benedicat Virgo Maria!
"Dignare me laudare Te Virgo sacrata. Da mihi virtutem contra hostes tuos". "Corda Iésu et Marìae Sacratìssima: Nos benedìcant et custòdiant".
lunedì 19 agosto 2024
“Maria Giglio della Trinità”: Domini Sacrarium, Nobile Triclinium et Complementum SS. Trinitatis!: TRIBUTO COTIDIANO A LA INMACULADA VIRGEN MARIA (2)
benedicat Virgo Maria!
IL GRANDE TRADIMENTO: Discorso di fuoco di Padre Emanuel, frate Libanese
Grazie Padre Emanuel,
https://www.youtube.com/watch?app=desktop&v=WCB4HKxjA8k
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La mejor explicacion de la Misa Tridentina ´Mysterium Fidei´
mercoledì 14 agosto 2024
SAN MASSIMILIANO MARIA KOLBE
PREGHIERA A SAN MASSIMILIANO MARIA KOLBE …
O san Massimiliano Maria, seguace fedelissimo del Poverello d’Assisi, che infiammato d’amore di Dio trascorresti la vita nella pratica assidua delle virtù eroiche e nelle opere sante d’apostolato, rivolgi il tuo sguardo a noi, tuoi devoti, che confidiamo nella tua intercessione. Tu che, irradiato dalla luce della Vergine Immacolata,attraesti innumerevoli anime agli ideali della santità, chiamandole ad ogni forma di apostolato per il trionfo del bene e la dilatazione del Regno di Dio, ottieni a noi luce e forza per operare il bene e attrarre molte anime all’amore di Cristo. Tu che, nella perfetta conformità al divino Salvatore, raggiungesti un sì alto grado di carità da offrire, in sublime testimonianza d’amore, la tua vita per salvare quella di un fratello E, animati dallo stesso ardore di carità, possiamo anche noi con la fede e con le opere testimoniare Cristo ai nostri fratelli, per giungere con te al beatificante possesso di Dio Amen. AMDG et D.V.MARIAE |
domenica 11 agosto 2024
La mente umana è fatta per riconoscere Dio in qualunque tempo, anche nel nostro...
Per capire il discorso di Ratisbona bisogna rileggere quello di Parigi
Appunti sulle due lezioni di Benedetto XVI al mondo della cultura e della scienza sul rapporto tra ragione umana e Dio. Quello al Collège des Bernardins compie quello più celebre tenuto in Germania
I due discorsi più rivolti al mondo della cultura del defunto Papa emerito Benedetto XVI sono stati quelli di Ratisbona (2006) e di Parigi (2008). Si tratta di due lezioni sul rapporto tra fede e ragione e, di conseguenza, tra la Chiesa e le culture del mondo. I due discorsi collimano sulla tesi centrale ma non sono uguali e quello di Parigi, al Collège des Bernardins, è più interessante dell’altro, rimasto più celebre. Vorrei spiegare perché.
Il discorso di Ratisbona
Nella lezione tenuta in Germania, Benedetto XVI vuole spiegare la tradizionale dottrina agostiniana e tomista che Dio è legato alla ragionevolezza e coincide con il bene, il bello e il vero. Dio non può volere qualcosa di diverso dal bene e dal ragionevole. Questo è l’assunto centrale, sostenuto contro ogni religione che considera Dio come del tutto incomprensibile dalla ragione umana e contro le medesime dottrine cristiane che pensano che Dio potrebbe volere anche qualcosa di totalmente diverso da ciò che noi possiamo capire come bene. Tutto questo viene confermato anche a Parigi dove, di fronte ai rappresentanti della cultura, B-XVI spiega che il desiderio di Dio include l’amore per la parola, cioè per la ragione e la comprensione umana.
A Ratisbona, però, BXVI illustra anche un quadro della situazione culturale attuale, opponendo il pensiero razionalista degli ultimi secoli a un pensiero più aperto alla categoria del Mistero. È un percorso tradizionale del pensiero cattolico, che tuttavia risente anche dell’idealismo ottocentesco e quindi in certi punti sembra porre una gerarchia di pensieri per cui le discipline umanistiche, la filosofia e la teologia in particolare, sarebbero più fondamentali e importanti di quelle scientifiche. Come se le prime si occupassero del “perché” della realtà e le altre del “come”. E con il rischio costante della implicita condanna del pensiero tecnico, derivato da quello scientifico, condanna che resterebbe un po’ contraddittoria con i mezzi e le ricerche attuali che servono anche alla vita della Chiesa.
Narcisismo e individualismo, marchio del nostro tempo
Non così a Parigi. In modo molto più interessante, lì B-XVI ricorda che il pensiero include anche il corpo, come ben si apprende dalle pratiche dei monasteri medievali – in particolare da quella del canto – che il lavoro è santificato nel cristianesimo a differenza che nelle culture antiche, che non c’è lettura vera delle Scritture senza interpretazione e che interpretazione vuol dire libertà e non uniformità ma anche che libertà è sempre legame con il vero e non arbitrio.
In modo ancora più interessante, spiega che il genio non è mai individuale e che dunque non c’è mai mai vera cultura senza comunità e senza comunione. Infine, chiarisce che il cristianesimo è una proposta universale alla ragione e dunque deve essere annunciato, senza che ciò comporti alcuna propaganda, e che, seppur vagamente, la mente umana è fatta per riconoscere Dio in qualunque tempo, anche nel nostro, al di là di tutte le analisi sociologiche e le genealogie filosofiche.
Insomma, posto l’assunto centrale del rapporto necessario tra la ragione umana e Dio, a Parigi Benedetto XVI presenta delle tracce di soluzione che a Ratisbona non propone. La valorizzazione di una visione unitaria di corpo e mente è profondamente consentanea allo sviluppo attuale della scienza e della filosofia; attraverso il concetto di lavoro, inteso cristianamente, si può recuperare anche tutto il sapere tecnico; la visione del pensiero come gesto comunitario si oppone al narcisismo e all’individualismo agonistici che sono il marchio del nostro tempo, e che hanno sostituito quel nichilismo di fine secolo scorso che, peraltro, con perfetta comprensione dei tempi, non compare mai nei due discorsi di Benedetto.
AVE
NOSTRA SIGNORA DI GUADALUPE
sabato 10 agosto 2024
LA GLORIFICAZIONE DI MARIA "DIVINA" CON L'ASSUNZIONE AL CIELO IN ANIMA E CORPO
PIO XII
SERVO DEI SERVI DI DIO
A PERENNE MEMORIA
COSTITUZIONE APOSTOLICA
" MUNIFICENTISSIMUS DEUS " (1)
LA GLORIFICAZIONE DI MARIA
CON L'ASSUNZIONE AL CIELO
IN ANIMA E CORPO
Il munificentissimo Dio, che tutto può e le cui disposizioni di provvidenza sono fatte di sapienza e d'amore, nei suoi imperscrutabili disegni contempera nella vita dei popoli e in quella dei singoli uomini dolori e gioie, affinché per vie diverse e in diverse maniere tutto cooperi in bene per coloro che lo amano (cf. Rm 8, 28).
Il Nostro pontificato, come anche l'età presente, è assillato da tante cure, preoccupazioni e angosce, per le presenti gravissime calamità e l'aberrazione di molti dalla verità e dalla virtù; ma Ci è di grande conforto vedere che, mentre la fede cattolica si manifesta pubblicamente più attiva, si accende ogni giorno più la devozione verso la vergine Madre di Dio, e quasi dovunque è stimolo e auspicio di una vita migliore e più santa. Per cui, mentre la santissima Vergine compie amorosissimamente l'ufficio di madre verso i redenti dal sangue di Cristo, la mente e il cuore dei figli sono stimolati con maggiore impegno a una più amorosa contemplazione dei suoi privilegi.
Dio, infatti, che da tutta l'eternità guarda Maria vergine, con particolare pienissima compiacenza, «quando venne la pienezza del tempo» (Gal 4, 4), attuò il disegno della sua provvidenza in tal modo che risplendessero in perfetta armonia i privilegi e le prerogative che con somma liberalità ha riversato su di lei. Che se questa somma liberalità e piena armonia di grazie dalla chiesa furono sempre riconosciute e sempre meglio penetrate nel corso dei secoli, nel nostro tempo è stato posto senza dubbio in maggior luce il privilegio della corporea assunzione al cielo della vergine Madre di Dio Maria.
Questo privilegio risplendette di nuovo fulgore fin da quando il nostro predecessore Pio IX, d'immortale memoria, definì solennemente il dogma dell'immacolata concezione dell'augusta Madre di Dio. Questi due privilegi infatti sono strettamente connessi tra loro. Cristo con la sua morte ha vinto il peccato e la morte, e sull'uno e sull'altra riporta vittoria in virtù di Cristo chi è stato rigenerato soprannaturalmente col battesimo. Ma per legge generale Dio non vuole concedere ai giusti il pieno effetto di questa vittoria sulla morte se non quando sarà giunta la fine dei tempi. Perciò anche i corpi dei giusti dopo la morte si dissolvono, e soltanto nell'ultimo giorno si ricongiungeranno ciascuno con la propria anima gloriosa.
Ma da questa legge generale Dio volle esente la beata vergine Maria. Ella per privilegio del tutto singolare ha vinto il peccato con la sua concezione immacolata; perciò non fu soggetta alla legge di restare nella corruzione del sepolcro, né dovette attendere la redenzione del suo corpo solo alla fine del mondo.
Plebiscito unanime
Per questo, quando fu solennemente definito che la vergine Madre di Dio Maria fu immune della macchia ereditaria fin dalla sua concezione, i fedeli furono pervasi da una più viva speranza che quanto prima sarebbe stato definito dal supremo magistero della chiesa anche il dogma della corporea assunzione al cielo di Maria vergine.
AMDG et DVM