dalla morte della vita alla Vita nella Vita che non conosce limite.


   Il Padre è su voi, il Figlio in voi, ma Io, Spirito, sono nel vostro spirito e vi santifico colla mia presenza.
   Cercatemi ovunque è amore, fede e sapienza. Datemi il vostro amore. La fusione dell’amore con l’Amore crea il Cristo in voi e vi riporta in seno al Padre.
   Ho parlato oggi che è l’avvento dell’Amore sulla Terra, la più alta mia manifestazione, quella da cui provengono redenzione e infusione pentecostale alla Terra.
   Il mio Fuoco dimori in voi e vi accenda, ricreandovi a Dio, in Dio e per Iddio, Signore eterno a cui, in Cielo e in Terra, ogni lode va data.»


   Nel ringraziamento della Comunione, mentre ad alta voce pregavo per tutti noi e intorno al mio letto erano Anna e Paola[739] (Marta era andata un momento verso la cucina) l’estasi mi ha presa. Ho visto Maria prendere il Bambino dal suo grembo, stringerselo sul cuore, baciarlo e ninnarlo.
   E questo sarebbe poco male. Il male è che ho visto Paola alzare gli occhi dal suo messale (perché, per quanto io leggessi e perciò avessi gli occhi bassi, pure vedevo il libro, la Vergine e gli astanti insieme) e guardarmi fisso, e vidi Marta accorrere e venirmi vicina a guardare anche lei.
   Cercando di dominarmi sono andata in fondo alla preghiera di Pio XII al Cuore immacolato di Maria e alle altre orazioni. Ma ebbi la sensazione di essere prossima a naufragare del tutto nella dolcezza beata dell’estasi, e pregavo Dio e Maria che mi aiutassero ad andare avanti e mi occultassero dagli altri in quel mio stato.
   Dopo venne gente, si fece colazione (latte e caffè) ecc. ecc.
   Finalmente, oltre un’ora dopo, chiesi a Paola: “Perché mi guardavi?”.
   E lei: “Perché ti ho vista cambiare nella voce e nel volto. La voce ti rideva e piangeva insieme e il viso ti si era trasformato”.
   E Marta: “Io ho sentito fin dalla cucina cambiare talmente tono che sono corsa credendo si sentisse male e l’ho vista tutta diversa”.
   “Diversa come?”.
   “Come fossi fuori di te”.
   Non ho negato, perché ancora le lacrime del “gioioso pianto”, come dice Maria, mi montavano dal cuore e sentivo la luce interna trasparire dal mio viso.


   Oh! Padre!... Dopo sono rimasta accesa e trasfigurata, abbellita per tutto il giorno.
   Mi pareva, nel prosieguo della visione che mi estasiava, vedere Maria alzarsi dal luogo dove sempre l’ho vista in questi giorni, in fondo al mio letto dal lato destro, e venire tenendo in braccio il Bambino vicino al mio capezzale. Vedevo distintamente la mossa di appoggiare la mano sinistra al suolo per far leva al corpo e il passo lievemente ondeggiante come è di solito quello di chi calza dei sandali. Quando fu presso a me, vidi il divino Piccino dormire placido e bello, appoggiato sul braccio destro e sul petto di Maria.
   Mi cadevano le lacrime... Poi Maria mi passò il braccio sinistro intorno alle spalle attirandomi a sé, di modo che io ero sotto il suo velo e sentivo la spalla sottile e il petto gentile contro il mio capo e il mio cuore, e sapevo che dall’altro lato era il mio Gesù ugualmente appoggiato alla Mamma.
   Sono stata molto così. Ma tuttora la vedo qui, al mio capezzale col Bambino in braccio. Come è bella, mite, pura, cara! E come è placido il riposo del Bambino! Un respiro di uccellino...
   Come è bello stare così! Che è il soffrire se ci dà queste gioie? Le ho voluto dire la gioia che dentro e fuori mi colma e mi abbella, perché è troppo bella perché la tenga per me sola.
   Io son felice. Unica cosa per cui sono tentata a fare un po’ di broncino alla Mamma e a Gesù è di aver permesso agli altri di vedere il mio trasfiguramento. Mah! Pazienza!...


[734] (o non uso) è stato inserito dalla scrittrice tra le righe autografe
.
[735] Per il Cristo tutte le cose sono state fatte, come è proclamato in Giovanni 1, 3Colossesi 1, 16Ebrei 1, 2.

[736] il Cielo dovrebbe qui significare non il regno dei Cieli ma la realtà oltremondana, che comprende il Paradiso e l’Inferno, i due (dei
 quattro regni dell’aldilà: Limbo, Purgatorio, Inferno, Paradiso) che, anche secondo gli scritti valtortiani, resteranno alla fine dei tempi.
[737] al quale fu donato il mondo, come si narra in Genesi 1, 26-30.

[738] la suprema invocazione, riportata in Apocalisse 22, 20.

[739] Anna e Paola, moglie e figlia di Giuseppe Belfanti (nota all’11 agosto). Marta è Marta Diciotti (nota al 3 giugno).





AMDG et DVM

Santità della Regola Francescana

1.

[COME IL BEATO FRANCESCO RISPOSE AI MINISTRI

CHE NON VOLEVANO ESSERE OBBLIGATI

A OSSERVARE LA REGOLA CHE STAVA FACENDO]

1677 [Il beato Francesco compose tre Regole: quella confermata, senza però la Bolla pontificia da papa

Innocenzo III; un'altra più breve, che andò smarrita; quella infine che papa Onorio III approvò con la Bolla,

e dalla quale molte cose furono soppresse a iniziativa dei ministri, contro il volere di Francesco.]

1678 Dopo che la seconda Regola composta dal beato Francesco andò perduta, egli con frate Leone

d'Assisi e frate Bonizo da Bologna salì sopra un monte, per comporre un'altra Regola che egli dettò ispirato

da Cristo. 

 Molti ministri si raccolsero allora intorno a frate Elia, vicario di Francesco, e gli dissero: « Siamo

venuti a sapere che questo fratello Francesco fa una nuova Regola, e abbiamo paura che la faccia troppo

rigorosa, così che non possiamo osservarla. Vogliamo quindi che tu vada su da lui e gli dica che non

intendiamo essere obbligati a quella Regola; se proprio vuole, la componga per sé, non per noi ».

 Rispose Elia che non voleva recarvisi, temendo la riprensione del beato Francesco. Insistendo quelli

perché ci andasse, rispose che non voleva andarci senza di loro. Ci andarono pertanto tutti insieme. Quando

furono nei pressi del luogo ove Francesco dimorava, frate Elia lo chiamò. Rispondendogli e vedendo il

gruppo dei ministri, Francesco domandò: « Cosa desiderano questi frati? ». E frate Elia: « Questi sono i

ministri, che avendo saputo che stai facendo una nuova Regola e temendo che sia troppo severa, dicono e

protestano che non vogliono sentirsi obbligati ad essa, e perciò tu la faccia per te, non per loro ».

 Francesco rivolse la faccia al cielo, e parlò a Cristo così: «Signore, non ti dicevo giustamente che non

mi avrebbero creduto? ». Allora tutti udirono nell'aria la voce di Cristo che rispondeva: «Francesco, nulla vi

è di tuo nella Regola, poiché tutto quello che vi sta è mio. E voglio che sia osservata alla lettera, alla lettera,

alla lettera, senza commenti, senza commenti, senza commenti! ». E soggiunse: « So bene quanto può la

fragilità umana e so in quale misura intendo aiutarli. Quelli dunque che non vogliono osservarla, escano

dall'Ordine ».

 Allora il beato Francesco si volse a quei frati e disse: « Avete udito? Avete udito? Volete che ve lo

faccia ripetere? ». I ministri, riconoscendo la propria colpa, si allontanarono spaventati e confusi. 

AMDG et DVM

venerdì 24 dicembre 2021

Come Papa Ratzinger ha detto sempre la Verità e perché aprirà un mondo nuovo

 



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Alla Vigilia di Natale, vogliamo darvi un messaggio di speranza: la quadratura del cerchio sulla nostra inchiesta che dura, ormai, da due anni. E che troverete riordinata in modo completo in fondo a questo articolo QUI.

Partendo da quegli errori di latino e da quella frase di papa Benedetto “il papa è uno” (senza specificare quale) QUI, abbiamo immerso le mani in un viluppo inestricabile di fatti, dichiarazioni, contraddizioni e diatribe canoniche su questa incomprensibile vicenda dei due papi. Piano piano, con la pazienza di un pescatore che si trovi a dipanare una lenza aggrovigliata, si è sciolto tutto. Noi non abbiamo fatto nulla, ma è come se il “tarlo logico” inconscio presente nella mente di ognuno di noi avesse lavorato, notte dopo notte, riorganizzando i fatti, ricomponendo, con il metodo di un restauratore, quel “mosaico” di cui parla Mons. Gaenswein QUI

La bella notizia è che il Vicario di Cristo, il vero papa Benedetto XVI non ha mai abbandonato il suo popolo. Anzi, sta per rivelare qualcosa di portata storica, "sta per aprire un mondo nuovo" come dice lui stesso.

Nel corso di questa inchiesta, ci è sembrato a volte come papa Benedetto avesse potuto ricorrere a dei “trucchi”, sebbene per legittima difesa, aggredito nel suo diritto di esercitare il suo pontificato.

MA IL PAPA NON HA MAI MENTITO.

Vediamo come ci è riuscito: nel 2013 ha candidamente dichiarato di rinunciare al ministeriuml’esercizio pratico del suo potere, senza rinunciare al munus, il titolo papale. Così ha lasciato “libera, vuota” la sede di San Pietro (non “vacante” come hanno tradotto) QUI lasciandola a disposizione degli usurpatori.

In tal modo è entrato de facto in sede impedita, secondo il Diritto canonico, a partire dalle ore 20.00 del 28 febbraio 2013. E infatti, poco prima, aveva candidamente specificato dal balcone di Castel Gandolfo che non sarebbe stato più “pontefice sommo” QUI - (e non “Sommo Pontefice” come hanno trascritto) - ovvero non sarebbe stato più il papa “al primo e più alto posto”, ma avrebbe condiviso una sorta di “ministero allargato”, composto – come ha spiegato Mons. Gaenswein - da un solo papa legittimo (lui) e da uno illegittimo (Francesco). QUI Altro che “collegialismo modernista”, come insinuano certi tradizionalisti…

Per questo, papa Ratzinger dice di non aver nulla a che vedere con Celestino V che abdicò e, scappando, fu imprigionato. Al contrario, Benedetto XVI non ha abdicato e non è scappato davanti ai lupi: si è autoimprigionato liberamente, con scelta libera e consapevole, in sede impedita, con un sacrificio di sé come quello compiuto da Cristo di cui è il Vicario.

Così, egli può scrivere in modo perfettamente coerente che, come lui, “nessun papa si è dimesso per mille anni e anche nel primo millennio è stata un’eccezione”. QUI Non sbaglia: si riferisce a quel papa medievale che aveva perso il potere pratico restando papa, Benedetto VIII.

Non è un caso che Ratzinger porti il suo nome, come quello di San Benedetto, salvatore della cultura e dell’identità europea, e di Benedetto XVil papa inascoltato e incompreso di quella Grande Guerra che dilaniò la stessa Europa.

Bergoglio è quindi, inconsapevolmente - come antipapa usurpatore - un cooperatore della Verità, secondo il motto di Benedetto XVI: “cooperatores veritatis”. QUI

Con la rivelazione della sua illegittimità, si svelerà l’impostura della dittatura anticristica del relativismo di cui il Gruppo di San Gallo era l’alfiere QUI. Così, saranno “separati i credenti dai non credenti” e si compirà quella necessaria, escatologica intenzione del vero pontefice di “purificare l’intera Chiesa” come Benedetto dichiarò all’Herder Korrespondenz e al giornalista Seewald.

Chi lo sa, forse Bergoglio potrebbe pentirsi in tempo utile, confessando tutto e rinnegando i suoi progetti mondialisti, demolitori del Cattolicesimo, e la sua pseudospiritualità massonico-anticristica. QUI Oltre a salvarsi l’anima, passerebbe alla storia come il “Grande penitente”, quel “Giuda salvato” che lo ossessiona da decenni e che vuole a tutti i costi riconoscere nel becchino del capitello di Vezelay QUI. Bergoglio diverrebbe così un - tardivamente consapevole - cooperatore della Verità. Ma se non si inginocchia mai davanti al Santissimo, difficile che possa farlo ai piedi del Suo Vicario.

In ogni caso, Benedetto XVI che, pure, non gli ha mai giurato obbedienza, prega per lui e per il suo “episcopato”, che in tedesco si dice “Pontifikat”, dato che l’argentino è rimasto vescovo. Questo scrisse Benedetto al suo principale nemico, il super-modernista filomassone Hans Küng . QUI

Dunque, Benedetto XVI è davvero “il primo Papa emerito della storia”un titolo non canonico, dato che non esiste alcuna giurisprudenza in proposito, QUI ma è un titolo semplicemente qualificativo-fattuale: egli è emerito, da emereo, perché è l’unico degno, L’UNICO CHE HA DIRITTO di mantenere il titolo di papa, anche se ha dovuto rinunciare al potere pratico in quanto, per l’ingravescente aetate, non aveva più le forze di opporsi ai suoi nemici e al loro ammutinamento. Ha detto sempre la verità, come vediamo. 

Se San Giovanni Paolo II è stato detto Il Grande, Benedetto XVI passerà alla storia come il Papa Emerito, il Meritevole, l’Insigne, l’Eroe autosacrificatosi per vincere una guerra escatologica. Grazie a lui terminerà il Diluvio, il castigo, per la Chiesa e non solo. Forse così si spiegherebbe quel “de gloriae olivae”, la gloria dell’ulivo, che lo pseudo-San Malachia gli affibbiò come motto. Chissà. (Ora guardate i bergogliani come si serviranno di questa considerazione per attaccarci. Classic).

Così, mentre Benedetto XVI diceva semplicemente la verità, nel modo più candido e profondamente, intelligentemente ESATTO, i suoi nemici, dominati dalla brama di potere, hanno pensato superficialmente il contrario e si sono distrutti da soli, scismandosi dalla Chiesa e creando un antipapato. In effetti, si può dire che è stata una “burla divina”: il più grande scherzo di Carnevale della storia e Ratzinger scelse non a caso il Lunedì grasso per la DeclaratioQUI

Per sua stessa volontà, Benedetto XVI accettò il papato in modo irrevocabile, anche se il diritto canonico consente la rinuncia. Lo disse lui stesso: “La gravità della decisione è stata proprio anche nel fatto che da quel momento in poi (la sua elezione n.d.r.) ero impegnato SEMPRE E PER SEMPRE dal Signore”QUI

Ci ha sempre detto la più pura verità, ma noi siamo stati ciechi e sordi.

Per questo, oggi Benedetto ha la talare bianca in quanto “era la veste più pratica”; per simboleggiare un papa impedito infatti non sono previsti “altri abiti”, ma egli oggi è comunque del tutto riconoscibile dato che veste “in modo diverso” da un papa normale.   QUI

Per questo motivo “il prossimo (vero) Sommo Pontefice”, scrive nella Declaratio, dovrà essere nominato da “coloro a cui compete”, cioè i veri cardinali nominati da lui e non dal papa illegittimo Francesco il quale, come dice Benedetto XVI, “ha SCELTO di vestirsi di bianco” non volendo accontentarsi della veste rossa da cardinale che gli spettava QUI.

Papa Ratzinger non può parlare più direttamente, perché la sua sede impedita non glielo consente e per questo motivo, quando gli abbiamo chiesto un’intervista, ci ha scritto che “pur con ogni buon intento di riceverci, proprio non è possibile” QUI corredando la lettera del suo stemma da papa regnante, al quale non ha mai rinunciato QUI. Ma c’è anche un motivo teologico, dato che Iddio parla nel silenzio e nella purezza delle intenzioni. Così, allo stesso modo, lui con il Codice Ratzinger parla sottovoce, QUI ma chiaramente e ci raccomanda di aspettare a giudicare il suo pontificato, che avrà portata millenaria e che aprirà "un nuovo mondo".

E’ ancora fra noi uno dei più giganteschi papi della storia della Chiesa: un genio della Fede che ci ha rivelato, con il sacrificio di se stesso, come la Verità sia piccola, semplice, nascosta eppure luminosa come un certo Bimbo nato in una grotta. Ci ha dimostrato come questa Verità si possa scoprire con la Logica, dal Logos, il Verbo che si è incarnato. Dio lo aveva fatto  "era cosa conveniente, perché era ragionevole". QUI E così lo ha fatto anche lui. 

Il suo gesto storico è però un messaggio pratico, una dimostrazione empirica rivolta anche ai laici, col rispetto che papa Benedetto ha sempre avuto per chi non crede: questa rivelazione parla infatti di una sorta di Spirito Logico della Verità, di una sorta di darwiniano “Tempo Galantuomo” che respira nella storia, insieme all’umanità.

Il finale ve lo abbiamo anticipato, dunque e, anche se questo piccolo articolo, su un piccolo blog, sarà ignorato o sbeffeggiato con la solita estenuante accusa di “complottismo” (termine coniato dalla CIA per emarginare gli increduli alla narrativa su JFK) niente potrà fermare l’avanzata della Verità.

Questo giorno in particolare ci ricorda come tutte le grandi cose abbiano sempre avuto piccoli inizi.

Buon Natale a tutti Voi e grazie per le vostre condivisioni e il vostro sostegno. E grazie a coloro che ci hanno mandato (a codiceratzinger@libero.it) suggerimenti utilissimi. 

AMDG et DVM

"Voi, frati minori, non conoscete la volontà di Dio e non permettete che io converta il mondo nel modo stabilito da Dio."


50.

COME RISPOSE Al FRATI CHE VOLEVANO PERSUADERLO A CHIEDERE IL PRIVILEGIO PER POTER PREDICARE LIBERAMENTE 

1738 Alcuni frati dissero al beato Francesco: « Padre, non vedi che i vescovi a volte non ci permettono di predicare e ci fanno stare per più giorni senza far nulla in una città, prima di autorizzarci ad annunziare la parola del Signore? Meglio sarebbe che tu impetrassi dal signor Papa un privilegio su questo punto: si tratta della salvezza delle anime ».

 Egli rispose loro rimproverandoli duramente: « Voi, frati minori, non conoscete la volontà di Dio e non permettete che io converta il mondo nel modo stabilito da Dio. Io voglio convertire per primi i prelati a mezzo della santa umiltà e riverenza; essi, vedendo la nostra santa vita e il nostro umile rispetto verso di loro, vi pregheranno di predicare e convertire il popolo, e lo inviteranno alla vostra predicazione molto meglio che con questi privilegi, che vi trascinano alla superbia.  E se starete lontani da ogni cupidigia e avrete convinto il popolo a soddisfare ai suoi doveri verso le chiese, i vescovi vi pregheranno di ascoltare le confessioni della loro gente, sebbene di ciò non dobbiate curarvi, poiché se sono veramente convertiti troveranno con facilità dei confessori. Io voglio da Dio questo privilegio per me: di non avere dall'uomo privilegio alcuno, fuorché di portare a tutti rispetto e, in ossequio alla santa Regola, convertire gli uomini più con l'esempio che con le parole ». 


AVE MARIA PURISSIMA!

Tu scendi dalle stelle

 



Tu scendi dalle stelle

Tu scendi dalle stelle
O Re del Cielo
E vieni in una grotta
Al freddo al gelo
E vieni in una grotta
Al freddo al gelo
Tu scendi dalle stelle
O Re del Cielo
E vieni in una grotta
Al freddo al gelo
E vieni in una grotta
Al freddo al gelo
O Bambino mio Divino
Io ti vedo qui a tremar
O Dio Beato
Ahi, quanto ti costò
L'avermi amato!
Ahi, quanto ti costò
L'avermi amato!
A te, che sei del mondo
Il Creatore
Mancano panni e fuoco
O mio Signore!
Mancano panni e fuoco
O mio Signore!
Caro eletto Pargoletto
Quanto questa povertà
Più mi innamora!
Giacché ti fece amor
Povero ancora!
Giacché ti fece amor
Povero ancora!
O Bambino mio Divino
Io ti vedo qui a tremar
O Dio Beato
Ahi, quanto ti costò
L'avermi amato!
Ahi, quanto ti costò
L'avermi amato!
Fonte: LyricFind
Compositori: Wolfgang Lenk // Sant'Alfonso de' Liguori // Testo di Tu scendi dalle stelle © Sony/ATV Music Publishing LLC, BMG Rights Management

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CARISSIMI  VISITATORI  DEL  BLOG:
<< MARIA, GIGLIO DELLA TRINITA'...>>
con tutto il cuore vi auguro un 
Santo Natale! Feliz Navidad!
e sereno Anno 2022.
DIO VI BENEDICA
e MARIA  SANTISSIMA 
NOSTRA SIGNORA DI GUADALUPE
VI PROTEGGA.

gerardoms