giovedì 3 maggio 2018

PER IL RISPETTO DELLA MIA SANTA PAROLA


19 maggio 2009

Leggerete questa lettera e sarete i primi convinti che solo la Mano di Dio l'ha guidata.

San Luca: Con quale autorità fai questo, e chi  che ti ha dato questa Autorità?
                 Nemmeno Io vi dico in virtù di quale autorità faccio questo !

San Giovanni: Entrò nel Tempio e si mise a scacciare i mercanti. Egli insegnava tutti i giorni nel
                       Tempio e i capi del Popolo cercavano di farlo perire. Ma non sapevano come fare
                       perché tutto il popolo pendeva dalle sue labbra.

Ma San Giovanni riprende questo stesso testo:
Si avvicinava intanto la Pasqua dei Giudei, e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel Tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe, e i cambiavalute seduti al banco. Fatta allora una sferza di cordicelle, scacciò tutti fuori del tempio con le pecore ed i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiavalute e ne rovesciò i banchi. E ai venditori di colombe disse: « Portate via queste cose  e non fate della casa del Padre mio un luogo di mercato. »

I Suoi discepoli si ricordarono che sta scritto:

« Lo zelo per la tua casa mi divora »

Se vi scrivo questa lettera non è per la mia autorità ma per mostrare al mondo che, dopo duemila anni, nulla è cambiato se non per diventare peggiore e ancora più pericoloso e disastroso.

Di fronte a tutta questa degenerazione – spirituale e morale - il Signore, Dio dell'Universo, ha il diritto di manifestare la stessa collera che ha avuto con i mercanti del Tempio.

Matteo: Maestro, qual è il più grande comandamento della Legge?

Gesù gli rispose:
« Amerai il Signore tuo DIO con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il primo e il più grande comandamento. Ed ecco il secondo che è simile al primo: amerai il tuo prossimo come te stesso. Da questi due comandamenti dipende tutta la legge e i profeti. »

In questi Tempi che stiamo oggi vivendo, Dio l'Eterno ha chiamato, come un tempo, i Suoi profeti e i Suoi apostoli, poiché questa epoca è diventata il cumulo di tutti i peccati che sono aumentati nel corso dei secoli.

La Terra, a causa degli uomini senza cuore, senza leggi divine, senza morale, è diventata la cloaca delle impurità ammassate nel corso di tutti i secoli. È per questo che DIO ritorna, poiché il peccato ha squarciato la volta dei cieli, e l’aria che è ancora il principio della Vita sulla Terra, diventerà ben presto talmente rara, che non si potrà più avere vita sulla Terra. E questa è la sola punizione che il Mio Popolo ingrato e infedele dovrebbe meritarsi. Ma, e Io lo ripeto, a causa degli eletti, non permetterò che questo accada. È per loro che Io interverrò prima di quell’Ora fatale e il Mio segnale sarà quello che ho sempre annunciato e che mantengono nella loro mente e nei loro cuori, Tutti i Miei VERI Profeti.

È con la CROCE che il Signore Si farà annunciare. Ma voi non saprete né il giorno né l’ora delle Tenebre, che saranno il risultato di tutte le vostre malefatte che coprono il Mondo, poiché nessuno, qui sulla Terra, è Padrone, tale da permettersi di giudicare e di punire i Miei figli.

Nel nome di quale Legge continuate, voi, a ostacolare le Mie pecore ?

Le Fabbriche, gli Stabilimenti, TUTTO è sotto le Legge del più forte. Se il Potere comanda dappertutto, significa che coloro che dirigono questo Mondo, coloro che sono a capo dei Governi, come dei Commerci e delle Industrie, hanno perpetuato la razza dei Farisei, questi uomini importanti, coperti di orgoglio e di ipocrisia, che fanno, del «Potere e del Denaro » il loro solo Padrone.

DIO che vede tutto, ci dice: « Tutto è contaminato fino alle più semplici funzioni: i capi delle loro stesse imprese sono diventati i falsi interpreti delle Sacre Scritture. In nome della loro autorità, essi giudicano e distruggono chi potrebbe ostacolare la loro prosperità, accusando e trascinando, fino alle arene del Sacrificio, coloro che il Signore ha scelto per essere «gli Araldi della Sua Santa Parola» e non il Guadagno delle loro CASSE.

Osservate fin dove giunge la concupiscenza di questo Mondo affamato di denaro !

Io ho dato... Io non ho venduto.

I Miei veri Profeti, voi non li avete riconosciuti.

Io dico a loro come ai Miei APOSTOLI: « Scuotete la polvere dai vostri piedi e partite.

Io, Gesù, ritornerò a retribuire con il vero salario coloro che mi hanno rigettato, poiché colui che rigetta il Mio inviato, è Me che rigetta. »

Vangelo secondo San Giovanni (Gv 1, 1-13):
« Venne un uomo mandato da DIO, e il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui.
Egli non era la luce, ma doveva rendere testimonianza alla luce.
Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo.
Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo riconobbe.
Venne fra la sua gente, ma i suoi non l'hanno accolto.
A quanti però l'hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di DIO: a quelli che credono nel suo nome. »

GESÙ di Nazaret, Signore e Re. Amen.
Benedetto sia il Signore. Amen.





Con la mano di J.N.S.R. il Signore ha scritto tutto questo.

IL DESTINO DI UNA SONDA PLANETARIA

Cassini, la missione che vivrà per sempre

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Si è chiusa nell’atmosfera di Saturno una delle missioni più importanti dell’esplorazione planetaria, con 20 anni di permanenza nello spazio e 14 ininterrotti anni di studio del sistema di Saturno. La sua eredità scientifica è immensa: nelle diverse estensioni, la missione ha raccolto un patrimonio di dati che è stato esplorato solo in superficie e richiederà anni per poter essere definito e completato sino in fondo.

Il destino di una sonda planetaria

Nel 2005, la missione Cassini ha scoperto che una delle lune di Saturno, Encelado, poteva ospitare un oceano nascosto sotto la sua superficie ghiacciata: questa scoperta è uno dei motivi per cui oggi, la sonda si è disintegrata nell’alta atmosfera del sesto pianeta.
Le 22 orbite del Gran Finale (fonte: NASA JPL)
Il programma di protezione planetaria della NASA, infatti, ha stabilito che per evitare qualsiasi contaminazione delle lune con potenziale presenza di vita extraterrestre, Cassini avrebbe dovuto autodistruggersi. La sonda ha infatti attinto energia in tutti questi anni da 35 kg di Plutonio-238 in un RTG, acronimo di generatore termoelettrico a radioisotopi, sistema standard per il sostentamento di missioni spaziali che non possono utilizzare con profitto l’energia solare per l’eccessiva distanza dal Sole. Ecco quindi come il destino di Cassini fosse già segnato da tempo. Non c’erano infatti plausibili soluzioni alternative. Non un ritorno a casa: non ci sarebbe stato combustibile e di certo la sonda non sarebbe potuta rientrare sulla Terra sopravvivendo ad un rientro nell’atmosfera. Non una permanenza nel sistema, che come detto avrebbe condotto ad un rischio di contaminazione. Nemmeno l’invio fuori dal sistema di Saturno nello spazio profondo, sempre per mancanza di propulsione. Si è quindi optato per un “Gran Finale” della missione che potesse massimizzare l’acquisizione dei dati scientifici con una serie di 22 orbite molto eccentriche che avrebbero condotto la sonda “pericolosamente” vicino a Saturno, fino a passare tra il gigante gassoso e i suoi anelli. Queste orbite sono iniziate il 22 aprile scorso e ciascuna ha richiesto 6 giorni e mezzo per essere completata: al termine di queste orbite, Cassini ha interagito a distanza con il campo gravitazionale di Titano per un’ultimo incontro, che l’ha diretta in rotta di collisione con Saturno.

Una lunga pianificazione, un avvio contrastato e un viaggio lungo 7 anni

Frutto di una collaborazione iniziata nella seconda metà degli anni ’80 tra la NASA, l’Agenzia Spaziale Europea e l’Agenzia Spaziale Italiana, la sonda Cassini-Huygens (nome più completo legato al lander destinato a discendere su Titano) è stata lanciata da Cape Canaveral il 15 ottobre del 1997 a bordo di un vettore Titan IV-Centaur. Da non dimenticare che la missione fu pesantemente contastata prima del lancio da svariati gruppi anti-nuclearisti. Il decollo del velivolo spaziale fu infatti osteggiato da un folto gruppo di attivisti che tentarono di tutto per convincere l’allora presidente Bill Clinton a bloccare la missione. Il timore degli attivisti erano i 35 kg di Plutonio a bordo; la più grande quantità mai usata nella storia dell’esplorazione spaziale. Secondo gli ambientalisti avrebbe trasformato una sonda destinata all’esplorazione scientifica in un ordigno nucleare in grado di scatenare una catastrofe. Questo, ovviamente, non successe e con il lancio iniziò il lungo viaggio della missione, con swing-by intorno a Venere, Terra e Giove ed  inserimento in orbita intorno al sesto pianeta il 1° luglio del 2004. A Natale dello stesso anno Huygens si staccò da Cassini e il 14 gennaio seguente iniziò la discesa, frenata da tre paracaduti in sequenza, tra le nubi di Titano. Il lander acquisì dati per le due ore e mezzo della discesa ed un’altra mezzora sulla superficie, quanto le batterie di bordo consentirono, ma tanto bastarono per far vedere un mondo mai neppure immaginato dove le rocce sono di ghiaccio e la superficie è formata da una mistura di idrocarburi. Un paio di anni dopo il radar ci mostrò anche l’esistenza di laghi e mari di metano liquido al polo nord. Cassini, la cui operatività era inizialmente prevista essere di soli 4 anni ha lavorato a una distanza di quasi un miliardo e mezzo di chilometri, il suo segnale radio per giungere sulla Terra ha impiegato mediamente 80 minuti. Un dettaglio non trascurabile nel Gran Finale della missione, è che la sonda ha preso il nome dall’astronomo italiano Gian Domenico Cassini, morto il 14 settembre 1672, cioè 305 anni e un giorno prima della fine dell’omonimo velivolo spaziale.

Scienza fino alla fine

Le ultime ore di Cassini (fonte: NASA JPL, modificato da Emily Lakdawalla, Planetary Society)
L’ultima settimana di vita di Cassini è cominciata lunedì 11 settembre, quando un sorvolo ‘distante’ di Titano, una luna che la sonda ha incontrato e fotografato centinaia di volte, ha fornito una ‘spinta gravitazionale’ sufficiente a metterla in rotta di collisione con Saturno. Questo è stato il punto di non ritorno, dopo il quale i punti salienti del programma erano ormai fissati in modo ferreo. Giovedì 14 settembre alle 21.58, Cassini ha cominciato a scattare il suo ultimo treno di foto. Pensare che si trattava davvero delle ultime immagini, delle oltre 453.000 scattate in 14 anni di orbite, è stato per gli addetti ai lavori e per molti appassionati il momento più emozionante e a suo modo triste del Gran Finale. Il database curato dal CICLOPS (Cassini Imaging Central Laboratory for Operations) ha raccolto le immagini ‘raw’ che sono state scaricate in tempo quasi reale durante tutta la missione: è quindi facilissimo accedere alla pagina e scaricare le immagini per elaborarle e questo è stato fatto dagli appassionati praticamente quasi ogni giorno. La qualità delle immagine grezze di Cassini era poi davvero molto elevata. Sebbene le capacità di elaborazione di molti citizen scientists sia molto alta, il differenziale con le immagini grezze e il lavoro necessario per renderle più leggibili è senza dubbio minore rispetto ad altre missioni (basti pensare alla contemporanea missione Juno). La Planetary Society raccoglie nella Bruce Murray Space Image Library il meglio delle foto della missione.
Alle 23.45 di giovedì 14 settembre, Cassini ha cominciato la trasmissione di tutti i dati ancora contenuti nella sua memoria verso la Terra, incluse le ultime foto, che hanno raggiunto il database del CICLOPS verso le 02.00 del 15 settembre (ora italiana). Il primo set di foto è stato ripreso con soggetto Saturno nella sua completezza, nella consueta tradizione di Cassini di riprendere i fotogrammi necessari per un sontuoso mosaico.
L’ultima vista completa su Saturno (Fonte: CICLOPS, elaborazione Jason Major)
Le foto successive hanno incluso un suggestivo tramonto di Encelado dietro il profilo di Saturno, alcune inquadrature contenenti gli anelli di Saturno e qualche piccola luna: infine un’ultimo sguardo al gigante gassoso prima del tuffo nella sua atmosfera.
L’ultima immagine scattata da Cassini (fonte: CICLOPS, elaborazione Jason Major)
Alle 10.37 di venerdì 15 settembre le attività di downlink dei dati e delle immagini sono state completate e Cassini ha cominciato a riconfigurarsi per trasmettere i dati scientifici in tempo reale. Non sarebbe stato possibile scattare foto da questo punto in poi. La velocità troppo elevata avrebbe reso il soggetto delle foto estremamente mosso e le condizioni non sarebbero state ottimali. Il downlink delle immagini, poi, come visto poc’anzi, avrebbe richiesto un tempo non compatibile con quello rimasto alla sonda per raggiungere il punto di impatto con l’alta atmosfera di Saturno. L’entrata al punto di disintegrazione infatti era prevista per le 12.30 ora italiana, mezzogiorno ora locale di Saturno, per consentire un puntamento pieno dell’antenna verso la Terra e acquisire tutti i dati possibili. Scienza sino alla fine, quindi e così è stato, perché i dati raccolti negli ultimi minuti e trasmessi poco prima della perdita del segnale, contengono informazioni preziosissime sull’attività dell’atmosfera di Saturno a circa 950 km di altezza sulla sommità delle nubi e molto probabilmente le loro elaborazioni riempiranno decine di tesi di dottorato negli anni a venire. Cassini ha utilizzato diversi strumenti per raccogliere tutti i dati, tra cui un magnetometro, un analizzatore di polveri (CDA), uno spettrometro a infrarossi (CIRS) e uno ad ultravioletti (UVIS) e uno spettrometro per la rilevazione del plasma (CAPS). Cassini era anche dotata di strumenti gestiti dall’ESA, il cui Controllo Missione a Darmstadt ha seguito il Gran Finale in tempo reale attraverso l’antenna da 35 metri della sua stazione di New Norcia.
Gli strumenti ESA a disposizione di Cassini (fonte: ESA)

Cronaca di una disintegrazione annunciata

Gli ultimi momenti della vita di Cassini sono stati costellati per lo più dai messaggi del controllo missione, che verificava periodicamente la presenza del segnale, captato dall’antenna 43 del complesso di Canberra, in Australia, a supporto della Deep Space Network della NASA. La velocità della sonda è andata aumentando esponenzialmente, fino a raggiungere i 113.000 km/h e nel punto in cui la velocità era massima, Cassini ha cominciato a disintegrarsi. Erano circa le 12.30 ora italiana. A quel punto la sonda eroica che ha lavorato per un tempo molto superiore a quello di progetto, aveva finito la sua missione, ma il lavoro sulla Terra non era completato. E’ stato infatti necessario avere la conferma della perdita del segnale, che sarebbe arrivata 85 minuti dopo, alle 13.55 ora italiana. Il fatto di ricevere una conferma di perdita di segnale da un trasmettitore che nel frattempo non esiste più, è uno degli aspetti della relatività che rende l’esplorazione spaziale così affascinante, ma anche così maestosa e talvolta molto difficile.


La conferma di perdita del segnale è stata rilasciata dal Controllo Missione in tempo reale e questo ha dichiarato la formale “end of mission” per Cassini e tutto il suo team.  Nel momento della perdita di segnale di Cassini, le antenne di Canberra stavano raccogliendo anche il segnale della Voyager 2, da 17 miliardi di chilometri di distanza. Non un passaggio di consegne, certo, ma quasi una metafora di continuità e una testimonianza di quanto il genere umano possa fare nell’esplorazione del cosmo anche con poche risorse, se confrontate con quelle spese negli armamenti e in molte altre meno nobili e più terrestri imprese.
Il momento della perdita di segnale di Cassini

Il Gran Finale mette quindi fine ad una missione alla quale ogni appassionato di esplorazione spaziale era abituato quotidianamente. Se le due Voyager sono ancora attive a 40 anni dal loro lancio, è anche vero che l’entusiasmo del loro ‘Grand Tour’ è scemato dopo il sorvolo di Nettuno da parte della Voyager 2 nel 1989, per risvegliarsi almeno parzialmente nel 2013 con la scoperta dello sconfinamento della Voyager 1 nello spazio interstellare. Si tratta di missioni longeve cui la scienza è profondamente debitrice: straordinari apripista e sonde ormai leggendarie che rischiarano la via dell’umanità nell’esplorazione spaziale. Purtuttavia si tratta di missioni la cui frequenza di dati, specialmente dopo la fine del Grand Tour, è stata molto bassa, oggi ridotta alla misurazione di particelle cariche agli estremi confini del Sistema Solare. Cassini-Huygens, invece, è stata una missione ‘intensa’ dall’inizio alla fine. Gli swing-by, le foto di Giove, gli anni di Saturno, le estensioni di missione, le migliaia di fotografie; e ancora le sensazionali scoperte scientifiche fatte con il ritmo di 2-3 l’anno. Una missione generazionale, ma senza pause di sorta. Molti di noi erano ragazzi quando Cassini è stata lanciata; in molti abbiamo scoperto la missione sulle linee di connessioni internet traballanti e incerte, ne abbiamo visto le foto con cadenze via via crescenti, fino a diventare un’appuntamento quotidiano. In molti sono nati proprio in quegli anni e magari oggi si affacciano per la prima volta a quella che può essere tranquillamente definita un’epopea spaziale. Comunque una missione alla quale è stato molto facile affezionarsi, pensando che non sarebbe finita mai. Eppure una fine era prevista e c’è stata oggi. Ma non sarà una vera fine: il lavoro continuerà. Il ritmo forsennato con il quale foto e dati sono stati trasmessi da Cassini, ha costretto tutti i team, tutti i ricercatori a raccogliere solo la schiuma in superficie, per fare in fretta e prendere quanto di più macroscopico c’era nell’onda di informazioni trasmesse. Ma è sotto che ancora giace il volume più grande di dati e di potenziali scoperte scientifiche ancora da fare. Gli anni di lavoro su questi dati saranno molti, per una missione che potrebbe non finire realmente prima del termine della prossima decade, entro quando, forse, auspicabilmente, si tornerà a parlare di esplorazione robotica di Saturno. Ancora oltre, Cassini è una missione che vivrà per sempre perché verrà per sempre ricordata. Ogni volta che scorgeremo in cielo il pianeta degli anelli, ricorderemo. Sorrideremo. E desidereremo nel profondo di tornare là.
AMDG et DVM

Manlio SIMONETTI

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UN'INTERVISTA  + UN GRANDE DOCUMENTO/Lectio brevis di 

Manlio Simonetti, il grande maestro del cristianesimo dei primi secoli, vincitore del Premio Ratzinger. I Padri della Chiesa e il rigore della scienza.







http://www.famigliacristiana.it/articolo/studioso-cattolico-e-appassionato_060711193514.aspx

http://www.lincei.it/files/documenti/LectioBrevis_Simonetti_9-11-2012.pdf


AMDG et DVM

MA HANNO FATTO MALE I CONTI


    La buona battaglia: "Vogliamo restare europei e vogliamo restar cattolici". I signori del Nuovo Ordine Mondiale e della neochiesa del "falso papa" si fregano le mani e già cominciano a brindare? 
Ma hanno fatto male i loro conti di Francesco Lamendola  

Ma hanno fatto male i loro conti

di
Francesco Lamendola






Credono di avere ormai vinto; e cantano già vittoria. Le voci che si oppongono al Nuovo Ordine Mondiale sono sempre più rare e sempre più fievoli: si stanno spegnendo, una dopo l’altra. La maggior parte di esse è stata ridotta al silenzio semplicemente spegnendo i  microfoni: e senza microfono nessuna voce può arrivare oltre le dieci, venti persone. Oggi, per fare opinione, bisogna raggiungere i milioni, non le decine di persone: un Aristotele che ha venti studenti, pur se ha capito tutto, non influisce sulle vicende pubbliche quanto l’ultimo cialtrone che disponga di una rete televisiva o di un giornale a grande tiratura; i suoi raffinati ragionamenti, precisi e consequenziali come un teorema geometrico, non servono a nulla, in confronto al rozzo e demagogico strepitare del cialtrone, al quale i mezzi d’informazione fanno da cassa di risonanza. E siccome credono di aver già vinto, stanno abbandonando ogni prudenza e stanno lasciando cadere la maschera. In effetti, le cose non sono mai state così chiare quanto lo sono oggi, beninteso per chi possiede ancora un cervello per capire, e una volontà per dirigere la propria attenzione verso qualcosa di diverso dai giochi elettronici, dalla partita di calcio o dall’ultima puntata del Grande Fratello. Per fare un esempio: il giornalista Maurizio Blondet, che fu inviato come reporter a New York subito dopo l’attentato delle Torri Gemelle, si accorse subito che il racconto ufficiale delle autorità americane, delle quali, inizialmente, era portato a fidarsi, come quasi tutti i suoi colleghi, non quadrava con i fatti. I sondaggi riportano che perfino oggi, a diciotto anni di distanza, una grossa fetta dell’opinione pubblica americana non crede alla versione degli aerei kamikaze. E all’epoca della guerra contro l’Iraq, che venne presentata come una punizione per l’attentato del’11 settembre, cortei di familiari delle vittime delle Due Torri sfilarono con i cartelli che dicevano: Non in mio nome. Ciò significa che l’opinione pubblica americana sa di essere stata vittima di una grossa mistificazione, orchestrata dall’alto, sia per quanto riguarda gli attentati, sia per quanto riguarda la guerra contro Saddam Hussein, che con essi non c’entrava affatto. Vogliamo tirare la logica e naturale conclusione da tutto questo? L’11 settembre, negli Stati Uniti, ebbe luogo un colpo di Stato: un misero burattino telecomandato, George Bush junior, si rese disponibile a coprire un mare di menzogne affinché una lobby occulta conducesse la superpotenza americana su una strada che il popolo, liberamene e democraticamente consultato, quasi certamente non avrebbe condiviso.

E quel che è accaduto negli Stati Uniti, sta accadendo un po’ in tutto il mondo, specie nel mondo occidentale, che si vanta della propria tradizione democratica e vuole convincere i suoi cittadini, in perfetta mala fede, che essi sono informati in maniera veritiera e che sono governati in maniera onesta e trasparente, nell’esclusivo interesse nazionale: mentre ormai tutte le élite politiche sono asservite alle strategie di dominio degli interessi della grande finanza; interessi che non c’entrano niente con quelli delle singole nazioni. Basta guardare il destino della Grecia per capire di cosa stiamo parlando. Forse che quel che è capitato alla Grecia, da quando è entrata nell’euro, rientra nell’interesse del suo popolo? Eppure i politici greci, sotto minaccia o sotto ricatto, si sono adattati a subire delle politiche economiche suicide, che favoriscono i Paesi forti dell’euro, specialmente la Germania, e che stanno portando il popolo greco alla fame, oltre che al commissariamento e alla spoliazione delle ultime risorse pubbliche. Negli altri Paesi europei le dinamiche sono le stesse, anche se meno appariscenti. I partiti politici italiani, con poche eccezioni, non stanno facendo l’interesse del popolo italiano, né riguardo all’euro, da cui si dovrebbe uscire, né riguardo all’immigrazione, che si dovrebbe fermare, né, infine riguardo alla politica estera, e specialmente alla Russia, con la quale si dovrebbe cooperare e non trattarla da nemica, nell’interesse esclusivo degli Stati Uniti e del suo strumento militare, la NATO. Stessa cosa in Francia, dove, pur di scongiurare la vittoria di un partito anti-euro, quello di Marine Le Pen, tutti i poteri forti si sono messi d’accordo nel tirar fuori una perfetta nullità come Macron, presentato come il salvatore dell’Europa e della pace sociale, mentre è il solito burattino destinato a coprire la progressiva spoliazione delle classi medio-basse da parte di un numero sempre più piccolo di famiglie ricche e straricche. I popoli europei intuiscono che qualcosa non funziona nelle parole d’ordine ufficiali, “rigore”, “stabilità”, “rispetto degli impegni finanziari”, cominciano a mangiare la foglia e perfino le classi lavoratrici si orientano per il voto a Le Pen, a Salvini e ai loro equivalenti europei. Per tale motivo i poteri forti, che controllano quasi totalmente l’informazione pubblica e privata, presentano quei partiti come pericolosi, razzisti, populisti, fascisti, li demonizzano in ogni modo, ne contestano la legittimità democratica e prospettano misure per costringere i loro elettori a ”rinsavire”. Anche questo è un colpo di Stato, simile a quello americano del’11 settembre: non avviene in un momento e in luogo precisi, né si serve di carri armati e di brutali sergenti dalla faccia proibita; ma è un colpo di Stato nel senso sostanziale, perché equivale a una espropriazione della politica da parte di una élite – finanziaria, in questo caso – ai danni della popolazione, privata di ogni possibilità di esprimere la sua volontà, sia negli affari interni, sia in quelli esteri. Conclusione: anche se la maggior parte di noi non lo sa, non l’ha capito, viviamo in un’epoca post-democratica, o, se si preferisce, di totalitarismo pseudo democratico, vale a dire il totalitarismo delle piccole, ma potentissime oligarchie finanziarie sovranazionali.



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I signori della "neochiesa" non hanno alcun diritto di servirsi dei beni che la Chiesa possiede perché i nostri genitori, i nostri nonni e bisnonni glieli hanno donati !



Quello che sta succedendo sul piano politico, si sta replicando anche nella sfera religiosa, specialmente si dice da quando sul soglio di Pietro si agita una perfetta nullità, tipo Macron, ma abbastanza ambizioso e sufficientemente ignorante ed arrogante da poter essere utilizzato come una specie di rullo compressore: ha ricevuto l’incarico di asfaltare la vera Chiesa cattolica e di sostituirla con una falsa chiesa massonica e modernista, o meglio, di portare a compimento un tale processo, che era già in atto da alcuni decenni, almeno dal Concilio Vaticano II. E anche qui, le dinamiche della falsa comunicazione e dell’ipocrisia culturale sono le stesse: tutti sanno che è in atto una colossale menzogna, che si sta perpetrando un vergognoso tradimento nei confronti di milioni e milioni di fedeli, ma è proibito parlarne, pena la scomunica per i sacerdoti, o il “silenziamento” per intellettuali e giornalisti. I teologi ai quali vengono offerti i microfoni, cantano tutti la canzone di Bergoglio: una canzone stonatissima, che dovrebbe suonare falsa anche all’orecchio musicale meno esperto, ma che viene spacciata per una melodia divina da una pletora di servi e cortigiani, vescovi di strada e preti “misericordiosi”, quelli che non recitano il Credo nella santa Messa perché dicono ai fedeli di non crederci, e quelli che la Messa la sopprimono addirittura, specialmente a Natale, Capodanno ed Epifania, per rispetto verso i poveri migranti. Anche qui le cose sono chiare, per chi le vuol capire; anche qui si vede che i teologi alla Karl Rahner e alla Walter Kasper son riusciti a condurre la Chiesa là dove volevano condurla: in piena apostasia, per edificare, al posto del cattolicesimo, una neoreligione umanitaria, filantropica, buonista, ambientalista ed ecologista. Le cose sono fin troppo chiare. Ma quanti sono disposti a vederle, a capirle, ad accettarle? Le neochiesa controlla ormai tutta la stampa cattolica, quasi tutte le reti radiotelevisione; controlla le Conferenze Episcopali, i vertici degli ordini religiosi e, soprattutto, il collegio dei cardinali, quello che elegge i pontefici. Come può, il semplice credente, arrivare a prendere atto di esser vittima in un colossale imbroglio, di un inaudito tradimento? Istintivamente, e anche per scrupoli di fede, il cattolico medio, se ha dei dubbi, se ha dei sospetti, preferisce dire a se stesso di essersi sbagliato; preferisce dare torto alla propria intelligenza, piuttosto che riconoscere l’inaccettabile: che Bergoglio, Paglia, Galantino & Soci non sono dei veri ministri della Chiesa di Gesù Cristo, ma sono, piuttosto, i suoi nemici, esecutori del tristo incarico di demolire ciò che di essa ancora rimane in piedi. Ebbene: anche questo è un colpo di Stato. Un colpo di Stato che parte da lontano, dal conclave del 1958; e le cui vittime sono stati i cattolici ignari, presi in ostaggio e trascinati lontano dalla vera fede ad opera di un neoclero apostatico e infedele, ottenebrato e quasi ossessionato dalla smania di dialogare con il mondo, cioè, in concreto, di venire a patti col mondo, di piacere al mondo, di ammainare la bandiera della fede per accompagnare le anime ferite dalla vita, ma accompagnarle dove? Non si sa, il neoclero non lo dice: verso la dannazione eterna, probabilmente, se tale “accompagnamento” consiste, per esempio, nell’organizzare corsi per fidanzati gay o nell’autorizzare gli adulteri conclamati ad accedere alla santa Comunione.

Dunque: i signori del Nuovo Ordine Mondiale si fregano le mani e già cominciano a brindare: pensano d’aver vinto la partita. Ma forse hanno avuto troppa fretta; hanno peccato di orgoglio e di superbia. Sembrano essersi scordati che il loro avversario, in ultima analisi, non è di natura umana: è Qualcuno che può annientarli, volendo, in un istante; e che può servirsi anche di noi, poveri uomini, timidi e fragili, per contrastare i loro disegni tenebrosi. Contro di Lui, non ce la faranno mai: sono dei pazzi, letteralmente, e il loro destino finale sarà quello di sfracellarsi come miseri vasi di terracotta contro una parete di granito. Quanto a noi, non intendiamo sottrarci e ci prepariamo a combattere la buona battaglia per contrastare i loro piani e per difendere l’anima della nostra civiltà e l’essenza della nostra fede. Non riusciranno a toglierci né questa, né quella. Vogliamo restare europei e vogliamo restar cattolici, figli della vera Chiesa e non dell’antichiesa di B. Nei confronti di quest’ultima, fra le altre cose, useremo anche l’arma della pressione economica, ad esempio negando il finanziamento dell’otto per mille. La Chiesa è proprietaria, oltre che di un inestimabile capitale spirituale, che è di natura soprannaturale, anche di una quantità di beni materiali, accumulati nel corso delle generazioni, per duemila anni, attraverso i lasciti e le donazioni delle persone pie. Ebbene: se la falsa chiesa pretende di espropriarci di entrambi, il capitale spirituale e quello materiale, sappia che dovrà passare sui nostri corpi per riuscirci: non glielo permetteremo. Ci riprenderemo la nostra identità spirituale, sopprimendo le deviazioni e le eresie che si sono insinuate nella dottrina, nella pastorale e nella liturgia dal Concilio in poi; e ci riprenderemo i nostri beni materiali, perché non è giusto che chi non ci rappresenta, chi non è vero pastore, ma mercenario e traditore, possa disporre di quei beni che sono stati donati alla vera Chiesa per farne un retto uso, e non per finanziare corsi per fidanzati gay o per propagandare l’idea, nelle facoltà di teologia, che tutti hanno il diritto di accedere alla santa Eucarestia, anche i peccatori impenitenti. A costo di intraprendere tutta una serie di azioni legali, con tanto di avvocati e tribunali, i cattolici devono far capire a quei signori che essi non hanno alcun diritto di servirsi dei beni che la Chiesa possiede perché i nostri genitori, i nostri nonni e bisnonni glieli hanno donati, per perseguire delle azioni che non sono cattoliche, che sono il contrario di quel che ha insegnato Gesù Cristo. E la loro impudenza è giunta al segno che ora vengono a bussare a quattrini anche alle casse dello Stato e delle amministrazioni locali, sostenendo di svolgere opere socialmente meritorie. La Comunità di sant’Egidio, per esempio, quella che si è resa celebre per aver trasformato un certo numero di chiese e basiliche in cucine, mense e dormitori per i cosiddetti profughi, che non sono quasi mai tali, chiede al comune di Roma congrui finanziamenti; ebbene noi, come cattolici, non siamo affatto d’accordo che le chiese vengano destinate a tali funzioni, e perciò non siano nemmeno d’accordo che i soldi delle nostre tasse servano a finanziare simili progetti. Non si tratta di negare l’assistenza ai bisognosi; si tratta di sottrarre ai neocattolici l’uso e l’abuso dei luoghi consacrati, nonché del pubblico denaro, per far passare l’idea che la vera chiesa è la loro, mentre non lo è, e che il vero cristianesimo è il loro, mentre non lo è. Si tratta di sottrarre a quei signori i palcoscenici per reclamizzare la loro ideologia migrazionista, spacciandola per il Vangelo di Gesù.




Ma Cristo dov'è ? nella "neoreligione sincretista" umanitaria e filantropica



Allo stesso modo, non siamo d’accordo, come cittadini, che i soldi delle tasse universitarie, pagate per i nostri figli, servano a finanziare eventi “culturali” come i gay pride, come invece accade, per esempio a Udine l’estate scorsa; o che i nostri soldi, versati allo Stato, servano per finanziare enti come l’Unar (Ufficio nazionale anti discriminazioni) e se ne vadano in festini ed orge gay a base di prostituzione. Così pure, non siamo più disposti a votare per partiti e uomini politici che tradiscono spudoratamente l’interesse e la sicurezza nazionali, facendo permanere l’Italia in una Unione Europea egemonizzata dalle banche tedesche, dove la nostra economia, dopo aver perso il 25% della sua capacità industriale, sarà sempre più penalizzata con il trucco del debito pubblico; e facendola restare in una NATO che serve solo all’interesse strategico statunitense, e ci pone in conflitto con la Russia, nazione cristiana ed europea, mentre si vorrebbe far entrare in Europa la Turchia, nazione islamica ed asiatica. Né vogliamo riconoscere legittimità  a dei partiti e dei politici che ci rintronano gli orecchi tutto il giorno col dovere dell’accoglienza indiscriminata verso masse di africani ed asiatici, una cosa inaudita e improponibile in qualsiasi altra parte del mondo. Tutti costoro non ci rappresentano e la gente comincia e rendersene conto. Sì: hanno fatto male i loro conti, grazie a Dio.





Pubblicato anche su Acta Apostaticae Sedis e su Arianna Editrice: Ma hanno fatto male i loro conti





Del 13 Febbraio 2018



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AMDG et DVM

Chi è costei?


TRATTATO DELLA VERA DEVOZIONE A MARIA
San Luigi Maria Grignion de Monfort

GRANDEZZA DI MARIA

1. E' per mezzo della Santa Vergine Maria che Gesù Cristo è venuto al mondo ed è
ancora per mezzo di Lei che deve regnare nel mondo.

2. Maria ha vissuto una vita molto nascosta: per questo viene chiamata dallo Spirito Santo
e dalla Chiesa Alma Mater, Madre nascosta e segreta. La sua umiltà è stata così profonda
da non avere sulla terra altro desiderio più forte e 
più continuo che di nascondersi a se
stessa e a tutti, per essere conosciuta unicamente da Dio solo.

3. Dio, per esaudirla nelle richieste che gli fece di nasconderla e renderla povera e umile,
si compiacque di tenerla nascosta agli occhi di quasi tutti: nel concepimento, nella nascita,
nei misteri della sua vita, nella risurrezione e assunzione al cielo. 
I suoi stessi genitori non la conoscevano; 
gli angeli si domandavano spesso tra loro: 
Chi è costei?
L'Altissimo la teneva loro nascosta; oppure, 
se rivelava qualcosa, 
infinitamente di più era ciò che teneva segreto.


AVE MARIA!