mercoledì 4 novembre 2020

COLUI CHE E'

 


QUADERNI DAL 1945 AL 1950 CAPITOLO 690

'Su l'Apocalisse di S. Giovanni Apostolo. Settembre-ottobre 1950. I Quaderno' (Parte I)

                     L'Apocalisse 

   Cap. I

   "Colui che è" è l'antico Nome di Dio, quello col quale Dio si nominò a Mosè sul monte, quello da Mosè insegnato al suo Popolo perché così potesse chiamare Iddio. Tutta l'eternità, la potenza, la sapienza di Dio balena in questo nome.
    Colui che è: l'eternità. Non ha avuto un passato Dio. Non avrà un futuro. Egli è. Il presente eterno.
 Se l'intelletto umano, anche il più potente degli intelletti umani; se un potente, anche il più potente tra gli umani, con puro desiderio, con puro pensiero scevro di umani orgogli, medita questa eternità di Dio, sente, come nessuna lezione, meditazione o contemplazione valse a fargli sentire, ciò che è Dio e ciò che è lui: il Tutto e il nulla; l'Eterno e il transitorio; l'Immutabile e il mutabile; l'Immenso e il limitato. Sorge l'umiltà, sorge l'adorazione adeguata all'Essere divino cui va data adorazione, sorge la fiducia perché l'uomo, il nulla, il granello di polvere rispetto al Tutto e al tutto il creato dal Tutto, si sente sotto il raggio della protezione di Colui che, essendo dall'eternità, volle che gli uomini fossero, per dar loro il suo infinito amore.
   Colui che è: la potenza infinita.
   Quale cosa o persona potrebbe da se stessa essere? Nessuna. Senza combustioni e fusioni di particelle sparse per i firmamenti non si forma un nuovo astro, come spontaneamente non si forma una muffa. Per l'astro, grande più della Terra, o per la muffa microscopica, occorrono materie preesistenti e speciali condizioni di ambiente atte alla formazione di un nuovo corpo, sia esso grandissimo o microscopico. Ma chi dette modo all'astro e alla muffa di formarsi? Colui che creò tutto quanto è, perché Egli era da sempre, e da sempre era potente.
   Ci fu dunque, per ogni cosa che è, un Principio creatore che, o direttamente creò (la prima creazione), o mantenne e favorì il perpetuarsi e rinnovarsi della creazione. Ma Egli chi lo creò? Nessuno. Egli è. Per Se stesso. Non deve il suo Essere a persona o cosa alcuna. Egli è. Non ha avuto bisogno di un altro essere per essere, come nessun altro essere, a Lui avversario, benché da Lui creato — perché ogni spirito o carne o creatura del mondo irrazionale sensibile sono da Dio creati — può portarlo al non essere. E se tutto quanto è, nel Cielo spirituale, nel Creato sensibile, negli Inferni, è già testimonianza della sua immensa potenza, il suo essere, senza aver avuto principio da altro essere o cosa, è l'immensa testimonianza della sua immensa potenza.
   Colui che è: la sapienza perfettissima, increata, che non ha avuto bisogno di autoformazione o di formazione di maestri per essere. La Sapienza che nel creare il tutto, che non era, non commise uno sbaglio, creando e volendo perfettamente.


www.QUADERNI DAL 1945 AL 1950 CAPITOLO 690 'Su l'Apocalisse di S. Giovanni Apostolo. Settembre-ottobre 1950. I Quaderno' (Parte I) L'Apocalisse Cap. I "Colui che è

AMDG et DVM


Quanto è importante la meditazione per arrivare al SILENZIO DEL CUORE!


 

MEDITAZIONE PER IL GIOVEDI’

1. Il Purgatorio è l'anticamera ardente del Cielo.- San Paolo scrive ai Corinti (III, 13) che il fuoco metterà a prova il patrimonio da ciascun eletto accumulatosi sulla terra, bru­cieranno la paglia, la legna, la stoppia; cioè quanto si raccolse di inutile, di vano, di impu­ro, patirà danno (Ibid., 15), ma pure l'anima sarà salva, in grazia del fuoco. Da questo parole, non solo Origene e Lattanzio, ma anche sant'Ambrogio ne conchiudeva tutti debbono passare per quelle fiamme. San Paolino da Nóla mette in bocca agli eletti quel testo, per giungere al premio celeste siam passati per l'acqua del batte­simo e pel fuoco del Purgatorio. San Gregorio Nazianzeno dice dei giusti che come nella Chiesa militante, in generale, non si entra che col battesimo d'acqua, così nella Chiesa trionfante non si giunge se non pel battesimo di fuoco. Dunque, su circa novantamila per­sone che muoiono ogni dì, quante Anime ca­dono in quell'abisso ad ogni ora? Quante che ci sono da anni? Tutte, col lebbroso del Vangelo, ti dicono, se vuoi, - puoi mondarmi; e tu non risponderai loro, sì lo voglio, sii mondata? Non disperare però di te stessa, che non é impossibile, coll'aiuto di Dio e di Maria, evitare il Purgatorio, o tutto od in parte; ma è d'uopo volerlo con quella volontà energica e ferma con cui tutto si può, con cui tutto si vince: lo hai tu così fermo volere?

2. Maria Vergine esente dal Purgatorio. - Potremmo noi credere che la santissima Vergine, l'Immacolata Maria, anche sol di volo sia passata per le fiamme del Purgatorio, per giungere al trono di gloria? Ah! se Ella fu pu­rificata dal fuoco, fu solo da quello dell'amore di Dio che dolcemente La consumò d'un mar­tirio di amore. Se Maria fe' eccezione alla regola generale, non avvenne mai ad altri Santi la medesima cosa, e non la posso sperare anch'io?

Considerando la giustizia e la severità di Dio, che chiamerà conto fin dell'ultimo quadrante; pensando alla nostra debolezza per cui cadiamo e ricadiamo troppo sovente ne' consueti difetti e peccati; esaminando che il medesimo giusto, sonnecchia troppo sovente nella pratica della virtù, e la poca nostra premura in questo mondo di accumularci meriti e di guadagnare indul­genze a totale remissione delle colpe commesse e della pena dovuta, non è a stupire che si possa dire: tutti passano per quel fuoco. Diceva Davide, niuno tra i viventi, al tuo cospetto sarà riputato giusto; perché, e chi nol sa? Nessuno è mondo dalle terrene sozzure. Ma Iddio è infinito in misericordia, e non il nostro patire, e volendo premiare l'ardore dei Santi, non potrà o non vorrà concedere ­di tratto il Cielo alle anime più elette, senza che passino pel fuoco purificante? E Maria non vorrà ottenere a' suoi divoti quella gra­zia che ebbe per sè? Ed infatti di quanti Santi piamente si crede non abbiano toccato le fiamme purganti! Il Bellarmino, esortato in morte a sperare tanta grazia, è vero che rispon­deva con un sospiro: ci riesce appena qualche giusto, ma non teneva impossibile. Santa Teresa nelle sue rivelazioni dice aver vedute appena tre Anime non toccar quelle fiamme, fra cui san Pier d'Alcantara, ma pure alcune ne scamparono. E che voleva significare quell'elevarsi al cielo quale candida colomba, come in morte di santa Scolastica vide il suo fratello san Benedetto? Che vuol dire quel globo splendente che s'eleva e s'immerge in un, mar immenso di fuoco e di luce, come si legge di san Giovanni della Croce? Che vuol dire, esser veduto amano degli Angeli portato al cielo sotto ricco padiglione, come si legge del beato Sebastiano Vàlfrè? E chi in morte comparve raggiante di splendida aureola; e chi disse chia­ro, come san Gaetano Thiene: ecco Maria, ecco gli Angeli, che vengono a ricevermi fra essi: questi e consimili segni non rivelano l'istan­taneo passaggio dalla terra al Cielo? Dunque se e difficile non è però impossibile l'evitare il Purgatorio. Oh, quale conforto! Oh, quale speranza mi si schiude in cuore!

3. Se oggi tu morissi, scamperesti forse dal Purgatorio? - Anima mia, medita come Iddio nessuna predestina nè all'inferno, nè al Pur­gatorio; abbondano i mezzi di grazia ad evitare la colpa ed a purificarne noi viventi. A rigore di termini potrebbe non solo il giusto, ma anche il peccatore, m un momento, in punto di morte, pagar ogni suo debito con Dio, mediante i Sa­cramenti, con atti di contrizione e di carità perfetta, e coll'acquisto delle sante Indulgenze. Ciò tutto è vero; ma tu, che mediti, se morissi oggi, potresti sperare dal tuo giudice l'elogio fatto alla Maddalena: « I tuoi peccati son per­donati, perchè molto m'hai amato!? » Ti pare di meritare quanto Gesù disse al buon ladrone sinceramente pentito: « Oggi sarai meco in Pa­radiso? » Sapendo che due soli titoli valgono a scampo dal luogo d'espiazione, cioè, o innocenza perfetta, o perfetta penitenza, ti pare forse di possederne almeno uno? Vivi tu da santo, sic­chè ti possa arridere speranza di una morte da santo? Adoperi tu i mezzi che ti sono larganiente forniti per saldare in terra ogni debito? Frequenti gli atti di contrizione e di carità, per imparare a farne almeno uno perfetto in punto di morte? Anima mia, se oggi trapas­sassi di vita, passeresti si o no nel Purgatorio? Forse sarebbe grazia somma il non essere con­dannata all'inferno, tanti sono i rendiconti che ti pesano sulla coscienza, tanta è la freddezza del cuore, tanta è la penitenza che ti rimane a fare, tanta è la negligenza nel guadagnare indulgenze.... eppure se tu vorresti, potresti scampare intieramente da quel fuoco. Altri, vo­lendo, seppero od evitarlo totalmente o dimi­nuirlo di gran lunga.... Iddio vi ti condannerà mal suo grado, costretto dalle tue, colpe, dalla tua inerzia, dalla tua noncuranza.... E pur sapendolo, nulla risolverai per evitarlo? E nulla farai per tante Anime che incautamente cad­dero nel Purgatorio?

PREGHIERA.

O Vergine santissima del Carmelo, Re­gina del Purgatorio, mentre prego e li­mando pietà per tutte le Anime purgan­ti, penso per me e desidero evitar quelle fiamme. Ne conosco tutta la difficoltà, ca­pisco che la mia vita trascorsa merita un lungo ed un terribile Purgatorio! pure, mi affido alla vostra potenza ed alla vostra bontà, o Maria. Deh! impetratemi il per­dono de' miei peccati, ardore nel bene ope­rare, capacità di eccitarmi in morte ad un atto di cavità perfetta; scampatemi Voi dal Purgatorio ed io ve ne ringrazierò per tutta l'eternità in Cielo. Così sia.



MEDITAZIONE PER IL VENERDÌ.

1. Una calda e vera devozione a Maria, primo mezzo per far il Purgatorio in vita. - Tutte le pratiche di religione si dànno a vicenda la mano, per quanto riguarda l'eterna nostra salvezza. Gli amanti del Cuor di Gesù, in quel Cuore, asilo dei bisognosi, conforto degli afflitti, e direi parafulmine delle divine vendette, rinvengono un mezzo potente per scampare dal Purgatorio. I devoti di san Giuseppe nella speranza di venire assistiti, nel loro trapasso, dalla Sacra Famiglia, colle dolcezze delle agonie toccate al gran Patriarca, confidano che san Giuseppe loro schiuderà ben tosto le porte del Paradiso; nè io punto ve' metter in dubbio la loro confidenza. Gesù ci applica i frutti del pre­ziosissimo suo Sangue o direttamente per se, o per la mediazione di Maria e dei Santi. Ma al leggere nelle storie quanti divoti di Maria eb­bero il Paradiso per le mani di Lei; nel vedere le dolci morti ottenute da una santa Teresa, da san Filippo Neri, da santo Stanislao Kostka, da san Luigi Gonzaga, da san Gaetano Thiene, da sant'Andrea Avellino, e da cento altri divotissimi di Lei, non dubito di asserire: siate veri e fervorosi divoti di Maria e voi eviterete il Purgatorio. Non è dessa tutto impegno per ciò? Tutte le grazie che Le piovono di mano, non sono tutte dirette ad ottenerci il Paradiso? Non ti diede Ella a pegno l'Abitino del Carmine, mostrando quanto Ella desideri liberare presto i suoi devoti dalle pene del Purgatorio? Non è Dessa la madre della santa speranza? Non invita chi La prega e L'ama non solo a cessare, ma a fuggire puranche ogni nèo di peccato? Non è dessa l'ispiratrice della santità, essendo la copia più perfetta della santità di Gesù? Non conforta le anime generose ad emu­lare le cime della perfezione? E mentre invita, sprona, aiuta alla santità, non allontana con ciò le anime dal Purgatorio, e non fa sì che non vi cadano? Anima mia, L'ami tu Maria? La preghi, L'ascolti, La imiti tu? Sei tu ascritta alla confraternita del Carmine e ne adempi gli obblighi? Nel fuoco del Purgatorio quanti gemono per aver trascurato sì dolce, sì facile mezzo di salvarsi dal loro martirio!

2. La vera divozione a Maria ispira lo spirito della penitenza; secondo mezzo a far il purgatorio in vita. - Non solo le anime innocenti poterono evitare il Purgatorio, ma anche ai peccatori convertiti arrise la medesima sorte: e come? colla penitenza. Maddalena nella caverna di Marsiglia, Pelagia nei deserti della Palestina, Taide in angusta celletta, Marghe­rita da Cortona in un romitaggio, Camillo negli ospedali e all'origliere del moribondo, Agostino nel sacro ministero, tutti coi patimenti studia­rono compensare la penitenza, che la fede loro rivelava dover fare in Purgatorio: e si, ci riuscirono. La penitenza è la scala d'oro del cielo, dice sant'Agostino: la penitenza, sog­giunse san Gregorio, ci mette le ali è ci rende leggieri a volare al Paradiso: la penitenza, dice il Concilio di Trento, è la tavola di scampo nel naufragio del peccato; la penitenza è il fuoco che toglie la ruggine, è il lavacro che rimbian­chisce la stola macchiata, è il denaro che sconta il debito contratto col celeste Padrone. Vuoi tu evitare il Purgatorio? E’ d'uopo, ti dice santa Caterina da Genova, morire vivo al mondo, cioè morire al peccato che regna nel mondo, fuggendolo, detestandolo se commesso, troncando i vizii che sono la parte di questo mondo; morire a noi stessi, all'amor proprio, alla superbia, mortificando le nostre passioni, mortificando la carne nostra, assoggettandola a patimenti per amor di Gesù, staccandoci dalle vanità, dalle lusinghe, dalle attrattive del mondo. Tutto ciò importa morire ogni giorno, cioè privarci dei godimenti, aggiungere ai dolori, alle spine, alle croci involontarie, vo­lontarii patimenti, che vuol dire far una vita di penitenza. Osò dire così san Gregorio: Fac­ciamo a Dio un sacrifizio di noi in vita: e dopo morte non avremo bisogno di sacrifizii. - Or bene, la divozione a Maria non ispira l'amor della croce, il desiderio d'imitarla nello spirito di sacrifizio, la rassegnazione, il tacere, il sof­frire, il pregare come Lei al Calvario? Oh se tu fossi vero divoto di Maria, ameresti, colla pazienza nelle contrarietà giornaliere, liberarti dal fuoco del Purgatorio! Invece.... non amare Maria, godi pure il mondo, gli agii, le morbi­dezze, evita pure la penitenza.... la farai in Pur­gatorio.

3. La vera
divozioue a Maria ci rende caldi nelle opere buone; terzo mezzo a far il Pur­gatorio in vita. - Sieno pur gravi i nostri peccati e gravissima la pena loro corrispondente, ma se noi moltiplichiamo le opere sante, gli atti di virtù, i meriti da contrapporre sul­l'altra parte della bilancia sicchè preponderi il bene, che ci rimarrà ancora da scontare in Purgatorio? Operare, sta scritto nell'Ecclesiastico (XIV, I7), prima della morte fatti giusto e santo. Beato l'uomo, dice Davide, i di cui peccati furono co­perti (Ps. XXXI, 1), ma come nasconderli allo sguardo infinitamente perspicace d Dio? In qual luogo Egli non li troverebbe? Nascondili sotto un mucchio di opere sante, e saranno un manto di protezione nel dì del giudizio, saranno una nube benefica tra noi e la collera divina, saranno un soave profumo che calmerà Iddio a nostro vantaggio. Ti dirà Gesù, (MATT., XXV, 21); o mio, servo, tu fosti fedele nelle piccole cose, nei piccoli atti di virtù, di carità, di pazienza, di ras­segnazione, di giaculatorie, di sacrifizii, di in­dulgenze, di amor di Dio, di comunioni, di desiderii di purificarti, di sante intenzioni, di caldi sospiri.... oh, buon per te! io ti, approvo, io ti perdono, io ti amo, entra nel gaudio del tuo Signore. Oh dolce parola di Gesù! Non ti piacerebbe sentirtela ripetere nel momento del giudizio? Ma non si richieggono perciò nè mi­racoli, nè estasi, nè rivelazioni; bensì una santa fame di operar il bene, una volontà costante di non lasciar sfuggire occasioni di meriti, un non dire mai basta nel praticare virtù, un ane­lare incessante di piacere a Dio, di crescere nel suo amore, compiendo ogni nostro dovere di religione e di stato con esattezza e per amor di Dio. Tacere e operare. (Eccl., IX, 10). Così fecero i Santi, ed al punto della morte già era fatto il Purgatorio. E tu, anima mia, trovi ciò troppo, gravoso? Ah, se le Anime del Purgatorio, con preghiere, con limosine, coll'assistenza agli in­fermi, col sollievo ai bisognosi, col conforto agli afflitti, con una vita di edificazione, colla frequenza ai Sacramenti, con una vita fervo­rosa, potessero ora evitare quelle fiamme; che non farebbero? Anima mia, ti lamenterai an­che tu un giorno, se non ci rifletti: deh! non tardare....

PREGHIERA.

O cara Madre del Carmelo, Maria, quanto spero da Voi per far in vita il mio Purga­torio! Mi ricordo d'essere vostro figlio, godo propagare la vostra divozione, sempre vi ho amata, ma voglio amarvi ognor più; deh! fate ch'io ami e pratichi la penitenza, otte­netemi l'amor di Dio, la purità d'intenzio­ne, un santo ardore di moltiplicare le opere di virtù, acciò pagato il mio debito con Dio in vita, possa venire liberato in morte dalle pene del Purgatorio. Così sia.

AMDG et DVM

Con Dio non si scherza... Pensaci.


 MEDITAZIONE PER IL MERCOLEDI.

1. Maria Vergine speranza delle Anime del Purgatorio nel lungo loro soffrire. - La spe­ranza solleva nelle nostre pene e quasi le ab­brevia, almeno nel pensiero. Maria è la speranza comune; ed oh! quale conforto apporta alle Anime nel loro lungo penare! 

La Chiesa, mae­stra di verità, definì che il Purgatorio cesserà dopo il giudizio universale, rimanendo solo il Paradiso e l'Inferno. Ma per quanto tempo si sta in quel carcere? Origene sostenne che nes­suno esce di colà prima dell'estremo giudizio; ma sant'Agostino combattè questa sentenza: Domenico Soto credette che nessuno stia in Purgatorio più di 10 anni, ma Alessandro VII condannò come falsa tale opinione: e chi lo potrebbe credere, ponendo a base la severa giustizia di Dio? Non è per nulla di fede che per una bugia si soffra sette anni di Purgatorio, che un menomo atto d'immodestia sia con­dannato a tre anni di fuoco, o che la pena d'un peccato mortale debba scontarsi sino alla fine del mondo. Sia pure immensa la bontà di Dio, nel risparmiarci almeno una arte della pena do­vutaci, sia pure che castighi più a legge di cle­menza che non di terrore; ma però Egli è giusto infinitamente, e chi potrebbe fare a fidanza sulla pochezza del castigo? Iddio compariste infinito si nelle massime come nelle minime co­se; un fil d'erba che nasce nel prato, una foglia rapita dal vento, un capello che cade di capo non isfugge allo sguardo di Lui, dice il Van­gelo; e se Gesù promette un premio ineffabile, eterno, per un bicchier d'acqua dato per amore di Lui, quale e di quanta durata sarà il castigo per un'offesa fatta a Lui stesso, sebbene appaia piccolo al corto nostro sguardo? Con Dio non si scherza, dice il Profeta, ed i suoi giudizii sono un profondo abisso. Quante anime stanno colà da anni, da secoli! Dal mondo sono di­menticate; Iddio pretende giustizia.... ma e Ma­ria non è la speranza di tutti? Appunto Maria fa loro sentire che pensa ad esse.... O Maria, og­gi appunto vi prego per le Anime condannate à più lungo Purgatorio; deh, salvatele! Ma, anima mia, non istare senza timore pe' tuoi peccati, an­corchè perdonati; forse una pena, più lunga di quel che tu credi, t'aspetta in Purgatorio, a meno che tu faccia penitenza su questa terra.... Pensaci.



2. Maria abbrevia il lungo penare delle Anime purganti. - E non è proprio delle madri alleviare i castighi giustamente inflitti dai padri ai figli? Maria non deve interrompere il corso della divina giustizia, impeden­do che le anime piombino in Purgatorio; ma se può diminuire anche d' un' ora sola le pe­ne, non, farà Ella, Madre nostra? Ma intanto medita su te stesso: sant'Agostino, ragionando dei peccati veniali, diceva: se non li temi quando li pesi, temili quando li numeri. Essi non me­ritano l'Inferno, perchè non ci privano dell'a­micizia di Dio, cioè della grazia santificante, ma lo sterminato loro numero a quanto tempo di Purgatorio ci condannerà? Anima mia, passa a rassegna la vita trascorsa; quanti peccati veniali hai tu commessi? Il giusto cade sette volte al giorno; e tu, freddo, negligente, non­curante, non cadi forse settanta volte nella giornata? Considera i peccati di pensiero, di desiderio, di giudizii temerarii, di cattive vo­lontà, d'ingiusti progetti, di bile, di malignità, di vendette: oh quanti, quanti sono mai! Con­sidera le parole inutili, maligne, pungenti, sa­tiriche, mancanti di rispetto, di sottomissione, di obbedienza; le parole di mormorazione, di cattivo esempio: oh in quanto numero sono? Considera le opere.... havvene una sola perfetta? le preghiere, le Messe, le Comunioni, le per­donanze, i doveri religiosi é del tuo stato tengono tutti per compagna la tiepidezza, la inesattezza volontaria; e saranno tanti debiti da, aggiustare con Dio. Aggiungi a ciò le ommis­sioni colpevoli, la noncuranza delle grazie di­vine, delle ispirazioni, delle chiamate, del non cercare la perfezione secondo il proprio stato e secondo il volere di Dio; metti pure che tutto ciò sia solo peccato veniale: ma in 20, 50, 70 anni di vita, di quanti siamo noi colpevoli?

E la giustizia divina ci condannasse ad un'ora sola di Purgatorio per ogni, peccato, quante migliaia di ore dovremmo scontare laggiù? E se vi unisci la pena dei peccati veniali più gravi e quella dovuta ai peccati mortali, non dovrà essere ben lungo il nostro Purgatorio? E sia pure che una parte ci sia stata perdonata in vita; se ciò non fosse, il nostro penare sarebbe non di anni, ma di secoli. Anima mia, riflettici sul serio. Ma frattanto quante anime trapas­sate da lunghi anni, che già credi in Cielo, perchè in apparenza giuste, forse ancor penano laggiù! Forse i tuoi genitori stanno ancora là; e tu loro non provvedi?O

Maria, vi prego oggi in ispecial modo pe' miei genitori, se ancora, soffrono in Purgatorio.... deh, liberateli! ve ne scongiuro pel purissimo vostro cuore....



3. Maria libera ogni dì Anime dalle lunghe pene del Purgatorio. - E chi ne può dubitare: se Ella mossa a pietà di noi con­verte ogni dì a centinaia i peccatori per sal­varli dall'abisso, non farà altrettanto per le predilette sue figlie del Purgatorio? Ciò è vero; ma quante volte il Signore per giusti motivi non permette che un'anima sia tosto liberata. Ed allora quanto tempo staremo in Purgatorio? Nella Bibbia sta registrato che il Signore castiga il peccato sulla terra fino alla quarta generazione. Adamo per circa 900 anni soffrì pel suo peccato. - La sorella di Mosè fu colpita di lebbra per otto giorni in castigo d'una sola mormorazione. - Davide, sebbene perdonato da Dio, pur vide i flagelli divini scaricarsi su lui e sul popolo suo per 20 anni. - Zaccaria, padre al Battista, portò per nove mesi la pena della sua diffidenza. - Per un solo peccato mortale sta preparato un inferno eterno. Quanto tempo dunque staremo noi in Purgatorio per tanti peccati? Più nessuno entra in Para­diso senza far penitenza, ma se l'abbiamo fug­gita sulla terra, non dovremo farla lunga e difficile in Purgatorio? E Signore a quanti anni di soffrire condanna le anime buone sulla terra prima di salvarle! Invia loro malattie, tribolazioni, croci, tentazioni, aridità, persecu­zioni dure, quasi le dimentichi nel crogiuolo sul fuoco delle torture.... ma le anime fredde, immortificate, godenti sulla terra, non dovranno in Purgatorio subire almeno uguali pene per essere ammesse tra i Santi? Che dico uguali? san Cipriano le chiama lunghissime pene. San­t'Agostino raccomanda la santa sua madre alle preghiere dei secoli futuri. San Césario d'Arles crede i cristiani venir ivi condannati per molti giorni, mesi ed anni. La Chiesa, maestra di verità, proibisce che si ommettano le Messe anniversarie anche dopo 4 o 5 secoli dacchè il defunto è trapassato; approva le Messe per­petue, concede migliaia d'anni d'Indulgenze: crede adunque possano, almeno alcune Anime, stare in Purgatorio lunghi secoli. Non sono dunque improbabili alcune rivelazioni di ani­me condannate al fuoco d'espiazione per 50, 60 anni; altre per intieri secoli, altre fino alla fine del mondo. E quando si pensa che un'ora di quelle pene pare un anno? Anima mia, non provvederai a te per tempo? Vorrai provare per esperienza se è vero ciò che mèditi? Deh, aggi ogni peccato, pratica molto bene, sii de­vota di Maria! Buon per le anime, cadute colà, se furon figlie di Maria, se colle devozioni del Carmine, del Rosario, della Medaglia, cercarono in vita protezione da Maria! sono come certe di venir tosto liberate da Lei: ma chi fu freddo potrà ripromettersi tale grazia da Maria? Deh, pensa per te; pensa per le Anime che soffrono....

O cara Vergine del Carmelo, Voi mi ot­teneste finora vita e liberazione dal fuoco del Purgatorio; ma considerando, i miei pec­cati, le mie freddezze.... per quanto tempo ci dovrò stare io poi? Deh! impetratemi an­cora tempo a penitenza, volontà a far bene, impegno a fuggire il peccato, acciò sia breve il mio Purgatorio. Ma per la vostra bontà soccorrete le Anime che là si trovano ed aprite a tutte le porte del Paradiso. Così sia.


AMDG et DVM

martedì 3 novembre 2020

LA FAVOLETTA del pomo...



QUADERNI DAL 1945 AL 1950 CAPITOLO 642


4 novembre 1947

   Dico a Gesù, ripensando a quei dettati1 sul Peccato Originale che Egli ha voluto annessi all'Opera: "Ora faranno nuove obbiezioni e mi tormenteranno ancora", e ho paura. Mi risponde Gesù:


   «L'opera è più per i maestri che per le folle. I maestri daranno alle folle il succo dell'opera. Ma essi, per dare quel miele, hanno bisogno di nutrirsi dei fiori di verità che Io ho dato.
   Tutto è verità nella Religione. Solo che da millenni e millenni alcune verità sono date e dette con figure o simboli. E questo non basta più ora, in questo secolo di razionalismo e di positivismo e – perché non dirlo? – di incredulità e dubbio che penetrano anche nei miei ministri.
   Non basta più. La favoletta del pomo, così come è detta, non persuade, non è accettata, non dà aumenti di fede, ma anzi indebolisce la fede sulla verità della Colpa d'origine, e perciò sulla verità della mia venuta per redimere la Colpa d'origine, e perciò sulla mia predicazione perché ero Maestro fra le folle, e perciò sull'istituzione divina della Chiesa, e perciò sulla verità dei Sacramenti, e potrei durare per molto ad elencare quanto fa crollare il non accettare la quarta verità di fede, ossia la colpa d'Adamo.
   La prima verità è l'esistenza di Dio.
   La seconda, la ribellione di Lucifero e perciò la libera trasformazione dell'arcangelo nel Demonio, in Satan, e perciò dello spirito del Male e delle Tenebre opposto allo spirito del Bene e della Luce.
   La terza, la creazione.
   La quarta, la colpa di Adamo, anteveduta nella sua divina conseguenza da Lucifero che divenne Satan per non adorare Me, Gesù Cristo, Figlio di Dio, Redentore dell'Uomo, suo Avversario e Vincitore.
   La favoletta del pomo non basta più alle folle di oggi e soprattutto ai maestri di oggi, i quali la insegnano male perché il loro pensiero non la può accogliere più. Alla sottile, metodica erosione e corrosione del razionalismo e altre tendenze dell'oggi, si opponga una aperta, schietta, plausibile, credibile, dignitosa – come si conviene a cosa che ha rapporto con Dio, che è prova messa da Dio ai suoi creati – versione, l'unica sincerareale versione del primo peccato. E crederanno di più i maestri, e sapranno far credere di più i fedeli. Ciò che è buono all'alba dell'Umanità fra i crepuscoli dei primi evi, è insufficiente e anche nocivo alla sera dell'Umanità, quando gli spiriti sono adulti e ammaliziati da tante cose.
   Diamo luce! Diamo luce! Ché nella luce è vita


   dettati, che sono nel capitolo 17 dell'opera "L'Evangelo" e ai quali si rimanda, nel presente volume, in data 31gennaio  18 febbraio 1947.


AMDG et DVM


lunedì 2 novembre 2020

Anche in questa seconda venuta il Figlio verrà a voi attraverso sua Madre.





 La sua seconda venuta.


«Vi raccolgo con Me, accanto alla povera mangiatoia, in attesa di deporvi il mio Bambino

appena nato, figli miei prediletti.

È la Notte santa. Voi la passate nella preghiera, nel raccoglimento. Voi la passate con Me.

In questa Notte la tenebra avvolge ogni cosa, e il silenzio ha ormai spento ogni voce, quando

improvvisa piove una nuova Luce dal Cielo e le voci festose degli Angeli percorrono le strade

deserte del mondo.

Il deserto del mondo si apre ad accogliere il suo Dio che nasce da Me alla sua umana esistenza.

Simile alla prima sarà la sua seconda venuta, figli prediletti. Come la sua nascita in questa

Notte, sarà il ritorno di Gesù nella gloria, prima della sua ultima venuta per il Giudizio finale,

la cui ora è invece ancora nascosta nei segreti del Padre.

Il mondo si troverà tutto avvolto dalla tenebra della negazione di Dio, del suo ostinato rifiuto,

della ribellione alla sua Legge di amore. Il gelo dell'odio avrà ancora reso deserte le strade

del mondo. Così quasi nessuno sarà pronto ad accoglierlo.

Di Lui i grandi neppure si ricorderanno, i ricchi gli chiuderanno le porte, mentre i Suoi saranno

molto occupati a cercare e ad affermare se stessi...

"Quando il Figlio dell'Uomo verrà, troverà ancora la fede sulla terra?". Verrà all'improvviso e

il mondo non sarà pronto alla sua venuta. Verrà per un giudizio a cui l'uomo si troverà

impreparato. Verrà per instaurare nel mondo il suo Regno, dopo aver sconfitto ed annientato i

suoi nemici.

Anche in questa seconda venuta il Figlio verrà a voi attraverso sua Madre. Come del mio seno

verginale il Verbo del Padre si è servito per giungere fino a voi, così del mio Cuore Immacolato

Gesù si servirà per giungere a regnare fra voi.

Questa è l'ora del mio Cuore Immacolato, perché si sta preparando la venuta del glorioso

Regno di amore di Gesù.

Figli prediletti, come Me preparatevi a riceverlo.

Questa Notte santa è per voi un segno e una grazia. Vi raccolgo accanto alla sua povera culla

per colmare il grande vuoto che l'umanità Gli ha fatto; vi racchiudo nel mio Cuore Immacolato

per prepararvi a ricevere Gesù, che sta per giungere a voi nello splendore del suo regno

glorioso».

 24 dicembre 1978. Notte Santa. La sua seconda venuta.