martedì 10 maggio 2011

NON COSTA TROPPO DIO PER QUANTO COSTI





"SINTESI" DEL “TRATTATO DELLA VITA SPIRITUALE”
di san Vincenzo Ferreri

San Vincenzo Ferreri (1346 – 1419), è l’autore del bellissimo “Trattato della Vita spirituale”, buono e pratico non solo per religiosi bensì per ogni cristiano. Chi lo legge confessa che non ci sono altri libri in cui le virtù sono rappresentate così al vivo. I suoi insegnamenti sono brevi ma sostanziali. Offrono  alla riflessione una materia inesauribile. E quindi sempre nuova.
Oggi però le genti, un po’ distratte, fan fatica a concentrarsi nella lettura d’un trattato sia pur breve. Offro perciò in questo post,  del suddetto Trattato, una sintesi riportata da alcuni manoscritti del XV secolo. Eccola:

     “ Se vuoi arrivare alla meta prefissa [ossia: alla santità], due cose ti sono necessarie:

·       La prima: tieniti lontano da tutte le cose passeggere e terrestri, non prestarci nessuna attenzione, come se non esistessero;

·       La seconda: datti a Dio in modo tale da non dire né fare se non solo quello che crederai sicuramente piacere a Lui.

   Il primo punto lo realizzerai così: Disprezzati quanto puoi e
come puoi, convinto che sei un nulla e che tutti gli altri uomini sono buoni e migliori di te e più riconoscenti con Dio. Tutto quanto senti o vedi nelle persone religiose ed illustri, consideralo sempre fatto o detto con buona intenzione per quanto a volte possa sembrare il contrario. Frequentemente gli umani sospetti ingannano.

     Non dispiacere a nessuno. Non dire mai di te stesso cosa che si volga in tua lode, per quanto possa esserti amico l’interlocutore. Ed ancor più impegnati a nascondere le tue virtù anziché i vizi. Non parlare mai male di nessuno, neppure se le cose fossero vere o conosciute, ma solamente nella confessione, e solo quando non potresti manifestare altrimenti il tuo peccato. Ascolta con gusto se qualcuno viene lodato, più di quando è vituperato.

      Quando parli, le tue parole siano poche, rette, vere, poderose, e trattino di Dio. Se un laico parla con te e tratta cose vane, appena puoi cambia argomento di conversazione e trasportati alle cose di Dio. Tutto ciò che succede a te o ad altri a te vicini, non ti preoccupi. Se è cosa prospera, non rallegrarti; se avversa, non rattristarti, ma considerala niente, e loda Dio.

      Fai possibilmente ogni sforzo per cercare diligentemente ciò che è utile. Rifuggi dal parlare per quanto puoi, perché è meglio tacere che parlare. Dopo la [preghiera di] Compieta non parlar più fino a che la Messa del giorno seguente sia terminata, salve eccezionale motivo. Se notassi qualcosa che non ti piace, esaminati e se c’è in te, toglila. Però, nel caso vedessi o udissi qualcosa che ti piace, scrutati: e se ce l’hai conservala, e se non ce l’hai procuratela, e così tutte le cose staranno per te come in uno specchio.

     Di nulla mormorerai con nessuno, a meno che, per quanto grave sia ciò che pensi, tu creda sia di giovamento. Non asserire né negare mai alcunché in maniera testarda (pertinace), ma le tue asserzioni, negazioni e dubbi siano ornati di prudenza [nel manoscritto: condimentadas con sal]. Astieniti sempre da risate sguaiate. Le risate siano rare. E conversa  con pochi, ma sempre con brevità di parole. Fa’ in modo che con le tue parole si dissolva ogni dubbio.


  Il secondo punto lo raggiungerai in questo modo: Applicati all’orazione con grande devozione e pregala come impegno nelle ore dovute: e quel che porti all’orazione meditalo nel tuo cuore giorno e notte. La lettura alimenti l’orazione.

     Medita diligentemente e immaginati la situazione di coloro per i quali hai pregato

     Memorizza nel tuo profondo cosa sei stato, cosa sei, cosa sarai. Che sei stato una spina puzzolente, che sei un mucchio di sterco, che sarai cibo e alimento di vermi [nel manoscritto: que fuiste una espina fétida, eres un montòn de estiércol, seràs comida y manjar de gusanos]. Immaginati anche i tormenti dei dannati nell’inferno, tormenti che mai finiranno, e come per un così poco godimento ora patiscono tanti mali. Immagina altresì la gloria dei beati in Paradiso, che mai finirà, e che si guadagna con tanta facilità e prontezza. E ugualmente quanto dolore e pianto avranno coloro che per cose così minuscole perdettero una così grande gloria.


      Quando sperimenti o temi un disgusto, pensa che se ti trovassi nell’inferno, quel dispiacere e quant’altro non vorresti, lo avresti, così sopporterai tutto diligentemente per l’amore di Cristo. E quando hai, o desiderassi avere una soddisfazione pensa che se fossi in Paradiso la terresti, insieme a tutto ciò che vorresti avere.

     Quando è la festa di un santo, pensa quante cose sopportò per Dio, anche se per breve tempo, e quali grandi cose raggiunse, che sono eterne. Pensa altresì alla fine dei tormenti dei buoni, e dei godimenti dei cattivi. Questi per i loro illeciti piaceri e divertimenti hanno la pena eterna. I buoni per i loro tormenti ottennero la gloria eterna.

      Nel caso ti vinca la pigrizia, prendi questo scritto, e con diligenza immagina tutto questo, e pensa al tempo che spendi operando così, e come i dannati nell’inferno darebbero per esso tutto il mondo se l’avessero. Se tenessi alcun dolore pensa ai beati del Paradiso che ne sono privi. E ugualmente avendo alcuna consolazione, pensa che i dannati dell’inferno ne sono assolutamente sprovvisti. Quando vai a riposare esaminati su ché pensasti, ché dicesti, ché facesti nel giorno, e se dissipasti il prezioso tempo che ti fu dato per meritarti la vita eterna, e, se l’utilizzasti bene, loda Dio. Se invece te ne servisti male e negligentemente, piangi. E all’indomani non ritardare la confessione. E nel caso abbia fatto o detto qualcosa di cui molto ti rimorde la coscienza, non mangiare prima di confessarti.

      Come conclusione, ti invito a immaginare due città: una, colma di tutti i tormenti, cioè, l’inferno. L’altra, piena di ogni consolazione, come è il paradiso.

      E’ necessario che corra verso una delle due. Osserva bene chi può condurti al male o chi può impedirti il bene. Penso che non l’incontrerai.

      Sono certo che se custodisci le cose sin qui dette, lo Spirito te lo insegnerà tutto e abiterà in te e ti educherà a compiere tutta la tua parte.

      Pertanto, osserva bene queste cose e non omettere nulla. Leggile due volte la settimana, il mercoledì e il sabato. Ove risultassi fedele nel compimento, loda Dio, che è pietoso e misericordioso per i secoli dei secoli. AMEN.
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L'originale è qui:


“Si  quieres  alcanzar  plenamente  lo que intentas, dos cosas te son necesarias:

- primera, que te apartes de todas las cosas transitorias y terrenas, y no te cuides
nada de ellas, como si no existieran;

- segunda, que te des de tal forma a Dios, que nada digas ni hagas sino lo que
creyeres firmemente que le agrada.

Lo primero lo conseguirás de este modo: Despréciate a ti mismo de todas las
maneras en que puedas, creyendo que eres nada y que todos los hombres son buenos y
mejores que tú, y que agradan más a Dios. Todo lo que oigas u observes en las
personas religiosas y famosas, míralo siempre como hecho o dicho con buena intención,
aunque parezca lo contrario. Porque frecuentemente fallan las sospechas humanas.

A nadie disgustes. Nunca hables de ti mismo algo que comporte alabanza, por
más amigo que sea aquel con quien hablas. Es más, trabaja más en ocultar las virtudes
propias que los vicios. De nadie hables mal jamás, aunque sean cosas verdaderas o
manifiestas, a no ser en la confesión, y esto cuando no puedas manifestar de otra manera
tu pecado. Escucha con gusto cuando alguien es alabado, más que cuando es
vituperado.

Cuando hables, tus palabras sean pocas, rectas, verdaderas, poderosas, y sean
también sobre Dios. Si un seglar habla contigo y propone cosas vanas, cuanto antes
puedas corta la conversación y transpórtate a las cosas de Dios. Todo lo que te
acontezca a ti, o a otro unido a ti, no te preocupe. Si es cosa próspera, no te alegres; si
es adversa, no te entristezcas, sino considéralo nada, y alaba a Dios.

Pon, en lo posible, toda solicitud para buscar diligentemente lo que es útil. Huye
de las palabras en cuanto puedas, porque es mejor callar que hablar. Después de las
Completas no hables hasta que la misa del día siguiente haya terminado, a no ser que se
presente una razón mayor. Si vieres algo que no te gusta, mira si está en ti y córtalo.
Mas, si vieres u oyeres algo que te agrada, mira si está en ti y manténlo, y si no lo
tienes, tómalo y así todas las cosas estarán para ti como en un espejo.

De nada murmures con otro, a no ser que creas que es provechoso, por más
grave que sea lo que piensas. Nunca afirmes algo de modo pertinaz, ni tampoco lo
niegues así, sino que tus afirmaciones, negaciones y dudas, estén condimentadas con
sal. Abstente siempre de las carcajadas. Las risas sean raras. Y a pocos prestes
conversación sino brevemente en todas tus palabras. Compórtate de forma que en tus
palabras se disipen las dudas.

Lo segundo lo alcanzarás de este modo: aplícate a la oración con gran devoción
y rézala como tarea en las horas debidas: y lo que llevas a la oración medítalo en tu
corazón día y noche. Lo que leas sea para alimentar la oración.

Medita diligentemente e imagínate el estado de aquellos en cuyo recuerdo las
has rezado.

Ten estas cosas como propias en tu memoria, a saber, qué fuiste, qué eres, qué
serás. Qué fuiste, una espina fétida. Qué eres, un montón de estiércol. Qué serás,
comida y manjar de gusanos. Imagina también las penas de los que están en el infierno,
penas que nunca acabarán, y que por tan poco deleite padecen tantos males. Por otra
parte, imagina la gloria de los que están en el paraíso, que nunca acabará, y cuán pronto
y brevemente se adquiere. Y, lo mismo, cuánto dolor y llanto tendrán los que por cosas
tan pequeñas perdieron tan gran gloria.

Cuando tienes algo que te disgusta, o temes tenerlo, piensa que si estuvieras en
el infierno, aquello y todo lo que no quisieras tener, lo tendrías, y de esta manera lo
soportarás todo diligentemente por el amor de Cristo. Y cuando tienes, o , deseas tener
algo que te agrada, piensa que si estuvieras en el paraíso lo tendrías, con todo lo que
quisieras tener.

Cuando es la fiesta de algún santo, piensa cuántas cosas soportó por Dios,
aunque brevemente, y qué cosas alcanzó, que son eternas. Piensa también que pasaron
los tormentos de los buenos y los gozos de los malos. Estos, por sus indebidas delicias
y gozos, tienen la pena eterna. Y los buenos, con estos tormentos, alcanzaron la gloria
eterna.

Siempre que te venza la pereza, toma este escrito e imagínate con diligencia todo
esto, y piensa el tiempo que pierdes obrando así, de forma que los que están en el
infierno darían todo el mundo si lo tuvieran para ello. Si tienes algunos dolores, piensa
que los que están en el paraíso carecen de ellos. Y, lo mismo, si tienes algún consuelo,
piensa que los del infierno carecen absolutamente de ellos. Cuando vayas a acostarte,
examínate, qué pensaste, qué dijiste, qué hiciste durante el día y cómo el tiempo útil que
se te dio para adquirir la vida eterna, lo disipaste, y, si lo utilizaste bien, alaba a Dios.
Si lo utilizaste mal y negligentemente, llora. Y al día siguiente no retardes la confesión.
Y si hiciste algo, o dijiste, de lo que te remuerde mucho la conciencia, no comas antes
de confesarte.


Como final, pongo que imagines dos ciudades: una, llena de todos los tormentos,
a saber, el infierno. La otra, llena de todo consuelo, como es el paraíso.

Es necesario que corras hacia una de las dos. Mira bien quién te puede llevar al
mal o quién te puede impedir el bien. Pienso que no lo encontrarás.

Estoy seguro que si guardas las cosas que se han dicho, el Espíritu te lo enseñará
todo y habitará en ti y te educará para que lo cumplas todo.

Por tanto, observa bien estas cosas y no omitas nada. Léelas dos veces por
semana, el miércoles y el sábado. Y donde encuentres que las has cumplido, alaba a
Dios, que es piadoso y misericordioso por los siglos de los siglos. AMEN”.


Da: biblioteca.campusdominicano.org/trat_vida_esp.pdf

AMDG et BMV




     

      

domenica 8 maggio 2011

O ROSARIO BENEDETTO, CATENA DOLCE, VINCOLO D'AMORE






  " Questa è la mia ora e presto la Chiesa tutta sarà portata a nuovo splendore da Colei che voi invocate come Regina delle vittorie ".


O Rosario benedetto di Maria; Catena dolce che ci rannodi a Dio; Vincolo di amore che ci unisci agli Angeli; Torre di salvezza negli assalti d'inferno; Porto sicuro nel comune naufragio, noi non ti lasceremo mai più. Tu ci sarai conforto nell'ora di agonia; a te l'ultimo bacio della vita che si spegne. E l'ultimo accento delle smorte labbra sarà il nome vostro soave, Regina del Rosario della Valle di Pompei, o Madre nostra cara, o unico Rifugio dei peccatori, o sovrana Consolatrice dei mesti. Siate ovunque benedetta, oggi e sempre, in terra e in cielo. Così sia.

***


Santuario di Caravaggio, 13 maggio 1993. Anniversario della prima apparizione a Fatima.

Gli anni sanguinosi della battaglia.

«In questo venerato Santuario, con una intera giornata di Cenacolo, voi sacerdoti e fedeli del mio Movimento della regione di Lombardia, oggi ricordate l'anniversario della mia prima
apparizione, avvenuta in Fatima nella povera Cova da Iria.
Siete ancora dentro il tempo di questa mia apparizione.

Siete sopratutto nel cuore di questo mio messaggio.
La lotta fra la Donna vestita di sole ed il Dragone rosso, in questi anni, ha raggiunto il suo vertice più alto.
Satana ha instaurato il suo regno nel mondo. Ora vi domina da vincitore sicuro.
Le potenze che ordinano e dispongono gli avvenimenti umani, secondo i loro perversi disegni, sono quelle tenebrose e diaboliche del Male.
Sono riuscite a portare l'umanità tutta a vivere senza Dio; hanno ovunque diffuso l'errore dell'ateismo teorico e pratico; hanno costruito i nuovi idoli, di fronte a cui l'umanità si prostra
in adorazione: il piacere, il denaro, l'orgoglio, la impurità, il predominio, e l'empietà.

Così, in questi vostri anni, la violenza si è sempre più diffusa; l'egoismo ha reso duri ed insensibili i cuori degli uomini; l'odio è divampato come fuoco bruciante; le guerre si sono moltiplicate in ogni parte del mondo e vivete ormai dentro il pericolo di una nuova, terribile guerra mondiale, che porterà alla distruzione di popoli e nazioni e da cui nessuno uscirà vincitore.

Satana è riuscito ad entrare nella Chiesa, nuovo Israele di Dio.
Vi è entrato con il fumo dell'errore e del peccato, della perdita della fede e dell'apostasia, del compromesso con il mondo e della ricerca dei piaceri.
In questi anni è riuscito a sedurre vescovi e sacerdoti, religiosi e fedeli.
Le forze massoniche sono entrate nella Chiesa, in maniera subdola e nascosta, ed hanno posto la loro roccaforte nello stesso luogo ove vive ed opera il Vicario di mio Figlio Gesù. 

Vivete gli anni sanguinosi della battaglia, perché la grande prova è ormai giunta per tutti.
Si sta realizzando quanto è contenuto nella terza parte del mio messaggio, che ancora non vi è stato svelato, ma che ormai è reso palese dagli stessi avvenimenti che state vivendo. 

Per prepararvi ad essi, Io ho fatto sorgere, in ogni parte del mondo, la mia Opera del Movimento Sacerdotale Mariano.
E così ho scelto questo mio più piccolo e povero bambino e l'ho portato ovunque, come strumento del mio materno disegno di salvezza e di misericordia.

Per mezzo di lui vi ho chiamato da ogni parte a consacrarvi al mio Cuore Immacolato; ad entrare tutti nel sicuro rifugio che la Mamma Celeste ha preparato per voi; a moltiplicare i
Cenacoli di preghiera come parafulmini che vi proteggono dal fuoco del castigo.

Quanti di voi mi hanno risposto con filiale amore e con grande generosità.
Ormai il mio disegno sta per attuarsi ed il compito, che ho affidato a questo mio piccolo figlio, sta per essere compiuto.
Per questo oggi vi guardo con la particolare compiacenza di una Mamma che viene da voi consolata e glorificata.

Vi invito a vivere senza paura, ma con grande fiducia e speranza, questi anni sanguinosi della battaglia.
Dal calice di sofferenze mai provate fin'ora, uscirà il sole divino di una nuova era, dall'umanità mai conosciuta, di grazia e di santità, di amore e di giustizia, di gioia e di pace».

AMDG et BMV

LETTERA A TUTTI I CHIERICI


SULLA RIVERENZA DEL CORPO DEL SIGNORE (dagli scritti di san Francesco d'Assisi)


(Seconda recensione)


[207] 1 "Facciamo attenzione, noi tutti chierici, al grande peccato e all’ignoranza che certuni hanno riguar­do al santissimo corpo e sangue del Signore nostro Gesù Cristo e ai santissimi nomi e alle sue parole scritte, che santificano il corpo.
                2 Sappiamo che non ci può essere il corpo se prima non è santificato dalla parola.
                3 Niente infatti possediamo e vediamo corporalmen­te in questo mondo dello stesso Altissimo, se non il cor­po e il sangue, i nomi e le parole mediante le quali sia­mo stati creati e redenti «da morte a vita».

[208] 4 Tutti coloro, poi, che amministrano così santi ministeri, considerino tra sé, soprattutto quelli che li amministrano senza discrezione, quanto siano miserandi i calici, i corporali e le tovaglie sulle quali si compie il sacrificio del corpo e del sangue del Signore nostro.
                5 E da molti viene lasciato in luoghi indecorosi, vie­ne trasportato senza nessun onore e ricevuto senza le do­vute disposizioni e amministrato agli altri senza discrezione.

[209] 6 Anche i nomi e le parole di lui scritte talvolta vengono calpestate, 7 perché «l’uomo carnale non com­prende le cose di Dio».
                8 Non dovremmo sentirci mossi a pietà per tutto questo, dal momento che lo stesso pio Signore si conse­gna nelle nostre mani e noi l’abbiamo a nostra disposi­zione e ce ne comunichiamo ogni giorno? 9 Ignoriamo forse che dobbiamo venire nelle sue mani?
                10 Orsù, di tutte queste cose e delle altre, subito e con fermezza emendiamoci; 11 e ovunque troveremo il santissimo corpo del Signore nostro Gesù Cristo collo­cato e lasciato in modo illecito, sia rimosso di là e posto e custodito in un luogo prezioso.
                12 Ugualmente, ovunque siano trovati i nomi e le parole scritte del Signore in luoghi sconvenienti, siano raccolte e debbano essere collocate in luogo decoroso.
                13 E sappiamo che è nostro dovere osservare tutte queste norme, sopra ogni altra cosa, in forza dei precetti del Signore e delle costituzioni della Santa Madre Chiesa.
                14 E colui che non si diporterà in questo modo, sappia che dovrà rendere «ragione» al Signore nostro Gesù Cristo «nel giorno del giudizio».
                15 E coloro che faranno ricopiare questo scritto perché esso sia meglio osservato, sappiano che saranno benedetti dal Signore Iddio."



AMDG et BMV

sabato 7 maggio 2011

LETTERA A TUTTI I FEDELI scritta da S. FRANCESCO d'Assisi



" Io frate Francesco, il più piccolo servo vo­stro, vi prego e vi scongiuro, nella carità che è Dio, e col desiderio di baciarvi i piedi, che queste parole e le altre del Signore nostro Gesù Cristo con umiltà e amore le dobbiate accogliere e attuare e osservare".

LETTERA AI FEDELI

(Seconda recensione)


[179]         1 Nel nome del Signore, Padre e Figlio e Spirito Santo. Amen.
         A tutti i cristiani religiosi, chierici e laici uomini e donne, a tutti gli abitanti del mondo intero, frate Fran­cesco, loro servo e suddito, ossequio rispettoso, pace dal cielo e sincera carità nel Signore.

[180]         2 Poiché sono servo di tutti, sono tenuto a servi­re a tutti e ad amministrare le fragranti parole del mio Signore. 3 E perciò, considerando che non posso visita­re personalmente i singoli, a causa della malattia e de­bolezza del mio corpo, mi sono proposto di riferire a voi, mediante la presente lettera e messaggio, le parole del Signore nostro Gesù Cristo, che è il Verbo del Padre, e le parole dello Spirito Santo, che sono spirito e vita.

I. IL VERBO DEL PADRE

[181]         4 L’altissimo Padre celeste, per mezzo del santo suo angelo Gabriele, annunciò questo Verbo del Pa­dre, così degno, così santo e glorioso, nel grembo della santa e gloriosa Vergine Maria, e dal grembo di lei rice­vette la vera carne della nostra umanità e fragilità.

[182]         5 Lui, che era ricco sopra ogni altra cosa, vol­le scegliere in questo mondo, insieme alla beatissima Vergine, sua madre, la povertà.

[183]         6 E, prossimo alla passione, celebrò la pa­squa con i suoi discepoli, e prendendo il pane, rese gra­zie, lo benedisse e lo spezzò dicendo: «Prendete e mangia­te, questo è il mio corpo». 7 E prendendo il calice dis­se: «Questo è il mio sangue della nuova alleanza, che per voi e per molti sarà sparso in remissione dei peccati». 6 Poi pregò il Padre dicendo: «Padre, se è possibile, pas­si da me questo calice». 9 E il suo sudore divenne simile a gocce di sangue che scorre per terra. Depose tuttavia la sua volontà nella volontà del Padre dicendo: «Padre, sia fatta la tua volontà; non come voglio io, ma come vuoi tu».

[184]         11 E la volontà di suo Padre fu questa, che il suo figlio benedetto e glorioso, che egli ci ha donato ed è nato per noi, offrisse se stesso, mediante il proprio san­gue, come sacrificio e vittima sull’altare della croce, 12 non per sé, poiché per mezzo di lui sono state create tutte le cose, ma in espiazione dei nostri peccati, 13 lasciando a noi l’esempio perché ne seguiamo le or­me. 14 E vuole che tutti siamo salvi per mezzo di lui e che lo riceviamo con cuore puro e col nostro corpo casto.

[185]         15 Ma pochi sono coloro che lo vogliono riceve­re ed essere salvati per mezzo di lui, sebbene il suo giogo sia soave e il suo peso leggero.

II. DI QUELLI CHE NON VOGLIONO OSSERVARE
I COMANDAMENTI Dl DIO

[186]         16 Coloro che non vogliono gustare quanto sia soave il Signore e preferiscono le tenebre alla luce, rifiutando di osservare i comandamenti di Dio, sono maledetti; 17 di essi dice il profeta: «Maledetti coloro che si allontanano dai tuoi comandamenti». 18 Invece, quanto sono beati e benedetti quelli che amano il Signo­re e fanno così come dice il Signore stesso nel Vangelo: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore e tutta l’ani­ma, e il prossimo tuo come te stesso».

III. DELL’AMORE DI DIO E DEL SUO CULTO

[187]         19 Amiamo dunque Dio e adoriamolo con cuo­re puro e mente pura, poiché egli stesso, ricercando que­sto sopra tutte le altre cose, disse: I veri adoratori adore­ranno il Padre nello Spirito e nella verità. 20 Tutti infatti quelli che lo adorano, bisogna che lo adorino nello spirito della verità.

[188]         21 Ed eleviamo a lui lodi e preghiere giorno e notte, dicendo: «Padre nostro, che sei nei cieli», poi­ché bisogna che noi preghiamo sempre senza stancarci.

IV. DELLA VITA SACRAMENTALE

[189]         22 Dobbiamo anche confessare al sacerdote tutti i nostri peccati e ricevere da lui il corpo e il sangue del Signore nostro Gesù Cristo. 23 Chi non mangia la sua carne e non beve il suo sangue, non può entrare nel regno di Dio. 24 Lo deve però mangiare e bere de­gnamente, poiché chi lo riceve indegnamente, mangia e beve la sua condanna, non discernendo il corpo del Signo­re, cioè non distinguendolo dagli altri cibi.

[190]         25 Facciamo, inoltre, frutti degni di peniten­za. 26 E amiamo i prossimi come noi stessi. 27 E se uno non vuole amarli come se stesso, almeno non arrechi loro del male, ma faccia del bene.

V. DEL GIUDICARE CON MISERICORDIA

[191]         28 Coloro poi che hanno ricevuto l’autorità di giudicare gli altri, esercitino il giudizio con misericordia, così come essi stessi vogliono ottenere misericordia dal Signore; 29 infatti il giudizio sarà senza misericordia per coloro che non hanno usato misericordia.

[192]         30 Abbiamo perciò carità e umiltà e facciamo elemosine, perché l’elemosina lava l’anima dalle brutture dei peccati. 31 Gli uomini infatti perdono tutte le cose che lasciano in questo mondo, ma portano con sé la ricompensa della carità e le elemosine che hanno fatto, di cui avranno dal Signore il premio e la degna ricom­pensa.

VI. DEL DIGIUNO CORPORALE E SPIRITUALE

[193]         32 Dobbiamo anche digiunare e astenerci dai vizi e dai peccati. a e da ogni eccesso nel mangiare e nel bere ed essere cattolici. 33 Dobbiamo anche visi­tare frequentemente le chiese e venerare e usare reve­renza verso i chierici, non tanto per loro stessi, se sono peccatori, ma per l’ufficio e l’amministrazione del santis­simo corpo e sangue di Cristo, che sacrificano sull’altare e ricevono e amministrano agli altri.

[194]         34 E siamo tutti fermamente convinti che nes­suno può essere salvato se non per mezzo delle sante pa­role e del sangue del Signore nostro Gesù Cristo, che i chierici pronunciano, annunciano e amministrano. 35 Ed essi soli debbono amministrarli e non altri.
         36 Specialmente poi i religiosi, i quali hanno ri­nunciato al mondo, sono tenuti a fare molte altre cose e più grandi, senza però tralasciare queste.

VII. DELL’AMORE VERSO I NEMICI

[195]         37 Dobbiamo avere in odio i nostri corpi con i vizi e i peccati, poiché il Signore dice nel Vangelo: Tutte le cose cattive, i vizi e i peccati escono dal cuore.

[196]         38 Dobbiamo amare i nostri nemici e fare del bene a coloro che ci odiano. 39 Dobbiamo osservare i precetti e i consigli del Signore nostro Gesù Cristo. 40 Dobbiamo anche rinnegare noi stessi e porre i nostri corpi sotto il giogo del servizio e della santa obbe­dienza, così come ciascuno ha promesso al Signore.

VIII. UMILTÀ NEL COMANDARE

[197]         41 E nessun uomo si ritenga obbligato dall’ob­bedienza a obbedire a qualcuno là dove si commette de­litto o peccato. 42 E colui al quale è affidata l’obbe­dienza e che è ritenuto maggiore, sia come il minore e servo degli altri fratelli, 43 e usi ed abbia nei confron­ti di ciascuno dei suoi fratelli quella misericordia che vorrebbe fosse usata verso di sé qualora si trovasse in un caso simile.

[198]         44 E per il peccato commesso dal fratello non si adiri contro di lui, ma lo ammonisca e lo conforti con ogni pazienza e umiltà.

IX. DEL FUGGIRE LA SAPIENZA CARNALE

[199]         45 Non dobbiamo essere sapienti e prudenti secondo la carne, ma piuttosto dobbiamo essere semplici, umili e puri. 46 Teniamo i nostri corpi in umiliazione e dispregio, perché noi, per colpa nostra, siamo miseri, fetidi e vermi, come dice il Signore per bocca del profe­ta: «lo sono un verme e non un uomo, l’obbrobrio degli uo­mini e scherno del popolo».
         47 Mai dobbiamo desiderare di essere sopra gli al­tri, ma anzi dobbiamo essere servi e soggetti ad ogni umana creatura per amore di Dio.

X. DEL SERVO FEDELE CHE DIVIENE DIMORA DI DIO

[200]         48 E tutti quelli e quelle che si diporteranno in questo modo, fino a quando faranno tali cose e perseve­reranno in esse sino alla fine, riposerà su di essi lo Spiri­to del Signore, ed egli ne farà sua abitazione e dimo­ra. 49 E saranno figli del Padre celeste, di cui fanno le opere, 50 e sono sposi, fratelli e madri del Si­gnore nostro Gesù Cristo.
         51 Siamo sposi, quando l’anima fedele si congiunge a Gesù Cristo per l’azione dello Spirito Santo. 52 E siamo fratelli, quando facciamo la volontà del Padre suo, che è in cielo. 53 Siamo madri, quando lo portiamo nel nostro cuore e nel nostro corpo attraverso l’amore e la pura e sincera coscienza, e lo generiamo at­traverso il santo operare, che deve risplendere in esem­pio per gli altri.

[201]         54 Oh, come è glorioso e santo e grande avere in cielo un Padre!
         55 Oh, come è santo, consolante, bello e ammirabi­le avere un tale Sposo!
         56 Oh, come è santo come è delizioso, piacevole, umile, pacifico, dolce e amabile e sopra ogni cosa desiderabile avere un tale fratello e figlio, il quale offrì la sua vita per le sue pecore e pregò il Padre per noi, di­cendo: «Padre santo, custodisci nel tuo nome quelli che mi hai dato. 57 Padre, tutti coloro che mi hai dato nel mondo erano tuoi e tu li hai dati a me. 58 E le paro­le che desti a me, le ho date a loro; ed essi le hanno accolte e veramente hanno riconosciuto che io sono uscito da te ed hanno creduto che tu mi hai mandato. Io prego per loro e non per il mondo. Benedicili e santificali. 59 E per loro io santifico me stesso, affinché siano santificati nell’unità, come lo siamo noi. 60 E voglio, o Padre, che dove io sono ci siano anch’essi con me, affinché vedano la mia gloria nel tuo regno».

[202]         61 A colui che tanto patì per noi, che tanti be­ni ha elargito e ci elargirà in futuro, a Dio, ogni creatu­ra che vive nei cieli, sulla terra, nel mare e negli abissi renda lode, gloria, onore e benedizione, 62 poiché egli è la nostra virtù e la nostra fortezza. Egli che solo è buono, solo altissimo, solo onnipotente, ammirabile glorioso e solo è santo, degno di lode e benedetto per gli infiniti secoli dei secoli. Amen.

XI. DI COLORO CHE NON FANNO PENITENZA

[203]         63 Invece, tutti coloro che non vivono nella penitenza, e non ricevono il corpo e il sangue del Signore nostro Gesù Cristo, 64 e compiono vizi e peccati, e che camminano dietro la cattiva concupiscenza e i cattivi desideri, e non osservano quelle cose che hanno promesso, 65 e servono con il proprio corpo il mondo, gli istinti della carne, le cure e preoccupazioni del mondo e le cure di questa vita, 66 ingannati dal diavolo di cui sono figli e ne compiono le opere, costoro sono ciechi poiché non vedono la vera luce, il Signore nostro Gesù Cristo.
         67 Questi non posseggono la sapienza spirituale, poiché non hanno in sé il Figlio di Dio, che è la vera sa­pienza del Padre. Di essi dice la Scrittura: «La loro sa­pienza è stata divorata». 68 Essi vedono, conoscono, sanno e fanno il male e consapevolmente perdono le loro anime.

[204]         69 Vedete, o ciechi, ingannati dai nostri nemi­ci, cioè dalla carne, dal mondo e dal diavolo, che al cor­po è dolce fare il peccato ed è cosa amara servire Dio, poiché tutte le cose cattive, vizi e peccati, escono e proce­dono dal cuore degli uomini, come dice il Signore nel Vangelo. 70 E così non possedete nulla né in que­sto mondo né nell’altro. 71 Credete di possedere a lun­go le vanità di questo secolo, ma vi ingannate, perché verrà il giorno e l’ora che non pensate, non conoscete e ignorate.

XII. IL MORIBONDO IMPENITENTE

[205]         72 Il corpo è infermo, si avvicina la morte, accorrono i parenti e gli amici e dicono: «Disponi delle tue cose». 73 Ecco, la moglie di lui, i figli, i parenti e gli amici fingono di piangere. 74 Ed egli, sollevando gli occhi, li vede piangere e, mosso da un cattivo sentimento, pensando tra sé dice: «Ecco, la mia anima e il mio corpo e tutte le mie cose pongo nelle vostre mani». 75 In verità questo uomo è maledetto, poiché colloca la sua fiducia e affida la sua anima, il suo corpo e tutti i suoi averi in tali mani. 76 Perciò dice il Signore per bocca del profeta: «Maledetto l’uomo che confida nel­l’uomo!».
         77 E subito fanno venire il sacerdote. Gli domanda il sacerdote: «Vuoi ricevere la penitenza per tutti i tuoi peccati?». 78 Rispose: «Sì». «Vuoi dare soddisfazione, con i tuoi mezzi, cosi come puoi, per tutte le colpe e per quelle cose che hai defraudato e nelle quali hai inganna­to gli uomini?». 79 Risponde: «No». E il sacerdote: «Perché no?». 80 «Perché ho consegnato ogni mio ave­re nelle mani dei parenti e degli amici». 81 E inco­mincia a perdere la parola, e così quel misero muore.
         82 Ma sappiamo tutti che ovunque e in qualsiasi modo un uomo muoia in peccato mortale senza compie­re la soddisfazione sacramentale, e può farlo e non lo fa, il diavolo rapisce la sua anima dal suo corpo con una angoscia e sofferenza così grandi, che nessuno può sape­re se non chi ne fa la prova. 83 E tutti i talenti e l’au­torità e la scienza, che credeva di possedere, gli sono portati via. 84 Egli li lascia ai parenti e agli amici; ed essi prendono il patrimonio e se lo dividono e poi di­cono: «Maledetta sia la sua anima, poiché poteva darci e acquistare più di quanto non acquistò!». 85 I vermi divorano il corpo; e così quell’uomo perde l’anima e il corpo in questa breve vita e va all’inferno, ove sarà tor­mentato eternamente.
         86 Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

[206]         87 Io frate Francesco, il più piccolo servo vo­stro, vi prego e vi scongiuro, nella carità che è Dio, e col desiderio di baciarvi i piedi, che queste parole e le altre del Signore nostro Gesù Cristo con umiltà e amore le dobbiate accogliere e attuare e osservare. 87bis E coloro che non sanno leggere, se le facciano leggere spesso, e le imparino a memoria, mettendole in pratica santamente sino alla fine, perché sono spirito e vita. E coloro che non faranno ciò, ne rende­ranno ragione nel giorno del giudizio davanti al tribuna­le di Cristo. 88 E tutti quelli e quelle che con benevo­lenza le accoglieranno e le comprenderanno e ne invie­ranno copie ad altri, se in esse persevereranno fino alla fine, li benedica il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo. Amen.

AMDG et BMV

venerdì 6 maggio 2011

Dolce Giglio

16.4.2011
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    " ... la bella Festa, da Gesù preparata proprio per questo tempo, sia ricca di fiori rigogliosi di ogni colore e specie e nessuno manchi.”

     Figli amati, sapete che molto dipende anche da voi? Il grande miracolo lo farà certo Gesù, ma a voi spetta fare ciascuno la sua piccola parte. Se molti di voi la faranno, vedrete le Meraviglie di Dio, le vedrete presto. Egli ha questo grande Progetto e vuole realizzarlo, pienamente, in breve.
      Mi dice la Mia piccola: “Le Tue Parole, sempre dolci e sublimi, mi fanno svanire la tristezza e sbocciare la gioia. Noi siamo i Tuoi piccoli più piccoli: guidaci, Madre amata del Cielo, guidaci, giorno dopo giorno, a fare la Volontà di Dio! Se Tu resti con noi, ci sentiamo forti e vigorosi per fare le cose più belle e dare gioia, così, a Gesù. Egli dirà: “Se molti sono gli ostinati nel male, non mancano i piccoli, ardenti, che fanno la Mia Volontà, che l’amano e dànno tanta gioia al Mio Cuore, per l’obbedienza”; dirà queste Parole e per quei pochi concederà molto all’Umanità intera.

       Penso a ciò che fece Abramo in difesa del popolo indocile: si mise davanti a Dio per intercedere e riuscì a stornare il castigo. Madre amata, con Te, stretti a Te, cerchiamo di stornare i castighi che merita il mondo, ribelle ed ingrato.

       Dolce Giglio, Che dài Fragranza al Cielo ed alla terra, lascia che restiamo stretti a Te. Tu intercedi per l’intera Umanità, Tu intercedi e noi offriamo preci e sacrifici perché Gesù usi la Sua infinita Misericordia e tenga ancora sospeso il Braccio della Perfetta Giustizia. Dolce Madre, sono accaduti ed accadono fatti terribili nel mondo. Noi tremiamo, ma il pensiero corre a Te, Dolce Madre: sappiamo che molto peggio sarebbe accaduto, senza la Tua Intercessione continua. Vediamo ciò che accade nella nostra vita: Gesù fa scorrere a fiumi la Pace e la Gioia; certo, questo avviene, per la Tua Dolce Intercessione. In noi non c’è merito; ma ne ha molti la Madre Corredentrice: Tu, Dolce Madre! So per certo che qualunque cosa Tu chiederai, certo l’otterrai. So per certo che salverai il mondo dalla più grande catastrofe. So per certo che, per il Tuo Intervento di Madre Santissima, presto si attuerà il Progetto di Dio in terra. Grazie, Madre amata! Grazie di amarci tanto! Se capissimo quanto ci ami, certo, piangeremmo di grande Gioia!”
      Figli cari, le vostre parole sono piene di amore. Vi aiuto e vi aiuterò. Insieme innalziamo a Dio il canto di lode, di ringraziamento, di amore. Vi amo tutti.
Ti amo, angelo Mio.

                                                                                              Maria Santissima

Da: http://www.sapienzaweisheit.com/
AMDG